Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni. Vi contatto perché da qualche mese mi sento in balia degli

25 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni.
Vi contatto perché da qualche mese mi sento in balia degli eventi e mi sento come se avessi smarrito me stessa.
In realtà è una consapevolezza a cui sono arrivata nell'ultima settimana rileggendo pagine del mio diario in cui mesi fa scrivevo cose in cui adesso non mi rivedo più. Sono mesi infatti in cui salto da un hobby all'altro da una passione all'altra inizio progetti per cui spendo anche tanti soldi che poi metto da parte dopo due giorni. Per esempio settimana scorsa deciso di iniziare a correre, ho speso più di 200 euro per due programmi diversi in maniera quasi impulsiva ed ero contentissima ed eccitatissima di iniziare tanto che non ho dormito la notte, poi ci sono andata una volta e mi è svanito tutto. Ma la stessa cosa è accaduta anche per esempio con l'iscrizione a vari corsi online ecc... Spendo soldi impulsivamente, sono euforica di iniziare e poi non me ne faccio di niente. Qualche mese fa avevo anche iniziato a credere in Dio, pensavo aver ricevuto la fede ho iniziato a leggere la Bibbia (tutto questo me ne sono accorta rileggendo il diario di cui parlavo sopra) ma poi dopo qualche settimana me ne sono dimenticata.
Forse leggendo quello che ho scritto penserete che sono cavolate e che sono fuori di testa ma io arrivo alla sera che ho il cervello così pieno di idee, progetti, cose che si mischiano tutti insieme e non mi danno tregua. Poi mi sento anche svuotata perché mi sembra di non sapere più chi sono,. . . magari parlo con una collega che nemmeno è importante per me o nemmeno conosco bene ma mi racconta aspetti della sua vita o suoi hobby e io subito li faccio miei per qualche giorno per poi ovviamente abbandonarli.
La cosa brutta è che poi arrivo ad un punto in cui tutto questo mi lascia una grande tristezza e un senso di vuoto e solitudine. Mi sento smarrita perché non capisco più cosa fa parte di me e cosa no. Poi io non sono mai stata una spendacciona e non ho mai avuto le mani bucate quindi non mi riconosco... Non so come uscire da questa situazione.
Spero di aver fatto capire almeno un pò ciò che sto provando e ringrazio chiunque leggerà.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e profondità il suo vissuto. Le sue parole trasmettono bene il senso di smarrimento che sta provando, ma anche la lucidità con cui riesce a osservarsi e a interrogarsi su ciò che le accade. Questa consapevolezza è già un primo passo molto importante.

L’alternarsi di momenti di entusiasmo intenso, l’impulso a iniziare nuove attività o progetti, il desiderio improvviso di cambiare direzione e la successiva sensazione di vuoto o disorientamento è qualcosa che può accadere quando dentro di noi si crea una distanza tra ciò che desideriamo profondamente e ciò che riusciamo davvero a realizzare o mantenere nel tempo. È come se la mente cercasse, con impeto e urgenza, un punto stabile a cui ancorarsi, ma non riuscisse a trovarlo, passando da un’idea all’altra con la speranza di colmare un senso di mancanza interiore.

Spesso queste oscillazioni tra entusiasmo e svuotamento emotivo non dipendono tanto da un difetto di volontà o da un carattere “incostante”, ma possono riflettere una fatica nel riconoscere i propri bisogni autentici, quelli che partono da sé e non da ciò che si assorbe dall’esterno. Lei stessa scrive: “magari parlo con una collega e faccio miei i suoi interessi per qualche giorno”. Questo meccanismo, seppur inconsapevole, è un modo per cercare una direzione, per “sentirsi” attraverso l’altro, soprattutto quando si ha la percezione di aver perso contatto con la propria identità più profonda.

Da come descrive la situazione, emerge anche un’intensa attività mentale, una mente sempre “piena di idee”, che corre, cambia focus e non trova tregua. A volte questa iperattività cognitiva può essere una risposta all’ansia o al bisogno di controllo: il continuo progettare e iniziare cose nuove può servire, nel breve termine, a non fermarsi su un senso di vuoto o di tristezza più profondo. Tuttavia, quando l’entusiasmo svanisce, quel vuoto riemerge amplificato, come lei racconta molto bene.

Credo che, in un percorso psicologico, sarebbe utile aiutarla a ritrovare un senso di continuità interiore, a rallentare il ritmo dei suoi pensieri e a comprendere da dove nasce questa spinta costante verso il nuovo. In molti casi, dietro questi movimenti ci sono bisogni di riconoscimento, di appartenenza o di autenticità che meritano ascolto, non giudizio. Si può lavorare insieme per imparare a distinguere ciò che viene da sé da ciò che si assume dall’esterno, e per dare alla propria identità uno spazio stabile, coerente e gentile.

