Buongiorno dottori purtroppo non ho una bella situazione in casa, perchè mio padre beve, quindi chie

24 risposte
Buongiorno dottori purtroppo non ho una bella situazione in casa, perchè mio padre beve, quindi chiede sempre soldi in casa, esce la mattina alle 10 e torna nel tardi pomeriggio, quindi non vi dico quello che succede appena torna mia mamma che gli urla, io appena sento le urla mi passa anche la voglia di vivere, infatti certe volte mi prendo il piatto con il mangiare e mene vado a mangiare sulla scrivania nella mia stanza e mi chiudo la porta, solo che da 4 mesi circa soffro di confusione come se tutto quello che guardo lo vedo come tramite una bolla, mi vengono pensieri di urlare senza motivo, di fare del male alla gente che ho accanto a me, tipo tirargli quello che mi trovo in mano, in più in questi giorni ho perso anche il gusto nel mangiare come se non gli sento il gusto... volevo chiedere tutto questo sarà stress per la situazione, starò entrando in psicosi, oppure sto entrando in un esaurimento nervoso... cose tutto ciò?
Dr. Seby Torrisi
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Caro utente,

Quello che stai vivendo è estremamente difficile, e prima di tutto voglio dirti che non sei solo; ciò che provi ha senso ed è una reazione umana a un contesto molto carico e disfunzionale. La presenza di un genitore con problemi di alcol, le continue liti in casa, la tensione emotiva costante e la mancanza di un senso di sicurezza sono elementi che possono avere un impatto molto forte sulla mente e sul corpo. Questi pensieri non fanno di te una cattiva persona. In realtà, possono essere sfoghi mentali di una rabbia repressa o di una frustrazione che non trova spazio per essere espressa in modo sano. È importante sapere che avere pensieri non significa volerli agire. Ma è un segnale che qualcosa dentro sta chiedendo attenzione e ascolto.
Ti consiglio di non aspettare che tutto peggiori. Anche uno sportello psicologico gratuito può fare la differenza.

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Caro utente,
la situazione che sta vivendo è stressante e quindi potrebbe averla portata ad accusare ciò che ci sta descrivendo. Inoltre, sono mesi che vive questa condizione, quindi le consiglio un supporto psicologico per poter affrontare questo momento per non perdere di vista il suo benessere.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Capisco profondamente il tuo dolore e la tua frustrazione. La situazione familiare che descrivi, con tuo padre che beve e le urla di tua madre, è estremamente stressante e può avere un impatto profondo sulla tua salute mentale. È comprensibile che tu ti senta sopraffatta e confusa.

Ti incoraggio a cercare supporto da un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta. Parlare con qualcuno può aiutarti a elaborare le tue emozioni e a trovare modi per affrontare questa situazione difficile. Non sei sola, e meriti di ricevere aiuto e supporto. Rimango a disposizione.


Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Giovanni la Punta
Non ti isolare, chiedi supporto ai Serd Servizi per le dipendenze che ci sono sul territorio. Chiedi aiuto.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso la tua situazione: non è facile parlare di ciò che si vive in casa, soprattutto quando il clima familiare è così carico di tensione e sofferenza.

Da quello che racconti, sembri vivere quotidianamente in un ambiente emotivamente instabile, con dinamiche familiari dolorose e stressanti. L’alcolismo di un genitore, i litigi frequenti e le urla possono avere un impatto molto forte, soprattutto a livello psicologico ed emotivo.

I sintomi che descrivi — la sensazione di vivere "in una bolla", la confusione mentale, i pensieri intrusivi di aggressività, la perdita del gusto nel cibo — sono segnali che non vanno ignorati. Potrebbero essere legati a un forte stato di stress prolungato, a un sovraccarico emotivo o a una reazione ansiosa o dissociativa. In alcuni casi, sintomi simili possono manifestarsi anche in quadri più complessi, come disturbi dell'umore, dissociativi o, in rari casi, in fase prodromica di disturbi psicotici. Tuttavia, per poter fare una distinzione accurata e soprattutto per offrirti un aiuto adeguato, è fondamentale che tu venga ascoltato e seguito da uno specialista.

