Buongiorno, sono un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico che ha sempre fatto molta fatica
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Buongiorno, sono un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico che ha sempre fatto molta fatica nell'avere relazioni sociali e soffro di depressione circa dal 2015 anno in cui ho cominciato con una terapia psicologica unita ad una con farmaci antidepressivi. Continuo tutt'ora essendo in cura in un ambulatorio che tratta nello specifico il mio disturbo. Ho sempre passato i miei fine settimana a casa e il sabato pure sempre a casa fin da ragazzino. Qualche amico me lo sono fatto, credo che già questo sia abbastanza un miracolo e soprattutto sempre con un pizzico di aiuto da parte di altre persone. Attualmente frequento un'associazione con cui ho trovato un gruppo per andare in montagna ma a parte le uscite "comandate" non si combina nulla e so già che se provassi a proporre qualcosa sarebbe sempre un no (e ancora questo mi rode parecchio perché ci vedo molto opportunismo). Gli amici che ho al di fuori, due in tutto, per diverse ragioni che non ho chiare del tutto, si fanno sentire e vedere poco nonostante la mia grande disponibilità, che io comunico apertamente nei loro confronti, ma che viene poco o molto poco corrisposta. Questo mi genera una rabbia e soprattutto una frustrazione esagerata. Per me è comprensibile che uno possa avere impegni e cose varie, ma mi hanno insegnato che le cose si fanno sempre in due e onestamente non so più dove sbattere la testa. Ho tanto tempo libero che vorrei condividere con loro ma c'è sempre qualcosa che lo impedisce, con scuse e giustificazioni di mille tipi e mi sono parecchio stancato. Il mio psicologo sostiene che comunque ho fatto tanti passi avanti, che sicuramente ho delle buone potenzialità e che nella vita adulta bisogna tenere conto di tante variabili, oltre al fatto che dovrei provare ad allargare le conoscenze. Detto sinceramente ho l'impressione che queste amicizie non siano così vere come le vedo io. Alternative al momento non ne ho. Ho anche sempre fatto vacanze solamente con i miei genitori per mancanza di alternative, cercando anche di vederci dei lati positivi nel fatto che andassi in dei bei posti, ma a 26 anni sento l'esigenza di crearmi delle opportunità per conto mio e non più con i genitori che ti corrono dietro. Abito da solo e ho pure difficoltà economiche, non avendo uno stipendio alto e avendo delle spese molto alte. Sono molto stanco di sentirmi dire che adesso è così e nel futuro chissà, ho bisogno di nuovi stimoli e nuove opportunità, ho avuto troppe delusioni da persone che pur nella buona fede hanno sempre dato priorità ad altro o ad altre persone... Consigli da darmi?
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e lucidità la tua esperienza. Dalle tue parole emerge chiaramente quanto tu abbia lavorato su te stesso, affrontando un percorso complesso con coraggio e determinazione. Vivere con un disturbo dello spettro autistico comporta spesso una maggiore fatica nel costruire e mantenere relazioni sociali, eppure sei riuscito a creare dei legami e a cercare attivamente opportunità di contatto con gli altri. Questo è un segno importante della tua forza interiore.
La frustrazione che esprimi rispetto alle amicizie è più che comprensibile: sentire di dare molto e ricevere poco in cambio può generare rabbia, delusione e un senso di solitudine profonda. A volte, anche se le intenzioni degli altri non sono cattive, le loro scelte o priorità possono comunque ferirci, soprattutto quando investiamo tanto nella relazione.
Hai già fatto diversi passi importanti: partecipi a un’associazione, abiti da solo, sei coinvolto in un percorso psicoterapeutico e segui una cura farmacologica. Sono conquiste di valore, che purtroppo non sempre riescono a colmare il bisogno umano e legittimo di condivisione, autonomia e riconoscimento da parte degli altri.
Il desiderio di maggiore indipendenza, anche nelle vacanze, e la volontà di costruire una rete sociale più soddisfacente, sono segnali che indicano una fase di crescita personale e un bisogno di cambiamento. È importante ascoltare questi bisogni e provare a trasformarli in azioni, per quanto piccole, che possano aprire a nuove esperienze. Allargare il proprio contesto sociale, come ti è stato suggerito, può essere difficile, ma non impossibile: frequentare corsi, attività culturali o gruppi di interesse specifico può aumentare la probabilità di incontrare persone più affini e autenticamente motivate a costruire un rapporto reciproco.
Tuttavia, è altrettanto fondamentale imparare a tutelarsi dalle relazioni che fanno sentire svalutati, prendendo consapevolezza che a volte non è questione di colpa, ma di incompatibilità nei bisogni e nei modi di stare in relazione.
