Buongiorno; Sono un ragazzo di 26 anni che pratica mezzofondo da una decina d'anni, da circa 15 me

15 risposte
Buongiorno;
Sono un ragazzo di 26 anni che pratica mezzofondo da una decina d'anni, da circa 15 mesi convivo con un dolore bilaterale nella zona al di sotto del gluteo durante la corsa e quando rimango seduto per più di 30’. Il comparire della patologia è avvenuto in concomitanza all’inizio dell’attività lavorativa che mi vede seduto per più di otto ore ogni giorno (6/7).
Dopo svariate visite da professionisti sanitari (medici, fisioterapisti, osteopati), mi è stata diagnosticata una tendinopatia inserzionale degli ischio-crurali. Durante il periodo delle visite, circa 8 mesi ho proseguito l’attività sportiva con molto dolore ma senza ridurre i carichi di lavoro, senza modificare la mia routine.
Come prescritto dalla letteratura scientifica, dopo la diagnosi ho iniziato interrompendo l’attività sportiva per un periodo di 40 giorni. Dopo questo stop assieme al mio fisioterapista ho iniziato il percorso di esercizi per il recupero della funzionalità del tendine, partendo da esercizi isometrici per passare a quelli eccentrici e terminare con esercizi Energy Storage. Il tutto è stato accompagnato con 3 cicli di onde d’urto focali e massaggi di scarico nella zona degli ischio crurali per rilassare la muscolatura. In questo periodo ho corso con sedute ridotte e iniziando con corse ogni tre giorni per poi passare gradualmente a sedute giornaliere ma sempre di kilometraggio ridotto. Il dolore durante la corsa era sempre presente ma in forma lieve 3-4/10 mentre assente durante gli esercizi che sono stati eseguiti con un aumento graduale del carico.
Purtroppo, aumentando il kilometraggio negli ultimi allenamenti ho notato un irrigidimento della zona e aumento del dolore durante la corsa e nello stare seduto. Praticamente mi ritrovo a una situazione simile a quella di partenza. Temo che continuando la situazione possa solo peggiorare.
Come dovrei comportarmi?
C’è qualcosa di errato nel mio percorso?
Il fatto di stare a lungo seduto è impattante sulla patologia o ne è solo un sintomo?
La situazione può essere recuperata o devo considerare la degenerazione dei tendini e quindi di smettere l’attività?
Qualcuno è esperto in questa patologia nei runner che mi possa aiutare?
Grazie per la disponibilità
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Salve
Avrei necessità di avere maggiori informazioni. Mi invii il suo numero di telefono su questo sito.
Senza impegno economico
Grazie

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Dott.ssa Alessia Conforti
Fisioterapista
Bari
Salve. Del suo racconto, ritengo sia rilevante quanto lei stesso attribuisca l'insorgere della patologia all'inizio dell'attività lavorativa. Solitamente, all'origine di una patologia vi è un trauma, una lesione. Penso che nel suo caso il trauma sia stato dare inizio ad un'attività lavorativa che lo allontanava dagli standard fisici e di performance ai quali era abituato e che di fatto costituivano la sua routine. Anche cambiare routine di colpo e senza essere preparati può costituire un trauma per il nostro organismo. Al di là del suo percorso riabilitativo-ri-educativo, che da quanto racconta sembra impeccabile, la mancanza forse è avvenuta quando ha sottovalutato quanto avrebbe sofferto il suo fisico (inteso nel senso di φύσις, dal greco, natura, essenza del suo essere) a modificare i parametri della sua routine di pratica sportiva. Il tendine è una robusta struttura fibrosa che lega i muscoli alle ossa o ad altre strutture di inserzione. La sua attività lavorativa, con la nuova routine, non ha continuato ad ancorare lei e la sua pratica sportiva, proprio come farebbe il tendine legando il muscolo alla struttura portante. In questi casi, il primo passo deve avvenire attraverso la presa di consapevolezza e il ristabilire un nuovo equilibrio. Se vuole approfondire l'argomento posso inizialmente supportarla in un breve consulto online gratuito. Se desidera può inviarmi un messaggio per accordarci.
Spero di essere stata chiara nelle mie riflessioni.
Cordiali saluti
Alessia C
Buonasera, premesso che per darle un giudizio corretto occorrerebbe una valutazione in presenza, posso dirle che il percorso che sta seguendo è corretto, ma tenga conto che i tempi di recupero per una tendinopatia possono essere lunghi, anche mesi. Il problema è spesso il carrico a cui viene sottoposto il tendine, in alcuni casi troppo, in altri poco. Lo scopo del percorso riabilitativo è proprio quello di risottoporre il tendine al giusto carico. Quindi smettere l'attività non è corretto. Segua i suggerimenti del suo fisioterapista, da quello che dice sembra che stia facendo bene. Saluti
Dott.ssa Federica Ferrero
Fisioterapista, Osteopata
Mondovì
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione e la frustrazione nel non vedere i risultati desiderati dopo un percorso riabilitativo così lungo e impegnativo. La tendinopatia inserzionale degli ischio-crurali, soprattutto in chi pratica attività come il mezzofondo, è una condizione complessa che richiede un approccio molto graduale e mirato.