Quello che stai vivendo non è "troppo" per il modo in cui ti senti: è una risposta comprensibile a un contesto familiare molto difficile. Ma proprio per questo è importante che tu non resti solo con tutto questo.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e comprendere meglio ciò che stai vivendo, rivolgersi quanto prima ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Laura Remaschi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno mi dispiace molto per quello che stai subendo. Sicuramente lo stress dovuto ad avere un genitore che soffre di alcoolismo è molto alto e può portare ad avere i sintomi di cui parli. Purtroppo se chi ne soffre non vuole farsi aiutare è molto difficile per tutta la famiglia. Per questo motivo ci sono dei servizi che danno supporto anche ai famigliari, come il centro alcologico, il Serd ed alcuni gruppi di volontariato, come i gruppi di auto-aiuto per i familiari di alcolisti. Tali servizi ci sono sul tutto i territorio e sono gratuiti. NOn so se la tua famiglia ci si è già rivolta. Nell'eventualità che non fosse così per andarci bisogna essere maggiorenni. Non dici quanti anni hai però, perchè ci si può accedere autonomamente solo se si è maggiorenni. In ogni caso se hai bisogno di informazioni più specifiche scrivimi pure in privato
Dr. Matteo Selva
Psicologo, Psicologo clinico
Montecatini-Terme
Buongiorno,
la sua situazione non è per niente semplice e il sentirsi in balia degli eventi, in certi momenti, è normale.
A meno che non si faccia visitare, nessuno può dirle con certezza se è una cosa o l'altra ma mi sento di dirle che essere particolarmente stressati in una situazione del genere mi sembra più "tipico" che "atipico".
Lei non può cambiare la situazione in casa ma si può proteggere. Si faccia seguire da un professionista in questo momento complesso e valutate, in famiglia, di far riferimento ai servizi del territorio per quanto riguarda la gestione delle dipendenze ( SERD ).
La saluto e le sono vicino!
Dott.ssa M. Alessia Sciacca
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Carissim* mi dispiace tanto leggere le sue parole. Capisco quanto possa essere difficile gestire un padre alcolizzato e una situazione familiare non serena. I sintomi che riporta potrebbero essere legati al prolungato periodo di stress a cui è stato sottoposto il suo organismo. Probabilmente sta mantenendo una facciata esterna forte e il suo corpo sta sublimando in questo modo la sua sofferenza e il suo dolore. Ho poche informazioni per poterle dire di più ma la inviterei caldamente ad intraprendere un percorso psicologico, affinché possa venire supportato in questa fase così delicata e pesante della sua vita. Ne parli anche con sua madre, soprattutto qualora lei sia ancora minorenne, in modo da capire se è possibile far andare papà presso un serD. Resto a disposizione per qualunque altra situazione voglia portare alla luce. Cordialmente, dott.ssa Sciacca
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio le dinamiche descritte.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanto coraggio e sincerità ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto la situazione familiare che sta affrontando sia fonte di grande sofferenza e stress per lei. L’esperienza di vivere in un ambiente dove regna tensione, dove ci sono litigi, urla e preoccupazioni legate al comportamento di un genitore che ha problemi con l’alcol, può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico. È comprensibile che lei si senta sopraffatto e che cerchi rifugio nella sua stanza, lontano da quel clima che la fa stare male. Le sensazioni che descrive, come la confusione, il vedere la realtà come se fosse attraverso una bolla, la perdita del gusto, i pensieri spiacevoli e intrusivi di urlare o di fare del male a chi le sta vicino, possono essere legati a un forte stato di ansia e a un livello elevato di stress prolungato nel tempo. Quando viviamo a lungo in un ambiente carico di tensione e preoccupazione, il nostro sistema nervoso resta in uno stato di allerta costante, come se fosse sempre pronto a reagire a un pericolo. Questo può generare sintomi fisici ed emotivi come quelli che lei descrive. I pensieri che la spaventano, come l’impulso di fare del male o di urlare senza motivo, sono molto comuni in chi sta vivendo momenti di forte ansia o in chi si trova in condizioni di stress cronico. È importante che sappia che questi pensieri non definiscono chi lei è, né significano che lei stia per perdere il controllo o che sia una persona pericolosa. Nella gran parte dei casi si tratta di pensieri intrusivi e indesiderati, che fanno paura proprio perché sono in contrasto con i suoi valori e con ciò che desidera. Non vi è alcun segnale evidente, da ciò che racconta, che faccia pensare a una psicosi. La psicosi, infatti, comporta una perdita di contatto con la realtà, cosa che non emerge dalle sue parole, perché lei è ben consapevole di ciò che prova e di quanto questi pensieri la turbino. Piuttosto, i sintomi che descrive possono essere compatibili con uno stato di ansia molto elevata o con una condizione legata allo stress. Anche la perdita del gusto può essere un segnale di quanto il suo corpo e la sua mente siano stanchi e bisognosi di sollievo. Quello che sta vivendo non è una sua colpa e non è un segno di debolezza. La sua mente e il suo corpo stanno semplicemente reagendo a una situazione difficile e prolungata. È importante che lei non affronti tutto questo da solo. Parlare con un professionista, come uno psicologo con orientamento cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a capire meglio cosa sta accadendo dentro di lei e a trovare strategie pratiche per gestire l’ansia e i pensieri che la disturbano. In un percorso di questo tipo si lavora proprio su come riconoscere questi pensieri intrusivi, ridurne l’impatto e affrontare le situazioni stressanti in modo più funzionale. Se le è possibile, provi a rivolgersi al medico di famiglia o a un consultorio pubblico: non è un segno di debolezza chiedere aiuto, anzi è un atto di grande forza e responsabilità verso se stesso. Le voglio dire che non è solo in questo momento difficile e che con il giusto sostegno può ritrovare serenità e benessere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver deciso di scrivere e condividere un’esperienza così difficile e dolorosa. Quello che descrive (la presenza costante di conflitti in casa, il comportamento di suo padre legato all’uso di alcol, le urla quotidiane, la tensione continua) rappresenta un ambiente altamente stressante, in cui anche le risorse più forti possono, nel tempo, cominciare a cedere sotto il peso dell’angoscia.

