Buongiorno, sono una ragazza di 30 anni e negli ultimi anni ho un pensiero che non mi fa più essere

23 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 30 anni e negli ultimi anni ho un pensiero che non mi fa più essere spensierata con qualsiasi genere di rapporto.
Ho un vissuto alle spalle faticoso, problemi in famiglia da quando ero piccola: mia sorella più grande bulimica e l'attenzione di mio padre sempre e solo su di lei. I miei, molto probabilmente, già prima che nascessi avevano problemi tra loro e mia mamma si è sempre dedicata solo a me, provocando gelosia da parte di mia sorella ed io, invece, ho sempre avuto un brutto rapporto con mio padre.
Dopo una brutta malattia (di mio padre) mi sono avvicinata tanto a lui. Ma prima che avvenisse questo avvicinamento lui mi disse che ero omosessuale, questa cosa, sono convinta, gliela abbia messa in testa mia sorella.
Prima che mio padre si ammalasse ho avuto diverse relazioni, mai andate bene e spesso ho lasciato. In realtà subivo tradimenti precoci nel rapporto, perdonavo ma poi non riuscendo a dimenticare perdevo interesse.
Ad oggi non riesco più ad avere un rapporto tranquillo, tra ancora tradimenti, uomini violenti e relazioni tossiche delle quali ho un attaccamento morboso. Alle medie ho subito bullismo e alle superiori sono stata la bulla. Avevo gruppi di amici ma che poi lasciavo per seguirne altri, magari seguendo il gruppo del mio ragazzo del momento. Ho sempre avuto poche amiche femmine, sono sempre andata più d'accordo coi maschi. Ad oggi, certe ragazze non le tollero e ancora meno faccio fatica a stringerci amicizia. Sono abbastanza sola. Non ho una migliore amica.
Vado in terapia da due anni e spesso capita l'occasione che il mio terapeuta mi faccia capire che sono omosessuale. Inizialmente non accettavo questa sua idea tanto da voler lasciare la terapia. Non ci dormivo, era un pensiero ossessivo che mi dava fastidio. Adesso, ogni tanto, penso se in realtà fosse così. Però ho un dubbio: mi sono fatta mettere in testa questa cosa? Sono una ragazza molto indipendente, mi riesce fare lavori maschili, abito da sola da quasi 10 anni e so arrangiarmi quasi su tutto. Non sopporto chiedere aiuto. Il mio terapista si basa anche su queste cose, oltre (penso) al mio vissuto.
Forse non accetto di essere omosessuale, ma oltre che quando una donna è bella lo dico e lo penso, non provo attrazione. Sono facilmente monipolabile, sono altamente sensibile e sono insicura. Per questo motivo non so se il mio pensiero si sta trasformando in base ai "giudizi" degli altri. Sono in confusione.
Grazie
Dott.ssa Ilaria Truzzi
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Salva, grazie per la sua condivisione. Dal racconto mi sento di suggerirle di affrontare questi dubbi direttamente con il suo terapeuta. I dubbi che si hanno sono importanti e la trasparenza è fondamentale. Importante è anche capire quanto effettivamente sia una sua personale interpretazione delle parole del terapeuta e quanto invece sia stato un "giudizio", come lei lo descrive, realmente dichiarato. Lo psicologo non giudica e non dà opinioni, quindi è anche importante capire come mai lei abbia avuto questa percezione. Infine, posso sottolineare come l'orientamento sessuale non sia statico, ma dinamico. Può cambiare nel tempo e avere diverse sfaccettature. Essere indipendenti, apprezzare la bellezza femminile e avere una buona manualità per lavori maschili, non significa nulla, attenzione a cadere negli stereotipi. Spero che possa riflettere su questa confusione come punto di partenza.
Cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Serena Sgrosso
Psicologo, Psicologo clinico
Dueville
Gentile utente, è molto difficile poterle rispondere non conoscendo tutto il suo percorso che appunto dice di due anni con il terapeuta. Se questo dubbio la sta ossessionando lo deve condividere con il suo terapeuta e insieme parlarne francamente, lo sa anche lei che qui in questo modo non può trovar “risposta” al suo quesito. Continui la terapia e approfondisca il suo disagio con questa cosa. Buona continuazione.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace sentire che stai vivendo un periodo di confusione e di incertezza riguardo alla tua identità sessuale. È importante ricordare che solo tu puoi determinare la tua identità sessuale e che nessuno può imporla o suggerirla.

