Buongiorno, Vi scrivo perché ultimamente mi sento molto demotivata e stressata e non ho molta vogli

15 risposte
Buongiorno,
Vi scrivo perché ultimamente mi sento molto demotivata e stressata e non ho molta voglia di fare. Sono all'ultimo anno d'università ma non riesco a scrivere la tesi, mi sento bloccata, so che devo scrivere molte pagine e la cosa mi spaventa. Mia madre continua a fare paragoni con le altre persone della mia età, mi ferisce di continuo dicendo che non mi darà più soldi, che io non faccio mai nulla. Eppure io ho appena 23 anni, sono sempre andata bene all'università e infatti dovrei concludere a breve, in tempo.
Per avere un po' di indipendenza mi sono trovata uno stage retribuito che però mi prenderà molte ore della giornata e dunque ho un po' paura di non poter più essere libera di gestire il mio tempo e la mia vita nonché la stesura della tesi. Sento questa pressione addosso da parte sua, parla sempre di soldi nonostante non abbia problemi economici. E' una presenza ingombrante nella mia vita, non mi ha mai fatto sentire al sicuro o degna di qualcosa, parla sempre degli altri e del loro essere migliori di me. Inoltre è una donna collerica, urla sempre, violenta a tratti, e non è affatto piacevole. Io ho deciso di fare l'università fuori per allontanarmi da lei e adesso la prospettiva di tornare a casa mi fa sentire inquieta. Inoltre ultimamente sento di nutrire delle gelosie all'interno della mia relazione, perché vedo come il mio ragazzo riesca a fare le cose ogni giorno, essere produttivo, fare solo quello che gli piace, mentre io vorrei solo stare a letto. E non sono io, non mi riconosco per niente. Questa è la mia prima relazione, ho sempre allontanato tutti perché basavo la mia identità su questa finta indipendenza e libertà. Adesso mi ritrovo a passare le mie giornate ad aspettare di vederlo o stare con lui nonostante per ventidue anni non ne abbia avuto la necessità. E non perché ne sia ossessionata o follemente innamorata, semplicemente perché penso sia l'unica cosa che vada bene nella mia vita al momento. E delle volte penso ingiustamente che lui abbia un ruolo nel mio sentirmi così, penso sia colpa sua se a me non va più di fare, penso che gli piaccia guardarmi con un po' di compassione e nutrirsi delle mie debolezze perché all'inizio non era così. E io sto iniziando a provare rancore, anche se lui mi ha sempre supportato e mi vuole bene. Non so come uscirne ma non mi piace la persona che sto diventando e non vedo una via d'uscita. Scusate lo sfogo e grazie in anticipo di aver letto.
Buongiorno,

grazie per aver condiviso la sua esperienza. A leggerla mi sembra che stia maturando il desiderio di parlare con qualcuno rispetto a ciò che vive, un pò provando ad uscire dal vissuto di sentirsi bloccata, da lei riferito.
Le emozioni che esprime "sentirsi stressata, gelosa, provare rancore" sono emozioni lecite che probabilmente la stanno mettendo a contatto con una immagine di sé da cui finora ha preso le distanze, organizzandosi entro una propria rappresentazione di persona indipendente, libera e capace.
E' possibile che approcciarsi alla scrittura della tesi la stia mettendo in rapporto con la conclusione di un percorso universitario (quale in particolare?), cosa che probabilmente la sta facendo interrogare su di sé e sul suo futuro.
Se avrà desiderio, le consiglio di contattare uno o una psicologa per provare ad approfondire quanto sta vivendo.

