Buongiorno,spero che qualcuno possa rispondermi il prima possibile.Mia figlia,15 anni appena compiut

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Buongiorno,spero che qualcuno possa rispondermi il prima possibile.Mia figlia,15 anni appena compiuti, dopo un periodo in cui è stata sotto pressione per la scuola e dopo essere stata lasciata dal suo primo ragazzino, ha iniziato a tagliarli sul braccio. Me ne sono accorta subito, ho provato a parlarle,abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto,ma ora ha difficoltà ad aprirsi sui motivi che la spingono a farlo. Le ho proposto un aiuto professionale ed è d'accordo,non so se realmente lo fa per sé stessa o più per accontentare me, vedendomi triste e preoccupata. Tra una settimana abbiamo un primo incontro con una psicoterapista ma nel frattempo non so cosa fare. Non ha un atteggiamento "depresso", apparentemente sembra tutto ok ma ogni giorno si chiude in bagno col telefono ed esce con qualche taglietto in più. L'istinto mi farebbe buttare a terra quella porta ma cerco di controllarmi e di essere paziente, quando le chiedo di mostrarmi il braccio si irrita e diventa un pò scontrosa, ma non riesco a non farlo perchè ho paura di eventuali infezioni che potrebbero subentrare o ancora peggio ho una paura tremenda che qualche taglio possa raggiungere una vena, visto che li fa dalla parte interna del braccio. Avevo sempre associato questo genere di cose ad atteggiamenti diversi, ad isolamenti, a stati d'animo malinconici. Anche in una giornata serena lo fa, sembra essere diventato un gesto abitudinario, e sempre con quel dannato telefono accanto a lei, mentre parla con l'amica o ascolta musica. Sento di vivere una vita che non è la mia, sono letteralmente a pezzi, non so come aiutarla. Non ho idea di quanto durino le psicoterapie in questi casi e mi chiedo se realmente possano funzionare. Cosa devo fare nel frattempo? Controllarla ogni giorno? Toglierle il telefono forzatamente? Togliere le chiavi del bagno?(col timore che possa farlo altrove). Spero in qualche consiglio perchè davvero mi sento disperata. Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà darmi un supporto.
Buongiorno Signora, tutti i suoi dubbi su come gestire la situazione sono validi, e sta mostrando grande attenzione nei confronti di sua figlia che probabilmente usa i tagli per gestire le emozioni. La terapia potrà essere un modo per capire come utilizzare risorse diverse dai tagli o altri comportamenti disfunzionali . Per quanto riguarda Lei, signora, non è sempre utile forzare la comunicazione laddove non riesce, e sicuramente il metodo delle forzature non lo è altrettanto! Crei uno spazio di ascolto e provi a dire a sua figlia cosa pensa di questa abitudine che ha preso (ad esempio anche il rischio di infenzioni può essere un modo per parlarne).

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Gentilissima,
Leggo le sue parole e sento una forte emozione.

L'autolesionismo è anche utilizzato come distrazione dal dolore emotivo. In maniera simile alla bulimia con i suoi rituali e preoccupazioni, gli episodi di autolesionismo possono essere altrettanto auto-coinvolgenti. Per cui, l'autolesionismo diventa un'attività molto desiderabile e perciò serve da distrazione da emozioni ed eventi spiacevoli.
L’atto autolesivo di sua figlia può avere molte spiegazioni ed interpretazioni, la pelle è il primo organo a contatto con il mondo e quindi probabilmente c’è qualcosa all’esterno che la fa soffrire.
Credo che un percorso di supporto psicologico sia indicato anche per lei per gestirle le emozioni che sente in questo momento delicato.
Resto a disposizione,
Cordialmente Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Gentilissima signora
comprendo la sua disperazione e disorientamento.
Sarebbe da inquadrare meglio la situazione familiare.
Inoltre in adolescenza possono comparire atteggiamenti autolesivi come manifestazione di un disagio psichico. Sarebbe meglio concordare di far sparire forbici, lamette, coltellini, pinzette...se non richiesti sotto supervisione. Anche lei forse avrebbe bisogno di essere aiutata
Buongiorno, nessun intervento invasivo e di privazione, fare muro contro muro non paga quasi mai, tantomeno con una adolescente. Siccome nella maggior parte dei casi ci si taglia per distrarsi dal dolore emotivo, validare quello che prova, normalizzarlo e fare capire che ci sono cose migliori che si possono fare per stare meglio potrebbe essere un primo approccio funzionale anche alla terapia che sta per iniziare.
