Buongiorno dottori, ho svolto la quarantena a Milano in un appartamento dove purtroppo sono rimasto

21 risposte
Buongiorno dottori,
ho svolto la quarantena a Milano in un appartamento dove purtroppo sono rimasto per circa 90 giorni chiuso in casa uscendo 6 volte per fare la spesa e ho accusato due attacchi d'ansia, mai sperimentati prima (non sono mai stato un tipo ansioso, ma devo ammettere che tutt'ora sono vigile e non riesco a rilassarmi). In questi attacchi d'ansia ho sperimentato tachicardia e palpitazioni alzandomi dalla sedia, a riposo, ma ammetto che i miei pensieri negativi di quei giorni su ipotetiche malattie o altro hanno fatto la differenza. Ho svolto tutte le analisi: da esami del sangue compresi di tiroide, urine, visita cardiologica completa (ECG, eco), risultando tutto perfetto. Non mi hanno consigliato l'ECG sotto sforzo in quanto non hanno rilevato nessuna anomalia all'ECG a riposo, tra l'altro fino a 6 mesi fa andavo continuativamente in palestra tre volte a settimana e avevo già superato la visita medico sportiva sotto sforzo (questa circa 10 mesi fa). Ora non riesco più a fare sport, sono in cura da uno psicologo psicoterapeuta da due settimane, dopo la prima seduta il pomeriggio ho percorso 11 km con salite e discese e stavo benissimo, il che razionalmente mi fa pensare a una caratteristica ansiosa riguardo al mio problema, ma comunque lo sento, non riesco a stare rilassato come se stessi aspettando che mi succeda qualcosa da un momento all'altro, somatizzo sul petto con oppressione e mi concentro troppo sui sintomi relativi al cuore causandomi tachicardia e oppressione al petto qualora senta la parola sforzo. E' una sensazione mai provata prima, ma veramente invalidante. Voi cosa ne pensate? Non vorrei prendere farmaci (lo psicologo mi ha detto che volendo potrei prendere antidepressivi ma almeno per 8 mesi) perchè in generale non sono triste (lo psicologo mi ha detto che sono in un periodo in cui devo prendere coscienza del fatto che sia depresso), ma sento comunque di essere quasi sempre vigile e con la paura di un "infarto" facendo sport. Grazie in anticipo,
A.
Gentile A., essendo già seguito da uno psicologo psicoterapeuta non mi sento di esprimere un parere in quanto questo implicherebbe quanto meno un colloquio esplorativo rispetto alla problematica descritta. Consiglio di comunicare a chi la sta seguendo quanto ha descritto ora, compreso il desiderio di ricevere rassicurazione da altri professionisti al di fuori del contesto terapeutico. In bocca al lupo