La invito a non spaventarsi per ciò che sta vivendo: non è “fuori di testa”, come teme, ma sta attraversando un momento in cui il suo mondo interno sta cercando equilibrio. Con il giusto supporto psicologico potrà imparare a comprendere meglio le sue emozioni, a gestire l’impulsività e a ricostruire un senso di sé più centrato e solido.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

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Dott. Marco Boscolo
Psicologo, Psicologo clinico
Como
Buongiorno,
innanzi tutto mi sento di ringraziarla per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. Si percepisce una grande sensibilità e una profonda consapevolezza del proprio stato interiore.
Quello che descrive — l’alternarsi di entusiasmi improvvisi, impulsi, spese, seguiti da vuoto e smarrimento — non è affatto segno di superficialità o “follia”. Spesso queste fasi esprimono una ricerca di sé intensa, in cui l’identità si sta ridefinendo e ancora non ha trovato un punto stabile.
In momenti come questo, la mente tende a spostarsi rapidamente da un interesse all’altro, nel tentativo di colmare un senso di mancanza o di disconnessione. È un modo, a volte inconsapevole, di cercare direzione, significato, appartenenza.
La lucidità con cui riconosce questo movimento interiore è già un segnale importante: mostra che una parte di Lei osserva, comprende e desidera ritrovare equilibrio.
Credo che un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a dare voce e forma a ciò che sta accadendo dentro, trasformando questo disorientamento in una fase di conoscenza più profonda di sé.
La ringrazio ancora per la fiducia e Le auguro di ritrovare presto serenità e chiarezza.
Un cordiale saluto,
Dott. Boscolo.
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Buongiorno, quello che descrive sembra essere un periodo di confusione e ricerca di sé, dove l'entusiasmo iniziale per nuove attività viene rapidamente seguito dal disinteresse e da un senso di vuoto. Questo comportamento impulsivo potrebbe essere un tentativo di colmare un bisogno emotivo, ma alla fine sembra lasciarle un sentimento di frustrazione e solitudine, perché non trova un senso profondo in ciò che fa.
La difficoltà nel riconoscersi in un’unica attività e l’immedesimarsi con gli altri potrebbe renderle difficile comprendere cosa realmente faccia parte di sé. La tristezza che prova potrebbe derivare proprio dalla mancanza di continuità e di coerenza interna.
Le consiglierei di considerare di affacciarsi a un professionista, un clinico che possa aiutarla a esplorare queste dinamiche e a trovare una via per affrontarle in modo più consapevole.
Un caro saluto,
AM
Dott.ssa Giulia Saso
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Roma
Gentile utente, quello che racconta sembra descrivere il tentativo di ricerca di una direzione che dia senso e vitalità alla propria esperienza. L’impulso iniziale può rappresentare la possibilità di riempire un vuoto identitario o emotivo, ma proprio perché nasce da un bisogno urgente e non da un ascolto profondo di sé, si esaurisce presto.
Non è tanto la passione a mancarle, quanto forse la possibilità di sostare nel dubbio, nella noia, nella ricerca lenta. Le consiglio di non rincorrere subito un’altra iniziativa, ma di esplorare - magari con un supporto psicologico - cosa accade dentro di lei quando l’entusiasmo svanisce. È lì che si può partire.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
Dott.ssa Giulia Raiano
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, da come descrivi la situazione, sembri attraversare un periodo di forte disorientamento identitario ed emotivo, in cui senti di non riuscire più a riconoscerti. La sensazione di “perdita di sé”, il bisogno di trovare nuovi stimoli, l’euforia iniziale seguita da un rapido svuotamento e senso di vuoto, sono esperienze che possono comparire in vari momenti della vita, soprattutto quando si è sotto stress, in cambiamento, o quando manca un punto fermo interiore. Ti descrivi come se avessi bisogno di “ritrovarti”. Quando salti da un interesse all’altro, non è superficialità — spesso è un tentativo di capire chi sei e cosa ti accende davvero. Ma se questa ricerca diventa frenetica o confusa, può generare esaurimento e un senso di smarrimento. Questi cambiamenti emotivi — l’entusiasmo impulsivo seguito da una perdita improvvisa di interesse — potrebbero essere il modo in cui la tua mente cerca sollievo o gratificazione immediata per colmare un vuoto interiore. A volte, questo può essere collegato a stati ansiosi o depressivi, o a momenti di instabilità emotiva in cui si fatica a mantenere una direzione costante. Le spese improvvise, le decisioni rapide e poi il pentimento sono segnali di un bisogno di “fare qualcosa subito” per calmare un’agitazione interna. Non è segno di “pazzia”, ma piuttosto di un meccanismo di compensazione — come se l’azione servisse a riempire un senso di vuoto. Il fatto che “fai tuoi” gli interessi delle persone che incontri