Buongiorno, Sono una donna di 33 anni. In quest'ultimo anno ho perso mia nonna, contratto il covid
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Buongiorno,
Sono una donna di 33 anni. In quest'ultimo anno ho perso mia nonna, contratto il covid con una forma di emicrania che mi ha portata in ospedale e con fitte al petto. Ho sofferto di fascite plantare, in concomitanza con una flebite alla gamba, che mi ha resa meno autonoma e limitata nella deambulazione per molti mesi. Ho avuto forti bruciori di stomaco che mi hanno costretta a rinunciare alla convivialità e al piacere del cibo. Ho iniziato a soffrire di reflusso da novembre scorso, con forti bruciori di stomaco ed eruttazioni continue, che mi hanno creato disagio. Per me tutto questo è stato molto provante, non solo fisicamente. Ho sofferto per molti anni di depressione e ora mi dico che sono già così sfortunata a poco più di 30 anni, con una genetica non a mio favore e con esperienze del passato che mi hanno segnata nel profondo. So che al mondo c'è di peggio ma al momento non riesco a trovare positività. Tutto quello che sto passando potrebbe dipendere anche da uno stato di stress psico-fisico prolungato? Mi vedo come una donna ultratrentenne 'sfigata' e sola. Sfortunata non solo in amore e in altri ambiti, ora anche per quanto riguarda la salute fisica. Mi chiedo perché tutto questo proprio a me? Sono stata coraggiosa per molto tempo e ora non vedo più stimoli per andare avanti e trovare uno scopo. Sono disoccupata, ho vissuto una relazione emotivamente abusiva per quasi due anni, sono dovuta tornare a vivere dai miei, nella città dove ho subito bullismo ai tempi del liceo. Tornare in quel luogo è stato come un raffiorare di ricordi vividi e una sconfitta personale, come se non avessi ottenuto un mio 'riscatto'. Dove posso trovare le forze per ricostruire se molte cose mi remano contro e non dipendono da me?
So che non voglio morire, non voglio arrendermi, sono ancora giovane e ho i miei in salute, che mi supportano economicamente ed affettivamente, ho un cane a cui badare, una responsabilità grande e un affetto importante. Mi ha aiutata a uscire da quella relazione sbagliata, è stato un elemento fondamentale per sganciarmi da quella persona tossica. Eppure nella mia mente ruotano ancora pensieri autodistruttivi e disfattisti. Sono stanca di lottare ogni giorno, della solitudine, di questa precarietà. Cosa mi suggerite? Sono stata in terapia per molti anni durante l'adolescenza, dopo la laurea e poco dopo la fine della relazione. Ho cambiato più professionisti con approcci diversi, l'ultimo dei quali giudicante, non mi sono sentita accolta. L'altro psicoterapeuta non disse nulla rispetto alla relazione di abuso psicologico che stavo vivendo, eppure mi ero aperta, anzi, mi esortò a trasferirmi da lui e lì le cose degenerarono. Per me tutto questo è incomprensibile.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Saluti
Sono una donna di 33 anni. In quest'ultimo anno ho perso mia nonna, contratto il covid con una forma di emicrania che mi ha portata in ospedale e con fitte al petto. Ho sofferto di fascite plantare, in concomitanza con una flebite alla gamba, che mi ha resa meno autonoma e limitata nella deambulazione per molti mesi. Ho avuto forti bruciori di stomaco che mi hanno costretta a rinunciare alla convivialità e al piacere del cibo. Ho iniziato a soffrire di reflusso da novembre scorso, con forti bruciori di stomaco ed eruttazioni continue, che mi hanno creato disagio. Per me tutto questo è stato molto provante, non solo fisicamente. Ho sofferto per molti anni di depressione e ora mi dico che sono già così sfortunata a poco più di 30 anni, con una genetica non a mio favore e con esperienze del passato che mi hanno segnata nel profondo. So che al mondo c'è di peggio ma al momento non riesco a trovare positività. Tutto quello che sto passando potrebbe dipendere anche da uno stato di stress psico-fisico prolungato? Mi vedo come una donna ultratrentenne 'sfigata' e sola. Sfortunata non solo in amore e in altri ambiti, ora anche per quanto riguarda la salute fisica. Mi chiedo perché tutto questo proprio a me? Sono stata coraggiosa per molto tempo e ora non vedo più stimoli per andare avanti e trovare uno scopo. Sono disoccupata, ho vissuto una relazione emotivamente abusiva per quasi due anni, sono dovuta tornare a vivere dai miei, nella città dove ho subito bullismo ai tempi del liceo. Tornare in quel luogo è stato come un raffiorare di ricordi vividi e una sconfitta personale, come se non avessi ottenuto un mio 'riscatto'. Dove posso trovare le forze per ricostruire se molte cose mi remano contro e non dipendono da me?
So che non voglio morire, non voglio arrendermi, sono ancora giovane e ho i miei in salute, che mi supportano economicamente ed affettivamente, ho un cane a cui badare, una responsabilità grande e un affetto importante. Mi ha aiutata a uscire da quella relazione sbagliata, è stato un elemento fondamentale per sganciarmi da quella persona tossica. Eppure nella mia mente ruotano ancora pensieri autodistruttivi e disfattisti. Sono stanca di lottare ogni giorno, della solitudine, di questa precarietà. Cosa mi suggerite? Sono stata in terapia per molti anni durante l'adolescenza, dopo la laurea e poco dopo la fine della relazione. Ho cambiato più professionisti con approcci diversi, l'ultimo dei quali giudicante, non mi sono sentita accolta. L'altro psicoterapeuta non disse nulla rispetto alla relazione di abuso psicologico che stavo vivendo, eppure mi ero aperta, anzi, mi esortò a trasferirmi da lui e lì le cose degenerarono. Per me tutto questo è incomprensibile.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Saluti
Buongiorno,
Comprendo profondamente la sofferenza e il senso di sconforto che sta vivendo. Affrontare una serie di eventi difficili, tra lutti, problemi di salute, relazioni difficili e insoddisfazione personale, può portare a uno stato di stress psico-fisico intenso e prolungato. Questo stress può avere un impatto significativo sul benessere generale, sia mentale che fisico, contribuendo a sintomi come affaticamento, pensieri negativi e disturbi psicosomatici.
