Buongiorno, spero possiate rispondere alla mia domanda perchè praticamente nessuno tra medici,patron
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Buongiorno, spero possiate rispondere alla mia domanda perchè praticamente nessuno tra medici,patronato e addirittura l'INPS è in grado di farlo con esattezza! Ho 41 anni e 3 ricoveri alle spalle da quando ne aveo 17. Diagnosi dell'ultimo ricovero è di bipolarismo misto.Al momento assumo solo 5 mg di aripiprazolo. Il punto è questo:
Avendo una laurea triennale in scienze del turismo e circa 20 anni di esperienze lavorative anche all'estero volevo ora rivolgermi alla carriera dell'insegnamento, sia esso nel settore pubblico che privato ma non so se, qualora venisse accettata la mia domanda di invalidità con conseguente inserimento nelle categorie protette, potrei vedermi respinta tale possibilità lavorativa a causa della mia patologia esplicitamente certificata dalle strutture pubbliche ( ospedali e CSM).
Quello che mi viene risposto ad oggi è che il datore di lavoro non è tenuto a sapere la mia diagnosi o patologia, ma nutro dei forti dubbi a tal proposito. Qualcuno puo' darmi delucidazioni in merito? Grazie mille
Avendo una laurea triennale in scienze del turismo e circa 20 anni di esperienze lavorative anche all'estero volevo ora rivolgermi alla carriera dell'insegnamento, sia esso nel settore pubblico che privato ma non so se, qualora venisse accettata la mia domanda di invalidità con conseguente inserimento nelle categorie protette, potrei vedermi respinta tale possibilità lavorativa a causa della mia patologia esplicitamente certificata dalle strutture pubbliche ( ospedali e CSM).
Quello che mi viene risposto ad oggi è che il datore di lavoro non è tenuto a sapere la mia diagnosi o patologia, ma nutro dei forti dubbi a tal proposito. Qualcuno puo' darmi delucidazioni in merito? Grazie mille
Buonasera, ho letto con attenzione la sua richiesta. Sicuramente le hanno dato informazioni corrette e la sua diagnosi rimane sotto la tutela della privacy. Tuttavia il ruolo di insegnante è ad alto rischio di patologie stress lavoro correlate che potrebbero peggiorare la sintomatologia con ricadute sia per lei che per l'utenza. Se questa è la strada vocazionale che vuole intraprendere è auspicabile che si faccia seguire dallo psicoterapeuta soprattutto nella delicata fase concorsuale e di inserimento in un ambiente professionale, seppure stimolante, del tutto nuovo.
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Gentilissima, concordo con quanto riferito dalla collega.
Quanto le è stata diagnosticato comporta delle conseguenze importanti che possono più o meno essere amplificate dagli eventi di vita quotidiani. Le consiglio un percorso di psicoterapia sia come fonte di sostegno sia come delucidazione in merito ai dubbi che può avere per il suo progetto lavorativo attuale. Le auguro in bocca al lupo!
Quanto le è stata diagnosticato comporta delle conseguenze importanti che possono più o meno essere amplificate dagli eventi di vita quotidiani. Le consiglio un percorso di psicoterapia sia come fonte di sostegno sia come delucidazione in merito ai dubbi che può avere per il suo progetto lavorativo attuale. Le auguro in bocca al lupo!
Quanto le è stato risposto è effettivamente corretto. Concordo con le colleghe rispetto al suggerimento di valutare una possibile psicoterapia di sostegno.
Gent.ma Signora
le sue perplessità riguardanti la professione di insegnante correlate alla sua patologia diagnostica le fanno merito.
quello che sicuramente le posso consigliare e di farsi supportare da un/una psicoterapeuta per poter esser supportata adeguatamente anche per comprendere veramente gestire al meglio questa situazione di scelta di vita. la sua situazione attuale non deve limitare la sua vita, può solo migliorare con un buon supporto psicoterapico.
grazie di aver condiviso con noi la sua sitauzione
Dott.ssa Pecora
le sue perplessità riguardanti la professione di insegnante correlate alla sua patologia diagnostica le fanno merito.
quello che sicuramente le posso consigliare e di farsi supportare da un/una psicoterapeuta per poter esser supportata adeguatamente anche per comprendere veramente gestire al meglio questa situazione di scelta di vita. la sua situazione attuale non deve limitare la sua vita, può solo migliorare con un buon supporto psicoterapico.
grazie di aver condiviso con noi la sua sitauzione
Dott.ssa Pecora
gentile dottoressa,
è vero che lo statuto dei lavoratori vieta che il datore di lavoro conoscano le diagnosi dei dipendenti, ma temo che quando si entra nelle categorie protette il divieto sia attenuato, ad esempio se sono cieca posso essere assunta come centralinista ma non per mansioni che contemplino l'uso della vista, penso che nel suo caso non siano previste attività di insegamento, probabilmente nella scuola sono ammesse attività sussidiarie (es. biblioteca, amministrazione, segreteria....).