È comprensibile che le parole e le opinioni degli altri, compresi i professionisti, possano influenzare i nostri pensieri e le nostre percezioni su noi stessi. Tuttavia, la tua identità sessuale è una questione personale e intima che richiede tempo e riflessione per essere compresa pienamente.

È positivo che tu stia lavorando con un terapista che ti supporta e ti fa riflettere su questa tematica. La terapia può essere un ottimo strumento per esplorare i tuoi sentimenti, i tuoi vissuti e le tue emozioni in modo più approfondito. Il tuo terapeuta può aiutarti ad analizzare le tue esperienze passate e le tue relazioni, e a capire meglio i tuoi bisogni e le tue preferenze.

È importante accettare che i sentimenti e le attrazioni sessuali possono evolversi nel corso del tempo e che non è necessario avere tutte le risposte immediatamente. Lasciati il tempo necessario per esplorare i tuoi pensieri e le tue emozioni, e sappi che l'accettazione di te stessa è un processo individuale e personale.

Se continui a sentire dubbi e confusione, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questo tema con il tuo terapeuta o cercare un supporto specifico per le questioni relative all'identità sessuale, come gruppi di sostegno o organizzazioni specializzate.

Ricorda che la tua identità sessuale è unica e valida, indipendentemente da ciò che gli altri pensano o dicono. Prenditi il tempo di ascoltare te stessa e di comprendere le tue autentiche emozioni. Se lo desideri, puoi continuare a lavorare con il tuo terapeuta per esplorare ulteriormente questa tematica e ottenere il supporto di cui hai bisogno durante il percorso di accettazione di te stessa.

Ti auguro tutto il meglio nel trovare la chiarezza e la serenità che cerchi.
Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno. Se desiderasse condividere la sua esperienza e lasciare una recensione sul mio profilo, sarebbe molto apprezzato. Le recensioni positive mi aiutano a migliorare e a fornire supporto a più persone come lei.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione con me, e spero di sentirla presto!
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Dott.ssa Emilia Rota
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, capisco la confusione che può avere. Penso che possa essere utile condividere questi dubbi con il suo terapeuta. Non credo che il terapeuta cerchi di metterle in testa delle idee, almeno non conosco il collega ma la nostra funzione è un'altra. E' possibile che lui abbia cercato di aiutarla a capire che cosa cerca e che cosa desidera. Mi sembra che ci sia molto da affrontare, la cosa migliore è armarsi di pazienza e condividere i suoi dubbi in terapia. Rimango a disposizione se ha altri dubbi o domande. Le auguro il meglio. Dott.ssa Rota
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Dott.ssa Francesca Coricelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Roma
Gentile utente, grazie per aver utilizzato questo spazio di condivisione. La invito, come già espresso dai collegh*, di poter sfruttare il suo spazio terapeutico per affrontare questi suoi dubbi/domande, sono sicura che il suo terapeuta, conoscendola meglio di noi, potrà fornirgli delle risposte adeguate per abbassare il suo disagio di questo momento.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o dubbio.
Le auguro il meglio
Un caro saluto
Francesca Coricelli - Psicologa
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile utente,
È comprensibile che il tuo passato e le tue esperienze abbiano lasciato un segno su di te, influenzando il modo in cui vedi te stessa e gli altri. È importante che tu stia facendo un percorso di terapia, perché questo ti aiuterà a capire meglio le tue emozioni e a liberarti da schemi mentali che potrebbero impedirti di vivere pienamente la tua vita.

