Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni fidanzato da un anno e mezzo con una ragazza di 26 anni. Entr

24 risposte
Buongiorno, sono un ragazzo di 27 anni fidanzato da un anno e mezzo con una ragazza di 26 anni. Entrambi lavoratori, in più io anche studente.
Diciamo che noi come coppia non abbiamo mai vissuto quella fase di innamoramento che si vive inizialmente, questo a causa soprattutto dei nostri caratteri diversi che si sono spesso scontrati.
Abbiamo vissuto mesi difficili in cui non ero mai convinto che potesse essere la ragazza giusta per me e questo mi portava ad avere atteggiamenti sbagliati (come il darle poco affetto o giudicare spesso i suoi comportamenti), portandomi due volte a interrompere la relazione.
Siamo ritornati insieme un mese dopo l'ultima rottura e da quel giorno non ci siamo più lasciati, nonostante continuiamo a scontrarci numerose volte. Un nostro grande difetto è che non sappiamo litigare, tendiamo a sputarci tante brutte parole, mancandoci di rispetto e pentendocene subito dopo.
Io credo che lei non mi ascolti, ad esempio quando le chiedo spazio per studiare dopo essere tornato dal lavoro, perché ahimè ho le ore contate per studiare e il tempo è poco. Comincia a rinfacciarmi il fatto di ignorarla e di non voler mai fare cose (materiali) con lei, quando spesso e volentieri ho messo da parte me stesso per uscire, condividendo tantissime esperienze (come ad esempio weekend fuori o viaggio all'estero). Diverse volte gliel'ho fatto notare, mi dice che mi lascerà spazio, ma qualche giorno dopo ci ricasca di nuovo.
Questo suo atteggiamento non fa altro che portarmi ulteriore stress al periodo che già sto vivendo tra lavoro e università, sembra come se non le importasse delle mie cose personali, del fatto di lasciarmi spazio. E questo a lungo andare mi sta pesando molto, soprattutto in vista di una prossima convivenza.
Non riesco a capire se sia davvero lei la persona che voglio al mio fianco, perché in alcune occasioni si è dimostrata davvero eccezionale, (ad esempio durante un mio brutto momento economico non mi ha mai fatto pesare nulla), altre invece sembra così diversa dal tipo di persona che vorrei al mio fianco, non essendo capace di darmi sempre serenità e rispettare i miei spazi.
Vorrei capire se sia davvero il momento di mollare la presa una volta per tutte o continuare a sbatterci la testa. Perché entrambi vogliamo che le cose funzionino, ma puntualmente ritorniamo sempre a litigare ed a giudicarci e questo non mi fa essere sereno.
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Salve Anonimo,

A mio parere se volete far funzionare la cosa dovete solo imparare a lavorare sulla comunicazione, e questo si apprende con un professionista quando ci sono dei problemi.

Faccio consulenze di coppia e oltre essere psicologa sono in formazione come psicosessuologa (che è una formazione molto dedicata in generale alle coppie oltre che alla sfera sessuale ).

Se volete conoscermi, scrivetemi.
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Dottssa Serena Vitale