Intanto un caro saluto,
dr Giuseppe Saracino

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Buonasera, probabilmente sta attraversando una fase di blocco dovuta al non saper bene come proseguire il percorso fatto. Vedo anche che tende ad incolpare molto gli altri, non entro nel merito perchè non conosco la situazione, ma sebbene possa essere anche la verità, questo atteggiamento non la aiuta a responsabilizzarsi rispetto alla sua vita ed ai suoi obiettivi. La cosa migliore che può fare in questo momento di crisi è quello di intraprendere un percorso psicoterapeutico per poter riflettere in modo sistemico ed approfondito.
Salve penso che la causa del suo malessere risieda esclusivamente dentro di lei.
Mi sembra stia attraversando una fase dove si sente bloccata, le consiglio di intraprendere una terapia E.M.D.R. per superare questo periodo di difficoltà.
Dott.ssa Milvia Verginelli

Buonasera,un blocco nel percorso universitario può capitare. Dietro può esserci la paura di non farcela una volta concluso questo periodo. Le motivazioni vanno senza dubbio indagate, magari con il supporto di una psicoterapia breve. Ricevo inoltre un atteggiamento pericolosamente evitante,il disagio parte da lei, non serve costruire responsabilità ed attenuanti al di fuori di sé stessa. È un atteggiamento che non le dà alcun vantaggio, mi creda. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
salve, grazie per aver condiviso queste si sente in questo periodo.
Da quello che leggo emerge un blocco nel percorso universitario data dall'incognita del futuro e dal fatto che con la laurea si chiude un percorso e si entra nel mondo del lavoro. Le motivazioni di questo blocco andrebbero indagate magari con il supporto di una psicoterapia.
Buonasera, questo spiacevole blocco nella stesura della tesi sembra aver risvegliato le difficoltà del rapporto con la mamma svalutante e fatto sorgere dubbi e suoi malumori nella relazione con il ragazzo. Al fine di affrontare al meglio e comprendere questi tre diversi ambiti, distinguendo cosa appartiene all'uno o all'altro, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che saprà sostenerla in un percorso di chiarezza e ricerca di risposte ai propri bisogni. Cordiali saluti. Dr.ssa Lorena Ferrero
Concordo con i colleghi che attribuiscono il suo “blocco” in ambito universitario al timore del futuro, vissuto come incognita. Ciò che mi colpisce maggiormente, tuttavia, sono gli aspetti colpevolizzanti e persecutori nei confronti del prossimo, in cui individua la potenziale causa del suo malessere. Un supporto psicoterapeutico, dal suo racconto, mi pare imprescindibile.
Buonasera, bisognerebbe analizzare cosa vuol dire per lei la fine del percorso di laurea, forse il rientro a casa o l'apertura a nuovi progetti di vita che ancora non ha chari e che possono lavorare dentro senza essere coscienti. Mi sembra che le pressioni della famiglia non fanno che peggiorare questa situazione che le crea disagio emotivo e la fa percepire come diversa, quasi snaturata. Io le suggerirei di cercare un sostegno psicologico per superare questo stallo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
lei porta vari temi importanti come la conflittualità della relazione con sua madre, i problemi di coppia con il suo ragazzo e anche delle difficoltà che sembrano avere a che fare con una bassa autostima. Sono aspetti che andrebbero approfonditi e maggiormente esplorati in uno spazio più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Intraprenda un percorso psicologico, vedrà che la aiuterà ad affrontare tutte le difficoltà qui espresse.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera e grazie per la condivisione. Anche se il suo umore è tendenzialmente basso noto comunque che lei, nonostante la giovane età, si è data da fare. A volte i genitori sbagliano senza comprendere che i figli hanno tempi e visioni del proprio futuro in modo diverso. Si dia la possibilità di cominciare un percorso di psicoterapia per capire prima di tutto se stessa e avere la forza di affrontare i genitori in maniera costruttiva senza doversi nascondere. Resto a disposizione anche per consulti online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Gentile utente, ciò che sta vivendo non è insolito e proprio per questo è stata introdotta la figura dello psicologo in tutte le università e può richiedere un consulto gratuito.