Per affrontare meglio questi aspetti, per elaborare le delusioni e costruire strategie personalizzate che ti aiutino a sentirti più soddisfatto e valorizzato nella tua vita relazionale, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e lucidità la tua esperienza. Dalle tue parole emerge chiaramente quanto tu abbia lavorato su te stesso, affrontando un percorso complesso con coraggio e determinazione. Vivere con un disturbo dello spettro autistico comporta spesso una maggiore fatica nel costruire e mantenere relazioni sociali, eppure sei riuscito a creare dei legami e a cercare attivamente opportunità di contatto con gli altri. Questo è un segno importante della tua forza interiore.
La frustrazione che esprimi rispetto alle amicizie è più che comprensibile: sentire di dare molto e ricevere poco in cambio può generare rabbia, delusione e un senso di solitudine profonda. A volte, anche se le intenzioni degli altri non sono cattive, le loro scelte o priorità possono comunque ferirci, soprattutto quando investiamo tanto nella relazione.
Hai già fatto diversi passi importanti: partecipi a un’associazione, abiti da solo, sei coinvolto in un percorso psicoterapeutico e segui una cura farmacologica. Sono conquiste di valore, che purtroppo non sempre riescono a colmare il bisogno umano e legittimo di condivisione, autonomia e riconoscimento da parte degli altri.
Il desiderio di maggiore indipendenza, anche nelle vacanze, e la volontà di costruire una rete sociale più soddisfacente, sono segnali che indicano una fase di crescita personale e un bisogno di cambiamento. È importante ascoltare questi bisogni e provare a trasformarli in azioni, per quanto piccole, che possano aprire a nuove esperienze. Allargare il proprio contesto sociale, come ti è stato suggerito, può essere difficile, ma non impossibile: frequentare corsi, attività culturali o gruppi di interesse specifico può aumentare la probabilità di incontrare persone più affini e autenticamente motivate a costruire un rapporto reciproco.
Tuttavia, è altrettanto fondamentale imparare a tutelarsi dalle relazioni che fanno sentire svalutati, prendendo consapevolezza che a volte non è questione di colpa, ma di incompatibilità nei bisogni e nei modi di stare in relazione.
Per affrontare meglio questi aspetti, per elaborare le delusioni e costruire strategie personalizzate che ti aiutino a sentirti più soddisfatto e valorizzato nella tua vita relazionale, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Ciao e grazie per aver condiviso con così tanta onestà la tua vita e le tue emozioni. È chiaro che stai facendo un grande sforzo per costruire relazioni, mantenere legami e cercare un equilibrio nella tua vita nonostante le difficoltà.
Le emozioni che descrivi: rabbia, frustrazione, senso di solitudine, sono comprensibili, soprattutto quando si sente di dare tanto e ricevere poco in cambio. Il tuo desiderio di vivere relazioni più autentiche e di avere una maggiore indipendenza è legittimo e molto importante.
Hai già fatto tanti passi avanti, come ti ha detto anche il tuo psicologo, e questo dimostra forza, determinazione e voglia di migliorarti. Allo stesso tempo, è giusto che tu voglia essere ascoltato e supportato in modo concreto nel trovare nuove opportunità e modi per sentirti più realizzato.
Può darsi che hai perso la giusta sintonia con il tuo psicologo, quindi se lo desideri, possiamo fissare un colloquio per conoscerci meglio e lavorare insieme su come affrontare queste fatiche e costruire un percorso che sia più in linea con i tuoi bisogni e desideri. Sono a disposizione per qualsiasi informazione, puoi scrivermi quando vuoi per prenotare un appuntamento. Sono disponibile anche per terapie online, un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Ti mando un caro saluto e ti auguro intanto buona giornata.
Le emozioni che descrivi: rabbia, frustrazione, senso di solitudine, sono comprensibili, soprattutto quando si sente di dare tanto e ricevere poco in cambio. Il tuo desiderio di vivere relazioni più autentiche e di avere una maggiore indipendenza è legittimo e molto importante.
Hai già fatto tanti passi avanti, come ti ha detto anche il tuo psicologo, e questo dimostra forza, determinazione e voglia di migliorarti. Allo stesso tempo, è giusto che tu voglia essere ascoltato e supportato in modo concreto nel trovare nuove opportunità e modi per sentirti più realizzato.
Può darsi che hai perso la giusta sintonia con il tuo psicologo, quindi se lo desideri, possiamo fissare un colloquio per conoscerci meglio e lavorare insieme su come affrontare queste fatiche e costruire un percorso che sia più in linea con i tuoi bisogni e desideri. Sono a disposizione per qualsiasi informazione, puoi scrivermi quando vuoi per prenotare un appuntamento. Sono disponibile anche per terapie online, un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Ti mando un caro saluto e ti auguro intanto buona giornata.
Buongiorno, potrebbe essere utile redigere una lista di attività piacevoli che le permettano di "uscire" dalle solite attività e che potenzialmente creino nuove opportunità di conoscenza e di "sfida". Tanto per fare esempi: corso di yoga, di cucina, di meditazione o qualcosa che lei sa possa in qualche modo piacerle e magari ampliare la sfera delle sue frequentazioni. Buona giornata.