Il dolore che descrive è reale e merita ascolto e accoglienza. Il senso di sconfitta e di isolamento può sembrare schiacciante, ma il fatto che stia cercando un confronto e che riconosca la volontà di non arrendersi dimostra che dentro di lei esiste ancora una forza su cui poter lavorare. È importante ricostruire un senso di sicurezza e fiducia, partendo anche da piccoli passi e cercando un supporto adeguato.
La relazione con un terapeuta dovrebbe essere un luogo di comprensione, accettazione e crescita. Se le esperienze precedenti non sono state soddisfacenti, ciò non significa che non possa trovare un professionista con cui costruire un percorso valido e mirato alle sue esigenze.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a dare un nuovo significato a ciò che ha vissuto e a trovare strategie per affrontare il futuro con maggiore forza e serenità.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Comprendo profondamente la sofferenza e il senso di sconforto che sta vivendo. Affrontare una serie di eventi difficili, tra lutti, problemi di salute, relazioni difficili e insoddisfazione personale, può portare a uno stato di stress psico-fisico intenso e prolungato. Questo stress può avere un impatto significativo sul benessere generale, sia mentale che fisico, contribuendo a sintomi come affaticamento, pensieri negativi e disturbi psicosomatici.
Il dolore che descrive è reale e merita ascolto e accoglienza. Il senso di sconfitta e di isolamento può sembrare schiacciante, ma il fatto che stia cercando un confronto e che riconosca la volontà di non arrendersi dimostra che dentro di lei esiste ancora una forza su cui poter lavorare. È importante ricostruire un senso di sicurezza e fiducia, partendo anche da piccoli passi e cercando un supporto adeguato.
La relazione con un terapeuta dovrebbe essere un luogo di comprensione, accettazione e crescita. Se le esperienze precedenti non sono state soddisfacenti, ciò non significa che non possa trovare un professionista con cui costruire un percorso valido e mirato alle sue esigenze.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a dare un nuovo significato a ciò che ha vissuto e a trovare strategie per affrontare il futuro con maggiore forza e serenità.
Cordiali saluti,
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Quello che stai vivendo è comprensibile, non si tratta solo di una difficoltà, ma di una serie di eventi che si sono accumulati nel tempo, sia sul piano fisico che su quello emotivo. È come se ti trovassi dentro una tempesta continua, senza la possibilità di riprendere fiato.
In quest'ottica, credo sia normale sentirsi esausti e demotivati quando ogni volta che cerchi di rialzarti arriva un altro ostacolo a buttarti giù.
Prima di tutto, sì, il tuo corpo potrebbe risentire dello stress psico-fisico prolungato. Il nostro stato emotivo ha un impatto diretto sulla salute fisica e vivere costantemente in uno stato di tensione e ansia può portare a disturbi come il reflusso, l’emicrania, la tensione muscolare e l’abbassamento delle difese immunitarie.
Il corpo sta probabilmente somatizzando tutto quello che hai vissuto, perché il dolore emotivo non elaborato trova spesso un altro modo per esprimersi.
Ma la parte più ardua è spesso quella psicologica: il senso di sconfitta, la sensazione di non avere più stimoli o scopi, il pensiero che tutto ti remi contro. È una reazione naturale quando sembra che nulla vada per il verso giusto. Il punto, però, è che la tua storia dimostra che dentro di te c’è una forza enorme, racconti di essere riuscita a chiudere una relazione tossica, sei consapevole di cosa ti fa stare male e sai di non voler arrenderti. Sei anche riuscita a cercare aiuto, anche se hai avuto esperienze negative con alcuni terapeuti. Questo significa che, nonostante tutto, c'è in te una parte che vuole vivere, che vuole migliorare la propria condizione. Quello che ti serve ora è un modo per canalizzare questa forza e trovare un aiuto che sia davvero efficace per te.
Forse la terapia tradizionale che hai provato finora non è stata adatta ai tuoi bisogni, ma questo non significa che non esista un percorso giusto per te. Potresti provare un approccio terapeutico più pratico e orientato al presente, come la terapia cognitivo-comportamentale, che può aiutarti a elaborare il passato senza rimanere intrappolata nei suoi effetti. Anche il contesto in cui vivi ha un forte impatto su di te: tornare nella città legata a ricordi negativi può far riaffiorare vecchie ferite e farti sentire bloccata. Ma questo non significa che sia una condanna definitiva. Sei giovane, hai ancora la possibilità di cambiare la tua vita, anche se ora non riesci a vedere come. Un primo passo potrebbe essere concentrarti su piccoli obiettivi: trovare un’attività, anche minima, che ti dia una routine, cercare un gruppo di supporto o delle persone con cui condividere il tuo vissuto, provare qualcosa di nuovo che possa spezzare la monotonia e darti un senso di movimento. La tua mente è intrappolata in un circolo vizioso di pensieri negativi che si rafforzano a vicenda, e spezzare questo schema richiede uno sforzo che ora sembra impossibile, ma che può partire da piccoli passi.
C’è ancora molto da costruire e, anche se ora tutto sembra insormontabile, un passo alla volta puoi trovare un modo per uscire da questa fase!
Mi tengo disponibile su Roma ed online
In quest'ottica, credo sia normale sentirsi esausti e demotivati quando ogni volta che cerchi di rialzarti arriva un altro ostacolo a buttarti giù.
Prima di tutto, sì, il tuo corpo potrebbe risentire dello stress psico-fisico prolungato. Il nostro stato emotivo ha un impatto diretto sulla salute fisica e vivere costantemente in uno stato di tensione e ansia può portare a disturbi come il reflusso, l’emicrania, la tensione muscolare e l’abbassamento delle difese immunitarie.
