Buongiorno, lo scorso anno ho avuto manifestazioni di ansia, ho deciso di affidarmi ad una psicotera

23 risposte
Buongiorno, lo scorso anno ho avuto manifestazioni di ansia, ho deciso di affidarmi ad una psicoterapeuta che mi ha insegnato a gestire l'ansia nel presente ma non ha indagato sulle sue cause. Dopo un anno di terapia ho deciso di cambiare perché nonostante si fosse attenuato il malessere, a tratti emergeva sempre forte. Da quasi un mese sto seguendo un percorso con una terapeuta che svolge EMDR, non ho grossi traumi se non un senso di solitudine che deriva dal non accettare che la mia famiglia, nonostante sia splendida, non mi abbia esternato esplicitamente l'amore durante la mia infanzia e ora. E confrontandomi con gli altri questo mi fa sentire inadeguata, iniziano dolori al petto e pianto irrefrenabile. Da quando ho iniziato questa nuova terapia, dopo la seduta sto praticamente peggio, è normale? la terapeuta mi ha detto che in realtà il dolore dovrebbe rimanere nel suo studio e io sentirmi più libera, invece non è così, è aumentato tutto, ansia, pianto, dolori al petto. Ora non so se continuare anche stando peggio o rivolgermi ancora altrove.
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
affrontare le cause del dolore smuove sempre tanto dentro di noi, e portarsi qualche postumo a casa è normale. Sarebbe auspicabile che il dolore rimanesse sempre confinato nella stanza di terapia, ma le occasioni che portano a riaccenderlo sono tante,e capita che ciò avvenga anche in assenza del terapeuta. E' importante, in questi casi, che lei senta di poter fare riferimento alla sua terapeuta anche nei momenti di malessere extra seduta; fa parte del lavoro che, ogni giorno di più, porterà le sue emozioni a mantenersi nella finestra di tolleranza, che è il vero scopo di ogni terapia. Continui con fiducia il percorso che ha intrapreso e che le sta dando importanti consapevolezze, a patto che non si "condanni" a vivere da sola gli episodi di sofferenza extra seduta. Un caro saluto

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott. Diego Corti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Buonasera, come già bene espresso dal collega Dott. Vellucci è possibile, sopratutto in alcune fasi della terapia, quando le nostre difese psichiche si allentano, sperimentare degli stati d'animo di sofferenza anche intesi. Spesso, nella mia esperienza, è proprio questa dolorosa presa di contatto con le proprie parti psichiche "ferite" ad offrire un'occasione di cambiamento: tenga duro!
Per il futuro, dal momento che manifesta il desiderio di andare più a fondo nelle possibili cause psicologiche del suo disagio, potrebbe valutare una psicoterapia ad approccio psicodinamico (psicoanalisi; approccio junghiano; lacaniano etc). Un caro saluto.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, continui ad avere fiducia nel percorso di psicoterapia che al momento sta facendo. Raccontare di sé non è mai semplice, la vergogna e il senso d'inadeguatezza sono sentimenti comuni che si innescano soprattutto all'inizio della terapia. Il trattamento prevede l'esposizione graduale alle situazioni temute e spesso le persone trovano questi step molto difficili.
Abbia pazienza.
Buona serata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Marianna Genitore
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Direi che la terapia comincia proprio quando si chiude la porta dello studio. Fino alla seduta successiva
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace per il disagio espresso. Ritengo che sia utile continuare il percorso avviato tenendo presente che la terapia ha proprio questa funzione ossia smuovere parti tenute nascoste di noi che sono alla causa dei sintomi. Importante inoltre agire sui fattori di mantenimento del disturbo.
In bocca al lupo, dott. FDL
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara utente, il percorso psicoterapeutico non è semplice. Entrare in contatto con i propri vissuti più intimi e talvolta dolorosi è difficile, richiede coraggio e anche fatica. Il cambiamento inizia proprio in questo momento e lei inizia a "lavorare" al suo interno soprattutto al di fuori di fuori dello studio.
Dott.ssa Chiara Pavia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buona sera, succede che durante il percorso terapeutico , più ci si avvicina a temi per lei dolorosi più sia difficile tollerare questo dolore. Ne parli con la terapeuta e se per lei è troppo per adesso, le consiglio di comunicarlo.
Non tutte le terapie fanno a caso nostro ma se con la terapeuta avete optato per l' emdr ci sarà un motivo. ascolti se stessa e se ha qualche domanda , rimango a disposizione.
Dott.ssa Chiara Pavia
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signora è una buona prassi porre questa domanda alla persona con cui sta lavorando. Sicuramente il suo terapeuta ho molti più elementi per rispondere alle suo richieste. Un coriale saluto
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Deve parlare con la sua terapeuta. Altrimenti qui rischiamo di confondere le acque. Buon percorso
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente,
talvolta accade che il dolore che proviamo in seduta continui anche fuori. Nulla di preoccupante, se lei avrà la forza di parlarne ed elaborarlo fino in fondo con la sua terapeuta. Non ne abbia paura, perché è proprio questa emozione che ci spinge ad evitarlo e paradossalmente a mantenere le sue cause inalterate.