Il percorso che ha intrapreso, con esercizi isometrici, eccentrici e poi quelli di Energy Storage, è corretto, così come l'integrazione con le onde d’urto e i massaggi. Tuttavia, ciò che può fare la differenza è trovare il giusto equilibrio tra carico e recupero, che è la chiave per evitare ricadute o peggioramenti. Il dolore durante la corsa indica che il tendine non è ancora completamente pronto per sostenere certi carichi, e potrebbe essere utile ridurre ulteriormente l'intensità degli allenamenti o modificare la frequenza per permettere al tendine di adattarsi meglio.

Inoltre, il fatto di stare seduto per lunghi periodi potrebbe essere un fattore aggravante. La posizione prolungata può generare tensioni nell'area degli ischio-crurali, rallentando il processo di recupero. È importante lavorare anche su questa parte, introducendo brevi pause attive durante la giornata lavorativa per ridurre la tensione accumulata.

Per quanto riguarda il rischio di degenerazione tendinea, la buona notizia è che con un piano terapeutico adeguato e tempi di recupero appropriati, è possibile recuperare completamente senza dover smettere di correre. Il percorso è lungo, ma seguendo un programma personalizzato, incentrato su un bilanciamento ottimale del carico, può tornare a correre senza dolore.

Saluti
Federica Ferrero
Buongiorno, concordo con i colleghi che le hanno risposto precedentemente. Il percorso che lei sta seguendo è quello corretto a mio avviso. E' importante considerare che possono volerci fino a 12 settimane per valutare l'efficacia del trattamento conservativo. Importante non smettere l'attività, le ultime novità scientifiche concordano sul fatto che il tendine ha bisogno di essere "caricato" mi passi il termine, in modo ottimale.
Proporrei di parlare con il suo fisioterapista sull'eventualità di ridurre il carico o l'intensità dell'attività sportiva.
Per quanto riguarda le ore al lavoro, se l'inserzione degli ischiocrurali viene compressa molto nella seduta può essere utile utilizzare un cuscino che riduca la pressione. Non credo che quello sia il fattore predominante, ma si può provare a ridurre una possibile "spina irritativa".

Cordiali Saluti Dott. Leone Gianluca
Dott. Emanuele Ciccone
Fisioterapista
Roma
Gentile paziente,
La tendinopatia inserzionale degli ischio-crurali è una condizione comune tra i runner e richiede un approccio graduale e preciso per il recupero, specialmente per chi come lei pratica sport di resistenza.
Analizzando il suo percorso, posso darle alcuni consigli per ottimizzare il trattamento.
1. Progressione lenta e adattata del carico
È ottimo che abbia iniziato con un programma di esercizi isometrici, eccentrici e di energy storage, ma la fase di carico progressivo va adattata con estrema cautela. Incrementare il chilometraggio troppo rapidamente può riattivare i sintomi, rallentando il recupero.
• Consiglio: Riduca leggermente il chilometraggio e monitori la tolleranza del tendine, mantenendo il dolore tra 3 e 4/10. Con un fisioterapista, potrebbe anche valutare piccole variazioni nel programma per garantire che il carico sia ottimizzato.
2. Effetto della sedentarietà prolungata
Il fatto di restare seduto per ore può comprimere il tendine e accentuare il dolore. Le evidenze mostrano che una compressione prolungata può peggiorare l’irritazione tendinea.
• Consiglio: Faccia delle brevi pause ogni 30-60 minuti durante la giornata lavorativa. Questo le permetterà di ridurre la pressione sul tendine e potrebbe alleviare i sintomi.
3. Esercizi mirati
può integrare nel suo programma:
• Bridge isometrico: Ottimo per attivare i muscoli posteriori senza sovraccaricare. Mantenga la posizione per 20-30 secondi per 3-4 serie.
• Plank inverso: Rinforza senza eccessivo carico. Mantenga la posizione per 20-30 secondi.
• Nordic Hamstring assistito: Inginocchiato, abbassandosi lentamente in avanti con il controllo della discesa. Ottimo esercizio eccentrico, ma richiede cautela.
In conclusione, con una gestione bilanciata e progressiva, basata su esercizi, pause attive e un eventuale supporto terapeutico, potrà continuare il recupero. Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Buongiorno,
Il suo percorso riabilitativo sembra coerente e ben strutturato. Tuttavia l'andamento dei sintomi non è sempre una linea dritta verso l'assenza di dolore, è invece una sinusoide che può avere alti e bassi. È importante distaccarsi dall'idea "più dolore ho maggiore è il danno" perché dolore e lesione sono scarsamente correlati. Probabilmente ha aumentato troppo precocemente il kilometraggio, probabilmente ha caricato troppo con gli esercizi, probabilmente non sta dormendo bene, probabilmente sta subendo un periodo di stress. Tanti sono i fattori che possono predisporre ad un aumento dei sintomi. Quello che è importante però è che niente è irrecuperabile, siamo fatti per guarire. Continui con fiducia la sua riabilitazione, continui con gli esercizi a caricare progressivamente sulle strutture sintomatiche e se possibile durante le giornate di lavoro si imponga delle pause di poche minuti ogni ora in modo da potersi alzare e cambiare posizione.
Vedrà che presto ne verrà fuori.
Cordialmente
Dott. Maurizio Di Benedetto
Psicologo, Fisioterapista, Posturologo
Monza
Buongiorno, le consiglio un’approfondimento posturale attraverso una visita posturologica informazionale, così da evidenziare eventuali adattamenti disfunzionali posturali in atto e correggerli (esempio ma non solo.. il controllo del passo, perché se cammina male la corsa non potrà che essere il risultato di quel modo di camminare) . Quindi bisogna valutare come guida - utilizza la sua macchina corpo, non lavorando solo sull’infiammazione, ma anche su cosa innesca a livello corporeo quell’infiammazione.

