Buongiorno, Sono il lui di coppia, io 49 lei 26, stiamo insieme da 11 mesi e abbiamo condiviso sin
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Buongiorno,
Sono il lui di coppia, io 49 lei 26, stiamo insieme da 11 mesi e abbiamo condiviso sin da subito il voler giocare ogni tanto con un terzo uomo, non sempre lo stesso, all'interno del gioco Cuckold ma sempre con la massima condivisione ed inclusione di entrambi i 2 elementi principali ovvero io e lei. Gioco erotico andato sempre bene se non che 10 giorni fa abbiamo rivisto un ragazzo con cui abbiamo già giocato altre volte in questi mesi. Non so per quale motivo io quella sera mi sono bloccato, solitamente riprendo video e foto dell'incontro mentre comunque sono eccitato, parlo con la mia lei, la bacio ecc, stavolta fin da subito mi sono bloccato, non ero affatto eccitato, anzi ero molta disagio. Mi sono limitato a riprendere ogni momento con video e foto ma ero palesemente assente, non partecipe, a disagio, i silenzio, in un angolo. La mia compagna si è accorta di questo, proprio perché era talmente evidente e palese la differenza con le altre volte precedenti. Pensavo quindi ad un certo punto si fermasse, se non subito ma almeno dopo un po'. Ebbene ciò non è successo, hanno continuato per quasi un'ora come se nulla fosse, godendo allo stesso modo come delle altre volte nonostante fossero venute a mancare le condizioni indispensabili per giocare, considerando anche che entrambi ci siamo sempre detti che la coppia ha la preferenza sempre e che non si antepone il piacere di uno dei due della coppia a quello della coppia stessa. Mi sono sentito tradito, ferito, umiliato, quando in passato questo gioco eccitava e rendeva fantastica l'intimità tra noi due e la complicità prima durante e dopo, ora questo gioco ha assunto i connotati opposti. Lei si è giustificata che si è sentita abbandonata nel gioco e bloccata in quella situazione in cui il singolo ha fatto di Lei ciò che e ha voluto per tutto il tempo. Ora la mia fiducia nei suoi confronti è venuta a mancare e difficilmente potrò dimenticare quei momenti. Chiedo il vostro aiuto per definire cosa sia successo perché io non me ne capacito e ci sto malissimo. Grazie.
Sono il lui di coppia, io 49 lei 26, stiamo insieme da 11 mesi e abbiamo condiviso sin da subito il voler giocare ogni tanto con un terzo uomo, non sempre lo stesso, all'interno del gioco Cuckold ma sempre con la massima condivisione ed inclusione di entrambi i 2 elementi principali ovvero io e lei. Gioco erotico andato sempre bene se non che 10 giorni fa abbiamo rivisto un ragazzo con cui abbiamo già giocato altre volte in questi mesi. Non so per quale motivo io quella sera mi sono bloccato, solitamente riprendo video e foto dell'incontro mentre comunque sono eccitato, parlo con la mia lei, la bacio ecc, stavolta fin da subito mi sono bloccato, non ero affatto eccitato, anzi ero molta disagio. Mi sono limitato a riprendere ogni momento con video e foto ma ero palesemente assente, non partecipe, a disagio, i silenzio, in un angolo. La mia compagna si è accorta di questo, proprio perché era talmente evidente e palese la differenza con le altre volte precedenti. Pensavo quindi ad un certo punto si fermasse, se non subito ma almeno dopo un po'. Ebbene ciò non è successo, hanno continuato per quasi un'ora come se nulla fosse, godendo allo stesso modo come delle altre volte nonostante fossero venute a mancare le condizioni indispensabili per giocare, considerando anche che entrambi ci siamo sempre detti che la coppia ha la preferenza sempre e che non si antepone il piacere di uno dei due della coppia a quello della coppia stessa. Mi sono sentito tradito, ferito, umiliato, quando in passato questo gioco eccitava e rendeva fantastica l'intimità tra noi due e la complicità prima durante e dopo, ora questo gioco ha assunto i connotati opposti. Lei si è giustificata che si è sentita abbandonata nel gioco e bloccata in quella situazione in cui il singolo ha fatto di Lei ciò che e ha voluto per tutto il tempo. Ora la mia fiducia nei suoi confronti è venuta a mancare e difficilmente potrò dimenticare quei momenti. Chiedo il vostro aiuto per definire cosa sia successo perché io non me ne capacito e ci sto malissimo. Grazie.
Capisco quanto possa essere difficile dare un senso a ciò che è accaduto. Quando in una coppia esiste un’intesa profonda, anche nei giochi erotici più condivisi, un’improvvisa sensazione di blocco o di estraneità può creare una frattura difficile da comprendere. L’esperienza che descrive sembra aver toccato qualcosa di molto intimo, andando oltre il piano del desiderio e coinvolgendo fiducia, presenza e riconoscimento reciproco.
In situazioni come questa, spesso la difficoltà non riguarda solo “l’episodio”, ma il significato che assume: ciò che prima univa e alimentava la complicità improvvisamente diventa fonte di distanza. E il corpo, prima ancora della mente, reagisce mostrando un disagio che può spiazzare entrambi.