Con i milgiori auguri
dr. Ventura
Dott. Alberto Galia
Psicologo, Sessuologo
Milano
Gentile utente, la terapia non è mai semplice, perché ci mette davanti al nostro dolore. Questo spiegherebbe la comparsa della sofferenza subito dopo la seduta; diverso sarebbe se questo dolore, col trascorrere dei mesi, aumentasse. In quel caso, si potrebbe valutare un nuovo approccio. Si affidi alla sua terapeuta e le chieda, orientativamente, entro quale limite temporale dovrebbero essere attesi i primi risultati. L'EMDR si è rivelata spesso una strategie efficace in tempi relativamente brevi, per cui vale la pena fare un tentativo.
Dott.ssa Rosa Cappuccio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Sant'Antimo
Salve, i dubbi che ha deve enunciarli alla sua terapeuta.
Cordialmente
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera, credo sia importante che ne parli direttamente con la sua terapeuta. Può essere utile guardare insieme in terapia quest'ansia, per capire a cosa sia dovuta.
Cordialmente, Dott. Simeoni
Dott.ssa Roberta Speziale
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Carissimo o carissima,
Il suo dubbio e la sua preoccupazione sono comprensibili. Allo stesso tempo, è importante che ne discuta con la sua terapeuta, esplicitando anche le motivazioni che le rendono difficile trovare rassicurazioni nelle risposte che la stessa le ha già fornito.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Silvia Lodovica Pusceddu
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno, le consiglio di discuterne con la sua terapeuta, questo sarà fondamentale anche per continuare a costruire con lei un rapporto di fiducia, considerando che la terapia è in fase iniziale.
buon lavoro
Dott.ssa Noemi Fenu
Psicologo
Alghero
Gentile utente, il lavoro terapeutico non deve rimanere confinato entro le quattro mura di uno studio, per cui fa parte del percorso trovarsi di fronte a situazioni che emergono al di fuori del contesto clinico dopo la seduta. Credo sia essenziale che discuta di questi aspetti con il suo terapeuta di riferimento e prosegua con costanza il percorso intrapreso. Buon lavoro.
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, dovrebbe condividere con il suo terapeuta le sue perplessità e i suoi dubbi. Qualora le sue risposte non dovessero convincerla e rassicurarla, potrà valutare se cambiare o meno. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

continui il percorso inziato e vedrà che col tempo tutto andrà meglio. E' normale durante un processo terapeutico in determinati periodi stare peggio. Mettere in discussione se stessi può esser molto doloroso, inoltre la terapia consente di regredire ad eventi che si sono rivelati traumatici e questo può comportare l'aumento di determinati sintomi psicofisici in certi periodi. Si affidi completamente allo specialista contattato e continui la psicoterapia, vedrà che le consentirà di acquisire gli strumenti necessari per poter stare meglio.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera! Non conosco nei dettagli la sua situazione ma può capitare che nel percorso di psicoterapia ci siano momenti bui. Dopo c'è un salto in avanti . Se ha dei dubbi o dei malesseri è però necessario parlarne con chi la segue. Si affidi con fiducia che è la base indispensabile di qualsiasi cambiamento.
In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, avere dei momenti 'alterni durante la terapia significa che si sta seguendo il giusto percorso, continui in questa direziona con lo specialista di sua fiducia e gli riveli i suoi dubbi.
MMM
Dott. Luca Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Gallarate
Buonasera.

Di fatto trattamenti diversi possono avere impatti diversi sui pazienti; se non sta trovando sollievo è importante capire su che cosa stiate lavorando.

Come ha detto lei, forse sarebbe importante indagare le cause di quest'ansia. Potrebbe essere importante capire quando quest'ansia è insorta e cosa sta succedendo in questo momento nella sua vita.

