Buongiorno sono un ragazzo che scrivo per un consulto in merito ad un problema che in questi ultimi
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Buongiorno sono un ragazzo che scrivo per un consulto in merito ad un problema che in questi ultimi 2 anni è diventato molto persistente. Premetto che ho avuto una vita molto travagliata fin da ragazzino.Vivo in un piccolo paesino del sud,in famiglia la situazione negli anni è divenuta molto brutta, tra malattie, varie vicissitudini,ecc.
A livello economico per errore dei miei hanno portato come conseguenza a vivere una situazione giornaliera di urla,stress
Per di più loro sono mentalmente instabili, vivono separati in casa,e mio padre beve.
Nel mio piccolo essendo in parte legato a loro ho cercato di risolvere la situazione,sacrificando me stesso, e cercando al tempo stesso piano piano di costruirmi il mio futuro, e con fatica ci sto piano piano riuscendo.
Il fatto è che da 2/3 anni sto vivendo una vita da incubo in cui mi sono ritrovato a passare mesi interi chiuso in casa senza un mezzo per muovermi, a studiare,a subirmi giorno per giorno tutte le discussioni,a sbrigarmi continuamente faccende,a saltarmi le uscite con gli amici visto che economicamente ho dovuto dipendere da tutta questa situazione e visto gli impegni!
Nonostante tutto,come ripeto,sto riuscendo ad uscire questa situazione e finalmente crearmi la mia indipendenza! ( a volte penso che qualcun altro al posto mio non reggerebbe, e forse i guai li porto anche troppo bene)
Il fatto è che da quando ho iniziato a vivere tutto questo ho iniziato a soffrire di presunti "attacchi di panico".
O meglio soffro di giramenti di testa continui,in determinate situazioni, e per di piu non riesco ad intrattenere una conversazione che mi gira la testa o parlo con la voce rotta oppure mentre che parlo la testa mi va altrove e perdo il filo del discorso o mi viene il batticuore. Sembra che non riesca più ad esprimermi o a tenere il contatto visivo!
E questa cosa mi succede anche con i familiari
Da cosa è data tutta questa situazione?
Come posso risolvere?
Tecniche di minfulness sono efficaci?
A livello economico per errore dei miei hanno portato come conseguenza a vivere una situazione giornaliera di urla,stress
Per di più loro sono mentalmente instabili, vivono separati in casa,e mio padre beve.
Nel mio piccolo essendo in parte legato a loro ho cercato di risolvere la situazione,sacrificando me stesso, e cercando al tempo stesso piano piano di costruirmi il mio futuro, e con fatica ci sto piano piano riuscendo.
Il fatto è che da 2/3 anni sto vivendo una vita da incubo in cui mi sono ritrovato a passare mesi interi chiuso in casa senza un mezzo per muovermi, a studiare,a subirmi giorno per giorno tutte le discussioni,a sbrigarmi continuamente faccende,a saltarmi le uscite con gli amici visto che economicamente ho dovuto dipendere da tutta questa situazione e visto gli impegni!
Nonostante tutto,come ripeto,sto riuscendo ad uscire questa situazione e finalmente crearmi la mia indipendenza! ( a volte penso che qualcun altro al posto mio non reggerebbe, e forse i guai li porto anche troppo bene)
Il fatto è che da quando ho iniziato a vivere tutto questo ho iniziato a soffrire di presunti "attacchi di panico".
O meglio soffro di giramenti di testa continui,in determinate situazioni, e per di piu non riesco ad intrattenere una conversazione che mi gira la testa o parlo con la voce rotta oppure mentre che parlo la testa mi va altrove e perdo il filo del discorso o mi viene il batticuore. Sembra che non riesca più ad esprimermi o a tenere il contatto visivo!
E questa cosa mi succede anche con i familiari
Da cosa è data tutta questa situazione?
Come posso risolvere?
Tecniche di minfulness sono efficaci?
Quello che racconta fa capire quanto abbia dovuto affrontare situazioni complesse e quanto questo possa aver lasciato un segno. Quando si vive a lungo in un contesto di tensione, il corpo e la mente reagiscono: i giramenti di testa, il batticuore, la difficoltà a parlare non sono stranezze, ma segnali di quanto è stato sotto pressione. Non è facile accettarlo, ma è comprensibile che il sistema nervoso cerchi di difendersi.
La mindfulness, in questo senso, non è una soluzione immediata, ma può diventare un modo per ritrovare un po’ di spazio dentro di sé. Non si tratta di “svuotare la mente”, ma di imparare a osservare quello che accade senza giudizio, come se i pensieri fossero nuvole che passano. Anche solo dedicare qualche minuto al respiro, notando l’aria che entra ed esce, o portare attenzione alle sensazioni del corpo, può aiutare a spezzare il ritmo frenetico dei pensieri. Non è facile all’inizio, ma con il tempo può diventare un’ancora nei momenti di confusione.
Se sente che tutto questo pesa troppo, parlarne con qualcuno di fiducia o con un professionista non è un segno di debolezza: è un modo per alleggerire il carico che porta da tanto. Il fatto che stia cercando di costruire la sua indipendenza dimostra una forza enorme, anche se ora può sembrare di non averne.
La mindfulness, in questo senso, non è una soluzione immediata, ma può diventare un modo per ritrovare un po’ di spazio dentro di sé. Non si tratta di “svuotare la mente”, ma di imparare a osservare quello che accade senza giudizio, come se i pensieri fossero nuvole che passano. Anche solo dedicare qualche minuto al respiro, notando l’aria che entra ed esce, o portare attenzione alle sensazioni del corpo, può aiutare a spezzare il ritmo frenetico dei pensieri. Non è facile all’inizio, ma con il tempo può diventare un’ancora nei momenti di confusione.
Se sente che tutto questo pesa troppo, parlarne con qualcuno di fiducia o con un professionista non è un segno di debolezza: è un modo per alleggerire il carico che porta da tanto. Il fatto che stia cercando di costruire la sua indipendenza dimostra una forza enorme, anche se ora può sembrare di non averne.
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Gentile utente,
come ha ben detto, non tutti avrebbero reagito come lei, con coraggio e determinazione, a una situazione di vita così disagevole e in perenne tumulto.
Questo è suo grande merito ed è un segno del suo valore e dei suoi valori, emersi proprio di fronte alle difficoltà della vita. Ma, non si può negare che lei abbia accumulato molto stress che si è cronicizzato nel tempo e ora, probabilmente, sta presentando il suo conto sotto forma di un burnout, un esaurimento di risorse mentali e fisiche.
Paradossalmente, proprio vedere la luce in fondo al tunnel e cominciare a vivere la sua vita come desidera, ha alleggerito quella pressione che la teneva sul filo del rasoio di continuo facendola reagire a ogni difficoltà. Ora che può pensare positivo e ritrovare serenità, l'organismo ha abbassato il livello di guardia ed ecco le sensazioni si spossatezza e la sensibilità emotiva che sta mostrando.
E' il tempo appropriato per prendersi cura di sé stesso, gentile utente. Di darsi quel tempo e quello spazio necessario per rigenerare forza e motivazione.
Una buona strada è coltivare le emozioni positive e prestare attenzione al bello che c'è intorno a lei, dedicarsi a piccoli ma significativi momenti di connessione e alle sue attività preferite per rilassarsi, divertirsi o sentirsi felicemente impegnato. E' il momento per vivere il presente con consapevolezza e significato. La Mindfulness può aiutarla in tal senso, senza dubbio. Le consiglio di non farlo però da auto-didatta, bensì con l'aiuto di un professionista.
Valuti un percorso psicologico di più ampio respiro che l'aiuti nella gestione emotiva, nella ricerca delle potenzialità, nella definizione degli obiettivi e nell'accrescimento dell'autostima. Un percorso di crescita personale che dia forma concreta alle innegabili doti morali, umane e di carattere che ha mostrato finora nella sua vita.
Sarei lieto di aiutarla in questo. Mi contatti pure per una consulenza conoscitiva online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
come ha ben detto, non tutti avrebbero reagito come lei, con coraggio e determinazione, a una situazione di vita così disagevole e in perenne tumulto.
Questo è suo grande merito ed è un segno del suo valore e dei suoi valori, emersi proprio di fronte alle difficoltà della vita. Ma, non si può negare che lei abbia accumulato molto stress che si è cronicizzato nel tempo e ora, probabilmente, sta presentando il suo conto sotto forma di un burnout, un esaurimento di risorse mentali e fisiche.