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Buongiorno, provo a rispondere alla questione che ha portato. Nonostante le divergenze di carattere che ha spesso sottolineato, c'è stato qualcosa che l'ha spinta a restare insieme a questa ragazza (nonostante le difficoltà e i tira e molla che avete attraversato). In generale, credo non esista un essere umano uguale o perfettamente compatibile con un altro. In questo senso, ogni relazione attraversa degli scontri e delle crisi date dal fatto che due mondi diversi si incontrano e scontrano. Colpisce in positivo l'uso che lei fa del "noi" (es. "Non sappiamo litigare"), dimostrando che siete riusciti a costruire una prima identità di coppia, e che riuscite a parlare dei problemi che attraversano la vostra relazione. Trovo positivo anche il fatto che lei riesca a mettere in discussione sia se stesso che la sua compagna, sebbene in alcuni casi forse tenda un po' a polarizzare la "responsabilità" di ciascuno dei due: ad esempio, sembra darsi tutte le colpe la prima volta che vi siete lasciati ("darle poco affetto e giudicare i suoi comportamenti"); al contrario, nella situazione attuale sembra essere solo la sua compagna a portare "il problema" (non le lascia spazio, poi le promette che lo farà le prossime volte, e dopo un po' ci ricasca). Una relazione è sempre abitata da due persone, dunque eventuali problematiche sono il frutto di un determinato intreccio relazionale, piuttosto che il risultato di un comportamento individuale di uno dei due.
Al di là di tutto questo, la sua vera domanda è se questa ragazza sia la persona che vuole accanto per la vita oppure no. A mio parere, non esiste "la persona giusta" intesa come una sorta di complementarietà perfetta. Le differenze sono inevitabili in ogni tipo di relazione e, se non sono troppo accentuate, costituiscono l' essenza stessa di una relazione. Quindi credo che lei non debba valutare se la sua compagna abbia le caratteristiche della "persona giusta" per lei, ma piuttosto valutare cosa sente di essere in grado di tollerare e cosa no. Ad esempio, sente di essere disposto a trovare un compromesso tra il suo bisogno di spazio, e il bisogno della sua compagna di averla vicino più tempo? Sente di essere in grado di tollerare il fatto che la sua compagna abbia bisogni diversi dai suoi? E la sua compagna riesce a tollerare che lei non possa soddisfarla al 100%? Sono tutte domande a cui dentro se stesso deve trovare una risposta. E credo sia molto importante anche parlarne con la sua compagna, dialogare sui problemi che attraversano la relazione. Osservare anche fino a che punto la sua compagna voglia restare ferma sul proprio punto di vista o al contrario si impegni a incontrarla e a raggiungere un compromesso. Credo che, in fondo, in ogni relazione siano presenti dei compromessi. L'essenziale è che questi compromessi non ci facciano perdere troppo noi stessi nel tentativo di accontentare l' altro, e ovviamente evitare anche il rischio all' estremo opposto.
Avete mai pensato di rivolgervi a un professionista per affrontare questo tipo di problematiche?
Le auguro di stare bene e di trovare la propria strada
Dott.ssa Paola Grasso
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
comprendo la frustrazione e la fatica emotiva che questo tipo di situazione genera in lei. Le domande che si pone sono legittime; ritagliarsi spazi individuali e di coppia per riflettere sui bisogni propri e della relazione. La fatica a gestire la dimensione del conflitto è comune. Nell’incastro di coppia si intrecciano aspetti diversi: aspettative, bisogni profondi, stili di attaccamento e modalità differenti di stare nel rapporto. Vale la pena valutare la possibilità di esplorare i suoi personali vissuti da questo punto di vista, o quelli di coppia in un percorso che vi coinvolga entrambi, per capire quali siano i punti di maggiore criticità e i “trigger” relazionali che vi mettono in difficoltà. Gestire la comunicazione da questo punto di vista può essere una risorsa molto importante. Rimango a disposizione nel caso in cui desideri approfondire questo tema. Un saluto - dottoressa Paola Grasso
Buongiorno utente, grazie per aver condiviso con noi questo momento delicato della sua vita.
La gestione, all’interno della coppia, dei propri bisogni di vicinanza e di spazio personale non è semplice e può diventare, come nel suo caso, motivo di scontro quando ciò che desideriamo entra in contrasto con le aspettative e i bisogni del partner. Questo può generare sentimenti di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, specialmente quando si desidera costruire insieme una progettualità stabile.

In questi casi può essere utile intraprendere un percorso di coppia, che può rappresentare una risorsa utile non solo nei momenti in cui si pensa di interrompere la relazione, ma anche quando si desidera comprendere in profondità le dinamiche che stanno influenzando il benessere di entrambi, instaurare un dialogo in un luogo protetto e imparare modalità più funzionali per gestire i conflitti e comunicare i propri bisogni senza giudizio.
Un percorso di questo tipo può diventare un’occasione per riconoscere e valorizzare gli aspetti positivi della relazione, e lavorare allo stesso tempo sulle difficoltà che sperimentate all'interno del rapporto.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento e la saluto.

dott.ssa Ferruccio
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità la tua situazione.

Da quello che descrivi, emergono alcune difficoltà importanti nella vostra relazione:

Assenza di una fase di innamoramento iniziale, che in molte coppie crea un legame emotivo forte su cui poi costruire il rapporto; la vostra storia sembra invece essere partita subito su un terreno più complesso.

Diversità di carattere, che vi porta a scontrarvi spesso, senza riuscire a comunicare in modo costruttivo.

Modalità conflittuali molto dure, fatte di parole offensive e mancanza di rispetto reciproco, seguite da pentimento. Questo è un aspetto critico, perché litigare in modo distruttivo, senza regole o argini, finisce per logorare il legame e l’autostima di entrambi.

Bisogni personali poco ascoltati o rispettati, nel tuo caso il bisogno di spazio per studiare e ricaricarti. La tua partner sembra percepire questo tuo bisogno come un rifiuto, mentre per te è una necessità vitale. Questo porta ad una spirale di incomprensioni, rimproveri e risentimento.

Momenti in cui la relazione funziona, in cui lei si mostra presente, solidale e affettuosa, il che ti fa esitare sulla decisione di chiudere il rapporto.

Tutto questo crea una forte ambivalenza: da un lato vedi in lei qualità importanti, dall’altro ti senti stressato, frustrato, e incerto se proseguire la relazione, soprattutto in vista di un passo significativo come la convivenza.

Non esiste una risposta “giusta o sbagliata” sul rimanere o lasciare. Dipende da molti fattori: la volontà reciproca di cambiare le dinamiche tossiche, la disponibilità ad imparare a comunicare in modo più sano, e il livello di benessere o malessere che questa relazione ti sta procurando.

