Buongiorno,mio figlio è da più di un anno che soffre di depersonalizzazione,abbiamo fatto cicli di p

23 risposte
Buongiorno,mio figlio è da più di un anno che soffre di depersonalizzazione,abbiamo fatto cicli di psicoterapia e adesso è da 8 mesi che è sotto cura con sanax,citalopram e paroxetina ma continua a dirmi che non vede dei miglioramenti....potete aiutarmi in altri modi...non voglio che prenda questi farmaci che per altro lo addormentano molto senza dargli buoni risultati...grazie
Dott.ssa Marta Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Rho
Gentile utente, i fenomeni di depersonalizzazione possono essere molto invalidanti e andrebbero inquadrati all’interno del quadro diagnostico complessivo. In ogni caso possono avere cause molto diverse tra loro. Cause peraltro non necessariamente di origine psicologica. Può dirci qualcosa in merito? Suo figlio ha avuto una diagnosi psichiatrica? La questione che pone nel suo messaggio andrebbe posta ai curanti di suo figlio: al medico psichiatra che ha prescritto la terapia farmacologica in primis. Fa poi riferimento a dei cicli di psicoterapia: questi cicli hanno sortito effetti benefici? Attualmente il percorso psicoterapeutico e’ in corso o è stato interrotto? Se è stato interrotto, quali sono le ragioni di ciò? Per poterla aiutare sono necessari elementi che non menziona nel suo messaggio. Ho provato a mettere in evidenza alcuni aspetti che, una volta maggiormente indagati, potrebbero aiutare noi psicologi del portale ad aiutarla maggiormente. Un saluto, Marta Corradi

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Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci ne parli direttamente con il medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signora gli elementi che condivide non sono molti anche se alcuni sono sicuramente significativi. E' opportuno un consulto con uno specialista che prenda in carico la situazione di suo figlio. I tempi ed il numero degli interventi sembrano indicare un cambiamento che coinvolge almeno due psicoterapeuti (usa il temine "cicli") ed un medico o uno psichiatra, in une periodo di tempo di un anno. Il trattamento di un disturbo del comportamento non è sempre semplice e rapido. Un cordiale saluto
Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un nuovo percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno a lei. Capisco il disagio ma prima di capire se è il caso o meno di sospendere o meno i farmaci credo sia opportuno iniziare un percorso di Psicoterapia individuale al fine di individuare la migliore strategia da adottare per il benessere del ragazzo. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Dott.ssa Paola Giovani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, sulla base dei riferimenti diagnostici di cui ci parla è possibile fare l'ipotesi che suo figlio abbia bisogno di un trattamento farmacologico associato alla psicoterapia. In questi casi, è molto importante l'età perché la cura è più promettente quando il paziente è giovane e anche i farmaci possono essere prescritti in maniera più flessibile. È molto probabile che suo figlio non possa fare a meno dei farmaci che, se assunti in modo irregolare possono dare diversi disturbi. Quindi vanno assunti e dosati solo su indicazione del medico.Vorrei farle considerare che finché è possibile una cura, una malattia può essere compatibile con un'esistenza più o meno attiva. Forse, è questo punto che è difficile da accettare per ogni madre, cioè accettare la malattia del proprio figlio. Provi a rivolgersi con fiducia a uno psichiatra, magari cercando di contattarne uno che le sembra capace. Cordiali saluti. PG
Dott.ssa Iolanda Lo Bue
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno sig.ra,
comprendo che sia molto preoccupata per suo figlio. E' necessario che oltre alla cura farmacologica venga seguito da uno/una psicoterapeuta in grado di di leggere oltre i sintomi. La sofferenza di un paziente va contestualizzata in base alla storia della persona, all'età ( periodo), alla lettura del bisogno emergente che necessita di un sostegno specifico. Mi auguro possiate essere aiutati bene.
