Buongiorno , mi ritrovo un'altra volta qui a scrivere un lungo messaggio , sono un ragazzo di quasi
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Buongiorno , mi ritrovo un'altra volta qui a scrivere un lungo messaggio , sono un ragazzo di quasi 20 anni. Ultimamente la mia mente vaga per ricordi passati e finisco sempre per vergognarmi di me stesso per cose che sono successe magari quando avevo 14 anni , tanto da pensare di non meritare di essere amato. Mi aprirò e sarò completamente sincero con voi perché vorrei solo uscire da questo circolo vizioso di sensi di colpa ,anche se infondo penso di meritarmi tutta questa sofferenza , a fatica riesco a fare qualcosa quando ho questi pensieri. Ricordo che quando avevo 14 anni , in prima superiore un mio amico mi fece scoprire il mondo del sex chatting /scambiarsi foto ose ,lui lo faceva con molte ragazze del mio paese . Io , non ricordo neanche se per gioco o per cosa mi aprii un account falso su instagram e incominciai a chiedere alle ragazze del mio paese di cui lui mi raccontava di scambiarsi foto ose , ovviamente nessuna accetto apparte una ragazza , con cui per un periodo sperimentai queste cose ,io ero un ragazzo molto timido e chiuso , non avevo avuto nessun tipo di rapporto con le ragazze di tipo sessuale. Mi sentivo piu a mio agio dietro ad uno schermo e penso questo abbia influito. E questa è la prima cosa che ultimamente mi assilla ma non è la cosa per cui soffro di più. Poco dopo, entrai sempre venendo a conoscienza di questo mio amico dei canali su telegram porno , dove però c'erano anche ragazze minorenni(che all'epoca erano pero tutte piu grandi di me),e purtroppo entrai un po in quel giro lì . senza mai però scrivere cose orribili nella chat del gruppo. A circa 16 17 anni , capii quanto tutto quello era sbagliato,che dietro c'erano delle ragazze vere e che probabilmente soffrivano tantissimo per quelle cose e mi tolsi da ogni cosa di quel genere, e ora che ne ho quasi 20 provo vergogna per quella parte di me , io non mi rendevo conto di quanto fosse grave la cosa , per me era esattamente come guardare/scambiarsi dei porno , solo che probabilmente sapendo che quelle ragazze avevano poco più di me lo preferivo perché mi faceva più sentire vicino non lo so spiegare .Ora mi faccio schifo da solo per quello , penso di non meritare di essere amato e provo vergogna per me stesso . Sono innamorato di una ragazza, e so che è un amore corrisposto, ma la allontano perché penso che nessuno mai mi amerebbe se conoscesse questi lati di me . Io mi sono sempre comportato in modo da non far soffrire le persone intorno a me , non ho mai sfiorato una ragazza neppure con un fiore e nostante le persone vicino a me mi trovano anche fin troppo buono ed empatico , io mi sento un mostro, spero davvero di poter essere aiutato perché la mia mente sta cedendo , non riesco più a vedermi come prima , ho perso tutta la stima che avevo di me. Non so se sto esagerando perché a quell'età e in quegli anni anche miei amici erano in quei gruppi ma non penso si stiano facendo tutti i problemi che mi faccio io. Non so se dovrei prendere queste cose come sciocchezze che ho fatto quando ero più piccolo o se nascondo un lato oscuro dentro di me . Chiedo il vostro aiuto più sincero
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Affrontare certi pensieri e sensi di colpa non è facile, e il fatto che lei stia cercando di comprendere e superare questa fase è un segnale di grande maturità.
Vorrei rassicurarla su un punto molto importante: nessuno è definito solo dagli errori del passato, soprattutto quando questi avvengono in un’età in cui la consapevolezza è ancora in fase di sviluppo. L’adolescenza è un periodo in cui si esplora, spesso in modo impulsivo e senza valutare pienamente le conseguenze delle proprie azioni. Crescendo, si sviluppa una maggiore capacità di riflessione e responsabilità, proprio come sta accadendo a lei ora.
Il senso di colpa che prova dimostra che ha interiorizzato valori sani e che è una persona con una forte sensibilità. Tuttavia, punirsi costantemente per errori commessi anni fa non la aiuterà a crescere, anzi, rischia di bloccarla in un circolo vizioso di autosvalutazione.
La vergogna e l’autocondanna che prova in questo momento possono farle sembrare tutto più grave e irrecuperabile, ma la realtà è che lei non è la stessa persona di allora. Ha preso consapevolezza, ha riconosciuto ciò che non le appartiene più, e questo è il passo più importante per lasciarsi il passato alle spalle.
Se sente che questi pensieri stanno diventando troppo pesanti da gestire da solo, potrebbe essere utile parlarne con uno psicologo, può contattarmi se vuole,
Un caro saluto.
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Affrontare certi pensieri e sensi di colpa non è facile, e il fatto che lei stia cercando di comprendere e superare questa fase è un segnale di grande maturità.
Vorrei rassicurarla su un punto molto importante: nessuno è definito solo dagli errori del passato, soprattutto quando questi avvengono in un’età in cui la consapevolezza è ancora in fase di sviluppo. L’adolescenza è un periodo in cui si esplora, spesso in modo impulsivo e senza valutare pienamente le conseguenze delle proprie azioni. Crescendo, si sviluppa una maggiore capacità di riflessione e responsabilità, proprio come sta accadendo a lei ora.
Il senso di colpa che prova dimostra che ha interiorizzato valori sani e che è una persona con una forte sensibilità. Tuttavia, punirsi costantemente per errori commessi anni fa non la aiuterà a crescere, anzi, rischia di bloccarla in un circolo vizioso di autosvalutazione.
La vergogna e l’autocondanna che prova in questo momento possono farle sembrare tutto più grave e irrecuperabile, ma la realtà è che lei non è la stessa persona di allora. Ha preso consapevolezza, ha riconosciuto ciò che non le appartiene più, e questo è il passo più importante per lasciarsi il passato alle spalle.
Se sente che questi pensieri stanno diventando troppo pesanti da gestire da solo, potrebbe essere utile parlarne con uno psicologo, può contattarmi se vuole,
Un caro saluto.
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Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta provando. Capisco quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri e il senso di colpa che sta vivendo, ma voglio dirle fin da subito una cosa importante: non è il suo passato a definire il suo valore come persona, ma ciò che sceglie di essere oggi.
Ha vissuto esperienze che, col senno di poi, riconosce come sbagliate, e il fatto che provi questo senso di vergogna e di disagio è il segnale più chiaro della sua crescita e della sua maturità. Se davvero avesse un "lato oscuro", come teme, non si farebbe tutte queste domande, né proverebbe questa sofferenza. Invece, lei dimostra di avere una forte sensibilità e un desiderio autentico di essere una persona migliore.
Il rimuginio e il senso di colpa, però, la stanno imprigionando in un circolo vizioso che rischia di farle del male più di quanto sia necessario. È comprensibile che ripensando al passato possa provare vergogna, ma punirsi continuamente non cambierà ciò che è stato. Quello che può fare, invece, è cercare di trasformare questa esperienza in qualcosa che la aiuti a crescere e a costruire un'immagine di sé più equilibrata, che tenga conto non solo degli errori, ma anche dei suoi valori e della persona che è diventato.
Il senso di colpa, se troppo intenso, può diventare un peso insostenibile e ingiusto. In casi come questo, un supporto psicologico può aiutarla a trovare un modo più sano di elaborare questi pensieri e ricostruire la fiducia in sé stesso. Non deve affrontare tutto questo da solo.
Se sente il bisogno di un confronto più approfondito, resto a disposizione per aiutarla a ritrovare un equilibrio e a superare questo momento difficile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Ha vissuto esperienze che, col senno di poi, riconosce come sbagliate, e il fatto che provi questo senso di vergogna e di disagio è il segnale più chiaro della sua crescita e della sua maturità. Se davvero avesse un "lato oscuro", come teme, non si farebbe tutte queste domande, né proverebbe questa sofferenza. Invece, lei dimostra di avere una forte sensibilità e un desiderio autentico di essere una persona migliore.
Il rimuginio e il senso di colpa, però, la stanno imprigionando in un circolo vizioso che rischia di farle del male più di quanto sia necessario. È comprensibile che ripensando al passato possa provare vergogna, ma punirsi continuamente non cambierà ciò che è stato. Quello che può fare, invece, è cercare di trasformare questa esperienza in qualcosa che la aiuti a crescere e a costruire un'immagine di sé più equilibrata, che tenga conto non solo degli errori, ma anche dei suoi valori e della persona che è diventato.