potrebbe indicare una difficoltà momentanea nel mantenere un senso stabile di identità, soprattutto se ti senti insicura o bisognosa di riferimenti esterni per capire chi sei. Non giudicarti. Quello che stai vivendo non è “da fuori di testa”: è un segnale che la tua mente sta cercando un equilibrio, forse dopo un periodo di sovraccarico, stress o cambiamento. Il diario che hai già ti sta aiutando molto: potresti provare a continuare a scrivere, ma provando ad annotare anche le emozioni che senti (non solo le idee o i progetti). Ti aiuterà a riconoscere i tuoi stati interni. Per quanto riguarda il bisogno di iniziare qualcosa di nuovo o di spendere, potresti provare a dirti: “Aspetto 24 ore”. Spesso, quell’impulso cala e puoi decidere con più calma. Inoltre valuta l'ipotesi di rivolgerti a uno psicologo, potrebbe essere molto utile per comprendere più a fondo cosa sta accadendo, e per darti strumenti concreti per ritrovare stabilità e identità.
Se vorrai approfondire resto a disposizione.
Buona giornata
Dott.ssa Giulia Raiano
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, ha descritto con grande chiarezza come si sente, dandomi l'idea di una continua altalena tra euforia, felicità, senso di pienezza e vuoto, smarrimento, senso di inadeguatezza e colpa. Questa continua alternanza è sicuramente complessa da gestire e immagino possa darle un senso di confusione e di incertezza rispetto a chi davvero è e cosa le piace davvero. Credo sia necessario un lavoro terapeutico per iniziare a capire come mai c'è questo bisogno di immergersi totalmente in qualcosa che viene poi svuotato di significato e abbandonato. Resto a disposizione, dott.ssa Bonomi
Dott.ssa Cristiana D'Urso
Psicologo, Psicologo clinico
Qualiano
Buongiorno,
quello che descrive non è affatto banale, anzi esprime chiaramente un senso di smarrimento e difficoltà a riconoscere ciò che le appartiene davvero. Gli slanci impulsivi, l’entusiasmo momentaneo e il senso di vuoto che segue possono indicare una ricerca di sé e di stabilità interna. Un percorso terapeutico può aiutarla a distinguere i propri desideri autentici da quelli momentanei, a comprendere le emozioni che accompagnano questi impulsi e a costruire una maggiore coerenza e chiarezza rispetto alla propria identità. Non si tratta di “cavolate” o di essere fuori di testa, ma di dare senso a ciò che sta vivendo.
Gentile utente,
il suo racconto, devo ammettere, è sicuramente particolare e non così comune. Proprio per questo mi incuriosisce e credo che meriti la giusta attenzione.
Dietro i comportamenti che ha narrato c'è sicuramente uno "schema" mentale da cui trae un certo beneficio, seppur momentaneo: quello del piacere di iniziare qualcosa di nuovo ed essere attratta da ciò che non conosce ma che potrebbe affascinarla. E' come se la sua mente generasse un piacere intrinseco alla semplice idea di avviare un nuovo progetto, coltivare una nuova passione o magari buttarsi in un avventura. Ma è evidente che tale piacere (euforico come lo ha giustamente definito) sia effimero e scompaia nel momento in cui una certa quantità di impegno, tempo e attenzione viene richiesta per portare avanti l'impresa iniziata.
Ci sono conseguenze negative nell'attuazione di questo schema: il dispendio di denaro senza dubbio, soprattutto perché non viene investito in un concreto apprendimento o divertimento duraturo; perdita di tempo e di energie per qualcosa che non porterà a termine; confusione mentale e idee che si sovrappongono creando stanchezza, sentimenti negativi e mancanza di scopo. Ci sono, senza dubbio, sintomi che possono condurre a un esaurimento, a un burnout emotivo e cognitivo, perché la situazione che vive è molto stressante.
La invito a valutare un supporto psicologico mirato alla crescita personale, alla gestione dell'overthinking e a un maggior radicamento al presente. Con il giusto percorso potrà riflettere sulle vere priorità della sua vita, sugli scopi che vuole perseguire per essere felice, su obiettivi concreti e la corretta organizzazione del flusso di idee che ora sembra affollare la sua mente. Ci sono metodi e strumenti che consentono di modificare radicalmente il modo di interpretare la realtà, passando da una modalità orizzontale in cui molteplici progetti, impegni e hobby vengono gestiti contemporaneamente a livello mentale, a una modalità verticale in cui si organizza il tempo a disposizione con criteri di priorità e risorse a disposizione.
Sarei lieto di aiutarla in un percorso di questo tipo, anche tramite supporto online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Buongiorno,
le sue parole descrivono molto bene un’esperienza di smarrimento identitario, in cui si alternano momenti di forte entusiasmo e slancio — quasi come se ogni nuova idea sembrasse “la strada giusta” — seguiti poi da un senso di vuoto e perdita di direzione. È un vissuto più comune di quanto si pensi, ma quando diventa così intenso da generare tristezza, confusione o impulsività, merita attenzione e ascolto.