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Dai sintomi che lei riporta, si potrebbe pensare ad episodi di attacchi di panico probabilmente reattivi alla situazione di lockdown, ma considerando che è seguito da un collega le consiglio di parlarne anche con il suo terapeuta. Dalla mie esperienza degli ultimi tempi posso dirle che Il covid-19 ha attivato episodi e sintomi analoghi ai suoi in molte persone. Personalmente essendo esperta in Training Autogeno e Meditazione, ho utilizzato con successo queste tecniche sia individualmente che in gruppi online, riscontrando riduzione e/o risoluzione dei sintomi. Potrebbe essere un ausilio in più da associare al suo percorso terapeutico individuale.
Caro A., comprendo il suo disagio e il bisogno di avere rassicurazioni e risposte. Ha fatto benissimo ad iniziare un percorso con un collega, durante i colloqui si senta libero di dire tutto ciò che vuole, deve imparare a fidarsi del suo terapeuta e deve sentirsi a suo agio. Le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera,
l'esercizio fisico è il più potente ansiolitico che ha a disposizione, quindi sicuramente come rimedio all'ansia va benissimo. Per i pensieri invece, faccia una buona ristrutturazione cognitiva con il suo terapeuta, in modo da riconoscerli e saperli gestire. Si dia tempo comunque, provi a fare un bilancio tra circa 2/3 mesi e vedrà che, con i giusti obiettivi, l'ansia sarà più bassa.
dott Tealdi
Buonasera, dalle sue parole si comprende quanto l'attuale situazione che sta sperimentando la faccia sentire a disagio e la metta in contatto con delle fragilità. E' più che comprensibile anche il desiderio che i sintomi "spariscano" e poter tornare a essere "quelli di prima" nel più breve tempo possibile, ma ha fatto una scelta coraggiosa e sana affidandosi a uno psicoterapeuta. Dia fiducia alla relazione che si sta costruendo, anche comunicando con autenticità quanto ci sta riportando in queste righe. Il tempo del cambiamento ha una sua individuale espressione, ma non si scoraggi. Un caro saluto Dottssa Elisa Galantini
Buonasera da come descrive sembra che i suoi sintomi siano iniziati con la quarantena. Non avendo altre informazioni non capisco la diagnosi di depressione che ha fatto il suo terapeuta che probabilmente ha un quadro dei sintomi più completo dal momento che ha già fatto dei colloqui con lei. Questi sintomi potrebbero essere legati alla quarantena, sono reazioni allo stress che essendo acute hanno bisogno di attenzione. Parli al suo terapeuta del protocollo per gli eventi recenti emdr che noi terapeuti emdr stiamo usando molto in questo periodo con persone che hanno sintomatologia da stress legata al lockdown. Il protocollo le permetterà di fare fluire lo stress accumulato in pochi incontri e poi proseguirà percorso con il terapeuta che ha già contattato. Se vuole sono disponibile a parlare con il suo terapeuta per dare ulteriori spiegazioni e trovare un terapeuta emdr nella zona dove abita. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Buonasera, deve avere più fiducia nei confronti del suo psicoterapeuta e per il lavoro che state seguendo, cerchi di rapportarsi con lui con sincerità. Sicuramente la sta conoscendo meglio di quanto la possiamo conoscere noi tramite la sua lettera e quindi la può aiutare ad elaborare che cosa stanno comunicando i suoi attacchi di panico. Inoltre non è corretto intromettersi in una terapia già iniziata con un altro psicoterapeuta, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile Utente, 90 giorni di reclusione sono stati davvero duri per tutti noi, e ciascuno nei modi che gli sono più tipici, ha accusato il colpo, nel Suo caso sviluppando timori rispetto alla salute. Gli attacchi di panico sono espressione di un'ansia che probabilmente già aveva, ma che durante il lockdown è comprensibilmente tracimata. Ora, il punto è che l'ansia è un'emozione che si accompagna a numerosi sintomi fisici, tra cui la tachicardia; è un'emozione attivante e preparatoria all'azione, e dunque il cuore pompa più sangue proprio per questo scopo evolutivo. Il nucleo del panico sta proprio nel fatto che il cuore batte per l'ansia, ma dalla persona è letto come il sintomo di un infarto imminente, che genera ulteriore ansia in un circolo vizioso che culmina proprio nel panico. Ha fatto bene a prendere contatto con uno psicologo, si affidi e si lasci coinvolgere in un progetto terapeutico nel quale dare ciascuno il proprio importante contributo. Un caro augurio di buona fortuna
Buon giorno, i sintomi che descrive sono chiaramente invalidanti e fastidiosi. Spesso i sintomi ansiosi, a causa della loro intensità e imprevedibilità, portano chi ne soffre a voler intervenire il prima possibile per poterli eliminare. credo che andare da uno psicologo comeprima richiesta di aiuito sia stato molto importante e sarà efficace ma l'urgenza di stare meglio deve fare un po' pace con la pazienza e la fiducia: due settimane è molto poco per poter vedere risultati, perchè corrispondono si e no a due colloqui. Sicuramente il collega le avrà spiegato che il percorso è più lungo. Per quanto riguarda il farmaco è libero di non prenderlo condividendo la sua scelta con il suo terapeuta.
Le auguro una buona giornata
Saluti, dott.ssa Giulia Mattalia
Buongiorno,
se ha avuto due attacchi d'ansia, certamente è una condizione legata all'ansia. Questo non significa che sia meno invalidante di una eventuale depressione. Chiaramente non entro in merito della diagnosi fatta dal terapeuta che la segue. Le posso dire però, che la situazione che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo con il coronavirus, ha costituito per alcuni la molla che ha fatto emergere dei sintomi psicologici, il fattore che ha rotto l'equilibrio precedente. Questo significa che già prima c'erano delle emozioni non ascoltate o delle situazioni non elaborate tenute a bada fino a questo momento e poi venute fuori con l'ansia e la preoccupazione che tutti noi abbiamo vissuto in questo periodo difficile. Quindi, molto probabilmente, non basteranno 2 incontri con un terapeuta per far tornare il vecchio equilibrio, ma dovrà trovarne uno nuovo (migliore del precedente) con l'aiuto di un percorso strutturato.
Rispetto alla valutazione circa l'assunzione di antidepressivi, dovrà essere lei insieme al terapeuta che la segue a valutarne la necessità.
Cordiali saluti
Fabiana Fratello
Gentile utente, credo che abbia intrapreso la strada giusta. Gli esami non rivelano nulla di fisiologico e ha iniziato una psicoterapia. Continui con fiducia il suo percorso, i risultati non tarderanno ad arrivare.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile, il periodo della quarantena è stato di certo duro per tutti noi e ha fatto emergere in molti vissuti depressivi o ansiosi. Ha fatto bene ad intraprendere un percorso psicologico, continui così e parli con il suo psicologo per ogni dubbio.
Buongiorno A.,
la situazione che sta descrivendo è comune a molte persone durante questo grandissimo stravolgimento personale e sociale che è stata la pandemia da coronavirus.
Lei sembra una persona molto precisa ed attenta alla sua salute, pertanto potrà sicuramente continuare il percorso intrapreso con il suo terapeuta.
La sensazione di essere sempre vigile, anche detta arousal, è un meccanismo che il nostro organismo utilizza quando percespisce pericolo o comunque una situazione anomala. E se ci pensa, una pandemia è qualcosa di estremamente pericoloso. Aggiungo che è la prima volta, a livello mondiale, che un così grande numero di persone vive in condizioni di isolamento per un periodo di tempo assai prolungato, quindi ancora non sappiamo quante e quali ricadute psicofisiche possano essere descritte come conseguenza diretta dello stato di isolamento. Possiamo solo vivere nel qui ed ora ogni relazione terapeutica come lei sta facendo. Pertanto la cosa migliore da fare è esporre al suo terapeuta tutto quello che ha scritto e vedrà che non potrà che trarne benefici.
Gentile utente,