Il corpo sta probabilmente somatizzando tutto quello che hai vissuto, perché il dolore emotivo non elaborato trova spesso un altro modo per esprimersi.
Ma la parte più ardua è spesso quella psicologica: il senso di sconfitta, la sensazione di non avere più stimoli o scopi, il pensiero che tutto ti remi contro. È una reazione naturale quando sembra che nulla vada per il verso giusto. Il punto, però, è che la tua storia dimostra che dentro di te c’è una forza enorme, racconti di essere riuscita a chiudere una relazione tossica, sei consapevole di cosa ti fa stare male e sai di non voler arrenderti. Sei anche riuscita a cercare aiuto, anche se hai avuto esperienze negative con alcuni terapeuti. Questo significa che, nonostante tutto, c'è in te una parte che vuole vivere, che vuole migliorare la propria condizione. Quello che ti serve ora è un modo per canalizzare questa forza e trovare un aiuto che sia davvero efficace per te.
Forse la terapia tradizionale che hai provato finora non è stata adatta ai tuoi bisogni, ma questo non significa che non esista un percorso giusto per te. Potresti provare un approccio terapeutico più pratico e orientato al presente, come la terapia cognitivo-comportamentale, che può aiutarti a elaborare il passato senza rimanere intrappolata nei suoi effetti. Anche il contesto in cui vivi ha un forte impatto su di te: tornare nella città legata a ricordi negativi può far riaffiorare vecchie ferite e farti sentire bloccata. Ma questo non significa che sia una condanna definitiva. Sei giovane, hai ancora la possibilità di cambiare la tua vita, anche se ora non riesci a vedere come. Un primo passo potrebbe essere concentrarti su piccoli obiettivi: trovare un’attività, anche minima, che ti dia una routine, cercare un gruppo di supporto o delle persone con cui condividere il tuo vissuto, provare qualcosa di nuovo che possa spezzare la monotonia e darti un senso di movimento. La tua mente è intrappolata in un circolo vizioso di pensieri negativi che si rafforzano a vicenda, e spezzare questo schema richiede uno sforzo che ora sembra impossibile, ma che può partire da piccoli passi.
C’è ancora molto da costruire e, anche se ora tutto sembra insormontabile, un passo alla volta puoi trovare un modo per uscire da questa fase!
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Buongiorno, grazie per aver condiviso con me il tuo vissuto. Ti riconosco molta forza nel raccontare la tua storia, anche se da ciò che leggo, stai attraversando un momento davvero difficile, dove il dolore e la frustrazione sembrano dominare il tuo presente. È comprensibile che, dopo aver affrontato numerose difficoltà fisiche, emotive e psicologiche, tu possa sentirti sopraffatta. La sofferenza, quando sembra non finire mai, può portare a sentimenti di impotenza, solitudine e perdita di speranza, ma voglio rassicurarti che queste emozioni sono legittime e non fanno di te una persona "sfortunata" o da sola nella sua battaglia.
La domanda che poni, se lo stato di stress psico-fisico prolungato possa aver influito sulla tua salute, è molto pertinente. Esiste una connessione profonda tra mente e corpo, e spesso quando il nostro sistema emotivo è sotto pressione, le tensioni psicologiche possono manifestarsi fisicamente, come nel caso della fascite plantare, della reflusso gastrico, o anche dei disturbi legati al sistema cardiovascolare. Il corpo "parla" quello che la mente non riesce ad esprimere, e per molte persone le malattie fisiche sono il risultato di un sovraccarico emotivo e di stress.
Il tuo vissuto di solitudine, l’esperienza della relazione abusiva, il ritorno nella città che ti ricorda il bullismo subito e la precarietà del lavoro sono tutti fattori che contribuiscono a un carico emotivo notevole. È come se tu ti trovassi in un loop di esperienze dolorose che si intrecciano, senza riuscire a trovare la via d'uscita. La percezione di non riuscire a "riscattarti" e di non trovare il senso di tutto ciò che stai vivendo è comprensibile, soprattutto quando hai la sensazione che molte cose non dipendano da te.
Tuttavia, voglio invitarti a riflettere su alcuni aspetti che potrebbero aiutarti a prendere un po’ di distanza da questa visione disfattista, anche se è chiaro che la strada non è semplice.
La solitudine come risorsa e non solo come peso: Capisco che ti senta sola, ma il fatto che tu stia cercando di capire cosa ti succede, di fare delle riflessioni e di cercare delle risposte, è già un segno di una volontà di vivere e di migliorare. Non sei senza speranza, anche se in questo momento ti sembra difficile vedere la luce. Il tuo cane, il legame con la tua famiglia, sono risorse che ti sostengono e che testimoniano un legame affettivo profondo e significativo, che può diventare la base per ricostruire.
L’importanza di non sentirti giudicata in terapia: È un peccato che tu non abbia trovato il supporto giusto nei tuoi precedenti percorsi terapeutici. Un buon terapeuta deve saper ascoltare, accogliere senza giudicare e offrirti uno spazio sicuro per esplorare ciò che provi. La psicoterapia non è solo una questione di tecnica, ma anche di relazione. Potrebbe essere utile continuare a cercare un professionista che ti faccia sentire accolta, capace di comprendere la tua storia e il tuo vissuto, senza farti sentire inadeguata.
Lo stress come un segnale da ascoltare: Lo stress psico-fisico di cui parli è un campanello d'allarme. Quando non siamo più in grado di gestirlo, è come se il nostro corpo e la nostra mente chiedessero di fare una pausa. Il fatto che tu abbia riconosciuto la tua fatica è il primo passo. Dare spazio alle emozioni, anche quelle negative, è importante, perché ti aiuta a non reprimere quello che senti, ma a permetterti di andare oltre.
Il valore di un passo alla volta: Anche se non sembra, ogni piccolo gesto di cura verso te stessa è un atto di resistenza. Non devi fare tutto in un colpo solo, non devi risolvere tutti i problemi contemporaneamente. Ricorda che il cambiamento, anche quello più profondo, avviene lentamente, un passo alla volta. Inizia con piccole cose che puoi fare per te stessa, che ti facciano sentire un po' meglio, anche solo per un momento. Piccole conquiste quotidiane, come uscire a passeggio con il cane o prenderti cura di te con un rituale di benessere, possono essere fondamentali.