Il senso di colpa, se troppo intenso, può diventare un peso insostenibile e ingiusto. In casi come questo, un supporto psicologico può aiutarla a trovare un modo più sano di elaborare questi pensieri e ricostruire la fiducia in sé stesso. Non deve affrontare tutto questo da solo.
Se sente il bisogno di un confronto più approfondito, resto a disposizione per aiutarla a ritrovare un equilibrio e a superare questo momento difficile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Buon pomeriggio gentile utente. Grazie per questa sincera condivisione.
Non credo sia giusto da parte di chi scrive, nella posizione di terapeuta o psicologo che sia, dirle ha sbagliato o non è nulla sono state sciocchezze da immaturi o da sperimentatori o qualsiasi altra cosa che sminuisca ,di fatto, ciò che adesso lei sente come colpa.
Meritare di stare male per azioni compiute , no !non è giusto, non è di aiuto , non è nemmeno la modalità giusta per un senso di equa giustizia riparatrice.
Se lei è sinceramente dispiaciuto per comportamenti adottati in passato ed a seguito di riflessioni ha scientemente deciso che questi costituiscono errori, è segno di maturità, riflettervi e capire l'errore compiuto, è il primo passo per perdonarsi.
Questo però, non la deve limitare nella possibilità di amare ed essere amato. Se ad ogni errore commesso che sia ritenuto da noi grave o meno grave, ci rinchiudiamo dentro una gabbia di colpa che noi stessi fortifichiamo con l'autocolpevolizzazione, non ci daremo la possibilità di discolparci. Se tra lei e la ragazza non ci sono negazioni di chi si è e di cosa ha fatto, correndo il rischio, anche di non essere accettato, daremo a noi ed a chi ci sta vicino , la possibilità di capire chi veramente è al nostro fianco. Non è un mostro chi capisce e cerca aiuto. Se vuole parlare della questione , sarei lieta di ascoltarla.
la saluto caramente
dott.ssa Giusi Vicino
Non credo sia giusto da parte di chi scrive, nella posizione di terapeuta o psicologo che sia, dirle ha sbagliato o non è nulla sono state sciocchezze da immaturi o da sperimentatori o qualsiasi altra cosa che sminuisca ,di fatto, ciò che adesso lei sente come colpa.
Meritare di stare male per azioni compiute , no !non è giusto, non è di aiuto , non è nemmeno la modalità giusta per un senso di equa giustizia riparatrice.
Se lei è sinceramente dispiaciuto per comportamenti adottati in passato ed a seguito di riflessioni ha scientemente deciso che questi costituiscono errori, è segno di maturità, riflettervi e capire l'errore compiuto, è il primo passo per perdonarsi.
Questo però, non la deve limitare nella possibilità di amare ed essere amato. Se ad ogni errore commesso che sia ritenuto da noi grave o meno grave, ci rinchiudiamo dentro una gabbia di colpa che noi stessi fortifichiamo con l'autocolpevolizzazione, non ci daremo la possibilità di discolparci. Se tra lei e la ragazza non ci sono negazioni di chi si è e di cosa ha fatto, correndo il rischio, anche di non essere accettato, daremo a noi ed a chi ci sta vicino , la possibilità di capire chi veramente è al nostro fianco. Non è un mostro chi capisce e cerca aiuto. Se vuole parlare della questione , sarei lieta di ascoltarla.
la saluto caramente
dott.ssa Giusi Vicino
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la fiducia e per la sincerità con cui ha scelto di aprirsi. Comprendo quanto questo vissuto la stia tormentando e quanta fatica stia facendo per gestire i suoi pensieri e le sue emozioni. È evidente che lei abbia una profonda consapevolezza di ciò che è accaduto e che il suo senso di colpa sia molto forte, tanto da condizionare la sua percezione di sé e la sua capacità di accettarsi.
Vorrei però aiutarla a vedere la situazione con più chiarezza e, soprattutto, con maggiore compassione verso se stesso. Ciò che racconta appartiene al suo passato, a un periodo in cui era molto giovane, inesperto e facilmente influenzabile. La curiosità e l’esplorazione fanno parte della crescita, e ciò che allora le sembrava un gioco oggi lo guarda con occhi diversi, con una maturità che dimostra il suo cambiamento. Il fatto che provi vergogna e senso di colpa non è la prova di una colpa irredimibile, ma piuttosto di una sensibilità e di una coscienza etica sviluppata nel tempo. Se davvero avesse un "lato oscuro", come teme, non proverebbe questo dolore né questa profonda volontà di migliorare.
Il problema principale ora non è ciò che ha fatto in passato, ma come lo sta vivendo oggi. Il suo giudizio su di sé è estremamente severo, al punto da convincersi di non meritare amore e felicità. Questo è un pensiero che può diventare pericoloso, perché la spinge a isolarsi e a rifiutare il bene che potrebbe ricevere dagli altri. Eppure, dalle sue parole emerge chiaramente che è una persona capace di provare empatia, rispetto e amore. È proprio per questo che soffre così tanto.
Nessuno è definito solo dagli errori del passato. Lei è più grande della somma delle sue azioni, e soprattutto ha il potere di decidere chi vuole essere oggi. Ha già dimostrato di essere una persona che riflette, che si interroga e che vuole fare la cosa giusta. Questo è ciò che conta. Non merita di condannarsi all’infelicità per qualcosa che ha fatto in età adolescenziale, quando non aveva la piena consapevolezza delle sue azioni.
Forse sarebbe utile intraprendere un percorso con uno specialista, non perché ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma perché merita di essere aiutato a perdonarsi e a ricostruire la stima in se stesso. L'obiettivo non è negare il passato, ma imparare a integrarlo nella sua storia personale in modo più sano, senza lasciare che questo definisca il suo valore come persona.
Non è un mostro. È un ragazzo che sta crescendo, che si sta confrontando con il suo passato e che ha un grande desiderio di essere una persona migliore. E questo è qualcosa di estremamente prezioso.
Rimango a disposizione, qualora sentisse il bisogno di approfondire questi temi o di avere un supporto più concreto.
Dott. Luca Vocino
Vorrei però aiutarla a vedere la situazione con più chiarezza e, soprattutto, con maggiore compassione verso se stesso. Ciò che racconta appartiene al suo passato, a un periodo in cui era molto giovane, inesperto e facilmente influenzabile. La curiosità e l’esplorazione fanno parte della crescita, e ciò che allora le sembrava un gioco oggi lo guarda con occhi diversi, con una maturità che dimostra il suo cambiamento. Il fatto che provi vergogna e senso di colpa non è la prova di una colpa irredimibile, ma piuttosto di una sensibilità e di una coscienza etica sviluppata nel tempo. Se davvero avesse un "lato oscuro", come teme, non proverebbe questo dolore né questa profonda volontà di migliorare.
Il problema principale ora non è ciò che ha fatto in passato, ma come lo sta vivendo oggi. Il suo giudizio su di sé è estremamente severo, al punto da convincersi di non meritare amore e felicità. Questo è un pensiero che può diventare pericoloso, perché la spinge a isolarsi e a rifiutare il bene che potrebbe ricevere dagli altri. Eppure, dalle sue parole emerge chiaramente che è una persona capace di provare empatia, rispetto e amore. È proprio per questo che soffre così tanto.
Nessuno è definito solo dagli errori del passato. Lei è più grande della somma delle sue azioni, e soprattutto ha il potere di decidere chi vuole essere oggi. Ha già dimostrato di essere una persona che riflette, che si interroga e che vuole fare la cosa giusta. Questo è ciò che conta. Non merita di condannarsi all’infelicità per qualcosa che ha fatto in età adolescenziale, quando non aveva la piena consapevolezza delle sue azioni.
Forse sarebbe utile intraprendere un percorso con uno specialista, non perché ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma perché merita di essere aiutato a perdonarsi e a ricostruire la stima in se stesso. L'obiettivo non è negare il passato, ma imparare a integrarlo nella sua storia personale in modo più sano, senza lasciare che questo definisca il suo valore come persona.
Non è un mostro. È un ragazzo che sta crescendo, che si sta confrontando con il suo passato e che ha un grande desiderio di essere una persona migliore. E questo è qualcosa di estremamente prezioso.