Ciò che descrive potrebbe essere il segnale di un periodo in cui la mente sta cercando punti fermi interni: quando non ci sentiamo in contatto con la nostra parte più autentica, tendiamo a cercarla fuori — nelle attività, nelle persone, nei progetti — nel tentativo di ritrovarci. Ma questo continuo “saltare da un sé all’altro” può lasciare proprio quella sensazione di vuoto che menziona.

Un percorso psicologico può aiutarla a ricostruire un senso di continuità personale, a comprendere cosa la muove in quei momenti di euforia e cosa invece si nasconde dietro al senso di perdita che ne segue. Non si tratta di “spegnere” la parte impulsiva, ma di darle voce e senso, per ritrovare una direzione che sia davvero sua.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa
Dott.ssa Arianna Mercurio
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, capisco quanto possa essere disorientante sentirsi così, con tanti interessi e slanci che poi sembrano svanire lasciando un senso di vuoto. A volte questi momenti possono arrivare quando stiamo attraversando cambiamenti interni e fatichiamo a ritrovare un equilibrio. Potrebbe essere un modo attraverso cui sta cercando di dare forma a parti di sé? Non si tratta di ‘cavolate’, ma di segnali che potrebbero parlare di un bisogno profondo di orientamento e di stabilità interiore. Un percorso di psicoterapia può aiutarla a fare chiarezza su ciò che sta vivendo e a comprendere meglio come riconnettersi a ciò che sente davvero suo. Un caro saluto!
 Gabriele Lungarella
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, ha descritto con molta sensibilità una condizione che, più di quanto sembri, è comune a molte persone: quella sensazione di “non riconoscersi più”, di oscillare tra euforia e vuoto, tra entusiasmo improvviso e perdita di senso.
La consapevolezza con cui osserva se stessa, anche nella confusione è un segnale prezioso, perché indica che una parte di lei vede quello che accade e sta cercando di capirlo.
Il modo in cui racconta questi impulsi può essere legato a un periodo di forte instabilità emotiva o di stress profondo. Spesso dietro a questi “salti” si nasconde il tentativo di riempire un vuoto o di ritrovare una direzione e la spinta ad agire subito impedisce di ascoltare davvero i propri bisogni.
Non significa che lei sia “fuori di testa”, come teme, né che ci sia qualcosa di irrimediabilmente sbagliato: il suo sistema emotivo, probabilmente sotto pressione da tempo, sta cercando punti di equilibrio senza trovarli in modo stabile.
In questi casi, un percorso psicologico può essere di grande aiuto, per contenere l’impulsività e per ricostruire il senso di continuità interiore, quella sensazione di “essere sempre se stessi” anche quando le passioni o gli interessi cambiano.
Ha già fatto un passo importante scrivendo qui e iniziando a mettere ordine nei pensieri. Le consiglio di non affrontare tutto da sola: parlare con un professionista la aiuterebbe a comprendere meglio le radici di questi sbalzi e a ritrovare una direzione più autentica e serena.
Un caro saluto
Gabriele
Dott.ssa Beatrice Tocco
Psicologo, Psicologo clinico
Acqui Terme
Buongiorno,
intanto la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità e profondità. Le parole che usa trasmettono con chiarezza il suo stato d’animo e la fatica che sta vivendo, e già il fatto che lei sia riuscita a metterle nero su bianco è un passo molto importante: significa che sta iniziando a osservare con consapevolezza ciò che le accade dentro.

Quello che descrive, ossia l’alternanza tra momenti di entusiasmo intenso e improvvisi cali di interesse, l’impulso a iniziare sempre qualcosa di nuovo, la sensazione di “non riconoscersi più”, può emergere in periodi di grande cambiamento o di stress emotivo, quando il nostro senso di identità si fa più fragile. A volte, dietro questi movimenti così rapidi tra euforia e svuotamento, c’è un tentativo, spesso inconsapevole, di ritrovare un senso di direzione o di riempire un vuoto interiore che in realtà chiede ascolto, più che nuove esperienze.

Non si tratta di “cavolate”, come teme lei, ma di segnali che meritano attenzione e cura. Non è “fuori di testa”: lei è una persona che sta cercando di capire sé stessa in un momento in cui le proprie certezze sembrano meno stabili.

Può essere molto utile, in questa fase, fermarsi e rallentare, piuttosto che aggiungere nuovi stimoli. Può iniziare con piccoli passi:
-concedersi momenti quotidiani di ascolto silenzioso (anche solo pochi minuti);
-scrivere sul suo diario ciò che senti nel presente, senza giudicarlo;
-provare a chiedersi non tanto “cosa posso fare”, ma “cosa sto cercando di sentire o di colmare” quando nasce l’impulso a iniziare qualcosa di nuovo.

Consideri l’idea di rivolgerti a uno psicologo o psicoterapeuta: avere uno spazio protetto in cui esplorare queste oscillazioni può aiutarla a dare un nome e un senso a ciò che le accade, e a ritrovare un contatto stabile con sé stessa.

Il percorso non è facile e immediato, ma la sua consapevolezza è già l’inizio di un cambiamento!