Un caro saluto,

Luca.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta apertura. Mi rendo conto che intraprendere un percorso psicoterapeutico, cambiare terapeuta, mettersi in discussione e confrontarsi con emozioni tanto profonde e dolorose non è affatto semplice, e richiede una dose importante di coraggio e determinazione, che lei dimostra di possedere. Capisco quanto possa essere disorientante e persino frustrante rendersi conto che, dopo aver iniziato un nuovo percorso, ci si sente peggio. Quando si affrontano esperienze emotive irrisolte, come nel suo caso il senso di solitudine e l’assenza di espressioni affettive esplicite nella sua infanzia, è normale che si aprano ferite che forse erano rimaste in parte coperte, anestetizzate, o quantomeno gestite con un certo equilibrio nel presente. Il lavoro con l’EMDR, se condotto in modo approfondito, può effettivamente portare a una riattivazione intensa di emozioni, ricordi o vissuti che sembravano sopiti o sotto controllo. Questo perché il metodo mira a rielaborare esperienze passate che, anche se non vengono vissute come “grandi traumi”, hanno avuto un impatto profondo e continuano a influenzare il modo in cui lei percepisce sé stessa, gli altri e il mondo. Il fatto che il dolore stia emergendo con maggiore intensità non significa necessariamente che la terapia non stia funzionando. Al contrario, in molti casi è proprio quando si entra in contatto con la parte più autentica e vulnerabile di sé che si attraversano fasi di temporaneo peggioramento. È come quando si entra in una stanza chiusa da tempo: la prima reazione può essere di disagio, per la polvere, per la confusione, per quello che ci si trova dentro. Ma è proprio da lì che può iniziare una pulizia vera, un’organizzazione nuova, una trasformazione profonda. Comprendo però anche che sentirsi dire che “il dolore dovrebbe rimanere nello studio” può generare confusione. In una visione cognitivo-comportamentale, lavorare con l’elaborazione emotiva implica anche il rispetto dei suoi tempi, delle sue risorse attuali e del bisogno di contenimento. Se al momento sente che l’onda emotiva è troppo forte, è fondamentale comunicarlo apertamente alla terapeuta. Il percorso EMDR può essere modulato in intensità, proprio per garantire che la persona non venga sopraffatta, ma sostenuta in modo calibrato. Ci sono fasi in cui è più utile rinforzare prima le risorse personali, per poi affrontare le memorie più dolorose in un secondo momento, quando ci si sente più pronti. Ciò che sta affrontando tocca un aspetto umano molto delicato: il bisogno di amore, di riconoscimento affettivo, di sentirsi visti e importanti per gli altri. Il fatto che lei riconosca il valore della sua famiglia ma, allo stesso tempo, senta la mancanza di gesti o parole che confermassero esplicitamente l’affetto, non è un dettaglio trascurabile. Spesso questi vuoti relazionali, anche se sottili o apparentemente “non gravi”, possono generare nel tempo sentimenti di inadeguatezza, difficoltà a sentirsi degni d’amore, e ansie profonde legate al proprio valore personale. Per questo motivo ritengo che il suo malessere non sia un segno di fallimento del percorso, ma forse l’indicatore che si è messa in moto una parte del suo vissuto che ha davvero bisogno di essere accolta, ascoltata e trasformata. Se sente un legame di fiducia con la terapeuta attuale, le suggerirei di condividere con lei apertamente ciò che sta provando. Un buon terapeuta, anche nell’approccio EMDR, sa che ogni paziente ha il proprio ritmo, e che l’alleanza terapeutica si fonda anche sulla possibilità di modificare o sospendere un lavoro troppo intenso, se necessario. In alternativa, se dovesse percepire una distanza emotiva o metodologica che le impedisce di sentirsi al sicuro, allora sì, può essere opportuno valutare un altro approccio o un’altra figura professionale. Non c’è nulla di sbagliato nel cercare ciò che meglio si adatta a lei, ai suoi bisogni e alla sua storia. La psicoterapia non è solo tecnica, ma soprattutto relazione e sintonizzazione. Si prenda il tempo che le serve per ascoltarsi. Stare peggio per un po’ può far parte del processo, ma non deve mai trasformarsi in una sofferenza ingestibile o solitaria. E il fatto che lei stia facendo questo lavoro con tanta lucidità e profondità è già un atto di amore verso sé stessa, che merita riconoscimento e rispetto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Francesco Rossi
Psicologo, Psicologo clinico
Ozzano dell'Emilia
Salve, a volte capita che lavorando su "nodi" dolorosi inizialmente ci sia una acutizzazione dei sintomi di malessere, questa però dovrebbe essere temporanea, non pervasiva ne persistente e comunicato al terapeuta l'andamento, si dovrebbero cercare dei "correttivi" per cominciare a stare meglio quanto prima.
Se la situazione di malessere acutizzato dovesse prolungarsi potrebbe valutare assieme al terapeuta di rivolgersi ad altro professionista con approccio "più indicato" per le sue specifiche problematiche.
Personalmente, da quanto descrive, mi sentirei di suggerire di rivolgersi a uno Psicologo Clinico o ad uno Psicoterapeuta ad indirizzo Funzionale o Psicodinamico.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.