I sintomi che sta avvertendo (la sensazione di vedere come attraverso una “bolla”, la perdita di gusto, i pensieri aggressivi e le vampate) sono segnali importanti. Possono essere manifestazioni di un forte sovraccarico psico-emotivo. Il suo sistema nervoso, sottoposto da tempo a una pressione che supera i limiti di tollerabilità, sta cercando un modo per gestire una situazione che non ha vie di fuga apparenti. Non si tratta necessariamente di “psicosi” (parola che spesso spaventa più di quanto sia utile) ma molto più probabilmente di un quadro ansioso e dissociativo, reattivo allo stress cronico che sta vivendo in casa.

La sensazione di confusione mentale, come se la realtà fosse ovattata o distante, viene spesso riferita in stati dissociativi, nei quali la mente (per difendersi dal dolore o dal conflitto) si “allontana” parzialmente dall’esperienza presente. Anche i pensieri che sente intrusivi, spaventosi, apparentemente assurdi, possono essere segnali del tentativo del cervello di riorganizzare una realtà che appare caotica o senza controllo. Il fatto che lei sia consapevole di questi pensieri e li descriva con lucidità è un dato molto importante: ci dice che ha ancora un contatto con la sua parte osservante e critica, quella che può chiedere aiuto e che sta cercando di comprendersi.

Detto questo, non deve affrontare tutto questo da solo. I sintomi che ha descritto meritano un’attenzione specialistica: non perché lei sia “malato” o “sbagliato”, ma perché si trova in un ambiente in cui la sua mente sta facendo di tutto per restare a galla, e ora ha bisogno di uno spazio sicuro dove poter elaborare, comprendere, calmare. Un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta può aiutarla a dare un significato a ciò che prova, a distinguere i pensieri disturbanti dai reali rischi, e soprattutto a costruire strumenti per proteggersi, gestire l’ansia, riconoscere e ripristinare i suoi confini interiori.

