Buongiorno dottori..sono fidanzata da circa 2 anni con un ragazzo molto più grande di me(abbiamo cir

24 risposte
Buongiorno dottori..sono fidanzata da circa 2 anni con un ragazzo molto più grande di me(abbiamo circa 22 anni di differenza, io ho 26 anni) da un pò di tempo non stiamo avendo più un bel rapporto..forse più da parte mia, perché lui dalla sua cerca sempre di starmi vicino e vuole stare con me..ma io non so perché, non so cosa provo più per lui, provo del bene quello è certo e ci tengo tanto, ma altre volte mi capita voler stare sola e "libera", altre ancora di voler stare con lui..poi il fatto dell'età mi sta bloccando un pò ultimamente..inoltre sono una ragazza abbastanza insicura, ad esempio su un fattore estetico, riguardo il lato seno non ho una forma abbastanza grande, nonostante lui mi dica che mi vuole e vuole solo me, so che comunque a lui piacciono più "abbondanti", perché vedevo mi capitava di vedere se seguiva o metteva like a ragazze così sui social..quindi quello mi mette molto in uno stato di insicurezza..
Vorrei approfondire e cercare di capire di più su tutto con un professionista ma ho paura, non sapendo quale scegliere e da chi poter andare..ho provato una seduta con un professionista qualche mese fa, ma forse ero troppo spaventata e avevo paura del possibile cambiamento o di un possibile giudizio anche se mi aveva lasciata parlare senza giudicare..come posso fare e capire chi può essere giusto?..
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
quello che stai vivendo è un momento di grande confusione emotiva e identitaria, ed è comprensibile sentirsi disorientati quando ci si trova tra sentimenti contrastanti, insicurezze personali e riflessioni su una relazione importante.

La differenza d’età in una coppia può essere un elemento secondario o diventare più evidente in determinati momenti della vita, specialmente quando si è in una fase di crescita e definizione personale come quella dei 20 anni. È possibile che, crescendo, tu stia iniziando a porti domande nuove su ciò che vuoi davvero, su cosa ti fa sentire libera, accolta, desiderata.

Le insicurezze legate all’aspetto fisico sono altrettanto delicate e, anche se il partner manifesta interesse e affetto, possono nascere da vissuti interiori più profondi che andrebbero ascoltati con cura. Il fatto che tu abbia notato comportamenti del tuo fidanzato sui social può aver rafforzato un senso di inadeguatezza, anche se razionalmente sai che lui è coinvolto nella relazione.

Hai già fatto un passo molto importante: riconoscere che vorresti parlare con un professionista. È normale avere timori legati al giudizio o al cambiamento, soprattutto quando si inizia un percorso nuovo e personale. Il primo incontro serve proprio a capire se ci si sente accolti, compresi, liberi di essere sé stessi. A volte serve solo il professionista giusto per sentirsi davvero ascoltati.

Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire questi vissuti e trovare più chiarezza rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, ha condiviso con molta chiarezza un insieme complesso di vissuti, contraddizioni interiori e bisogni, ed è proprio da questo punto che può iniziare a prendersi cura davvero di sé. Quello che descrive (tra il sentirsi a volte vicina al suo compagno e altre volte distante, il bisogno di libertà alternato al bisogno di affetto, l’insicurezza personale che si intreccia al timore del giudizio) non è necessariamente segno di confusione superficiale, ma di una ricerca autentica di sé stessa, della propria direzione e del proprio valore.

Le relazioni con una differenza d’età significativa, come quella che vive, possono funzionare bene se c’è un equilibrio reciproco e una comunicazione sincera. Tuttavia, è anche vero che in alcune fasi della vita, come i vent’anni, è naturale iniziare a sentire il bisogno di affermarsi come individuo distinto, e può emergere il desiderio di comprendere meglio chi si è, cosa si vuole, e dove si vuole andare. In questo senso, non c’è nulla di “sbagliato” nel vivere dei dubbi.