È comprensibile che oggi senta smarrimento e dolore. A volte, esperienze come questa aprono domande profonde sul senso della relazione, sui confini e sul modo in cui ciascuno dei partner si sente visto e rispettato. Non sempre le risposte arrivano subito, ma il fatto che stia cercando di comprenderle mostra una volontà sincera di non restare fermo nel solo dolore.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologa Psicoterapeuta
In situazioni come questa, spesso la difficoltà non riguarda solo “l’episodio”, ma il significato che assume: ciò che prima univa e alimentava la complicità improvvisamente diventa fonte di distanza. E il corpo, prima ancora della mente, reagisce mostrando un disagio che può spiazzare entrambi.
È comprensibile che oggi senta smarrimento e dolore. A volte, esperienze come questa aprono domande profonde sul senso della relazione, sui confini e sul modo in cui ciascuno dei partner si sente visto e rispettato. Non sempre le risposte arrivano subito, ma il fatto che stia cercando di comprenderle mostra una volontà sincera di non restare fermo nel solo dolore.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologa Psicoterapeuta
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Salve, mi dispiace lei sia senta in questo modo. é bene riflettere e rivalutare con la sua compagna le motivazioni che vi hanno spinto ad attuare queste pratiche, al fine di comprendere se sono ancora presenti i presupposti che vi erano quando avete preso questa decisione e vedevate entrambi questo contesto come un gioco.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Salve, é possibile che quello che è accaduto possa aver toccato in modo profondo la fiducia e il senso di sicurezza all’interno della coppia. Il gioco erotico condiviso, quando è basato su consenso, comunicazione e rispetto, può rappresentare una forma di esplorazione intima e di complicità, ma quando uno dei due partner vive un blocco emotivo o fisico, come nel suo caso, il contesto cambia radicalmente. È comprensibile che si sia sentito ferito, tradito e disorientato, poiché i confini che garantivano protezione e reciprocità sono stati oltrepassati. Può darsi che quel momento abbia attivato in lei un vissuto di vulnerabilità o di perdita di controllo, elementi che, in ottica di psicoterapia umanistica o di analisi bioenergetica, rappresentano segnali di un bisogno di rinegoziare i limiti e il significato stesso di quel tipo di gioco. Sarebbe utile parlarne apertamente con la sua compagna, senza accuse, ma esprimendo il dolore e la necessità di comprendere insieme come ricostruire fiducia e contatto emotivo. Se sente che da solo non riesce a elaborare quanto accaduto o che la comunicazione nella coppia è diventata complessa, potrebbe essere indicato un percorso con uno psicologo psicoterapeuta, anche di coppia, che utilizzi approcci come la Mindfulness o l’EMDR per aiutarla a rielaborare l’esperienza e ristabilire un senso di equilibrio. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
quello che descrivi è un episodio molto delicato, soprattutto perché il vostro gioco si è sempre basato su condivisione, inclusione e tutela della coppia come nucleo primario.
Da ciò che racconti, quella sera si sono rotti due elementi fondamentali del cuckold consensuale:
La tua possibilità di fermarti, comunicare, essere visto.
La capacità della tua compagna di registrare il tuo disagio e interrompere il gioco.
Il blocco che hai sperimentato non è raro: nei giochi di apertura può emergere qualcosa di inatteso — vulnerabilità, gelosia, un limite non riconosciuto prima, un cambio di tono energetico — e quel segnale dovrebbe diventare immediatamente materia di comunicazione tra partner. Il fatto che tu sia rimasto in disparte, in silenzio e visibilmente a disagio, è un messaggio chiaro. Che il gioco sia proseguito comunque è ciò che ti ha colpito più dello stesso blocco: non sei stato protetto né visto, e questo può essere vissuto come un tradimento del patto.
Dall’altra parte, la spiegazione della tua compagna indica che anche lei è entrata in uno stato di confusione: non sapendo come gestire il tuo ritiro, si è trovata in una situazione in cui non ha più avuto piena agency e ha agito “in automatico”. Questo però non annulla l’impatto che ha avuto su di te.
Non siete davanti a un problema erotico, ma a un problema di accordo e sicurezza relazionale:
serve ridefinire i segnali di stop;
chiarire cosa deve accadere quando uno dei due non è allineato;
capire cosa ha attivato il tuo blocco;
e ristabilire fiducia, perché senza fiducia non c’è più gioco ma rischio di ferirsi.
Non significa che ciò che è successo sia irreparabile, ma richiede un confronto sincero, senza accuse, per cercare di comprendere che cosa ha portato entrambi a perdere il contatto con l’altro proprio nel momento in cui sarebbe stato più necessario.
Coraggioso da parte tua chiedere aiuto: è il primo passo per recuperare chiarezza e, se lo desiderate entrambi, rinegoziare i confini del vostro modo di vivere l’intimità.
quello che descrivi è un episodio molto delicato, soprattutto perché il vostro gioco si è sempre basato su condivisione, inclusione e tutela della coppia come nucleo primario.
Da ciò che racconti, quella sera si sono rotti due elementi fondamentali del cuckold consensuale:
La tua possibilità di fermarti, comunicare, essere visto.
La capacità della tua compagna di registrare il tuo disagio e interrompere il gioco.