Un caro saluto,
Beatrice Tocco - Psicologa
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, intanto grazie per la condivisione.
Ogni stato emotivo merita attenzione, compreso il suo in questo momento.
Sarebbe intanto importante approfondire da quanto tempo noti questo cambiamento nel suo atteggiamento, se sia un fenomeno che si è manifestato di recente o se sia presente da tempo. Quello che lei racconta sembrerebbe corrispondere alla necessità di colmare un senso di vuoto interno, per cui si lascia coinvolgere da grandi passioni momentanee che poi non hanno però radici profonde. La sua necessità potrebbe corrispondere inoltre al desiderio inconscio di riconoscersi in qualcosa, di sentirsi identificata in qualcosa che le corrisponda, prendendo a prestito delle passioni che però non incarnano mai quella che è la sua unicità. Sarebbe importante approfondire questi aspetti per indagarne l'origine e poter quindi identificare delle linee di intervento in base alle quali agire. Provi per il momento a riflettere se questa necessità di "riempirsi" stia coprendo un senso di vuoto interno o, come dicevamo, la necessità di appartenenza e riconoscimento in qualcosa di predefinito.

Lì dove desiderasse approfondire questi aspetti resto a disposizione.

Cordialmente,
Dott.ssa Luciana Bastianini
Dr. Luigi Pignatelli
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Quello che racconti non è affatto una “cavolata”, né segno che sei fuori di testa. Stai attraversando un momento di disorientamento interiore, in cui sembra di aver perso il contatto con la parte più stabile di te. Questi slanci improvvisi — l’entusiasmo, gli acquisti impulsivi, i progetti iniziati e poi abbandonati — non sono solo comportamenti superficiali: spesso nascono dal bisogno di sentirsi vivi, motivati, di riempire un senso di vuoto o di incertezza.

È come se, non trovando un punto fermo dentro di te, cercassi continuamente qualcosa all’esterno che ti dia identità e direzione. E quando quella spinta svanisce, resta la delusione, la tristezza, la sensazione di non sapere più chi sei. Ma il fatto che tu lo abbia riconosciuto, e che ne parli con questa lucidità, è già un passo molto importante: significa che una parte di te vuole capire e ritrovare equilibrio.

Ti invito a non giudicarti, ma ad ascoltarti con curiosità: ogni volta che nasce un nuovo impulso o entusiasmo, prova a chiederti “Cosa sto cercando davvero adesso? Cosa mi manca in questo momento?”. Questo piccolo atto di consapevolezza può aiutarti a rallentare e a distinguere ciò che ti appartiene davvero da ciò che è solo una risposta momentanea al vuoto.

Un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta potrebbe aiutarti a esplorare queste oscillazioni, comprendendo se derivano da un periodo di stress, da una crisi di identità o da una fragilità emotiva più profonda. È un modo per ritrovare il filo di te stessa, con calma, senza giudizio e con il rispetto che meriti.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo, non è affatto “una cavolata”, anzi, dimostra una grande consapevolezza e desiderio di comprenderti meglio.
Quello che descrivi può essere molto faticoso da gestire da soli. Spesso è il segnale di un momento di ricerca di sé, in cui si alternano euforia e demotivazione, desiderio di cambiamento e difficoltà a riconoscere cosa davvero rispecchi i propri bisogni più autentici.
In questi casi un percorso psicologico può essere di grande aiuto per comprendere meglio le emozioni e i pensieri che si attivano in questi “slanci” e nei momenti di vuoto,
ritrovare una direzione più stabile e coerente con te stessa.