Per quanto riguarda l'idea di essere omosessuale, è importante che tu capisca che non c'è nulla di sbagliato o di anormale in questo. Tuttavia, non è detto che tu debba necessariamente identificarti in questo modo se non ti senti a tuo agio. È importante che tu possa esplorare la tua sessualità in modo libero e senza giudizi, e che tu possa trovare la tua strada senza sentirti costretta da aspettative esterne.

In ogni caso, ciò che conta di più è che tu possa imparare ad amarti e ad accettarti per ciò che sei, con tutte le tue sfaccettature e le tue contraddizioni. Ti consiglio di continuare a lavorare sulla tua autostima e sulla tua capacità di prenderti cura di te stessa, cercando di costruire relazioni sane e autentiche con gli altri.

Rimango a disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Giorgia Bondanini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno e grazie per la condivisione!
Capisco quanto possa essere difficile affrontare questi dubbi ma credo sia anche giusto e normale porsi delle domande inerenti alla propria sfera sessuale. Bisogna sicuramente darsi del tempo per capire cosa si vuole veramente, al di là del giudizio degli altri, e magari lavorare proprio su questo in terapia. Faccia presente allo psicologo che la segue che questi dubbi stanno diventando ossessioni e che quindi meritano un maggiore approfondimento per permetterle di vivere più serenamente la sua sfera intima ed emotiva.

Le auguro il meglio.

Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Bondanini
Dott. Aldo Tandurella
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno , e grazie
per quello che ha scritto qui.
Lei dice che è già seguita da uno psicoterapeuta , e può portare i suoi dubbi e la sua amarezza nelle sedute con lui o lei.
Si sente arrivare molta confusione e anche tristezza , e anche una parte carica di rabbia , che forse non ha espresso molto e vorrebbe esprimere meglio la sua voce.
Dott.ssa Serena Muzzu
Psicologo, Psicologo clinico
Olbia
Buongiorno, intanto grazie per aver condiviso la sua esperienza in questo spazio.
Capisco la confusione che sta provando e la volontà di ottenere una risposta certa riguardo il suo orientamento sessuale. Risposta che può trovare solo dentro di lei e non nei "giudizi" altrui che, appunto, sono giudizi e quindi non portatori di verità assoluta.
Le consiglio comunque di parlare con il suo terapeuta, immagino che abbiate consolidato una buona alleanza, sono sicura perciò che troverà lo spazio per esprimergli la percezione le stia facendo capire di essere omossessuale.
Le auguro di trovare dentro di se le risposte che cerca.
Dott.ssa Serena Muzzu
Dott. Damiano Frontera
Psicologo, Psicologo clinico
Ravenna
Salve, mi dispiace per questa situazione che sta vivendo.
Mi è sembrato di capire che non è una cosa recente, ma qualcosa che va avanti da un po' di tempo.
Sicuramente ci sono tantissimi ambiti coinvolti e questo fa sì che la situazione sia molto delicata. Non solo per quello che succede realmente, ma anche per quello che succede al suo interno tra emozioni contrastanti provate e tanti pensieri che sembra quasi lottino per far capire quale possa essere il più giusto.
Sono coinvolte delle figure a lei molto care e ci sta che se uno di loro dica qualcosa, possa influenzarla. Questo non per forza è indice di insicurezza o di manipolazione.
Credo che il focus principale sia quando suo padre le abbia detto che lei fosse omosessuale. Se ho capito bene questo è successo prima che voi vi avvicinaste e quindi prima della sua malattia. Anche se non c'era un buon rapporto tra di voi, immagino che una cosa detta da un padre abbia comunque un peso importante.
Sarebbe importante capire quale potesse essere la reazione di suo padre e delle persone a lei care qualora questa situazione della sua omosessualità fosse stata confermata da lei stessa. Avrebbero accolto con serenità questa cosa?
Ci sarebbero molti elementi da chiarire, ma mi viene da dirle che l'omosessualità non è correlata ai lavori che una qualsiasi persona riesce a svolgere o se in casa se la cava bene con tutti i lavoretti.
Mi sembra di aver capito che non c'è mai stata attrazione nei confronti di una donna (elemento che a mio avviso potrebbe essere più associato ad una eventuale omosessualità).
L'elemento da capire potrebbe essere se lei questa omosessualità la sta negando a se stessa. Mi sembra di aver capito che è da un po' di tempo che più persone le dicono o le fanno notare che lei potrebbe essere omosessuale e solo da un po' di tempo sta riflettendo su questa cosa.
è una situazione molto delicata che richiederebbe vari approfondimenti.
Resto a sua disposizione per qualsiasi cosa, anche online.
Cordialmente,
Dott. Damiano Frontera
Dott.ssa Simona Bisconti
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Ci sono molte cose che lei ha raccontato, situazioni, vissuti ed emozioni, che richiedono un tempo e uno spazio adeguato per sviscerarli e poterne parlare con calma. Capisco come si sente, è molto spiacevole avere il dubbio che i propri stessi pensieri siano il frutto di manipolazioni altrui. Sento che lei è disorientata e mi chiedo se sia anche un po' spaventata da questa situazione che la mette in allerta.
Le nostre modalità di entrare in relazione con il partner, al di là dell'orientamento sessuale, sono il frutto di quello che abbiamo appreso nel tempo, attraverso diverse esperienze dirette e indirette, di che cosa è una relazione affettiva e di come ci si deve comportare per ricevere e dare amore. Sono modalità che mettiamo in atto automaticamente, ma di cui si può diventare sempre più consapevoli e operare delle scelte.
Qualunque siano state le sue esperienze, lei ha sempre la possibilità di cominciare un percorso di conoscenza e di consapevolezza che la può sostenere nell'indirizzare la sua vita verso delle scelte più coerenti con quello che sente e con quello di cui ha bisogno. Ha già preso la decisione di prendersi cura di sé e del suo benessere iniziando una terapia. Se sente che ci sono incomprensioni con il suo terapeuta, ne parli apertamente con lui: il tempo della seduta è un tempo in cui lei può parlare di qualunque cosa e sentirsi accolta e sostenuta.
Se sentisse ancora il bisogno di fare altre domande, scriva pure.
Dott.ssa Saveria Ottaviani
Psicologo, Psicologo clinico
Marina di Ardea
Hai alle spalle due anni di percorso col tuo terapeuta che ti dovrebbero far aver fiducia nel vostro rapporto. Devi essere serena nel confrontarti con lui e nel raccontargli i tuoi dubbi, non solo rispetto al vostro percorso insieme ma anche rispetto a te stessa. Nessuno può dirti chi sei, come sentirti e come comportarti. Ti invito solo a pensare una cosa: in terapia si parla delle cose che porti tu, è il tuo racconto e il modo in cui lo fai che diventa terreno su cui lavorare. Forse lui ti sta invitando a riflettere sui tuoi stessi dubbi, non per convincerti di qualcosa ma per esplorare te stessa, per conoscerti e per stare bene, qualunque sia il tuo orientamento sessuale o le tue scelte future. Parla con lui dei tuoi dubbi e decidete insieme se continuare i meno il percorso che avete iniziato o se è meglio intraprenderne un altro. Un saluto
Dott.ssa Kerol Kravos
Psicologo, Sessuologo
Trieste
Buongiorno, dal suo racconto traspare molta incertezza e insicurezza. Nessuno la deve giudicare, che sia omosessuale o etero. L'importanza qui è che lei stia bene con sé stessa, che si accetti così com'è. Se il suo orientamento sessuale le è poco chiaro, penso lei debba fare delle esperienze dirette, anche per capire cosa vorrebbe e cosa le piace. La terapia sicuramente le è d'aiuto, ma deve aiutarla a comprendere sé stessa non a convincerla che è in un certo modo e magari non è così. Nei rapporti la fiducia è importante, ovviamente le sue storie precedenti "tossiche", con tradimenti e attaccamento morboso non l'hanno aiutata in questo. E nemmeno la sua storia familiare. Forse dovrebbe prima lavorare su questo, elaborare il passato e i suoi rapporti famigliari. Sa, chiedere aiuto non significa essere deboli, non significa non essere capaci di affrontare la vita. Significa essere coraggiosi, perché chiedendo aiuto vuol dire ammettere a sé stessi e a qualcun altro (che sia un amico, che sia un famigliare o uno specialista) di essere in difficoltà e di aver bisogno magari di un parere obiettivo ed esterno. Il giudizio altrui non deve influenzare il suo modo di essere.
Cordiali saluti, dott.ssa Kravos Kerol
Dott.ssa Eleonora Cerri
Psicologo, Psicologo clinico
Abbiategrasso
Gentile utente, grazie per aver condiviso argomenti personali che sono per lei fonte di sofferenza. Per quanto concerne il dubbio sul suo orientamento sessuale e sulla paura che possa essere influenzata da pareri di altri, credo che la cosa migliore sia affrontare l'argomento con il suo terapeuta, esponendo anche le sue emozioni ed i suoi pensieri a riguardo. Eventualmente potreste insieme valutare se questa questione possa influire o meno nel percorso che avete intrapreso insieme.
Rimango a disposizione, un saluto.
Dott.ssa Cerri Eleonora
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,