A disposizione
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno, da quello che racconta il fisioterapista che l'ha seguito sembrerebbe aver fatto un ottimo lavoro. Sicuramente il collega le avrà detto che nelle problematiche tendine è possibile avere dei "Flare up", ovvero delle riacutizzazioni. Probabilmente l'aumento del chilometraggio ha comportato un carico sui tendini che non erano ancora pronti a sopportare, oppure in quel momento non era predisposto a sopportare quel carico a causa di stress o scarso riposo per farle degli esempi.
Le consiglio quindi di stare tranquillo e di sentire il fisioterapista che saprà darle i giusti consigli ed eventualmente rivalutarla per capire se tutto sta andando come dovrebbe.
Salve, per quello che posso dirle riguardo la mia esperienza è che un problema di tendinite a maggior ragione bilaterale non compare mai senza una ragione o una causa di tipo traumatico.
Sarebbe da indagare maggiormente nel suo passato clinico (disfunzioni viscerali, traumi/fratture, distorsioni croniche alle caviglie.
Dott.ssa Teresa Castiglione
Osteopata, Fisioterapista
Catania
Salve, dalla sua descrizione penso che possa trattarsi di una disfunzione del coccige, in questo caso le consiglio una valutazione osteopata .
L'errore più grande è stato quello di rimanere fermo 40 giorni, il metodo migliore per risolvere patologie tendinee è quello di dare carico al tendine facendo esercizi con un carico adeguato alla situazione. Il tendine una volta degenerato rimane tale, ma non vuole assolutamente dire che non sia in grado di performare come un tendine sano, non c'è correlazione tra la capacità di carico del tendine e il suo aspetto disomogeneo/degenerato
Il percorso da lei fatto mi pare buono sia come progressione sia come intensità. <l'unica cosa che si potrebbe valutare è un analisi della corsa così da capire se c'è qualcosa in particolare che va a sovraccaricare l'inserzione del tendine.
Dott.ssa Michela Morincasa
Fisioterapista, Osteopata, Ostetrica
Roma
Buongiorno,

Comprendo la frustrazione che stai vivendo a causa della persistente tendinopatia.

Volevo chiederti se avessi fatto una valutazione del distretto Lombo-Addomino-Pelvico visto le strette interconnessioni:

La biomeccanica del bacino, della colonna lombare e dell'area addominale gioca un ruolo cruciale nella funzionalità degli ischiocrurali. Disfunzioni o debolezze in queste regioni possono aumentare lo stress sui tendini degli ischiocrurali, contribuendo allo sviluppo o al perpetuarsi della tendinopatia.
Volevo assicurarmi che il tuo fisioterapista avesse escluso uno squilibrio derivante da un distretto più lontano come quello della mandibola. Si, perchè un disequilibrio occlusale o una disfunzione dell’ATM potrebbe alterare la posizione del bacino, generando un carico anomalo sugli ischiocrurali e contribuendo alla loro sofferenza tendinea.
Alcuni studi suggeriscono che una malocclusione può creare adattamenti compensatori, portando a tensioni miofasciali lungo il tratto lombare e pelvico, influenzando indirettamente la dinamica del cammino e della corsa.
Se hai una disfunzione temporo-mandibolare (DTM), potrebbe essere utile una valutazione da parte di un dentosofo o di un professionista specializzato nell'integrazione occluso-posturale, per verificare eventuali correlazioni con la tua problematica.

