Buongiorno, ho 34 anni e sono in terapia per DAG con sertralina 75 mg da circa 3 mesi, inizialment

23 risposte
Buongiorno,
ho 34 anni e sono in terapia per DAG con sertralina 75 mg da circa 3 mesi, inizialmente abbinata a Lexotan (per contenere l'irrequietezza che mi dava quale effetto collaterale nelle prime settimane di trattamento). Sto anche seguendo un percorso psicoterapeutico e di crescita personale da febbraio con colloqui settimanali. Ne sto traendo un gran beneficio e in particolare nell'ultimo mese mi sento molto bene, piena di energia, più serena, distesa, "autonoma" e in piena fase di recupero della fiducia in me stessa.
C'è un MA. Mi rendo conto che la crescente pressione mediatica degli ultimi giorni circa la situazione COVID-19 mi sta causando preoccupazione e ansia. I continui "bollettini di guerra", il sentirne parlare continuamente, le polemiche che dilagano, la sensazione che la cosa sia già fuori controllo e che un secondo lockdown sarà forse inevitabile: non mi vergogno a dire che tutto questo mi sta mettendo agitazione e paura. Il primo lockdown è stato per me un'esperienza molto traumatica, che ha scatenato la mia ansia all'ennesima potenza e mi ha portata verso una tendenza depressiva. L'eventualità che un lockdown si ripeta mi rievoca quelle brutte emozioni e fa leva sulle mie paure. Creandomi ansia anticipatoria. Inoltre intorno a me vedo un clima che non mi piace, in questi giorni la gente sta ricominciando ad andare a fare scorte di farmaci e cibo... Avevo regolarizzato e migliorato molto il sonno, da un paio di notti mi sveglio tra le 3 e le 5 e non riesco a rilassarmi e lasciarmi di nuovo andare, rimango vigile e in allerta (sono il perfetto ritratto della logica attacco-fuga).
Siamo in tanti a soffrire di questo condizionamento "ambientale" in questi giorni? A parte il consiglio più immediato e logico di limitare l'ascolto dei notiziari ad uno solo al giorno e di scegliere bene le fonti autorevoli... Come posso arginare questo bombardamento di notizie e numeri ed essere realistica senza farmi risucchiare dalla paura? Mi scoccia molto che questo mi accada "proprio ora che mi sentivo così serena". Grazie, un caro saluto.
Gentilissima, dal momento che sta seguendo un percorso psicoterapeutico, che peraltro definisce fonte di “beneficio” sarebbe importante che ponesse al suo terapeuta la questione che pone a noi psicologi di questo portale, se già non lo avesse fatto. Se avesse già provato a parlargliene sarebbe certamente utile che dicesse al terapeuta che ha sentito il bisogno di scriverne anche qui. Qualsiasi questione è bene che venga affrontata all’interno del percorso terapeutico di fiducia già in corso. Perfino eventuali dubbi sul percorso e sulla sua efficacia possono divenire finte di ulteriori progressi nel percorso terapeutico. Un saluto cordiale, Marta Corradi

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CARO utente, le paure e i sentimenti di confusione causati dai media sono del tutto normali e sono proprio queste emozioni ad accumunarci tutti e renderci esseri umani empatici.
Provi a condividere tutti i suoi pensieri con il suo terapeuta e a trovare insieme a lui la giusta lettura; ricordi sempre che a differenza del primo lockdown ora possiede una nuova chiave di lettura dell'ansia, di se stessa e delle strategie che può mettere in atto.