Sperando di esserle stata utile, le auguro ogni bene.
Susanna Bertini
Torino
è vero che lo statuto dei lavoratori vieta che il datore di lavoro conoscano le diagnosi dei dipendenti, ma temo che quando si entra nelle categorie protette il divieto sia attenuato, ad esempio se sono cieca posso essere assunta come centralinista ma non per mansioni che contemplino l'uso della vista, penso che nel suo caso non siano previste attività di insegamento, probabilmente nella scuola sono ammesse attività sussidiarie (es. biblioteca, amministrazione, segreteria....).
Sperando di esserle stata utile, le auguro ogni bene.
Susanna Bertini
Torino
Concordo con le opinioni dei colleghi, vorrei aggiungere che, mediante un supporto psicoterapeutico (unito alla terapia farmacologica) le possibilità lavorative aumentano in maniera esponenziale. Tenga però sempre in conto delle diverse difficoltà, oggettive, che ogni campo lavorativo comporta. Con questo non stò suggerendo un'inversione di marcia, bensì una pianificazione più attenta che possa evitare rischi inutili e permetterle di raggiungere i suoi obiettivi.
Dott. Vittorio Sarnelli
Dott. Vittorio Sarnelli
Buongiorno, dalle sue parole si coglie il desiderio di continuare ad emanciparsi lavorativamente e trovo che questo sia un sano bisogno. Il discorso della sua privacy rispetto alla patologia, abbraccia un ambito molto delicato e credo che prima ancora di interrogarsi su quali informazioni ha da dare, sia importante avere come focus la protezione di sè in modo che possa andare nella direzione di un esperienza da cui trarre benessere. Un'utile aiuto lo potrà trovare nella psicoterapia per chiarirsi su come pianificare un percorso lavorativo sicuro. Un caro saluto
Per quanto riguarda il quesito attinente il disturbo clinico rispetto al quale è in possesso della dovuta certificazione medico-legale, concordo con i colleghi con riferimento alla tutela della privacy e/o dati sensibili.
Tuttavia condivido altresì il pensiero di altri miei colleghi relativo al fatto che la “vocazione da insegnante” richieda un livello elevatissimo di “resilienza” e capacità di far fronte ai livelli medio-alti di stress e burn-out che tale professione comporta.
Sarebbe pertanto auspicabile, che lei abbia un valido psico-terapeuta e un ottimo trainer che la supporti in special modo nelle fasi più delicate della gestione del proprio stress lavorativo.
A tal proposito le potrei offrire il mio contributo professionale giacché ho un'esperienza pluriennale nel condurre ricerche sperimentali su stress lavoro-correlato e burn-out professionale condotte a favore del personale sanitario presso le strutture socio-assistenziali per le quali collaboro.
La saluto cordialmente
Tuttavia condivido altresì il pensiero di altri miei colleghi relativo al fatto che la “vocazione da insegnante” richieda un livello elevatissimo di “resilienza” e capacità di far fronte ai livelli medio-alti di stress e burn-out che tale professione comporta.
Sarebbe pertanto auspicabile, che lei abbia un valido psico-terapeuta e un ottimo trainer che la supporti in special modo nelle fasi più delicate della gestione del proprio stress lavorativo.
A tal proposito le potrei offrire il mio contributo professionale giacché ho un'esperienza pluriennale nel condurre ricerche sperimentali su stress lavoro-correlato e burn-out professionale condotte a favore del personale sanitario presso le strutture socio-assistenziali per le quali collaboro.
La saluto cordialmente
Gentilissima, se rientra nella categoria protetta per invalidità psichica temo che sia difficile possa essere accettata come insegnante, ma la categoria protetta apre molte possibilità lavorative, valuti l'opzione per lei più adatta che le permetta di prendersi cura di sé ed evitare recidive.
Salve, il datore di lavoro non è tenuto, per via della privacy ad avere delle informazioni circa il suo stato di salute. Valuti lo stress correlato ad una nuova esperienza lavorativa, ed oltre al supporto farmacologico si sostenga anche con un supporto psicoterapico per affrontare al meglio questa nuova avventura. Cari saluti.
Gentile utente, condivido quanto detto dai miei colleghi e non aggiungo altro. Intanto, giusto come informazione tecnica, temo che per poter accedere all'insegnamento non basti la sola laurea Triennale. Nella sua valutazione di un nuovo lavoro potrebbe prendere in considerazione altri ruoli quali, assistente tecnico o applicato di segreteria. In ogni caso la sua diagnosi non le preclude nessun lavoro nella scuola, supportato, come suggerivano i colleghi da un percorso di psicoterapia in aggiunta, se lo specialista lo ritiene opportuno, una terapia farmacologica. Sarebbe in ogni caso tutelata dalla privacy.