Alcune riflessioni che potrebbero esserti utili:

Litigare in modo rispettoso si può imparare. Non è normale né salutare offendersi pesantemente o svalutarsi durante i litigi. Una coppia può imparare modalità di confronto più funzionali, dove ognuno possa esprimere i propri bisogni senza ferire l’altro.

Ascolto e rispetto dei reciproci spazi sono fondamentali. Se lei fatica a capire il tuo bisogno di tempo per studiare, forse non è solo un problema suo, ma anche di come comunicate questi bisogni. Spesso dietro la richiesta insistente di vicinanza si nascondono insicurezze, paure di essere messi da parte o non amati.

Il “dubbio” se sia la persona giusta è normale, specie se il rapporto è stato travagliato fin dall’inizio. Ma quando il dubbio diventa costante, impedisce serenità e progettualità.

Non basta volersi bene per far funzionare una relazione: serve anche compatibilità sui valori, sulle modalità comunicative e sulla gestione dei conflitti. Altrimenti si resta intrappolati in un ciclo di rotture e ritorni.

Ti consiglio di chiederti:

Quando penso al futuro, questa relazione mi trasmette serenità o ansia?

Mi sento libero di essere me stesso?

Mi sento rispettato nei miei bisogni e valori?

Credo sia possibile, con l’aiuto giusto, cambiare queste dinamiche negative?

Il desiderio di “sbatterci ancora la testa” è comprensibile, ma ha senso solo se entrambi siete disposti a mettervi in discussione e a lavorare seriamente sul vostro modo di stare insieme.

Sarebbe molto utile e consigliato, per approfondire la situazione e comprendere meglio come procedere, rivolgersi ad uno specialista, come uno psicoterapeuta di coppia o individuale, che possa aiutarvi a fare chiarezza sui vostri sentimenti e a migliorare la comunicazione.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Linda Fusco
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno,
credo che in questo caso possa esserle utile un chiarimento su quelle che sono le sue priorità nella vita in generale ed il tipo di relazione che pensa possa essere compatibile con le sue esigenze di studio e lavoro.
Potremmo fare un colloquio conoscitivo se le fa piacere, per cercare di produrre un esame di realtà su quello che sta attraversando, ponendo l'accento sul rapporto costi/benefici della sua relazione.
Intanto la saluto, buona giornata
dott.ssa Linda Fusco, psicologa clinica.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Mi sembra che tu stia vivendo un mix di affetto profondo e frustrazione, come se da un lato lei dimostri cura nei momenti critici, dall’altro non riesca a darti lo spazio e la serenità di cui hai bisogno. Questo ti fa sentire in costante tensione, tra il desiderio di stare con lei e il bisogno di respirare un po’ di autonomia, senza sentirti in difetto. Capisco quanto possa essere doloroso: desideri una relazione solida, non una lotta continua.
Forse la domanda che emerge è: come trovare un equilibrio tra vicinanza e libertà? È importante creare insieme un modo per comunicare senza ferirsi: magari stabilire momenti specifici in cui siete aperti e comprensivi, e altri in cui ognuno rispetta i propri tempi. Chiarire cosa significa “spazio” per te, e trovare formule concrete: ad esempio, definire orari e attività accumunabili o separate. Confrontarsi non nel fuoco del litigio, ma in un contesto di calma, aiuta a prevenire scoppi di parole taglienti.
Spesso non serve mollare né continuare a sbatterci la testa, ma fermarsi un attimo per capire cosa davvero volete entrambi. La convivenza potrebbe essere una buona palestra: provare a gestire insieme le esigenze di studio, lavoro, affetto, rispetto. Se non riuscite a trovare una grammatica comune del conflitto, un percorso di coppia (anche breve) può darvi strumenti per comunicare meglio.
Nelle tue parole sento il desiderio di chiarezza: capire se lei sa sostenere non solo i momenti difficili ma anche i tuoi spazi quotidiani. Se insieme riuscite a costruire un patto di ascolto e rispetto reciproco, potrebbero esserci le basi per andare avanti. Se no, forse è davvero il momento di chiarire se vi meritate tutto questo sforzo o se serve altro.
Rimango a disposizione, qualora aveste necessità di un supporto di coppia.
Dott.ssa Martina Veracini
Psicologo, Psicologo clinico
Empoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza. Quello che racconta mostra un forte coinvolgimento emotivo e una volontà autentica di capire cosa sia meglio per lei e per la vostra relazione. Le difficoltà che descrive sono comuni in molte coppie, soprattutto quando si vivono fasi della vita molto impegnative, come nel suo caso tra lavoro e studio.
Il fatto che non abbiate vissuto una fase iniziale di "innamoramento" nel senso più classico non significa necessariamente che la relazione sia destinata a fallire; ogni coppia ha tempi e modi diversi di costruire il legame. Tuttavia, gli scontri frequenti, la mancanza di ascolto reciproco, l’uso di parole offensive nei litigi e il senso costante di frustrazione sono segnali importanti che meritano attenzione.
Ha descritto un rapporto in cui sembra esserci affetto, ma anche molta fatica, specialmente nella gestione dei bisogni individuali. È fondamentale che in una relazione ognuno si senta libero di esistere come individuo, con i propri tempi, spazi e priorità, senza che questo venga interpretato come mancanza d'amore. Quando uno dei due percepisce che i propri confini non vengono rispettati, nel tempo questo può portare a logoramento e risentimento.
È positivo che entrambi desideriate far funzionare le cose, ma voler bene non basta da solo: è essenziale anche imparare a comunicare in modo sano, rispettoso e costruttivo. La difficoltà nel "saper litigare" di cui parla può essere affrontata con l’aiuto di un percorso di coppia, dove possiate imparare a gestire meglio i conflitti, riconoscere i bisogni reciproci e costruire uno spazio di ascolto vero.
Infine, la sua domanda finale è legittima e importante: “È davvero la persona giusta?”. Non esiste una risposta immediata e definitiva, ma una riflessione approfondita che può fare partendo da alcune domande:

- Riesce a immaginare un futuro sereno con lei, nonostante le difficoltà attuali, se imparaste a comunicare meglio?
- Sente che entrambi siete davvero disposti a cambiare, e non solo a “tenere duro”?

A volte, lasciare andare non è una sconfitta, ma un atto di rispetto verso sé stessi e verso l'altro. Altre volte, invece, può essere utile fermarsi, chiedere aiuto esterno e provare a ricostruire su basi nuove.
Resto a disposizione se desidera approfondire ulteriormente queste riflessioni.
Cordialmente, dott.ssa Martina Veracini
Dott.ssa Annamaria Grifò
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, posto che non esiste la Relazione Perfetta, che le occasioni di scontro non mancano mai, che lo stress e la stanchezza fisica individuali possono causare insofferenza verso l'altro, senza che questo ne sia causa, la questione è : perchè non impegnarsi, educarsi affinchè lo Scontro diventi Confronto? Da un confronto sereno si può anche conoscere meglio l'altro, imparare dall'altro, comprenderlo oltre la superficie del quotidiano. Si è mai chiesto cosa vi tiene ancora insieme? "Perché entrambi vogliamo che le cose funzionino" lavorare insieme per la salute della coppia mi sembra già una ottima strategia. Crescere insieme richiede consapevolezza e impegno.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, la tua relazione sembra segnata da un conflitto tra il desiderio di farla funzionare e la frustrazione per queste dinamiche che si ripetono. La mancanza di una fase iniziale di innamoramento, i litigi distruttivi e la difficoltà a rispettare i reciproci bisogni (come il tuo bisogno di spazio) indicano un disequilibrio profondo. Anche se riconosci qualità importanti nella tua partner, il rapporto ti sta logorando, soprattutto ora che sei sotto pressione per studio e lavoro.

La domanda che poni:"è la persona giusta per me?" forse va ribaltata in " questa relazione può darmi il benessere di cui ho bisogno così com'è ora?" Se il rispetto, l'ascolto e la capacità di gestire i conflitti non migliorano , rischi di continuare a ‘sbatterci la testa’ senza trovare pace ( e soluzioni). Forse non si tratta di mollare per debolezza, ma di proteggerti per crescere.

Io ti consiglio un percorso da compiere con un porfessionista (da solo o in coppia), ma meglio sarebbe in questa fase da solo, che potrebbe aiutarti a fare chiarezza su ciò che desideri davvero in una relazione e a comprendere se ci siano basi solide su cui costruire, o se sia il momento di lasciar andare. pensaci seriamente un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giulia Masin
Psicologo, Psicologo clinico
Este
Caro Paziente,
quello che racconta è molto prezioso e dimostra una grande consapevolezza.

Leggere le sue parole significa entrare in contatto con un vissuto complesso ma autentico, che dimostra quanto lei stia cercando di comprendere davvero la natura del legame che sta vivendo, e soprattutto il suo posto dentro questo legame.

Quello che descrive — scontri frequenti, difficoltà nel rispettare i reciproci spazi, modalità comunicative aggressive, ma anche momenti di vicinanza e cura — è qualcosa che molte coppie vivono, soprattutto quando ci si incontra con caratteri diversi e in un periodo della vita carico di responsabilità, come il lavoro, lo studio, o l’idea di una futura convivenza.

Ha usato una parola molto significativa: "non abbiamo mai vissuto quella fase di innamoramento iniziale". Questo è un punto importante. Spesso idealizziamo l’amore come un fluire naturale e perfetto, ma ogni relazione ha una sua storia, un suo ritmo, e dei suoi nodi da sciogliere. Il vostro pare essere un legame che è nato già in salita, e che ha cercato nel tempo di trovare un suo equilibrio, tra slanci affettuosi e forti tensioni.