Cara utente, la ringrazio per aver condiviso questa problematica su questa piattaforma e comprendo il suo profondo senso di disagio in questo momento. Purtroppo l'autolesionismo è una sorta di "distrazione" dal dolore emotivo, ciò che può fare è validare questo dolore, anche se sua figlia si mostra serena. Comprendo che agganciare un'adolescente è difficile e faticoso, ma già il fatto che sia figlia abbia accettato di parlare con un professionista, è una cosa positiva.
Per quanto riguarda la durata della terapia, purtroppo ogni individuo è diverso, e ognuno ha i suoi tempi, darle una durata precisa non è appropriato, dipenderà da come sua figlia risponderà alla terapia.

La ringrazio e le auguro il meglio
Dott.ssa Francesca Viani
Buongiorno, la scelta di rivolgersi ad una psicoterapeuta per sua figlia e darle uno spazio di ascolto professionale è un grande gesto di attenzione al malessere psicologico che esprime attraverso l'autolesionismo. L'aprire all'ascolto di sua figlia può partire dall'esprimere le sue preoccupazioni per i tagli e le infezioni al fine di iniziare un dialogo con lei senza passare attraverso gesti forti che ostacolerebbero la comunicazione fra di voi. La collega potrà eventualmente proporre incontri congiunti della ragazza con voi genitori. Cordialità. Dr.ssa Lorena Ferrero
Fare pressioni a sua figlia adolescente potrebbe sortire effetti controproducenti. In parte, sembra avere trovato la risposta al suo quesito da sé: "apparentemente sembra tutto ok". Confidi nell'intervento del professionista a cui vi siete rivolti che - non è da escludere - coinvolga anche i familiari, con l'obiettivo di interrompere questo circolo vizioso e doloroso.
Buonasera signora
Leggendo la sua domanda trapela molta ansia a riguardo.
Ha già trovato la chiave giusta quella di un incontro di psicoterapia per sua figlia... mi sento di consigliarle uno spazio anche suo a cadenza magari mensile con un terapeuta per poter gestire le sue emozioni e i suoi pensieri. Si potrebbe innescare un circuito d ' ansia non ben regolabile.
A volte la sofferenza emotiva è più forte di quella fisica per questo i tagli trovano una chiave di lettura emozionale.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa.
Saluti affettuosi
Dott ssa supino alessia
Gentile mamma, la sua preoccupazione è comprensibile tuttavia rivolgersi a uno specialista è la strada più indicata. L''adolescenza è un periodo critico carico di ondate pulsionali. Tutto è in rivoluzione e cambiamento. Sua figlia sta comunicando qualcosa e cosa importante ha accettato di farsi aiutare. Le stia accanto senza essere intrusiva, in questa situazione spesso un supporto genitoriale è indicato ed efficace. Saluti
Cara utente, grazie per aver condiviso questo racconto difficile. Come prima cosa vorrei dirle che aver proposto a sua figlia di rivolgersi ad una psicoterapeuta, garantendole così uno spazio di ascolto, per sè, è molto importante e dimostra (in primis a sua figlia) la sua attenzione al suo malessere. Eviterei ogni
tentativo di coercizione e di privazione, che rischia di innescare anche un conflitto tra di voi, quando invece questo dialogo aperto è fondamentale. La durata del percorso varia di persona in persona, ma di certo la sua collaborazione permette un lavoro molto più fluido. In questo momento può provare a parlare con sua figlia delle sue preoccupazioni per i tagli e le infezioni, permettendo a sua figlia di vedere che si può parlare anche delle cose che preoccupano e fanno star male.
Un saluto e auguri, Dott.ssa Elonora Donatelli
Gentile Signora, comprendo che non sia stato facile condividere un’esperienza cosi’ difficile!