Dal messaggio che manda si intuisce quanto lo stabilire un contatto con gli altri sia importante per lei in questo momento al fine di darsi nuovi stimoli, fare vacanze senza i genitori ecc. Le opportunità per conoscere nuove persone ci sono ma il problema è la delusione che nutre verso le persone che già ha conosciuto e con le quali si frequenta. Sembra dare per scontato che non le diano le giuste attenzioni, che non la valorizzino o apprezzino quando con più probabilità queste hanno la loro agenda da rispettare. Le capita spesso di pensare di non essere degno delle attenzioni degli altri? Di non essere importante per loro? Forse su questo vale la pena soffermarsi.
Gent.mo,
grazie per aver raccontato con tanta chiarezza e sensibilità la sua situazione.
Comprendo bene la frustrazione e la fatica che prova: investire nelle relazioni e sentirsi poco ricambiato può essere molto doloroso, soprattutto quando il bisogno di connessione è forte e sincero. È già un segnale di grande resilienza il fatto che, nonostante le difficoltà sociali, lei abbia cercato e creato opportunità di relazione.
Spesso, nella vita adulta, le amicizie possono cambiare forma o frequenza e questo, per chi ha già affrontato tante sfide, può risultare ancora più pesante. Il desiderio di autonomia e di costruire spazi personali fuori dalla famiglia è sano e merita attenzione.
Le propongo di valutare, con il suo terapeuta, percorsi o gruppi dedicati ad adulti con esperienze simili alla sua, per ampliare il suo contesto sociale con persone che possano davvero comprenderla e ricambiare con la stessa disponibilità.
Non è solo, e con i giusti passi potrà trovare nuove possibilità.
Cordiali saluti,
dott. Abate
grazie per aver raccontato con tanta chiarezza e sensibilità la sua situazione.
Comprendo bene la frustrazione e la fatica che prova: investire nelle relazioni e sentirsi poco ricambiato può essere molto doloroso, soprattutto quando il bisogno di connessione è forte e sincero. È già un segnale di grande resilienza il fatto che, nonostante le difficoltà sociali, lei abbia cercato e creato opportunità di relazione.
Spesso, nella vita adulta, le amicizie possono cambiare forma o frequenza e questo, per chi ha già affrontato tante sfide, può risultare ancora più pesante. Il desiderio di autonomia e di costruire spazi personali fuori dalla famiglia è sano e merita attenzione.
Le propongo di valutare, con il suo terapeuta, percorsi o gruppi dedicati ad adulti con esperienze simili alla sua, per ampliare il suo contesto sociale con persone che possano davvero comprenderla e ricambiare con la stessa disponibilità.
Non è solo, e con i giusti passi potrà trovare nuove possibilità.
Cordiali saluti,
dott. Abate
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che sia molto legittimo il senso di stanchezza, frustrazione e rabbia che prova per la sua situazione: credo che sia assolutamente sensato alla sua età volersi costruire una rete sociale soddisfacente e volersi emancipare dai suoi genitori, sia economicamente che nel tempo libero, per costruirsi una vita sua. Ci sono una serie di cose pratiche che sicuramente si può pensare di poter fare, che possono sembrare banali ma non lo sono, come provare a frequentare spazi diversi oltre a quello della montagna (si può capire ad esempio se sia possibile cominciare uno sport, o un corso di qualche tipo in base alle sue passioni, sia per fare nel pratico qualcosa di gratificante che occupi il suo tempo libero, sia per ampliare la possibilità di conoscere persone nuove, al di fuori della sua cerchia attuale, che possano avere degli interessi comuni con lei). Mi chiedo però in primis se su questa insoddisfazione la sua terapia le sta dando una mano: riesce a portare queste emozioni al suo terapeuta o alla sua terapeuta? Se ne può parlare? Credo che sia fondamentale, alla luce delle sue esigenze, poter lavorare sulle difficoltà che ha a legare con le persone, anche e soprattutto alla luce della sua diagnosi. Credo che la terapia debba essere lo spazio prediletto per poter affrontare, capire e sciogliere le proprie difficoltà, quindi il mio suggerimento è sicuramente di portare queste emozioni nello spazio terapeutico, se non l'ha già fatto, e provare a lavorarci su. Se ha provato a fare questa cosa e non si è sentito accolto, è importante che lei lo possa dire, anche eventualmente per orientarsi sulla ricerca di un professionista che possa accogliere il suo bisogno e aiutarla a lavorarci sopra. Se avesse altre domande o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno, comprendo perfettamente quanto possa essere frustrante e doloroso dedicare tempo ed energie a relazioni che sembrano non ricambiare il suo impegno, soprattutto quando l’ha portata fin qui il desiderio di costruire legami autentici. Il fatto che Lei, nonostante le difficoltà tipiche dello spettro autistico, abbia già intrapreso un percorso di cura e partecipi con regolarità a un’associazione per attività in montagna dimostra chiaramente la Sua volontà di mettersi in gioco: è già un ottimo punto di partenza.
