Buongiorno, lo scorso anno ho avuto manifestazioni di ansia, ho deciso di affidarmi ad una psicotera

20 risposte
Buongiorno, lo scorso anno ho avuto manifestazioni di ansia, ho deciso di affidarmi ad una psicoterapeuta che mi ha insegnato a gestire l'ansia nel presente ma non ha indagato sulle sue cause. Dopo un anno di terapia ho deciso di cambiare perché nonostante si fosse attenuato il malessere, a tratti emergeva sempre forte. Da quasi un mese sto seguendo un percorso con una terapeuta che svolge EMDR, non ho grossi traumi se non un senso di solitudine che deriva dal non accettare che la mia famiglia, nonostante sia splendida, non mi abbia esternato esplicitamente l'amore durante la mia infanzia e ora. E confrontandomi con gli altri questo mi fa sentire inadeguata, iniziano dolori al petto e pianto irrefrenabile. Da quando ho iniziato questa nuova terapia, dopo la seduta sto praticamente peggio, è normale? la terapeuta mi ha detto che in realtà il dolore dovrebbe rimanere nel suo studio e io sentirmi più libera, invece non è così, è aumentato tutto, ansia, pianto, dolori al petto. Ora non so se continuare anche stando peggio o rivolgermi ancora altrove.
Gentile Utente,
affrontare le cause del dolore smuove sempre tanto dentro di noi, e portarsi qualche postumo a casa è normale. Sarebbe auspicabile che il dolore rimanesse sempre confinato nella stanza di terapia, ma le occasioni che portano a riaccenderlo sono tante,e capita che ciò avvenga anche in assenza del terapeuta. E' importante, in questi casi, che lei senta di poter fare riferimento alla sua terapeuta anche nei momenti di malessere extra seduta; fa parte del lavoro che, ogni giorno di più, porterà le sue emozioni a mantenersi nella finestra di tolleranza, che è il vero scopo di ogni terapia. Continui con fiducia il percorso che ha intrapreso e che le sta dando importanti consapevolezze, a patto che non si "condanni" a vivere da sola gli episodi di sofferenza extra seduta. Un caro saluto

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Buonasera, come già bene espresso dal collega Dott. Vellucci è possibile, sopratutto in alcune fasi della terapia, quando le nostre difese psichiche si allentano, sperimentare degli stati d'animo di sofferenza anche intesi. Spesso, nella mia esperienza, è proprio questa dolorosa presa di contatto con le proprie parti psichiche "ferite" ad offrire un'occasione di cambiamento: tenga duro!
Per il futuro, dal momento che manifesta il desiderio di andare più a fondo nelle possibili cause psicologiche del suo disagio, potrebbe valutare una psicoterapia ad approccio psicodinamico (psicoanalisi; approccio junghiano; lacaniano etc). Un caro saluto.
Salve, continui ad avere fiducia nel percorso di psicoterapia che al momento sta facendo. Raccontare di sé non è mai semplice, la vergogna e il senso d'inadeguatezza sono sentimenti comuni che si innescano soprattutto all'inizio della terapia. Il trattamento prevede l'esposizione graduale alle situazioni temute e spesso le persone trovano questi step molto difficili.
Abbia pazienza.
Buona serata.
Dott. Fiori
Direi che la terapia comincia proprio quando si chiude la porta dello studio. Fino alla seduta successiva
Salve, mi spiace per il disagio espresso. Ritengo che sia utile continuare il percorso avviato tenendo presente che la terapia ha proprio questa funzione ossia smuovere parti tenute nascoste di noi che sono alla causa dei sintomi. Importante inoltre agire sui fattori di mantenimento del disturbo.
In bocca al lupo, dott. FDL
Cara utente, il percorso psicoterapeutico non è semplice. Entrare in contatto con i propri vissuti più intimi e talvolta dolorosi è difficile, richiede coraggio e anche fatica. Il cambiamento inizia proprio in questo momento e lei inizia a "lavorare" al suo interno soprattutto al di fuori di fuori dello studio.
Buona sera, succede che durante il percorso terapeutico , più ci si avvicina a temi per lei dolorosi più sia difficile tollerare questo dolore. Ne parli con la terapeuta e se per lei è troppo per adesso, le consiglio di comunicarlo.
Non tutte le terapie fanno a caso nostro ma se con la terapeuta avete optato per l' emdr ci sarà un motivo. ascolti se stessa e se ha qualche domanda , rimango a disposizione.
Dott.ssa Chiara Pavia
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Gentile Signora è una buona prassi porre questa domanda alla persona con cui sta lavorando. Sicuramente il suo terapeuta ho molti più elementi per rispondere alle suo richieste. Un coriale saluto
Deve parlare con la sua terapeuta. Altrimenti qui rischiamo di confondere le acque. Buon percorso
Gentile utente,
talvolta accade che il dolore che proviamo in seduta continui anche fuori. Nulla di preoccupante, se lei avrà la forza di parlarne ed elaborarlo fino in fondo con la sua terapeuta. Non ne abbia paura, perché è proprio questa emozione che ci spinge ad evitarlo e paradossalmente a mantenere le sue cause inalterate.

