Buongiorno dottori in questo periodo da 2 mesi circa sto soffrendo di derealizzazione e depersonaliz
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Buongiorno dottori in questo periodo da 2 mesi circa sto soffrendo di derealizzazione e depersonalizzazione che mi fa preoccupare un pò, solo che già e la seconda volta che mi succede una cosa strana che mi fa preoccupare, praticamente martedì scorso era passato quello dei gelati che sotto fondo aveva una canzoncina messa, solo che dopo nella sera questa canzoncina la sentivo di nuovo nelle erocchie come se realmente stesse suonando di nuovo ma non c'èra, ora oggi di nuovo mentre ero a lavoro che stavo lavorando da un momento a l'altro sento di nuovo questa canzoncina come se stesse passando di nuovo ma realmente non stava passando nessuno, lo sentita si e no per 1 minuto circa e dopo non lo sentita più... ma cos'è dovuto allucinazioni ? o cosa? già e la seconda volta che mi succede martedi ed oggi di nuovo...
Gentile paziente,
non si preoccupi, a volte quando siamo molto stressati la mente ci fa degli scherzi molto strani. Concentrarsi sul sintomo fa nascere dei circoli viziosi senza fine e spesso è facile che diventi un ossessione. Prima di prendere qualsiasi tipo di decisione o provvedimento, la prossima volta che le succede provi a stare nel momento, ad ascoltare quella musica ma senza preoccupazione e a godersi anche la particolarità dell'evento.
non si preoccupi, a volte quando siamo molto stressati la mente ci fa degli scherzi molto strani. Concentrarsi sul sintomo fa nascere dei circoli viziosi senza fine e spesso è facile che diventi un ossessione. Prima di prendere qualsiasi tipo di decisione o provvedimento, la prossima volta che le succede provi a stare nel momento, ad ascoltare quella musica ma senza preoccupazione e a godersi anche la particolarità dell'evento.
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Buongiorno,
comprendo la preoccupazione che stai vivendo a causa dei sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. Questi fenomeni possono essere legati a stress, ansia o eventi traumatici, e non indicano necessariamente la presenza di allucinazioni.
È importante affrontare questi sintomi con l'aiuto di un professionista.
Resto a disposizione, per ascoltare eventualmente la tua esperienza e aiutarti a trovare un percorso di supporto adeguato.
Cordiali saluti.
comprendo la preoccupazione che stai vivendo a causa dei sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione. Questi fenomeni possono essere legati a stress, ansia o eventi traumatici, e non indicano necessariamente la presenza di allucinazioni.
È importante affrontare questi sintomi con l'aiuto di un professionista.
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Cordiali saluti.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con così tanta sincerità quello che sta vivendo. La derealizzazione e la depersonalizzazione, come forse ha già letto o sentito, sono modi in cui la mente può reagire a forti stati di stress o ansia: è come se il cervello, per proteggersi, mettesse una sorta di "filtro" sulla realtà, creando una sensazione di distacco o di irrealtà.
Anche percezioni come quelle che descrive, possono comparire in questi stati alterati. Non è detto che si tratti di vere e proprie allucinazioni nel senso clinico del termine: a volte, la mente può "riproporre" in modo molto vivido qualcosa che abbiamo sentito, soprattutto se è associato a un momento carico di tensione emotiva. È comprensibile che questo la preoccupi, ma il fatto che se ne renda conto e riesca a raccontarlo con precisione è già molto importante: significa che ha mantenuto un buon contatto con la realtà, anche se in certi momenti si sente alterato. Intanto, non si colpevolizzi: ciò che sta vivendo può spaventare, ma è spesso il segnale di un malessere che può essere accolto, compreso e trasformato.
Mi contatti pure.
Dr. Giorgio De Giorgi
grazie per aver condiviso con così tanta sincerità quello che sta vivendo. La derealizzazione e la depersonalizzazione, come forse ha già letto o sentito, sono modi in cui la mente può reagire a forti stati di stress o ansia: è come se il cervello, per proteggersi, mettesse una sorta di "filtro" sulla realtà, creando una sensazione di distacco o di irrealtà.
Anche percezioni come quelle che descrive, possono comparire in questi stati alterati. Non è detto che si tratti di vere e proprie allucinazioni nel senso clinico del termine: a volte, la mente può "riproporre" in modo molto vivido qualcosa che abbiamo sentito, soprattutto se è associato a un momento carico di tensione emotiva. È comprensibile che questo la preoccupi, ma il fatto che se ne renda conto e riesca a raccontarlo con precisione è già molto importante: significa che ha mantenuto un buon contatto con la realtà, anche se in certi momenti si sente alterato. Intanto, non si colpevolizzi: ciò che sta vivendo può spaventare, ma è spesso il segnale di un malessere che può essere accolto, compreso e trasformato.
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Dr. Giorgio De Giorgi
Buongiorno,
capisco la preoccupazione che può derivare da un’esperienza insolita e difficile da interpretare. La derealizzazione e la depersonalizzazione, che sta vivendo da alcune settimane, sono spesso collegate a stati di forte stress o ansia e possono alterare la percezione della realtà in modo significativo.