La consapevolezza dei propri limiti e delle proprie risorse: È importante essere consapevoli dei tuoi limiti, ma altrettanto importante è riconoscere le tue risorse. Non solo la famiglia e il cane, ma anche la tua forza interiore, quella che ti ha permesso di uscire dalla relazione abusiva, quella che ti permette di chiedere aiuto e di esplorare queste riflessioni. Siamo spesso più resilienti di quanto crediamo.
Mi rendo conto che la strada non è facile, ma voglio sottolineare che il tuo desiderio di non arrenderti, la consapevolezza che la tua vita ha ancora molto da offrirti, sono i semi per una possibile rinascita. Non sottovalutare il valore di chiedere aiuto, continuare a cercare il supporto giusto e magari anche pensare a una terapia di gruppo, dove l'esperienza collettiva di condivisione e di sostegno reciproco possa essere un'opportunità.
Ti abbraccio con la speranza che tu possa trovare quel piccolo angolo di pace dove sentirti accolta e rispettata per ciò che sei, senza che le difficoltà ti facciano perdere la visione del tuo valore.
La domanda che poni, se lo stato di stress psico-fisico prolungato possa aver influito sulla tua salute, è molto pertinente. Esiste una connessione profonda tra mente e corpo, e spesso quando il nostro sistema emotivo è sotto pressione, le tensioni psicologiche possono manifestarsi fisicamente, come nel caso della fascite plantare, della reflusso gastrico, o anche dei disturbi legati al sistema cardiovascolare. Il corpo "parla" quello che la mente non riesce ad esprimere, e per molte persone le malattie fisiche sono il risultato di un sovraccarico emotivo e di stress.
Il tuo vissuto di solitudine, l’esperienza della relazione abusiva, il ritorno nella città che ti ricorda il bullismo subito e la precarietà del lavoro sono tutti fattori che contribuiscono a un carico emotivo notevole. È come se tu ti trovassi in un loop di esperienze dolorose che si intrecciano, senza riuscire a trovare la via d'uscita. La percezione di non riuscire a "riscattarti" e di non trovare il senso di tutto ciò che stai vivendo è comprensibile, soprattutto quando hai la sensazione che molte cose non dipendano da te.
Tuttavia, voglio invitarti a riflettere su alcuni aspetti che potrebbero aiutarti a prendere un po’ di distanza da questa visione disfattista, anche se è chiaro che la strada non è semplice.
La solitudine come risorsa e non solo come peso: Capisco che ti senta sola, ma il fatto che tu stia cercando di capire cosa ti succede, di fare delle riflessioni e di cercare delle risposte, è già un segno di una volontà di vivere e di migliorare. Non sei senza speranza, anche se in questo momento ti sembra difficile vedere la luce. Il tuo cane, il legame con la tua famiglia, sono risorse che ti sostengono e che testimoniano un legame affettivo profondo e significativo, che può diventare la base per ricostruire.
L’importanza di non sentirti giudicata in terapia: È un peccato che tu non abbia trovato il supporto giusto nei tuoi precedenti percorsi terapeutici. Un buon terapeuta deve saper ascoltare, accogliere senza giudicare e offrirti uno spazio sicuro per esplorare ciò che provi. La psicoterapia non è solo una questione di tecnica, ma anche di relazione. Potrebbe essere utile continuare a cercare un professionista che ti faccia sentire accolta, capace di comprendere la tua storia e il tuo vissuto, senza farti sentire inadeguata.
Lo stress come un segnale da ascoltare: Lo stress psico-fisico di cui parli è un campanello d'allarme. Quando non siamo più in grado di gestirlo, è come se il nostro corpo e la nostra mente chiedessero di fare una pausa. Il fatto che tu abbia riconosciuto la tua fatica è il primo passo. Dare spazio alle emozioni, anche quelle negative, è importante, perché ti aiuta a non reprimere quello che senti, ma a permetterti di andare oltre.
Il valore di un passo alla volta: Anche se non sembra, ogni piccolo gesto di cura verso te stessa è un atto di resistenza. Non devi fare tutto in un colpo solo, non devi risolvere tutti i problemi contemporaneamente. Ricorda che il cambiamento, anche quello più profondo, avviene lentamente, un passo alla volta. Inizia con piccole cose che puoi fare per te stessa, che ti facciano sentire un po' meglio, anche solo per un momento. Piccole conquiste quotidiane, come uscire a passeggio con il cane o prenderti cura di te con un rituale di benessere, possono essere fondamentali.
La consapevolezza dei propri limiti e delle proprie risorse: È importante essere consapevoli dei tuoi limiti, ma altrettanto importante è riconoscere le tue risorse. Non solo la famiglia e il cane, ma anche la tua forza interiore, quella che ti ha permesso di uscire dalla relazione abusiva, quella che ti permette di chiedere aiuto e di esplorare queste riflessioni. Siamo spesso più resilienti di quanto crediamo.
Mi rendo conto che la strada non è facile, ma voglio sottolineare che il tuo desiderio di non arrenderti, la consapevolezza che la tua vita ha ancora molto da offrirti, sono i semi per una possibile rinascita. Non sottovalutare il valore di chiedere aiuto, continuare a cercare il supporto giusto e magari anche pensare a una terapia di gruppo, dove l'esperienza collettiva di condivisione e di sostegno reciproco possa essere un'opportunità.
Ti abbraccio con la speranza che tu possa trovare quel piccolo angolo di pace dove sentirti accolta e rispettata per ciò che sei, senza che le difficoltà ti facciano perdere la visione del tuo valore.