Cordiali saluti
Dr.ssa Iolanda Lo Bue
Dott.ssa Chiara Tenconi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Rho
Buon giorno intervento EMDR sarebbe utile per elaborare vissuti che altrimenti continueranno a "spingere" per essere elaborati e le difese continueranno, giustamente, a fare il loro dovere, Depersonalizzazione e Derealizzazione sono tra le manifestazioni possibili di stati d'ansia e angoscia quelle che sconcertano e provocano reazioni pervasive di paura ma, come ogni manifestazioni, ha bisogno di ascolto, comprensione e soprattutto elaborazione.
Dott.ssa Sabrina Scarpetta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Gentile utente la depersonalizzazione è spesso scatenata da un rilevante evento stressante (come ad esempio un trauma nell’infanzia)e viene considerata una forma di disturbo dissociativo.Tuttavia, l'alterazione dell'esperienza e della percezione del sé può verificarsi transitoriamente anche come sintomo di altre condizioni, come ansia, attacchi di panico .Il trattamento raccomandato per la cura è la psicoterapia, con lo scopo principale di ricondurre il paziente verso un migliore funzionamento integrato . Per quanto riguarda l’uso dei farmaci deve parlarne con il medico che li ha prescritti . Per qualsiasi informazione resto a sua disposizione. Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio Dottore,
non è chiaro se il percorso di psicoterapia è stato interrotto o se è integrato ai farmaci prescritti a suo figlio.
Anche la somministrazione dei farmaci e il loro dosaggio possono essere discussi con il medico che lo segue e la terapia può essere aggiustata secondo esigenza.
E seguito in una struttura, in un centro specializzato?
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Dott.ssa Serena Sciortino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Siracusa
Salve, se ritiene che la cura non stia producendo gli esiti previsti le consiglio di comunicarlo al suo psichiatra di riferimento. Inoltre potrebbe valutare la possibilità di contattare uno psicologo per parlare meglio dei sintomi e comprendere meglio il malessere che prova. Saluti Dott.ssa Sciortino
Dott.ssa Rebecca Silvia Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Usmate Velate
Gentile utente, le informazioni che da andrebbero valutate all'interno del quadro clinico completo riguadante la situazione di suo figlio. Le consiglio di parlare con il medico che ha prescritto gli attuali farmaci o valutare il consulto con un altro psichiatra se non siete soddisfatti dell'auttuale. Saluti
Dott. Lorenzo Cruciani
Psicologo, Psicoterapeuta
Fermo
Gent.ma utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica lo specialista di riferimento è lo psichiatra. In merito ai sintomi dissociativi le consiglierei di rivolgersi ad un esperto di psicotraumatologia con formazione specifica negli approcci più moderni collegati a questa disciplina (cognitivismo evoluzionista, psicoterapia sensomotoria, EMDR, DBT etc.). Cordialmente.
Dott.ssa Caterina Cresciullo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vallo della Lucania
Gentile Signora, le informazioni che fornisce non sono molto dettagliate, non sappiamo nemmeno l età di suo figlio... In generale posso però dirle che una terapia farmacologica va modificata o sospesa solo seguendo le indicazioni del medico specialista... Ma se I sintomi sono ancora presenti sarebbe opportuno continuare ed affiancare percorso di psicoterapia mirata.
Cordialmente
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve.
Comprendo la preoccupazione per suo figlio.
Dei farmaci ne deve discutere col medico che li ha prescritti.
Per quanto riguarda il problema serve un approccio anche psicoterapeutico, perché è importante individuarne le cause. Non essendo chiaro se suo figlio stia facendo o meno un percorso psicoterapeutico, in generale, una buona psicoterapia, che possa accompagnare la persona ad affrontare le angosce che potrebbero essere causa del disturbo è importante sia presa in considerazione.