Il fatto di percepire una canzoncina che non è effettivamente presente nell’ambiente potrebbe non essere necessariamente un’allucinazione vera e propria, ma una sorta di eco mentale o fenomeno percettivo legato alla fatica psicofisica o a uno stato di vigilanza alterata.
Oltre allo stress, è importante considerare che i sintomi, per quanto sconcertanti, rappresentano spesso un modo attraverso cui la nostra psiche cerca di comunicarci qualcosa: un affaticamento, una tensione emotiva, o anche difficoltà interiori che potremmo non aver ancora pienamente riconosciuto o preso in considerazione.
Una valutazione da parte di uno specialista, magari uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarla a comprendere meglio il momento che sta attraversando e a fare chiarezza su quanto sta vivendo. Da lì, se necessario, si potrà valutare un eventuale invio verso un altro professionista.
Nessuna paura: ciò che descrive è affrontabile e può diventare un’occasione per conoscersi meglio.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli
capisco la preoccupazione che può derivare da un’esperienza insolita e difficile da interpretare. La derealizzazione e la depersonalizzazione, che sta vivendo da alcune settimane, sono spesso collegate a stati di forte stress o ansia e possono alterare la percezione della realtà in modo significativo.
Il fatto di percepire una canzoncina che non è effettivamente presente nell’ambiente potrebbe non essere necessariamente un’allucinazione vera e propria, ma una sorta di eco mentale o fenomeno percettivo legato alla fatica psicofisica o a uno stato di vigilanza alterata.
Oltre allo stress, è importante considerare che i sintomi, per quanto sconcertanti, rappresentano spesso un modo attraverso cui la nostra psiche cerca di comunicarci qualcosa: un affaticamento, una tensione emotiva, o anche difficoltà interiori che potremmo non aver ancora pienamente riconosciuto o preso in considerazione.
Una valutazione da parte di uno specialista, magari uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarla a comprendere meglio il momento che sta attraversando e a fare chiarezza su quanto sta vivendo. Da lì, se necessario, si potrà valutare un eventuale invio verso un altro professionista.
Nessuna paura: ciò che descrive è affrontabile e può diventare un’occasione per conoscersi meglio.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione, ma voglio rassicurarla: ciò che sta vivendo non è così raro in momenti di forte stress o ansia, specialmente se si soffre di derealizzazione o depersonalizzazione. A volte il cervello può “riproporre” suoni sentiti in precedenza, soprattutto se ci hanno colpito o se siamo molto in allerta. Non si tratta necessariamente di un’allucinazione nel senso grave del termine, ma è comunque un segnale che merita attenzione. Se vuole, possiamo parlarne insieme in un colloquio: potremmo approfondire meglio quello che sta vivendo e capire come aiutarla a stare meglio. Per qualsiasi informazione può contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Buongiorno,
da quanto descrive, è comprensibile che questi episodi la stiano preoccupando. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono esperienze che possono manifestarsi in periodi di forte stress, ansia o in presenza di disturbi dissociativi. Riguardo alla percezione della canzoncina, è possibile che si tratti di un fenomeno chiamato allucinosi uditiva o anche di un’eco mnemonica, cioè una sorta di "traccia" che il cervello ripropone in modo involontario. In condizioni di affaticamento mentale o iperattivazione emotiva, può capitare di "risentire" mentalmente suoni già uditi, specialmente se erano particolarmente ripetitivi o associati a momenti di particolare attenzione o ansia.
Tuttavia, per poter comprendere meglio la natura di questi episodi e distinguere tra un fenomeno transitorio legato a stress/ansia o un sintomo che necessita di ulteriori approfondimenti clinici, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista. Un colloquio psicologico o psicoterapeutico può aiutare a esplorare il contesto in cui si manifestano questi sintomi e ad avviare un percorso di comprensione e trattamento, se necessario.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto descrive, è comprensibile che questi episodi la stiano preoccupando. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono esperienze che possono manifestarsi in periodi di forte stress, ansia o in presenza di disturbi dissociativi. Riguardo alla percezione della canzoncina, è possibile che si tratti di un fenomeno chiamato allucinosi uditiva o anche di un’eco mnemonica, cioè una sorta di "traccia" che il cervello ripropone in modo involontario. In condizioni di affaticamento mentale o iperattivazione emotiva, può capitare di "risentire" mentalmente suoni già uditi, specialmente se erano particolarmente ripetitivi o associati a momenti di particolare attenzione o ansia.