Buonasera, le suggerisco di non fare paragoni con chi ha di meno di lei, la farebbe entrare in un circolo di pensieri che non lascia spazio al rispetto del proprio e personale dolore. Non so perché il suo ex terapeuta l'abbia incoraggiata ad andare a vivere con il suo ex: era un modo, sicuramente maldestro, per far precipitare le cose? Può saperlo solo lui. Io le suggerirei di cercare uno psicoterapeuta Emdr, trova i nominativi per ogni regione sul sito Emdr Italia. È un processo di cura che la aiuterebbe nel più breve tempo possibile e da ciò che scrive mi pare che farebbe proprio al caso suo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara, certamente il suo malessere potrebbe dipendere dallo stress psicofisico per i vari malanni che ha avuto e anche per essere dovuta tornare a vivere dai suoi genitori, cosa che sente come una sconfitta e non come un momento di passaggio. Leggendo la sua storia, la immagino come una guerriera che non si arrende, che è rimasta un po' ferita e ha qualche cicatrice, ma ha ancora voglia di vivere con pienezza anche se è affaticata. Capisco che in questo momento si senta abbattuta e non abbia più voglia di lottare, ma la forza ce l'ha, lo dimostra la sua stessa storia di vita. Credo che potrebbe trovare nuove forze cercando nuovi desideri e possibilità, guardandoli non come ulteriori "battaglie", ma come possibilità di gratificazioni. Capisco che questo cambio di paradigma non sia facile, né immediato, dopo tutto quello che ha passato, ma penso che una psicoterapia potrebbe ancora aiutarla in questo. Molte persone fanno diversi percorsi terapeutici nel corso della vita, per superare fasi difficili e di solito sono proprio quelle che non si arrendono e ogni percorso aggiunge qualcosa alla loro "crescita". Le auguro il meglio, saluti.
Buongiorno,
Capisco quanto possa sentirsi sopraffatta. I suoi sintomi fisici ed emotivi sono legittimi e potrebbero riflettere uno stress psico-fisico prolungato. La terapia sistemica, orientata al trauma, potrebbe aiutarla a recuperare le risorse già presenti. Lei è una persona che merita di riscrivere la propria storia, partendo da una maggiore consapevolezza.
Un caro saluto
Capisco quanto possa sentirsi sopraffatta. I suoi sintomi fisici ed emotivi sono legittimi e potrebbero riflettere uno stress psico-fisico prolungato. La terapia sistemica, orientata al trauma, potrebbe aiutarla a recuperare le risorse già presenti. Lei è una persona che merita di riscrivere la propria storia, partendo da una maggiore consapevolezza.
Un caro saluto
Buonasera! Le sue parole trasmettono stanchezza, sfiducia, disperazione. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Può fare affidamento su un contesto familiare protettivo e supportivo, una risorsa davvero preziosa, che potrebbe non bastare. Penso sarebbe di grande aiuto fare una consulenza psichiatrica e valutare un eventuale farmacoterapia per alleggerire quel “velo”, che così bene descrive e che ammanta tutti gli aspetti della sua vita. Poiché i farmaci funzionano bene per alcune cose e meno per altre, sarà lo stesso psichiatra a suggerire un lavoro psicoterapeutico e orientarla in tal senso. Se non disponesse delle risorse necessarie, si rivolga con fiducia al CSM (Centro di Salute Mentale) a lei più vicino, troverà colleghi professionalmente preparati e umanamente dotati. Ho avuto la sensazione che la dimensione relazionale sia sempre stata tanto desiderata quanto temuta (il bullismo, le relazioni emotivamente abusive, le relazioni terapeutiche inutili). Preferisco, perciò, non andare oltre e sperare al suo posto, sperare che si prenderà cura di sé stessa. Se lo merita, ne ha diritto. In bocca al lupo per tutto
Buongiorno, Innanzitutto, desidero riconoscere la profondità della sua sofferenza e la forza che ha dimostrato nel condividere la sua esperienza. Ha attraversato un periodo estremamente difficile, con sfide che hanno messo a dura prova sia il suo corpo che la sua mente. È del tutto comprensibile che si senta stanca e demoralizzata.
Le emozioni che descrive – il senso di ingiustizia, la frustrazione, la solitudine – sono reazioni umane e legittime di fronte a un insieme di difficoltà così complesse. Ciò che sta provando non è segno di debolezza, ma la naturale conseguenza di un periodo di grande stress e dolore.
Dal punto di vista psicologico, è noto che lo stress prolungato può avere un impatto significativo sulla salute fisica, influenzando il sistema immunitario, il sistema digestivo e molte altre funzioni corporee. Questo non significa che i suoi sintomi siano "solo" legati allo stress, ma che corpo e mente sono profondamente connessi e che le sue esperienze emotive possono aver contribuito a rendere ancora più difficoltosa la sua condizione di salute.
Capisco anche il senso di delusione rispetto alle esperienze terapeutiche passate. Sentirsi ascoltati e compresi è fondamentale, e mi dispiace sapere che questo non sempre è accaduto. Tuttavia, il fatto che abbia cercato aiuto in più occasioni dimostra la sua determinazione e la sua volontà di stare meglio. Questo è un aspetto importante: nonostante tutto, lei non ha mai smesso di cercare una via d'uscita.
In questo momento potrebbe essere utile valutare nuovamente un supporto psicologico, magari con un professionista che rispecchi maggiormente le sue esigenze, qualcuno con cui possa sentirsi accolta e valorizzata. Inoltre, considerare piccoli passi concreti per ricostruire il proprio senso di stabilità – che sia attraverso una routine quotidiana, il sostegno di persone di fiducia o attività che le diano sollievo – potrebbe aiutarla a ritrovare gradualmente una direzione.
Infine, desidero sottolineare che il suo valore non è definito dalle difficoltà che ha vissuto. Lei è molto più delle esperienze dolorose che ha affrontato. Anche nei momenti più bui, possiede dentro di sé risorse che forse ora fatica a vedere, ma che le hanno permesso di andare avanti fino a oggi.
La invito a prendersi il tempo che le serve per valutare quali passi possano esserle di aiuto in questo momento e, se lo desidera, a cercare un nuovo spazio di ascolto che possa davvero accoglierla con rispetto e sensibilità.
