Buongiorno io e la mia compagna litighiamo spesso anche per motivi fuili. Stiamo insieme da 12 anni
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Buongiorno io e la mia compagna litighiamo spesso anche per motivi fuili.
Stiamo insieme da 12 anni e l'anno prossimo dovremmo sposarci, abbiamo anche un bambino di 3 anni.
Lei è sempre stata molto gelosa ed ha sempre trovato un motivo per litigare.
Negli ultimi anni soprattutto dopo la nascita di nostro figlio noi litighiamo più spesso, in gravidanza lei ha avuto una psicosi e non ha potuto allattare per questo motivo lei ce l'ha con me perché secondo lei io non ho fatto niente per farla allattare.
Ultimamente lei dice che sono cambiato che non sono più il ragazzo tranquillo di prima solo perché non mi piacciono certi comportamenti delle persone e mi fanno arrabbiare.
Qualche anno fa abbiamo. Avuto anche un incidente in macchina dove, fortunatamente, non ci siamo fatti nulla, da quel momento lei ha il terrore di prendere l'autostrada o di fare lunghi viaggi, quindi anche fare una semplice vacanza è questione di litigio. Ormai qualsiasi cosa succede lei si arrabbia e quando si arrabbia continua ad infierire anche se le do ragione e le chiedo scusa, finché non esplodo anche io perché ripete per ore le stesse cose.
Non so più cosa fare ogni cosa che faccio non va bene.
Stiamo insieme da 12 anni e l'anno prossimo dovremmo sposarci, abbiamo anche un bambino di 3 anni.
Lei è sempre stata molto gelosa ed ha sempre trovato un motivo per litigare.
Negli ultimi anni soprattutto dopo la nascita di nostro figlio noi litighiamo più spesso, in gravidanza lei ha avuto una psicosi e non ha potuto allattare per questo motivo lei ce l'ha con me perché secondo lei io non ho fatto niente per farla allattare.
Ultimamente lei dice che sono cambiato che non sono più il ragazzo tranquillo di prima solo perché non mi piacciono certi comportamenti delle persone e mi fanno arrabbiare.
Qualche anno fa abbiamo. Avuto anche un incidente in macchina dove, fortunatamente, non ci siamo fatti nulla, da quel momento lei ha il terrore di prendere l'autostrada o di fare lunghi viaggi, quindi anche fare una semplice vacanza è questione di litigio. Ormai qualsiasi cosa succede lei si arrabbia e quando si arrabbia continua ad infierire anche se le do ragione e le chiedo scusa, finché non esplodo anche io perché ripete per ore le stesse cose.
Non so più cosa fare ogni cosa che faccio non va bene.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Buongiorno,
quello che descrivi è un vissuto molto complesso e faticoso, che coinvolge dinamiche di coppia, il peso di eventi traumatici (come la psicosi post-partum e l’incidente stradale), ma anche la difficoltà di comunicare e gestire i conflitti quotidiani. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando i litigi diventano così frequenti e intensi, soprattutto se durano da anni e coinvolgono anche aspetti delicati come la genitorialità o la possibilità di costruire un futuro insieme (come il matrimonio).
La gelosia, il rancore legato al passato, i cambiamenti individuali dopo la nascita di un figlio e l’accumularsi di incomprensioni possono minare il legame anche nelle coppie più solide. Inoltre, se una persona, come nel caso della tua compagna, ha vissuto esperienze psicologicamente destabilizzanti, è naturale che sviluppi fragilità emotive, ansie o comportamenti difensivi che rendono difficile il dialogo.
Il fatto che tu ti senta sempre in errore o sotto accusa, anche quando cerchi di mantenere la calma o chiedi scusa, è un segnale importante: nella relazione sembra esserci un circolo vizioso in cui entrambi vi sentite incompresi e soli, anche se probabilmente c'è ancora del desiderio di far funzionare le cose.
Proprio per questi motivi, sarebbe molto utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista, attraverso una consulenza psicologica o un percorso di terapia di coppia. In uno spazio neutro e protetto potreste entrambi esplorare meglio cosa sta accadendo, ritrovare un canale di comunicazione più sano e comprendere se e come volete andare avanti insieme.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrivi è un vissuto molto complesso e faticoso, che coinvolge dinamiche di coppia, il peso di eventi traumatici (come la psicosi post-partum e l’incidente stradale), ma anche la difficoltà di comunicare e gestire i conflitti quotidiani. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando i litigi diventano così frequenti e intensi, soprattutto se durano da anni e coinvolgono anche aspetti delicati come la genitorialità o la possibilità di costruire un futuro insieme (come il matrimonio).
La gelosia, il rancore legato al passato, i cambiamenti individuali dopo la nascita di un figlio e l’accumularsi di incomprensioni possono minare il legame anche nelle coppie più solide. Inoltre, se una persona, come nel caso della tua compagna, ha vissuto esperienze psicologicamente destabilizzanti, è naturale che sviluppi fragilità emotive, ansie o comportamenti difensivi che rendono difficile il dialogo.
Il fatto che tu ti senta sempre in errore o sotto accusa, anche quando cerchi di mantenere la calma o chiedi scusa, è un segnale importante: nella relazione sembra esserci un circolo vizioso in cui entrambi vi sentite incompresi e soli, anche se probabilmente c'è ancora del desiderio di far funzionare le cose.