Rimango a disposizione, qualora sentisse il bisogno di approfondire questi temi o di avere un supporto più concreto.
Dott. Luca Vocino
Buonasera anonimo,
ho letto il suo sfogo e non vedo un mostro dietro le righe ma vedo solo un giovane adulto schiacciato dai sensi di colpa.
In adolescenza è normale sperimentare cose nuove e voler approfondire l'area sessuale. Conosciamo il nostro corpo attraverso l'altro e la giovane età di quelle ragazze che più si avvicinava alla sua, le ha reso più sostenibile questa esplorazione. Quelle ragazze erano consapevoli di quello che stavano facendo e le vere colpe le ha il creatore di quel canale che ha trasgredito la legge ma qui non entro in merito perchè non è questo il mio campo e penso neppure il suo. Non possiamo lavorare su quello che è successo in passato ma possiamo lavorare sul presente. Su quel che può fare lei oggi per riuscire a liberarsi di questo zaino pesante che porta sulle spalle e non le consente di vedere le bellezze della montagna perchè lei è schiacciato al suolo ancorato a valle. Dovrebbe iniziare un percorso di terapia individuale per poter iniziare a rendere piu leggero quello zaino.
Cari saluti
ho letto il suo sfogo e non vedo un mostro dietro le righe ma vedo solo un giovane adulto schiacciato dai sensi di colpa.
In adolescenza è normale sperimentare cose nuove e voler approfondire l'area sessuale. Conosciamo il nostro corpo attraverso l'altro e la giovane età di quelle ragazze che più si avvicinava alla sua, le ha reso più sostenibile questa esplorazione. Quelle ragazze erano consapevoli di quello che stavano facendo e le vere colpe le ha il creatore di quel canale che ha trasgredito la legge ma qui non entro in merito perchè non è questo il mio campo e penso neppure il suo. Non possiamo lavorare su quello che è successo in passato ma possiamo lavorare sul presente. Su quel che può fare lei oggi per riuscire a liberarsi di questo zaino pesante che porta sulle spalle e non le consente di vedere le bellezze della montagna perchè lei è schiacciato al suolo ancorato a valle. Dovrebbe iniziare un percorso di terapia individuale per poter iniziare a rendere piu leggero quello zaino.
Cari saluti
Buonasera, dai suoi messaggi si percepisce la sua sofferenza e la sua esigenza di ricevere aiuto, cosa di grande rilevanza. Lei ripete di non essere degno di amore e di vergognarsi di se stesso, ha mai parlato di ciò che le è accaduto con i suoi familiari o si è mai confrontato con gli amici? Ha parlato di questa ragazza che allontana, ha mai provato a parlarne con lei? o a darle spiegazioni' Lei si sente un mostro nonostante il senso di colpa, ciò potrebbe essere dovuto alla sua forte empatia. Il suo senso di colpa potrebbe derivare dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato quando era piccolo e non era completamente cosciente della situazione e potrebbe non aver elaborato la situazione nella modalità più consona. Ha mai intrapreso un percorso psicologico per affrontare più nello specifico la situazione e i pensieri che la stanno portando a questo malessere? Non avendo il quadro clinico del tutto chiaro, posso suggerirle di intraprendere un percorso psicologico, spero di esserle stata d'aiuto. Se avesse bisogno di questa situazione o di ulteriori consigli, non esiti a chiedere. Sono qui per aiutarla.
Buonasera, capisco profondamente la sofferenza che sta vivendo e il peso che sta portando dentro di sé. Il fatto che si stia interrogando in modo così intenso su questi episodi passati, che senta il bisogno di essere completamente sincero e che provi una tale vergogna, dimostra che è una persona dotata di una profonda sensibilità e consapevolezza morale. Questi non sono tratti di chi ha un "lato oscuro", ma piuttosto di qualcuno che desidera essere migliore e che sta cercando di comprendere e dare un senso ai propri comportamenti passati. Ciò che sta vivendo sembra un ciclo di pensieri intrusivi e di autocritica severa, tipico di un processo chiamato "ruminazione". La sua mente si aggrappa a ricordi del passato e li rilegge con gli occhi della persona che è oggi, con una consapevolezza e una maturità che allora non aveva ancora sviluppato. Questo la porta a giudicarsi con estrema durezza, fino a convincersi di non meritare amore o di essere una persona sbagliata. Ma si fermi un momento e provi a guardare questi eventi con un approccio più equilibrato: era un ragazzo molto giovane, inesperto, immerso in un contesto in cui certi comportamenti venivano normalizzati da chi le stava intorno. Non aveva la maturità necessaria per comprendere fino in fondo le implicazioni di ciò che faceva. Non era guidato da cattiveria o dall’intenzione di far soffrire qualcuno, ma da curiosità, inesperienza, forse dal bisogno di sentirsi parte di un gruppo e di sperimentare qualcosa che in quel momento le sembrava lontano nella vita reale. Un aspetto molto importante da notare è che, crescendo, ha sviluppato una consapevolezza etica sempre più forte, al punto da distaccarsi da certi ambienti e arrivare oggi a provare vergogna per quegli episodi. Questa è la prova più chiara del fatto che non è la persona che si sta raccontando con tanta durezza. Si chieda: se davvero avesse un lato oscuro, proverebbe tutto questo dolore? Si tormenterebbe così tanto per qualcosa che appartiene al passato? La risposta è no. Il problema ora non è tanto ciò che ha fatto da adolescente, ma il modo in cui lo sta usando per definirsi oggi. Il senso di colpa e la vergogna hanno una funzione: ci aiutano a capire quando abbiamo sbagliato, ma se diventano schiaccianti e assoluti, ci impediscono di crescere. Forse una parte di lei sente di dover continuare a punirsi, come se solo così potesse "espiare" quegli errori, ma la verità è che ciò che è stato non può essere cambiato. Ciò che invece può cambiare è il modo in cui sceglie di vedersi e di trattarsi. Ha detto di essere innamorato di una ragazza e di sentirsi ricambiato, ma di avere paura di avvicinarsi perché pensa di non meritare amore. Forse si sta privando di qualcosa di bello proprio perché ha paura che, se venisse visto per intero, non sarebbe accettato. Ma si chieda: se la situazione fosse ribaltata e fosse lei a scoprire che una persona a cui tiene ha fatto qualcosa di simile in passato, la condannerebbe per sempre o le permetterebbe di essere definita dalla persona che è oggi? Se questi pensieri la stanno schiacciando al punto da farle perdere la stima di sé e interferire con la sua vita quotidiana, potrebbe essere utile parlarne con un professionista in modo più approfondito. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, lavora proprio su questi pensieri disfunzionali, aiutando a ristrutturarli in un modo più realistico ed equilibrato. Lei non è definito dai suoi errori adolescenziali, ma da come sceglie di vivere e di trattare gli altri nel presente. La sua sensibilità, il suo senso di giustizia e la sua capacità di provare empatia sono le cose che la caratterizzano oggi, e meritano di essere riconosciute e valorizzate. Le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
È comprensibile che tu stia vivendo questi sentimenti di vergogna e senso di colpa per il tuo passato. Il nostro sviluppo personale è un percorso complesso, e tutti commettiamo errori, soprattutto durante l'adolescenza, quando la consapevolezza delle proprie azioni e delle loro conseguenze è ancora in formazione.
Ciò che emerge dalle tue parole è che hai acquisito una maggiore consapevolezza e senso di responsabilità rispetto a quello che è accaduto, e questa è già una dimostrazione di crescita e maturità. Il fatto che tu provi rimorso indica che sei una persona empatica, capace di riflettere sulle proprie azioni e desiderosa di migliorarsi. Nessuno è definito solo dagli errori del passato, e il percorso verso il perdono di sé stessi è un atto di coraggio e amore per la propria crescita.
Il senso di colpa e la vergogna possono diventare un peso schiacciante se non vengono elaborati in modo sano. potresti trarre grande beneficio da un percorso con uno specialista, che possa aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni e ricostruire un'immagine di te stesso più equilibrata e compassionevole. Affrontare queste tematiche con un professionista ti permetterà di elaborare il passato senza rimanerne intrappolato, aiutandoti a costruire relazioni più serene e autentiche con te stesso e con gli altri.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Ciò che emerge dalle tue parole è che hai acquisito una maggiore consapevolezza e senso di responsabilità rispetto a quello che è accaduto, e questa è già una dimostrazione di crescita e maturità. Il fatto che tu provi rimorso indica che sei una persona empatica, capace di riflettere sulle proprie azioni e desiderosa di migliorarsi. Nessuno è definito solo dagli errori del passato, e il percorso verso il perdono di sé stessi è un atto di coraggio e amore per la propria crescita.