Se ha accesso a un medico di base o a un servizio di salute mentale pubblico, la invito a parlarne quanto prima: non perché c’è “qualcosa che non va in lei”, ma perché c’è molto da ascoltare e sostenere in ciò che sta vivendo. E perché, anche se può non sembrare, è possibile uscire da questo stato e stare meglio. Ma è importante farlo con una guida e con il supporto giusto.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buongiorno anonimo,
mi dispiace molto che per tutta la tensione, confusione e dolore a cui sei sottoposto, e so benissimo quanto peso possano metterti sulle spalle.
I tuoi sentimenti mi sembrano una reazione tipica di chi sta cercando di resistere a una situazione troppo grande da gestire in solitudine. A mio parere la sensazione di sentirti dentro una bolla, questi pensieri disturbanti ed intrusivi sono il segno che probabilmente sei molto stanco dentro. Quelle che stai sperimentando sono delle risposte di difesa che la nostra mente inizia ad applicare quando si trova in situazioni di stress prolungato.
Quello che posso consigliarti è di cercare uno spazio solo tuo, fuori dall'ambiente che scatena queste reazioni, e magari anche iniziare un percorso psicologico, non perché tu sia malato, ma per trovare nuovi strumenti per resistere ed essere consapevole di quello che avviene dentro di noi e dei suoi meccanismi.
Posso tranquillizzarti riguardo le psicosi, che hanno caratteristiche diverse.
Anche se tutto intorno a te c'è agitazione e rabbia, puoi comunque trovare uno spazio dove cercare tranquillità.
Un abbraccio
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
la situazione che sta vivendo in casa è senza dubbio molto difficile e dolorosa. Avere un genitore che abusa di alcol, con continui litigi e tensioni familiari, può creare un senso costante di insicurezza e malessere emotivo. È comprensibile che lei senta il bisogno di isolarsi e che abbia reazioni fisiche e psicologiche intense, come la confusione, la perdita del gusto e pensieri disturbanti.
Questi sintomi non significano necessariamente che lei stia entrando in una psicosi, ma indicano un livello di stress e sofferenza psicologica molto elevato, che merita attenzione. Pensieri come urlare o fare del male non devono spaventarla, ma vanno presi sul serio: spesso compaiono quando la mente è sovraccarica di tensioni e non trova un modo più sicuro per esprimere ciò che prova.
Potrebbe trattarsi di una reazione acuta allo stress o a un possibile stato ansioso-depressivo, ma una valutazione accurata può essere fatta solo da un professionista in un colloquio approfondito.
Le consiglio con forza di rivolgersi quanto prima a uno psicologo o al consultorio familiare del suo territorio, anche per affrontare il senso di solitudine e impotenza che prova. Parlare con qualcuno al di fuori del contesto familiare, che possa accoglierla senza giudizio, è un primo passo prezioso per cominciare a sentirsi meglio.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
la situazione che descrive sembra davvero molto delicata e faticosa da affrontare, e il fatto che stia cercando un confronto è già un segnale importante.
Vivere in un contesto familiare caratterizzato da tensioni, urla e comportamenti legati all’uso di alcol può generare un forte carico emotivo. I sintomi che riporta – come la confusione, l’alterazione nella percezione, la perdita di interesse e i pensieri intrusivi – possono essere segnali di un malessere psicologico legato allo stress prolungato e alla difficoltà nel trovare uno spazio sicuro e tranquillo.
Naturalmente, non è possibile fornire una valutazione clinica tramite questo tipo di canale, ma è importante non sottovalutare ciò che sta vivendo. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per avere un supporto professionale: uno spazio di ascolto e comprensione può aiutarla a gestire le emozioni, comprendere meglio quello che sta accadendo e iniziare a costruire un percorso di benessere.
Resto a disposizione, un caro saluto. dott.ssa Elena Dati
Salve,
le sue parole raccontano con grande chiarezza quanto la situazione che sta vivendo in casa sia dolorosa, destabilizzante e carica di tensione. Il tema delle dipendenze è sempre molto difficile da affrontare: non coinvolge solo chi ha una dipendenza, ma finisce per consumare anche chi gli sta accanto. Vivere accanto a qualcuno che beve, che sparisce per ore, che chiede soldi e poi genera conflitti quotidiani, significa convivere con un costante senso di allarme, instabilità e paura.
È assolutamente comprensibile che lei si senta sopraffatto/a e che il suo corpo e la sua mente stiano cercando un modo per “resistere” a tutto questo. La confusione mentale, l’apatia, la perdita di gusto, i pensieri aggressivi o impulsivi non sono necessariamente segni di una “psicosi”, ma segnali importanti di un forte stato di stress, quasi un grido del suo sistema nervoso che sta dicendo: “È troppo”.
Non c’è nulla di sbagliato o da vergognarsi nei pensieri che descrive. È il modo in cui la sua mente sta cercando disperatamente di liberarsi da qualcosa che la sta soffocando. La buona notizia è che ci sono strumenti e percorsi per uscirne, per ricostruire un senso di stabilità, di sicurezza, e soprattutto per trovare uno spazio in cui possa essere accolto e ascoltato senza giudizio.
Il mio consiglio è di non restare solo/a con questo dolore. Parlare con uno psicologo può aiutarla a dare un nome a ciò che sta vivendo, a trovare strategie per proteggersi e a costruire nuove risorse interiori. Non si tratta solo di “resistere”, ma di tornare a vivere, un passo alla volta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, Quello che descrive è un carico emotivo molto intenso: la tensione quotidiana in casa, il senso di impotenza, il bisogno di proteggersi da un ambiente che la ferisce, e allo stesso tempo i segnali che il corpo e la mente iniziano a manifestare come richieste di ascolto e cura.