Un caro saluto
dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Gent sig.ra, sono d'accordo sul fatto che le sue perplessità andrebbero condivise col suo terapeuta, compreso il crescendo della sua ansia relativamente alla situazione che stiamo vivendo. Solo in questo modo il percorso psicoterapeutico può darle il massimo beneficio. Un cordiale saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera. Concordo con il parere che tutto questo " ritorno" vada riposto nella terapia che sta affrontando. Ognuno di noi reagisce a questa situazione mediante i suoi stili di coping. L'occasione sarà fruttuosa per approndire elementi della conoscenza personale e capire quali schemi tuttora intereriscano nel suo adattamento
Salve purtroppo vista la situazione attuale lei sta vivendo un ansia anticipatoria rispetto alla possibilità di un altra chiusura. Ne parli con la collega delle sue paure e dei suoi timori e vedrà che starà meglio.
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Buonasera! Il continuo bombardamento mediatico crea disagio ma l'intensità e il modo in cui lo si vive dice molto del proprio mondo interiore. Credo che proprio ora che lei nota i miglioramenti della terapia, sia importante discuterne con chi la segue perché metterebbe in evidenza aspetti di se stessa che ancora non sono del tutto elaborati. Può essere un altro valido motivo di approfondimento che fa parte del suo percorso di crescita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Signora il suo terapeuta sicuramente ha molti più elementi, sulla sua struttura di personalità, per rispondere alla sua domanda. In ogni caso vorrei porre la sua l'attenzione su questa richiesta. Non sembra sbagliato riflettere con il suo terapeuta sul motivo che la spinge a rivolgerci questa domanda. Probabilmente anche questo tema potrà esserle utile nel suo percorso di cambiamento e conoscenza. Un cordiale saluto
Buongiorno Signora, si capisce che è molto colpita dal ritrovarsi a sperimentare un'ansia generalizzata che sentiva di aver superato. Credo sia importante per lei riconoscere meglio la natura di questa ansia e parlare delle sue attuali paure al suo psicoterapeuta. Avendoci già lavorato dovrebbe avere più strumenti per se stessa. Forse ha desiderato condividere attraverso la sua domanda al portale, una condizione comunque di incertezza che vale per tutti. Auguri a lei,
dr.Cameriero Vittorio
Buonasera, nelle sue parole ci sono tanti significati e tanta vita che meriterebbe un approfondimento. Forse pensare di potersi confrontare con uno psicoterapeuta potrebbe sostenerla nel sentirsi meno sola nell’affrontare le difficili prove che la vita le sta presentando. Non si trascuri, i segnali “sintomatici” possono indicare che è arrivato il momento di prendersi cura di sé in modo duraturo. Un cordiale saluto Dott Elisa Galantini
Gentile utente di mio dottore, avendo intrapreso già un percorso psicoterapico con un collega sarebbe opportuno confrontarsi con quest'ultimo in merito al momento che sta attraversando, esprimendo le sue difficoltà del momento cosi come ha fatto qui sul portale. Potrebbe solo alimentare in lei confusione ricevere pareri discordanti. Continui la terapia e vedrà che riuscirà a fronteggiare al meglio anche questo periodo. In bocca al lupo per tutto. Saluti Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, il suo disagio è purtroppo frequente anche in altre persone. Il periodo storico che stiamo vivendo è obiettivamente complesso e faticoso sotto diversi punti di vista. In un percorso terapeutico di successo che sta fornendo buoni risultati, come il suo, è normale che possano esserci dei momenti di “ricaduta” dovuti a nuove circostanze. Come consigliano anche i colleghi sarebbe utile che lei ne parlasse con il suo terapeuta potendo così sfruttare questa circostanza per generalizzare e fortificate i risultati già ottenuti. In un percorso terapeutico eventuali ricadute o apparenti passi indietro possono, paradossalmente, essere un’ottima occasione di crescita ulteriore e allenamento a superare diverse situazioni. Vedrà che parlandone in terapia capirà che ha già tutti gli strumenti in mano per poter gestire anche questa nuova difficoltà, deve “solo” capire come usarli. Le auguro il meglio!