Il senso di colpa e la vergogna possono diventare un peso schiacciante se non vengono elaborati in modo sano. potresti trarre grande beneficio da un percorso con uno specialista, che possa aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni e ricostruire un'immagine di te stesso più equilibrata e compassionevole. Affrontare queste tematiche con un professionista ti permetterà di elaborare il passato senza rimanerne intrappolato, aiutandoti a costruire relazioni più serene e autentiche con te stesso e con gli altri.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Carissimo, da quanto scrivi è percepibile la sofferenza provata. Le emozioni che descrivi sono tante e risulterebbe riduttivo, incompleto e complesso rispondere solo con qualche riga. Potrebbe essere arrivato il momento di parlarne in modo più approfondito senza essere giudicato ma accolto e compreso.
Gent.mo,
Mi sembra che lei stia cercando di fare i conti con una parte di sé che è difficile da accettare, e capisco quanto sia doloroso. Le chiedo, però, se ha mai pensato che la persona che è ora non debba essere definita solo dalle sue esperienze passate, ma anche dalla capacità di riconoscere i propri errori e cambiare direzione? Può essere che il modo in cui vede se stesso ora, e il suo senso di vergogna, sia una costruzione che può evolversi nel tempo. Che tipo di persona si vede diventare oggi, se non fosse più legato a queste esperienze passate?
Mi tengo a disposizione.
Un caro saluto,
Dr. De Giorgi Giorgio
Mi sembra che lei stia cercando di fare i conti con una parte di sé che è difficile da accettare, e capisco quanto sia doloroso. Le chiedo, però, se ha mai pensato che la persona che è ora non debba essere definita solo dalle sue esperienze passate, ma anche dalla capacità di riconoscere i propri errori e cambiare direzione? Può essere che il modo in cui vede se stesso ora, e il suo senso di vergogna, sia una costruzione che può evolversi nel tempo. Che tipo di persona si vede diventare oggi, se non fosse più legato a queste esperienze passate?
Mi tengo a disposizione.
Un caro saluto,
Dr. De Giorgi Giorgio
buongiorno, mi ha colpito molto la tua sensibilità, durante l'adolescenza è quasi normale commettere errori che errori non sono, ma semplicemente esperienze, dettate dalla voglia di assaporare un po' di tutto dalla vita, farci trasportare da amici più audaci, non aver ben chiaro cosa voglio effettivamente fare ed essere.
cerca di vedere gli errori come opportunità di crescita personale e di apprendimento. Cosa hai imparato da quell'esperienza? Come puoi usare ciò che hai imparato per diventare una persona migliore?
cerca di essere gentile con se stesso, come lo saresti con un amico caro. La pratica dell'autocompassione può ridurre notevolmente la vergogna e aumentare il benessere psicologico.
ti sei allontanato da quel giro volontariamente e consapevolmente e questo è segno di maturità. Viviti la tua storia d'amore nella maniera più semplice e pure, a tua immagine e somiglianza. un abbraccio.
cerca di vedere gli errori come opportunità di crescita personale e di apprendimento. Cosa hai imparato da quell'esperienza? Come puoi usare ciò che hai imparato per diventare una persona migliore?
cerca di essere gentile con se stesso, come lo saresti con un amico caro. La pratica dell'autocompassione può ridurre notevolmente la vergogna e aumentare il benessere psicologico.
ti sei allontanato da quel giro volontariamente e consapevolmente e questo è segno di maturità. Viviti la tua storia d'amore nella maniera più semplice e pure, a tua immagine e somiglianza. un abbraccio.
Buongiorno,
Innanzitutto, ti ringrazio per aver avuto il coraggio di scrivere e condividere con tanta sincerità i tuoi pensieri e le tue emozioni. È chiaro che stai affrontando un momento di grande difficoltà, e il fatto che tu stia cercando aiuto è un passo molto importante verso il cambiamento e la comprensione di te stesso.
Le sensazioni di vergogna, colpa e il senso di inadeguatezza che descrivi sono emozioni intense e dolorose, ma voglio rassicurarti: ciò che stai provando non ti definisce come persona e non significa che non meriti amore o rispetto. La tua esperienza è un’opportunità di crescita, anche se, in questo momento, può sembrare difficile vedere oltre il peso di questi sentimenti.
Non è raro che queste esperienze passate diventino fonte di autogiudizio, come stai vivendo ora. Tuttavia, è importante distinguere tra il comportamento passato, che può essere influenzato dalla curiosità e da emozioni difficili da gestire in quel periodo della vita, e la tua identità come persona.
Il senso di colpa che provi, purtroppo, ti sta impedendo di vedere la tua crescita e i tuoi cambiamenti positivi. Le tue esperienze non determinano il tuo valore come individuo. Non c’è un “lato oscuro” che devi temere; ciò che stai vivendo è una reazione emotiva a una parte del passato che, con il giusto supporto, puoi comprendere e integrare senza che ti definisca.
Lavorare per cambiare la tua visione su di te stesso, riconoscendo le tue emozioni senza lasciarti sopraffare da esse, ti aiuterà a ritrovare la stima di te e a vivere in modo più sereno.
Ti invito a dare valore ai tuoi progressi e a non permettere che il passato offuschi il presente. La strada verso il recupero della tua autostima è possibile, e sei già sulla via giusta.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o di supporto, non esitare a rivolgerti a un professionista della salute mentale che possa guidarti nel tuo percorso.
Innanzitutto, ti ringrazio per aver avuto il coraggio di scrivere e condividere con tanta sincerità i tuoi pensieri e le tue emozioni. È chiaro che stai affrontando un momento di grande difficoltà, e il fatto che tu stia cercando aiuto è un passo molto importante verso il cambiamento e la comprensione di te stesso.
Le sensazioni di vergogna, colpa e il senso di inadeguatezza che descrivi sono emozioni intense e dolorose, ma voglio rassicurarti: ciò che stai provando non ti definisce come persona e non significa che non meriti amore o rispetto. La tua esperienza è un’opportunità di crescita, anche se, in questo momento, può sembrare difficile vedere oltre il peso di questi sentimenti.
Non è raro che queste esperienze passate diventino fonte di autogiudizio, come stai vivendo ora. Tuttavia, è importante distinguere tra il comportamento passato, che può essere influenzato dalla curiosità e da emozioni difficili da gestire in quel periodo della vita, e la tua identità come persona.
Il senso di colpa che provi, purtroppo, ti sta impedendo di vedere la tua crescita e i tuoi cambiamenti positivi. Le tue esperienze non determinano il tuo valore come individuo. Non c’è un “lato oscuro” che devi temere; ciò che stai vivendo è una reazione emotiva a una parte del passato che, con il giusto supporto, puoi comprendere e integrare senza che ti definisca.
Lavorare per cambiare la tua visione su di te stesso, riconoscendo le tue emozioni senza lasciarti sopraffare da esse, ti aiuterà a ritrovare la stima di te e a vivere in modo più sereno.
Ti invito a dare valore ai tuoi progressi e a non permettere che il passato offuschi il presente. La strada verso il recupero della tua autostima è possibile, e sei già sulla via giusta.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o di supporto, non esitare a rivolgerti a un professionista della salute mentale che possa guidarti nel tuo percorso.
Gentile utente buongiorno.
I pensieri sul suo passato che la stanno affliggendo le stanno parlando di un tempo che non può tornare e non può essere modificato. Anche se fanno male ora e le provocano sentimenti negativi su sé stesso, sono pensieri di scarsa utilità. Così come è di scarsa utilità continuare a mortificarsi e giudicarsi negativamente per quanto accaduto.
Le potrei dire che l'adolescenza è piena di esperienze, errori e sperimentazioni, che sono la testimonianza di una fase della vita di grandi trasformazioni, fisiche e mentali, e di una progressiva presa di consapevolezza del sé. Le potrei anche dire che molti giovani, come lei, si sono avvicinati alla sessualità nello stesso modo, attingendo a risorse di facile consumo, al limite della moralità e dell'onestà.