Tuttavia, per poter comprendere meglio la natura di questi episodi e distinguere tra un fenomeno transitorio legato a stress/ansia o un sintomo che necessita di ulteriori approfondimenti clinici, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista. Un colloquio psicologico o psicoterapeutico può aiutare a esplorare il contesto in cui si manifestano questi sintomi e ad avviare un percorso di comprensione e trattamento, se necessario.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, capisco bene la sua preoccupazione, e voglio dirle fin da subito che il modo in cui sta descrivendo la sua esperienza è molto chiaro e utile per comprendere meglio ciò che sta attraversando. Non è facile parlare di vissuti interiori così confusi e destabilizzanti come la derealizzazione e la depersonalizzazione, ma il fatto che lei riesca a farlo con lucidità dimostra una buona capacità di osservazione di sé, che può diventare una risorsa preziosa nel percorso di consapevolezza e miglioramento. La derealizzazione e la depersonalizzazione, come forse già sa, sono esperienze dissociative. Questo significa che, per proteggersi da un eccesso di stress emotivo, il cervello può momentaneamente “disconnettersi” dalla piena percezione della realtà esterna o interna, generando quella sensazione strana di essere come fuori dal proprio corpo o di vivere in un mondo irreale, come se si fosse in un sogno. Queste esperienze, per quanto spaventose, non sono rare e non significano automaticamente la presenza di una patologia grave. Spesso sono collegate a periodi di stress intenso, ansia generalizzata, affaticamento psicofisico o stati depressivi. Riguardo all’episodio che ha descritto, in cui ha avuto la percezione di risentire una canzoncina che aveva ascoltato precedentemente, va chiarito che non è detto che si tratti di un’allucinazione nel senso clinico del termine. Può trattarsi piuttosto di una *percezione intrusiva*, ovvero un fenomeno in cui un suono che è stato particolarmente saliente o associato a uno stato emotivo intenso (come può essere la sensazione di estraneità o di preoccupazione) viene "riprodotto" internamente dal cervello. Non è così diverso, per esempio, da quando ci rimane in testa una canzone dopo averla ascoltata, ma in alcuni casi, specialmente se si è molto concentrati o sotto pressione, questo tipo di riproduzione interna può sembrare estremamente realistica, al punto da farci dubitare che non stia accadendo davvero. Nel suo caso, la combinazione tra derealizzazione e questo fenomeno uditivo può amplificare la percezione di "stranezza" e quindi aumentare l’ansia. Quando siamo molto preoccupati per quello che sentiamo o proviamo, la nostra attenzione si fissa su quei segnali e li rende ancora più intensi. Il nostro cervello, in altre parole, tende a ingigantire ciò che teme. Questo non vuol dire che sta “impazzendo” o che ci sia qualcosa di irreversibile. Anzi, riconoscere questi meccanismi e imparare a gestirli è possibile, ed è proprio ciò che il modello cognitivo-comportamentale si propone di fare. Un intervento psicologico su questo tipo di disturbi lavora su due piani. Da un lato, si esplora il modo in cui lei interpreta queste esperienze: spesso infatti è proprio il pensiero “cosa mi sta succedendo?” o “sto perdendo il controllo?” ad alimentare l’ansia e a prolungare lo stato dissociativo. Dall’altro lato, si lavora con tecniche molto pratiche per aiutare la mente a riancorarsi al presente e al corpo, riducendo così la frequenza e l’intensità degli episodi. Esistono esercizi di grounding, di respirazione, di consapevolezza corporea che possono fare davvero la differenza. Le suggerisco, nel limite delle sue possibilità, di tenere traccia di quando questi episodi accadono: che momento della giornata è, come si sente prima e dopo, se ci sono stati pensieri particolari o situazioni stressanti. Questo non solo aiuterà lei a riconoscere eventuali schemi, ma sarà anche uno strumento molto utile se deciderà di iniziare un percorso terapeutico. Infine, la invito a non vivere tutto questo come un segnale di “fragilità” o qualcosa di cui vergognarsi. Il cervello umano ha modalità molto complesse di affrontare lo stress, e ciò che sta sperimentando è una di queste. Non è una condanna, ma un segnale che le sta chiedendo di prendersi cura di sé con più attenzione e gentilezza. E questo, glielo assicuro, è possibile. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonaseda, comprendo la sua preoccupazione per queste esperienze in cui sente la canzoncina del gelataio anche quando non c'è.
È importante distinguere tra diverse possibilità in questi casi. Le allucinazioni uditive vere e proprie comportano la percezione di suoni che non hanno una fonte esterna e che la persona riconosce come "reali".
Quello che lei descrive potrebbe anche rientrare nel fenomeno dei pensieri musicali involontari, a volte chiamati "earworms" o "vermi auricolari". In pratica, una melodia orecchiabile (come quella del gelataio) si fissa nella mente e può riemergere in modo vivido, tanto da sembrare di sentirla realmente. Questo fenomeno è abbastanza comune e spesso non è motivo di preoccupazione.
Tuttavia, dato che lei sta sperimentando anche derealizzazione e depersonalizzazione, e queste "rievocazioni" sonore le generano ansia, è importante che lei ne parli con uno specialista.
Un professionista potrà valutare attentamente i suoi sintomi nel complesso e capire se queste esperienze sonore sono legate ai suoi stati di derealizzazione/depersonalizzazione o se c'è un'altra spiegazione.