Sono a sua disposizione per altri chiarimenti.
Saluti
dott Mariarosaria Cerbone
Sono a sua disposizione per altri chiarimenti.
Saluti
dott Mariarosaria Cerbone
Buonasera, per tutela della privacy il datore di lavoro non può accedere alle informazioni specifiche sullo stato di salute tuttavia l'insegnamento spesso può causare stress per questo sarebbe opportuno che lei cercasse il supporto di uno psicoterapeuta che la sostenga in questo progetto anche valutando la possibilità di accedere ad altre opportunità lavorative meno stressogene. Cordialmente dottoressa Stefania Palmacci
Gentilissimo, capisco le sue preoccupazioni riguardo alla sua situazione lavorativa alla luce della diagnosi, ma è fondamentale sottolineare che la privacy delle informazioni mediche è un aspetto rilevante, e i datori di lavoro dovrebbero rispettare tale riservatezza durante il processo di selezione. Pur tuttavia penso sia necessario farsi aiutare da un professionista della salute mentale per chiedere consigli e poterla aiutare a sviluppare un approccio ponderato che tiene conto delle sue aspirazioni professionali e del benessere mentale. Un caro saluto, dr.ssa Marina Lumento.
Capisco ,le sue preoccupazioni ma a tutela abbiamo la legge sulla privacy.
Il rapporto con il datore di lavoro non puo' essere determinato dalla sua problematica di salute in quanto non vi è una limitazione invalidante a tal punto da non poter svolgere delle attivita' lavorative.
Le consiglio di rivolgere la domanda anche al centro per l'impiego e di chiarire la sua posizione.
Resto disponibile
Il rapporto con il datore di lavoro non puo' essere determinato dalla sua problematica di salute in quanto non vi è una limitazione invalidante a tal punto da non poter svolgere delle attivita' lavorative.
Le consiglio di rivolgere la domanda anche al centro per l'impiego e di chiarire la sua posizione.
Resto disponibile
Gentilissima
Grazie per la condivisione. A mio avviso il datore di lavoro ( in questo caso la scuola sia paritaria che non) non è tenuto a sapere le sue condizioni di salute. Vi è la privacy. Però valuti attentamente i livelli di stress che potrebbe portare questo nuovo lavoro e come lei riuscirebbe a gestirlo. Insegnare non è facile, glielo posso assicurare, ed è un lavoro molto stressante sotto alcuni punti di vista. Valuti bene e poi decida cosa è piu giusto per lei.
La ringrazio dell'attenzione
Dott.ssa Tatiana Cosci
Grazie per la condivisione. A mio avviso il datore di lavoro ( in questo caso la scuola sia paritaria che non) non è tenuto a sapere le sue condizioni di salute. Vi è la privacy. Però valuti attentamente i livelli di stress che potrebbe portare questo nuovo lavoro e come lei riuscirebbe a gestirlo. Insegnare non è facile, glielo posso assicurare, ed è un lavoro molto stressante sotto alcuni punti di vista. Valuti bene e poi decida cosa è piu giusto per lei.
La ringrazio dell'attenzione
Dott.ssa Tatiana Cosci
Sicuramente starà attraversando un momento importante e delicato della vita professionale e personale, ricco di emozioni e di sostanziali cambiamenti. La sua privacy verrà tutelata. Probabilmente, da un punto di vista fiscale, il settore privato potrà risultare più accessibile. Allo stesso tempo, come può lei stesso constatare, si tratta di un passaggio delicato. Potrà beneficiare di questa mia risposta e di quelle dei colleghi, come potrà ancora e meglio beneficiare di uno spazio maggiore e più personale, valorizzandolo e dando valore alla sua vita. Dott. Giorgio Conti
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. La risposta che le hanno dato è corretta. Il datore di lavoro non è tenuto a conoscere sue eventuali patologie. Se vuole chiarire ogni dubbio può rivolgersi ad uno dei sindacati di categoria degli insegnanti. Loro sapranno fornirle tutti i dettagli e le informazioni del caso. Spero di esserle stato di aiuto. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Salve, il bipolarismo è una malattia che sotto farmaci permette di vivere una vita serena ed equilibrata. Non vedo difficoltà alcuna nel poter fare quello che lei preferisce a livello lavorativo. Per quanto riguarda la malattia non serve specificare la tipologia, il medico credo proprio che le faccia la certificazione senza la specifica. Può chiedere anche informazione alle risorse umane del suo luogo di lavoro per darle informazioni più precise.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Buongiorno,
provo a risponderti e a fare chiarezza su un tema purtroppo ancora pieno di zone grigie.
