Buongiorno da un periodo a questa parte non sto bene perchè credo di avere la derealizzazione perchè

24 risposte
Buongiorno da un periodo a questa parte non sto bene perchè credo di avere la derealizzazione perchè mi sento disconnesso dal mondo esterno, come se vedo tutto in lontananza, diverso, paura di impazzire, di avere deliri ecc,,, anche se come ho detto sono paure no convinzioni... però quello che vorrei chiedere oltre tutto quello che già ho scritto da qualche giorno mi e ritornata in mente la mia ex anche se giò a tanto che ci siamo lasciati circa 2 anni, che in quel periodo mi aveva lasciato per un'altro perchè essendo che io andavo poco da lei causa lavoro mi a lasciato per un'altro solo che ora mi e venuta nel pensiero che non accetto che stia con un'altro e che mi vengono film in testa di fare del male... volevo chiedere ma sono ossessioni tutto questo?
Dott.ssa Arianna Amatruda
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Buongiorno, da come descrivi, sembra che tu stia vivendo un insieme di sintomi legati all’ansia, tra cui la derealizzazione (sensazione di essere distaccato dalla realtà) e pensieri intrusivi. Parlane con un professionista che possa aiutarti a stare meglio.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con sincerità un vissuto che appare, già dalle sue parole, molto complesso e fonte di significativa sofferenza interiore. Da ciò che descrive, emerge con chiarezza un senso di distacco dalla realtà circostante che la destabilizza profondamente. Questo vissuto, che lei associa alla derealizzazione, può effettivamente essere collegato a stati ansiosi intensi o a condizioni di stress psico-emotivo prolungato. La sensazione che il mondo esterno appaia distante, quasi come se lo osservasse attraverso un filtro, è spesso accompagnata da una paura di perdere il controllo, di impazzire o di sviluppare una patologia mentale grave. Tuttavia, è importante sottolineare che la consapevolezza di provare queste paure come tali (e non come convinzioni) è un elemento clinicamente rilevante che va nella direzione opposta rispetto a un quadro psicotico. Nella mia esperienza, questo tipo di disturbi della percezione soggettiva possono essere affrontati con efficacia attraverso un lavoro psicoterapeutico strutturato, volto non solo a ridurre i sintomi ma anche a comprenderne la funzione e l’origine nel contesto della sua storia personale ed emotiva.

Per quanto riguarda i pensieri legati alla sua ex compagna, mi colpisce la sua lucidità nel riconoscere che si tratta di “film mentali” e non di un’intenzione concreta. Lei sembra molto consapevole della distanza tra ciò che immagina e ciò che farebbe davvero. Questo tipo di pensieri, se percepiti come intrusivi, non desiderati e fonte di disagio, potrebbero essere inquadrati come ossessioni, ovvero come parte di un’esperienza ansiosa che tende a scaricarsi su temi sensibili della propria vita affettiva. Non è raro, in situazioni di forte stress o disagio interiore, che la mente riproponga figure significative del passato (come una relazione conclusa in modo doloroso) per esprimere emozioni complesse che magari in quel momento non trovano altro canale di espressione. I pensieri aggressivi, anche se inquietanti, non necessariamente indicano un pericolo o una volontà reale di agire: spesso sono il riflesso di una rabbia repressa, di un senso di ingiustizia o di un dolore mai pienamente elaborato. Il fatto che lei stia cercando un chiarimento e non agisca su questi pensieri è un ulteriore segnale di consapevolezza e responsabilità.