Non si allarmi eccessivamente, ma le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno specialista per capire meglio cosa sta succedendo.
Cordialmente,
Giulia Casole
È importante distinguere tra diverse possibilità in questi casi. Le allucinazioni uditive vere e proprie comportano la percezione di suoni che non hanno una fonte esterna e che la persona riconosce come "reali".
Quello che lei descrive potrebbe anche rientrare nel fenomeno dei pensieri musicali involontari, a volte chiamati "earworms" o "vermi auricolari". In pratica, una melodia orecchiabile (come quella del gelataio) si fissa nella mente e può riemergere in modo vivido, tanto da sembrare di sentirla realmente. Questo fenomeno è abbastanza comune e spesso non è motivo di preoccupazione.
Tuttavia, dato che lei sta sperimentando anche derealizzazione e depersonalizzazione, e queste "rievocazioni" sonore le generano ansia, è importante che lei ne parli con uno specialista.
Un professionista potrà valutare attentamente i suoi sintomi nel complesso e capire se queste esperienze sonore sono legate ai suoi stati di derealizzazione/depersonalizzazione o se c'è un'altra spiegazione.
Non si allarmi eccessivamente, ma le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno specialista per capire meglio cosa sta succedendo.
Cordialmente,
Giulia Casole
Buongiorno, provi a parlarne con uno psicoterapeuta per approfondire questi aspetti e capire come poter stare meglio col tempo. Un saluto
Buongiorno, credo che sia importante comprendere meglio la sintomatologia che esprime allargando la riflessione anche ad altre aree della sua vita che sicuramente in un primo colloquio psicodiagnostico verrebbero esplorate. Il mio consiglio è di contattare un professionista per vedere assieme la problematica, lei riporta esserci una sofferenza che perdura da alcuni mesi credo sia importante che se ne prenda cura così da poterla trattare evitando di farsi sopraffare dalla stessa. Le auguro una buona giornata.
Buongiorno, le consiglio di poterne parlare con un professionista. Se vuole rimango a sua disposizione.
Buongiorno gentile Utente, quello che sta vivendo, comprensibilmente, può generare una certa preoccupazione, ma vorrei rassicurarla sul fatto che fenomeni come quelli che descrive (in particolare la derealizzazione e la depersonalizzazione) non sono rari nei periodi di forte stress, ansia o affaticamento psico-emotivo. Si tratta di esperienze soggettive in cui la realtà può apparire alterata, distante o “irreale”, e in cui anche la percezione di sé può risultare modificata, come se ci si osservasse dall’esterno o si fosse “scollegati” dal proprio corpo.
Il fatto che lei abbia percepito una canzoncina in assenza di uno stimolo reale, quello che tecnicamente potremmo definire un'eco uditiva o una pseudoallucinazione, non implica necessariamente la presenza di un disturbo psichiatrico maggiore. Più frequentemente, questo tipo di fenomeno può essere legato a una combinazione di iperattività mentale, stanchezza, stress prolungato o ansia generalizzata. A volte, quando un suono è stato particolarmente ripetitivo o associato a un vissuto intenso, può “riemergere” nella mente in modo vivido e quasi sensoriale, anche a distanza di tempo. Questo non equivale necessariamente a un’allucinazione vera e propria, ma a una rielaborazione percettiva che può essere accentuata da uno stato emotivo alterato.
Tuttavia, è importante monitorare la frequenza e la natura di questi episodi. Se dovessero aumentare, cambiare forma, o accompagnarsi ad altri segnali di disagio significativi, potrebbe essere utile approfondire con una valutazione clinica più dettagliata, in un contesto protetto e competente. Non sempre è facile, quando si è immersi in uno stato ansioso o depersonalizzante, distinguere tra ciò che si immagina, si ricorda o si percepisce realmente, e proprio per questo un percorso psicologico può aiutarla a rimettere ordine tra i vissuti, ridurre l’ansia e ritrovare un senso di stabilità.
Quello che sta vivendo non è un segno di “impazzire”, ma un messaggio che il suo corpo e la sua mente le stanno inviando per chiederle attenzione, cura, ascolto. Iniziare a parlarne è già un primo passo importante verso il benessere.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il fatto che lei abbia percepito una canzoncina in assenza di uno stimolo reale, quello che tecnicamente potremmo definire un'eco uditiva o una pseudoallucinazione, non implica necessariamente la presenza di un disturbo psichiatrico maggiore. Più frequentemente, questo tipo di fenomeno può essere legato a una combinazione di iperattività mentale, stanchezza, stress prolungato o ansia generalizzata. A volte, quando un suono è stato particolarmente ripetitivo o associato a un vissuto intenso, può “riemergere” nella mente in modo vivido e quasi sensoriale, anche a distanza di tempo. Questo non equivale necessariamente a un’allucinazione vera e propria, ma a una rielaborazione percettiva che può essere accentuata da uno stato emotivo alterato.