É loto probabile che con la pandemia qualcosa in lei sarà scattato. Avrà avuto modo di riflettere su tante cose, ed il fermarsi magari anche da attività sportive fatte con una certa regolarità, avrà fatto venir fuori un disagio, delle angosce remote che erano lì pronte a venir fuori.
Nel caso delle crisi ansiogene e degli attacchi di panico é consigliato un approccio integrato, farmaci antidepressivi e psicoterapia. I primi consentono un miglioramento nell’immediato mentre la seconda garantisce nel tempo un benessere più duraturo a patto che sia fatta con impegno e tenacia.
Nella speranza di averle fornito il miglior supporto possibile attraverso queste poche righe.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Dopo aver escluso cause fisiche, la decisione di affrontare le difficoltà attraverso una terapia si rivelerà sicuramente la strada migliore. Se vuole può darcene un riscontro fra qualche mese.

Saluti

MT
Salve. La quarantena è stata traumatica per molte persone, ma lei ha fatto la cosa migliore. Rivolgersi ad uno specialista Psicoterapeuta. Deve dare tempo alla terapia di fare il suo corso e troverà grande giovamento.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli Psicologo e Psicoterapeuta
Salve, innanzitutto è un bene che le visite mediche non abbiano evidenziato problemi fisici.
Da ciò che ha scritto deduco che probabilmente ha sofferto di qualche attacco di panico, quindi dovrebbe capire l'origine di questa sua ansia che la porta a star male.
Parli apertamente con il suo terapeuta, vedrà che con il tempo la situazione migliorerà.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, essendo già seguito da un collega mi sento di consigliarle di parlarne con lui e di capire effettivamente di cosa ha bisogno per stare meglio e ritrovare il suo benessere. Purtroppo l'emergenza sanitaria ha dato origine o acutizzato molti disturbi e disagi. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un saluto caro. Sara Strufaldi
Posso solo suggerirle come tanti miei colleghi di parlare apertamente e con fiducia al terapeuta che la segue. Ogni opinione esterna in corso di terapia potrebbe rappresentare motivo di inquinamento del suo percorso. Lo spazio terapeutico è un po' uno spazio sacro. Sia paziente e fiducioso, ne uscirà. Saluti
Salve, è opportuno dare il tempo al professionista di fare il suo lavoro.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo le sia di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo, si dia del tempo anche lei per entrare nella terapia. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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