Ma in fondo, sarebbero solo altri ragionamenti inutili rispetto al suo vissuto attuale e a ciò che la vita le potrebbe prospettare a qui in avanti, in tutti gli ambiti. Certamente, c'è un'evoluzione della sua personalità che ha imparato qualcosa anche da queste situazioni e che la sta aiutando a comprendere meglio quali sono i suoi valori più nobili e profondi: quella è una voce da ascoltare, quelli sono pensieri utili e vantaggiosi, seppure partano da storie che vorrebbe dimenticare.
Le dico anche anche questi pensieri giudicanti e invalidanti che rivolge a sé stesso non se ne andranno e non si possono cancellare come parole su una lavagna. Semplicemente, dovrà imparare a dare loro sempre meno importanza e sempre meno peso sulle sue normali attività di vita. Parta dal coltivare autocompassione, quella capacità umana di sentirsi fragili e fallibili, ma anche in grado di imparare e di migliorare. Coltivi anche la gratitudine, come sentimento verso le persone che possono supportarla, verso i doni della vita, anche quelli più scontati, e verso sé stesso e le sue migliori qualità (che sicuramente ci sono e vale la pena riconoscere).
Poi potrà cominciare a generare pensieri diversi, più positivi e significativi: può prendere spunto dalle attività che le piace svolgere, dalle sue passioni, dalle cose che fa con senso del dovere e con impegno, dalle relazioni importanti della sua vita, magari cominciando proprio da quella ragazza che le piace.
Ognuno di noi ha una storia personale in cui ci sono cose che non rifaremmo mai in nessun modo, ricordi che vorremmo cancellare definitivamente, persone che non avremmo voluto frequentare. Ma tutto ciò che è stato ora sono solo parole nella nostra testa, flussi di pensiero e di emozioni collegate, che non hanno alcuna relazione con la realtà del momento, con il qui e ora, che è l'unica cosa che possiamo effettivamente controllare e condizionare con le nostre decisioni e il nostro comportamento.
Ci sono metodi e strategie per imparare a gestire questi pensieri negativi che sta avendo su sé stesso. E ci sono metodi e strategie per imparare a modificare l'atteggiamento e la qualità dei pensieri, orientando la mente verso la costruzione di un progetto di vita più ottimistico e concreto. Valuti la possibilità di contattare uno psicologo/a per conoscere queste metodologie e uscire dalla sofferenza che sta vivendo e che sta invalidando la sua vita. Un supporto psicologico le sarebbe di grande aiuto.
Restando a disposizione, anche tramite consulenza online, le auguro il meglio.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
I pensieri sul suo passato che la stanno affliggendo le stanno parlando di un tempo che non può tornare e non può essere modificato. Anche se fanno male ora e le provocano sentimenti negativi su sé stesso, sono pensieri di scarsa utilità. Così come è di scarsa utilità continuare a mortificarsi e giudicarsi negativamente per quanto accaduto.
Le potrei dire che l'adolescenza è piena di esperienze, errori e sperimentazioni, che sono la testimonianza di una fase della vita di grandi trasformazioni, fisiche e mentali, e di una progressiva presa di consapevolezza del sé. Le potrei anche dire che molti giovani, come lei, si sono avvicinati alla sessualità nello stesso modo, attingendo a risorse di facile consumo, al limite della moralità e dell'onestà.
Ma in fondo, sarebbero solo altri ragionamenti inutili rispetto al suo vissuto attuale e a ciò che la vita le potrebbe prospettare a qui in avanti, in tutti gli ambiti. Certamente, c'è un'evoluzione della sua personalità che ha imparato qualcosa anche da queste situazioni e che la sta aiutando a comprendere meglio quali sono i suoi valori più nobili e profondi: quella è una voce da ascoltare, quelli sono pensieri utili e vantaggiosi, seppure partano da storie che vorrebbe dimenticare.
Le dico anche anche questi pensieri giudicanti e invalidanti che rivolge a sé stesso non se ne andranno e non si possono cancellare come parole su una lavagna. Semplicemente, dovrà imparare a dare loro sempre meno importanza e sempre meno peso sulle sue normali attività di vita. Parta dal coltivare autocompassione, quella capacità umana di sentirsi fragili e fallibili, ma anche in grado di imparare e di migliorare. Coltivi anche la gratitudine, come sentimento verso le persone che possono supportarla, verso i doni della vita, anche quelli più scontati, e verso sé stesso e le sue migliori qualità (che sicuramente ci sono e vale la pena riconoscere).
Poi potrà cominciare a generare pensieri diversi, più positivi e significativi: può prendere spunto dalle attività che le piace svolgere, dalle sue passioni, dalle cose che fa con senso del dovere e con impegno, dalle relazioni importanti della sua vita, magari cominciando proprio da quella ragazza che le piace.
Ognuno di noi ha una storia personale in cui ci sono cose che non rifaremmo mai in nessun modo, ricordi che vorremmo cancellare definitivamente, persone che non avremmo voluto frequentare. Ma tutto ciò che è stato ora sono solo parole nella nostra testa, flussi di pensiero e di emozioni collegate, che non hanno alcuna relazione con la realtà del momento, con il qui e ora, che è l'unica cosa che possiamo effettivamente controllare e condizionare con le nostre decisioni e il nostro comportamento.
Ci sono metodi e strategie per imparare a gestire questi pensieri negativi che sta avendo su sé stesso. E ci sono metodi e strategie per imparare a modificare l'atteggiamento e la qualità dei pensieri, orientando la mente verso la costruzione di un progetto di vita più ottimistico e concreto. Valuti la possibilità di contattare uno psicologo/a per conoscere queste metodologie e uscire dalla sofferenza che sta vivendo e che sta invalidando la sua vita. Un supporto psicologico le sarebbe di grande aiuto.
Restando a disposizione, anche tramite consulenza online, le auguro il meglio.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno caro utente, grazie per aver condiviso in modo sincerissimo la sua esperienza di vita sia la sua sofferenza. Percepisco, da quanto scrive, un’enorme senso di colpa e una forte autocritica, e dove c’è critica c’è sterilità, nulla può crescere da lì. Quanto ha fatto in gioventù e’ qualcosa che va elaborato, causandole tanto dolore va visto e gli va dato un nuovo significato, cercando di andare oltre alla fredda critica. Le suggerisco peraltro di iniziare un percorso che possa insegnarle le strategie più efficaci per fare quanto scritto, e mi viene da suggerirle di sfruttare il malessere attuale e non attendere che questo dolore e questa critica inficino la sua vita, più di quanto sta già sta succedendo. La saluto, mi metto a disposizione. Dott.ssa Giulia Galbiati.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, comprendo quanto possa essere difficile convivere con questi pensieri e con il senso di vergogna che prova relativo al suo passato. È evidente che ha sviluppato una forte consapevolezza su ciò che ha vissuto e che oggi guarda al suo passato con occhi diversi. Questo, anziché renderla una persona 'indegna', dimostra il suo senso di responsabilità e la sua capacità di crescita.
Nessuno di noi è definito solo dagli errori (o presunti tali) commessi in passato, soprattutto in fasi della vita in cui si è più vulnerabili e meno consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni. Ciò che davvero conta è il modo in cui oggi sceglie di rapportarsi agli altri e a sé stesso. Sembra che stia giudicandosi con una severità eccessiva, fino a negarsi la possibilità di essere amato. Ma il valore di una persona non si misura solo con gli sbagli del passato, bensì con la sua capacità di riconoscerli, di crescere e di costruire relazioni più consapevoli e rispettose. Se questi pensieri la stanno facendo soffrire così tanto, potrebbe essere utile esplorarli in un percorso di supporto psicologico. Avere uno spazio sicuro in cui parlarne potrebbe aiutarla a ridurre questo peso e a ritrovare fiducia in sé stesso. Lei merita di stare bene e di concedersi la possibilità di vivere relazioni autentiche, senza essere prigioniero del suo passato. Restando a sua disposizione, le auguro un grande in bocca al lupo!