Riguardo alle insicurezze legate all’aspetto fisico, è importante riconoscere quanto esse si intreccino non solo al rapporto con il suo compagno, ma anche, e forse soprattutto, al modo in cui lei si guarda, si giudica e si sente rispetto a sé stessa. Le parole che riferisce (“mi vuole solo lui… ma so che gli piacciono altre fisicità”) raccontano di un bisogno di sentirsi scelta, unica, desiderata. Ed è un bisogno profondamente umano. Ma è anche un punto da cui partire per comprendere come restituire a sé stessa il diritto di sentirsi abbastanza, indipendentemente da chi ha accanto.

Infine, il suo desiderio di iniziare un percorso con un professionista, ma allo stesso tempo il timore del cambiamento o del sentirsi giudicata, sono emozioni molto comuni quando si affaccia alla possibilità di un lavoro su di sé. Spesso si pensa che per iniziare un percorso psicologico bisogna essere “pronti”, ma in realtà è proprio nella confusione, nel dubbio, nella paura, che un buon terapeuta può aiutarla a trovare più luce.

Il fatto che abbia già fatto un primo tentativo è prezioso, anche se non è andata avanti. Può darsi che non fosse ancora il momento, o semplicemente non fosse la persona giusta per lei. La relazione terapeutica, proprio come le altre relazioni importanti, ha bisogno di sintonia. Se una voce le dice che desidera approfondire, provi ad ascoltarla con delicatezza, senza mettersi fretta, ma neanche lasciando che la paura abbia sempre l’ultima parola.

Può cominciare a cercare un professionista con approccio integrato o centrato sulla persona, e magari provare qualche colloquio conoscitivo con più di un terapeuta, per capire con chi sente più libertà di essere sé stessa. Nessuno ha il diritto di giudicarla: un buon professionista la aiuterà, invece, a conoscere sé stessa meglio e a prendere decisioni più libere.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Arianna Amatruda
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
La paura di andare in terapia è comune: significa iniziare un percorso che può cambiare sguardi, equilibri, scelte. Il “professionista giusto” non è chi ha tutte le risposte subito, ma chi ti fa sentire vista, accolta e libera di esplorare i tuoi vissuti, senza giudizio. Prova a darti tempo e fiducia, anche nel trovare la persona con cui poter iniziare davvero questo cammino.
Dott.ssa Alessia Serio
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
spesso non è il professionista a dover essere giusto, ma il momento.
Quando si sentirà pronta, lo saprà e il percorso che sceglierà di fare sarà quello adeguato per lei.
Nel frattempo, le auguro di trovare un po' di serenità

un caro saluto
dott.ssa Alessia Serio
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Scegliere il professionista cui affidarsi può sembrare una scelta difficile, soprattutto se si usufruisce di piattaforme - come questa - dove se ne trovano tantissimi.
I fattori che portano alla scelta sono soggettivi. Cominciare un percorso e rendersi conto che il professionista scelto non fa per noi è legittimo, può capitare, ed è giusto provare strade alternative quando ci si rende conto di ciò. Ovviamente, se succede con ogni professionista allora forse c'è altro che spinge a ritirarsi, ma mi sembra che questo non sia il Suo caso.
Comprendo le paure del cambiamento e del possibile giudizio cui accenna. Ciò che posso dirLe è che noi psicologi non siamo qui per giudicare, ma per aiutarvi. La paura del cambiamento, invece, è assolutamente naturale. Diversamente da quel che ci si aspetta, spesso il cambiamento è proprio ciò di cui abbiamo bisogno per stare meglio con noi stessi e con gli altri.
Se ne sente ancora il bisogno, sono a Sua disposizione per aiutarLa.
Buongiorno,

Grazie per aver condiviso apertamente quello che stai vivendo. È normale attraversare momenti di confusione nei sentimenti, soprattutto in una relazione importante come la tua. Le differenze di età, le insicurezze personali e i dubbi sul rapporto possono far nascere emozioni contrastanti — il desiderio di vicinanza ma anche di libertà — ed è comprensibile sentirsi sopraffatti da questi pensieri.