Il fatto che abbiate già rotto due volte, ma siate comunque tornati insieme, dice che entrambi sentite che c’è qualcosa che vale la pena di salvare. Ma allo stesso tempo, ciò che torna ciclicamente — litigi, giudizi, mancanza di spazio, bisogno di maggiore ascolto — sta segnalando che il modo in cui la relazione funziona oggi non è sostenibile a lungo termine. E questo è un campanello che non va ignorato.

Un percorso psicologico — individuale o di coppia — potrebbe aiutarla a fare chiarezza su questo. Non per forzare una direzione, ma per aiutarla a capire cosa cerca davvero in una relazione, cosa lei è disposto a costruire, e cosa invece sente che non le corrisponde più.

Hai già fatto un grande passo: non si sta accontentando, sta cercando di capire. E questa è la base da cui può partire un vero cambiamento, sia personale che di coppia.

Resto disponibile se vorrà approfondire o intraprendere un confronto.

Un caro saluto,
Giulia Masin
Psicologa clinica
Grazie per la sua condivisione. La sua è una riflessione molto lucida su una relazione che sembra essere diventata faticosa e piena di incomprensioni, nonostante l’affetto e l’impegno reciproco. Quando i conflitti si ripetono nel tempo e mancano ascolto e rispetto dei bisogni individuali, è normale sentirsi confusi e sfiniti.
Un percorso psicologico, anche breve, potrebbe aiutarla a fare chiarezza su ciò che davvero desidera e su come affrontare al meglio questa fase. Capire se vale la pena proseguire o se è il momento di lasciarsi andare con consapevolezza richiede tempo e uno spazio sicuro in cui poter riflettere.

Resto a disposizione.
Dott.ssa Emma Basilico, psicologa.
Dott.ssa Monica Grassi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buon giorno, mi sembra che alla base ci sia un problema di comunicazione. Suggerisco quindi alcuni incontri di sostegno per la coppia per lavorare su questo tema
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno,
grazie per aver condiviso in modo così sincero il suo vissuto. Quello che racconta è il racconto di una relazione che ha attraversato molto, ma che sembra ancora in bilico tra la voglia di far funzionare le cose e il peso della fatica emotiva che si accumula.

Una relazione sana non è mai priva di conflitti, ma la modalità con cui si litiga, ci si ascolta e ci si rispetta fa una grande differenza. Da ciò che scrive, emerge chiaramente che le sue richieste di spazio, equilibrio e rispetto non vengono sempre accolte. Questo, unito alla difficoltà nel comunicare senza ferirsi, può generare molta frustrazione e dubbi legittimi.

Lei è in una fase delicata della vita, con tante responsabilità e obiettivi personali da raggiungere. È importante che la relazione non diventi un ulteriore peso, ma piuttosto una risorsa, un luogo dove sentirsi accolto e supportato.

Forse in questo momento non è tanto una questione di “mollare o restare”, quanto di prendersi uno spazio di ascolto e chiarezza, anche con l’aiuto di un professionista. Un percorso — anche breve — di consulenza individuale o di coppia potrebbe aiutarla a distinguere meglio ciò che vuole, ciò che può accettare e ciò che invece mina il suo benessere.