la tua storia è complessa e ricca di spunti di riflessione. È importante sottolineare che non esiste una risposta unica alla tua domanda, in quanto l'orientamento sessuale è un aspetto personale e soggettivo che può variare nel corso della vita.

Detto ciò, è possibile che il tuo vissuto familiare e le tue relazioni passate abbiano avuto un impatto sul tuo orientamento sessuale. In particolare, i commenti di tuo padre, il tuo rapporto difficile con lui e le tue relazioni tossiche con gli uomini potrebbero aver contribuito a creare in te una certa confusione e disagio.

È anche possibile che tu non sia realmente omosessuale, ma che ti sia convinta di esserlo a causa delle pressioni esterne. Il tuo terapeuta, ad esempio, potrebbe aver fatto un'ipotesi fondata sulla tua storia e sul tuo comportamento, ma è anche possibile che tu non ti riconosca in questa identità.

La cosa migliore da fare, in questo momento, è continuare a esplorare la tua sessualità in un ambiente sicuro e protetto. Parla con il tuo terapeuta dei tuoi dubbi e delle tue incertezze. Se ti senti a disagio con lui, puoi anche cercare un altro professionista con cui sentirti più a tuo agio.

In parallelo, puoi iniziare a conoscere meglio te stessa e le tue preferenze. Leggi libri e articoli sull'orientamento sessuale, partecipa a gruppi di supporto o fai attività che ti permettano di incontrare persone di diverse identità sessuali.

Il tempo e la riflessione ti aiuteranno a trovare le risposte che stai cercando. Non avere fretta e non sentirti obbligata a prendere una decisione definitiva.