Il blocco che hai sperimentato non è raro: nei giochi di apertura può emergere qualcosa di inatteso — vulnerabilità, gelosia, un limite non riconosciuto prima, un cambio di tono energetico — e quel segnale dovrebbe diventare immediatamente materia di comunicazione tra partner. Il fatto che tu sia rimasto in disparte, in silenzio e visibilmente a disagio, è un messaggio chiaro. Che il gioco sia proseguito comunque è ciò che ti ha colpito più dello stesso blocco: non sei stato protetto né visto, e questo può essere vissuto come un tradimento del patto.
Dall’altra parte, la spiegazione della tua compagna indica che anche lei è entrata in uno stato di confusione: non sapendo come gestire il tuo ritiro, si è trovata in una situazione in cui non ha più avuto piena agency e ha agito “in automatico”. Questo però non annulla l’impatto che ha avuto su di te.
Non siete davanti a un problema erotico, ma a un problema di accordo e sicurezza relazionale:
serve ridefinire i segnali di stop;
chiarire cosa deve accadere quando uno dei due non è allineato;
capire cosa ha attivato il tuo blocco;
e ristabilire fiducia, perché senza fiducia non c’è più gioco ma rischio di ferirsi.
Non significa che ciò che è successo sia irreparabile, ma richiede un confronto sincero, senza accuse, per cercare di comprendere che cosa ha portato entrambi a perdere il contatto con l’altro proprio nel momento in cui sarebbe stato più necessario.
Coraggioso da parte tua chiedere aiuto: è il primo passo per recuperare chiarezza e, se lo desiderate entrambi, rinegoziare i confini del vostro modo di vivere l’intimità.
Buongiorno. Il gioco nella coppia esiste fino a che tutti e due nella coppia sono "soggetti" cioè nutrono piacere entrambi nel gioco in questione. Non voglio sminuire ciò che scrive con quello che a mia volta scriverò ma è accaduto che il gioco è finito almeno per lei che ha scritto.
Inoltre, capisco il suo stato d'animo e il tradimento che ha vissuto perchè è un suo vissuto quindi è reale.
Dovrebbe inoltre chiedersi come mai ad un certo punto finisce un gioco.
Saluti.
Inoltre, capisco il suo stato d'animo e il tradimento che ha vissuto perchè è un suo vissuto quindi è reale.
Dovrebbe inoltre chiedersi come mai ad un certo punto finisce un gioco.
Saluti.
Caro utente,
quello che è accaduto non riguarda soltanto una serata andata “diversamente dal solito”, ma un punto di rottura interno che la tua mente e il tuo corpo hanno manifestato con grande chiarezza. Fino a quel momento il gioco funzionava perché esisteva un equilibrio implicito: la coppia come centro, la condivisione come cornice, la presenza reciproca come garanzia di sicurezza emotiva. Era questa base a rendere possibile l’eccitazione, la complicità, la libertà.
Quella sera qualcosa in te si è mosso in profondità. Il blocco non è un segnale di debolezza, ma un segnale psichico: un limite che si è imposto spontaneamente, forse perché una parte più vulnerabile di te si è affacciata improvvisamente. In ogni dinamica erotica, soprattutto in quelle che coinvolgono un terzo, esistono strati emotivi non sempre visibili: gelosia, paura di perdere l’esclusività, timore di essere escluso, desiderio di controllo, bisogno di essere riconosciuto dalla partner come figura centrale. A volte queste emozioni restano silenti finché, in un momento preciso, emergono con forza senza preavviso. Il corpo arriva prima delle parole.
Il tuo disagio evidente, la tua assenza, il tuo silenzio erano segnali molto chiari. E il fatto che la scena sia continuata senza che tu potessi trovare un punto di contatto con lei ha creato una frattura: non perché lei abbia “voluto ferirti”, ma perché entrambi siete rimasti intrappolati in ruoli che, in quel momento, non erano più sostenibili. Tu ti sei sentito invisibile, tradito nella complicità originaria, come se ciò che fino a quel momento era stato “nostro” fosse diventato improvvisamente “altro”. Lei, come dice, si è sentita bloccata nella dinamica, incapace di fermare il movimento già in corso, come se l’assenza del tuo sguardo e della tua guida l’avesse lasciata senza un punto interno da cui orientarsi.
Ciò che ti fa male non è tanto l’atto in sé, ma il venir meno di quel patto implicito di centralità reciproca. È come se una parte di te avesse visto crollare l’asse su cui fino ad ora si appoggiava la vostra intimità. E questo genera smarrimento, umiliazione, senso di tradimento: il gioco erotico si è trasformato in qualcosa di non più condiviso, e quel “vuoto” nella tua presenza ha lasciato un vuoto anche simbolico nella coppia.
È importante che tu possa riconoscere che ciò che provi è legittimo. Non è una reazione razionale, e proprio per questo parla di un vissuto profondo, che non aveva ancora trovato spazio.
La domanda che ora si apre non è “chi ha sbagliato”, ma che cosa questa esperienza ha fatto emergere nella coppia. Forse un limite che non avevate ancora incontrato, forse un bisogno di rassicurazione che fino a quel momento era rimasto in ombra, forse un desiderio più profondo di esclusività emotiva che la dimensione del gioco aveva coperto senza cancellare.