Se sente il bisogno di fare un passo in questa direzione, può contattarmi. Sarò lieta di ascoltarla e aiutarla a mettere ordine tra tutte queste emozioni.
Un caro saluto.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver raccontato con tanta sincerità ciò che sta vivendo nella sua relazione, una situazione che traspare essere per lei molto faticosa ma anche segnata da un forte desiderio di capire e non agire d’impulso. Questo la dice lunga sul valore che lei attribuisce al legame e sul suo senso di responsabilità. Ciò che mi racconta descrive un rapporto in cui, fin dall’inizio, non c’è stato quello slancio tipico dei primi tempi, quella spinta emotiva che spesso aiuta a chiudere un occhio sui piccoli conflitti e a sopportare meglio le differenze. Quando questa fase iniziale manca o si interrompe presto, ci si ritrova a fare i conti quasi subito con la parte più impegnativa di una relazione: la gestione delle divergenze, dei bisogni diversi, della comunicazione. Non è impossibile far funzionare una coppia così, ma diventa fondamentale imparare a comunicare in modo funzionale e rispettoso, soprattutto quando i caratteri tendono a scontrarsi. Il modo in cui descrive i vostri litigi evidenzia proprio uno dei nodi principali: la difficoltà a mantenere rispetto anche nei momenti di rabbia. Questo è un punto su cui sarebbe importante lavorare, perché quando le parole diventano armi, resta sempre una ferita, anche se dopo arriva il pentimento. Nel tempo queste ferite si sommano e rischiano di consumare la fiducia reciproca. Un altro aspetto importante è il tema dello spazio personale. Lei sta attraversando una fase impegnativa: lavoro e studio insieme richiedono una grande energia mentale. È naturale che lei senta il bisogno di essere sostenuto anche attraverso il rispetto dei suoi tempi di concentrazione. Se più volte ha espresso questo bisogno ma non si sente ascoltato, è comprensibile che maturi in lei una sensazione di stress e di insoddisfazione. Allo stesso tempo, è possibile che per la sua compagna questi momenti di distanza siano vissuti come rifiuto o come segnale di scarso coinvolgimento, da qui le recriminazioni e i fraintendimenti. Il punto, quindi, non è solo “lei non mi lascia spazio” ma anche “riusciamo a capirci davvero?”. Spesso, dietro questi conflitti si nascondono paure reciproche: paura di non sentirsi amati, paura di perdere l’altro, paura di non essere importanti. In coppia, imparare a esprimere queste paure in modo autentico, senza accuse, può fare una grande differenza. È diverso dire “Non mi ascolti mai” rispetto a “Mi sento soffocato quando non riesco a studiare e ho paura di non farcela” oppure “Mi sento ignorata quando ti isoli”. Lei si chiede se mollare o insistere. È una domanda legittima, perché un rapporto non può reggersi solo sulla forza di volontà. Deve portare anche serenità, nutrire la fiducia, far sentire liberi di essere se stessi. Ma, prima di arrivare a una decisione drastica, potrebbe essere utile provare a dare a questa relazione un’opportunità concreta di cambiare rotta, ad esempio iniziando un percorso di coppia con un professionista. In uno spazio protetto e guidato, potreste imparare a comunicare in modo meno impulsivo, a litigare in modo costruttivo, a definire insieme i confini del tempo condiviso e di quello personale. A volte non è tanto una questione di “essere la persona giusta o sbagliata”, ma di imparare a stare insieme in un modo nuovo, più maturo e consapevole. Se dopo questo tentativo le cose non dovessero cambiare, allora la scelta di separarsi non sarebbe una fuga ma una decisione responsabile presa con lucidità, sapendo di aver provato davvero a costruire una base solida. Si conceda di esplorare questa possibilità. E si ricordi che una relazione sana non dovrebbe mai toglierle la possibilità di sentirsi libero di crescere, di realizzarsi, di avere i suoi spazi. La coppia è anche un luogo di appoggio reciproco, non un ostacolo ai progetti individuali. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua è una riflessione lucida e articolata, che mostra chiaramente quanto lei sia impegnato nel cercare di comprendere, prima ancora che decidere. Essere dentro a una relazione affettiva e al tempo stesso domandarsi con onestà se si è nel posto giusto, è segno di maturità e coraggio emotivo. La situazione che descrive ha contorni molto comuni a tante coppie giovani che si trovano a intrecciare vita sentimentale, lavoro, impegni di studio e la naturale ricerca di una progettualità più stabile. Questo crea inevitabilmente un carico notevole di pressioni, soprattutto quando, come nel suo caso, non c’è stato un vero “spazio protetto” per costruire con calma un’intimità affettiva fondata sulla sicurezza e sulla reciprocità.

Mi colpisce quando scrive che la vostra coppia non ha vissuto una vera fase di innamoramento. Questo non significa necessariamente che il legame non sia autentico, ma può indicare che è nato in una fase già carica di aspettative e forse anche di richieste reciproche che non hanno permesso a ciascuno di voi di “arrivare” all’altro nella propria interezza, con i propri bisogni e limiti. Lei oggi sente con chiarezza che il problema non è solo la quantità di tempo condiviso, ma la qualità dello scambio: i litigi che degenerano, la difficoltà nel sentirsi ascoltato, il bisogno di uno spazio personale che viene percepito quasi come una minaccia dall’altra parte.

Quando una relazione è segnata dalla ciclicità del conflitto e dalla difficoltà nel rispettare lo spazio dell’altro, è naturale interrogarsi su quanto ancora si possa (o si debba) insistere. È evidente che c’è affetto tra voi, così come una volontà di far funzionare le cose, ma forse ciò che manca è un terreno comune che vi consenta di affrontare i vostri conflitti in modo più maturo, meno reattivo. In una relazione sana, lo spazio personale non dovrebbe mai diventare oggetto di lotta, ma essere riconosciuto come un bisogno legittimo e vitale, soprattutto in un periodo di forte impegno come quello che sta attraversando lei.

La sua indecisione, il suo “non so se continuare a sbatterci la testa o mollare” è assolutamente comprensibile. A volte ci si lega a una persona anche per ciò che rappresenta, per i momenti belli condivisi, per la paura di non trovare altro di così “importante”. Ma quando una relazione genera più tensione che serenità e quando i tentativi di miglioramento finiscono per ripetersi senza reale cambiamento, è giusto porsi la domanda se non si stia forzando qualcosa che, purtroppo, non riesce a trovare un equilibrio naturale.