Paradossalmente, proprio vedere la luce in fondo al tunnel e cominciare a vivere la sua vita come desidera, ha alleggerito quella pressione che la teneva sul filo del rasoio di continuo facendola reagire a ogni difficoltà. Ora che può pensare positivo e ritrovare serenità, l'organismo ha abbassato il livello di guardia ed ecco le sensazioni si spossatezza e la sensibilità emotiva che sta mostrando.
E' il tempo appropriato per prendersi cura di sé stesso, gentile utente. Di darsi quel tempo e quello spazio necessario per rigenerare forza e motivazione.
Una buona strada è coltivare le emozioni positive e prestare attenzione al bello che c'è intorno a lei, dedicarsi a piccoli ma significativi momenti di connessione e alle sue attività preferite per rilassarsi, divertirsi o sentirsi felicemente impegnato. E' il momento per vivere il presente con consapevolezza e significato. La Mindfulness può aiutarla in tal senso, senza dubbio. Le consiglio di non farlo però da auto-didatta, bensì con l'aiuto di un professionista.
Valuti un percorso psicologico di più ampio respiro che l'aiuti nella gestione emotiva, nella ricerca delle potenzialità, nella definizione degli obiettivi e nell'accrescimento dell'autostima. Un percorso di crescita personale che dia forma concreta alle innegabili doti morali, umane e di carattere che ha mostrato finora nella sua vita.
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Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Caro ragazzo, un ambiente familiare segnato da conflitti continui, instabilità emotiva, alcolismo, responsabilità eccessive, isolamento e mancanza di risorse costituisce un fattore di stress cronico molto intenso. È totalmente comprensibile che il tuo corpo e la tua mente stiano iniziando a manifestare segnali di sovraccarico. I sintomi che descrivi rientrano in ciò che può accadere quando si vive per lungo tempo in uno stato di allerta: il sistema nervoso rimane costantemente attivato per far fronte a un ambiente imprevedibile e carico di tensione. Questa condizione può generare manifestazioni tipiche dell’ansia e dello stress prolungato, come giramenti di testa, difficoltà di concentrazione, tachicardia, sensazione di “testa vuota”, fatica a mantenere il contatto visivo, voce tremante o incerta, difficoltà a seguire un discorso. La sensazione che la mente “scappi altrove” o che si perda il filo può essere un lieve fenomeno dissociativo, comune quando lo stress supera la capacità emotiva del momento. Anche il lungo isolamento dai coetanei può contribuire a rendere più impegnativo comunicare con naturalezza, mantenere il contatto visivo e sentirsi a proprio agio nelle interazioni. È comprensibile che i sintomi emergano anche in presenza dei tuoi familiari, perché rappresentano la principale fonte di stress. Il corpo impara ad associare toni di voce alti, conflitti e imprevedibilità a una situazione di pericolo. Per questo, anche quando apparentemente non sta succedendo nulla, il tuo sistema nervoso può reagire come se dovesse difendersi: è una risposta appresa. Sebbene alcuni sintomi possano ricordare gli attacchi di panico, ciò che descrivi sembra più vicino all’ansia anticipatoria, all’ipervigilanza e a reazioni neurovegetative da stress prolungato, con possibili momenti di dissociazione o un profondo esaurimento emotivo legato al contesto familiare. La mindfulness può essere un valido supporto per ridurre l’attivazione interna, ma solitamente dà risultati migliori se inserita in un percorso psicoterapeutico. Un professionista della salute mentale può aiutarti a diminuire l’iperattivazione, affrontare il senso di responsabilità eccessiva, gestire i sintomi fisici e ritrovare sicurezza nelle relazioni. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Lagi
Dott.ssa Chiara Lagi
Buona sera, quanti anni ha?
spero sia maggiorenne e comunque va da sè che lo stato d'ansia che ha sia dovuto alla situazione familiare. Le tecniche mindfulness la possono aiutare un pò ma non saranno la sola via per ristabilirle la serenità. Serve un intervento psicodinamico come ulteriore passo dopo i primi tempi di terapia cognitivo comportamentale.
spero sia maggiorenne e comunque va da sè che lo stato d'ansia che ha sia dovuto alla situazione familiare. Le tecniche mindfulness la possono aiutare un pò ma non saranno la sola via per ristabilirle la serenità. Serve un intervento psicodinamico come ulteriore passo dopo i primi tempi di terapia cognitivo comportamentale.
Gentile utente,
vive da anni una situazione familiare molto stressante e instabile, ha dimostrato una enorme forza e resilienza e questo carico prolungato ha messo il suo sistema nervoso sotto pressione. I sintomi che descrive (giramenti di testa, voce rotta, difficoltà a parlare, batticuore, perdita del filo, fatica nel contatto visivo) sono segnali di stress cronico, non debolezza. Il suo corpo sta reagendo dopo troppo tempo passato in allerta. Mindfulness e tecniche di grounding possono aiutare a calmare il corpo, ma il passo più importante sarebbe intraprendere un percorso psicologico per elaborare ciò che ha vissuto e avere uno spazio sicuro di supporto. Immagino, però, che sarebbe problematico a livello economico, quindi le consiglio di cercare dei servizi, come l'ASL o simili, che offrano terapie gratuite o a prezzi calmierati. Resto a disposizione
vive da anni una situazione familiare molto stressante e instabile, ha dimostrato una enorme forza e resilienza e questo carico prolungato ha messo il suo sistema nervoso sotto pressione. I sintomi che descrive (giramenti di testa, voce rotta, difficoltà a parlare, batticuore, perdita del filo, fatica nel contatto visivo) sono segnali di stress cronico, non debolezza. Il suo corpo sta reagendo dopo troppo tempo passato in allerta. Mindfulness e tecniche di grounding possono aiutare a calmare il corpo, ma il passo più importante sarebbe intraprendere un percorso psicologico per elaborare ciò che ha vissuto e avere uno spazio sicuro di supporto. Immagino, però, che sarebbe problematico a livello economico, quindi le consiglio di cercare dei servizi, come l'ASL o simili, che offrano terapie gratuite o a prezzi calmierati. Resto a disposizione
Buonasera,
grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua esperienza. Da quello che scrivi, stai vivendo situazioni di forte stress e pressione quotidiana, che possono influire sul corpo e sulla mente, causando sintomi come giramenti di testa, batticuore o difficoltà a parlare e mantenere il contatto visivo.
Quello che descrivi è comprensibile, soprattutto considerando le difficoltà familiari che hai affrontato. La tua capacità di costruire piano piano la tua indipendenza dimostra già molta forza e resilienza.
Questi sintomi spesso riflettono lo stress accumulato e non sono un limite personale, ma una risposta naturale del corpo e della mente a situazioni intense. È normale sentirsi a volte sopraffatti o distanti dagli altri, anche dai familiari.
Sperimentare tecniche di mindfulness, respirazione o piccole pause di consapevolezza può aiutare a ridurre momenti di ansia o tensione e a prendersi cura di sé.
Prendere consapevolezza dei tuoi progressi, riconoscere i piccoli passi che fai ogni giorno e concederti momenti di pausa aiuta a gestire meglio il senso di tensione.
Rimango a disposizione per chiarimenti.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua esperienza. Da quello che scrivi, stai vivendo situazioni di forte stress e pressione quotidiana, che possono influire sul corpo e sulla mente, causando sintomi come giramenti di testa, batticuore o difficoltà a parlare e mantenere il contatto visivo.
Quello che descrivi è comprensibile, soprattutto considerando le difficoltà familiari che hai affrontato. La tua capacità di costruire piano piano la tua indipendenza dimostra già molta forza e resilienza.
Questi sintomi spesso riflettono lo stress accumulato e non sono un limite personale, ma una risposta naturale del corpo e della mente a situazioni intense. È normale sentirsi a volte sopraffatti o distanti dagli altri, anche dai familiari.
Sperimentare tecniche di mindfulness, respirazione o piccole pause di consapevolezza può aiutare a ridurre momenti di ansia o tensione e a prendersi cura di sé.
Prendere consapevolezza dei tuoi progressi, riconoscere i piccoli passi che fai ogni giorno e concederti momenti di pausa aiuta a gestire meglio il senso di tensione.
Rimango a disposizione per chiarimenti.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Gentile utente, la ringrazio per aver raccontato una storia così complessa. Ha dovuto affrontare per lungo tempo situazioni familiari molto stressanti, e i sintomi che descrive — giramenti di testa, difficoltà a parlare, batticuore, perdita del filo — possono essere legati a uno stato di ansia intensa o a episodi simili agli attacchi di panico, spesso conseguenti a periodi prolungati di sovraccarico emotivo.