Spesso tendiamo a investire tutto il nostro tempo libero nelle amicizie che conosciamo da tempo, sperando che si approfondiscano, ma quando la risposta è costantemente un “no” rischiamo di esaurire le nostre risorse emotive senza ottenere gratificazione. Le suggerisco allora di dedicare parte del suo tempo a nuove esperienze: potrebbe valutare corsi o laboratori—ad esempio di fotografia, teatro o lingua straniera—dove l’interesse comune faciliti la conoscenza spontanea e offra un terreno neutro in cui fare piccoli passi avanti. Anche il volontariato può essere un’ottima occasione per rinsaldare il senso di appartenenza a una comunità e incontrare persone con valori affini, senza gravare sul budget.
Nel frattempo, è utile stabilire obiettivi modesti e misurabili: non servono grandi gesti, ma semplici interazioni quotidiane, come fare un breve complimento a un conoscente o proporre un caffè per soli dieci minuti. Ogni piccolo successo, annotato su un diario dei progressi, rafforzerà la Sua autostima e le ricorderà che il cambiamento è possibile, passo dopo passo. Parallelamente, continui a coltivare le Sue passioni personali: dedicare tempo a un progetto o a un hobby non solo arricchisce la Sua vita, ma rende più facile entrare in contatto con chi condivide gli stessi interessi.
Per quanto riguarda le amicizie già in essere, Le può essere utile aprire un dialogo schietto ma rispettoso: esprima come si sente quando Le vengono respinte le proposte, senza accusare, ma condividendo il Suo bisogno di reciprocità. Spesso chi ci sta accanto non si rende conto dell’impatto delle proprie azioni, e un confronto sincero può migliorare la comprensione reciproca. Infine, la invito a continuare il percorso con il Suo psicologo, definendo insieme obiettivi specifici di socializzazione e strategie per gestire la delusione quando le cose non vanno come sperato.
Ricordi che le relazioni più autentiche nascono quando ci mostriamo per ciò che siamo, con sincerità e curiosità verso l’altro. Lei ha già dimostrato grande coraggio e determinazione: proseguendo con piccoli passi, nutrendo al contempo gli interessi personali e sperimentando nuovi contesti, incontrerà presto persone disposte a camminare al Suo fianco. Rimango a Sua disposizione per ogni ulteriore confronto.
Spesso tendiamo a investire tutto il nostro tempo libero nelle amicizie che conosciamo da tempo, sperando che si approfondiscano, ma quando la risposta è costantemente un “no” rischiamo di esaurire le nostre risorse emotive senza ottenere gratificazione. Le suggerisco allora di dedicare parte del suo tempo a nuove esperienze: potrebbe valutare corsi o laboratori—ad esempio di fotografia, teatro o lingua straniera—dove l’interesse comune faciliti la conoscenza spontanea e offra un terreno neutro in cui fare piccoli passi avanti. Anche il volontariato può essere un’ottima occasione per rinsaldare il senso di appartenenza a una comunità e incontrare persone con valori affini, senza gravare sul budget.
Nel frattempo, è utile stabilire obiettivi modesti e misurabili: non servono grandi gesti, ma semplici interazioni quotidiane, come fare un breve complimento a un conoscente o proporre un caffè per soli dieci minuti. Ogni piccolo successo, annotato su un diario dei progressi, rafforzerà la Sua autostima e le ricorderà che il cambiamento è possibile, passo dopo passo. Parallelamente, continui a coltivare le Sue passioni personali: dedicare tempo a un progetto o a un hobby non solo arricchisce la Sua vita, ma rende più facile entrare in contatto con chi condivide gli stessi interessi.
Per quanto riguarda le amicizie già in essere, Le può essere utile aprire un dialogo schietto ma rispettoso: esprima come si sente quando Le vengono respinte le proposte, senza accusare, ma condividendo il Suo bisogno di reciprocità. Spesso chi ci sta accanto non si rende conto dell’impatto delle proprie azioni, e un confronto sincero può migliorare la comprensione reciproca. Infine, la invito a continuare il percorso con il Suo psicologo, definendo insieme obiettivi specifici di socializzazione e strategie per gestire la delusione quando le cose non vanno come sperato.
Ricordi che le relazioni più autentiche nascono quando ci mostriamo per ciò che siamo, con sincerità e curiosità verso l’altro. Lei ha già dimostrato grande coraggio e determinazione: proseguendo con piccoli passi, nutrendo al contempo gli interessi personali e sperimentando nuovi contesti, incontrerà presto persone disposte a camminare al Suo fianco. Rimango a Sua disposizione per ogni ulteriore confronto.