Nel frattempo, ricorda che sei una persona preziosa e meritevole di essere amata, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale.
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua situazione. Non sempre è facile gestire quelle che sono le restituzioni o le interpretazioni dei nostri terapeuti. Credo che sia fondamentale ribadirle che sono restituzioni e idee sempre aperte a successive significazioni, uno psicologo non giudica e non decide al posto del paziente. si arriva insieme a dare un significato alle esperienze, a volte è necessario passare per periodi di crisi prima di arrivare a un punto. Mi sento di dirle che avere passioni o un look maschile non significa direttamente essere omosessuale e che è possibile integrare l'aspetto maschile e femminile nelle percentuali che più desideriamo all'interno della nostra unica ed esclusiva personalità. In generale mi sento di consigliarle di concentrarsi sulla possibilità di avere relazioni che la soddisfino dal punto di vista del contenimento e del piacere al di là dell'orientamento sessuale. Per ogni ulteriore approfondimento sono a sua disposizione anche online, il primo colloquio è gratuito
Dott.ssa Clarissa Colaiuda
Psicologo, Psicologo clinico
Terni
Buongiorno, l'orientamento sessuale ha molte più sfaccettature di quello che comunemente si pensa: è restrittivo parlare soltanto di eterosessualità o omosessualità. Certamente le tue tante esperienze negative sono un bagaglio emotivo che ti porti dietro e ti fanno vivere le relazioni in modo ancora più difficoltoso. Non è necessario etichettare ogni esperienza che si vive e a volte la fatica di doverlo fare porta a una grande confusione. L'unica persona che può decidere come descriverti sei tu stessa ed è un obiettivo che richiede molti anni e tanti tentativi.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Comprendo che la tua situazione sia complessa e carica di molti vissuti emotivi difficili, e mi dispiace molto per il dolore che hai sperimentato. È evidente che stai attraversando un momento di confusione rispetto alla tua identità e ai tuoi rapporti, e voglio offrirti una prospettiva che potrebbe esserti utile. Prima di tutto, il modo in cui descrivi la tua infanzia e il rapporto con la tua famiglia suggerisce che hai affrontato molte pressioni e dinamiche familiari che possono aver influito profondamente sul tuo senso di sé e sulle tue relazioni. In situazioni come questa, è comune che nascano dubbi e insicurezze, che possono portare a interrogarsi anche su aspetti della propria identità, come l’orientamento sessuale. Ti invito a riflettere attentamente su una questione molto importante, però: quando qualcuno, ti suggerisce in maniera diretta che il tuo orientamento sessuale potrebbe essere diverso da come lo percepisci, dobbiamo considerare che potrebbe esserci il rischio di una sorta di “influenza”. Il gioco di voler spingere una persona a credere qualcosa di così intimo e personale come il proprio orientamento sessuale può essere gravoso, soprattutto se basato su stereotipi o osservazioni che non rispecchiano la realtà interiore di chi sei. Avere interessi e abilità che tradizionalmente vengono associate ai maschi, non ha nulla a che fare con l'orientamento sessuale. L’orientamento sessuale si manifesta attraverso l’attrazione verso un genere, non attraverso le abilità o le preferenze comportamentali. È quindi importante che tu possa sentirti libera di esplorare e scoprire la tua identità senza subire pressioni esterne. Nessuno dovrebbe forzarti in una direzione che non senti autentica per te. Il percorso di scoperta personale è delicato e unico, e dovresti essere tu a guidarlo, non gli altri. Mi permetto di suggerirti di valutare attentamente anche le persone di cui ti circondi e affidi. Il fatto che tu riconosca la tua sensibilità e insicurezza, e come queste possano influire sulle tue scelte e pensieri, è già un primo passo molto importante. Continua ad ascoltare te stessa e a rispettare i tuoi tempi e i tuoi sentimenti. Se dentro di te senti che non c'è attrazione per lo stesso sesso, è legittimo ascoltare questa parte di te e non sentirti obbligata a conformarti a ciò che gli altri ti dicono di essere. Disponibile per altre domande. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Agne Rumi
Psicologo, Psicologo clinico
Dalmine
Cara utente, grazie per aver condiviso il tuo vissuto, che appare molto complesso e segnato da esperienze dolorose. È chiaro che questa confusione che stai vivendo ti provoca sofferenza, e voglio sottolineare quanto sia importante che tu abbia intrapreso un percorso di terapia: è un atto di grande forza e cura verso te stessa.

La tua domanda tocca un tema profondo e delicato: l’identità. È naturale sentirsi confusi quando ci si sente influenzati da giudizi o interpretazioni esterne, specialmente quando si è sensibili e insicuri, come descrivi di essere. Quello che conta, però, è trovare il tuo spazio per ascoltare cosa senti davvero, al di là delle opinioni degli altri. Essere indipendente, avere capacità pratiche, o andare d'accordo con i maschi, non sono indicatori del tuo orientamento sessuale: sono semplicemente aspetti di chi sei.

Il tuo percorso terapeutico può essere un luogo sicuro dove esplorare questi dubbi senza pressione. Prova a esprimere apertamente questa tua confusione con il terapeuta, sottolineando il bisogno di sentirti rispettata nei tuoi tempi e spazi interiori. Nessuno, nemmeno un terapeuta, può definire chi sei o come ti senti.