Proprio per questi motivi, sarebbe molto utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista, attraverso una consulenza psicologica o un percorso di terapia di coppia. In uno spazio neutro e protetto potreste entrambi esplorare meglio cosa sta accadendo, ritrovare un canale di comunicazione più sano e comprendere se e come volete andare avanti insieme.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, dalla sua descrizione emerge una situazione di crescente disagio nella relazione di coppia, segnata da litigi frequenti, anche per motivi apparentemente futili, che sembrano però riflettere un malessere più profondo legato a eventi importanti e traumatici vissuti insieme, come la psicosi post-partum della sua compagna, il mancato allattamento, la nascita del figlio e un incidente d’auto che ha lasciato strascichi evidenti nella vostra quotidianità: in questi casi, è del tutto comprensibile sentirsi esausti e impotenti, soprattutto quando i tentativi di comprensione o riconciliazione sembrano non bastare mai, e proprio per questo può essere utile valutare un supporto psicologico individuale per aiutarla a fare chiarezza su ciò che sta vivendo e ritrovare un equilibrio personale, e, parallelamente, una consulenza di coppia per ricostruire un canale comunicativo più sereno e costruttivo, in uno spazio protetto dove entrambi possiate sentirvi ascoltati e compresi.
Un caro saluto, Dott.ssa Valentina Celi
Un caro saluto, Dott.ssa Valentina Celi
Buongiorno, leggendo il suo messaggio il mio consiglio è quello di provare a fare un colloquio di coppia in modo da poter spiegare entrambe le vostre ragioni. Qualora la sua compagno non fosse disponibile, sarebbe comunque positivo per lei magari fare un percorso con uno psicologo per poter affrontare questa situazione di difficoltà.
Cordialmente Dott.ssa Caruso
Cordialmente Dott.ssa Caruso
Salve,
In una coppia che attraversa diversi eventi significativi, come la nascita di un figlio, esperienze vissute con terrore o paura come un incidente e una gravidanza complicata, è normale che le emozioni possono diventare molto più intense e di conseguenza anche le incomprensioni più frequenti.
La sensazione che ogni cosa porti a uno scontro, che le sue azioni non vengano riconosciute, e che i conflitti si protraggano senza soluzione, può indicare che nella relazione si sono accumulati vissuti dolorosi che non hanno ancora trovato uno spazio di elaborazione condiviso. Tutto questo, nel tempo, può rendere la quotidianità faticosa, generando frustrazione e un carico di tensione per entrambi.
In questi casi, intraprendere un percorso di consulenza psicologica di coppia può essere molto utile. Non si tratta di attribuire colpe o dare ragione a uno dei due, ma costruire uno spazio in cui imparare a comunicare in modo nuovo, a riconoscere i bisogni reciproci e a elaborare ferite rimaste aperte.
Se invece sente il bisogno di uno spazio personale per riflettere su quanto sta vivendo nella relazione e su di sé, è possibile valutare anche un percorso individuale.
Resto a disposizione
Dott.ssa Michela Garritano
In una coppia che attraversa diversi eventi significativi, come la nascita di un figlio, esperienze vissute con terrore o paura come un incidente e una gravidanza complicata, è normale che le emozioni possono diventare molto più intense e di conseguenza anche le incomprensioni più frequenti.
La sensazione che ogni cosa porti a uno scontro, che le sue azioni non vengano riconosciute, e che i conflitti si protraggano senza soluzione, può indicare che nella relazione si sono accumulati vissuti dolorosi che non hanno ancora trovato uno spazio di elaborazione condiviso. Tutto questo, nel tempo, può rendere la quotidianità faticosa, generando frustrazione e un carico di tensione per entrambi.
In questi casi, intraprendere un percorso di consulenza psicologica di coppia può essere molto utile. Non si tratta di attribuire colpe o dare ragione a uno dei due, ma costruire uno spazio in cui imparare a comunicare in modo nuovo, a riconoscere i bisogni reciproci e a elaborare ferite rimaste aperte.
Se invece sente il bisogno di uno spazio personale per riflettere su quanto sta vivendo nella relazione e su di sé, è possibile valutare anche un percorso individuale.
Resto a disposizione
Dott.ssa Michela Garritano
Gentilissimo, sicuramente avreste bisogno di un aiuto esterno sotto forma di terapia di coppia. In qualità di psicologa, ho girato in Italia diverso tempo per corsi e aggiornamenti vari per la mia professione e onestamente mi sento davvero di consigliarle di rivolgervi allo psicoterapeuta Luca Napoli, poiché in particolare con le coppie ha una esperienza pluriennale ed è davvero bravissimo in questo campo. Lo può cercare in internet. Non si scoraggi se non esercita vicino a lei, so che riceve vicino a Firenze, a Roma e vicino Bari. Mi creda vale la pena spostarsi, i treni ci portano ovunque ormai, e conoscerlo di persona. Con l’augurio che tutto possa “sciogliersi” e risolversi, la saluto cordialmente. Dott.ssa Zamarin
Salve, dalle sue parole emerge una grande fatica nel mantenere l’equilibrio in una relazione che ha attraversato momenti molto intensi e che oggi sembra abitata da un’inquietudine costante. I litigi frequenti, anche per motivi apparentemente piccoli, sembrano portare alla luce qualcosa che va oltre l’episodio stesso, quasi come se ogni conflitto riaprisse qualcosa che non si è mai chiuso davvero. Quando dice che ogni cosa che fa non va bene, si avverte un senso di irrimediabilità, come se si sentisse continuamente in difetto, a prescindere dalle sue intenzioni. Eppure lei continua a cercare un punto d’incontro, a scusarsi, ma l’altro insiste, quasi che le sue parole non bastassero mai. Questo ripetersi delle discussioni, anche di fronte alla sua disponibilità, fa pensare che si stia giocando qualcosa di più profondo, che non riguarda solo quello che accade ora ma che affonda le radici altrove. Può essere utile allora iniziare a domandarsi cosa viene messo in scena ogni volta che si litiga, cosa si cerca davvero l’uno nell’altro quando ci si scontra in quel modo, e che posto sente di avere oggi in questa relazione e come questo posto è cambiato nel tempo. A volte è proprio quando si ha l’impressione che nulla funzioni che qualcosa di nuovo può iniziare a essere ascoltato, ma questo richiede uno spazio in cui le parole possano trovare un altro valore, non per risolvere subito, ma per iniziare a comprendere meglio ciò che si vive.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con sincerità una parte così delicata della sua storia. Da ciò che racconta, emerge una relazione lunga e significativa, ma anche molto provata da eventi complessi — la nascita di un figlio, una difficoltà importante vissuta durante la gravidanza, un incidente, e un progressivo aumento delle tensioni quotidiane.