Nessuno di noi è definito solo dagli errori (o presunti tali) commessi in passato, soprattutto in fasi della vita in cui si è più vulnerabili e meno consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni. Ciò che davvero conta è il modo in cui oggi sceglie di rapportarsi agli altri e a sé stesso. Sembra che stia giudicandosi con una severità eccessiva, fino a negarsi la possibilità di essere amato. Ma il valore di una persona non si misura solo con gli sbagli del passato, bensì con la sua capacità di riconoscerli, di crescere e di costruire relazioni più consapevoli e rispettose. Se questi pensieri la stanno facendo soffrire così tanto, potrebbe essere utile esplorarli in un percorso di supporto psicologico. Avere uno spazio sicuro in cui parlarne potrebbe aiutarla a ridurre questo peso e a ritrovare fiducia in sé stesso. Lei merita di stare bene e di concedersi la possibilità di vivere relazioni autentiche, senza essere prigioniero del suo passato. Restando a sua disposizione, le auguro un grande in bocca al lupo!
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questo suo malessere. Posso provare a immaginare la difficoltà di staccarsi da questi pensieri colpevolizzanti che faticano a riconoscerla come persona degna di essere amata a prescindere dai comportamenti del sè quattordicenne. Sicuramente ora non approverebbe quelle azioni, ma ora ha raggiunto una maturazione e una sensibilità che a 14 anni può essere più carente. Quindi è importante che riconosca il fatto che anche lei, come ogni altro essere umano, può commettere errori e cambiare opinioni. Ad ogni modo, mi sembra che lei esprima un'importante autocritica e delle convinzioni su di sè negative e radicate nel senso di colpa. Quindi ritengo che le potrebbe essere molto d'aiuto un percorso psicologico/psicoterapico, per individuare una visione alternativa del sè. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, dott.ssa Anna Tosi
Gentile buongiorno,
la ringrazio della condivisione perché posso capire quanto sia stato difficile per lei condividere questo argomento delicato, soprattutto parlando di vergogna. Quest'ultima è un'emozione secondaria, cioè sociale, che ci segnala come un nostro comportamento o una nostra caratteristica possa essere motivo di allontanamento, da parte del gruppo o di una persona a noi cara, a seguito di un potenziale giudizio negativo. Le suggerirei di condividere tale informazione con una persona che sa che non la rifiuterebbe, bensì che possa comprendere che è stato un periodo di vita dove la sua intenzione non era quella di recare danno a nessuno. Un percorso di supporto inoltre potrebbe essere utile per elaborare e gestire tale situazione successa anni fa, nonché per cercare di trovare un modo assertivo per parlarne con altre persone. Resto a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
la ringrazio della condivisione perché posso capire quanto sia stato difficile per lei condividere questo argomento delicato, soprattutto parlando di vergogna. Quest'ultima è un'emozione secondaria, cioè sociale, che ci segnala come un nostro comportamento o una nostra caratteristica possa essere motivo di allontanamento, da parte del gruppo o di una persona a noi cara, a seguito di un potenziale giudizio negativo. Le suggerirei di condividere tale informazione con una persona che sa che non la rifiuterebbe, bensì che possa comprendere che è stato un periodo di vita dove la sua intenzione non era quella di recare danno a nessuno. Un percorso di supporto inoltre potrebbe essere utile per elaborare e gestire tale situazione successa anni fa, nonché per cercare di trovare un modo assertivo per parlarne con altre persone. Resto a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Ciao, grazie per esserti aperto e per aver condiviso i tuoi pensieri con tanta sincerità. Ti capisco molto in questo momento e apprezzo la tua voglia di affrontare questi sentimenti dolorosi.
Prima di tutto, voglio dirti che tutti, indipendentemente da ciò che accade nel passato, meritiamo di essere trattati con comprensione e amore. Nessuna persona è definita esclusivamente dai suoi errori passati, e quella che sei oggi non è la stessa persona che eri a 14 o 16 anni. L'importante è riconoscere e comprendere i propri errori, come hai fatto, e impegnarsi a crescere e a diventare una persona migliore.
Quello che stai vivendo, il senso di colpa e la vergogna, sono reazioni molto comuni quando si riflette su comportamenti passati che oggi percepiamo come sbagliati. Però è fondamentale che tu non ti condanni per quegli atti, ma che tu li veda per quello che sono: parte del percorso di crescita. A quell’età, eri giovane, inesperto, e molti adolescenti possono fare scelte che non comprendono appieno le conseguenze. Anche se l’esperienza che hai vissuto ti ha fatto riflettere, e ti sta creando sofferenza, è un segno di maturità che tu ora riconosca il danno che quelle azioni potevano causare. Questo è un passo importante.
È anche importante comprendere che, a volte, ci si ritrova a giudicare se stessi con criteri troppo severi, che non corrispondono alla realtà. Ciò che conta ora è come affronti e reagisci a ciò che è accaduto, non vivere nel rimorso. Il fatto che tu stia cercando aiuto e riflettendo su questo è un segno di forza, non di debolezza.
Il fatto che tu sia innamorato di una ragazza e abbia paura di avvicinarti a lei, temendo che lei ti giudichi per il tuo passato, è comprensibile. Ma ti invito a riflettere su qualcosa di importante: le persone che ti apprezzano, come quella ragazza, probabilmente non giudicheranno il tuo passato in modo così duro come lo fai tu. La vergogna che provi è spesso più intensa di quanto una persona esterna possa percepire. La vera difficoltà, a volte, sta nel lasciar andare il giudizio che abbiamo su noi stessi.
Il fatto che tu stia cercando di non far soffrire gli altri è una qualità bellissima, segno di grande empatia. Ma non devi fare il sacrificio di allontanarti da chi ti potrebbe voler bene o di nascondere chi sei per paura del giudizio. L’amore e la vicinanza che cerchi dagli altri passano attraverso l'autenticità, e non c’è nulla di sbagliato nell’ammettere che tutti noi abbiamo un passato complesso. Non devi sentirti un "mostro" perché sei un essere umano che sta cercando di fare del suo meglio. In ogni percorso di crescita ci sono momenti di errore, e sta nel nostro potenziale umano riuscire a imparare da essi.
Infine, il fatto che tu chieda aiuto è già un passo significativo. Se lo desideri, ti consiglio anche di parlare con un professionista psicologo che possa aiutarti a lavorare sui tuoi sentimenti di vergogna e senso di colpa, per darti il supporto e gli strumenti necessari per affrontare al meglio queste emozioni.
Ricorda che sei una persona che merita amore, rispetto e comprensione, e non sei solo nei tuoi pensieri. Tutti meritiamo una seconda chance, soprattutto quando abbiamo la consapevolezza di voler diventare persone migliori.
Se vuoi, possiamo continuare a parlare di questo e approfondire come affrontare questi pensieri.
Prima di tutto, voglio dirti che tutti, indipendentemente da ciò che accade nel passato, meritiamo di essere trattati con comprensione e amore. Nessuna persona è definita esclusivamente dai suoi errori passati, e quella che sei oggi non è la stessa persona che eri a 14 o 16 anni. L'importante è riconoscere e comprendere i propri errori, come hai fatto, e impegnarsi a crescere e a diventare una persona migliore.
Quello che stai vivendo, il senso di colpa e la vergogna, sono reazioni molto comuni quando si riflette su comportamenti passati che oggi percepiamo come sbagliati. Però è fondamentale che tu non ti condanni per quegli atti, ma che tu li veda per quello che sono: parte del percorso di crescita. A quell’età, eri giovane, inesperto, e molti adolescenti possono fare scelte che non comprendono appieno le conseguenze. Anche se l’esperienza che hai vissuto ti ha fatto riflettere, e ti sta creando sofferenza, è un segno di maturità che tu ora riconosca il danno che quelle azioni potevano causare. Questo è un passo importante.
È anche importante comprendere che, a volte, ci si ritrova a giudicare se stessi con criteri troppo severi, che non corrispondono alla realtà. Ciò che conta ora è come affronti e reagisci a ciò che è accaduto, non vivere nel rimorso. Il fatto che tu stia cercando aiuto e riflettendo su questo è un segno di forza, non di debolezza.
Il fatto che tu sia innamorato di una ragazza e abbia paura di avvicinarti a lei, temendo che lei ti giudichi per il tuo passato, è comprensibile. Ma ti invito a riflettere su qualcosa di importante: le persone che ti apprezzano, come quella ragazza, probabilmente non giudicheranno il tuo passato in modo così duro come lo fai tu. La vergogna che provi è spesso più intensa di quanto una persona esterna possa percepire. La vera difficoltà, a volte, sta nel lasciar andare il giudizio che abbiamo su noi stessi.