Ti invito a darti il permesso di vivere questa fase senza giudicarti. Sei una persona complessa, con un passato difficile, e meriti comprensione e accoglienza, sia da te stessa che dagli altri. Non c’è urgenza di etichettarti: ciò che conta è trovare serenità nell’essere chi sei, passo dopo passo.
Dott.ssa Melania Freni
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Ciao. la tua storia è toccante e piena di sfide. Hai subito molto, sia in famiglia che nelle relazioni, e questo ha comprensibilmente influenzato la tua visione di te stessa e degli altri. Vorrei dirti che sei molto più forte di quanto pensi. Hai affrontato difficoltà importanti e sei qui, a cercare di capire e migliorare la tua situazione. Questo è un grande passo. È comprensibile che tu ti senta confusa riguardo alla tua identità sessuale. Il tuo terapeuta ti sta offrendo una possibile interpretazione, basata sulla sua esperienza e sulla sua lettura della tua storia. È importante che tu ti senta libera di esplorare questa ipotesi, senza pressioni e senza giudizi. Non devi accettare un'etichetta solo perché ti viene proposta. Prenditi il tempo necessario per riflettere, ascoltarti e capire cosa risuona veramente con te. Il fatto che tu abbia dubbi è assolutamente normale. Anzi, è un segno di apertura mentale e di volontà di conoscerti a fondo. Non lasciare che l'insicurezza e la paura del giudizio ti impediscano di seguire il tuo percorso. Sei una persona valida, con le tue fragilità e le tue risorse. Impara ad accettare e ad amare te stessa per come sei, al di là delle etichette e delle aspettative degli altri.
Ciao, grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco che ti senti confusa e insicura riguardo alla tua identità e alle tue esperienze. Il fatto che tu stia affrontando tutte queste riflessioni, e anche le difficoltà legate a traumi passati, è un passo importante per cercare di comprendere meglio te stessa.
Proverò a darti qualche riflessione che potrebbe aiutarti a fare chiarezza.
1. Accettare il proprio vissuto e le proprie emozioni
Prima di tutto, è importante ricordare che la tua identità e i tuoi desideri sessuali sono una parte molto personale e profonda di te. Non c’è un modo giusto o sbagliato di essere, e ogni individuo ha il proprio percorso di scoperta. Le esperienze che hai avuto, il vissuto familiare, le tue relazioni passate e i tuoi sentimenti possono influenzare il modo in cui vedi te stessa e come ti relazioni con gli altri. Non esiste un'unica “risposta giusta” o una verità assoluta. Se ti senti confusa su chi sei, è del tutto comprensibile, dato che sembri avere a che fare con molti strati di emozioni, relazioni complesse e domande sulla tua identità.
2. Il ruolo della terapia e la pressione esterna
Parlando del tuo terapeuta, sembra che tu stia cercando di elaborare molte cose legate alla tua vita e alla tua identità. È possibile che il terapeuta stia cercando di esplorare con te un aspetto che potrebbe non essere emerso chiaramente, come l'orientamento sessuale, ma è importante sottolineare che l'orientamento sessuale è un tema molto personale. Se non ti senti pronta o non ti riconosci in questa prospettiva, è perfettamente legittimo esprimere queste sensazioni. La terapia dovrebbe essere un luogo sicuro per esplorare queste idee senza sentirsi costretti ad abbracciare un concetto che non risuona con te. Potresti sentire il bisogno di fermarti e riflettere se quello che ti sta dicendo il tuo terapeuta ti sembra adatto alla tua realtà interiore, e se ti fa sentire a tuo agio o più confusa.
3. La difficoltà a formare legami sani
Mi sembra che tu abbia avuto difficoltà nelle relazioni, sia con i ragazzi che con le ragazze, e che ti sia trovata in dinamiche non salutari, come tradimenti o attaccamenti morbosi. Questo può essere legato a un bisogno di connessione che però, a volte, non si concretizza in modo sano. Inoltre, il fatto che tu sia molto indipendente e che abbia difficoltà a chiedere aiuto potrebbe influenzare le tue relazioni e la percezione che hai di te stessa. Essere indipendenti è una qualità positiva, ma se associ questo bisogno a un’incapacità di fidarti o di fare affidamento su altri, potrebbe rendere difficile formare legami più profondi e soddisfacenti.