Tuttavia, è importante monitorare la frequenza e la natura di questi episodi. Se dovessero aumentare, cambiare forma, o accompagnarsi ad altri segnali di disagio significativi, potrebbe essere utile approfondire con una valutazione clinica più dettagliata, in un contesto protetto e competente. Non sempre è facile, quando si è immersi in uno stato ansioso o depersonalizzante, distinguere tra ciò che si immagina, si ricorda o si percepisce realmente, e proprio per questo un percorso psicologico può aiutarla a rimettere ordine tra i vissuti, ridurre l’ansia e ritrovare un senso di stabilità.
Quello che sta vivendo non è un segno di “impazzire”, ma un messaggio che il suo corpo e la sua mente le stanno inviando per chiederle attenzione, cura, ascolto. Iniziare a parlarne è già un primo passo importante verso il benessere.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, grazie per la condivisione della sua esperienza. Le consiglierei di effettuare una visita da uno specialista, in questo caso uno psichiatra, per capire se effettivamente quanto sta sperimentando possa essere riconducibile ad una condizione clinica. Eventualmente, su consiglio dello stesso specialista, può valutare l'inizio di un percorso di psicoterapia volto ad approfondire le dinamiche che hanno portato a questa sintomatologia. Spero di essere stato di aiuto. Un cordiale saluto.
Buongiorno,
Per rispondere alla sua domanda è necessario avere altre informazioni.
Può descrivere degli episodi di derealizzazione e depersonalizzazione che ha vissuto?
In generale, come si sente a livello psicologico?
Potrebbe trattarsi anche solo di un ricordo sonoro che le è venuto in mente oggi. Ciò che sappiamo è che la musica esiste realmente, per cui non è qualcosa di inventato.
Avendo avuto episodi di depersonalizzazione e derealizzazione, ne ha parlato con il suo medico curante o, eventualmente con uno psichiatra? Cosa le hanno consigliato?
Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Per rispondere alla sua domanda è necessario avere altre informazioni.
Può descrivere degli episodi di derealizzazione e depersonalizzazione che ha vissuto?
In generale, come si sente a livello psicologico?
Potrebbe trattarsi anche solo di un ricordo sonoro che le è venuto in mente oggi. Ciò che sappiamo è che la musica esiste realmente, per cui non è qualcosa di inventato.
Avendo avuto episodi di depersonalizzazione e derealizzazione, ne ha parlato con il suo medico curante o, eventualmente con uno psichiatra? Cosa le hanno consigliato?
Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Buongiorno, ti ringrazio per aver condiviso con sincerità ciò che stai vivendo, e comprendo quanto possa essere destabilizzante sentire qualcosa che non è realmente presente. Da come descrivi, stai attraversando un periodo molto intenso a livello emotivo, con sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione già attivi da due mesi, e ora con esperienze che sembrano somigliare a una percezione uditiva non reale.
Nella prospettiva cognitivo-comportamentale, queste esperienze non vanno subito interpretate come “allucinazioni vere e proprie” in senso clinico, ma come **fenomeni percettivi legati a stati di iperattivazione ansiosa, stress prolungato e alterazioni della percezione**. Quando il cervello è molto stanco, sotto pressione o in uno stato di allerta continuo, può succedere che “ripeschi” suoni o sensazioni legate a esperienze recenti e le riproponga come se stessero avvenendo di nuovo. Questo è particolarmente comune nei periodi in cui si è disconnessi dalla realtà in modo parziale, come accade con la derealizzazione.
In terapia si lavora proprio su questi aspetti: si cerca di ridurre l’iperattivazione fisiologica, di intervenire sui pensieri catastrofici del tipo “sto impazzendo” o “sto avendo allucinazioni”, e si costruiscono strategie per ancorarti di più al momento presente, attraverso esercizi di grounding e mindfulness. Spesso la paura stessa di questi episodi finisce per amplificarli, creando un circolo ansioso difficile da interrompere da soli.
È importante che tu parli apertamente di questi episodi con il tuo psicologo o psichiatra, soprattutto perché si ripetono. Questo non significa che ci sia qualcosa di grave o che tu stia sviluppando una psicosi, ma è fondamentale approfondire per chiarire la natura di ciò che provi e trovare il modo giusto per affrontarlo.
Ti invito davvero a proseguire o intraprendere un percorso terapeutico, se non lo stai già facendo, proprio per aiutarti a gestire le alterazioni percettive, l’ansia e il senso di disorientamento che ti accompagnano in questo periodo. Non sei solo in questo, e c’è la possibilità concreta di stare meglio.
Nella prospettiva cognitivo-comportamentale, queste esperienze non vanno subito interpretate come “allucinazioni vere e proprie” in senso clinico, ma come **fenomeni percettivi legati a stati di iperattivazione ansiosa, stress prolungato e alterazioni della percezione**. Quando il cervello è molto stanco, sotto pressione o in uno stato di allerta continuo, può succedere che “ripeschi” suoni o sensazioni legate a esperienze recenti e le riproponga come se stessero avvenendo di nuovo. Questo è particolarmente comune nei periodi in cui si è disconnessi dalla realtà in modo parziale, come accade con la derealizzazione.