Le auguro di ritrovare la serenità e la forza che merita.
Un caro saluto. Dott. Francesco Mangiafico - Psicologo
Le emozioni che descrive – il senso di ingiustizia, la frustrazione, la solitudine – sono reazioni umane e legittime di fronte a un insieme di difficoltà così complesse. Ciò che sta provando non è segno di debolezza, ma la naturale conseguenza di un periodo di grande stress e dolore.
Dal punto di vista psicologico, è noto che lo stress prolungato può avere un impatto significativo sulla salute fisica, influenzando il sistema immunitario, il sistema digestivo e molte altre funzioni corporee. Questo non significa che i suoi sintomi siano "solo" legati allo stress, ma che corpo e mente sono profondamente connessi e che le sue esperienze emotive possono aver contribuito a rendere ancora più difficoltosa la sua condizione di salute.
Capisco anche il senso di delusione rispetto alle esperienze terapeutiche passate. Sentirsi ascoltati e compresi è fondamentale, e mi dispiace sapere che questo non sempre è accaduto. Tuttavia, il fatto che abbia cercato aiuto in più occasioni dimostra la sua determinazione e la sua volontà di stare meglio. Questo è un aspetto importante: nonostante tutto, lei non ha mai smesso di cercare una via d'uscita.
In questo momento potrebbe essere utile valutare nuovamente un supporto psicologico, magari con un professionista che rispecchi maggiormente le sue esigenze, qualcuno con cui possa sentirsi accolta e valorizzata. Inoltre, considerare piccoli passi concreti per ricostruire il proprio senso di stabilità – che sia attraverso una routine quotidiana, il sostegno di persone di fiducia o attività che le diano sollievo – potrebbe aiutarla a ritrovare gradualmente una direzione.
Infine, desidero sottolineare che il suo valore non è definito dalle difficoltà che ha vissuto. Lei è molto più delle esperienze dolorose che ha affrontato. Anche nei momenti più bui, possiede dentro di sé risorse che forse ora fatica a vedere, ma che le hanno permesso di andare avanti fino a oggi.
La invito a prendersi il tempo che le serve per valutare quali passi possano esserle di aiuto in questo momento e, se lo desidera, a cercare un nuovo spazio di ascolto che possa davvero accoglierla con rispetto e sensibilità.
Le auguro di ritrovare la serenità e la forza che merita.
Un caro saluto. Dott. Francesco Mangiafico - Psicologo
Gentilissima, leggo nelle sue parole un dolore profondo, che sembra riverberare sia nel corpo sia nella mente. È comprensibile che, di fronte a esperienze così destabilizzanti e persistenti, ci si senta privi di energie e schiacciati da un senso di ingiustizia e isolamento. Il corpo, talvolta, diventa un involucro che racconta storie di sofferenza troppo dure per essere pronunciate. E ciò che sta vivendo, tra sintomi fisici e pensieri oscuri, sembra un grido muto che cerca ascolto e comprensione.
Credo che insieme potremmo esplorare questi vissuti con attenzione e rispetto, per cercare di comprendere ciò che essi rivelano e, forse, cominciare a trasformare il dolore in qualcosa di diverso. Un passo alla volta, senza fretta né pressione.
Se lo desidera, sono qui per accompagnarla in questo percorso, anche online.
Un caro saluto,
Dott. Fabio di Guglielmo
Credo che insieme potremmo esplorare questi vissuti con attenzione e rispetto, per cercare di comprendere ciò che essi rivelano e, forse, cominciare a trasformare il dolore in qualcosa di diverso. Un passo alla volta, senza fretta né pressione.
Se lo desidera, sono qui per accompagnarla in questo percorso, anche online.
Un caro saluto,
Dott. Fabio di Guglielmo
Buongiorno,
il suggerimento è quello di riprendere un cammino terapeutico affidandosi allo specialista scelto. Il buon esito di un percorso dipende anche dalla alleanza terapeutica che viene ad instaurarsi tra paziente e terapista. Nel caso volesse darsi una possibilità, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
il suggerimento è quello di riprendere un cammino terapeutico affidandosi allo specialista scelto. Il buon esito di un percorso dipende anche dalla alleanza terapeutica che viene ad instaurarsi tra paziente e terapista. Nel caso volesse darsi una possibilità, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, nonostante tutto quello che sta vivendo ha ancora la forza e la resilienza di cercare di stare meglio. Non si arrenda, dia un'altra possibilità a dei colleghi che possano aiutarla. Le assicuro che ci sono dei professionisti molto capaci in giro e mi sembra per lei un momento opportuno per rinascere, per lo meno per quanto riguarda la sua salute. Non so dove si trova, ma si ricordi anche che molti colleghi svolgono anche la professione online. Lo prenda in considerazione. Per qualsiasi cosa resto a disposizione.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, dalle sue parole si sente la fatica e il peso che sta sostenendo da un po' e che sente, anche nel corpo, avere delle ricadute importanti. Sembra ci siano state perdite importanti nella sua vita e forse il rischio che sente è di perdersi anche lei. Mi dispiace che nelle terapie precedenti non si sia sentita accolta e compresa, tuttavia potrebbe essere utile in questo momento affidarsi ad un professionista che l'aiuti ad esplorare ed elaborare questi vissuti per riprendere in mano la sua vita e ritrovare la forza in se stessa per stare meglio.
Nella speranza di esserle stata d'aiuto, un caro saluto.
Dott.ssa Raffaella Del Vasto.
Nella speranza di esserle stata d'aiuto, un caro saluto.
Dott.ssa Raffaella Del Vasto.
Buonasera, visto che descrive una situazione di forte disagio ma allo stesso tempo si comprende che in lei c'è ancora speranza e voglia di uscire da questo momento non facile, le suggerisco d rivolgersi con fiducia ad un terapeuta in modo da superare gli ostacoli che le impediscono di vivere una vita più serena. Può farcela!!