Quello che è successo non è qualcosa da “dimenticare”, ma qualcosa da comprendere. È un frammento importante della vostra storia, che può diventare un punto di verità se riuscite a parlarne senza difese, lasciando spazio a ciò che è emerso in te e a ciò che si è attivato in lei.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
quello che è accaduto non riguarda soltanto una serata andata “diversamente dal solito”, ma un punto di rottura interno che la tua mente e il tuo corpo hanno manifestato con grande chiarezza. Fino a quel momento il gioco funzionava perché esisteva un equilibrio implicito: la coppia come centro, la condivisione come cornice, la presenza reciproca come garanzia di sicurezza emotiva. Era questa base a rendere possibile l’eccitazione, la complicità, la libertà.
Quella sera qualcosa in te si è mosso in profondità. Il blocco non è un segnale di debolezza, ma un segnale psichico: un limite che si è imposto spontaneamente, forse perché una parte più vulnerabile di te si è affacciata improvvisamente. In ogni dinamica erotica, soprattutto in quelle che coinvolgono un terzo, esistono strati emotivi non sempre visibili: gelosia, paura di perdere l’esclusività, timore di essere escluso, desiderio di controllo, bisogno di essere riconosciuto dalla partner come figura centrale. A volte queste emozioni restano silenti finché, in un momento preciso, emergono con forza senza preavviso. Il corpo arriva prima delle parole.
Il tuo disagio evidente, la tua assenza, il tuo silenzio erano segnali molto chiari. E il fatto che la scena sia continuata senza che tu potessi trovare un punto di contatto con lei ha creato una frattura: non perché lei abbia “voluto ferirti”, ma perché entrambi siete rimasti intrappolati in ruoli che, in quel momento, non erano più sostenibili. Tu ti sei sentito invisibile, tradito nella complicità originaria, come se ciò che fino a quel momento era stato “nostro” fosse diventato improvvisamente “altro”. Lei, come dice, si è sentita bloccata nella dinamica, incapace di fermare il movimento già in corso, come se l’assenza del tuo sguardo e della tua guida l’avesse lasciata senza un punto interno da cui orientarsi.
Ciò che ti fa male non è tanto l’atto in sé, ma il venir meno di quel patto implicito di centralità reciproca. È come se una parte di te avesse visto crollare l’asse su cui fino ad ora si appoggiava la vostra intimità. E questo genera smarrimento, umiliazione, senso di tradimento: il gioco erotico si è trasformato in qualcosa di non più condiviso, e quel “vuoto” nella tua presenza ha lasciato un vuoto anche simbolico nella coppia.
È importante che tu possa riconoscere che ciò che provi è legittimo. Non è una reazione razionale, e proprio per questo parla di un vissuto profondo, che non aveva ancora trovato spazio.
La domanda che ora si apre non è “chi ha sbagliato”, ma che cosa questa esperienza ha fatto emergere nella coppia. Forse un limite che non avevate ancora incontrato, forse un bisogno di rassicurazione che fino a quel momento era rimasto in ombra, forse un desiderio più profondo di esclusività emotiva che la dimensione del gioco aveva coperto senza cancellare.
Quello che è successo non è qualcosa da “dimenticare”, ma qualcosa da comprendere. È un frammento importante della vostra storia, che può diventare un punto di verità se riuscite a parlarne senza difese, lasciando spazio a ciò che è emerso in te e a ciò che si è attivato in lei.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
Buonasera, probabilmente ci sono stati elementi di quel ragazzo e di quella sera che, inconsapevolmente, si "agganciano" a vissuti della sua storia personale. Il suggerimento che le do è di trovare uno psicoterapeuta per valutare la situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno — grazie per aver condiviso una situazione così intima e dolorosa. Cerco di riassumere cosa potrebbe essere successo e darti passi concreti e immediati, senza dilungarmi inutilmente.
Cosa probabilmente è successo (possibili spiegazioni)
Blocco emotivo / dissociazione: in certi momenti la mente “si chiude” per proteggersi da emozioni troppo intense (vergogna, ansia, senso di minaccia). Questo spiega essere fisicamente presente ma emotivamente assente.
Risposta di stress/ansia sessuale: a volte un evento, un ricordo o semplicemente il contesto cambia la risposta erotica e porta a riduzione dell’eccitamento e aumento del disagio.
Gelosia, umiliazione o tradimento percepito: anche se il gioco era consensuale, qualcosa nella dinamica di quella sera (sentirsi “abbandonato”, non tutelato dalla partner) ha scatenato emozioni forti.
Violazione implicita di confini o mancata cura: se la tua compagna ha continuato nonostante vedesse il tuo evidente disagio, è possibile che le regole implicite non siano state rispettate (anche solo perché lei si è sentita sola nel gestire la situazione).
Impatto relazionale: quel che prima univa (il gioco condiviso) ora è associato a dolore, quindi la fiducia e il desiderio sono diminuiti — reazioni normali dopo un evento che è stato percepito come offensivo o non curato.