In terapia si lavora proprio su questi aspetti: si cerca di ridurre l’iperattivazione fisiologica, di intervenire sui pensieri catastrofici del tipo “sto impazzendo” o “sto avendo allucinazioni”, e si costruiscono strategie per ancorarti di più al momento presente, attraverso esercizi di grounding e mindfulness. Spesso la paura stessa di questi episodi finisce per amplificarli, creando un circolo ansioso difficile da interrompere da soli.
È importante che tu parli apertamente di questi episodi con il tuo psicologo o psichiatra, soprattutto perché si ripetono. Questo non significa che ci sia qualcosa di grave o che tu stia sviluppando una psicosi, ma è fondamentale approfondire per chiarire la natura di ciò che provi e trovare il modo giusto per affrontarlo.
Ti invito davvero a proseguire o intraprendere un percorso terapeutico, se non lo stai già facendo, proprio per aiutarti a gestire le alterazioni percettive, l’ansia e il senso di disorientamento che ti accompagnano in questo periodo. Non sei solo in questo, e c’è la possibilità concreta di stare meglio.
Gentile utente, comprendo la sua preoccupazione per queste esperienze che sta vivendo. È naturale sentirsi spaventati quando si percepiscono cose che non corrispondono alla realtà esterna, soprattutto in un periodo in cui si soffre già di derealizzazione e depersonalizzazione. È importante sapere che questi eventi possono manifestarsi per diverse ragioni, soprattutto in periodi di stress, ansia o quando la nostra mente è già sotto pressione, come nel suo caso con la derealizzazione e depersonalizzazione. Il fatto che queste "canzoncine" siano brevi e che lei sia pienamente consapevole che non provengono da una fonte esterna è un elemento importante e rassicurante. Indica che la sua capacità di distinguere la realtà è intatta. Le consiglio di contattare uno psichiatra per una valutazione approfondita. La sua descrizione di episodi di derealizzazione e depersonalizzazione, uniti a queste nuove esperienze uditive transitorie, suggerisce la necessità di un'analisi clinica specialistica. In parallelo, le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Gentile utente, non posso certamente fare diagnosi o esprimermi con certezza soltanto sulla base di un messaggio ma quello che descrive non mi sembra un fenomeno né raro né pericoloso. Trovo invece più rilevante la sua preoccupazione: qualora si accorgesse che questa situazione la porta a vivere con difficoltà o ansia elevate, non esiti a rivolgersi ad uno psicologo per farsi aiutare a ritrovare la serenità.
Dott. Giacomo Bonetti
Dott. Giacomo Bonetti
Gentile utente, buongiorno.
Sentire nella propria testa un motivo musicale a noi conosciuto, di tanto in tanto, non è necessariamente sintomo di stati patologici, ci potrebbero essere altre ragioni, quali: è un motivo che le piace, o magari le torna alla mente la canzoncina quando ha fame, avendola associata alla disponibilità di gelati.
Potrebbe quindi trattarsi semplicemente di un innocuo caso di "earworm".
Inoltre, da quello che ha scritto, i fenomeni che sta esperendo non sembrano conformarsi alle manifestazioni sintomatologiche di depersonalizzazione e derealizzazione.
Se comunque lei dovesse provare forte disagio per queste occorrenze, in particolare, forte ansia e paura, la invito a rivolgersi ad uno psichiatra e/o psicoterapeuta per un consulto.
Cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Sentire nella propria testa un motivo musicale a noi conosciuto, di tanto in tanto, non è necessariamente sintomo di stati patologici, ci potrebbero essere altre ragioni, quali: è un motivo che le piace, o magari le torna alla mente la canzoncina quando ha fame, avendola associata alla disponibilità di gelati.
Potrebbe quindi trattarsi semplicemente di un innocuo caso di "earworm".
Inoltre, da quello che ha scritto, i fenomeni che sta esperendo non sembrano conformarsi alle manifestazioni sintomatologiche di depersonalizzazione e derealizzazione.
Se comunque lei dovesse provare forte disagio per queste occorrenze, in particolare, forte ansia e paura, la invito a rivolgersi ad uno psichiatra e/o psicoterapeuta per un consulto.
Cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Gentile Utente,
la derealizzazione e la depersonalizzazione sono sintomi legati spesso a periodi di stress, ansia o affaticamento mentale. La percezione di suoni inesistenti, come la canzoncina sentita più volte, può essere un fenomeno chiamato allucinazione uditiva non psicotica, che talvolta si presenta in contesti di forte stress o alterazione dello stato di coscienza. Anche se può spaventare, non significa necessariamente che ci sia una condizione grave. Tuttavia, ti consiglio di parlarne con uno specialista (psichiatra o psicologo clinico), che potrà valutare più a fondo il quadro e aiutarti a ritrovare stabilità.