È positivo che tu stia pensando di approfondire con un professionista. Parlare con uno psicologo non significa essere giudicati, ma avere uno spazio sicuro per esplorare le proprie emozioni senza pressioni. A volte servono più di una o due sedute per sentirsi davvero a proprio agio e capire se c’è sintonia con il professionista scelto.

Come puoi fare concretamente:

Non fermarti alla prima esperienza: prova a fare uno o due colloqui con diversi professionisti, finché trovi quello con cui ti senti più serena. È normale “testare” prima di scegliere.

Spiega apertamente le tue paure al terapeuta (anche la paura del cambiamento): questo può diventare un punto di partenza prezioso.

Considera anche percorsi online, se ti senti più comoda all’inizio: a volte iniziare da casa riduce l’ansia e aiuta a lasciarsi andare.

Chiedere aiuto è già un passo importante verso maggiore chiarezza e benessere.

Dott.ssa Tatiane Fidelis
Psicologa – Consulenze online
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente,
quello che racconta è molto chiaro e tocca tanti punti importanti. È normale avere dubbi in una relazione, soprattutto quando emergono differenze (come l’età) o insicurezze personali. A volte si prova affetto, ma si sente anche il bisogno di libertà o di spazio per sé: non è contraddizione, è qualcosa che merita di essere ascoltato.
La sua sensibilità e la voglia di capire meglio cosa le sta succedendo sono già un ottimo punto di partenza. Capisco anche la difficoltà nel trovare la persona giusta a cui affidarsi: non sempre il primo incontro è quello giusto, e va bene così. Scegliere uno psicologo non è solo questione di “titoli”, ma anche di sentire che ci si può aprire senza paura.
Se sente che è arrivato il momento, può provare a fissare un nuovo colloquio, magari dicendosi che è solo un primo passo, senza pretendere da sé tutte le risposte subito. L’obiettivo è fare chiarezza, capire cosa vuole per sé e ritrovare un po’ di equilibrio.
Un caro saluto, e in bocca al lupo per questo percorso.

Dott.ssa Maria Francesca Copani
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia

Cara, quello che descrivi è un momento di confusione emotiva molto comune, soprattutto quando entrano in gioco l’insicurezza personale, la paura del cambiamento e dinamiche relazionali complesse come quelle legate alla differenza d’età. È normale avere pensieri ambivalenti: voler bene a qualcuno ma sentire anche il bisogno di spazio, o interrogarsi sul futuro della relazione.
Il tuo vissuto di insicurezza corporea, legato anche a ciò che noti sui social, può diventare un fattore che condiziona la percezione del tuo valore e la qualità della relazione. Nonostante il tuo partner ti rassicuri, è importante che tu possa lavorare su quanto tu ti senti “abbastanza” per te stessa, non solo per l’altro.
Hai già fatto un passo importante chiedendo aiuto in passato, anche se ti sei fermata. Succede spesso di sentirsi bloccati alla prima esperienza: paura di esporsi, timore del giudizio o semplicemente non sentirsi pronti. Scegliere lo psicologo “giusto” non significa trovare il professionista perfetto, ma qualcuno con cui ti senti accolta e libera di esplorare, passo dopo passo. A volte serve incontrarne più di uno per trovare quello più adatto.
Ti invito a non mollare: non devi sapere tutto prima di iniziare, né avere tutto chiaro. La terapia serve proprio a questo.
Dott. Luca Fiorona
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, mi spiace per il periodo che sta attraversando e comprendo anche il suo disorientamento rispetto a quale professionista rivolgersi. Essendo il setting terapeutico uno spazio relazionale di fiducia, credo che potrebbe orientarsi rispetto a quel/quella professionista che la fa sentire più accolta e il più a suo agio possibile. Magari provando anche ad ascoltarsi rispetto a come la fa stare il leggere le risposte che riceve anche solo a questa sua domanda che ha posto.
Per aiutarla ad avere una maggior comprensione rispetto cosa prova verso il suo ragazzo vorrei invitarla a riflettere su alcune questioni. Cosa le piace del suo compagno e cosa di lui sente che la fa stare al suo fianco oggi? Su quali aspetti odierni e futuri il fatto dell'età la sta bloccando? Ma ancora, Cosa desidera e cosa ricerca in quei momenti in cui vorrebbe star sola e "libera"?
Credo che riuscire ad avere consapevolezza di cosa la orienta in questo momento della sua vita potrebbe aiutarla a far chiarezza rispetto a cosa prova e come mai da un po' di tempo non state avendo un bel rapporto.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Certamente scegliere un professionista non è mai una scelta facile soprattutto a fronte dei diversi approcci esistenti rispetto alla modalità di fare terapia.
A questo proposito l'unico consiglio che mi sento di darle è quello di informarsi personalmente sul web sui diversi modi di fare terapia e provare a identificarsi con ciò che le sembra più simile a lei.
L'assenza di giudizio è sicuramente un punto importante e da tenere in considerazione in relazione al fatto che iniziare un percorso richieda impegno e soprattutto una propria volontà di cambiamento.
Grazie
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, ritengo che la scelta di un professionista cui rivolgersi debba essere adeguatamente pensata: l'esperienza di un percorso terapeutico richiede fiducia, dal momento che spesso ci si trova a dover parlare di questioni molto delicate di sé. E' necessario, di conseguenza che ci si senta a proprio agio con la persona in questione, che si abbia quello che possiamo banalmente descrivere come una "connessione autentica". Una delle prime domande secondo me fondamentali da farsi è per esempio quello di chiedersi se ci si troverebbe più a proprio agio con un uomo o con una donna, con un professionista più giovane o meno giovane. I criteri possono essere molteplici, e forse possono apparire "banali", ma affidarsi significa anche provare a immaginare con chi ci si sentirebbe più a proprio agio, provando ad "immaginarsi" concretamente nell'esperienza clinica. Se invece vogliamo soffermarci maggiormente su aspetti più tecnici è bene sapere che ogni professionista adotta un orientamento, che lo rende differente per il tipo di approccio e le modalità con le quali lavora. Possiamo immaginarcele come "differenti lenti" attraverso le quali guardare le cose, tutte valide, ma spesso con punti di vista differenti. Ti suggerisco pertanto, se questo ti farebbe sentire maggiormente sicura, di informarti sui differenti approcci psicoterapeutici, per farti un'idea di quali potrebbero essere le differenti modalità adottate e di conseguenza, di cosa potrebbe aspettarti una volta intrapreso il percorso clinico. Aldilà però di ogni tipo di informazione che si potrebbe apprendere a riguardo, ti consiglio in ogni caso, forse banalmente, di "provare" chiedendo una consulenza al professionista che reputi più opportuno e magari prenderti del tempo per riflettere su come ti sei sentita durante il vostro incontro. Concludo inoltre con il dirti che forse il "professionista giusto" ti dovrà comunque aiutare ad affrontare questioni che spesso ti faranno sentire scomoda o a disagio: un percorso terapeutico è spesso difficile, ma se lo fai con la persona giusta, potrai trovare risposta alle domande che che ti poni, migliorando te stessa e lavorando sul tuo modo di stare nelle relazioni. Se lo vorrai, sono a tua disposizione anche online, per conoscerci e cercare di capire se possiamo lavorare insieme. Ti auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott.ssa Angela Amodio