Nel mio lavoro ho potuto constatare quanto sia fondamentale non restare soli con questo tipo di vissuti. Un percorso psicoterapeutico, soprattutto se orientato all’integrazione tra l’aspetto emotivo e quello cognitivo, può offrirle uno spazio protetto dove esplorare il significato più profondo del disagio che prova, riconoscere i fattori scatenanti, e costruire strategie di gestione più funzionali. Il dolore per una relazione finita, unito a un senso di disconnessione dal presente, può indicare il bisogno di elaborare una ferita affettiva e di ritrovare un senso di continuità nella propria identità emotiva.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, grazie per la sua confidenza strettamente delicata. Magari è un periodo più stressante per lei, con un sovraccarico di pensieri, e tende a rifugiarsi nel passato. Le andrebbe di approfindire meglio sul come si sente a riguardo? Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Maria Aurora Farris
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, innanzitutto desidero ringraziarla per aver condiviso qualcosa di così delicato. Capisco quanto possa essere spaventoso ciò che sta vivendo, ma vorrei rassicurarla: questi sintomi hanno un significato, e non è sol*.
La derealizzazione che descrive, quel sentirsi disconnesso dalla realtà, come se il mondo attorno fosse ovattato, distante o "finto", è un sintomo che compare spesso nei momenti di forte stress o ansia. È un meccanismo che la mente mette in atto per difendersi da un carico emotivo troppo elevato. Anche se la sensazione può far paura, le assicuro che non è pericolosa e soprattutto non significa che sta impazzendo.
Il fatto che lei sia consapevole del suo stato, che percepisca questi pensieri come disturbanti e non li desideri davvero, è un elemento molto importante: indica che mantiene un buon contatto con la realtà e che è lucid*.
Per quanto riguarda i pensieri legati alla sua ex compagna, è del tutto comprensibile che in un momento di maggiore vulnerabilità riemergano ricordi o ferite non del tutto elaborate. Ma è fondamentale chiarire che non sono espressione del suo reale desiderio, né definiscono chi è.
Desidero concludere dicendole questo: lei non è i suoi pensieri, e ciò che sta vivendo non è una condanna, ma un segnale che qualcosa dentro di sé ha bisogno di essere ascoltato, compreso e accolto con rispetto.
Se desidera, possiamo anche definire insieme qualche piccolo passo pratico da fare per iniziare a stare meglio.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Feliciano Lizzadro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Potenza
Buongiorno, questi pensieri di cui parla andrebbero compresi e valutati avvalendosi di una consulenza specialistica di uno psicologo. Probabilmente questi pensieri si stanno manifestando in questo momento della sua vita perchè forse si trova in una fase di maggiore stress. Approfondisca la situazione con fiducia e determinazione. Le auguro ogni bene. Dott. Feliciano Lizzadro
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bruino
Buongiorno,
quello che descrive — la sensazione di essere disconnesso dalla realtà, la paura di impazzire, i pensieri ricorrenti e disturbanti — può rientrare in un quadro di tipo ansioso-ossessivo, ma è importante non fare autodiagnosi. La derealizzazione, ad esempio, può essere un sintomo transitorio legato a periodi di forte stress o ansia, e spesso spaventa proprio perché ci fa sentire "fuori posto" rispetto alla realtà.
Anche i pensieri intrusivi legati alla sua ex — inclusi quelli che la turbano e che riconosce come inaccettabili o disturbanti — potrebbero avere una natura ossessiva. La cosa importante è che lei distingue chiaramente tra pensiero e azione, tra paura e convinzione. Questo è un segnale importante di consapevolezza.
Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta, meglio se con esperienza nei disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi. Un percorso professionale potrà aiutarla a comprendere meglio cosa le sta succedendo e darle strumenti concreti per ritrovare stabilità e sicurezza.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Gentile utente, molto probabilmente è ritornata in mente la sua ex perché con lei avrà vissuto emozioni positive ed è un modo per cercare di trovare conforto in un momento per lei delicato e sofferente. Potrebbe iniziare un percorso psicologico per capire la natura dei suoi turbamenti psicofisici. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta
E' difficile e pericoloso fare diagnosi specifiche sulla base di poche informazioni e soprattutto mai fare auto-diagnosi, in nessun caso e mai per quanto riguarda la salute mentale. Ti consiglio di razionalizzare i tuoi pensieri, mettere distanza mentale tra te e la tua ex, essendo un fatto datato e riflettere su quanto questi pensieri siano o meno un modo per allontanarti dal presente. Consiglio un colloquio con uno specialista, così da poter avere un miglior feedback e trovare insieme un modo adeguato per ritornare a sentire una autentica connessione con te stesso!
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno, sarebbe utile valutazione psichiatrica.
Potrebbe suggerire terapia farmacologia. Ridurrebbe i pensieri ricorsiva però suggerisco di associare terapia psicologica. A tempo debito potrebbe ridurre eventuale terapia farmacologica ma soprattutto potrebbe comprendere meglio l'origine dei suoi sintomi.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, da quanto descrive, è possibile che stia vivendo un episodio di derealizzazione, una condizione che può manifestarsi in momenti di forte stress o ansia, creando una sensazione di distacco dalla realtà. Questo può essere associato a sensazioni di paura, come quella di perdere il controllo o temere di "impazzire", ma è importante sottolineare che queste paure, seppur intense, non corrispondono necessariamente alla realtà.Per quanto riguarda il pensiero ossessivo che ha riguardo la Sua ex, potrebbe trattarsi di un processo di elaborazione emotiva non ancora completamente risolto. Quando ci sono emozioni non gestite o conflitti irrisolti, la mente tende a riproporre questi pensieri in maniera ripetitiva, come una forma di "fissazione". La visione di voler fare del male, pur essendo un pensiero che crea preoccupazione, non implica necessariamente che lei abbia intenzione di agire concretamente in tal senso. Tuttavia, è fondamentale esplorare questi pensieri con calma per comprenderne l'origine e trovare strategie per gestirli.