Cosa fare subito (pratico, concreto)
Prenditi cura di te: grounding (respirazione lenta, piedi a terra), evita rimuginare, dormi, mangia, parla con una persona fidata se ti calma.
Non prendere decisioni definitive a caldo: emozioni intense guidano scelte drastiche — aspetta di aver rielaborato un po’ prima di fare passi irreversibili.
Parla con la tua partner in modo strutturato: usa frasi in prima persona (“Io ho provato…, mi sono sentito…”) per esprimere dolore e aspettative senza colpevolizzare subito. Chiedi spiegazioni concrete su perché ha continuato e come ha vissuto la situazione.
Chiedi responsabilità e riparazione: per ricostruire fiducia serve che lei riconosca ciò che è successo, si scusi se ha sbagliato e proponga azioni concrete (es. mettere pause immediate in futuro, segnale concordato per fermare, rinegoziare regole).
Sospendete il gioco per ora: concordate una pausa finché non avete elaborato insieme l’accaduto.
Rinegoziate regole e segnali di sicurezza: stabilite in anticipo segnali chiari (verbali/non verbali) per fermare, e cosa succede se uno dei due si blocca.
Quando e perché consultare uno specialista
Se provi flashback, ansia persistente, insonnia o perdura il senso di tradimento;
Se la coppia fatica a parlare senza litigare o a ripristinare fiducia;
Se noti che il disagio sessuale si estende ad altre aree della tua vita o compromette il rapporto a lungo termine.
Un percorso con uno specialista (terapia individuale e/o di coppia) può aiutare a:
comprendere l’origine del blocco (storia personale, traumi, dinamiche di attaccamento);
ricostruire regole sicure e confini condivisi;
lavorare su perdono, riparazione e ricostruzione della fiducia;
valutare tecniche specifiche (es. EMDR se emergono ricordi traumatici, terapia sessuale/psicoterapia cognitivo-comportamentale).
Ultime considerazioni (sintesi)
È normale sentirsi ferito, umiliato e confuso. Quel che è importante adesso è fermarsi — per prenderci cura di te, per chiedere spiegazioni e responsabilità, per rinegoziare limiti e, se necessario, per farsi accompagnare da uno specialista che aiuti sia te che la coppia a comprendere e a decidere come procedere.
Per approfondire insieme e costruire un percorso mirato, è consigliabile parlarne con uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Cosa probabilmente è successo (possibili spiegazioni)
Blocco emotivo / dissociazione: in certi momenti la mente “si chiude” per proteggersi da emozioni troppo intense (vergogna, ansia, senso di minaccia). Questo spiega essere fisicamente presente ma emotivamente assente.
Risposta di stress/ansia sessuale: a volte un evento, un ricordo o semplicemente il contesto cambia la risposta erotica e porta a riduzione dell’eccitamento e aumento del disagio.
Gelosia, umiliazione o tradimento percepito: anche se il gioco era consensuale, qualcosa nella dinamica di quella sera (sentirsi “abbandonato”, non tutelato dalla partner) ha scatenato emozioni forti.
Violazione implicita di confini o mancata cura: se la tua compagna ha continuato nonostante vedesse il tuo evidente disagio, è possibile che le regole implicite non siano state rispettate (anche solo perché lei si è sentita sola nel gestire la situazione).
Impatto relazionale: quel che prima univa (il gioco condiviso) ora è associato a dolore, quindi la fiducia e il desiderio sono diminuiti — reazioni normali dopo un evento che è stato percepito come offensivo o non curato.
Cosa fare subito (pratico, concreto)
Prenditi cura di te: grounding (respirazione lenta, piedi a terra), evita rimuginare, dormi, mangia, parla con una persona fidata se ti calma.
Non prendere decisioni definitive a caldo: emozioni intense guidano scelte drastiche — aspetta di aver rielaborato un po’ prima di fare passi irreversibili.
Parla con la tua partner in modo strutturato: usa frasi in prima persona (“Io ho provato…, mi sono sentito…”) per esprimere dolore e aspettative senza colpevolizzare subito. Chiedi spiegazioni concrete su perché ha continuato e come ha vissuto la situazione.
Chiedi responsabilità e riparazione: per ricostruire fiducia serve che lei riconosca ciò che è successo, si scusi se ha sbagliato e proponga azioni concrete (es. mettere pause immediate in futuro, segnale concordato per fermare, rinegoziare regole).
Sospendete il gioco per ora: concordate una pausa finché non avete elaborato insieme l’accaduto.
Rinegoziate regole e segnali di sicurezza: stabilite in anticipo segnali chiari (verbali/non verbali) per fermare, e cosa succede se uno dei due si blocca.
Quando e perché consultare uno specialista
Se provi flashback, ansia persistente, insonnia o perdura il senso di tradimento;
Se la coppia fatica a parlare senza litigare o a ripristinare fiducia;
Se noti che il disagio sessuale si estende ad altre aree della tua vita o compromette il rapporto a lungo termine.
Un percorso con uno specialista (terapia individuale e/o di coppia) può aiutare a:
comprendere l’origine del blocco (storia personale, traumi, dinamiche di attaccamento);
ricostruire regole sicure e confini condivisi;
lavorare su perdono, riparazione e ricostruzione della fiducia;
valutare tecniche specifiche (es. EMDR se emergono ricordi traumatici, terapia sessuale/psicoterapia cognitivo-comportamentale).