Con i milgiori auguri
dr. Ventura
Gentile utente, la terapia non è mai semplice, perché ci mette davanti al nostro dolore. Questo spiegherebbe la comparsa della sofferenza subito dopo la seduta; diverso sarebbe se questo dolore, col trascorrere dei mesi, aumentasse. In quel caso, si potrebbe valutare un nuovo approccio. Si affidi alla sua terapeuta e le chieda, orientativamente, entro quale limite temporale dovrebbero essere attesi i primi risultati. L'EMDR si è rivelata spesso una strategie efficace in tempi relativamente brevi, per cui vale la pena fare un tentativo.
Salve, i dubbi che ha deve enunciarli alla sua terapeuta.
Cordialmente
Buonasera, credo sia importante che ne parli direttamente con la sua terapeuta. Può essere utile guardare insieme in terapia quest'ansia, per capire a cosa sia dovuta.
Cordialmente, Dott. Simeoni
Carissimo o carissima,
Il suo dubbio e la sua preoccupazione sono comprensibili. Allo stesso tempo, è importante che ne discuta con la sua terapeuta, esplicitando anche le motivazioni che le rendono difficile trovare rassicurazioni nelle risposte che la stessa le ha già fornito.
In bocca al lupo!
Buongiorno, le consiglio di discuterne con la sua terapeuta, questo sarà fondamentale anche per continuare a costruire con lei un rapporto di fiducia, considerando che la terapia è in fase iniziale.
buon lavoro
Gentile utente, il lavoro terapeutico non deve rimanere confinato entro le quattro mura di uno studio, per cui fa parte del percorso trovarsi di fronte a situazioni che emergono al di fuori del contesto clinico dopo la seduta. Credo sia essenziale che discuta di questi aspetti con il suo terapeuta di riferimento e prosegua con costanza il percorso intrapreso. Buon lavoro.
Buongiorno, dovrebbe condividere con il suo terapeuta le sue perplessità e i suoi dubbi. Qualora le sue risposte non dovessero convincerla e rassicurarla, potrà valutare se cambiare o meno. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentile utente di mio dottore,

continui il percorso inziato e vedrà che col tempo tutto andrà meglio. E' normale durante un processo terapeutico in determinati periodi stare peggio. Mettere in discussione se stessi può esser molto doloroso, inoltre la terapia consente di regredire ad eventi che si sono rivelati traumatici e questo può comportare l'aumento di determinati sintomi psicofisici in certi periodi. Si affidi completamente allo specialista contattato e continui la psicoterapia, vedrà che le consentirà di acquisire gli strumenti necessari per poter stare meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera! Non conosco nei dettagli la sua situazione ma può capitare che nel percorso di psicoterapia ci siano momenti bui. Dopo c'è un salto in avanti . Se ha dei dubbi o dei malesseri è però necessario parlarne con chi la segue. Si affidi con fiducia che è la base indispensabile di qualsiasi cambiamento.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, avere dei momenti 'alterni durante la terapia significa che si sta seguendo il giusto percorso, continui in questa direziona con lo specialista di sua fiducia e gli riveli i suoi dubbi.
MMM

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