Puoi prenotare un primo colloquio sarà un’occasione per conoscerci e valutare insieme il tipo di supporto più adatto a te.
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Buonasera,
Leggendo le sue parole si percepisce un movimento interno intenso, fatto di slanci, entusiasmi improvvisi e ritorni. È come se qualcosa dentro di lei stesse cercando una forma, una direzione, ma ancora non l’avesse trovata. E questo processo, seppur faticoso, è anche segno di vitalità.
Il fatto che lei si senta “in balia degli eventi” e che non riesca a riconoscersi nei suoi stessi pensieri di qualche mese fa non è necessariamente un segnale di qualcosa che non va. Potrebbe essere, invece, l’indizio di una trasformazione in corso. A volte, quando la nostra identità si sta ridefinendo, ci aggrappiamo a stimoli esterni, a progetti, a passioni altrui, nel tentativo di ritrovare un senso di sé. È umano. È comprensibile. E non è sbagliato. Potrebbe essere utile iniziare a esplorare alcune dinamiche che si ripetono, senza giudizio. In un luogo in cui le domande non servano a definire, ma ad accompagnare. Dove anche il disorientamento possa essere accolto come parte di un processo più ampio. Il fatto che lei abbia scritto con tanta sensibilità è già un gesto di cura verso se stessa. Qualcosa dentro di lei sta cercando ascolto, e forse anche una forma nuova di stabilità. In questo senso, un percorso psicologico potrebbe offrirle non solo strumenti, ma anche uno sguardo condiviso, capace di restituire ordine e significato a ciò che oggi appare frammentato.
Resto a disposizione con rispetto ed attenzione,
Un saluto,
Dr.ssa Manuela Valentini
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver condiviso la tua situazione. Hai spiegato tutto con molta chiarezza, e quello che descrivi non sono “cavolate”, ma un’esperienza interiore complessa e dolorosa e tutt’altro che rara. Ciò che stai vivendo può avere diverse spiegazioni psicologiche e non significa affatto che tu sia “fuori di testa”. A volte, questi cambiamenti repentini di interessi e umore possono essere una reazione a un periodo di stress, una crisi d’identità o una difficoltà a contattare i propri bisogni reali. In altri casi, possono anche far parte di oscillazioni più ampie dell’umore. Solo un confronto diretto con uno psicologo potrà aiutarti a capire quale sia la tua situazione e, soprattutto, come uscirne.
Ci sono intanto alcune cose che puoi iniziare a fare:
1) Annota ogni giorno come ti senti, ma non tanto cosa fai o progetti: prova invece a scrivere che emozioni provi, quando arrivano gli slanci di entusiasmo e quando si spengono. Questo ti aiuterà a riconoscere dei pattern.
2) Aspetta 48 ore prima di fare un acquisto o prendere una decisione impulsiva. Puoi segnare l’idea e vedere se ti interessa ancora dopo due giorni.
3) Coltiva una sola cosa alla volta. Anche se ti viene voglia di iniziare cinque cose, scegline una e impegnati per almeno due settimane prima di valutare se continuare o no.
Infine cerca un confronto professionale. Un colloquio con un professionista potrebbe darti uno spazio sicuro dove esplorare queste oscillazioni e capire da dove nascono.
Hai già fatto un passo molto importante: riconoscere ciò che accade e metterlo in parole. È il primo passo di un percorso di chiarificazione e guarigione.
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
da ciò che racconta emerge tutta la fatica di sentirsi disorientata, come se le mancassero dei punti di riferimento stabili. Quando si alternano momenti di grande entusiasmo e impulsività ad altri di vuoto e smarrimento, è naturale sentirsi confusi e quasi “sconnessi” da se stessi. Spesso in questi periodi la mente sembra non fermarsi mai: nascono idee, progetti, desideri di cambiamento, ma tutto si mescola fino a diventare difficile da gestire.
Non credo affatto che ciò che descrive siano “cavolate”: dietro a questi vissuti c’è spesso un bisogno autentico di trovare un senso, di ritrovare una direzione che faccia sentire di nuovo in sintonia con se stessi. È comprensibile anche il disagio legato alle spese impulsive o all’abbandono rapido delle attività iniziate, soprattutto se tutto questo non le apparteneva in passato.
Un supporto psicologico potrebbe esserle utile per capire meglio cosa sta succedendo dentro di sé, per dare spazio e significato a queste oscillazioni e ritrovare una maggiore stabilità. A volte avere uno spazio di ascolto e riflessione permette di fare un po’ di chiarezza e di alleggerire quel senso di confusione e solitudine che descrive.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

dal suo racconto emerge un forte senso di confusione e smarrimento, accompagnato da una difficoltà nel mantenere costanza negli interessi e nel riconoscere cosa sente davvero come “suo”. Questi momenti di cambiamento e di ricerca di sé possono essere molto faticosi e generare il senso di vuoto e disorientamento che descrive.

Sarebbe utile approfondire questa situazione insieme a uno specialista, per comprendere meglio le cause di queste oscillazioni e trovare strategie che la aiutino a ritrovare equilibrio e stabilità. Un percorso psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro in cui esplorare ciò che sta vivendo e riscoprire gradualmente la propria identità e direzione.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Cara utente,
capisco che le novità ti possano entusiasmare e magari ti facciano anche spendere soldi senza pensarci troppo. Sembri affamata di vita e di esperienze,così tanto da fiondarti di impulso per poi ritrovarti forse più svuotata di prima.
Vorrei chiederti se per caso tu stia scappando da qualcosa... perchè tutti questi comportamenti non sono un modo per entrare in contatto con te stessa, ma per fuggirci. Che cosa è successo nella tua vita per farti accellerare in questo modo? Quale sofferenza è ben nascosta e radicata dietro a tutto questo?
Buongiorno,
arrivare ad una consapevolezza come questa è già il primo passo.
La situazione descritta sembra essere piuttosto ampia e richiede ulteriori approfondimenti, sarebbe importante dare ordine a tutti questi aspetti e comprenderne la motivazione sottostante.
Per poter fare questo, il mio consiglio è di avviare un supporto psicologico.
Resto a disposizione, anche in modalità online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Buongiorno,
ho letto con attenzione le sue parole e si percepisce chiaramente quanto stia vivendo un momento di confusione e smarrimento. Non è affatto “fuori di testa”, anzi: ciò che descrive è un’esperienza più comune di quanto si pensi, soprattutto in fasi della vita in cui si stanno cercando nuove direzioni o si attraversano cambiamenti interiori importanti.