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Buongiorno, non esiste una risposta alla sua domanda senza un'esposizione in tal senso.
mi spiego meglio, ciò che dovrebbe fare è provare con un professionista e vedere se scatta la sensazione di sentirsi nel posto giusto.
se le può far piacere io sarei lieta di conoscerla (lavoro sia in presenza,Ostia, che on line) e di accoglierle in quello che è uno spazio non giudicante nel quale potrà raccontarsi nella serenità più totale.
Le auguro una buona giornata
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con sincerità e delicatezza il suo vissuto. Le sue parole raccontano un momento di profonda confusione emotiva, in cui sembrano sovrapporsi diversi pensieri e sensazioni, rendendo difficile comprendere con chiarezza cosa sente e cosa desidera. Questa incertezza può essere molto faticosa da portare da sola, soprattutto quando riguarda una relazione importante, come quella che sta vivendo da due anni. Ciò che sta descrivendo non è affatto raro. Quando si è coinvolti in una relazione affettiva, soprattutto se iniziata in una fase di crescita personale ancora in corso, è naturale che con il tempo emergano domande, dubbi e nuove consapevolezze. A volte ci si accorge che ciò che si desiderava o si tollerava all'inizio comincia a far emergere delle fatiche interiori. Il bisogno di stare da sola, il desiderio di sentirsi "libera", e la sensazione altalenante di volere o non volere la vicinanza del partner sono segnali importanti che vanno ascoltati, non come indicazioni che c’è qualcosa che non va in lei, ma come espressione di un cambiamento interno che sta cercando uno spazio per essere compreso. Anche la differenza di età, che forse all’inizio poteva essere un elemento secondario, sta ora assumendo un peso diverso. In certi momenti della vita, in particolare in giovane età, si cresce rapidamente, si cambia, e si sente il bisogno di confrontarsi con esperienze che aiutino a definire meglio chi si è e cosa si vuole. È comprensibile che in questa fase lei senta l’urgenza di ridefinire il senso di questa relazione, chiedendosi se ciò che prova è ancora amore o piuttosto un forte affetto legato alla stima e alla gratitudine. L’altro aspetto che solleva, relativo all’insicurezza sul piano estetico e alla percezione del desiderio del partner, tocca una ferita molto diffusa tra molte donne, soprattutto in una società che spesso impone ideali fisici rigidi e distorti. Il fatto che lei si sia accorta di attenzioni del suo compagno verso modelli femminili diversi dal suo può aver toccato profondamente la sua autostima. Anche se lui le ribadisce il suo interesse e il suo affetto, capisco quanto possa essere difficile accettarlo pienamente se dentro di sé sente che “non è abbastanza” o che deve competere con immagini ideali. Questo tipo di pensieri, spesso automatici e dolorosi, si nutrono della paura di non essere desiderabili, e possono rinforzarsi nel tempo, alimentando un senso di insicurezza che condiziona la relazione e il modo in cui ci si percepisce. Ha già fatto un passo importante nel rivolgersi a uno psicologo in passato, anche se è comprensibile che quella prima esperienza non sia stata semplice. La paura di essere giudicati, di doversi mettere in discussione o affrontare un cambiamento, è assolutamente naturale. Scegliere uno psicoterapeuta è un passaggio delicato, e non sempre il primo incontro porta subito a sentirsi accolti come si spera. A volte è necessario provare con più di un professionista, proprio perché ogni percorso terapeutico si basa anche sulla relazione di fiducia e sulla sensazione di potersi esprimere in uno spazio sicuro. Il fatto che desideri approfondire ciò che sta provando, nonostante le sue paure, dimostra una grande forza. Potrebbe cercare un terapeuta che abbia un orientamento cognitivo-comportamentale, perché questo tipo di approccio è molto efficace nel lavorare con i pensieri disfunzionali, le insicurezze personali e le difficoltà relazionali. Aiuta a osservare i propri schemi di pensiero, a riconoscere le emozioni e a modificare gradualmente quei comportamenti che mantengono la sofferenza. Le consiglierei di cercare un professionista nella sua zona attraverso portali professionali affidabili, oppure tramite il passaparola, se ha persone vicine che hanno già intrapreso un percorso. Inoltre, può permettersi di dire al terapeuta che ha timore del giudizio e che la sua esperienza passata è stata faticosa: è un modo per creare fin da subito una comunicazione autentica e per vedere se si sente compresa. Non deve esserci fretta. Anche un percorso psicologico può iniziare con piccoli passi, rispettando i suoi tempi e i suoi bisogni. Merita di sentirsi bene nella sua pelle, di comprendere meglio ciò che la fa stare bene e ciò che invece le crea confusione o disagio. Affrontare queste domande con l’aiuto di qualcuno che la ascolti senza giudizio può aiutarla a fare chiarezza, a rafforzare la sua autostima e a prendere decisioni più consapevoli per la sua vita sentimentale e personale. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera, ciò che sta vivendo è comprensibile e comune in momenti in cui una relazione entra in una fase di cambiamento interiore. I dubbi che sente, sul sentimento, sul bisogno di libertà, sulla differenza d’età e sull’immagine di sé, non sono segnali che “qualcosa non va” in lei, ma piuttosto indizi che c’è un bisogno autentico di ascoltarsi in profondità.