Sono disponibile per approfondimenti, anche on line. Distinti saluti
Dott.ssa Debora Gilardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Gentile signora, suo figlio ha questi sintomi con gli attacchi di panico? Quanti anni ha? Affrontare la derealizzazione solo con i farmaci è purtroppo solitamente non efficace. È fondamentale associare una Psicoterapia Cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buonasera signora,
forse suo figlio ha capacità che vanno valorizzate piuttosto che pensate come un problema. Alcuni sanno di non essere mere e semplici persone e questo loro sapere e competenza può essere valorizzata, è una competenza umana che alcuni sanno esercitare più di altri.
Occorre apprendere come usare questa potenzialità della mente e dell'esperire umano, anziché spegnerlo.
Un saluto cordiale
Sellini M.
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
La psicoterapia breve strategica potrebbe essere una buona opzione nel caso di depersonalizzazione, soprattutto se i sintomi sono persistenti e nonostante la psicoterapia tradizionale e l’uso di farmaci non si notano miglioramenti significativi. Questo tipo di terapia si concentra su come affrontare e risolvere rapidamente i problemi psicologici, intervenendo direttamente sulle dinamiche che alimentano i sintomi, senza dilungarsi troppo nel passato o nell’analisi approfondita.

La psicoterapia breve strategica è orientata a fornire strategie pratiche per interrompere i circoli viziosi di pensieri e comportamenti disfunzionali, e promuovere un cambiamento concreto e immediato. Potrebbe essere utile se il trattamento tradizionale non sta dando i risultati sperati e si cerca una via più diretta e mirata per alleviare i sintomi.
Dott.ssa Chiara Tomassoni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno. Certamente una valida alternativa al farmaco può essere la psicoterapia mirata a capire la casue della derealizzazione.
Anche se ha già fatto alcuni cicli, può valere la pena riprovare
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Spesso la depersonalizzazione non è solo un disturbo, ma una forma con cui la mente segnala una frattura nella continuità dell’esperienza soggettiva. In ottica costruttivista intersoggettiva, è fondamentale esplorare insieme il senso che tuo figlio attribuisce a ciò che vive, piuttosto che combattere il sintomo. A volte i farmaci per l’ansia e la depersonalizzazione anestetizzano l’esperienza, ma non aiutano a ricostruire un senso di sé più coerente e integrato. Lavorare sulla relazione terapeutica, sull’attaccamento e sulla regolazione emotiva condivisa può aprire strade nuove, più rispettose della soggettività.
salve, grazie della sua domanda.
credo che convenga che si rivolga ad uno psichiatra per un assessment o per rivedere il piano farmacologico.
è sconsigliato interrompere i farmaci senza prima aver consultato un medico che può seguire /supportare suo figlio.
Dott.ssa Maria Canade'
Psicoterapeuta, Psicologo
Cosenza
La depersonalizzazione può essere un’esperienza molto destabilizzante, sia per chi la vive direttamente, sia per i familiari. È positivo che vi siate già attivati con un percorso psicoterapeutico e che stiate seguendo anche una cura farmacologica: questo dimostra che vi state prendendo cura del problema con serietà.
Capisco la sua frustrazione nel vedere pochi miglioramenti, soprattutto dopo mesi di trattamento. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che vale la pena considerare:
Verificare il percorso terapeutico attuale: se la cura farmacologica non sta portando i benefici attesi o genera effetti collaterali significativi (come la sedazione), è importante parlarne con lo psichiatra che ha in carico suo figlio. A volte serve del tempo per trovare il giusto equilibrio tra i farmaci o per valutare alternative.
Approfondire l’aspetto psicoterapeutico: la depersonalizzazione spesso ha radici in ansia, stress cronico o traumi pregressi. In questi casi, può essere utile un approccio psicoterapeutico più mirato, come la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) specifica per i disturbi dissociativi, oppure interventi di tipo trauma-focused (es. EMDR), se indicati.
Valutare anche un supporto familiare: spesso il contesto familiare può essere coinvolto in modo positivo nel percorso di cura, anche solo per comprendere meglio cosa accade e come supportare senza alimentare ansia o isolamento. Anche lei può trovare beneficio in uno spazio di ascolto per sé.




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