Quella sensazione di passare da un entusiasmo travolgente a un improvviso svuotamento può essere molto destabilizzante. Da un lato sembra di toccare qualcosa di vivo, una spinta vitale che dà energia e senso, ma dall’altro il modo in cui si spegne rapidamente lascia un senso di vuoto, di mancanza di radici. È come se ogni slancio non riuscisse a trovare un terreno stabile su cui poggiarsi.

In ottica psicologica, può succedere che quando una parte di sé è in cerca di identità e significato, cerchi di definirsi attraverso esperienze, attività o passioni sempre nuove. Ogni progetto o idea accesa rappresenta, in qualche modo, un tentativo di ritrovare un contatto con sé, di sentirsi “di nuovo vivi”. Ma se dentro non c’è ancora uno spazio stabile e accogliente in cui riconoscersi, tutto ciò che nasce con entusiasmo rischia di spegnersi con la stessa rapidità.

Può essere utile iniziare a rallentare, più che a cercare nuove risposte: provare a osservare cosa accade dentro di sé quando qualcosa entusiasma e quando, invece, svanisce. Quali emozioni si attivano? Cosa spera di trovare in quei momenti di euforia? E cosa teme di sentire nel silenzio o nella noia che seguono? Non è tanto questione di trovare subito “chi è”, ma di imparare ad ascoltare ciò che si muove — anche la confusione, anche l’instabilità — come un linguaggio che racconta qualcosa di lei.

Spesso, dietro questi cicli di slancio e vuoto si nasconde un bisogno profondo di sentirsi in contatto autentico con sé stessi, di riconoscersi senza dover aderire a un’immagine o a un progetto. Ed è proprio da lì che può iniziare un processo di conoscenza più vero e duraturo.

Non c’è nulla di “sbagliato” nel suo modo di funzionare: è un segnale, forse, che qualcosa dentro di lei chiede ascolto, calma e un tempo nuovo per capirsi.