Avere sentimenti contrastanti verso una persona che ci è stata accanto non significa non volere più bene, ma può indicare che lei sta cambiando e che forse desidera capire meglio chi è oggi e cosa vuole davvero, non solo nella relazione, ma anche nel rapporto con se stessa.
La sua insicurezza estetica è una ferita delicata, e il confronto con modelli che vede online può amplificarla, soprattutto se sente che tocca un punto fragile del suo valore personale. È importante ricordare che il desiderio e l'amore autentico non si basano solo su un dettaglio fisico, ma sulla connessione, il rispetto e la compatibilità profonda.
Per quanto riguarda il trovare un professionista, è normale avere timore. Il primo passo spesso non è “scegliere quello giusto”, ma iniziare con qualcuno con cui possa sentirsi a proprio agio, anche solo per qualche colloquio. Il terapeuta giusto è quello con cui, nel tempo, sente di potersi aprire senza sforzo e senza la paura di essere giudicata. A volte serve provare, fermarsi, riprovare, senza pensare di fallire. Ha già fatto molto riconoscendo di voler approfondire. Dia spazio a questa parte di sé che desidera capirsi meglio. Nessuna risposta le arriverà tutta insieme, ma ogni piccolo passo può portarla più vicino a una chiarezza autentica. Cerchi nuovamente uno psicoterapeuta, dal confronto inizia il cambiamento graduale,non importa fare salti immediati.prenoti un colloquio psicologico e buon percorso! Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
la relazione che vive da due anni sembra oggi sollevare in lei dubbi e sentimenti contrastanti. Da un lato riconosce l’affetto che prova, l’impegno del suo compagno e una parte di lei desidera ancora condividere il rapporto. Dall’altro, avverte talvolta il bisogno di stare da sola, di sentirsi libera, e in certi momenti la differenza d’età diventa un pensiero ingombrante. Tali oscillazioni sono del tutto comprensibili, soprattutto in una fase della vita in cui ci si sta ancora costruendo, definendo. L’età, le aspettative, il modo in cui si immagina il futuro… tutto questo può diventare fonte di riflessione e, talvolta, di disorientamento.
Inoltre, le insicurezze legate al corpo, come quelle che ha descritto, possono influire in modo significativo sull’autostima e sulla qualità della relazione. I social media, in questo senso, amplificano spesso la sensazione di non essere “abbastanza”, alimentando confronti continui con immagini idealizzate. Tuttavia, il valore di una persona, così come l’attrazione autentica, va ben oltre certe caratteristiche fisiche.
Ha già compiuto un passo importante: ha scelto di rivolgersi a un professionista. Anche se quell’esperienza iniziale l’ha fatta sentire a disagio o spaventata, resta comunque un segnale forte della sua volontà di capirsi meglio. È normale provare timore davanti alla possibilità di un cambiamento, così come è comprensibile la paura di essere giudicata – anche quando, come ha notato, non vi è stato alcun giudizio reale. A volte serve solo più tempo, o magari un’altra figura professionale con cui si senta maggiormente a proprio agio. La scelta del terapeuta non deve essere definitiva al primo tentativo: è legittimo cercare, cambiare, esplorare. La terapia, come ogni relazione significativa, si fonda sulla fiducia e sulla sintonia.
Infine, vorrei rassicurarla sul fatto che non c'è nulla di sbagliato nei suoi sentimenti, anche se in questo momento tutto le sembra confuso. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto profondo di cura verso se stessa. È il primo passo per uscire dalla nebbia e trovare uno spazio più autentico e sereno in cui potersi conoscere e capirsi.
Un caro saluto
Dott.ssa Federica Battista
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao, è normale sentirsi confusa quando dentro ci sono tanti pensieri e insicurezze. Il fatto che tu voglia capire meglio te stessa e la relazione è già un passo importante.
La paura di un cambiamento o del giudizio è comune all’inizio con un professionista, ma è fondamentale trovare qualcuno con cui ti senti davvero ascoltata e al sicuro. Prova a non forzarti troppo e concediti il tempo per entrare in sintonia con il professionista che sceglierai.
Non devi avere tutte le risposte subito, va bene anche iniziare piano e vedere come ti senti.
Ti auguro buona fortuna in questo percorso.
Dott.ssa Marta Avolio
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, mi sembra che tu stia vivendo un momento di grande confusione e incertezza, ed è comprensibile che questo possa creare disagio e difficoltà. Anche scegliere il percorso giusto non è facile ma ti suggerirei di partire dalle tue sensazioni di pancia e dare possibilità a chi ti sembra più in linea con le tue esigenze e con te, in primis. Spesso, affrontare questi temi con una persona esperta può aiutare a fare chiarezza, senza fretta e senza pressioni. Se ti fa piacere, potremmo iniziare insieme un percorso dove trovare uno spazio di ascolto e confronto, per capire cosa senti davvero e cosa desideri, con rispetto dei tuoi tempi e senza giudizio.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Ciao, grazie per aver condiviso questo tuo momento di confusione e insicurezza. Quello che senti è molto comune quando ci sono dubbi dentro una relazione importante, soprattutto se ci sono differenze come l’età o insicurezze personali.
Ti invito a riflettere su cosa ti blocca davvero: è la paura del cambiamento? Il timore di non essere accettata per come sei? O forse un bisogno di capire meglio cosa vuoi davvero, indipendentemente dagli altri?