Ultime considerazioni (sintesi)
È normale sentirsi ferito, umiliato e confuso. Quel che è importante adesso è fermarsi — per prenderci cura di te, per chiedere spiegazioni e responsabilità, per rinegoziare limiti e, se necessario, per farsi accompagnare da uno specialista che aiuti sia te che la coppia a comprendere e a decidere come procedere.
Per approfondire insieme e costruire un percorso mirato, è consigliabile parlarne con uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza.
Purtroppo, per quanto dettagliato, il suo racconto è uno spaccato di ciò che sembra essere un quadro più ampio e complesso ma da ciò che dice risaltano alcuni punti su cui riflettere.
Dice di essersi sentito a disagio quella volta rispetto a tutte le altre, provando a ripensare alla situazione e alle persone coinvolte riesce a mettere a fuoco cosa può aver fatto scaturire quella sua reazione?
Inoltre aggiunge di essersi sentito così fin da subito eppure non solo non ha interrotto in alcun modo il gioco ma ha continuato a comportarsi "come sempre" filmando e facendo foto, il che può aver reso difficile per la sua compagna capire quanto fosse profondo e importante ciò che stava provando in quel momento.
Una buona pratica in queste situazioni può essere utile una "safe word", una parola semplice e chiara, da usare quando uno dei due sente che qualcosa non va e preferisce interrompere senza per forza spiegare tutto subito all'altr* o al terzo partecipante.
Come ultimo punto mi soffermerei sulla reazione post gioco: si è sentito tradito, umiliato e ora dice di non riuscire più a fidarsi. Ma nei confronti di chi prova tutto questo?
Spero che questi spunti possano aiutarla e che possiate risolvere al meglio la questione, le auguro una buona serata.
Purtroppo, per quanto dettagliato, il suo racconto è uno spaccato di ciò che sembra essere un quadro più ampio e complesso ma da ciò che dice risaltano alcuni punti su cui riflettere.
Dice di essersi sentito a disagio quella volta rispetto a tutte le altre, provando a ripensare alla situazione e alle persone coinvolte riesce a mettere a fuoco cosa può aver fatto scaturire quella sua reazione?
Inoltre aggiunge di essersi sentito così fin da subito eppure non solo non ha interrotto in alcun modo il gioco ma ha continuato a comportarsi "come sempre" filmando e facendo foto, il che può aver reso difficile per la sua compagna capire quanto fosse profondo e importante ciò che stava provando in quel momento.
Una buona pratica in queste situazioni può essere utile una "safe word", una parola semplice e chiara, da usare quando uno dei due sente che qualcosa non va e preferisce interrompere senza per forza spiegare tutto subito all'altr* o al terzo partecipante.
Come ultimo punto mi soffermerei sulla reazione post gioco: si è sentito tradito, umiliato e ora dice di non riuscire più a fidarsi. Ma nei confronti di chi prova tutto questo?
Spero che questi spunti possano aiutarla e che possiate risolvere al meglio la questione, le auguro una buona serata.
Buongiorno posso immaginare il suo dolore e credo che nella sua descrizione emergano chiaramente alcuni elementi di riflessione che possiamo condividere. Dentro una visione tradizionale della coppia una possibile interpretazione di ciò che è accaduto ha a che fare con una maggiore intensità di sentimento che lei prova per la sua partner e che evidentemente non provava prima. I sentimenti mutano si trasformano in qualcosa di più intenso oppure di più leggero a volte abbiamo un margine di scelta nel gestirli , altre volte dobbiamo fare pace con il fatto che siano loro a gestire noi. Questa visione implica dunque che spesso la gelosia ha a che fare con l'innamoramento profondo per cui l'oggetto l'amore non diventa più condivisibile con altri. Possono esserci però altre interpretazioni, come psicologo ho spesso a che fare con coppie che sperimentano modalità alternative dello stare insieme e della sessualità ,quasi sempre come anche nel vostro caso da quello che ho capito, queste modalità sorgono da accordi ben precisi. Nell'inclusione di terze persone nella coppia aperta in molti casi ad esempio l'accordo prevede che non venga mai coinvolta una terza persona per una seconda occasione, questo proprio per evitare che i sentimenti nei confronti di questa persona possano mettere in discussione la stabilità della coppia. Un altra regola importante invece che riguarda più da vicino la sua situazione e che quindi ha a che fare con i giochi a tre, implica che qualora questo gioco diventasse sgradevole per qualche ragione, può essere fermato in ogni momento, e sembra che nella situazione descritta entrambi vi aspettavate che l'uno o l'altra intervenisse per fermare quanto stava avvenendo, ma forse questo non è avvenuto proprio perché non era chiaro l'accordo iniziale. Anche se può sembrare un paradosso è dunque molto importante stabilire delle regole ben definite per questo tipo di aperture all'esterno della coppia, proprio perché sono molto delicate e possono rappresentare anche fonte di sofferenza individuale. Detto questo prima di mandare tutto a rotoli le consiglio di riflettere sul fatto che se lei non riesce più a vedere la sua compagna come prima non è detto che questo abbia a che fare con quanto accaduto, ma con il mutare precedente della sua rappresentazione interna di questa persona, che forse è passata da semplice compagna di giochi a profondo oggetto d'amore. A questo punto lei avrà molti più elementi per decidere se stare dentro questa situazione o meno.