4. Riflessione sull’orientamento sessuale
Per quanto riguarda la tua riflessione sull’orientamento sessuale, è importante non forzarti a etichettarti. L’orientamento sessuale può essere fluido e può evolversi nel tempo. Non c’è bisogno di prendere una decisione definitiva su come ti definisci. Se non ti senti attratta in modo romantico o sessuale dalle donne, potrebbe semplicemente significare che non hai ancora esplorato completamente quell'aspetto della tua sessualità, o che non è una parte importante di te. A volte la società o le persone intorno a noi, incluso il nostro terapeuta, possono spingerci a riflettere su determinati aspetti, ma la verità è che solo tu puoi sapere cosa provi veramente. Non è necessario etichettarsi come "omosessuale", "eterosessuale" o altro se non ti senti pronta. L'importante è che tu stia bene con chi sei.
5. L’importanza dell’autocomprensione
La cosa più importante è che tu possa prenderti il tempo per comprendere e accettare i tuoi sentimenti. Potresti chiederti: "Cosa provo veramente riguardo le mie relazioni? Cosa cerco in una persona e in una connessione?". Non c’è fretta di arrivare a una conclusione su te stessa. L'importante è che tu stia cercando di affrontare i tuoi sentimenti in modo sincero e che tu ti dia il permesso di esplorare ciò che senti senza sentirti forzata da aspettative esterne.
Cosa ti consiglio di fare:
1. Esplora le tue emozioni senza fretta di etichettarti: Non c'è bisogno di definire il tuo orientamento sessuale se non ti senti pronta. Dai spazio ai tuoi sentimenti, senza preoccuparti di doverli incasellare in una categoria.
2. Focalizzati sullo sviluppo della tua autostima e dell'indipendenza emotiva: La tua indipendenza è una risorsa preziosa, ma potresti voler riflettere su come questa potrebbe influire sulle tue relazioni. Potresti voler lavorare sulla costruzione di legami più sani, più equilibrati e basati sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
3. Continua il lavoro con il tuo terapeuta, ma esprimi la tua difficoltà: Se le riflessioni sul tuo orientamento sessuale ti causano disagio, parlane apertamente con il tuo terapeuta. La terapia dovrebbe essere uno spazio in cui esplorare senza sentirsi pressati a trovare una risposta rapida.
4. Abbi pazienza con te stessa: La scoperta di sé è un processo lungo e spesso complesso, e va bene non avere tutte le risposte subito. Sii gentile con te stessa mentre percorri il tuo cammino.
Infine, ricordati che non sei sola in questa confusione e che i sentimenti di incertezza fanno parte del processo di crescita personale. Sei una persona in evoluzione, e va bene prendere il tempo necessario per capire chi sei e cosa vuoi veramente.
Se hai altre domande o hai bisogno di ulteriori riflessioni, sono qui per aiutarti!
Buongiorno. Per sapere se lei è omosessuale basta che lei faccia caso all'attrazione fisica sessuale. Si sente attratta fisicamente da uomini o da donne? Il fatto che lei sia indipendente e riesce a fare lavori maschili, si sa arrangiare in tutto e vive da sola non implica necessariamente che le sia omosessuale. Molte donne amano fare ciò che fanno gli uomini. C'è chi ama il calcio, i videogiochi, arrangiarsi ad aggiustare tutto in casa e fuori casa, le moto, ecc ma non significa niente. Sono semplicemente passioni. Ci sono quelle che come lavoro fanno i militari nell'esercito, lavorano in polizia, nell'edilizia, lavorano la terra... insomma tante cose. Ciò che può aiutarla è sentire le sensazioni corporee verso uomini o donne. Cosa l'attrae di più?

Spero di esserle stata utile. Le auguro una buona giornata.

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