Non esiste una risposta giusta o sbagliata a questa domanda. Ma può essere molto utile lavorare con uno specialista sul significato che questa relazione ha per lei, sulle sue aspettative e sui suoi bisogni profondi, per poter decidere con maggiore chiarezza. A volte non è necessario lasciarsi subito, ma è necessario fare un passo indietro per rivedere la direzione in cui si sta andando.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Anna Faragò
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Gentile utente,
grazie per aver esposto un tema così delicato e personale.
La fase del fidanzamento è proprio il momento in cui tutte le idee, le rappresentazioni e le fantasie che si avevano rispetto ad una relazione vengono messe alla prova, nel senso che prendono forma in una relazione concreta e si confrontano con una persona reale. Spesso ciò mette in discussione ciò che si era immaginato e richiede sicuramente del tempo, nel senso che due storie, fatte di significati diversi, si incontrano.
Dal momento che il tema relazionale la attiva così tanto forse sarebbe opportuno cogliere tale segnale per avviare un percorso che possa aiutarla a comprendere meglio cosa ricerca lei a livello relazionale e cosa è disposto a mettere in gioco.
I dubbi e le domande che emergono sono del tutto comprensibili e possono essere proprio utilizzati per mettere bene a fuoco i vari elementi che riguardano la vita di coppia: Che coppia siamo? Quale coppia vorremmo costruire? Che idea di coppia ho?
Il conflitto, dunque, più che essere un segnale di chiusura della relazione può divenire il punto di partenza per mettersi in gioco ed esplorare meglio il tema della relazione di coppia.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento!
Dott.ssa Anna Faragò
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, i suoi dubbi penso siano leciti e normali. D'altra parte la sua fidanzata richiede a lei di soddisfare i suoi bisogni, immagino perchè ha anche più tempo a disposizione rispetto a lei che ha sia lavoro che studio. Principalmente sarebbe utile magari già fare un probgramma della settimana (esempio il martedì dopo lavoro studio mentre il mercoledì riesco a stare con te e ad organizzare qualcosa etc). Più siete organizzati più riuscite a non "illudervi".
Per qualunque cosa rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao anonimo,
ti ringrazio per aver condiviso in modo così sincero e aperto ciò che stai attraversando. Le tue parole raccontano un momento delicato e denso di riflessioni importanti, che toccano sia la sfera emotiva personale sia la dimensione relazionale. È del tutto comprensibile che, vivendo questa situazione, tu senta il bisogno di fare chiarezza su ciò che provi e su quale direzione possa essere più giusta per te.
Quello che esprimi – il senso di distanza, la mancanza di spazio personale e la difficoltà a ritrovare serenità nonostante l'affetto e la volontà condivisa di far funzionare la relazione – è qualcosa che merita attenzione e ascolto profondo. Anche il fatto che tu senta questa ambivalenza, tra momenti in cui la tua compagna si dimostra presente e solidale e altri in cui percepisci distanza o incomprensione, parla della complessità delle relazioni affettive, soprattutto quando ci si affaccia a un passo importante come la convivenza.
Per questo motivo, vorrei proporti due possibili percorsi di supporto:

1. Un percorso individuale di sostegno psicologico, che possa offrirti uno spazio sicuro dove esplorare e dare voce alle tue emozioni, comprendere più a fondo ciò di cui hai bisogno, cosa desideri da una relazione, e ritrovare contatto con te stesso e le tue priorità. A volte, chiarire cosa sentiamo dentro di noi è il primo passo per prendere decisioni più consapevoli.

2. Un percorso di coppia, che potrebbe essere utile per entrambi nel comprendere se, al di là delle differenze, è possibile costruire una relazione stabile e reciprocamente soddisfacente. In questo contesto, potreste lavorare insieme sul riconoscimento dei bisogni individuali, sulla comunicazione e sulla gestione dei conflitti, al fine di valutare più serenamente se proseguire il cammino insieme e come farlo.
Resto a tua completa disposizione per qualsiasi ulteriore informazione o necessità. Se vorrai, sarò felice di accompagnarti in uno di questi percorsi o semplicemente rispondere ad eventuali domande.
Un caro saluto.
Dott.ssa Giusi Somma
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per la sua condivisione.
Deve essere dura non sentirsi ascoltati all'interno di una relazione quando si esprimono i propri bisogni. Dalla sua narrazione emergono vari temi importanti che andrebbero approfonditi per poterle dare un supporto concreto.
Un aspetto su cui lavorare potrebbe riguardare l'"espressione dei propri bisogni": comunicare le proprie necessità in modo efficace all'altro e comprendere che cosa accade quando ci si sente "non ascoltati".
Un saluto,