Buongiorno, è difficile rispondere alla sua domanda. Forse ci sono due elementi su cui riflettere. Come mai lei in quel giorno si sentiva così distaccato dalla situazione? E poi sicuramente entra in gioco la relazione con la sua compagna, forse avete bisogno di confrontarvi in modo autentico fra voi due, su tutti i sentimenti che sono entrati in gioco in quella situazione per ognuno di voi. Se ha bisogno di una consulenza sono a disposizione anche online. Buona Giornata Dario Martelli
Buonasera,
saro' molto franca con lei; il "gioco", se cosi' si puo' definire, si e' ritorto contro di lei/voi. Mi spiego meglio, bisogna fare molta attenzione a illudersi che aprire la coppia sia rivoluzionario e di larghe vedute, in quanto in realta' e' il modo perfetto per realizzare che probabilmente c'e' una insicurezza gia' di base rispetto alla vostra relazione e questo gioco molto pericoloso conferma quasi sempre il sospetto che si concretizza a causa del "gioco".
Sono a sua disposizione per approfondire adeguatamente questi delicati aspetti relazionali.
saro' molto franca con lei; il "gioco", se cosi' si puo' definire, si e' ritorto contro di lei/voi. Mi spiego meglio, bisogna fare molta attenzione a illudersi che aprire la coppia sia rivoluzionario e di larghe vedute, in quanto in realta' e' il modo perfetto per realizzare che probabilmente c'e' una insicurezza gia' di base rispetto alla vostra relazione e questo gioco molto pericoloso conferma quasi sempre il sospetto che si concretizza a causa del "gioco".
Sono a sua disposizione per approfondire adeguatamente questi delicati aspetti relazionali.
Gentile utente di mio dottore,
lei è portatore di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con la sua compagna, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei è portatore di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con la sua compagna, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Caro utente, dal suo messaggio emerge con chiarezza quanto questo episodio l’abbia ferito e disorientato. Non sembra essere solo l’accaduto in sé, ma il fatto che qualcosa che per voi era sempre stato vissuto come complicità e sicurezza abbia improvvisamente assunto un significato diverso. Il blocco che descrive — il corpo che si ferma, il ritiro — sembra indicare che dentro di lei qualcosa stesse segnalando un limite. Si è chiesto che cosa abbia fatto scattare quella reazione proprio in quel momento?
Anche la sua compagna parla di essersi sentita “bloccata”. Che cosa accade tra voi quando un limite non viene espresso o colto subito? È come se, in quella situazione, entrambi foste rimasti soli: lei nel disagio, lei nella confusione.
Più che chiedersi “chi avrebbe dovuto fare cosa”, può essere utile domandarsi che cosa questo episodio sta mostrando sulla vostra sicurezza di coppia: sui segnali che usate, sui confini del gioco, su come vi proteggete quando qualcosa cambia improvvisamente.
A volte momenti così difficili aprono la possibilità di rivedere bisogni e comunicazione, per ritrovare sicurezza reciproca. Se lo desiderate, anche uno spazio di confronto esterno può aiutarvi a dare voce a ciò che quella sera è rimasto in silenzio.
Resto a disposizione se vuole approfondire ulteriormente ciò che questo episodio sta mettendo in luce nella vostra dinamica.
Anche la sua compagna parla di essersi sentita “bloccata”. Che cosa accade tra voi quando un limite non viene espresso o colto subito? È come se, in quella situazione, entrambi foste rimasti soli: lei nel disagio, lei nella confusione.
Più che chiedersi “chi avrebbe dovuto fare cosa”, può essere utile domandarsi che cosa questo episodio sta mostrando sulla vostra sicurezza di coppia: sui segnali che usate, sui confini del gioco, su come vi proteggete quando qualcosa cambia improvvisamente.
A volte momenti così difficili aprono la possibilità di rivedere bisogni e comunicazione, per ritrovare sicurezza reciproca. Se lo desiderate, anche uno spazio di confronto esterno può aiutarvi a dare voce a ciò che quella sera è rimasto in silenzio.
Resto a disposizione se vuole approfondire ulteriormente ciò che questo episodio sta mettendo in luce nella vostra dinamica.
Salve, da ciò che descrive, più che l’episodio in sé sembra essersi incrinato il quadro di riferimento che fino ad ora aveva sostenuto il vostro modo di stare insieme, con regole, confini e significati condivisi. Anche se parliamo di “giochi”, restano comunque situazioni relazionali, in cui entrano in campo vissuti profondi, bisogni di sicurezza, ruoli e dinamiche tra le persone coinvolte. Quando uno di questi elementi cambia — come il suo improvviso disagio o il blocco della sua compagna — tutto l’equilibrio subisce variazioni.
Per questo può essere utile rivedere la coppia di partenza, chiarire cosa è successo a livello emotivo per ciascuno, e ridefinire insieme le regole e le basi che finora vi hanno sostenuto, così da capire se e come ricostruire un senso di fiducia e tutela reciproci.