Le sensazioni che prova — la confusione, la perdita di gusto, i pensieri intrusivi — sono campanelli d’allarme da accogliere con attenzione, non con paura. Non significano necessariamente che stia “impazzendo”, ma piuttosto che è sottoposta a uno stress prolungato che può generare stati di profonda stanchezza mentale, alterazioni percettive e difficoltà emotive.

Non è sola, e non deve affrontare tutto questo da sé.
Le consiglio con affetto di concedersi uno spazio di ascolto e supporto psicologico, dove poter dare voce a quello che sta attraversando e ritrovare poco a poco un equilibrio interiore, un respiro più libero.

Se lo desidera, possiamo parlarne insieme in un colloquio. Sarà uno spazio sicuro, in cui non verrà giudicata, ma accolta con rispetto e attenzione.
Mi scriva quando si sente pronta.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Chiara Perugini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao. La situazione che descrivi è molto delicata e comprensibilmente fonte di forte stress. Vivere in un contesto familiare caratterizzato da alcolismo, conflitti e tensioni quotidiane può avere un impatto significativo sul benessere psicologico.

I sintomi che riporti "confusione, percezione alterata della realtà (come se fossi "dentro una bolla"), pensieri aggressivi, perdita del gusto" possono essere segnali di un elevato livello di stress, ansia o possibile somatizzazione. Non è possibile, in questa sede, stabilire con certezza se si tratti di una condizione psicotica o di un esaurimento nervoso, ma sicuramente indicano un disagio psicologico che merita attenzione. chiedere aiuto potrebbe essee un modo concreto per proteggere la tua salute mentale e affrontare la situazione familiare con il supporto adeguato. Un saluto e in bocca a lupo
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, da questi pochi elementi non si possono fare diagnosi, la invito a pensare di iniziare un percorso di supporto psicologico. Il suo corpo e la sua psiche le stanno mandando dei segnali e lei nella sua sensibilità li sta notando.
Ora non cerchi diagnosi, ma si ponga l'obiettivo di ritrovare il suo benessere psico-fisico andando ad affrontare la sua storia personale e fortificando le sue risorse con il supporto di un professionista.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott. Tommaso Thibault
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno,
grazie per aver avuto il coraggio di scrivere e di raccontare con tanta onestà quello che sta vivendo. Le sue parole arrivano forti, sincere, e fanno sentire chiaramente quanto dolore e quanto peso si stia portando addosso, ogni giorno. Non è facile vivere in una casa dove regna il conflitto, dove chi dovrebbe dare sicurezza diventa invece motivo di paura o di tensione. E lei, da quello che scrive, sta cercando in tutti i modi di proteggersi, anche solo chiudendosi in stanza. Questo non è un gesto di debolezza, ma di sopravvivenza.
Le sensazioni che descrive — la confusione mentale, la sensazione di essere “dentro una bolla”, i pensieri aggressivi improvvisi, la perdita di gusto — sono segnali molto chiari che qualcosa dentro di lei sta chiedendo aiuto. Possono avere molte cause, e sì, possono essere legati a un forte stress, all’ansia prolungata, al fatto che lei si trovi da mesi o forse anni in uno stato di allerta continua. Vivere ogni giorno in un ambiente carico di tensione, paura e rabbia può consumare le energie mentali ed emotive anche della persona più forte.
Non necessariamente quello che sta accadendo è “una psicosi” o “un esaurimento nervoso”, ma è sicuramente un momento in cui la sua mente e il suo corpo stanno cercando di dirle che non ce la fanno più a reggere tutto da soli. Non è da sottovalutare, ma neanche da spaventarsi: è il momento giusto per cercare un sostegno.
Il mio consiglio è che si rivolga quanto prima a un* professionista della salute mentale, ad esempio attraverso il Centro di Salute Mentale della sua zona (che è gratuito), oppure parlandone con il suo medico di base, che può indirizzarla. Se a scuola o nel suo quartiere esiste uno sportello d’ascolto psicologico, può iniziare da lì.
Ha fatto il primo passo scrivendo questo messaggio. Il secondo è farsi accompagnare, non rimanere solo/a con tutto questo.
Anche se ora può sembrare tutto ovattato, confuso, ingestibile, si può stare meglio. Davvero. Ma serve che qualcuno stia al suo fianco, per aiutarla a dare un nome a ciò che sente e a trovare nuovi strumenti per affrontarlo.
Le emozioni che prova, anche quelle più disturbanti o spaventose, non fanno di lei una “cattiva persona”: sono la voce della sofferenza, della stanchezza, della solitudine. E possono essere comprese e trasformate, ma non devono essere vissute da soli.
Se vuole, possiamo continuare a parlarne.
Io sono qui. E lei merita di essere aiutato/a, ascoltato/a, e protetto/a.