In terapia, potrebbe così lavorare su questi temi, cercando di identificare le cause sottostanti, come la paura dell'abbandono, la rabbia o il dolore non elaborato dalla fine della relazione. Potremmo anche esplorare tecniche di rilassamento e consapevolezza per aiutarla a ridurre la derealizzazione e migliorare la connessione con il presente. Se i pensieri ossessivi dovessero risultare particolarmente disturbanti o se la derealizzazione dovesse persistere, Le consiglierei di approfondire questi aspetti attraverso un percorso psicoterapeutico, che potrebbe supportarLa nel ritrovare il benessere e la serenità.Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, sono a disposizione.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La sensazione di sentirsi disconnesso dalla realtà, come se tutto fosse lontano o irreale, è un’esperienza che molte persone descrivono in momenti di forte stress o ansia. La derealizzazione, infatti, è spesso un meccanismo di difesa del nostro cervello, che in situazioni di sovraccarico emotivo tende a “staccare la spina” per proteggerci da pensieri o emozioni troppo intensi. È comprensibile quindi che, insieme a questo stato di distacco, possano emergere paure di perdere il controllo o di impazzire. Si tratta di timori molto comuni tra chi sperimenta ansia elevata: è importante ricordare che la paura di avere un delirio non significa affatto che lei stia per svilupparne uno, ma solo che la mente, in questo momento, è come se fosse intrappolata in un circolo di allarmi e preoccupazioni. Riguardo ai pensieri legati alla sua ex, è molto utile che lei abbia scritto che si tratta di immagini intrusive, come dei “film” mentali, più che di reali intenzioni. Quando si vivono emozioni forti come rabbia, dolore o frustrazione per una relazione finita in modo doloroso, è possibile che la mente generi pensieri aggressivi o violenti. Questo non significa che lei abbia davvero il desiderio di fare del male, ma che quei pensieri sono espressione di una sofferenza ancora viva e forse mai del tutto elaborata. In ambito cognitivo-comportamentale parliamo proprio di ossessioni quando questi pensieri si presentano in modo ripetitivo, indesiderato, intrusivo e creano disagio o senso di colpa. Il fatto che lei ne parli come di qualcosa che la spaventa e che non riconosce come parte della sua volontà è già un segnale che non si tratta di intenzioni reali, ma di fantasie disturbanti che hanno bisogno di essere comprese, non temute. Un passaggio importante ora potrebbe essere lavorare con uno specialista per imparare a osservare questi pensieri per quello che sono: semplici eventi mentali, non ordini da eseguire. Le ossessioni, infatti, spesso si alimentano proprio della paura e dei tentativi di scacciarle: più si cerca di non pensarci, più tornano con forza. Allo stesso tempo, è importante dare uno spazio di elaborazione anche alle emozioni di rabbia, rifiuto e ingiustizia legate alla fine della relazione. Spesso sono ferite che, se ignorate, tornano a galla in modi indiretti, come appunto immagini o fantasie spiacevoli. Se non lo sta già facendo, la invito a parlarne apertamente con uno psicologo: potrà trovare strategie concrete per gestire l’ansia, affrontare la derealizzazione e distinguere la realtà dai pensieri intrusivi, riportando la mente in uno stato di maggiore calma e presenza. Non rimanga solo in questo: ci sono strumenti e percorsi efficaci che possono aiutarla a ritrovare lucidità e sollievo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno gentile utente,
posto che compiere una diagnodi per e-mail, è un azzardo ed un errore, poichè manca lo spazio per un correto approfondimento clinico, i sintomi che descrive sono compatibili con un quadro ansioso-ossessivo, con le relative somatizzazioni. Generalmente se trattato con psicoterapia, rientra in una condizione di assoluta normalità ed equilibrio psicofisico, in tempi brevi.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelii
Salve probabilmente lei non ha interrozzato e elaborato bene separazione con la sua ex vicissitudini, che non conosciamo, hanno causato in lei uno stress tale per cui determinati eventi sfociano in pensieri ossessivi un colloquio mirato una valutazione clinica con test specifici possono definire lo stato del suo problema attraverso anche tecniche specifiche di rilassamento antistress e' possibile che questa senza di disconnessione col mondo esterno possa essere ripristinato attraverso un contatto con il suo invece interno. Per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi,
Saluti.
Dott.ssa Silvia Ferraro
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Faenza
Buongiorno,
quello che descrive ovvero il senso di disconnessione dalla realtà, la paura di impazzire, i pensieri ricorrenti legati alla sua ex e le immagini intrusive, può rientrare in un quadro di ansia associata a sintomi dissociativi e a pensieri ossessivi. Le ossessioni, infatti, sono pensieri o immagini mentali intrusivi, non desiderati e difficili da controllare, che spesso generano molta angoscia proprio perché sono in contrasto con ciò che si sente o si desidera davvero.
È importante sottolineare che avere pensieri aggressivi o disturbanti non significa volerli realmente mettere in atto: molte persone con sintomi ossessivi sperimentano contenuti mentali che li spaventano, ma che non riflettono le loro vere intenzioni o la loro identità.
La derealizzazione, inoltre, può essere una risposta del nostro sistema psicofisico allo stress o a un malessere emotivo persistente, come un meccanismo di difesa per distaccarsi da ciò che fa soffrire.
Le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo per poter esplorare in modo più profondo ciò che sta vivendo e trovare insieme strategie per gestire ansia, pensieri ricorrenti e vissuti legati al passato.
Riconoscere il proprio disagio è già un passo importante verso il cambiamento.
Un percorso di supporto può davvero aiutarla a ritrovare equilibrio e benessere.
Resto a disposizione se desidera approfondire.
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza) 12 luglio 2025.
Sentirsi disconnessi dal mondo, come se tutto fosse distante o sfalsato, accompagnato da paure di impazzire o di perdere il controllo, è spesso il segnale di un nervosismo profondo e prolungato — non necessariamente di una malattia mentale.