Gentile utente, il consiglio che sento di darti è di non arrenderti alle avversità che il tuo disturbo ma anche la vita in generale propone quotidianamente. Continua la terapia è se senti di necessitare di nuove opportunità cercare con tutte le tue forze. In bocca al lupo, Dott.ssa Ramona Borla
Mi sembra che sia venuta meno la speranza e forse la fiducia nel percorso.
Occorre provare a chiederselo ed avere il coraggio di un confronto con altro professionista che possa aiutarla al cambiamento
Occorre provare a chiederselo ed avere il coraggio di un confronto con altro professionista che possa aiutarla al cambiamento
Gentile utente di mio dottore,
i temi qui riportati sono molto importanti e andrebbero condivisi in seduta con il/la terapista da cui è seguito. Potrebbero essere elementi importanti su cui soffermarsi e da cui ripartire. Continui pure il lavoro terapeutico cominciato, vedrà che con il tempo troverà le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
i temi qui riportati sono molto importanti e andrebbero condivisi in seduta con il/la terapista da cui è seguito. Potrebbero essere elementi importanti su cui soffermarsi e da cui ripartire. Continui pure il lavoro terapeutico cominciato, vedrà che con il tempo troverà le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, ti ringrazio per aver raccontato con tanta sincerità quello che stai vivendo. La fatica che descrivi è molto comprensibile, perché stai facendo un grande lavoro su di te, hai investito nelle relazioni e ora senti che questo impegno non viene ricambiato con la stessa presenza e disponibilità. Sentirsi soli, frustrati o delusi in queste situazioni non è solo legittimo, è umano.
Credo sia importante riconoscere, prima di tutto, i passi avanti che hai fatto: la terapia, l’indipendenza abitativa, la partecipazione alle attività in montagna, la capacità di creare delle relazioni, anche se complesse. Sono tutti segnali di resilienza e di coraggio. E sì, può far male vedere che nonostante tutto questo, alcune relazioni non si sviluppano come vorresti.
Hai ragione nel dire che l’amicizia è qualcosa che si costruisce in due. A volte, però, le persone non sono in grado di dare quanto noi ci aspettiamo o desideriamo, non sempre per cattiva volontà, ma per limiti loro, fasi di vita diverse o semplicemente priorità differenti. Questo non diminuisce il tuo valore, né rende meno legittima la tua delusione.
Forse può essere utile, anche con l’aiuto del tuo terapeuta, esplorare nuovi contesti in cui stringere legami: piccoli gruppi tematici, attività culturali o sportive, percorsi guidati alla socialità (esistono anche associazioni che lavorano sull’inclusione e sul tempo libero per adulti nello spettro). Anche online, ci sono realtà che favoriscono connessioni più affini, magari a partire da interessi comuni.
Infine, prova a concederti anche un po’ di sollievo dal senso di urgenza. È giusto desiderare una vita più piena e stimolante, ma non sei in ritardo, né solo. Ci sono ancora possibilità da costruire, magari in modi nuovi o inattesi, ma che possono portare relazioni più nutrienti e rispettose della tua sensibilità.
Saluti
Credo sia importante riconoscere, prima di tutto, i passi avanti che hai fatto: la terapia, l’indipendenza abitativa, la partecipazione alle attività in montagna, la capacità di creare delle relazioni, anche se complesse. Sono tutti segnali di resilienza e di coraggio. E sì, può far male vedere che nonostante tutto questo, alcune relazioni non si sviluppano come vorresti.
Hai ragione nel dire che l’amicizia è qualcosa che si costruisce in due. A volte, però, le persone non sono in grado di dare quanto noi ci aspettiamo o desideriamo, non sempre per cattiva volontà, ma per limiti loro, fasi di vita diverse o semplicemente priorità differenti. Questo non diminuisce il tuo valore, né rende meno legittima la tua delusione.
Forse può essere utile, anche con l’aiuto del tuo terapeuta, esplorare nuovi contesti in cui stringere legami: piccoli gruppi tematici, attività culturali o sportive, percorsi guidati alla socialità (esistono anche associazioni che lavorano sull’inclusione e sul tempo libero per adulti nello spettro). Anche online, ci sono realtà che favoriscono connessioni più affini, magari a partire da interessi comuni.
Infine, prova a concederti anche un po’ di sollievo dal senso di urgenza. È giusto desiderare una vita più piena e stimolante, ma non sei in ritardo, né solo. Ci sono ancora possibilità da costruire, magari in modi nuovi o inattesi, ma che possono portare relazioni più nutrienti e rispettose della tua sensibilità.