Riguardo alla scelta del professionista, ricorda che non devi sentirti obbligata a restare con chi non ti fa sentire a tuo agio. È un po’ come scegliere una persona di cui fidarti: se al primo incontro non ti sei sentita pronta, va bene riprovare con un altro, prendendo il tempo che ti serve.

Cosa potresti fare per iniziare a esplorare senza fretta le tue emozioni, senza giudicarti? Forse questo è il primo passo per sentirti più libera dentro e fuori dalla relazione.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, capisco che non sia facile trovarsi in una situazione in cui i sentimenti oscillano, a volte sentendosi vicina al partner e altre volte desiderando più spazio per sé. È normale che questo possa generare confusione e portare a domandarsi cosa si provi davvero. Anche le insicurezze legate all’aspetto fisico possono pesare molto e far sentire vulnerabili, soprattutto quando si teme di non corrispondere pienamente ai gusti dell’altro.
Pensare di iniziare un percorso con uno psicologo può far paura, soprattutto se si teme di essere giudicati o se non si sa a chi rivolgersi. È importante ricordare che la terapia è uno spazio sicuro, in cui poter parlare liberamente senza sentirsi criticati, e che trovare la persona giusta a volte richiede di fare più di un colloquio. Non esiste un professionista “perfetto” in senso assoluto, ma qualcuno con cui ci si sente accolti, compresi e a proprio agio.
Il fatto che lei abbia già fatto un primo passo, provando una seduta anche con tutte le paure del caso, dimostra che dentro di sé ha già la volontà di prendersi cura di sé e della propria serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Le auguro il meglio.
Un caro saluto, Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
SAlve, la tua ambivalenza affettiva, le insicurezze legate all’età del partner e all’immagine corporea sono elementi che influenzano profondamente il benessere emotivo e la qualità della relazione.
È naturale che tu senta il bisogno di chiarezza e sostegno in questi momenti di confusione e disagio.
La difficoltà nell’avvicinarsi nuovamente a un percorso terapeutico, soprattutto dopo un’esperienza che ha suscitato paura e resistenza, è comune; spesso il timore del cambiamento o del giudizio può ostacolare l’apertura necessaria al lavoro psicologico.
Ti suggerisco di orientarti verso uno psicologo o psicoterapeuta con cui ti senta accolta e al sicuro, magari chiedendo un primo colloquio conoscitivo senza impegno, per valutare se la modalità e l’approccio ti risultano agevoli.
Il professionista ideale è colui che riesce a creare uno spazio di ascolto empatico, privo di giudizio, in cui puoi esplorare i tuoi vissuti e le tue emozioni con gradualità, rispettando i tuoi tempi.
Puoi chiedere anche informazioni sulla formazione e specializzazione del terapeuta, e non devi avere timore di provare più di una esperienza per trovare la persona più adatta a te. Questo processo è parte importante del percorso terapeutico e ti aiuterà a costruire una relazione di fiducia in cui sentirti bene. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Dott.ssa Silvia Ferraro
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Faenza
Buongiorno,
le difficoltà e i dubbi che sta vivendo in relazione alla sua storia e a sé stessa sono molto comuni e comprensibili. La relazione con differenza d’età, le insicurezze personali e le paure legate al cambiamento possono creare confusione e fatica emotiva.
Trovare il professionista giusto è importante: è lecito sentirsi incerte e avere paura all’inizio, soprattutto se si teme un possibile giudizio o il cambiamento. Il percorso terapeutico è uno spazio sicuro, fatto per ascoltarla senza giudizio e accompagnarla a scoprire le sue risorse e risposte.
Può essere utile provare a incontrare più professionisti, finché non sente di aver trovato una persona con cui si sente accolta e compresa. Se vuole, posso aiutarla a iniziare questo cammino con serenità e rispetto dei suoi tempi.