Detto questo, è importante anche escludere cause mediche, per cui le consiglierei una visita dal medico.
Parallelamente, un percorso psicologico può aiutarla a elaborare il peso che ha portato negli anni e a gestire i sintomi d’ansia. Le tecniche di mindfulness possono essere utili come supporto, ma di solito funzionano meglio se integrate in una terapia strutturata.
Ha già dimostrato molta forza nel costruirsi la sua indipendenza: ora merita uno spazio sicuro per prendersi cura di sé.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Detto questo, è importante anche escludere cause mediche, per cui le consiglierei una visita dal medico.
Parallelamente, un percorso psicologico può aiutarla a elaborare il peso che ha portato negli anni e a gestire i sintomi d’ansia. Le tecniche di mindfulness possono essere utili come supporto, ma di solito funzionano meglio se integrate in una terapia strutturata.
Ha già dimostrato molta forza nel costruirsi la sua indipendenza: ora merita uno spazio sicuro per prendersi cura di sé.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Alcuni dei sintomi che descrive sono frequenti nei disturbi d'ansia e lei stesso parla di "presunti attacchi di panico". L'ansia deriva in genere da una paura inconscia e compito dello psicoterapeuta è individuarla ed aiutare a risolverla. Ogni situazione però è a sé, diversi potrebbero essere i motivi che le scatenerebbero l'ansia. Occorre anzitutto il racconto degli eventi di vita, delle situazioni vissute e che si stanno vivendo, i collegamenti temporali tra eventi stressanti ed insorgenza dei sintomi ecc. per ipotizzare l'origine dell'ansia. In seguito ma anche in contemporanea la Terapia Breve Strategica offre efficaci esercizi per combatterla e la Terapia della Gestalt offre un altro validissimo aiuto per gestire le relazioni che potrebbero essere implicate nel problema. E' possibile pertanto che con una Terapia Breve strategico-gestaltica lei possa risolvere il problema anche in poche sedute.
Buongiorno, la prima cosa che colpisce del suo racconto è la forza con cui sta cercando di costruirsi un futuro nonostante una quantità davvero considerevole di stress prolungato. Crescere e vivere in un contesto familiare fatto di conflitti quotidiani, instabilità emotiva, difficoltà economiche e responsabilità che non dovrebbero pesare sulle sue spalle può lasciare un segno profondo sul corpo e sulla mente. E il fatto che, nonostante tutto questo, lei stia investendo su di sé e stia cercando di uscire da quella situazione racconta chiaramente quanto sia una persona resiliente, anche se forse non sempre se ne rende pienamente conto. Quando per anni si vive in un ambiente carico di tensioni e si è costretti a restare in uno stato di allerta quasi costante, il corpo impara a reagire come se fosse sempre sotto minaccia. Con il tempo questa condizione può tradursi in sintomi come giramenti di testa, difficoltà a concentrarsi durante una conversazione, voce che trema, battito accelerato, fatica a mantenere il contatto visivo. Non è raro che queste reazioni vengano percepite come attacchi di panico, ma spesso rappresentano l’effetto di un sistema nervoso che si è abituato a vivere sopra il limite e fatica a tornare in uno stato di calma. È importante dirle che non si tratta di debolezza o di una sua incapacità. Queste reazioni sono modi con cui il corpo prova a proteggerla dopo anni di sovraccarico emotivo. Molte persone, in condizioni simili, sperimenterebbero esattamente ciò che descrive lei. Rispetto alla domanda su come uscirne, la strada migliore spesso è un lavoro graduale che aiuti a ricostruire un senso di sicurezza dentro di sé. Imparare a riconoscere cosa scatena certe sensazioni, lavorare sulla respirazione, sulla gestione dell’attenzione, sulla possibilità di esprimersi senza il timore di sbagliare. Anche esplorare il legame tra il suo vissuto familiare e le reazioni del presente può essere un passo utile, perché quando si capisce il senso di ciò che accade, si smette di viverlo come qualcosa di incontrollabile. Le tecniche di mindfulness, se usate con continuità e accompagnate da una buona guida, possono essere un supporto valido. Aiutano a ritrovare un ancoraggio, a osservare le sensazioni fisiche senza esserne travolti, a costruire un rapporto più gentile con se stessi. In alcuni casi però non bastano da sole e possono essere integrate con un percorso più ampio di comprensione e gestione dello stress accumulato negli anni. Il suo percorso verso l’indipendenza è già un grande passo. Affiancare a questo un lavoro psicologico potrebbe permetterle di recuperare quella stabilità interna che oggi sente di avere perso. E soprattutto di non sentirsi più solo dentro tutto ciò che ha sopportato finora. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
Da ciò che racconta, negli ultimi anni ha vissuto situazioni molto impegnative: tensioni familiari, responsabilità continue, poco spazio per sé e una sensazione di dover sempre “tenere insieme” tutto. È comprensibile che, dopo tanto tempo in queste condizioni, il suo corpo e la sua mente stiano iniziando a mostrare segnali di fatica.
I giramenti di testa, la voce che trema, il batticuore o la difficoltà a seguire una conversazione possono emergere quando ci troviamo per lungo tempo sotto pressione e non abbiamo la possibilità di rallentare o di prenderci cura di noi stessi. Non significa che ci sia qualcosa che “non va” in lei: significa che ha retto situazioni molto pesanti e che ora sta pagando il prezzo di tutto questo sforzo.
In un percorso psicologico potrebbe trovare uno spazio sicuro in cui comprendere meglio cosa sta accadendo e trovare modalità più leggere per affrontare ciò che vive.
Resto a disposizione,
un caro saluto
dott.ssa Elena Dati
Da ciò che racconta, negli ultimi anni ha vissuto situazioni molto impegnative: tensioni familiari, responsabilità continue, poco spazio per sé e una sensazione di dover sempre “tenere insieme” tutto. È comprensibile che, dopo tanto tempo in queste condizioni, il suo corpo e la sua mente stiano iniziando a mostrare segnali di fatica.
I giramenti di testa, la voce che trema, il batticuore o la difficoltà a seguire una conversazione possono emergere quando ci troviamo per lungo tempo sotto pressione e non abbiamo la possibilità di rallentare o di prenderci cura di noi stessi. Non significa che ci sia qualcosa che “non va” in lei: significa che ha retto situazioni molto pesanti e che ora sta pagando il prezzo di tutto questo sforzo.
In un percorso psicologico potrebbe trovare uno spazio sicuro in cui comprendere meglio cosa sta accadendo e trovare modalità più leggere per affrontare ciò che vive.
Resto a disposizione,
un caro saluto
dott.ssa Elena Dati
Cara utente,
Quando leggo ciò che stai vivendo, la prima cosa che mi arriva è quanto tu abbia portato sulle spalle per anni. A volte ci si convince che “si è abituati”, che “si va avanti comunque”, ma il corpo registra tutto… e quando finalmente si apre un piccolo spiraglio di respiro, è proprio lì che l’ansia torna più forte. Non perché sei fragile, ma perché forse, per la prima volta dopo tanto, il tuo sistema nervoso non riesce più a restare in modalità sopravvivenza.
I giramenti di testa, la difficoltà a parlare, il batticuore, la voce che trema, lo sguardo che sfugge… non sembrano segnali di qualcosa di “sbagliato” in te. Sembrano piuttosto il modo in cui il tuo corpo racconta anni di tensione, di responsabilità più grandi di te, di ambienti difficili da cui non potevi allontanarti. È come se fossi stato costretto a “tenere duro” troppo a lungo, e ora ogni piccola situazione sociale riaccendesse un allarme interno che non sai bene come spegnere.
Non è facile vivere tutto questo, soprattutto quando sembra arrivare in momenti normali, persino familiari, e ti fa sentire come se stessi “perdendo il controllo”. Ma non è così: è il tuo sistema nervoso che ha imparato a stare sempre in allerta. E questo si può comprendere, si può lavorare, si può modificare. Non è qualcosa che rimane così per sempre.
Capisco anche la tua domanda: “da dove nasce tutto questo?”. Io non posso saperlo con certezza, ma una possibilità è che tu stia vivendo gli effetti di anni di stress emotivo e relazionale accumulati, che ora trovano meno spazio dentro e premono per uscire. È una reazione umana, molto più comune e più comprensibile di quanto possa sembrare.