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve , mi spiace che lei non si sia sentita accolta dalle varie esperienze terapeutiche che ha svolto riattivando, probabilmente, ferite antiche del suo passato. La terapia resta comunque una soluzione valida per i sintomi e le problematiche che lei riporta. Spero possa trovare ancora un po’ di fiducia per ritentare nuovamente in un percorso. Un caro saluto
Gentilissima,
mi dispiace tanto per i tanti disagi che sta attraversando e che lo stia facendo in solitudine. Volevo solo dirle che quando non riusciamo ad esprimere completamente le nostre emozioni e quindi ad elaborarle, il corpo inizia a mandarle dei segnali attraverso i sintomi. Quello che accade nelle nostre vite non avviene mai contro di noi, ma per noi, per aiutarci a a lavorare su alcuni aspetti di che ci ostacolano e che ci impediscono di evolvere e stare bene. Quando poi il fisico sta male, inevitabilmente, i pensieri che facciamo sono negativi e si innesca poi un circolo vizioso. Potrei suggerirle di porre maggiore attenzione alle sue emozioni e di lasciarle fluire ma con l'aiuto di un terapeuta anche se lo so, non è facile trovare quello giusto.
Un caro saluto
mi dispiace tanto per i tanti disagi che sta attraversando e che lo stia facendo in solitudine. Volevo solo dirle che quando non riusciamo ad esprimere completamente le nostre emozioni e quindi ad elaborarle, il corpo inizia a mandarle dei segnali attraverso i sintomi. Quello che accade nelle nostre vite non avviene mai contro di noi, ma per noi, per aiutarci a a lavorare su alcuni aspetti di che ci ostacolano e che ci impediscono di evolvere e stare bene. Quando poi il fisico sta male, inevitabilmente, i pensieri che facciamo sono negativi e si innesca poi un circolo vizioso. Potrei suggerirle di porre maggiore attenzione alle sue emozioni e di lasciarle fluire ma con l'aiuto di un terapeuta anche se lo so, non è facile trovare quello giusto.
Un caro saluto
Molte delle problematiche fisiche che hai descritto — come il reflusso, le fitte al petto, i dolori fisici — sono spesso legate a uno stato di stress prolungato. Il corpo e la mente sono strettamente connessi: situazioni di depressione cronica, dolore fisico e stress emotivo possono interagire e alimentarsi reciprocamente, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Anche l’ansia e il senso di frustrazione che provi contribuiscono a manifestarsi fisicamente. La mente inizia a “tradurre” il dolore emotivo in sintomi fisici, come accade nel tuo caso con i bruciori di stomaco e il reflusso.
Quali passi puoi fare ora?
1. Ricerca di un supporto terapeutico più adatto.
Purtroppo, sembra che tu abbia incontrato terapeuti che non ti hanno fatto sentire ascoltata e accolta, il che è davvero frustrante. Tuttavia, trovare un professionista che ti faccia sentire compresa è fondamentale. Potresti cercare qualcuno che abbia un approccio orientato alla psicoterapia sistemica, in modo da sentirti libera di esprimere te stessa.
2. Accogli i tuoi sentimenti senza colpevolizzarti.
È normale sentirsi sopraffatta, specialmente dopo esperienze traumatiche come quella della relazione abusante e la serie di difficoltà fisiche e emotive che hai vissuto. Non ti devi giustificare per sentirti così. La tua stanchezza è comprensibile, e dare spazio a queste emozioni senza combatterle ti aiuterà ad accettarle come una parte del processo di guarigione.
3. Connettersi con i piccoli piaceri quotidiani.
Ti suggerisco di partire dalle piccole cose che puoi controllare. Forse non puoi cambiare tutto in una volta, ma ogni piccolo passo conta. Il fatto che tu abbia il tuo cane a cui badare è una risorsa incredibile. Gli animali sono un supporto emotivo potente e possono aiutare a ridurre l’isolamento e a migliorare il tuo umore, soprattutto nelle giornate più difficili.
4. Rivedere la tua percezione di te stessa.
In situazioni di stress estremo, è facile svalutarsi e sentirsi “sfortunata” o “sola”. Però la verità è che sei una persona forte, che ha attraversato moltissime difficoltà e che sta cercando di trovare un senso in mezzo a tutto questo. Ogni passo che fai per cercare di cambiare, ogni piccolo cambiamento che metti in atto, è una vittoria. Non sottovalutarla.
5. Prova a stabilire piccoli obiettivi.
Forse non è il momento giusto per affrontare tutto insieme, ma stabilire obiettivi piccoli, realistici, che puoi raggiungere ogni giorno ti aiuterà a ricostruire la tua fiducia e la tua forza. Può essere qualcosa di semplice, come fare una passeggiata con il cane, leggere un libro che ti piace, o dedicarti a una piccola attività che ti dà piacere, anche se per poco tempo.
6. Considera l’importanza del supporto sociale.
Essere supportata dalla tua famiglia è un punto positivo. Anche se ti senti sola, cerca di avvicinarti a persone che ti fanno sentire accolta e che sono disposte a stare con te senza giudicare. Un’amica, un conoscente, qualcuno che ti ascolti.
Un caro saluto
Quali passi puoi fare ora?
1. Ricerca di un supporto terapeutico più adatto.
Purtroppo, sembra che tu abbia incontrato terapeuti che non ti hanno fatto sentire ascoltata e accolta, il che è davvero frustrante. Tuttavia, trovare un professionista che ti faccia sentire compresa è fondamentale. Potresti cercare qualcuno che abbia un approccio orientato alla psicoterapia sistemica, in modo da sentirti libera di esprimere te stessa.
2. Accogli i tuoi sentimenti senza colpevolizzarti.
È normale sentirsi sopraffatta, specialmente dopo esperienze traumatiche come quella della relazione abusante e la serie di difficoltà fisiche e emotive che hai vissuto. Non ti devi giustificare per sentirti così. La tua stanchezza è comprensibile, e dare spazio a queste emozioni senza combatterle ti aiuterà ad accettarle come una parte del processo di guarigione.