Ci possono essere diverse motivazioni sottostanti a questi momenti di difficoltà. La laurea viene spesso avvertita come un passaggio dal ruolo di studente a quello di adulto con tutto ciò che questo comporta a livello di responsabilità. Inoltre molte persone devono fronteggiare l’ansia di prestazione, la ricerca di perfezionismo. Aspettative molto alte si traducano in un freno potente. La tesi inoltre è un elaborato personale e quindi è un mettersi in gioco in modo diverso rispetto allo studio dei vari esami precedenti e per alcuni questo comporta maggiori difficoltà. Di conseguenza il significato attribuito alla tesi è enorme e spesso si può rivelare schiacciante. Quello che colpisce è che lei sembra attribuire la responsabilità di tutto a figure esterne da cui in qualche modo dipende. Le consiglio un consulto psicoterapeutico per far chiarezza sui i vari punti. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente dott. Massimiliano Matteo Foà
Salve, in questo momento buio le consiglio di iniziare una psicoterapia a orientamento psicoanalitico per affrontare in quella sede sia il rapporto con sua madre che l'ha segnata sia il rapporto con il suo ragazzo. Può elaborare insieme allo specialista i vissuti trascorsi in famiglia, i traumi o microtraumi subiti e decidere se il suo attuale ragazzo sia la persona giusta per lei. Credo che lei abbia bisogno di "ripartire" su nuove basi, accrescere la sua autostima e tagliare il cordone ombelicale che la tiene legata a sua madre. Vedrà che una nuova relazione basata sull'empatia e l'intimità , potrà aiutarla a risolvere i suoi problemi relazionali e ad avere un miglior rapporto con gli altri, per lei significativi.
Gentile utente, nella sua lettera lei esprime problematiche molto diverse che si mescolano insieme così da creare una grossa confusione. Per dipanare questa matassa di risentimento e insoddisfazione sarebbe utile che lei si rivolgesse ad un professionista.
Per quanto riguarda il problema della tesi, potrebbe avere un aiuto sulla programmazione del lavoro, attraverso l'analisi delle sue strategie di studio e sulla sua motivazione.
Per quanto riguarda invece le problematiche relazionali, le sarebbe utile sia affrontare la sua pericolosa abitudine ad usare l'attribuzione causale esterna (dare la responsabilità agli altri), sia analizzare il conflitto tra il suo bisogno di autonomia e la dipendenza dalla mamma e dal fidanzato.
Quando chiarirà queste tematiche potrà sicuramente disincagliarsi da questo momento così stagnante e confuso.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Carissima, intanto mi lasci dire che dalle sue parole arriva un profondo dolore. Per prima cosa quindi le mando un abbraccio virtuale! E' arrivato?! Da ciò che scrive mi pare Lei abbia una consapevolezza molto forte delle sue difficoltà. Le formulo alcune ipotesi per aiutarla a comprendere meglio il disagio che la attraversa. Innanzitutto credo che il blocco della tesi abbia a che fare con il rapporto "burrascoso" con sua madre. Se ho ben inteso, laurearsi vorrebbe dire tornare a casa con sua madre. Quindi se cosi fosse, ma la prenda come un'ipotesi per riflettere, il blocco sulla tesi le sta facendo posporre questo evento. Il fatto di sentirsi bloccata, però, le sta facendo perdere autostima e la sta indebolendo, per questo si sente stressata e senza energie. In questi casi avere "rancore" per chi, come ad esempio il suo ragazzo, sta procedendo con gli obiettivi della sua vita è abbastanza comune. Questo rancore rischia però di unirsi alla rabbia e al disagio e Lei si sente molto probabilmente "schiacciata" sotto la pressione di tutto questo carico emotivo negativo. Detto ciò, le suggerirei di approfondire tutte queste tematiche con uno psicoterapeuta. La psicoterapia l'aiuterà ad avere un contenitore per le sue emozioni negative, a comprendere meglio il rapporto con sua madre, le criticità con il suo ragazzo e a liberare le energie positive per concludere il suo percorso di studi. Qualora volesse approfondire con me il suo disagio può contattarmi per un colloquio on line. Intanto le faccio un grande in bocca al lupo e le invio un altrettanto grande abbraccio! Rosalba

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