In questi casi, il pensiero ricorrente verso una relazione passata non è per forza un’ossessione, ma può diventare una valvola psichica: un modo per dare un volto e un nome al dolore. La mente lo fa per reggere meglio qualcosa che non riesce ancora a dire apertamente.

Lei stesso dice che non sono convinzioni, ma paure che le fanno visita. È una differenza importante: vuol dire che una parte sana in lei è ancora presente, osserva, resiste, e sta chiedendo aiuto.

Ma la domanda vera è:
riesce a rilassarsi davvero?
Si dà degli spazi solo suoi? Respira a fondo, dorme bene?

Se non riesce — e forse è così — allora non deve combattere la mente, ma aiutare il corpo a fidarsi del riposo.
La qualità del riposo dipende dalla fiducia.
E la fiducia si coltiva solo se si smette di combattere tutto, sempre.

In sintesi?
Non è la mente da correggere:
è lo stile di vita da cambiare.
Con rispetto, con pazienza. Ma anche con chiarezza.

Vuole un metodo semplice per iniziare?
Le propongo una breve pratica da fare ogni volta che sente il bisogno di spazio interiore.
Non si sforzi: la faccia solo finché le viene naturale.
Sieda in una posizione comoda, con la schiena eretta, le mani sulle ginocchia, il capo allineato, gli occhi chiusi.
Rilassi tutto il corpo in questa posizione: stabile ma non rigida.
Porti poi l’attenzione a ciò che la circonda:
i suoni, gli odori, il contatto del corpo con la sedia o il pavimento.
Riconosca la sua presenza nello spazio.
Non giudichi. Non cerchi nulla.
Sia solo testimone:
dei suoni, del respiro, del fatto stesso che sta ascoltando.
Anche due minuti bastano per iniziare.
Sono Francesco Coppola, psicologonapoli.org, psicologo e psicoterapeuta.
Ricevo a Napoli (in presenza) oppure online in tutta Italia.
Per ulteriori informazioni su di me, sul mio metodo e sui miei scritti, può visitare il mio Profilo su MioDottore o il mio sito personale.
Dott.ssa Paola Marinelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Tivoli
Buonasera, i disturbi di ansia si manifestano con pensieri intrusivi e derealizzazione. le consiglio di iniziare una terapia quanto prima, buona serata. dott.ssa paola marinelli
Gentile utente,
quello che descrive è un momento di grande confusione e sofferenza, in cui si mescolano ansia intensa, senso di disconnessione dalla realtà (derealizzazione) e pensieri disturbanti che la turbano profondamente. Il fatto che lei riesca a riconoscere queste sensazioni come paure e non convinzioni è un segnale importante di consapevolezza, e questo è già un primo passo significativo.

Il ritorno di pensieri legati alla sua ex, unito all’emergere di immagini aggressive, può essere collegato a ferite emotive ancora aperte, a traumi non elaborati o a bisogni profondi che stanno cercando di emergere. Non si tratta di "essere sbagliati", ma di portare attenzione e cura a qualcosa che dentro di sé sta chiedendo ascolto, comprensione, contenimento.