3. Connettersi con i piccoli piaceri quotidiani.
Ti suggerisco di partire dalle piccole cose che puoi controllare. Forse non puoi cambiare tutto in una volta, ma ogni piccolo passo conta. Il fatto che tu abbia il tuo cane a cui badare è una risorsa incredibile. Gli animali sono un supporto emotivo potente e possono aiutare a ridurre l’isolamento e a migliorare il tuo umore, soprattutto nelle giornate più difficili.
4. Rivedere la tua percezione di te stessa.
In situazioni di stress estremo, è facile svalutarsi e sentirsi “sfortunata” o “sola”. Però la verità è che sei una persona forte, che ha attraversato moltissime difficoltà e che sta cercando di trovare un senso in mezzo a tutto questo. Ogni passo che fai per cercare di cambiare, ogni piccolo cambiamento che metti in atto, è una vittoria. Non sottovalutarla.
5. Prova a stabilire piccoli obiettivi.
Forse non è il momento giusto per affrontare tutto insieme, ma stabilire obiettivi piccoli, realistici, che puoi raggiungere ogni giorno ti aiuterà a ricostruire la tua fiducia e la tua forza. Può essere qualcosa di semplice, come fare una passeggiata con il cane, leggere un libro che ti piace, o dedicarti a una piccola attività che ti dà piacere, anche se per poco tempo.
6. Considera l’importanza del supporto sociale.
Essere supportata dalla tua famiglia è un punto positivo. Anche se ti senti sola, cerca di avvicinarti a persone che ti fanno sentire accolta e che sono disposte a stare con te senza giudicare. Un’amica, un conoscente, qualcuno che ti ascolti.
Un caro saluto
Gentilissima,
nonostante il suo tormento, avverto il suo coraggio e la forza di non demordere, ma anzi di attivarsi per chiedere ancora aiuto. Come lei stessa suggerisce, il suo stato d’animo e le difficoltà fisiche potrebbero essere legate a un prolungato stress psico-fisico. Se fosse vero lo eviti!
Ancora: la invito a esplorare dentro di sé, nonostante le esperienze terapeutiche poco felici e questo periodo così difficile, se ci siano stati momenti – anche brevi – in cui si è sentita accolta, o in cui ha percepito una piccola apertura, una vicinanza a sé stessa.
Questi spiragli, per quanto fragili, possono rappresentare punti di luce e di speranza. Spero che possa ritrovarsi in queste mie parole. Saluti
nonostante il suo tormento, avverto il suo coraggio e la forza di non demordere, ma anzi di attivarsi per chiedere ancora aiuto. Come lei stessa suggerisce, il suo stato d’animo e le difficoltà fisiche potrebbero essere legate a un prolungato stress psico-fisico. Se fosse vero lo eviti!
Ancora: la invito a esplorare dentro di sé, nonostante le esperienze terapeutiche poco felici e questo periodo così difficile, se ci siano stati momenti – anche brevi – in cui si è sentita accolta, o in cui ha percepito una piccola apertura, una vicinanza a sé stessa.
Questi spiragli, per quanto fragili, possono rappresentare punti di luce e di speranza. Spero che possa ritrovarsi in queste mie parole. Saluti
Buonasera,
lei parla di reflusso e di bruciore allo stomaco, che sono condizioni che possono essere create da situazioni stressanti protratte nel tempo. E' possibile che questa sia la causa di quello che sta vivendo, anche perché emerge che l'ultimo periodo è stato caratterizzato da eventi significativi e da cambiamenti rilevanti che, comprensibilmente, l'hanno destabilizzata.
Credo che lei si debba "ricostruire" e che i pensieri autodistruttivi e disfattisti derivino dalla stanchezza che prova nel doversi mettere in gioco nuovamente, come se lo avesse già dovuto fare troppe volte.
Sembra, però, che lei sia riuscita in più occasioni a superare situazioni di difficile gestione e che ne sia uscita a testa alta: questo significa che ha le energie per poterle sostenere e affrontare e la capacità di reinventarsi; aspetti importanti e non scontati.
In questa situazione, potrebbe essere importante per lei trovare un luogo e un tempo che possa sentire realmente suoi e che siano liberi da ricordi dolorosi. Questo spazio potrebbe essere quello del setting terapeutico, dove potrebbe essere accolta da una persona che non sia giudicante e che possa davvero "incontrarla". Credo che valga la pena provare!
lei parla di reflusso e di bruciore allo stomaco, che sono condizioni che possono essere create da situazioni stressanti protratte nel tempo. E' possibile che questa sia la causa di quello che sta vivendo, anche perché emerge che l'ultimo periodo è stato caratterizzato da eventi significativi e da cambiamenti rilevanti che, comprensibilmente, l'hanno destabilizzata.
Credo che lei si debba "ricostruire" e che i pensieri autodistruttivi e disfattisti derivino dalla stanchezza che prova nel doversi mettere in gioco nuovamente, come se lo avesse già dovuto fare troppe volte.
Sembra, però, che lei sia riuscita in più occasioni a superare situazioni di difficile gestione e che ne sia uscita a testa alta: questo significa che ha le energie per poterle sostenere e affrontare e la capacità di reinventarsi; aspetti importanti e non scontati.
In questa situazione, potrebbe essere importante per lei trovare un luogo e un tempo che possa sentire realmente suoi e che siano liberi da ricordi dolorosi. Questo spazio potrebbe essere quello del setting terapeutico, dove potrebbe essere accolta da una persona che non sia giudicante e che possa davvero "incontrarla". Credo che valga la pena provare!
Lei capirà che non voglio dare un mio parere sull’operato di colleghi anche se mi è chiaro il fatto che non devo e non voglio dare suggerimenti alle pazienti. Quello che cerco di fare sempre è di stare a fianco della paziente perché capisca meglio quello che accade nella sua vita. E’ lei che devi capire e non io. Ho apprezzato molto il fatto che abbia cercato un confronto psicologico in vari periodi della sua vita e con professionisti diversi. Mi contatti pure se vuole. Buona serata
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