Quando i conflitti diventano ricorrenti e sembrano non trovare risoluzione, spesso non si tratta solo del singolo motivo del litigio, ma di ferite non elaborate e bisogni profondi che non riescono più a trovare ascolto nell’altro. È comprensibile sentirsi esausti, incompresi o svalutati, soprattutto se ogni tentativo di mediazione sembra fallire.
In questi casi, intraprendere un percorso di coppia, o anche individuale, può offrire uno spazio protetto per comprendere cosa sta accadendo sotto la superficie dei conflitti e riaprire canali di comunicazione più autentici e rispettosi.
Non è una colpa avere delle difficoltà, ma può essere un atto di grande responsabilità e amore decidere di affrontarle con l’aiuto giusto. Se lo desidera, sono disponibile ad approfondire insieme.
Un caro saluto,
Simone Sottocorno
grazie per aver condiviso con sincerità una parte così delicata della sua storia. Da ciò che racconta, emerge una relazione lunga e significativa, ma anche molto provata da eventi complessi — la nascita di un figlio, una difficoltà importante vissuta durante la gravidanza, un incidente, e un progressivo aumento delle tensioni quotidiane.
Quando i conflitti diventano ricorrenti e sembrano non trovare risoluzione, spesso non si tratta solo del singolo motivo del litigio, ma di ferite non elaborate e bisogni profondi che non riescono più a trovare ascolto nell’altro. È comprensibile sentirsi esausti, incompresi o svalutati, soprattutto se ogni tentativo di mediazione sembra fallire.
In questi casi, intraprendere un percorso di coppia, o anche individuale, può offrire uno spazio protetto per comprendere cosa sta accadendo sotto la superficie dei conflitti e riaprire canali di comunicazione più autentici e rispettosi.
Non è una colpa avere delle difficoltà, ma può essere un atto di grande responsabilità e amore decidere di affrontarle con l’aiuto giusto. Se lo desidera, sono disponibile ad approfondire insieme.
Un caro saluto,
Simone Sottocorno
Buongiorno
La situazione da lei descritta richiede l'assistenza di uno specialista di coppia che vi segua nella costruzione di una relazione più sana. Se volete stare insieme, di certo, non potete farlo a queste condizioni, entrambi dovete trovare lo spazio di coppia che vi permetta di "respirare" ed esprimere i vostri desideri e bisogni senza paura o ritorsioni.
Contatti uno psicologo e inizi a lavorare su questa cosa. Buona fortuna
La situazione da lei descritta richiede l'assistenza di uno specialista di coppia che vi segua nella costruzione di una relazione più sana. Se volete stare insieme, di certo, non potete farlo a queste condizioni, entrambi dovete trovare lo spazio di coppia che vi permetta di "respirare" ed esprimere i vostri desideri e bisogni senza paura o ritorsioni.
Contatti uno psicologo e inizi a lavorare su questa cosa. Buona fortuna
Sera, penso sia corretto che la sua compagna venga seguita da uno psichiatra
Buongiorno,
Il benessere di coppia e del vostro bambino meritano la giusta attenzione e cura.
Un legame che dura da 12 anni e il progetto di sposarvi il prossimo anno possono essere accompagnati da un terapeuta esperto in terapia di coppia affinché facciate liberamente la scelta migliore per la vostra famiglia.
Un caro saluto.
Dr.ssa Lorena Ferrero
Il benessere di coppia e del vostro bambino meritano la giusta attenzione e cura.
Un legame che dura da 12 anni e il progetto di sposarvi il prossimo anno possono essere accompagnati da un terapeuta esperto in terapia di coppia affinché facciate liberamente la scelta migliore per la vostra famiglia.
Un caro saluto.
Dr.ssa Lorena Ferrero
Da quello che racconta, sembra che la vostra relazione stia vivendo un momento molto carico di tensioni, complicato anche da eventi importanti come la nascita di vostro figlio, la psicosi post-partum e l’incidente, che possono aver lasciato strascichi emotivi significativi su entrambi.
In questi casi un percorso di coppia può essere utile per offrire uno spazio protetto in cui comprendere meglio i bisogni di ciascuno, migliorare la comunicazione e ritrovare un equilibrio familiare più sereno.
Un supporto mirato potrebbe aiutarvi a gestire queste dinamiche in modo più costruttivo e a ritrovare maggiore armonia nella vostra vita insieme.
In questi casi un percorso di coppia può essere utile per offrire uno spazio protetto in cui comprendere meglio i bisogni di ciascuno, migliorare la comunicazione e ritrovare un equilibrio familiare più sereno.
Un supporto mirato potrebbe aiutarvi a gestire queste dinamiche in modo più costruttivo e a ritrovare maggiore armonia nella vostra vita insieme.
Grazie per aver condiviso quello che stai vivendo, è evidente che ti stai facendo molte domande e che tieni profondamente alla tua relazione e alla tua famiglia. Da ciò che racconti, emerge una storia lunga e importante, con momenti difficili che hanno lasciato un segno su entrambi: la nascita di un figlio, un episodio psicotico in gravidanza, un incidente, la stanchezza quotidiana. Sono esperienze che possono mettere alla prova anche le coppie più solide.I litigi frequenti, anche per motivi apparentemente futili, spesso sono segnali di un malessere più profondo, che si esprime nel bisogno di essere visti, compresi, riconosciuti. Quando uno dei due partner si sente solo, incompreso o sotto accusa, può reagire con rabbia o chiusura, innescando un circolo difficile da interrompere.Non è possibile dare una risposta semplice a una situazione complessa come questa, ma un percorso di coppia potrebbe aiutarvi a riaprire uno spazio di ascolto e comprensione reciproca, a rielaborare insieme i momenti critici vissuti e a ritrovare un modo più sereno per stare l’uno accanto all’altra, anche nel disaccordo. Potreste iniziare anche solo chiedendovi, in uno spazio protetto, come state veramente, cosa ognuno di voi desidera e teme.