1. Sì, l'inserimento nelle categorie protette non preclude l'accesso alla carriera dell’insegnamento, né nel pubblico né nel privato, a meno che la Commissione Medico-Legale dell’INPS, nel verbale di invalidità civile, non dichiari che tu non sei idoneo a svolgere determinate mansioni. Se questo non viene indicato esplicitamente, l’iscrizione alle graduatorie o la partecipazione a concorsi resta possibile.
2. No, il datore di lavoro non ha accesso alla diagnosi clinica.
Quando ti iscrivi al collocamento mirato (Legge 68/99), fornisci un verbale INPS che riporta solo la percentuale di invalidità riconosciuta e l’idoneità o meno al lavoro, non la patologia specifica.
Solo il medico competente dell’ente o dell’azienda, in caso di assunzione e se previsto dalla mansione (es. sorveglianza sanitaria), può ricevere indicazioni più dettagliate — ma queste restano comunque riservate e non condivise con la direzione.
3. Accesso alle graduatorie scolastiche e concorsi pubblici. Se vuoi insegnare nella scuola pubblica: puoi presentare domanda nelle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) o nei concorsi statali;
se sei iscritto alle categorie protette, potresti anche beneficiare di riserve di posti nei concorsi pubblici (se previsto dal bando);
nessun bando pubblico può escluderti sulla base della diagnosi psichiatrica, a meno che tu non sia dichiarato inabile al lavoro (cosa che non è nel tuo caso, visto anche l’attuale compenso farmacologico lieve con aripiprazolo 5 mg).
4.Nel settore privato valgono regole analoghe: non sei tenuto a dichiarare la diagnosi. Tuttavia, è bene sapere che le scuole private hanno maggiore discrezionalità nelle assunzioni, e quindi è importante valutare quanto rivelare, in base al contesto e al grado di tutela che desideri. Spero di averti fatto un quadro della situazione , ma per maggiori sicurezza puoi chiedere ulteriori conferme in un patronato ( provane diversi). un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
provo a risponderti e a fare chiarezza su un tema purtroppo ancora pieno di zone grigie.
1. Sì, l'inserimento nelle categorie protette non preclude l'accesso alla carriera dell’insegnamento, né nel pubblico né nel privato, a meno che la Commissione Medico-Legale dell’INPS, nel verbale di invalidità civile, non dichiari che tu non sei idoneo a svolgere determinate mansioni. Se questo non viene indicato esplicitamente, l’iscrizione alle graduatorie o la partecipazione a concorsi resta possibile.
2. No, il datore di lavoro non ha accesso alla diagnosi clinica.
Quando ti iscrivi al collocamento mirato (Legge 68/99), fornisci un verbale INPS che riporta solo la percentuale di invalidità riconosciuta e l’idoneità o meno al lavoro, non la patologia specifica.
Solo il medico competente dell’ente o dell’azienda, in caso di assunzione e se previsto dalla mansione (es. sorveglianza sanitaria), può ricevere indicazioni più dettagliate — ma queste restano comunque riservate e non condivise con la direzione.
3. Accesso alle graduatorie scolastiche e concorsi pubblici. Se vuoi insegnare nella scuola pubblica: puoi presentare domanda nelle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) o nei concorsi statali;
se sei iscritto alle categorie protette, potresti anche beneficiare di riserve di posti nei concorsi pubblici (se previsto dal bando);
nessun bando pubblico può escluderti sulla base della diagnosi psichiatrica, a meno che tu non sia dichiarato inabile al lavoro (cosa che non è nel tuo caso, visto anche l’attuale compenso farmacologico lieve con aripiprazolo 5 mg).
4.Nel settore privato valgono regole analoghe: non sei tenuto a dichiarare la diagnosi. Tuttavia, è bene sapere che le scuole private hanno maggiore discrezionalità nelle assunzioni, e quindi è importante valutare quanto rivelare, in base al contesto e al grado di tutela che desideri. Spero di averti fatto un quadro della situazione , ma per maggiori sicurezza puoi chiedere ulteriori conferme in un patronato ( provane diversi). un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
È corretto: il datore di lavoro non è tenuto a conoscere la diagnosi, ma solo l’eventuale riconoscimento dell’invalidità. Questo non la esclude dall’insegnamento: al contrario, l’inserimento nelle categorie protette può offrirle una tutela in più senza precludere le sue possibilità lavorative
Buongiorno,
sta dicendo che teme che il posto di lavoro futuro, piuttosto che l'Ente pubblico, possano venire a conoscenza del suo problema? La legge in merito è abbastanza chiara, ma sembra che lei non si fidi delle risposte che riceve dai tecnici specialisti.
sta dicendo che teme che il posto di lavoro futuro, piuttosto che l'Ente pubblico, possano venire a conoscenza del suo problema? La legge in merito è abbastanza chiara, ma sembra che lei non si fidi delle risposte che riceve dai tecnici specialisti.
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