Saluti
Buongiorno,
lavoro da tempo con persone che hanno un funzionamento autistico e osservo come lo sport si riveli molto spesso uno dei contesti migliori per provare a creare delle relazioni amicali. Ci sono sport individuali (es. nuoto, pattinaggio..), pur all'interno di un gruppo con istruttore, e sport di squadra in senso stretto. La condivisione di regole e obiettivi aiuta a interagire con gli altri e, gradualmente, si possono conoscere i compagni con uscite dopo l'allenamento. Al di là dello sport, sarebbe utile considerare i suoi interessi e capire se sul territorio ci sono gruppi che si ritrovano per condividere lo stesso interesse (musica, giochi da tavolo, cinema, camminata...). Se è importante comprendere il funzionamento autistico, è fondamentale anche tenere a mente che la persona non coincide esattamente con esso: è proprio qui che resta un margine per giocare il proprio potenziale. Abbia fiducia in sè!
lavoro da tempo con persone che hanno un funzionamento autistico e osservo come lo sport si riveli molto spesso uno dei contesti migliori per provare a creare delle relazioni amicali. Ci sono sport individuali (es. nuoto, pattinaggio..), pur all'interno di un gruppo con istruttore, e sport di squadra in senso stretto. La condivisione di regole e obiettivi aiuta a interagire con gli altri e, gradualmente, si possono conoscere i compagni con uscite dopo l'allenamento. Al di là dello sport, sarebbe utile considerare i suoi interessi e capire se sul territorio ci sono gruppi che si ritrovano per condividere lo stesso interesse (musica, giochi da tavolo, cinema, camminata...). Se è importante comprendere il funzionamento autistico, è fondamentale anche tenere a mente che la persona non coincide esattamente con esso: è proprio qui che resta un margine per giocare il proprio potenziale. Abbia fiducia in sè!
Buonasera, lei vive da solo e lavora, forse questo spettro bisogna pure lasciarlo andare, le etichette a volte prendono il sopravvento condizionando la nostra realtà. Le amicizie spesso sono così come lei le narra, poi a volte capita di conoscere persone più accoglienti e interessanti, capaci di coinvolgere la sfera emotiva e quella intellettuale. Ma bisogna andare in cerca, non arrendersi, frequentare ambienti culturalmente aperti, non circoscritti. Certo questo può creare ansia. C’è qualcosa che le piace fare? Ha interessi? Non la conosco per cui posso dirle solo queste poche cose, ma per lo stile della sua lettera e per il suo vivere in maniera indipendente mi sembra che il suo psicologo dica il vero: lei ha fatto molti passi. Forse sta restando indietro, appeso alla bontà di questi amici poco presenti, perché ha paura di proseguire e andare oltre? Può darsi che abbia ancora bisogno di tempo, può saperlo solo lei.
Ciao, ti consiglio innanzitutto di condividere questo scoraggiamento con i professionisti che ti seguono, dopodichè puoi consultare il sito di Seconda Stella- con sede a Roma ed in provincia di Salerno- e provare a vedere se questa realtà, o altre simili, può fare al caso tuo. In bocca al lupo!
Gentilissimo utente,
Grazie per averci scritto!
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, come dice il suo terapeuta in età adulta ci sono molte variabili di impedimento...però come dice lei volere è anche potere. Io le suggeriei di iscriversi in palestra o anche in qualche corso di fotografia, ceramica, arte che la sua città promuove sono ottimi aiuti per favorire nuove conoscenze.
Non demorda piano piano tutto migliorerà , ha molte energie a riguardo!
Saluti cordiali
Grazie per averci scritto!
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, come dice il suo terapeuta in età adulta ci sono molte variabili di impedimento...però come dice lei volere è anche potere. Io le suggeriei di iscriversi in palestra o anche in qualche corso di fotografia, ceramica, arte che la sua città promuove sono ottimi aiuti per favorire nuove conoscenze.
Non demorda piano piano tutto migliorerà , ha molte energie a riguardo!
Saluti cordiali
Grazie per aver scritto così con sincerità e lucidità. Il tuo dolore è reale, come lo è la fatica che stai affrontando ogni giorno. E quello che racconti non è solo "una lamentela", ma una richiesta profonda di connessione, dignità e riconoscimento.
Hai già fatto un lavoro enorme, anche se oggi ti sembra poco: vivere da solo, continuare una terapia, aver costruito qualche amicizia (che già nel mondo adulto è difficile per tanti, anche neurotipici), cercare contatti, provare a proporre. E soprattutto: continuare a cercare un senso, pur nella delusione.
Detto questo, è vero: la frustrazione che provi è legittima. È estremamente doloroso quando senti che gli altri non ricambiano con la stessa apertura, che usano il tuo tempo solo in contesti strutturati o "comodi" per loro. E no, non sei "troppo sensibile". Stai solo chiedendo reciprocità, che è il cuore delle relazioni umane e l'essenza di persone con una neurodivergenza.