Considerazioni sul Tuo Percorso Riabilitativo:

Il tuo approccio, che ha incluso un periodo di riposo seguito da esercizi isometrici, eccentrici e di energy storage, è in linea con le attuali evidenze scientifiche. Tuttavia, l'aumento del dolore con l'incremento del chilometraggio suggerisce che il tendine potrebbe non essere ancora pronto per carichi elevati. È fondamentale che la progressione del carico sia attentamente monitorata e adattata alla tolleranza individuale del tendine ma la causa potrebbe non essere locale bensì altrove.
La posizione seduta prolungata sicuramente può contribuire alla compressione e all'irritazione dei tendini ischiatici, aggravando la tendinopatia. È consigliabile fare pause regolari durante la giornata lavorativa per ridurre la pressione sui tendini e favorire la circolazione, prova anche a lavorare seduto alla fitball.
Collaborare con il tuo fisioterapista per adattare gli esercizi, assicurandoti che la progressione del carico sia graduale e in linea con la tua tolleranza al dolore sarebbe sicuramente la via migliore.
Considerare una valutazione completa del distretto lombo-addomino-pelvico per identificare eventuali disfunzioni che possano contribuire al sovraccarico dei tendini ischiocrurali.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o approfondimenti.

Un saluto, Michela
Buongiorno, grazie per aver descritto così nel dettaglio la sua situazione: è evidente che ha affrontato il problema con serietà e che ha già seguito un percorso molto strutturato.

La tendinopatia inserzionale degli ischiocrurali nei runner è una condizione notoriamente lenta da recuperare, perché i tendini della tuberosità ischiatica:
• sono molto sollecitati nella corsa, soprattutto nel mezzofondo,
• reagiscono male a carichi troppo variabili,
• non gradiscono né lo stop prolungato né gli aumenti rapidi,
• vengono irritati dalla posizione seduta prolungata, che comprime l’inserzione (quindi sì: la sedentarietà è un fattore rilevante).

Il percorso che ha seguito (stop iniziale, isometrici → eccentrici → energy storage, onde d’urto) è corretto e allineato alla letteratura.
Il fatto che il dolore fosse 3–4/10 durante la corsa non è un problema di per sé; il segnale più importante è come la zona risponde nelle 24–48 ore successive.
Se con l’aumento del chilometraggio compaiono rigidità e riacutizzazione, significa che il carico è salito troppo in fretta per lo stato attuale del tendine, anche se gli esercizi venivano eseguiti bene.

Questa non è una “degenerazione irreversibile”, né implica smettere di correre: significa semplicemente che il tendine non è ancora pronto per certi volumi/carichi.

Cosa succede spesso in questi casi
• Il tendine tollera gli esercizi in palestra (carichi controllati).
• Tollerava brevi corse.
• Con l’aumento dei km torna l’irritazione perché lo storage & release ad alta velocità non è ancora adeguato.

È uno schema molto tipico.

Cosa fare di solito in questi casi
1. Ridurre temporaneamente il carico di corsa, ma senza interromperla del tutto.
Correre entro un dolore “accettabile” (2–3/10) e che rientra entro le 24 ore.
2. Rivalutare gli esercizi energy storage: forse servono più settimane con carichi esplosivi moderati prima di aumentare velocità e chilometri.
3. Lavorare sulla seduta prolungata:
• pause ogni 30 minuti,
• cuscino che scarica la tuberosità ischiatica,
• alternare seduto/in piedi.
L’irritazione da compressione è uno dei motivi principali della recidiva.
4. Controllare bacino, anca e glutei:
spesso la tendinopatia non è solo un problema del tendine, ma del modo in cui il bacino controlla il movimento.
5. Prevedere una progressione più lenta del previsto: i tendini inserzionali richiedono tempi più lunghi rispetto a quelli del corpo.

Un punto fondamentale

La tendinopatia è recuperabile.
Richiede, però, un percorso che:
• non sia lineare,
• sia adattato giorno per giorno,
• rispetti la tolleranza del tendine,
• e includa un equilibrio tra carico e scarico.

Non deve assolutamente pensare di smettere di correre: serve solo una progressione calibrata.

Una valutazione specifica con un fisioterapista esperto in running e tendinopatie può aiutarla a capire esattamente quale parte del carico sta creando il problema, così da ritornare al suo livello senza continue ricadute.

Resto a disposizione per approfondire.

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