La mindfulness può aiutare, sì, perché insegna al corpo a stare nel presente senza farsi travolgere. Ma spesso, quando i vissuti sono profondi come i tuoi, serve anche uno spazio più ampio in cui non sentirsi soli con tutto questo. Un percorso psicologico — anche online, se per te è più pratico — può aiutarti a dare forma a ciò che ora sembra solo caos, e a costruire un posto sicuro dentro cui respirare di nuovo.
E non perché tu sia “rotto”: perché hai vissuto troppo a lungo senza un posto sicuro.
Se ti va, possiamo continuare a esplorare piano piano quello che senti. Nessuna pressione, nessuna fretta. Solo la possibilità, per la prima volta, di non dover portare tutto da solo.
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Quando leggo ciò che stai vivendo, la prima cosa che mi arriva è quanto tu abbia portato sulle spalle per anni. A volte ci si convince che “si è abituati”, che “si va avanti comunque”, ma il corpo registra tutto… e quando finalmente si apre un piccolo spiraglio di respiro, è proprio lì che l’ansia torna più forte. Non perché sei fragile, ma perché forse, per la prima volta dopo tanto, il tuo sistema nervoso non riesce più a restare in modalità sopravvivenza.
I giramenti di testa, la difficoltà a parlare, il batticuore, la voce che trema, lo sguardo che sfugge… non sembrano segnali di qualcosa di “sbagliato” in te. Sembrano piuttosto il modo in cui il tuo corpo racconta anni di tensione, di responsabilità più grandi di te, di ambienti difficili da cui non potevi allontanarti. È come se fossi stato costretto a “tenere duro” troppo a lungo, e ora ogni piccola situazione sociale riaccendesse un allarme interno che non sai bene come spegnere.
Non è facile vivere tutto questo, soprattutto quando sembra arrivare in momenti normali, persino familiari, e ti fa sentire come se stessi “perdendo il controllo”. Ma non è così: è il tuo sistema nervoso che ha imparato a stare sempre in allerta. E questo si può comprendere, si può lavorare, si può modificare. Non è qualcosa che rimane così per sempre.
Capisco anche la tua domanda: “da dove nasce tutto questo?”. Io non posso saperlo con certezza, ma una possibilità è che tu stia vivendo gli effetti di anni di stress emotivo e relazionale accumulati, che ora trovano meno spazio dentro e premono per uscire. È una reazione umana, molto più comune e più comprensibile di quanto possa sembrare.
La mindfulness può aiutare, sì, perché insegna al corpo a stare nel presente senza farsi travolgere. Ma spesso, quando i vissuti sono profondi come i tuoi, serve anche uno spazio più ampio in cui non sentirsi soli con tutto questo. Un percorso psicologico — anche online, se per te è più pratico — può aiutarti a dare forma a ciò che ora sembra solo caos, e a costruire un posto sicuro dentro cui respirare di nuovo.
E non perché tu sia “rotto”: perché hai vissuto troppo a lungo senza un posto sicuro.
Se ti va, possiamo continuare a esplorare piano piano quello che senti. Nessuna pressione, nessuna fretta. Solo la possibilità, per la prima volta, di non dover portare tutto da solo.
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Caro utente,
la situazione che sta vivendo da lungo tempo sicuramente le causa un forte stress, ma la cosa che più pesa è il fatto che sia lei a farsi carico di tutte queste problematiche responsabilizzandosi sempre di più per mettere delle pezze a dei problemi causati dai suoi genitori. Questa iper responsabilizzazione è però in parte anche costrizione, dovere che lei sente nei loro confronti, ma giustamente per contrastare tutto ciò arriva spesso il bisogno di indipendenza e libertà...come a tirare un sospiro e poter pensare un po' a sè stessi senza correre dietro a qualcuno/qualcosa. Tutto questo con il tempo può portare ad attacchi di panico, poichè l'ansia aumenta e la fatica mentale insieme a lei. L'ansia però è solo la punta dell'iceberg perchè spesso nasconde un'emozione più specifica: sarebbe dunque utile lavorare su questo e qualora non ci fosse la possibilità economica di andare privatamente da uno psicologo allora consiglio il consultorio della città più vicina a lei. Quest'ultimi danno la possibilità di tot colloqui gratuiti per affrontare un piccolo percorso psicologico: sarebbe un inizio per capire meglio cosa sta succedendo dentro di lei, ma anche uno spazio e un tempo che si dedica dove può ricaricare le energie e buttare fuori un po' di cose. Per quanta riguarda le tecniche di Mindfulness: esse possono essere utili, ma essendo pratiche specifiche servirebbe essere indirizzati da un professionista (come uno psicologo) per almeno introdurla a questo approccio e trovare gli esercizi che più fanno al caso suo. Non è detto poi che quest'ultimi funzioni, perchè spesso devono essere associati anche ad un percorso personale di conoscenza di sè stessi perchè se l'ansia è troppa allora non permette nemmeno di avere la giusta concentrazione per fare l'esercizio.
Sperando di essere stata utile le mando un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
la situazione che sta vivendo da lungo tempo sicuramente le causa un forte stress, ma la cosa che più pesa è il fatto che sia lei a farsi carico di tutte queste problematiche responsabilizzandosi sempre di più per mettere delle pezze a dei problemi causati dai suoi genitori. Questa iper responsabilizzazione è però in parte anche costrizione, dovere che lei sente nei loro confronti, ma giustamente per contrastare tutto ciò arriva spesso il bisogno di indipendenza e libertà...come a tirare un sospiro e poter pensare un po' a sè stessi senza correre dietro a qualcuno/qualcosa. Tutto questo con il tempo può portare ad attacchi di panico, poichè l'ansia aumenta e la fatica mentale insieme a lei. L'ansia però è solo la punta dell'iceberg perchè spesso nasconde un'emozione più specifica: sarebbe dunque utile lavorare su questo e qualora non ci fosse la possibilità economica di andare privatamente da uno psicologo allora consiglio il consultorio della città più vicina a lei. Quest'ultimi danno la possibilità di tot colloqui gratuiti per affrontare un piccolo percorso psicologico: sarebbe un inizio per capire meglio cosa sta succedendo dentro di lei, ma anche uno spazio e un tempo che si dedica dove può ricaricare le energie e buttare fuori un po' di cose. Per quanta riguarda le tecniche di Mindfulness: esse possono essere utili, ma essendo pratiche specifiche servirebbe essere indirizzati da un professionista (come uno psicologo) per almeno introdurla a questo approccio e trovare gli esercizi che più fanno al caso suo. Non è detto poi che quest'ultimi funzioni, perchè spesso devono essere associati anche ad un percorso personale di conoscenza di sè stessi perchè se l'ansia è troppa allora non permette nemmeno di avere la giusta concentrazione per fare l'esercizio.
Sperando di essere stata utile le mando un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buongiorno,
grazie per le informazioni, denotato un'elevato livello di consapevolezza.
Per rispondere direttamente alla tua domanda, quello della mindfulness è un percorso cui (credo) bisogna essere "predisposti". E' sicuramente utile dato che, in generale, incrementa le capacità di vivere gli eventi della vita senza rimanerne vittime.
D'altra parte penso anche che la mindfulness deve essere vista come uno strumento all'interno della cassetta degli attrezzi.
Considerando i tuoi riferimenti agli attacchi di panico e alle situazioni sociali, ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale che potrà guidarti nel rispondere alla domanda "Da cosa è data tutta questa situazione?".
Dopodiché sarà il professionista che ti seguirà a decidere quali tecniche usare e se, eventualmente, anche la mindfulness.
Ti auguro il meglio per la vita.
Dott. Giuseppe Salciarini
grazie per le informazioni, denotato un'elevato livello di consapevolezza.
Per rispondere direttamente alla tua domanda, quello della mindfulness è un percorso cui (credo) bisogna essere "predisposti". E' sicuramente utile dato che, in generale, incrementa le capacità di vivere gli eventi della vita senza rimanerne vittime.
D'altra parte penso anche che la mindfulness deve essere vista come uno strumento all'interno della cassetta degli attrezzi.
Considerando i tuoi riferimenti agli attacchi di panico e alle situazioni sociali, ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale che potrà guidarti nel rispondere alla domanda "Da cosa è data tutta questa situazione?".
Dopodiché sarà il professionista che ti seguirà a decidere quali tecniche usare e se, eventualmente, anche la mindfulness.
Ti auguro il meglio per la vita.