È molto difficile, se non impossibile, dare un’interpretazione chiara e completa solo da questo breve racconto. Tuttavia, proprio perché ci sono pensieri che la spaventano e la disorientano, le suggerisco di non affrontare tutto da solo, ma di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta che possa aiutarla a capire meglio cosa sta accadendo, ridurre l’ansia, e ritrovare sicurezza dentro e fuori di sé.

A volte il malessere psicologico si esprime anche con immagini intrusive, aggressive o surreali, che non significano che vogliamo davvero fare del male, ma che stanno indicando un disagio da accogliere e trasformare, non da temere o reprimere da soli.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
Dr. Federico Alunni
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buona sera. Grazie per la sua condivisione. Capisco quanto possa essere difficile convivere con queste paure, soprattutto in un periodo in cui riemergono vecchie dinamiche.
Da quello che scrive sembra che qualcosa abbia riattivato l'esperienza che ha avuto con la sua ex, quindi magari si interroghi su cosa. E soprattutto se questa sua precedente relazione ha ancora un impatto nella sua quotidianità. Le fasi successive ad un amore che finisce sono esattamente come le celebri fasi di un lutto, teorizzate da Kübler-Ross. Sono fasi che non possono essere sostituite o "saltate", vanno quindi affrontate.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, potrebbero essere pensieri ossessivi ma non è possibile fare diagnosi senza una visita. Io le suggerisco di contattare uno psicoterapeuta per una diagnosi e un aiuto che possa alleviare questo stato di malessere, anche per evitare che i sintomi peggiorino.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore, le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire attraverso l'ausilio combinato di farmacoterapia e psicoterapia, la prima sin tanto che i sintomi si esprimeranno in una forma acuta, la seconda affinché possa con il tempo guardare ad un benessere più a lungo termine. Contatti quanto prima uno specialista ed inizi un percorso di psicoterapia, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Fiordalisa Melodia
Psicologo clinico, Psicologo
Capaci
Gentile utente, grazie innanzitutto per aver condiviso la sua sofferenza, non è facile. Purtroppo non è semplice determinare se quello che lei riferisce sia effettivamente ossessioni o un altro tipo di manifestazione sintomatica. Le suggerisco di intraprendere un percorso terapeutico per approfondire questi suoi pensieri e poter lavorarci per gestire al meglio la sua sofferenza. Cordialmente, dr.ssa Melodia
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
quello che descrive è un intreccio complesso di vissuti profondi: da un lato, la sensazione di distacco e paura che la spinge a domandarsi se stia “impazzendo”; dall’altro, il ritorno di pensieri legati a un legame passato, accompagnati da immagini e impulsi che la spaventano.
Il fatto che lei riconosca queste esperienze come paure e non come convinzioni radicate indica una presa di distanza importante: lei è consapevole che quei pensieri non la rappresentano realmente, ma sono intrusi, invasivi. Questo è un segnale che la sua mente sta cercando di gestire un conflitto emotivo che forse non ha ancora trovato modo di elaborare.
Forse il distacco dal mondo e il disagio fisico che avverte sono collegati a ciò che ancora non è stato “chiuso” dentro di lei, a quel rancore e quella sofferenza legati alla perdita e al tradimento. Quei “film” mentali che la turbano non sono altro che segnali di un dolore che reclama ascolto, più che azioni concrete.
La domanda che può iniziare a farsi è:
“Cosa sto cercando di proteggere o nascondere dentro di me, in mezzo a queste paure e immagini?”
Accogliere questa domanda senza giudizio può essere l’inizio di una strada nuova.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
i pensieri che descrive — sia quelli di paura di impazzire sia quelli legati alla sua ex — sembrano rientrare nella categoria dei pensieri intrusivi, cioè immagini o idee improvvise e indesiderate che generano forte ansia o disagio, ma che non rappresentano un reale desiderio o intenzione.
La caratteristica principale è proprio quella che lei ha notato: non sono convinzioni, ma pensieri che “arrivano” e che la spaventano. È la reazione di paura e di rifiuto che li fa diventare più frequenti e intensi.
Spesso questo tipo di contenuti emerge quando c’è un forte stato di tensione o derealizzazione: la mente, già sovraccarica, produce scenari estremi per cercare di dare senso all’ansia che prova.
Non significa che lei voglia davvero fare del male, ma che in questo momento la sua mente sta esprimendo la paura del perdere il controllo. Un percorso psicologico può aiutarla a gestire l’ansia e a ridurre la forza di questi pensieri, imparando a riconoscerli per ciò che sono: solo pensieri, non intenzioni.

Dott.ssa Sara Petroni

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.