Un caro saluto.
la derealizzazione e la depersonalizzazione sono sintomi legati spesso a periodi di stress, ansia o affaticamento mentale. La percezione di suoni inesistenti, come la canzoncina sentita più volte, può essere un fenomeno chiamato allucinazione uditiva non psicotica, che talvolta si presenta in contesti di forte stress o alterazione dello stato di coscienza. Anche se può spaventare, non significa necessariamente che ci sia una condizione grave. Tuttavia, ti consiglio di parlarne con uno specialista (psichiatra o psicologo clinico), che potrà valutare più a fondo il quadro e aiutarti a ritrovare stabilità.
Un caro saluto.
Buongiorno, la sua esperienza di sentire una canzone che non è realmente presente è sicuramente inquietante e merita un'analisi attenta. La sensazione di derealizzazione e depersonalizzazione spesso accompagna momenti in cui ci si sente distaccati dalla realtà, il che può influire sulla percezione di suoni e immagini in modi che sembrano insoliti. Queste esperienze, per quanto spaventose, possono non essere necessariamente segni di allucinazioni nel senso tradizionale, ma piuttosto il riflesso di un conflitto interiore che cerca di emergere attraverso tali manifestazioni. Nell'approccio psicoanalitico, questi fenomeni sono visti come un tentativo dell'inconscio di far emergere qualcosa che deve essere esplorato e compreso. La ripetizione della canzone potrebbe rappresentare un elemento simbolico, una traccia che l'inconscio cerca di portare alla luce affinché venga ascoltata. È importante non farsi sopraffare dal timore, ma piuttosto ascoltare quello che la sua mente sta cercando di comunicare. Un percorso terapeutico può offrire uno spazio di ascolto profondo in cui esplorare queste esperienze e cercare di comprendere il loro significato nel contesto più ampio della sua vita.
Sono qui per offrirle supporto e comprensione in un ambiente privo di giudizio, qualora decidesse di intraprendere questo cammino di esplorazione.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Sono qui per offrirle supporto e comprensione in un ambiente privo di giudizio, qualora decidesse di intraprendere questo cammino di esplorazione.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buongiorno,
capisco bene quanto questa esperienza ti abbia spaventato, ed è assolutamente comprensibile che tu voglia capire cosa sta succedendo. Il modo in cui descrivi la situazione – con la canzoncina del gelataio che "torna" nella tua mente come se fosse reale, ma in assenza di uno stimolo esterno – non significa automaticamente che tu stia avendo delle allucinazioni in senso clinico grave.
Cosa potrebbe succedere?
Dalla tua descrizione, non sembra un’allucinazione psicotica, ma piuttosto un fenomeno chiamato "percezione uditiva intrusiva o eco-percettiva", che può capitare in stati di forte stress o alterazione della coscienza come la derealizzazione e la depersonalizzazione.
Quando siamo molto stressati, ansiosi o viviamo in uno stato dissociativo (come succede nella derealizzazione), il cervello può “riprodurre” suoni, immagini o sensazioni che ha memorizzato, come se fossero ancora presenti. Quindi sì, può sembrarti di sentire la canzone realmente, ma è più una eco della tua memoria uditiva, amplificata dal tuo stato psico-emotivo.
Non sei solo, e non sei “pazzo”
Molte persone che soffrono di ansia, panico, stress post-traumatico o disturbi dissociativi riferiscono esperienze simili:
Sentire musiche o voci per brevi attimi
Avere flash di immagini
Percepire distorsioni del tempo o dello spazio
Queste esperienze non indicano per forza una malattia psichiatrica grave, ma segnalano un sistema nervoso molto sotto pressione, come se il cervello fosse in "modalità difensiva" e alcuni segnali sensoriali si attivassero in modo anomalo.
Cosa fare?
Non farti spaventare dal sintomo. Più lo combatti o lo temi, più rischia di ripresentarsi. È fastidioso e spiazzante, ma non pericoloso di per sé.
Affronta la derealizzazione alla radice. Questo stato è spesso legato a stress cronico, ansia elevata, iperattivazione del sistema nervoso. Lavorare su quello – magari con l’aiuto di uno psicologo – è il passo più utile.
Riduci stimoli e aumenta radicamento nel corpo. Dormi bene, alimentati in modo regolare, cammina, fai esercizi di respirazione. Tutto ciò che ti riporta al corpo aiuta a “spegnerlo” questo stato di allerta.
Scrivi ciò che accade quando succede. In che momento? Con quale umore? In che contesto? Ti aiuterà a riconoscere schemi e a ridurre l’ansia.
Quando preoccuparsi davvero?
Solo se questi episodi:
Durano a lungo (più di qualche minuto)
Sono accompagnati da voci reali che ti parlano o ti comandano
Ti impediscono di lavorare o vivere normalmente
O se inizi a confondere in modo stabile realtà e fantasia
In questi casi, è sempre utile un consulto psichiatrico. Ma da come lo racconti, sembra molto più una reazione transitoria allo stress che stai vivendo da due mesi.
In conclusione
Quello che senti è fastidioso e ti spaventa, ma non sei in pericolo e non stai “impazzendo”. Il tuo cervello sta cercando di gestire una situazione di forte stress, e ha bisogno di aiuto per tornare a funzionare in modo più calmo e ordinato.