Dott. Giuseppe Salciarini
Buongiorno, immagino la difficoltà quotidiana che sta vivendo da anni e mi chiedo quanto le pesi dover cercare di tenere tutto in equilibrio, di essere presente per la sua famiglia e al tempo stesso provare a crearsi un suo personale futuro.
Credo di aver capito che in questi anni lei si sia fatto carico delle problematiche di tutti i componenti della sua famiglia, senza riuscire a concentrarsi sul suo benessere personale. Questo è assolutamente lecito e normale perchè il nostro modo di essere è strettamente legato alla famiglia da cui proveniamo. Ma è importante ricordarsi che non è tutto ciò che ci definisce: abbiamo la possibilità di scegliere cosa vogliamo essere, fuori e dentro la nostra famiglia.
Credo che conoscere meglio le dinamiche della sua famiglia possa esserle utile per prendere consapevolezza e riuscire ad avere delle conversazioni e relazioni più serene e soddisfacenti per se stesso.
Credo di aver capito che in questi anni lei si sia fatto carico delle problematiche di tutti i componenti della sua famiglia, senza riuscire a concentrarsi sul suo benessere personale. Questo è assolutamente lecito e normale perchè il nostro modo di essere è strettamente legato alla famiglia da cui proveniamo. Ma è importante ricordarsi che non è tutto ciò che ci definisce: abbiamo la possibilità di scegliere cosa vogliamo essere, fuori e dentro la nostra famiglia.
Credo che conoscere meglio le dinamiche della sua famiglia possa esserle utile per prendere consapevolezza e riuscire ad avere delle conversazioni e relazioni più serene e soddisfacenti per se stesso.
Da ciò che racconti, è davvero comprensibile che il tuo corpo e la tua mente stiano reagendo così. Hai retto per anni un carico emotivo enorme: tensioni familiari, responsabilità che non spettano a un ragazzo giovane, isolamento, mancanza di libertà e un continuo “essere forte” senza mai poterti fermare.
In queste situazioni, gli attacchi di panico — o i sintomi che gli somigliano — non arrivano perché sei “debole”, ma perché il tuo inconscio ti sta avvisando che qualcosa nella tua vita non può più andare avanti così. L’inconscio ha un’unica funzione: proteggerci. Quando vivi troppo a lungo in condizioni che superano i tuoi limiti, lui manda segnali forti per spingerti verso un cambiamento che, magari, razionalmente fa paura o sembra impossibile.
I giramenti di testa, la voce che si incrina, il perdere il filo del discorso o il contatto visivo non sono sintomi di un problema “medico”: sono il modo in cui il tuo corpo dice che ha bisogno di sicurezza, confini, respiro. Hai dovuto essere forte per troppo tempo, e questi segnali emergono proprio quando la forza finisce e serve una strada nuova.
Le tecniche di mindfulness possono aiutare a calmare il sistema nervoso, ma da sole non bastano: hai bisogno anche di uno spazio per elaborare ciò che hai vissuto e per capire, con l’aiuto di uno psicologo, come costruire una vita che non ti consumi più, una vita in cui non devi essere il salvatore della tua famiglia.
Hai fatto tantissimo da solo. Ora è il momento di non farcela più “da solo”, ma di prenderti cura di te con lo stesso impegno con cui hai cercato di salvare gli altri. È così che si esce davvero dalla spirale dell’ansia.
In queste situazioni, gli attacchi di panico — o i sintomi che gli somigliano — non arrivano perché sei “debole”, ma perché il tuo inconscio ti sta avvisando che qualcosa nella tua vita non può più andare avanti così. L’inconscio ha un’unica funzione: proteggerci. Quando vivi troppo a lungo in condizioni che superano i tuoi limiti, lui manda segnali forti per spingerti verso un cambiamento che, magari, razionalmente fa paura o sembra impossibile.
I giramenti di testa, la voce che si incrina, il perdere il filo del discorso o il contatto visivo non sono sintomi di un problema “medico”: sono il modo in cui il tuo corpo dice che ha bisogno di sicurezza, confini, respiro. Hai dovuto essere forte per troppo tempo, e questi segnali emergono proprio quando la forza finisce e serve una strada nuova.
Le tecniche di mindfulness possono aiutare a calmare il sistema nervoso, ma da sole non bastano: hai bisogno anche di uno spazio per elaborare ciò che hai vissuto e per capire, con l’aiuto di uno psicologo, come costruire una vita che non ti consumi più, una vita in cui non devi essere il salvatore della tua famiglia.
Hai fatto tantissimo da solo. Ora è il momento di non farcela più “da solo”, ma di prenderti cura di te con lo stesso impegno con cui hai cercato di salvare gli altri. È così che si esce davvero dalla spirale dell’ansia.
Gentile Utente,
la storia che racconta lascia emergere anni di forte sovraccarico emotivo, responsabilità precoci e un ambiente familiare instabile. I sintomi che descrive sono frequenti in condizioni di ansia intensa e possono rientrare nel quadro degli attacchi di panico o di un forte stress prolungato.
Queste reazioni non indicano fragilità, ma un organismo che da troppo tempo è in allerta e fatica a recuperare stabilità. Le tecniche di mindfulness possono certamente essere utili per regolare l’ansia e aumentare la consapevolezza corporea, ma da sole potrebbero non essere sufficienti, considerando il peso delle esperienze che ha vissuto.
Per affrontare alla radice ciò che sta sperimentando, il suggerimento è quello di valutare di intraprendere un percorso personale con un professionista, che possa aiutarla a elaborare lo stress accumulato, rafforzare le risorse interne e sostenerla nella costruzione della sua autonomia. Un caro saluto.
la storia che racconta lascia emergere anni di forte sovraccarico emotivo, responsabilità precoci e un ambiente familiare instabile. I sintomi che descrive sono frequenti in condizioni di ansia intensa e possono rientrare nel quadro degli attacchi di panico o di un forte stress prolungato.
Queste reazioni non indicano fragilità, ma un organismo che da troppo tempo è in allerta e fatica a recuperare stabilità. Le tecniche di mindfulness possono certamente essere utili per regolare l’ansia e aumentare la consapevolezza corporea, ma da sole potrebbero non essere sufficienti, considerando il peso delle esperienze che ha vissuto.
Per affrontare alla radice ciò che sta sperimentando, il suggerimento è quello di valutare di intraprendere un percorso personale con un professionista, che possa aiutarla a elaborare lo stress accumulato, rafforzare le risorse interne e sostenerla nella costruzione della sua autonomia. Un caro saluto.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso in modo così sincero la sua esperienza. Quello che descrive mostra una forza enorme: ha dovuto affrontare condizioni familiari molto pesanti, responsabilità adulte fin da giovanissimo, isolamento, stress continuo e la sensazione di dover “reggere tutto” da solo. È comprensibile che il suo corpo e la sua mente, dopo anni vissuti in questo clima, abbiano iniziato a manifestare segnali di sovraccarico.
I giramenti di testa, la voce rotta, il batticuore, la difficoltà a mantenere il contatto visivo e la sensazione di “perdere il filo” sono sintomi molto frequenti in condizioni di ansia elevata, stress cronico o veri e propri attacchi di panico. Non sono segnali di debolezza, ma il modo in cui il corpo comunica che è stato troppo a lungo in uno stato di allerta.
È possibile che la situazione familiare — le urla, la tensione, la convivenza forzata con persone emotivamente instabili, l’alcolismo del papà, il senso di responsabilità costante — l’abbia tenuto per anni in una condizione di iper-vigilanza: come se fosse sempre “pronto a difendersi”. Questo stato prolungato può alterare il modo in cui si vive il proprio corpo, le relazioni e perfino la comunicazione.
Rispetto alla sua domanda sulle tecniche di mindfulness: sì, possono essere molto utili, perché aiutano a ritrovare stabilità interna, ridurre i sintomi fisici dell’ansia e aumentare la capacità di restare presenti nel momento. Tuttavia, considerando la complessità e la profondità della sua storia, la mindfulness da sola probabilmente non è sufficiente: sarebbe molto più efficace se inserita in un percorso psicoterapeutico, che possa aiutarla a elaborare ciò che ha vissuto e a costruire nuove risorse.
La buona notizia è che ha già fatto un passo fondamentale: sta riconoscendo il problema e si sta impegnando a costruire la sua indipendenza. Questo è un segnale molto importante di resilienza.