Anche solo il fatto che tu ti stia interrogando su cosa fare, e lo stia facendo con rispetto e senza colpevolizzare, è un punto di partenza prezioso.
Anche solo il fatto che tu ti stia interrogando su cosa fare, e lo stia facendo con rispetto e senza colpevolizzare, è un punto di partenza prezioso.
Dalle sue parole emerge una relazione in cui l’amore e il legame profondo con la sua compagna convivono da tempo con tensioni, incomprensioni e sofferenze emotive. È molto significativo che, nonostante le difficoltà, ci sia ancora l'intenzione di sposarvi, questo segnala che il legame c’è, ma probabilmente ha bisogno di essere compreso e nutrito in modo nuovo. Molti dei problemi che descrive, i litigi frequenti, la difficoltà nel dialogo, la gelosia, possono essere il frutto di un accumulo di ferite non elaborate. L'episodio della psicosi post-partum e l'incidente stradale sono eventi potenzialmente traumatici, che possono lasciare strascichi profondi, specie se non affrontati con il giusto supporto. È possibile che la sua compagna porti ancora un forte senso di vulnerabilità, di rabbia, o perfino di colpa, che si esprime nei momenti di tensione.
D’altra parte, anche lei sembra vivere un carico emotivo importante, si sente inascoltato, giudicato e sotto pressione costante. È comprensibile che in questa situazione anche la sua pazienza si stia logorando. Quando due persone sono entrambe stanche, ferite e frustrate, spesso non si tratta di mancanza d’amore, ma di mancanza di strumenti per comunicare in modo costruttivo e rispettoso. Lei ha dimostrato sensibilità, pazienza e voglia di capire. Questo è già un primo passo importante. Se questo dolore viene affrontato insieme, con il giusto supporto, può anche diventare una risorsa per rafforzare la relazione. Un caro saluto
D’altra parte, anche lei sembra vivere un carico emotivo importante, si sente inascoltato, giudicato e sotto pressione costante. È comprensibile che in questa situazione anche la sua pazienza si stia logorando. Quando due persone sono entrambe stanche, ferite e frustrate, spesso non si tratta di mancanza d’amore, ma di mancanza di strumenti per comunicare in modo costruttivo e rispettoso. Lei ha dimostrato sensibilità, pazienza e voglia di capire. Questo è già un primo passo importante. Se questo dolore viene affrontato insieme, con il giusto supporto, può anche diventare una risorsa per rafforzare la relazione. Un caro saluto
Buongiorno gentile Utente, la sua condivisione racconta con molta sincerità un momento delicato della sua vita familiare, che coinvolge non solo la relazione di coppia ma anche il vostro ruolo di genitori e il peso delle esperienze vissute insieme. Stare insieme da dodici anni, costruire una famiglia, crescere un figlio e pensare al matrimonio sono traguardi importanti, ma proprio per questo possono portare con sé anche tensioni, aspettative e ferite che non sempre trovano spazio per essere elaborate con serenità.
Dalle sue parole emerge la sensazione di vivere un conflitto continuo, fatto di incomprensioni, rimproveri, rabbia e fatica. Una parte di lei, molto presente, cerca di mantenere l’equilibrio, prova a comprendere, a dare ragione, a scusarsi, ma avverte anche di non essere più ascoltato o riconosciuto. Questo circolo vizioso in cui ogni gesto sembra innescare una reazione sproporzionata può davvero logorare il legame, ma anche far perdere la percezione di sé e dell’altro. Si sente come se qualsiasi cosa lei faccia o dica non basti mai, e questo è profondamente frustrante.
La gelosia della sua compagna, la sua sofferenza dopo la gravidanza, la psicosi e il senso di colpa legato all’allattamento sono tutti elementi che raccontano una fragilità psicologica significativa, probabilmente ancora presente e poco contenuta. Quando una persona vive esperienze traumatiche come una psicosi post-partum, un incidente stradale o la percezione di aver perso il controllo sul proprio ruolo genitoriale, può sviluppare forme di ansia, irritabilità e bisogno di controllo che si riversano sul partner in modo esasperato. Questo non giustifica certi comportamenti, ma può aiutarla a inquadrarli non come attacchi contro di lei, ma come richieste (confuse, disordinate, disfunzionali) di sicurezza e contenimento.
Allo stesso tempo, non può e non deve essere solo lei a reggere il peso di tutto questo. Lei stesso riconosce di essere cambiato, di sentirsi meno “tranquillo”, forse perché esausto, e perché il suo bisogno di rispetto e ascolto non trova spazio. La rabbia che esplode dopo ore di discussioni non è altro che il segnale di un carico che è diventato troppo pesante da sopportare da solo.
In questi casi, un intervento psicoterapeutico (individuale o di coppia) può essere di grande aiuto. È importante che entrambi possiate dare uno spazio protetto alla vostra sofferenza, ai vissuti del passato (la psicosi, l’incidente, il difficile post-partum), ma anche ai bisogni del presente, prima che le incomprensioni si trasformino in distanza emotiva. A volte è necessario essere accompagnati a ristabilire un dialogo che negli anni si è indurito o interrotto.