Per questo può essere utile rivedere la coppia di partenza, chiarire cosa è successo a livello emotivo per ciascuno, e ridefinire insieme le regole e le basi che finora vi hanno sostenuto, così da capire se e come ricostruire un senso di fiducia e tutela reciproci.
Credo che tutto dipenda dal fatto che lei ha sentito che il patto iniziale è stato violate, il patto della condivisione che ha sentito venire meno nel momento in cui lei si è bloccato mentre la sua partner ha continuato escludendola.
Forse potrebbe esplorare inizialmente cosa è accaduto dentro di lei quella sera che ha vissuto diversamente dalle altre. Potremmo ipotizzare forse gelosia, timore di perdere la compagna.
Occorre credo che vi prendiate dello spazio e del tempo per affrontare insieme ciò che è accaduto e valutare se questo gioco da piacere sia diventato invece una minaccia al vostro rapporto. La differenza di età tra voi forse potrebbe generare aspettative diverse per il futuro. Le auguro di riuscire a fare chiarezza dentro di sè ipotizzando anche un aiuto da parte di uno psicologo.
Forse potrebbe esplorare inizialmente cosa è accaduto dentro di lei quella sera che ha vissuto diversamente dalle altre. Potremmo ipotizzare forse gelosia, timore di perdere la compagna.
Occorre credo che vi prendiate dello spazio e del tempo per affrontare insieme ciò che è accaduto e valutare se questo gioco da piacere sia diventato invece una minaccia al vostro rapporto. La differenza di età tra voi forse potrebbe generare aspettative diverse per il futuro. Le auguro di riuscire a fare chiarezza dentro di sè ipotizzando anche un aiuto da parte di uno psicologo.
Gent.mo, se desidera capire meglio la sua esperienza personale, i modi con cui costruisce i legami amorosi e le vicende erotico-sessuali che vive, unitamente ai pensieri, ai sentimenti e alle delusioni a cui va incontro, può chiedere una consultazione con uno specialista e valutare l’ipotesi di una psicoterapia. Solo in questo modo potrà arrivare a comprendere cosa le accade. SG
“Non è ciò che accade a ferirci, ma il significato che siamo costretti a dargli.” G. Nardone
Buongiorno,
quello che descrive non parla solo di una serata andata “storta”, ma del punto in cui un equilibrio costruito insieme si è incrinato. Lei ha percepito un confine violato, e quando cade un confine, il corpo si blocca prima ancora che la mente capisca. Il disagio che ha provato è un segnale, non un fallimento.
Per come lo racconta, non è solo l’episodio in sé a farla soffrire, ma il fatto che nonostante quel disagio evidente, la scena sia andata avanti. È lì che nasce il senso di tradimento: dal sentirsi “non visto”, non considerato nel momento più delicato.
Un punto importante da osservare è proprio questo:
– qual è stata la sua “rinuncia di quel momento”? (non parlare, non fermare la scena)
– qual è stata la sua aspettativa non dichiarata verso di lei?
– e quale responsabilità reciproca c’è nel non aver interrotto entrambi ciò che aveva perso senso?
A volte, nelle dinamiche di coppia — soprattutto quelle ad alta esposizione emotiva come i giochi a tre — l’errore non è nell’atto, ma nel non segnalarlo al momento giusto. E quando l’altro non percepisce il nostro segnale, non perché non vuole, ma perché non arriva, nasce la ferita.
La domanda che le lascio è questa:
vuole capire cosa è successo per ricostruire, o per chiudere con un senso di chiarezza?
Perché la direzione determina il tipo di passo successivo.
“Ogni crisi è un varco: ciò che fai nel mezzo decide cosa diventerà.” P. Watzlawick
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno,
quello che descrive non parla solo di una serata andata “storta”, ma del punto in cui un equilibrio costruito insieme si è incrinato. Lei ha percepito un confine violato, e quando cade un confine, il corpo si blocca prima ancora che la mente capisca. Il disagio che ha provato è un segnale, non un fallimento.
Per come lo racconta, non è solo l’episodio in sé a farla soffrire, ma il fatto che nonostante quel disagio evidente, la scena sia andata avanti. È lì che nasce il senso di tradimento: dal sentirsi “non visto”, non considerato nel momento più delicato.
Un punto importante da osservare è proprio questo:
– qual è stata la sua “rinuncia di quel momento”? (non parlare, non fermare la scena)
– qual è stata la sua aspettativa non dichiarata verso di lei?
– e quale responsabilità reciproca c’è nel non aver interrotto entrambi ciò che aveva perso senso?
A volte, nelle dinamiche di coppia — soprattutto quelle ad alta esposizione emotiva come i giochi a tre — l’errore non è nell’atto, ma nel non segnalarlo al momento giusto. E quando l’altro non percepisce il nostro segnale, non perché non vuole, ma perché non arriva, nasce la ferita.
La domanda che le lascio è questa:
vuole capire cosa è successo per ricostruire, o per chiudere con un senso di chiarezza?
Perché la direzione determina il tipo di passo successivo.
“Ogni crisi è un varco: ciò che fai nel mezzo decide cosa diventerà.” P. Watzlawick
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
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