Per comprendere meglio l’origine dei sintomi e lavorare in modo mirato su ciò che sta vivendo, le consiglio di rivolgersi a uno specialista, così da non dover più affrontare tutto da solo e poter finalmente alleggerire il peso che porta da tanti anni.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso in modo così sincero la sua esperienza. Quello che descrive mostra una forza enorme: ha dovuto affrontare condizioni familiari molto pesanti, responsabilità adulte fin da giovanissimo, isolamento, stress continuo e la sensazione di dover “reggere tutto” da solo. È comprensibile che il suo corpo e la sua mente, dopo anni vissuti in questo clima, abbiano iniziato a manifestare segnali di sovraccarico.
I giramenti di testa, la voce rotta, il batticuore, la difficoltà a mantenere il contatto visivo e la sensazione di “perdere il filo” sono sintomi molto frequenti in condizioni di ansia elevata, stress cronico o veri e propri attacchi di panico. Non sono segnali di debolezza, ma il modo in cui il corpo comunica che è stato troppo a lungo in uno stato di allerta.
È possibile che la situazione familiare — le urla, la tensione, la convivenza forzata con persone emotivamente instabili, l’alcolismo del papà, il senso di responsabilità costante — l’abbia tenuto per anni in una condizione di iper-vigilanza: come se fosse sempre “pronto a difendersi”. Questo stato prolungato può alterare il modo in cui si vive il proprio corpo, le relazioni e perfino la comunicazione.
Rispetto alla sua domanda sulle tecniche di mindfulness: sì, possono essere molto utili, perché aiutano a ritrovare stabilità interna, ridurre i sintomi fisici dell’ansia e aumentare la capacità di restare presenti nel momento. Tuttavia, considerando la complessità e la profondità della sua storia, la mindfulness da sola probabilmente non è sufficiente: sarebbe molto più efficace se inserita in un percorso psicoterapeutico, che possa aiutarla a elaborare ciò che ha vissuto e a costruire nuove risorse.
La buona notizia è che ha già fatto un passo fondamentale: sta riconoscendo il problema e si sta impegnando a costruire la sua indipendenza. Questo è un segnale molto importante di resilienza.
Per comprendere meglio l’origine dei sintomi e lavorare in modo mirato su ciò che sta vivendo, le consiglio di rivolgersi a uno specialista, così da non dover più affrontare tutto da solo e poter finalmente alleggerire il peso che porta da tanti anni.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissimo, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco quanto la tua situazione familiare e lo stress accumulato possano aver influenzato il tuo benessere, portandoti a vivere attacchi di panico, vertigini e difficoltà a mantenere la concentrazione nelle conversazioni. Questi sintomi sono spesso segnali di un carico emotivo e psicologico molto forte.
Le tecniche di mindfulness possono essere molto utili per affrontare l'ansia e migliorare la gestione dello stress, ma sarebbe utile affiancarle a un percorso psicologico vero e proprio. Lavorare su questi aspetti ti permetterà di comprendere meglio le cause di questi disagi e di trovare soluzioni per migliorare la tua qualità di vita.
Se desideri approfondire, sono a disposizione per un percorso che ti aiuti a recuperare il tuo benessere.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Teresa Romeo - Psicologa
Le tecniche di mindfulness possono essere molto utili per affrontare l'ansia e migliorare la gestione dello stress, ma sarebbe utile affiancarle a un percorso psicologico vero e proprio. Lavorare su questi aspetti ti permetterà di comprendere meglio le cause di questi disagi e di trovare soluzioni per migliorare la tua qualità di vita.
Se desideri approfondire, sono a disposizione per un percorso che ti aiuti a recuperare il tuo benessere.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Teresa Romeo - Psicologa
Gentile Utente, grazie per la sua condivisione. Prima di tutto mi sento di riconoscere quanto stia affrontando con forza una situazione difficile, che si protrae da diverso tempo. I sintomi che descrive sono riconducibili a diversi quadri; potrebbero essere l'esito dell'esposizione a situazioni molto stressanti prolungate nel tempo. Il suo corpo potrebbe essere stato a lungo in uno stato di allerta. Quindi un lavoro psicologico potrebbe concentrarsi sul suo vissuto emotivo, sul ridare un senso di sicurezza al corpo, sulla sua autonomia. Un'eventuale parte integrativa sulla midfulness potrebbe essere d'aiuto per aumentare la presenza mentale, ridurre l'iper attivazione e la consapevolezza corporea. Un caro saluto
Buongiorno,
Certamente è possibile che questi sintomi siano somatizzazioni d'ansia, ma bisognerebbe capirne l'origine, cercando prima di tutto all'interno della situazione che sta vivendo in famiglia, ma potrebbe anche non essere quello il motivo - non è detto. Quella che vive, infatti, è sicuramente una situazione stressante, ma lo stress va a influire su problematiche interne legate alla personalità, al vissuto - esasperandole e scatenando sintomi di questo tipo.
Quello che vorrei cercare di dirle è che considerare solo la situazione di per sé non serve a molto, anche perché spesso non si può modificare, almeno non come intervento tempestivo. Quindi, perché possa far sparire questi sintomi, è importante indagare come tu li vivi: il percepito. Il modo in cui lo stress si insinua tra le fessure della nostra personalità ci può dare una misura di quale approccio adottare, per esempio facendosi seguire da un professionista della salute.
Spero di esserti stato d'aiuto. Tieni duro e complimenti per quello che fai.
I miei più sinceri saluti
Certamente è possibile che questi sintomi siano somatizzazioni d'ansia, ma bisognerebbe capirne l'origine, cercando prima di tutto all'interno della situazione che sta vivendo in famiglia, ma potrebbe anche non essere quello il motivo - non è detto. Quella che vive, infatti, è sicuramente una situazione stressante, ma lo stress va a influire su problematiche interne legate alla personalità, al vissuto - esasperandole e scatenando sintomi di questo tipo.
Quello che vorrei cercare di dirle è che considerare solo la situazione di per sé non serve a molto, anche perché spesso non si può modificare, almeno non come intervento tempestivo. Quindi, perché possa far sparire questi sintomi, è importante indagare come tu li vivi: il percepito. Il modo in cui lo stress si insinua tra le fessure della nostra personalità ci può dare una misura di quale approccio adottare, per esempio facendosi seguire da un professionista della salute.
Spero di esserti stato d'aiuto. Tieni duro e complimenti per quello che fai.
I miei più sinceri saluti
Buongiorno e grazie per aver raccontato una storia così complessa e faticosa, non è affatto scontato riuscire a metterla in parole.
Quello che hai vissuto e stai vivendo è oggettivamente tanto: una famiglia con molte difficoltà, malattie, problemi economici, conflitti quotidiani, urla, stress, genitori mentalmente instabili, un padre che beve, una separazione “in casa” che rende l’atmosfera ancora più tesa. In mezzo a tutto questo tu hai cercato, nel tuo piccolo, di tenere insieme i pezzi, di prenderti cura di loro e allo stesso tempo di costruirti un futuro. È un carico enorme per una sola persona.
Il fatto che tu ti sia ritrovato per mesi chiuso in casa, senza possibilità di muoverti, immerso nello studio e nelle faccende, a rinunciare alle uscite con gli amici per motivi economici e di tempo, ti ha tenuto per molto tempo in uno stato di pressione costante. È come se fossi stato a lungo in modalità “sopravvivenza”: resistere, reggere, non crollare. E adesso il tuo corpo e la tua mente stanno presentando il conto.
I sintomi che descrivi, giramenti di testa in situazioni specifiche, difficoltà a mantenere una conversazione, voce che si spezza, testa che “va altrove”, batticuore, fatica a mantenere il contatto visivo, suonano molto come manifestazioni di ansia elevata, a volte simili agli attacchi di panico o a uno stato d’allerta costante. Non è che “non sai più parlare” o che “non sei capace di stare con gli altri”: è che il tuo sistema nervoso è come se fosse rimasto in allarme, pronto a reagire a ogni minima cosa, anche quando intorno a te non c’è un pericolo reale.
Crescendo in un contesto così instabile, è comprensibile che tu abbia imparato a osservare, a controllare, a trattenere, a “portare i guai fin troppo bene”, come dici tu. Però tutto questo ha un prezzo: il corpo, prima o poi, inizia a manifestare il peso accumulato. L’ansia, in questo senso, non è un difetto di carattere, ma una reazione a una storia molto carica.