Lei mostra di avere molta lucidità e una volontà autentica di capire e salvare la vostra relazione. Questo è un punto di partenza prezioso. Ma, come in ogni relazione, la responsabilità deve essere condivisa. Non si tratta di trovare “chi ha ragione”, ma di costruire un terreno comune in cui potersi vedere e ascoltare con più gentilezza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dalle sue parole emerge la sensazione di vivere un conflitto continuo, fatto di incomprensioni, rimproveri, rabbia e fatica. Una parte di lei, molto presente, cerca di mantenere l’equilibrio, prova a comprendere, a dare ragione, a scusarsi, ma avverte anche di non essere più ascoltato o riconosciuto. Questo circolo vizioso in cui ogni gesto sembra innescare una reazione sproporzionata può davvero logorare il legame, ma anche far perdere la percezione di sé e dell’altro. Si sente come se qualsiasi cosa lei faccia o dica non basti mai, e questo è profondamente frustrante.
La gelosia della sua compagna, la sua sofferenza dopo la gravidanza, la psicosi e il senso di colpa legato all’allattamento sono tutti elementi che raccontano una fragilità psicologica significativa, probabilmente ancora presente e poco contenuta. Quando una persona vive esperienze traumatiche come una psicosi post-partum, un incidente stradale o la percezione di aver perso il controllo sul proprio ruolo genitoriale, può sviluppare forme di ansia, irritabilità e bisogno di controllo che si riversano sul partner in modo esasperato. Questo non giustifica certi comportamenti, ma può aiutarla a inquadrarli non come attacchi contro di lei, ma come richieste (confuse, disordinate, disfunzionali) di sicurezza e contenimento.
Allo stesso tempo, non può e non deve essere solo lei a reggere il peso di tutto questo. Lei stesso riconosce di essere cambiato, di sentirsi meno “tranquillo”, forse perché esausto, e perché il suo bisogno di rispetto e ascolto non trova spazio. La rabbia che esplode dopo ore di discussioni non è altro che il segnale di un carico che è diventato troppo pesante da sopportare da solo.
In questi casi, un intervento psicoterapeutico (individuale o di coppia) può essere di grande aiuto. È importante che entrambi possiate dare uno spazio protetto alla vostra sofferenza, ai vissuti del passato (la psicosi, l’incidente, il difficile post-partum), ma anche ai bisogni del presente, prima che le incomprensioni si trasformino in distanza emotiva. A volte è necessario essere accompagnati a ristabilire un dialogo che negli anni si è indurito o interrotto.
Lei mostra di avere molta lucidità e una volontà autentica di capire e salvare la vostra relazione. Questo è un punto di partenza prezioso. Ma, come in ogni relazione, la responsabilità deve essere condivisa. Non si tratta di trovare “chi ha ragione”, ma di costruire un terreno comune in cui potersi vedere e ascoltare con più gentilezza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentilissimo utente, mi rendo conto di quanto debba essere penosa la sua situazione. Mi sembra chiaro che la nascita del bambino non ha migliorato le cose, quindi direi che la cosa più giusta per voi sarebbe iniziare un percorso di coppia. In questi casi una terza persona imparziale può creare uno spazio di distensione, ma soprattutto può aiutare a prendere coscienza del sentimento reale che c'è adesso fra voi. Se un legame d'amore è ancora vivo allora potreste essere aiutati a trovare il modo di riparare e di riprendere un'intesa che attualmente è compromessa. Ma se in questo stato di maggior chiarezza venisse fuori che il rapporto è definitivamente esaurito, allora potreste trovare il giusto supporto per prendere delle decisioni che portino verso il benessere di tutti. Non dimentichi che il bambino assorbe tutte le vostre emanazioni e non fa bene neppure a lui crescere in un clima di dissidio e aggressività. La invito, nel caso che la sua compagna si rifiuti di iniziare un percorso di coppia, ad trovare per sè stesso uno spazio di ascolto e di cura, perché da come lei scrive, c'è bisogno urgente di distensione, chiarezza, e sostegno.
buongiorno, da quanto racconta mi sembra di capire che ormai abbiate inscatolato il "senso del Noi": alimento di una coppia serena è il dialogo continuo ed efficace, come anche il confronto e la condivisione di intenti. Probabilmente avete bisogno di un professionista, che in quanto figura esterna alla coppia, ,possa aiutarvi , con il giusto percorso terapeutico, ad analizzare il rapporto i vostri rispettivi bisogni e formulare le giuste strategie per recuperare il vostro "Noi"
Buonasera, pensi a cosa lei stesso non si perdona.
C'è qualcosa che avrebbe potuto fare di più per rendere la sua compagna più serena?
Tutta questa verità che parla della sua storia sono tutti elementi utili per lei per capire e sentire cosa veramente vuole fare e dove vuole andare.
Solo lei sà che strada prendere, la sua strada per lei giusta e insindacabile.
Sta a lei decidere chi portare con lei nel suo viaggio di scoperta e di amore.
Se decide di rispettarsi potrà essere rispettato, se decide di non ascoltare i suoi bisogni e calpestarli verrà calpestato dall'altro.
Tutto ritorna a noi come un boomerang.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
C'è qualcosa che avrebbe potuto fare di più per rendere la sua compagna più serena?
Tutta questa verità che parla della sua storia sono tutti elementi utili per lei per capire e sentire cosa veramente vuole fare e dove vuole andare.
Solo lei sà che strada prendere, la sua strada per lei giusta e insindacabile.
Sta a lei decidere chi portare con lei nel suo viaggio di scoperta e di amore.
Se decide di rispettarsi potrà essere rispettato, se decide di non ascoltare i suoi bisogni e calpestarli verrà calpestato dall'altro.