Buongiorno premesso che questa situazione crea ansia in chiunque ed è normale che sia così. Se persistono degli attacchi di panico per paure irrazionali con la terapia strategica è possibile risolverli
Gentilissima, capisco che proprio adesso che era riuscita ad aumentare la sua serenità attraverso il suo impegno, i farmaci e la psicoterapia, un evento così complesso come la situazione COVID-19 abbia innescato il riaffiorare del suo disturbo.
La sua preoccupazione è diffusa, in vari gradi, in tutta la popolazione (anche in noi terapeuti..) e ciò non deve farci provare vergogna: anzi è un modo che la specie umana ha per fronteggiare i problemi. Viviamo e sperimentiamo nel corpo un grado di allerta e attenzione, che non ci è dato di evitare, ma che invece possiamo gestire e rendere funzionale per la nostra e altrui protezione.
Noto dalle sue parole una buona comprensione del problema e di come esso funziona e si sviluppa: termini come “ansia anticipatoria”, “risposta attacco fuga”, mi fanno pensare che ha fatto un buon lavoro con il suo terapeuta, ma nonostante ciò resta una agitazione che non riesce a controllare.
Mi chiedo: perchè non ne parla con lui/lei? Potrebbe essere utile indagare insieme gli episodi in cui ha percepito maggiore agitazione e come sperimenta nel corpo questo senso di perdita di serenità. Partendo da questo lavoro potrebbe essere fruttuoso focalizzarsi sul corpo non solo per aumentare le sue competenze nella capacità di rilassamento, ma soprattutto per stabilizzare e sperimentare un senso di sicurezza e autonomia. Infatti, cosi come viviamo nel corpo il disagio e l'instabilità, viviamo in esso anche il senso di sicurezza.
Un saluto.
Dott. Pietro Marchese
Gentile utente, le paure di cui scrive sono condivise e frequenti. Ormai è tutto così diverso dalla quotidianità conosciuta e il Coronavirus è il nemico invisibile. La preoccupazione e la paura sono predominanti anche se uno cerca di mantenere un’apparente calma. Le notizie arrivano di continuo e anche se c’è chi segue il consiglio di informarsi due volte al giorno e non di più, i messaggi di WhatsApp, la telefonata dell’amico, la lontananza dal genitore anziano o dal figlio che lavora in un’altra città, fanno continuamente pensare al pericolo imminente.
Il cervello è impegnato a difendersi da un nemico esterno e cerca risposte alle tante domande per capire come farlo al meglio.
La preoccupazione è poi direttamente proporzionale al senso di responsabilità sugli accadimenti (sono io che ho contagiato o potrei contagiare), al senso di vulnerabilità e mancanza di sicurezza (non so più cosa toccare), al controllo e all’auto-efficacia (è tutto inutile, non posso fare niente per cambiare le cose).
Ne parli con il suo terapeuta, condivida con lui/lei queste preoccupazioni in modo da trovare il modo migliore per lei di affrontare la situazione. Non c'è una ricetta che vada bene per tutti, ognuno reagisce agli eventi esterni in modo differente. Dott.ssa Tiziana Guidi
Buona sera,
Credo sia fondamentale che si confronti prima di tutto con il/la suo/a terapeuta, che condivida con lui/lei le sue preoccupazioni e proviate ad individuare assieme delle "strategie" per gestire questo momento così difficile, a partire dal significato che esso assume per lei e considerando anche il suo bisogno di scriverne qui. La fase che stiamo attraversando è critica, una sorta di deja-vu che ci riporta a mesi fa e alle fatiche già attraversate, che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Lei ha la possibilità di affrontare tutto questo in terapia, mettendo a frutto il lavoro già intrapreso. Non esiti.
Gentile signora, concordo pienamente con i colleghi nel suggerirle di affrontare questa tematica con il collega che la sta seguendo. Insieme individuerete la modalità migliore per gestire questo momento . Mi permetto comunque di suggerire alcuni punti sul quale può focalizzare il suo interesse.