Il fatto che tu stia cercando di non far soffrire gli altri è una qualità bellissima, segno di grande empatia. Ma non devi fare il sacrificio di allontanarti da chi ti potrebbe voler bene o di nascondere chi sei per paura del giudizio. L’amore e la vicinanza che cerchi dagli altri passano attraverso l'autenticità, e non c’è nulla di sbagliato nell’ammettere che tutti noi abbiamo un passato complesso. Non devi sentirti un "mostro" perché sei un essere umano che sta cercando di fare del suo meglio. In ogni percorso di crescita ci sono momenti di errore, e sta nel nostro potenziale umano riuscire a imparare da essi.
Infine, il fatto che tu chieda aiuto è già un passo significativo. Se lo desideri, ti consiglio anche di parlare con un professionista psicologo che possa aiutarti a lavorare sui tuoi sentimenti di vergogna e senso di colpa, per darti il supporto e gli strumenti necessari per affrontare al meglio queste emozioni.
Ricorda che sei una persona che merita amore, rispetto e comprensione, e non sei solo nei tuoi pensieri. Tutti meritiamo una seconda chance, soprattutto quando abbiamo la consapevolezza di voler diventare persone migliori.
Se vuoi, possiamo continuare a parlare di questo e approfondire come affrontare questi pensieri.
Buongiorno, intanto mi dispiace molto per il disagio che stai vivendo. Mi sento di tranquillizzarti e dirti che è del tutto normale sperimentare in quegli anni e tu hai fatto delle cose per cui ti sei pentito e questo ti fa onore e ti rende molto maturo.
Detto questo che sicuramente non ti aiuta quanto vorresti si potrebbe approfondire queste tematiche con dei colloqui online con me se desideri.
Penso che la tua fidanzata ti meriti e hai una grande consapevolezza.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Detto questo che sicuramente non ti aiuta quanto vorresti si potrebbe approfondire queste tematiche con dei colloqui online con me se desideri.
Penso che la tua fidanzata ti meriti e hai una grande consapevolezza.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Gentile utente,
dalle sue parole sembra che lei stia soffrendo molto e il fatto di scrivere qu questo portale a riguardo può essere un segnale di volontà di occuparsi di questa sua sofferenza. Qualora sentisse il bisogno di intraprendere un percorso di terapia io resto a disposizione. Un caro saluto
Dott.ssa Anna Guerrini Usubini
dalle sue parole sembra che lei stia soffrendo molto e il fatto di scrivere qu questo portale a riguardo può essere un segnale di volontà di occuparsi di questa sua sofferenza. Qualora sentisse il bisogno di intraprendere un percorso di terapia io resto a disposizione. Un caro saluto
Dott.ssa Anna Guerrini Usubini
Ciao,
sarò sincera come hai chiesto tu.
Se ne esce, non è grave la cosa, ma è seria ed importante, questo si.
Il passato non si cambia, bacchette magiche io non ne ho, ma quello che posso fare è aiutarti a capire perché alcune cose cose accadute, così da poter trasformare questo senso di colpa e mandarlo via, per farti vivere una vita normale e serena.
Serve un percorso di terapia valido per fare ciò.
Un caro saluto
Lavinia
sarò sincera come hai chiesto tu.
Se ne esce, non è grave la cosa, ma è seria ed importante, questo si.
Il passato non si cambia, bacchette magiche io non ne ho, ma quello che posso fare è aiutarti a capire perché alcune cose cose accadute, così da poter trasformare questo senso di colpa e mandarlo via, per farti vivere una vita normale e serena.
Serve un percorso di terapia valido per fare ciò.
Un caro saluto
Lavinia
Caro ragazzo,
ti ringrazio per il tuo messaggio così aperto e sincero. È evidente che stai affrontando con grande coraggio un dolore interiore profondo, e meriti davvero uno spazio sicuro in cui essere ascoltato senza giudizio. Ti risponderò con lo sguardo di una psicologa, ma anche con profondo rispetto per la tua vulnerabilità.
1. **Capire non significa giustificare, ma umanizzare**
Quello che hai fatto in passato **non è da ignorare né da minimizzare**, ma **nemmeno da condannare con la durezza spietata con cui lo stai facendo ora**. Eri molto giovane, in una fase in cui si è estremamente influenzabili, in particolare quando ci si trova immersi in contesti dove certi comportamenti vengono normalizzati dai coetanei. Non si nasce consapevoli: **la consapevolezza si costruisce**, ed è ciò che tu hai fatto crescendo.
2. **Hai già fatto un passo enorme: ti sei fermato**
A 16 anni hai cominciato a comprendere la gravità di quelle situazioni, e **hai scelto di interrompere quei comportamenti**. Questo è un passaggio fondamentale: **non sei rimasto “in quel giro”**, non ti ci sei crogiolato. Questo dice molto di chi sei oggi. Non sei definito dagli errori che hai commesso da ragazzino, **ma dalle scelte che hai preso quando hai iniziato a capire**.
3. **Vergogna non è colpa: è paura di non essere amabile**
Quando dici *"non merito amore"*, stai parlando il linguaggio della vergogna. Ma la vergogna, anche se fa sentire piccoli, **non è una bussola affidabile per giudicare il nostro valore**. Al contrario, chi prova rimorso, chi riflette, chi desidera cambiare è una persona che sta cercando di **riparare** e **crescere**. E questo merita rispetto, non isolamento.
4. **Sei molto più della tua storia passata**
Il fatto che oggi ti poni domande difficili, che senti empatia e rispetto verso gli altri, e che ti interroghi su cosa sia giusto o sbagliato, **non è un lato oscuro**: è **umanità in evoluzione**. Nessuno arriva alla vita adulta senza ombre nel passato. Ma non tutti hanno il coraggio di guardarle in faccia come stai facendo tu.
5. **Parlane con uno psicologo**
Questi pensieri ricorrenti, il senso di colpa schiacciante, l’autodenigrazione: sono segnali che meritano uno spazio di ascolto professionale. Non perché tu sia “sbagliato”, ma perché **meriti di essere accompagnato fuori da questo dolore e aiutato a ricostruire l’immagine che hai di te**. La psicoterapia può aiutarti a **rielaborare quegli episodi**, comprendere il contesto in cui sono nati e **tornare a sentirti degno di amore** – da parte degli altri, ma soprattutto da parte tua.
In sintesi
Non sei un mostro. Sei un ragazzo che ha fatto degli errori e che ora ha **una coscienza molto più profonda di molti altri tuoi coetanei**. Il senso di colpa può essere utile solo se porta alla crescita – non se diventa un cappio al collo. Oggi **sei libero di essere diverso da ciò che sei stato**, e meriti aiuto per poterlo vivere con serenità.
Se ti va, posso aiutarti a trovare le parole per iniziare un percorso con uno psicologo. Non restare da solo con questo dolore.
**Hai diritto a guarire.**
Un caro saluto,
una psicologa
ti ringrazio per il tuo messaggio così aperto e sincero. È evidente che stai affrontando con grande coraggio un dolore interiore profondo, e meriti davvero uno spazio sicuro in cui essere ascoltato senza giudizio. Ti risponderò con lo sguardo di una psicologa, ma anche con profondo rispetto per la tua vulnerabilità.
1. **Capire non significa giustificare, ma umanizzare**
Quello che hai fatto in passato **non è da ignorare né da minimizzare**, ma **nemmeno da condannare con la durezza spietata con cui lo stai facendo ora**. Eri molto giovane, in una fase in cui si è estremamente influenzabili, in particolare quando ci si trova immersi in contesti dove certi comportamenti vengono normalizzati dai coetanei. Non si nasce consapevoli: **la consapevolezza si costruisce**, ed è ciò che tu hai fatto crescendo.
2. **Hai già fatto un passo enorme: ti sei fermato**
A 16 anni hai cominciato a comprendere la gravità di quelle situazioni, e **hai scelto di interrompere quei comportamenti**. Questo è un passaggio fondamentale: **non sei rimasto “in quel giro”**, non ti ci sei crogiolato. Questo dice molto di chi sei oggi. Non sei definito dagli errori che hai commesso da ragazzino, **ma dalle scelte che hai preso quando hai iniziato a capire**.