Tutto ritorna a noi come un boomerang.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Buongiorno, capisco quanto questa situazione possa essere diventata faticosa per lei. Dopo tanti anni di relazione, con un figlio piccolo e un matrimonio in programma, è naturale che ci si aspetti un momento di equilibrio e serenità, e quando questo viene meno, soprattutto a causa di litigi frequenti e tensioni emotive, si rischia di sentirsi frustrati, impotenti e, in alcuni casi, anche soli. La relazione che descrive sembra attraversare una fase di grande stress, alimentata da diversi fattori che si sono stratificati nel tempo. Il fatto che la sua compagna sia sempre stata gelosa e incline al conflitto può rappresentare una vulnerabilità di fondo che si è accentuata con l’arrivo di eventi importanti e faticosi, come la gravidanza, la psicosi post-partum, l’incidente in auto e la nascita di vostro figlio. Tutte queste esperienze, se non ben elaborate, possono lasciare ferite aperte e influenzare in modo significativo il funzionamento quotidiano della coppia. Nel suo racconto emerge chiaramente il senso di ingiustizia che prova quando, nonostante cerchi il dialogo, venga accusato di non essere più la persona di un tempo. È naturale che, di fronte a continue critiche e conflitti, anche lei abbia sviluppato un livello più alto di reattività emotiva: nessuno può mantenere la calma all’infinito quando si trova spesso a sentirsi attaccato o messo in discussione. Questo non significa che lei sia cambiato in senso negativo, ma che probabilmente ha dovuto sviluppare dei meccanismi di difesa per proteggersi in una relazione che sente sempre più sbilanciata e conflittuale. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, una parte importante del lavoro in casi come questi riguarda la comunicazione disfunzionale e la gestione delle emozioni. Quando i litigi si basano su una ripetizione di contenuti passati e su accuse che non trovano mai una chiusura emotiva, il rischio è quello di entrare in un ciclo di escalation, in cui entrambi i partner finiscono per sentirsi feriti e non ascoltati. E anche quando c'è un tentativo di riconciliazione, come lei stesso dice, sembra che non venga accolto, perché l'altra persona è ancora troppo immersa nel proprio dolore o nella propria rabbia per potersi aprire realmente all’ascolto. È anche possibile che nella vostra relazione siano presenti delle credenze rigide o schemi appresi nel tempo che ostacolano un confronto costruttivo. Ad esempio, credere che se l'altro non si comporta esattamente come io mi aspetto, allora non mi ama, oppure che una volta commesso un errore, l'altro debba portarne il peso a lungo. Questi pensieri, pur essendo comprensibili sul piano emotivo, tendono a mantenere viva la conflittualità. Un passaggio importante, che spesso suggerisco in questi casi, è quello di valutare un percorso di terapia di coppia. Non come ultima spiaggia, ma come spazio protetto e guidato in cui entrambi possiate sentirvi ascoltati, esprimere i vostri bisogni e imparare modalità più efficaci per affrontare i momenti di tensione. Spesso, in terapia, emergono vissuti profondi che da soli è difficile mettere a fuoco, e che però stanno alla base di tante incomprensioni quotidiane. Lei mi sembra una persona che si sta impegnando molto per mantenere stabile il legame con la sua compagna e garantire serenità anche per vostro figlio. È un impegno importante e merita rispetto. Tuttavia, è altrettanto importante che anche lei possa stare bene dentro questa relazione, sentirsi visto, rispettato e supportato. La coppia non dovrebbe essere un luogo di lotta costante, ma uno spazio in cui ci si può sentire al sicuro, anche nelle difficoltà. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, la storia che racconta è quella di una relazione di lunga data, costruita su basi importanti, con un figlio e un progetto di matrimonio. Tuttavia, nel tempo, e soprattutto dopo eventi significativi come la nascita del bambino, le dinamiche tra voi sembrano essersi appesantite. Questo è qualcosa che capita a molte coppie: l’arrivo di un figlio, i cambiamenti individuali, e i ricordi legati a esperienze forti (come un incidente o difficoltà nel periodo perinatale) possono influenzare profondamente il modo in cui ci si relaziona, a sé stessi e all’altro.
Le reazioni che descrive da parte della sua compagna — la rabbia ricorrente, la gelosia, le accuse, il non riuscire a chiudere un litigio anche dopo una richiesta di scuse — possono essere il segnale di un malessere più profondo, che meriterebbe uno spazio dedicato. Ma anche lei, dal canto suo, sembra essersi logorato emotivamente nel cercare di tenere tutto insieme: fare da mediatore, chiedere scusa, contenere la rabbia… fino a esplodere.
Quando ci si accorge che i tentativi di dialogo non portano sollievo, e ogni divergenza si trasforma in una battaglia personale, può essere molto utile fermarsi e chiedersi: stiamo parlando davvero solo di ciò che è accaduto oggi, o ci stiamo trascinando dietro cose non dette, incomprensioni, ferite mai affrontate?
In queste situazioni, può essere prezioso valutare la possibilità di un confronto guidato, anche attraverso una consulenza di coppia, dove entrambi possiate esprimervi senza interrompervi, senza giudicarvi, e con la guida di un professionista che possa aiutarvi a rileggere ciò che state vivendo con uno sguardo nuovo.
Se sente che questo momento ha bisogno di uno spazio diverso per essere affrontato, può prendere in considerazione una consulenza, online o in studio. Anche un solo colloquio può offrire strumenti utili per cominciare a rimettere al centro la comunicazione e il rispetto reciproco.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Le reazioni che descrive da parte della sua compagna — la rabbia ricorrente, la gelosia, le accuse, il non riuscire a chiudere un litigio anche dopo una richiesta di scuse — possono essere il segnale di un malessere più profondo, che meriterebbe uno spazio dedicato. Ma anche lei, dal canto suo, sembra essersi logorato emotivamente nel cercare di tenere tutto insieme: fare da mediatore, chiedere scusa, contenere la rabbia… fino a esplodere.
Quando ci si accorge che i tentativi di dialogo non portano sollievo, e ogni divergenza si trasforma in una battaglia personale, può essere molto utile fermarsi e chiedersi: stiamo parlando davvero solo di ciò che è accaduto oggi, o ci stiamo trascinando dietro cose non dette, incomprensioni, ferite mai affrontate?
In queste situazioni, può essere prezioso valutare la possibilità di un confronto guidato, anche attraverso una consulenza di coppia, dove entrambi possiate esprimervi senza interrompervi, senza giudicarvi, e con la guida di un professionista che possa aiutarvi a rileggere ciò che state vivendo con uno sguardo nuovo.