Saluti
Dott.ssa Ferraro Silvia
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che stai vivendo è un momento di grande confusione, e il fatto che tu lo stia mettendo in parole è già un passo importante. La differenza d’età, il sentirti a volte vicina e altre volte distante dal tuo compagno, il bisogno di libertà e i dubbi sul tuo corpo sono tutte cose che si intrecciano e ti fanno sentire bloccata. È normale che in una relazione così importante ti vengano domande sul tuo reale sentimento e su cosa desideri per te stessa.

L’insicurezza che racconti sul tuo corpo e il confronto con altre donne che lui guarda sui social aggiungono peso a questi dubbi. Anche se lui ti rassicura, il fatto che tu percepisca una discrepanza tra ciò che dice e ciò che osserva ti porta a sentirti non abbastanza. Questo non significa che tu non lo sia, ma che c’è una fragilità interna che si riattiva davanti a quei segnali.

Rispetto al cercare un professionista, la paura che descrivi è molto comune: aprirsi significa mettersi in gioco, guardare dentro di sé, e questo può spaventare perché implica la possibilità di cambiamenti. Un terapeuta non è lì per giudicare, ma per accogliere e aiutarti a fare chiarezza. A volte non è “il terapeuta sbagliato”, ma solo la tua paura che prende spazio. Altre volte, è vero, serve trovare la persona con cui ti senti davvero a tuo agio.

Puoi iniziare informandoti su diversi approcci terapeutici: la terapia cognitivo-comportamentale è utile se vuoi lavorare su pensieri e insicurezze pratiche, mentre quella psicodinamica ti aiuta a comprendere più a fondo l’origine dei tuoi vissuti. La cosa più importante è sentire, già dal primo incontro, se ti senti ascoltata, accolta, libera di parlare. Non serve trovare subito “il perfetto”, puoi darti il permesso di provare più di un colloquio e scegliere quello che ti fa sentire più in sintonia.

Il coraggio che hai avuto a fare già un primo tentativo dimostra che dentro di te c’è il desiderio di stare meglio. Non devi avere fretta di capire tutto subito: è un percorso graduale, e anche il solo atto di iniziare a parlarne con qualcuno di esterno può aiutarti a sciogliere i nodi che oggi ti sembrano troppo pesanti da reggere da sola.

Dott.ssa De Pretto
Dott. Leonardo Iacovone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, mi sento di dirle che non esiste una risposta universale su come identificare un professionista "giusto" sulla base di un primo incontro. Sicuramente il non giudicare è la base per un buon terapeuta empatico e professionale. Piuttosto mi chiedo cosa lei si aspetta da una terapia o da un terapeuta, e qual è il suo rapporto con il sentirsi giudicata. Un caro saluto

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