3. **Vergogna non è colpa: è paura di non essere amabile**
Quando dici *"non merito amore"*, stai parlando il linguaggio della vergogna. Ma la vergogna, anche se fa sentire piccoli, **non è una bussola affidabile per giudicare il nostro valore**. Al contrario, chi prova rimorso, chi riflette, chi desidera cambiare è una persona che sta cercando di **riparare** e **crescere**. E questo merita rispetto, non isolamento.
4. **Sei molto più della tua storia passata**
Il fatto che oggi ti poni domande difficili, che senti empatia e rispetto verso gli altri, e che ti interroghi su cosa sia giusto o sbagliato, **non è un lato oscuro**: è **umanità in evoluzione**. Nessuno arriva alla vita adulta senza ombre nel passato. Ma non tutti hanno il coraggio di guardarle in faccia come stai facendo tu.
5. **Parlane con uno psicologo**
Questi pensieri ricorrenti, il senso di colpa schiacciante, l’autodenigrazione: sono segnali che meritano uno spazio di ascolto professionale. Non perché tu sia “sbagliato”, ma perché **meriti di essere accompagnato fuori da questo dolore e aiutato a ricostruire l’immagine che hai di te**. La psicoterapia può aiutarti a **rielaborare quegli episodi**, comprendere il contesto in cui sono nati e **tornare a sentirti degno di amore** – da parte degli altri, ma soprattutto da parte tua.
In sintesi
Non sei un mostro. Sei un ragazzo che ha fatto degli errori e che ora ha **una coscienza molto più profonda di molti altri tuoi coetanei**. Il senso di colpa può essere utile solo se porta alla crescita – non se diventa un cappio al collo. Oggi **sei libero di essere diverso da ciò che sei stato**, e meriti aiuto per poterlo vivere con serenità.
Se ti va, posso aiutarti a trovare le parole per iniziare un percorso con uno psicologo. Non restare da solo con questo dolore.
**Hai diritto a guarire.**
Un caro saluto,
una psicologa
Gentilissimo, da ciò che condivide emerge con nitidezza la situazione che sta vivendo. L’immagine che ha di sé, in relazione a comportamenti che oggi sente come moralmente inaccettabili, sembra generarle un intenso senso di colpa e di disagio da cui fatica a prendere distanza.
Nel suo racconto affiora un conflitto profondo tra una spinta sessuale passata e l’insieme di norme e valori morali che per lei hanno un significato determinate. Ciò che colpisce, e che appare centrale nel suo vissuto, è la difficoltà a integrare ciò che è accaduto nel passato con la visione attuale che ha di sé. Questa frattura interna sembra intrecciarsi con aspetti più ampi della sua autopercezione, del modo in cui vive le relazioni e del rapporto con la propria sessualità.
In franchezza, non credo esista una soluzione fai-da-te per affrontare ciò che descrive. Può certamente provare a parlarne con persone fidate o riflettere autonomamente su questi temi, ma immagino siano tentativi che ha già messo in atto.
Se volessimo comunque individuare (in modo preliminare) alcuni punti centrali su cui potrebbe avviare una riflessione personale, partirei da come vive, o se riesce a vivere, le proprie spinte aggressive, e da quanto inibisce la sua aggressività. Quanto accaduto potrebbe rappresentarne una manifestazione non integrata di una sua spinta aggressiva che oggi fatica a conciliare con l’immagine che ha di sé.
Per essere più chiaro, intendo che probabilmente non riesce ad accettare di aver avuto una manifestazione sessuale che percepisce come aggressiva nei confronti di quelle ragazze e questo aspetto negativo non riesce a trovare spazio nel modo in cui lei si percepisce.
Un altro elemento importante riguarda il suo rapporto con la sessualità, con la masturbazione e soprattutto con le fantasie sessuali attuali e passate. Esplorare questi aspetti potrebbe aiutarla a capire il suo rapporto con tali aspetti e se le pulsioni e le fantasie vissute in passato siano ancora presenti e disturbanti nel presente, oppure se si tratti principalmente dell’eco di un vissuto passato che continua a pesare sulla sua autostima.
La inviterei inoltre a riflettere sul senso di vergogna e sulla profonda svalutazione personale che descrive. Che lei consideri ciò che è accaduto come qualcosa di sbagliato è comprensibile; tuttavia, sembra che questo vissuto arrivi a inglobare l’intera immagine di sé, suggerendo la presenza di strutture più profonde su cui l’episodio si innesta. Strutture che meriterebbero attenzione ed esplorazione specifica.
Ribadisco che, pur potendo costituire spunti utili per riflessioni personali, questi temi difficilmente possono essere affrontati in modo efficace senza il supporto di uno psicologo, soprattutto se l’obiettivo è un cambiamento reale e duraturo.
In sintesi, la difficoltà a integrare la dimensione sessuale del passato con la propria moralità attuale, e il profondo vissuto che ne deriva, rappresentano motivi significativi per un’esplorazione specialistica. Il suo rapporto con la sessualità (e con l’aggressività), il desiderio e l’esperienza di impulsi percepiti come non compatibili con le norme morali o con il consenso dell’altro sono aspetti che richiedono uno spazio psicologico clinico protetto, non giudicante e aperto. Uno spazio in cui possa comprendere con maggiore profondità, e forse anche attraverso la storia delle sue relazioni e della sua vita emotiva, le ragioni più antiche e radicate di questa mancata integrazione e di questi vissuti.
Nel suo racconto affiora un conflitto profondo tra una spinta sessuale passata e l’insieme di norme e valori morali che per lei hanno un significato determinate. Ciò che colpisce, e che appare centrale nel suo vissuto, è la difficoltà a integrare ciò che è accaduto nel passato con la visione attuale che ha di sé. Questa frattura interna sembra intrecciarsi con aspetti più ampi della sua autopercezione, del modo in cui vive le relazioni e del rapporto con la propria sessualità.
In franchezza, non credo esista una soluzione fai-da-te per affrontare ciò che descrive. Può certamente provare a parlarne con persone fidate o riflettere autonomamente su questi temi, ma immagino siano tentativi che ha già messo in atto.
Se volessimo comunque individuare (in modo preliminare) alcuni punti centrali su cui potrebbe avviare una riflessione personale, partirei da come vive, o se riesce a vivere, le proprie spinte aggressive, e da quanto inibisce la sua aggressività. Quanto accaduto potrebbe rappresentarne una manifestazione non integrata di una sua spinta aggressiva che oggi fatica a conciliare con l’immagine che ha di sé.
Per essere più chiaro, intendo che probabilmente non riesce ad accettare di aver avuto una manifestazione sessuale che percepisce come aggressiva nei confronti di quelle ragazze e questo aspetto negativo non riesce a trovare spazio nel modo in cui lei si percepisce.
Un altro elemento importante riguarda il suo rapporto con la sessualità, con la masturbazione e soprattutto con le fantasie sessuali attuali e passate. Esplorare questi aspetti potrebbe aiutarla a capire il suo rapporto con tali aspetti e se le pulsioni e le fantasie vissute in passato siano ancora presenti e disturbanti nel presente, oppure se si tratti principalmente dell’eco di un vissuto passato che continua a pesare sulla sua autostima.
La inviterei inoltre a riflettere sul senso di vergogna e sulla profonda svalutazione personale che descrive. Che lei consideri ciò che è accaduto come qualcosa di sbagliato è comprensibile; tuttavia, sembra che questo vissuto arrivi a inglobare l’intera immagine di sé, suggerendo la presenza di strutture più profonde su cui l’episodio si innesta. Strutture che meriterebbero attenzione ed esplorazione specifica.
Ribadisco che, pur potendo costituire spunti utili per riflessioni personali, questi temi difficilmente possono essere affrontati in modo efficace senza il supporto di uno psicologo, soprattutto se l’obiettivo è un cambiamento reale e duraturo.
In sintesi, la difficoltà a integrare la dimensione sessuale del passato con la propria moralità attuale, e il profondo vissuto che ne deriva, rappresentano motivi significativi per un’esplorazione specialistica. Il suo rapporto con la sessualità (e con l’aggressività), il desiderio e l’esperienza di impulsi percepiti come non compatibili con le norme morali o con il consenso dell’altro sono aspetti che richiedono uno spazio psicologico clinico protetto, non giudicante e aperto. Uno spazio in cui possa comprendere con maggiore profondità, e forse anche attraverso la storia delle sue relazioni e della sua vita emotiva, le ragioni più antiche e radicate di questa mancata integrazione e di questi vissuti.
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