Se sente che questo momento ha bisogno di uno spazio diverso per essere affrontato, può prendere in considerazione una consulenza, online o in studio. Anche un solo colloquio può offrire strumenti utili per cominciare a rimettere al centro la comunicazione e il rispetto reciproco.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Salve. La vostra situazione presenta diversi fattori di stress sovrapposti che stanno alimentando i conflitti.
Lo stress post-partum della tua compagna ha probabilmente lasciato traumi irrisolti. Il senso di colpa per non aver potuto allattare e il risentimento verso di te suggeriscono che non ha elaborato quell’esperienza. La fobia dell’autostrada dopo l’incidente è un altro trauma non affrontato.
I suoi comportamenti - gelosia, litigi per motivi futili, incapacità di fermarsi anche quando ti scusi - indicano un alto livello di ansia e controllo. Il tuo cambiamento di personalità potrebbe essere una naturale reazione difensiva a anni di tensione costante.
Con un bambino piccolo e questi schemi relazionali disfunzionali, sposarsi ora sarebbe rischioso.
Provate prima ad affrontare una terapia di coppia per imparare modalità di comunicazione più sane. Lei dovrebbe considerare una terapia individuale per elaborare i traumi (psicosi, incidente) e gestire ansia e gelosia.
Create momenti di pausa durante i litigi: quando inizia a ripetere, stabilite che vi prendete una pausa di 30 minuti prima di riparlarne.
Il matrimonio non risolverà questi problemi, anzi potrebbe peggiorarli. È meglio lavorare sulla relazione prima di formalizzarla. Vostra figlio merita genitori che sappiano gestire i conflitti in modo costruttivo.
Lo stress post-partum della tua compagna ha probabilmente lasciato traumi irrisolti. Il senso di colpa per non aver potuto allattare e il risentimento verso di te suggeriscono che non ha elaborato quell’esperienza. La fobia dell’autostrada dopo l’incidente è un altro trauma non affrontato.
I suoi comportamenti - gelosia, litigi per motivi futili, incapacità di fermarsi anche quando ti scusi - indicano un alto livello di ansia e controllo. Il tuo cambiamento di personalità potrebbe essere una naturale reazione difensiva a anni di tensione costante.
Con un bambino piccolo e questi schemi relazionali disfunzionali, sposarsi ora sarebbe rischioso.
Provate prima ad affrontare una terapia di coppia per imparare modalità di comunicazione più sane. Lei dovrebbe considerare una terapia individuale per elaborare i traumi (psicosi, incidente) e gestire ansia e gelosia.
Create momenti di pausa durante i litigi: quando inizia a ripetere, stabilite che vi prendete una pausa di 30 minuti prima di riparlarne.
Il matrimonio non risolverà questi problemi, anzi potrebbe peggiorarli. È meglio lavorare sulla relazione prima di formalizzarla. Vostra figlio merita genitori che sappiano gestire i conflitti in modo costruttivo.
Gentile Utente, buona sera e grazie per aver scelto di portare qui la situazione che sta vivendo. Posso immaginare che queste dinamiche siano faticose nel rapporto tra voi e che, in qualche modo, siano delicate da gestire per lei dal punto di vista emotivo. Quando si presentano situazioni di tensione, spesso i messaggi comunicati sono solo la parte più semplice dell'intero dibattito perchè risulta più complicato condividere pensieri e sofferenze più profonde. La prima domanda che le chiedo riguarda proprio questo, ovvero le chiedo se avete avuto modo in qualche momento di fermarvi e dedicare a voi due un confronto onesto e disteso riguardo a ciò che sta succedendo nella coppia. Questo potrebbe essere il primo passo per cogliere cosa può aver comportato una situazione di stress tra di voi.
In accordo con quanto appena esposto, le chiedo come si sente lei, quali sono le sensazioni che queste situazioni le comportano, come risuonano in lei queste dinamiche e le parole e gli agiti di entrambi. Potrebbe riflettere sull'utilità di un percorso psicologico per lei stesso, proprio per portare questo suo messaggio di aiuto in uno spazio dedicato a lei, in cui lasciar andare i suoi pensieri senza sentirsi giudicato.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
In accordo con quanto appena esposto, le chiedo come si sente lei, quali sono le sensazioni che queste situazioni le comportano, come risuonano in lei queste dinamiche e le parole e gli agiti di entrambi. Potrebbe riflettere sull'utilità di un percorso psicologico per lei stesso, proprio per portare questo suo messaggio di aiuto in uno spazio dedicato a lei, in cui lasciar andare i suoi pensieri senza sentirsi giudicato.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buongiorno, quello che descrivi è una situazione relazionale complessa dove si intrecciano diversi fattori che hanno progressivamente eroso l'equilibrio della coppia. La nascita di un figlio, un trauma da incidente, una psicosi post-partum e anni di conflittualità hanno creato un sistema disfunzionale che ora sembra autoalimentarsi.
La gelosia cronica della tua compagna, presente già dall'inizio della relazione, suggerisce insicurezze profonde che probabilmente si sono amplificate con la maternità e il trauma. La psicosi post-partum è un evento devastante che può lasciare ferite profonde nell'identità materna. Il suo risentimento verso di te per l'allattamento mancato rivela quanto questo evento l'abbia segnata e come stia proiettando su di te una responsabilità che probabilmente appartiene alla malattia stessa.
Il pattern che descrivi - lei che "infierisce" anche quando ti scusi e tu che "esplodi" dopo ore - è un ciclo distruttivo tipico delle coppie in crisi. Lei probabilmente vive in uno stato di iperattivazione ansiosa, mentre tu sei passato da una modalità di sottomissione ("dare sempre ragione") a momenti di esplosione reattiva.
La fobia post-traumatica per i viaggi aggiunge un altro elemento di rigidità al sistema familiare, limitando ulteriormente le possibilità di condivisione e serenità.