Un caro saluto.

Dott. Tommaso Thibault
Dott.ssa Irene Orlandelli
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
la situazione che descrive è molto delicata e dolorosa, e merita grande attenzione e rispetto.
Vivere in un ambiente familiare instabile, segnato dall’alcolismo di un genitore e da continui conflitti, è una condizione altamente stressante, soprattutto quando ci si sente impotenti e soli nel gestirla. Le reazioni che descrive sono segnali molto seri di una sofferenza profonda.
Per questo motivo è fondamentale rivolgersi quanto prima a un professionista della salute mentale (uno psicologo o uno psichiatra) che possa ascoltarla, comprendere meglio ciò che sta vivendo e accompagnarla in un percorso di cura e sostegno.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Lei sta vivendo in un ambiente carico di dolore e tensione, e il suo corpo sembra reagire per proteggerla. Si è mai chiesto quanto a lungo ha dovuto trattenere emozioni che non avevano spazio per uscire? Quei pensieri che la spaventano… potrebbero essere un modo per urlare ciò che non riesce a dire? Cosa accadrebbe se trovasse un luogo sicuro dove poter essere finalmente ascoltato?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Sabrina Pittarello
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Quello che sta vivendo è davvero molto pesante. Vivere in un ambiente dove ci sono continue liti, urla e la presenza dell'alcool può generare un livello di stress enorme, soprattutto se si è costantemente esposti a tensione, paura o senso di impotenza. Non è lei a essere "sbagliata": è il contesto che è profondamente instabile e sta logorando le sue energie emotive. I sintomi che descrive (confusione mentale, la sensazione di vivere in una bolla, la perdita del gusto e della voglia di vivere) sono segnali importanti. Potrebbero essere legati a diversi disturbi o eventi stressogeni. E' difficile dirlo con certezza senza un colloquio più approfondito, ma non è sola e questi segnali vanno ascoltati subito.
Rimango a disposizione.
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto carica di tensione emotiva: vivere quotidianamente in un ambiente segnato da conflitti, urla e alcol può generare un forte stress e un costante stato di allerta. La “confusione”, la sensazione di vedere come attraverso una bolla, la perdita del gusto e i pensieri intrusivi possono essere reazioni allo stress prolungato. Non indicano necessariamente una psicosi, ma sono segnali che corpo e mente stanno facendo molta fatica ed è importante che vengano ascoltati.

In questi casi può essere utile un confronto con un professionista della salute mentale, per avere uno spazio sicuro in cui raccontare ciò che sta vivendo e ricevere un supporto nel gestire questa situazione.

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