Sono qui, se vuoi parlarne ancora
dott.ssa Elisa Tamburino
capisco bene quanto questa esperienza ti abbia spaventato, ed è assolutamente comprensibile che tu voglia capire cosa sta succedendo. Il modo in cui descrivi la situazione – con la canzoncina del gelataio che "torna" nella tua mente come se fosse reale, ma in assenza di uno stimolo esterno – non significa automaticamente che tu stia avendo delle allucinazioni in senso clinico grave.
Cosa potrebbe succedere?
Dalla tua descrizione, non sembra un’allucinazione psicotica, ma piuttosto un fenomeno chiamato "percezione uditiva intrusiva o eco-percettiva", che può capitare in stati di forte stress o alterazione della coscienza come la derealizzazione e la depersonalizzazione.
Quando siamo molto stressati, ansiosi o viviamo in uno stato dissociativo (come succede nella derealizzazione), il cervello può “riprodurre” suoni, immagini o sensazioni che ha memorizzato, come se fossero ancora presenti. Quindi sì, può sembrarti di sentire la canzone realmente, ma è più una eco della tua memoria uditiva, amplificata dal tuo stato psico-emotivo.
Non sei solo, e non sei “pazzo”
Molte persone che soffrono di ansia, panico, stress post-traumatico o disturbi dissociativi riferiscono esperienze simili:
Sentire musiche o voci per brevi attimi
Avere flash di immagini
Percepire distorsioni del tempo o dello spazio
Queste esperienze non indicano per forza una malattia psichiatrica grave, ma segnalano un sistema nervoso molto sotto pressione, come se il cervello fosse in "modalità difensiva" e alcuni segnali sensoriali si attivassero in modo anomalo.
Cosa fare?
Non farti spaventare dal sintomo. Più lo combatti o lo temi, più rischia di ripresentarsi. È fastidioso e spiazzante, ma non pericoloso di per sé.
Affronta la derealizzazione alla radice. Questo stato è spesso legato a stress cronico, ansia elevata, iperattivazione del sistema nervoso. Lavorare su quello – magari con l’aiuto di uno psicologo – è il passo più utile.
Riduci stimoli e aumenta radicamento nel corpo. Dormi bene, alimentati in modo regolare, cammina, fai esercizi di respirazione. Tutto ciò che ti riporta al corpo aiuta a “spegnerlo” questo stato di allerta.
Scrivi ciò che accade quando succede. In che momento? Con quale umore? In che contesto? Ti aiuterà a riconoscere schemi e a ridurre l’ansia.
Quando preoccuparsi davvero?
Solo se questi episodi:
Durano a lungo (più di qualche minuto)
Sono accompagnati da voci reali che ti parlano o ti comandano
Ti impediscono di lavorare o vivere normalmente
O se inizi a confondere in modo stabile realtà e fantasia
In questi casi, è sempre utile un consulto psichiatrico. Ma da come lo racconti, sembra molto più una reazione transitoria allo stress che stai vivendo da due mesi.
In conclusione
Quello che senti è fastidioso e ti spaventa, ma non sei in pericolo e non stai “impazzendo”. Il tuo cervello sta cercando di gestire una situazione di forte stress, e ha bisogno di aiuto per tornare a funzionare in modo più calmo e ordinato.
Sono qui, se vuoi parlarne ancora
dott.ssa Elisa Tamburino
Gentile utente, ciò che descrive possono essere sintomi di disturbo d'ansia e attacchi di panico. Le consiglio di fare ulteriori accertamenti medici per escludere qualsiasi disturbo fisiologico ed iniziare un percorso psicologico. Resto a sua disposizione Dott.ssa V.P.
Buonasera, capisco quanto possa essere spaventante vivere episodi del genere, soprattutto in un momento in cui già ti senti confuso e disorientato a causa della derealizzazione e depersonalizzazione. Sentire una canzoncina “nella testa” può succedere a volte quando siamo molto stressati, ansiosi o affaticati mentalmente: si tratta spesso di un fenomeno chiamato earworm o “allucinazione uditiva non psicotica”, che non significa per forza qualcosa di grave.
Tuttavia, dato che ti succede più di una volta e ti preoccupa, ti consiglio con calma di parlarne con uno psicologo o un medico, per aiutarti a capire meglio cosa stai vivendo e trovare un supporto adatto. Non sei solo in questo.
Tuttavia, dato che ti succede più di una volta e ti preoccupa, ti consiglio con calma di parlarne con uno psicologo o un medico, per aiutarti a capire meglio cosa stai vivendo e trovare un supporto adatto. Non sei solo in questo.
Gentile utente, il sintomo che descrive non deve allarmarla eccessivamente; tuttavia affidarsi ad uno psicoterapeuta è certamente indicato nelle circostanze che racconta, rischia di trascinarsi queste preoccupazioni piuttosto che affrontarle.
Cordiali saluti,
Dott. Daniele Gallucci
Cordiali saluti,
Dott. Daniele Gallucci
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