Il fatto che tu senta di essere "cambiato" e che "qualsiasi cosa non va bene" indica che probabilmente stai sviluppando una naturale reattività difensiva dopo anni di critiche continue.
Al punto in cui stanno le cose l'unica cosa che mi sento di proporre è un lavoro di terapia per entrambi e per la coppia in cui sarebbe fondamentale includere:
- Terapia di coppia per interrompere i cicli distruttivi di comunicazione
- Lavoro individuale per lei sui traumi post-partum e post-incidente
- Tecniche di mindfulness per gestire l'escalation emotiva di entrambi
- Dialoghi interni per comprendere le parti ferite di ciascuno
- Sostegno genitoriale per proteggere vostro figlio da questo clima conflittuale
Ma prima di tutto è importate valutare la situazione psichica di tua moglie, quindi:
-Valutazione psichiatrica urgente per escludere episodi maniacali/misti o sintomi psicotici residui
-Possibile necessità di stabilizzatori dell'umore o antipsicotici a basso dosaggio
-Monitoraggio neurologico per eventuali deficit cognitivi post-episodio
-Valutazione del rischio per il bambino in caso di nuovi episodi
La terapia di coppia è secondaria alla stabilizzazione psichiatrica. Prima deve essere esclusa una patologia attiva.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
La gelosia cronica della tua compagna, presente già dall'inizio della relazione, suggerisce insicurezze profonde che probabilmente si sono amplificate con la maternità e il trauma. La psicosi post-partum è un evento devastante che può lasciare ferite profonde nell'identità materna. Il suo risentimento verso di te per l'allattamento mancato rivela quanto questo evento l'abbia segnata e come stia proiettando su di te una responsabilità che probabilmente appartiene alla malattia stessa.
Il pattern che descrivi - lei che "infierisce" anche quando ti scusi e tu che "esplodi" dopo ore - è un ciclo distruttivo tipico delle coppie in crisi. Lei probabilmente vive in uno stato di iperattivazione ansiosa, mentre tu sei passato da una modalità di sottomissione ("dare sempre ragione") a momenti di esplosione reattiva.
La fobia post-traumatica per i viaggi aggiunge un altro elemento di rigidità al sistema familiare, limitando ulteriormente le possibilità di condivisione e serenità.
Il fatto che tu senta di essere "cambiato" e che "qualsiasi cosa non va bene" indica che probabilmente stai sviluppando una naturale reattività difensiva dopo anni di critiche continue.
Al punto in cui stanno le cose l'unica cosa che mi sento di proporre è un lavoro di terapia per entrambi e per la coppia in cui sarebbe fondamentale includere:
- Terapia di coppia per interrompere i cicli distruttivi di comunicazione
- Lavoro individuale per lei sui traumi post-partum e post-incidente
- Tecniche di mindfulness per gestire l'escalation emotiva di entrambi
- Dialoghi interni per comprendere le parti ferite di ciascuno
- Sostegno genitoriale per proteggere vostro figlio da questo clima conflittuale
Ma prima di tutto è importate valutare la situazione psichica di tua moglie, quindi:
-Valutazione psichiatrica urgente per escludere episodi maniacali/misti o sintomi psicotici residui
-Possibile necessità di stabilizzatori dell'umore o antipsicotici a basso dosaggio
-Monitoraggio neurologico per eventuali deficit cognitivi post-episodio
-Valutazione del rischio per il bambino in caso di nuovi episodi
La terapia di coppia è secondaria alla stabilizzazione psichiatrica. Prima deve essere esclusa una patologia attiva.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Gentile utente,
quello che descrive è un momento di forte tensione relazionale, in cui la comunicazione tra voi sembra essersi trasformata in una sequenza di accuse e difese reciproche. Dopo molti anni di relazione e soprattutto dopo la nascita di un figlio, è normale che emergano nuove fatiche: i ruoli cambiano, aumenta lo stress e le fragilità personali — come la gelosia, la paura o il bisogno di controllo — tendono a riacutizzarsi.
La psicosi post-partum che ha vissuto la sua compagna rappresenta un evento molto delicato, che può lasciare un senso di vulnerabilità profondo e un bisogno costante di sicurezza e conferme. Allo stesso tempo, anche lei sta manifestando stanchezza e frustrazione, comprensibili dopo anni di conflitti e di tentativi di mediazione.
In queste situazioni può essere davvero utile un percorso di terapia di coppia, che permetta a entrambi di essere ascoltati senza giudizio e di trovare un nuovo modo per comunicare, più rispettoso e meno reattivo. Non si tratta di capire “chi ha ragione”, ma di ritrovare un linguaggio comune che vi consenta di essere alleati come partner e come genitori.
Dott.ssa Sara Petroni
quello che descrive è un momento di forte tensione relazionale, in cui la comunicazione tra voi sembra essersi trasformata in una sequenza di accuse e difese reciproche. Dopo molti anni di relazione e soprattutto dopo la nascita di un figlio, è normale che emergano nuove fatiche: i ruoli cambiano, aumenta lo stress e le fragilità personali — come la gelosia, la paura o il bisogno di controllo — tendono a riacutizzarsi.
La psicosi post-partum che ha vissuto la sua compagna rappresenta un evento molto delicato, che può lasciare un senso di vulnerabilità profondo e un bisogno costante di sicurezza e conferme. Allo stesso tempo, anche lei sta manifestando stanchezza e frustrazione, comprensibili dopo anni di conflitti e di tentativi di mediazione.
In queste situazioni può essere davvero utile un percorso di terapia di coppia, che permetta a entrambi di essere ascoltati senza giudizio e di trovare un nuovo modo per comunicare, più rispettoso e meno reattivo. Non si tratta di capire “chi ha ragione”, ma di ritrovare un linguaggio comune che vi consenta di essere alleati come partner e come genitori.
Dott.ssa Sara Petroni
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