Alcune riflessioni pratiche e umane per te:
1. Dai voce alla selezione, non solo al bisogno. Se hai l'impressione che certe amicizie non siano vere, puoi anche lasciarle andare con rispetto. Meno, ma più autentico, può farti stare meglio.
2. Cerca spazi con affinità profonde, non solo logistiche. Se il gruppo montagna è passivo fuori dalle uscite, valuta se esistono altre realtà (associazioni, gruppi, attività culturali o artistiche, anche online) in cui sia più naturale parlare, conoscersi, costruire.
3. Prova a chiedere direttamente e in modo chiaro. A volte le persone si limitano per timidezza o perché non capiscono quanto per te sia importante. Una frase come: "Mi farebbe piacere vederti, non solo per le gite. Posso proporti una cosa semplice?" può aprire o chiudere la porta con chiarezza.
4. Non restare solo nella fatica: rivolgiti ad uno psicoterapeuta specializzato in diversi tipi di neuroatipicità.
5. Concentrati su micro-passaggi. Non devi avere un gruppo di amici intimo in poche settimane. Ma anche solo una nuova conoscenza vera, o un’attività che ti dia energia e possibilità d'incontro (scrittura, fotografia, associazionismo…), può essere un punto d’appoggio reale.
La stanchezza che esprimi è vera, e ti capisco. Ma sei vivo, attivo, e ti stai raccontando con grande onestà e coraggio. Questo, credimi, è già il primo passo per cambiare davvero qualcosa.
Hai già fatto un lavoro enorme, anche se oggi ti sembra poco: vivere da solo, continuare una terapia, aver costruito qualche amicizia (che già nel mondo adulto è difficile per tanti, anche neurotipici), cercare contatti, provare a proporre. E soprattutto: continuare a cercare un senso, pur nella delusione.
Detto questo, è vero: la frustrazione che provi è legittima. È estremamente doloroso quando senti che gli altri non ricambiano con la stessa apertura, che usano il tuo tempo solo in contesti strutturati o "comodi" per loro. E no, non sei "troppo sensibile". Stai solo chiedendo reciprocità, che è il cuore delle relazioni umane e l'essenza di persone con una neurodivergenza.
Alcune riflessioni pratiche e umane per te:
1. Dai voce alla selezione, non solo al bisogno. Se hai l'impressione che certe amicizie non siano vere, puoi anche lasciarle andare con rispetto. Meno, ma più autentico, può farti stare meglio.
2. Cerca spazi con affinità profonde, non solo logistiche. Se il gruppo montagna è passivo fuori dalle uscite, valuta se esistono altre realtà (associazioni, gruppi, attività culturali o artistiche, anche online) in cui sia più naturale parlare, conoscersi, costruire.
3. Prova a chiedere direttamente e in modo chiaro. A volte le persone si limitano per timidezza o perché non capiscono quanto per te sia importante. Una frase come: "Mi farebbe piacere vederti, non solo per le gite. Posso proporti una cosa semplice?" può aprire o chiudere la porta con chiarezza.
4. Non restare solo nella fatica: rivolgiti ad uno psicoterapeuta specializzato in diversi tipi di neuroatipicità.
5. Concentrati su micro-passaggi. Non devi avere un gruppo di amici intimo in poche settimane. Ma anche solo una nuova conoscenza vera, o un’attività che ti dia energia e possibilità d'incontro (scrittura, fotografia, associazionismo…), può essere un punto d’appoggio reale.
La stanchezza che esprimi è vera, e ti capisco. Ma sei vivo, attivo, e ti stai raccontando con grande onestà e coraggio. Questo, credimi, è già il primo passo per cambiare davvero qualcosa.
Salve caro ragazzo
beh iniziamo a vedere le "cose buone" di se stesso e degli atri come dice il suo psicologo. Notevole la sua volontà di socializzare, ma c'è tempo, ci sono altre persone ed altre possibilità oltre ai suoi amici.
Beh si potrebbe aprire a nuove attività se le va, anche vacanze in gruppo da single o gruppi di trekking oppure escursionismo oppure quello che piu' le può piacere.
L'importante è darsi spazio e non giudicare nè se stessi nè gli altri....
Buon proseguimento
beh iniziamo a vedere le "cose buone" di se stesso e degli atri come dice il suo psicologo. Notevole la sua volontà di socializzare, ma c'è tempo, ci sono altre persone ed altre possibilità oltre ai suoi amici.
Beh si potrebbe aprire a nuove attività se le va, anche vacanze in gruppo da single o gruppi di trekking oppure escursionismo oppure quello che piu' le può piacere.
L'importante è darsi spazio e non giudicare nè se stessi nè gli altri....