Dott.ssa Giusi Somma

Dott.ssa Claudia Giuliani
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
dal suo racconto emerge con chiarezza un coinvolgimento affettivo sincero tra lei e la sua compagna. Tuttavia, appare altrettanto evidente una difficoltà nel riconoscimento e nella gestione dei rispettivi bisogni.
Lei riferisce di non sentirsi compreso nella necessità di avere tempo e spazio per sé, per conciliare lavoro e studio; mentre la sua compagna, da quanto descrive, sembra percepire una forma di trascuratezza e distanza emotiva.
È possibile che, in questo momento, i vostri bisogni individuali siano disallineati e che, nel tentativo reciproco di non ferire l’altro, finiate invece per alimentare ulteriormente incomprensioni e distanza.
Potrebbe essere utile, in questa fase, un momento di riflessione personale per ridefinire con maggiore chiarezza i propri bisogni, desideri e confini all’interno della relazione, così da potervi eventualmente riavvicinare in modo più consapevole e "autentico".
Se lo ritiene opportuno, le suggerisco un percorso individuale di supporto psicologico per aiutarla a mettere a fuoco le sue priorità, i suoi bisogni affettivi e le sue modalità di stare in relazione.
Saluti
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente, è chiaro che tra voi c’è affetto e una forte volontà di far funzionare le cose, ma ciò che descrivi parla anche di fatica, incomprensioni ricorrenti e difficoltà nel gestire il conflitto. La mancanza di quella fase iniziale di innamoramento che citi, unita agli scontri e ai momenti di disconnessione emotiva, può aver reso difficile costruire un legame sicuro e sereno.
Litigare in modo distruttivo e non sentirsi ascoltati, soprattutto in una fase di vita carica di impegni e stress come la tua, rischia di diventare logorante. Il fatto che tu stia pensando a una futura convivenza è importante: non va sottovalutato il peso che certi nodi, se non affrontati, potrebbero avere nella quotidianità condivisa.
Ti stai ponendo la domanda giusta: “Questa relazione mi fa stare bene nel profondo o sto cercando di salvarla a tutti i costi?”. A volte voler far funzionare una storia non basta, se le dinamiche di base non cambiano davvero.
Forse prima di decidere se mollare o restare, potresti provare a portare la coppia in uno spazio di confronto più sano, magari anche con un supporto esterno, come una consulenza di coppia. Se entrambi desiderate davvero capirvi e crescere, può fare la differenza.

In ogni caso, il tuo bisogno di spazio, rispetto e serenità è legittimo. Non ignorarlo.

Un caro saluto.
Grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sincerità la sua situazione. Dalle sue parole emerge un forte coinvolgimento affettivo, ma anche una grande fatica, legata non solo alla relazione in sé, ma al peso che essa assume nella sua vita già carica di impegni.

Quello che descrive non è raro nelle coppie che si trovano a gestire differenze caratteriali, stili comunicativi differenti e difficoltà nella gestione degli spazi personali. Il punto critico, infatti, non sembra essere solo quanto vi volete bene, ma come riuscite – o non riuscite – a stare insieme in modo sano.
Alcuni elementi su cui potrebbe riflettere:

- L'assenza di una fase iniziale di “innamoramento” potrebbe avervi privati di quella spinta idealizzante che spesso funge da “collante” iniziale. Ma questo non significa che una relazione senza slanci iniziali non possa diventare profonda. Piuttosto, va valutato quanto riuscite oggi a costruire intimità, fiducia e rispetto reciproco.

- La modalità di conflitto è un punto cruciale. Se il litigio degenera spesso in offese e mancanze di rispetto, è naturale che resti un senso di amarezza e di disconnessione. Non è tanto il fatto di litigare, ma il modo in cui lo fate a erodere il legame.

- Lei parla di spazio, di stress, di senso di colpa, ma anche di occasioni in cui ha scelto la coppia, mettendosi da parte. Questo dice che si è impegnato molto, ma che oggi comincia a chiedersi se il suo investimento stia ricevendo la giusta reciprocità.

La sua compagna ha mostrato in alcune circostanze una cura concreta e non scontata – come nel suo momento difficile economicamente – e questo è un elemento prezioso. Ma la difficoltà nel rispettare i suoi spazi rischia di compromettere quel senso di sicurezza emotiva di cui ha bisogno, soprattutto in vista di un progetto di convivenza.
In sintesi, se sente di essere bloccato in un circolo che si ripete, in cui le stesse dinamiche generano distanza e insoddisfazione, può essere utile fermarsi a valutare:

- Quanta energia sto impiegando per far funzionare questa relazione?
- Quanto spazio ho per me stesso all’interno della coppia?
- La versione di me che emerge in questa relazione mi piace, mi rappresenta?

La volontà di entrambi di “far funzionare le cose” è un buon punto di partenza. Ma a volte l’amore non basta, se manca la possibilità di costruire una comunicazione più rispettosa e uno spazio dove ciascuno si senta libero di essere se stesso.

Un percorso di coppia – anche breve – potrebbe offrirvi uno spazio neutro per esplorare queste dinamiche e capire se e come è possibile ricostruire un equilibrio.
Oppure, se sente che ha già provato tanto e che i segnali di disagio stanno diventando prevalenti, forse è legittimo anche valutare con onestà se questa relazione, per quanto importante, sia oggi sostenibile per entrambi.

Qualunque sia la direzione che sceglierà, si merita un rapporto in cui possa sentirsi compreso, rispettato e libero di essere se stesso.
Un caro saluto.

Dott.ssa Beatrice Moro
Psicologa e Sessuologa Clinica

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