Le tecniche di mindfulness possono essere uno strumento utile, soprattutto per imparare a rientrare nel presente, a respirare meglio, a osservare i pensieri senza esserne travolto. Ma, da sole, spesso non bastano, soprattutto quando dietro ai sintomi c’è una storia familiare così complessa e tanta responsabilità sulle tue spalle. Sarebbe importante affiancare a questi strumenti un percorso psicologico in cui tu possa raccontare con calma tutto quello che hai vissuto, esplorare il tuo funzionamento emotivo, imparare a distinguere tra ciò che ti appartiene e ciò che appartiene ai tuoi genitori, e lavorare passo dopo passo sulle situazioni che oggi ti scatenano i sintomi.
Il fatto che, nonostante tutto, tu stia riuscendo lentamente a costruirti la tua indipendenza e che tu senta perfino che “forse qualcun altro non avrebbe retto così” è un segno chiaro della tua forza. Adesso, però, è importante che quella forza non serva solo a resistere, ma anche a prenderti cura di te. Grazie ancora per aver avuto il coraggio di chiedere questo consulto.
Quello che hai vissuto e stai vivendo è oggettivamente tanto: una famiglia con molte difficoltà, malattie, problemi economici, conflitti quotidiani, urla, stress, genitori mentalmente instabili, un padre che beve, una separazione “in casa” che rende l’atmosfera ancora più tesa. In mezzo a tutto questo tu hai cercato, nel tuo piccolo, di tenere insieme i pezzi, di prenderti cura di loro e allo stesso tempo di costruirti un futuro. È un carico enorme per una sola persona.
Il fatto che tu ti sia ritrovato per mesi chiuso in casa, senza possibilità di muoverti, immerso nello studio e nelle faccende, a rinunciare alle uscite con gli amici per motivi economici e di tempo, ti ha tenuto per molto tempo in uno stato di pressione costante. È come se fossi stato a lungo in modalità “sopravvivenza”: resistere, reggere, non crollare. E adesso il tuo corpo e la tua mente stanno presentando il conto.
I sintomi che descrivi, giramenti di testa in situazioni specifiche, difficoltà a mantenere una conversazione, voce che si spezza, testa che “va altrove”, batticuore, fatica a mantenere il contatto visivo, suonano molto come manifestazioni di ansia elevata, a volte simili agli attacchi di panico o a uno stato d’allerta costante. Non è che “non sai più parlare” o che “non sei capace di stare con gli altri”: è che il tuo sistema nervoso è come se fosse rimasto in allarme, pronto a reagire a ogni minima cosa, anche quando intorno a te non c’è un pericolo reale.
Crescendo in un contesto così instabile, è comprensibile che tu abbia imparato a osservare, a controllare, a trattenere, a “portare i guai fin troppo bene”, come dici tu. Però tutto questo ha un prezzo: il corpo, prima o poi, inizia a manifestare il peso accumulato. L’ansia, in questo senso, non è un difetto di carattere, ma una reazione a una storia molto carica.
Le tecniche di mindfulness possono essere uno strumento utile, soprattutto per imparare a rientrare nel presente, a respirare meglio, a osservare i pensieri senza esserne travolto. Ma, da sole, spesso non bastano, soprattutto quando dietro ai sintomi c’è una storia familiare così complessa e tanta responsabilità sulle tue spalle. Sarebbe importante affiancare a questi strumenti un percorso psicologico in cui tu possa raccontare con calma tutto quello che hai vissuto, esplorare il tuo funzionamento emotivo, imparare a distinguere tra ciò che ti appartiene e ciò che appartiene ai tuoi genitori, e lavorare passo dopo passo sulle situazioni che oggi ti scatenano i sintomi.
Il fatto che, nonostante tutto, tu stia riuscendo lentamente a costruirti la tua indipendenza e che tu senta perfino che “forse qualcun altro non avrebbe retto così” è un segno chiaro della tua forza. Adesso, però, è importante che quella forza non serva solo a resistere, ma anche a prenderti cura di te. Grazie ancora per aver avuto il coraggio di chiedere questo consulto.
Gentile paziente,
quello che sta vivendo non è un segno di fragilità, ma la reazione naturale di un sistema nervoso che per anni è rimasto in allerta continua. Crescere in una casa con conflitti, instabilità, alcol, urla e responsabilità che non spettavano a lei ha un impatto profondo: il corpo impara a vivere in una condizione costante di iperattivazione. Quando questa tensione va avanti per tanto tempo, i sintomi che descrive sono molto comuni.
I giramenti di testa, la difficoltà a sostenere una conversazione, la voce che trema, il batticuore, la sensazione di perdere il filo e il contatto visivo non indicano un problema fisico o mentale grave. Sono segnali di ansia accumulata, di stress cronico e di esaurimento emotivo. La sua mente ha trascorso anni a “tenere insieme” tutto: famiglia, problemi, impegni, responsabilità che avrebbe dovuto condividere con adulti stabili, non portare da solo.Ora che sta iniziando a costruire la sua indipendenza, il corpo sta “mollando la presa” e manifesta tutto ciò che ha trattenuto.
È importante che lei sappia due cose.
La prima: i sintomi che descrive sono molto comuni nelle persone cresciute in famiglie altamente conflittuali o disfunzionali. Non è impazzito e non ha nulla di irreversibile.
La seconda: si può lavorare per ridurre questi sintomi e riprendere controllo sulla propria vita.
Le possono essere utili tre percorsi paralleli.
Un lavoro psicologico sul trauma relazionale, perché ciò che ha vissuto non è solo stress, ma un ambiente emotivo che lo ha sovraccaricato per anni.
Un percorso di gestione dell’ansia e dell’attivazione corporea, per imparare a riconoscere i segnali del corpo e rispondere con calma.
Tecniche di mindfulness, respirazione e grounding: sì, sono utili, ma da sole non bastano. Funzionano molto meglio se inserite in un percorso più ampio che affronti anche le radici emotive del problema.
Lei ha già fatto qualcosa di enorme: nonostante tutto, sta costruendo la sua indipendenza. Questo dimostra una forza e una resilienza che molte persone non avrebbero.
Ora può lavorare per stare meglio, perché questi sintomi non devono accompagnarla per sempre. Con il supporto giusto, possono ridursi fino a sparire.
Un caro saluto
Dott.ssa Alina Mustatea, Psicologa clinica e giuridica, Psicodiagnosta clinica e forense, Coordinatore genitoriale
Se desidera un aiuto mirato per superare ansia e stress, può prenotare una visita.
quello che sta vivendo non è un segno di fragilità, ma la reazione naturale di un sistema nervoso che per anni è rimasto in allerta continua. Crescere in una casa con conflitti, instabilità, alcol, urla e responsabilità che non spettavano a lei ha un impatto profondo: il corpo impara a vivere in una condizione costante di iperattivazione. Quando questa tensione va avanti per tanto tempo, i sintomi che descrive sono molto comuni.
I giramenti di testa, la difficoltà a sostenere una conversazione, la voce che trema, il batticuore, la sensazione di perdere il filo e il contatto visivo non indicano un problema fisico o mentale grave. Sono segnali di ansia accumulata, di stress cronico e di esaurimento emotivo. La sua mente ha trascorso anni a “tenere insieme” tutto: famiglia, problemi, impegni, responsabilità che avrebbe dovuto condividere con adulti stabili, non portare da solo.Ora che sta iniziando a costruire la sua indipendenza, il corpo sta “mollando la presa” e manifesta tutto ciò che ha trattenuto.
È importante che lei sappia due cose.
La prima: i sintomi che descrive sono molto comuni nelle persone cresciute in famiglie altamente conflittuali o disfunzionali. Non è impazzito e non ha nulla di irreversibile.
La seconda: si può lavorare per ridurre questi sintomi e riprendere controllo sulla propria vita.
Le possono essere utili tre percorsi paralleli.
Un lavoro psicologico sul trauma relazionale, perché ciò che ha vissuto non è solo stress, ma un ambiente emotivo che lo ha sovraccaricato per anni.
Un percorso di gestione dell’ansia e dell’attivazione corporea, per imparare a riconoscere i segnali del corpo e rispondere con calma.
Tecniche di mindfulness, respirazione e grounding: sì, sono utili, ma da sole non bastano. Funzionano molto meglio se inserite in un percorso più ampio che affronti anche le radici emotive del problema.
Lei ha già fatto qualcosa di enorme: nonostante tutto, sta costruendo la sua indipendenza. Questo dimostra una forza e una resilienza che molte persone non avrebbero.
Ora può lavorare per stare meglio, perché questi sintomi non devono accompagnarla per sempre. Con il supporto giusto, possono ridursi fino a sparire.