Aver chiesto uno spazio terapeutico per Sua figlia e’ gia’ un primo importante step che dimostra a Sua figlia l’attenzione che Lei ha per il Suo problema. Non escluderei che la terapeuta coinvolga anche il resto della famiglia nel trattamento, per analizzare al meglio la sofferenza emotiva sottostante a tale comportamento disfunzionale della ragazza. Nel frattempo, come e’ stato gia’ detto da qualche collega che mi ha preceduto, cercherei un accordo con la ragazza per togliere dalla vista tutti gli oggetti metallici con cui potrebbe farsi male. Inoltre validando il dolore emotivo sotteso alle pratiche autolesioniste, parlerei apertamente anche delle conseguenze negative di queste piccole ferite che non rappresentano di per se’ un modo sano di contrastare il disagio emotivo. Tenga presente che la tempesta emotiva adolescenziale puo’ sfociare in comportamenti simili, non necessariamente invalidanti se tempestivamente e adeguatamente trattati.Nella speranza di esserLe stata di qualche aiuto, Le invio cari saluti. Dott.ssa Angela Fortini
buona sera grazie per aver condiviso con noi la problematica di sua figlia e soprattutto il suo stato d'animo. innanzitutto ha fatto benissimo a proporre un supporto e la collega a cui si è rivolta saprà essere di aiuto per sua figlia e per lei. purtroppo il muro contor muro e l'obbligarla ad una comunicazione forzata non aiuta affatto e non è utile a creare una relazione le consiglio di condividere non tanto la sua ansia ma condividere i pericoli legati alle infezioni per arrivare ad un comunicazione efficace. Sua figlia sta mostrando delle difficoltà e il periodo evolutivo non aiuta rendere le cose facili per non parlare dalla situazione storica e sociale non va ad aiutare gli adolescenti. Le auguro di trovare la serenità che meritate e che sua figlia riprenda il suo percorso di vita.
Un caro saluto
Buona sera, penso che siate sulla strada giusta avendo già in programma un appuntamento con una psicoterapeuta per sua figlia.
Cercherei di evitare i tentativo di coercizione e di privazione, che rischiano solo di innescare un conflitto tra di voi, bisogna cercare di avere un dialogo aperto, di validazione delle sue emozioni.
Buongiorno,
comprendo bene le preoccupazioni che questa situazione le comporta. Da un lato una figlia che manifesta un disagio che forse non riesce del tutto ad essere ancora esprimibile in pensieri e parole e trova quindi la via del sintomo.. ma dall'altra anche la sua difficoltà nel comprendere quale sia la posizione da assumere rispetto a questa situazione e al rapporto con sua figlia. Come se tutto, in parte, fosse cambiato e le precedenti modalità non sembrano più funzionali al momento delicato di vita attuale, che immagino vada aldilà dei "semplici tagli" ma includa l'irruzione dell'adolescenza tutta e che può mettere a dura prova gli equilibri interni ed esterni di tutta la famiglia.
Mi sembra che l'accompagnamento sensibile che ha fatto a sua figlia verso uno spazio di aiuto sia davvero prezioso e un ottimo punto di partenza. Darei al tempo stesso però diritto e valore anche alle sue comprensibili preoccupazioni e difficoltà rispetto a questo momento, dedicando anche a questo un giusto spazio in cui poterle accogliere e farsi supportare nella ricerca di significati e nuove strategie. Si rivolga a un collega esperto in adolescenza e nel supporto alla genitorialita che possa coordinarsi col collega che prenderà in carico sua figlia per poter fare un lavoro di rete. Sono entrambe, le vostre, questioni importanti che meritano un ascolto dedicato che possa anche permettere un dialogo più armonico tra questi due spazi. Un cordiale saluto
Buongiorno,
per quanto possa capire che al momento per lei questo possa esser poco rassicurante, le dico che non c' è nulla che può fare per sua figlia. Affidarsi ad uno specialista in questi casi è la cosa migliore.
Il fatto che sua figlia abbia deciso di farsi aiutare deve in qualche modo darle sollievo.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, comprendo il dolore di un genitore e nella mia esperienza clinica non è così inusuale che ragazze dell'età di sua figlia si taglino. I motivi sono diversi e non necessariamente legati ad uno stato emotivo. Ciò che le posso dire è che la situazione deve essere valutata da una brava psicoterapeuta che saprà anche darle indicazioni su come comportarsi. L'unica soluzione è comunque quella che ha già preso:iniziare un percorso specialistico.
Vedrà che gradualmente uscirà da questo momento buio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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