1. Disintossicarsi dal "fare fare" come unica alternativa. E’ arrivato il momento di fermarsi.
2. Concedersi 10 minuti al giorno di silenzio. Nel silenzio si dissolvono le preoccupazioni, gli affanni e le paure.
3. Ascoltare le notizie astenendoti dal giudizio. Spesso tutti i giudizi che diamo sugli altri sono solo frutto di regole morali e sociali a cui aderiamo
4. Prendersi cura del corpo per prendersi cura della mente.
5. Assecondare e allenare la flessibilità mentale. Attraversare un periodo così fuori dall'ordinario a cui siamo abituati ci permette di allenare la flessibilità e di ritrovarci a sperimentare nuove abilità, strategie e pensieri. La flessibilità è alla base di una mente sana. Riscopri la tua creatività.
Un saluto Dott.ssa Cinzia Borrello
Buongiorno, molto utili in questo momento sono le tecniche di rilassamento, training autogeno e mindfulness, che hanno l'obiettivo di mantenere l'attenzione sul presente, sul corpo e/o sui pensieri. Sono molto efficaci.
Sono disponibile a raccontarle come agiscono.
Le auguro una buona giornata,
Patrizia Provasi
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Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente, le suggerisco come i colleghi di approfittare dello spazio di psicoterapia per esprimere ed elaborare i suoi vissuti rispetto a questa situazione che sta vivendo. Siamo tutti esposti a maggiore fragilità in questo periodo, ma ognuno di noi reagisce sulla base delle proprie risorse e delle proprie caratteristiche. All'interno della psicoterapia potrà esplorare appunto queste risorse e comprendere come affrontare la problematica.
Le auguro di superare queste fase delicata e di trovare benessere.
Lei è in continua attivazione (simpaticotonia) a causa di questa percezione continua del pericolo, ha bisogno di sperimentare la polarità opposta cioè la vagotonia. Lasciare i pensieri, le tensioni muscolari, diminuire la frequenza cardiaca e respiratoria. Le consiglio di lavorare non solo sull'aspetto cognitivo ed emotivo ma anche fisiologico e muscolo/posturale, una buona attività motoria abbinata a tecniche della Psicoterapia Funzionale può aiutarla a sperimentare la polarità del lasciare e del rilassamento. Un caro saluto
La precarietà accompagna da sempre l'esistenza dell'uomo e la ricerca di sicurezza, tipica della cultura occidentale, sta mostrando i suoi limiti. Sono pienamente d'accordo con i miei colleghi quando le consigliano di curare il corpo e acquisire un'attitudine meditativa. Aggiungo che la dimensione sociale fortemente deprivata limita la percezione del sostegno della comunità, del gruppo. Faccia in modo di nutrirsi degli incontri e non solo di quelli virtuali. Sfidi la paura prudentemente. Buone cose
Cara utente, i colleghi hanno già detto molto. Vorrei aggiungere che nei tanti discorsi che ci circondano sulla pandemia, purtroppo viene poco enfatizzata e forse anche colta l'enormità della situazione che stiamo vivendo. Un anno di minaccia quotidiana, su più fronti, è tanto, forse troppo da sopportare. Le nostre fondamenta hanno subito e continuano a subire scosse importanti. Per rispondere alla sua domanda se "siamo in tanti a soffrire", assolutamente sì. Addirittura, direi che non soffrire in questo momento, chi più chi meno, chi con una connotazione e chi con un'altra, sarebbe preoccupante e molto poco umano. Nonostante la difficoltà intrinseca del periodo che stiamo vivendo, si concentri sul suo benessere con la sua terapia, in fondo questo momento storico è anche un'importante opportunità.
In bocca al lupo
Olivia Marchese
Gentile utente, vista la situazione attuale lei forse sta vivendo un ansia anticipatoria rispetto alla possibilità di un altra chiusura. Ne parli con la collega delle sue paure e dei suoi timori e vedrà che starà meglio. Dott.ssa Viganò

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