Buon proseguimento
Buonasera gentile utente, inizierei col dirle che il suo essere "autistico" o neurodivergente non è necessariamente una condizione di "disturbo". Visto che lei chiede dei suggerimenti posso dirle, anche se per lei potrebbe essere scontato, che potrebbe iniziare a valutare le sue caratteristiche peculiari come delle opportunità. Forse potrebbe vedere se stesso con altri occhi ponendo l'accento sui suoi punti di forza. Se ha degli interessi elettivi, questi potrebbero guidarla nella conoscenza di altre persone con interessi simili. Questa modalità porta spesso a nuove opportunità sia in senso specifico, sia in senso lato, di questo lei dice che aver bisogno. Conceda a se stesso la possibilità di vedersi come speciale e non come portatore di un disturbo, questo fa la differenza se sta cercando un'amicizia vera e di reciproco scambio.
Spero che questa mia breve risposta possa esserle di aiuto.
La saluto
D.ssa Orietta Savelli
Spero che questa mia breve risposta possa esserle di aiuto.
La saluto
D.ssa Orietta Savelli
Gentile utente, riferisci di aver tratto beneficio dai suggerimenti del terapeuta, che le hanno consentito di compiere alcuni significativi passi in avanti nel proprio percorso personale. Il professionista evidenzia la presenza di buone potenzialità, sottolineando tuttavia l'importanza nell'età adulta, di considerare una molteplicità di fattori e variabili che influenzano il funzionamento individuale. Viene inoltre suggerito di favorire un ampliamento delle esperienze e delle conoscenze, al fine di stimolare l'apertura verso nuove opportunità relazionali e di crescita, con amicizie più sincere e disponibili. Le difficoltà, in questa prospettiva, non vengono concepite esclusivamente come ostacoli, ma piuttosto come occasioni evoluti che possono fungere da stimolo per il cambiamento e per l'emergere di risorse personali non ancora pienamente riconosciute.
Un aspetto centrale riguarda il lavoro sull’autostima: è necessario promuovere una fiducia più solida in sé stessi, quale base per un processo di autorealizzazione e di autonomia. Infine, riflettendo sul valore delle relazioni amicali, che risultano fondamentali quando fondate su sincerità e autenticità, ma che non devono mai compromettere il benessere psicologico dell’individuo, il quale resta prioritario.
Cordiali saluti, Dott.ssa Carla Otilia Sno
Un aspetto centrale riguarda il lavoro sull’autostima: è necessario promuovere una fiducia più solida in sé stessi, quale base per un processo di autorealizzazione e di autonomia. Infine, riflettendo sul valore delle relazioni amicali, che risultano fondamentali quando fondate su sincerità e autenticità, ma che non devono mai compromettere il benessere psicologico dell’individuo, il quale resta prioritario.
Cordiali saluti, Dott.ssa Carla Otilia Sno
Salve, comprendo la sua frustrazione e la difficoltà che sta vivendo. La solitudine e la mancanza di connessioni autentiche possono essere davvero dolorose, soprattutto quando gli sforzi per costruire relazioni sembrano non essere ricambiati. Il fatto che lei stia cercando di migliorare la sua vita sociale è già un grande passo, anche se le risposte degli altri non sempre sono quelle che ci aspettiamo. Il suggerimento del suo psicologo di ampliare la sua rete sociale è valido, ma è comprensibile che possa essere difficile in un contesto dove le amicizie sembrano essere più di circostanza. Un'idea potrebbe essere quella di esplorare attività che la appassionano veramente, che le permettano di incontrare persone con interessi simili ai suoi. Questo potrebbe facilitare la creazione di legami più genuini e duraturi, riducendo il rischio di delusioni. Inoltre, partecipare a eventi o gruppi che non dipendano dalla disponibilità di pochi amici potrebbe aiutarla a sentirsi più stimolato e meno isolato. Rispetto alla sua situazione economica, considerare attività a basso costo o gratuite, come eventi pubblici, volontariato o corsi che possano anche migliorare le sue competenze sociali, potrebbe offrirle nuove opportunità senza pesare troppo sulle sue finanze.
La sua esigenza di indipendenza, soprattutto all'età di 26 anni, è comprensibile. Cercare di fare esperienze nuove, anche in autonomia, può essere un modo per crescere e sentirsi più soddisfatti della propria vita. Nonostante le difficoltà che sta affrontando, il suo impegno a cercare cambiamenti è già una grande risorsa. Se lo desidera, potrebbe discuterne ulteriormente con il suo psicologo per cercare insieme altre modalità che possano aiutarla ad affrontare questa fase di incertezza.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La sua esigenza di indipendenza, soprattutto all'età di 26 anni, è comprensibile. Cercare di fare esperienze nuove, anche in autonomia, può essere un modo per crescere e sentirsi più soddisfatti della propria vita. Nonostante le difficoltà che sta affrontando, il suo impegno a cercare cambiamenti è già una grande risorsa. Se lo desidera, potrebbe discuterne ulteriormente con il suo psicologo per cercare insieme altre modalità che possano aiutarla ad affrontare questa fase di incertezza.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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