Un caro saluto
Dott.ssa Alina Mustatea, Psicologa clinica e giuridica, Psicodiagnosta clinica e forense, Coordinatore genitoriale
Se desidera un aiuto mirato per superare ansia e stress, può prenotare una visita.
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta attraversando. La storia che racconta è complessa e carica di peso emotivo: crescere in un contesto familiare instabile, con conflitti continui, difficoltà economiche e responsabilità molto più grandi della sua età, può lasciare segni profondi. Nonostante questo, ha fatto enormi passi per costruire la sua indipendenza, e questo dimostra una resilienza straordinaria, anche se forse non la percepisce pienamente. Le tecniche di mindfulness possono essere utili per calmare il corpo e riportare l’attenzione nel presente, ma spesso non sono sufficienti da sole. Danno risultati migliori se integrate in un percorso terapeutico più ampio, che le permetta di elaborare la storia che ha vissuto, il peso delle responsabilità che ha portato e il bisogno legittimo di sentirsi finalmente sostenuto.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Martina De Luca
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Martina De Luca
Buongiorno, grazie per aver raccontato con tanta chiarezza la sua situazione.
Quello che descrive non è semplicemente “stress”: è un carico emotivo ed esistenziale enorme, mantenuto negli anni, in un contesto familiare molto disfunzionale, con responsabilità che, a quanto sembra, lei ha dovuto assumere troppo presto e quasi da solo.
Non è sorprendente che il suo corpo e la sua mente abbiano iniziato a manifestare segnali di esaurimento.
1. I sintomi che descrive non indicano debolezza: indicano sovraccarico prolungato
Giramenti di testa, voce che si spezza, difficoltà a seguire un discorso, batticuore, difficoltà nel contatto visivo, testa che “va altrove”:
tutto questo è tipico di: ansia anticipatoria, stati di attivazione eccessiva del sistema nervoso (iperarousal), somatizzazione dello stress, possibili attacchi di panico o pre-panic attack.
Quando si vive per anni in un ambiente carico di tensione, urla, instabilità, responsabilità non adeguate alla propria età e mancanza di sicurezza emotiva, il sistema nervoso rimane in uno stato di “allerta permanente”.
Il corpo impara a funzionare come se fosse sempre in pericolo.
Le difficoltà nelle conversazioni e nel contatto visivo hanno un significato preciso
Non stanno parlando della sua incapacità, ma del fatto che si sente in dovere di “reggere tutto”; è sempre contratto, attento, teso; ha avuto pochissimo spazio per la leggerezza e per essere semplicemente un ragazzo
Quando il corpo è sovraccarico, anche una semplice conversazione può attivare i sintomi: il cervello interpreta tutto come “troppo”.
È importante notare una cosa: lei ha sostenuto e continua a sostenere un peso enorme
Molti ragazzi nella sua situazione avrebbero perso gli studi, si sarebbero chiusi completamente, si sarebbero lasciati andare.
Lei invece sta costruendo la sua indipendenza nonostante tutto.
Questa è una risorsa importantissima.
Da cosa può dipendere tutto questo?
Senza fare diagnosi, i tuoi sintomi sono molto compatibili con ansia generalizzata, stati ansiosi da stress cronico, attacchi di panico o pre-attacco, sovraccarico emotivo prolungato, possibile ipervigilanza derivata da ambiente familiare instabile.
Non sono sintomi “misteriosi”: sono coerenti con la storia che racconti
Cosa puoi fare concretamente?
Ti consiglierei fortemente un percorso psicoterapeutico.
Un ambiente così carico lascia segni profondi sul sistema nervoso.
Uno psicologo può aiutarti a regolare l’ansia, sciogliere la tensione costante, elaborare il ruolo che hai dovuto assumere nella tua famiglia, imparare strumenti per non perdere il contatto con te stesso.
Mindfulness: sì, può essere molto utile.
Non risolve tutto da sola, ma è ottima per: ridurre l’iperattivazione fisica, migliorare la concentrazione, calmare i sintomi corporei (battiti, testa che gira, voce rotta)
Specie esercizi come: body scan, respirazione diaframmatica, grounding sensoriale (5-4-3-2-1), meditazioni brevi, guidate
Ridare spazio al corpo: camminate, stretching, esercizi di respirazione, piccole uscite quotidiane: sono essenziali per riportare il sistema nervoso a un livello di attivazione normale.
Costruire confini con la famiglia: questo è forse l’aspetto più difficile, ma è anche quello che ti permetterà di uscire dalla spirale.
Non c’è nulla di sbagliato in te.
I sintomi che descrivi non vengono dalla tua personalità o da una tua carenza:
sono una risposta naturale e umana a una situazione disumana.
Il fatto che ti stia costruendo un futuro, nonostante tutto, dice molto di chi sei e della tua forza.
Rimango a Sua completa disposizione.
Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Quello che descrive non è semplicemente “stress”: è un carico emotivo ed esistenziale enorme, mantenuto negli anni, in un contesto familiare molto disfunzionale, con responsabilità che, a quanto sembra, lei ha dovuto assumere troppo presto e quasi da solo.
Non è sorprendente che il suo corpo e la sua mente abbiano iniziato a manifestare segnali di esaurimento.
1. I sintomi che descrive non indicano debolezza: indicano sovraccarico prolungato
Giramenti di testa, voce che si spezza, difficoltà a seguire un discorso, batticuore, difficoltà nel contatto visivo, testa che “va altrove”:
tutto questo è tipico di: ansia anticipatoria, stati di attivazione eccessiva del sistema nervoso (iperarousal), somatizzazione dello stress, possibili attacchi di panico o pre-panic attack.
Quando si vive per anni in un ambiente carico di tensione, urla, instabilità, responsabilità non adeguate alla propria età e mancanza di sicurezza emotiva, il sistema nervoso rimane in uno stato di “allerta permanente”.
Il corpo impara a funzionare come se fosse sempre in pericolo.
Le difficoltà nelle conversazioni e nel contatto visivo hanno un significato preciso
Non stanno parlando della sua incapacità, ma del fatto che si sente in dovere di “reggere tutto”; è sempre contratto, attento, teso; ha avuto pochissimo spazio per la leggerezza e per essere semplicemente un ragazzo
Quando il corpo è sovraccarico, anche una semplice conversazione può attivare i sintomi: il cervello interpreta tutto come “troppo”.
È importante notare una cosa: lei ha sostenuto e continua a sostenere un peso enorme
Molti ragazzi nella sua situazione avrebbero perso gli studi, si sarebbero chiusi completamente, si sarebbero lasciati andare.
Lei invece sta costruendo la sua indipendenza nonostante tutto.
Questa è una risorsa importantissima.
Da cosa può dipendere tutto questo?
Senza fare diagnosi, i tuoi sintomi sono molto compatibili con ansia generalizzata, stati ansiosi da stress cronico, attacchi di panico o pre-attacco, sovraccarico emotivo prolungato, possibile ipervigilanza derivata da ambiente familiare instabile.
Non sono sintomi “misteriosi”: sono coerenti con la storia che racconti
Cosa puoi fare concretamente?
Ti consiglierei fortemente un percorso psicoterapeutico.
Un ambiente così carico lascia segni profondi sul sistema nervoso.
Uno psicologo può aiutarti a regolare l’ansia, sciogliere la tensione costante, elaborare il ruolo che hai dovuto assumere nella tua famiglia, imparare strumenti per non perdere il contatto con te stesso.
Mindfulness: sì, può essere molto utile.
Non risolve tutto da sola, ma è ottima per: ridurre l’iperattivazione fisica, migliorare la concentrazione, calmare i sintomi corporei (battiti, testa che gira, voce rotta)
Specie esercizi come: body scan, respirazione diaframmatica, grounding sensoriale (5-4-3-2-1), meditazioni brevi, guidate
Ridare spazio al corpo: camminate, stretching, esercizi di respirazione, piccole uscite quotidiane: sono essenziali per riportare il sistema nervoso a un livello di attivazione normale.
Costruire confini con la famiglia: questo è forse l’aspetto più difficile, ma è anche quello che ti permetterà di uscire dalla spirale.
Non c’è nulla di sbagliato in te.
I sintomi che descrivi non vengono dalla tua personalità o da una tua carenza:
sono una risposta naturale e umana a una situazione disumana.
Il fatto che ti stia costruendo un futuro, nonostante tutto, dice molto di chi sei e della tua forza.
Rimango a Sua completa disposizione.
Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
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