Un caro saluto,
Veronica De Iuliis
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. Le sue parole trasmettono un forte desiderio di comprendersi e di ritrovare una direzione stabile, e già questo è un passo molto importante; ciò che descrive questi cambiamenti repentini di interessi, l’entusiasmo improvviso che poi si spegne, la sensazione di vuoto e smarrimento può avere radici complesse e profonde, e non è raro che si presenti in momenti della vita in cui ci si sente un po’ disorientati o in cerca di un senso più chiaro di sé.
Quando la mente è piena di idee, impulsi, desideri di cambiamento e poi, subito dopo, di stanchezza o tristezza, può diventare difficile capire cosa sia autenticamente “nostro” e cosa invece nasca da un bisogno di riempire un vuoto interiore o di trovare stabilità. È un’esperienza che può essere molto faticosa, soprattutto se si accompagna a sentimenti di solitudine o perdita di identità.
Per questo motivo, ritengo che potrebbe esserle di grande aiuto intraprendere un percorso di supporto psicologico. Un lavoro insieme a uno psicologo o psicoterapeuta le permetterebbe di esplorare con calma questi vissuti, di comprendere meglio le dinamiche che la portano a vivere questi “slanci” e successivi momenti di vuoto, e di ritrovare un senso di continuità e radicamento personale.
In uno spazio di ascolto protetto, potrà riscoprire la propria identità più autentica e imparare a gestire in modo più sereno le emozioni e gli impulsi che ora la fanno sentire sopraffatta.
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e di cura verso se stessi. Ha già fatto un passo importante scrivendo queste parole: continui su questa strada, merita di stare bene e di sentirsi nuovamente in equilibrio.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, le sue parole trasmettono un profondo senso di smarrimento, ma anche una grande lucidità nel riconoscere quello che le sta accadendo. Il fatto che riesca a osservare con sincerità i suoi pensieri e comportamenti, anche attraverso la rilettura del diario, è già un passo molto importante, perché mostra la sua capacità di riflettere su di sé e di cercare un significato dentro a ciò che vive. Quello che descrive, questo continuo oscillare tra entusiasmo e perdita di interesse, tra la spinta a fare e il senso di vuoto che ne segue, può essere molto faticoso. Quando si sente in balia degli eventi, come se tutto scorresse troppo in fretta e lei non riuscisse più a riconoscersi in ciò che fa, è naturale che subentri la confusione e la tristezza. Sembra che stia cercando qualcosa che la faccia sentire viva, connessa e piena di senso, ma che ogni volta la spinta iniziale si esaurisca lasciandole dietro una sensazione di stanchezza e delusione. È come se, nel tentativo di ritrovare sé stessa, finisse per perdersi ancora un po’ di più. Può essere che questo bisogno continuo di cambiare, di provare cose nuove, sia un modo per riempire un vuoto o per evitare di sostare in un sentimento di insoddisfazione che la spaventa. A volte, quando non riusciamo a trovare un equilibrio interiore stabile, ci affidiamo al fare, al riempire, al cercare sempre nuove esperienze. Ma più corriamo dietro a qualcosa che ci definisca, più può sembrare di non trovarlo mai. Questo non significa che ciò che prova sia “strano” o che ci sia qualcosa di sbagliato in lei. Significa che sta attraversando un periodo in cui la sua identità, i suoi bisogni e i suoi valori stanno cercando una forma nuova, e che forse c’è una parte di sé che chiede ascolto più che nuovi stimoli. Può essere utile cominciare a fermarsi un po’, anche solo per osservare i momenti in cui nasce quella spinta improvvisa ad agire. Chiedersi, ad esempio, cosa sta provando subito prima di prendere una decisione impulsiva o di buttarsi in un nuovo progetto. Spesso dietro l’euforia si nasconde un bisogno emotivo: di riconoscimento, di appartenenza, di sentirsi “abbastanza”. Imparare a distinguere tra ciò che nasce da un desiderio autentico e ciò che serve solo a riempire un vuoto è un lavoro graduale, ma molto prezioso per ritrovare sé stessi in modo più stabile. Un percorso di psicoterapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro dove poter dare ordine a tutto questo, senza giudizio. Lì avrebbe modo di esplorare con calma cosa c’è dietro questi cambiamenti d’umore, come si relazionano con la sua storia personale e cosa può aiutarla a riscoprire una direzione più chiara e coerente con i suoi veri bisogni. Attraverso un lavoro basato sull’osservazione dei pensieri e delle emozioni, sulla gestione degli impulsi e sull’ascolto dei propri valori, potrebbe pian piano ricostruire quel senso di continuità con sé stessa che ora le sembra smarrito. Ciò che conta, ora, non è trovare subito risposte o nuovi progetti, ma concedersi tempo e gentilezza. Anche le fasi di confusione, per quanto dolorose, spesso precedono momenti di crescita importante. Lei sta già facendo qualcosa di significativo: cercare di comprendere, invece di continuare a fuggire. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Cara utente,
le tue parole trasmettono con grande chiarezza la confusione che stai vivendo — una sorta di vertigine identitaria, in cui ogni entusiasmo si accende rapidamente e con la stessa rapidità si spegne, lasciandoti svuotata e con la sensazione di non sapere più chi sei davvero.
Questa esperienza, che tu descrivi con lucidità e anche con molta tenerezza verso te stessa, è in realtà più comune di quanto pensi: ciò che la rende dolorosa è la perdita del senso di continuità — come se ogni giorno nascesse una nuova versione di te, senza che le precedenti trovino il modo di coesistere.
Queste oscillazioni — l’impulso a iniziare cose nuove, l’euforia improvvisa, la difficoltà a portarle avanti, la spesa impulsiva, la stanchezza e il vuoto successivo — spesso non parlano di “superficialità” o di “instabilità”, ma di un movimento interno più profondo.
È come se la mente, per non sentire un vuoto o un dolore sottostante, cercasse continuamente nuove forme in cui riconoscersi, nuove identità da indossare per un po’, nuove passioni che diano una direzione. Ma quando l’entusiasmo passa, riemerge la domanda più spaventosa: “Chi sono, se tolgo tutto questo?”.
Quello che senti — il bisogno di aderire a qualcosa, di provare emozioni forti, di cercare un senso — è umano, ma in te sembra diventato un meccanismo di sopravvivenza: qualcosa che ti serve per evitare di restare a contatto con la sensazione di vuoto, che è quella che più ti spaventa.
Il fatto che tu ora riesca a osservarlo, a nominarlo, a vedere il filo che unisce tutte queste esperienze, è un segnale prezioso: significa che sta emergendo una parte di te più consapevole, che desidera smettere di correre da un’identità all’altra e cominciare a ritrovarsi.
In questi casi, il lavoro psicologico non serve tanto a “fermare gli sbalzi” o a controllare gli impulsi, ma a ricostruire un senso di continuità interiore: uno spazio stabile in cui poter essere più versioni di te stessa senza sentirti in frantumi.
Spesso dietro questa ricerca c’è un bisogno antico di essere riconosciuta, vista, definita da uno sguardo esterno — come se, per capire chi sei, avessi bisogno di rifletterti negli altri. Ma la costruzione dell’identità è un processo lento, che richiede ascolto e radicamento, non nuove esperienze da accumulare.
Il punto non è “smettere di cambiare idea”, ma imparare ad abitare il cambiamento senza che diventi fuga.
Questa fase, per quanto confusa, può diventare un momento di verità: quando tutte le identità temporanee cadono, resta la possibilità di cominciare a conoscersi davvero, non per imitazione, ma per scoperta.
Non sei “fuori di testa”: sei in un passaggio delicato della crescita psichica, in cui qualcosa di profondo dentro di te sta cercando forma.
Questo bisogno di chiarezza non va soffocato, ma accompagnato, e un percorso psicologico può offrirti uno spazio sicuro per farlo — un luogo in cui la tua mente possa finalmente rallentare e ascoltarsi.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online

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