Buongiorno allora da circa 1 mesetto quasi ho dei sintomi come disconesso, che vedo la mia stanza di

24 risposte
Buongiorno allora da circa 1 mesetto quasi ho dei sintomi come disconesso, che vedo la mia stanza diversa, oppure che non mi riesco a concentrare ecc, in tutto questo io sono in cura con il daparox da 12 anni con il mio medico di base quindi mai andato da un psichiatra, quello che vorrei chiedere in questo post possono essere effetti collaterali del farmaco se si quando dovrebbero scomparire del tutto questi effetti collaterali? o meli porto fino a quando non tolgo del tutto il farmaco? un'ultima cosa prima di avere questi sintomi il farmaco lo avevo abbandonato per 4 giorni di seguito non so se la causa e stata anche questa... in tutto questo da 1 mese lo sto prendendo di nuovo tutti i giorni ma ancora i sintomi ci sono... dopo la cosa strana se mi distraggo che non penso hai sintomi sembra che non ne ho appena mi focalizzo ecco che compaiano non capisco neanche questa cosa..
Dott.ssa Marina Cacchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Grosseto
Buongiorno, il suo è un farmaco antidepressivo lo prende poiché ha sofferto di sintomi depressivi? Ne soffre ancora?. Sarebbe importante effettuare una valutazione con uno psichiatra, in quanto l’assunzione di questo tipo di farmaci va monitorata e soprattutto non è adatta ad essere presa per lungo tempo, a maggior ragione se non c’è una prescrizione di uno specialista come uno psichiatra dietro. Può chiedere al medico di base di prescriverle un primo colloquio psichiatrico in cui poter chiarire i suoi dubbi ed eventualmente rivedere la terapia farmacologica. Se i sintomi depressivi e dissociativi persistono può pensare anche ad un percorso psicologico, per capirne la natura e trovare strategie di gestione al fine di migliorare il suo benessere psico-fisico.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Laura Manzini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Magenta
Buongiorno. La sensazione di disconnessione, di percezione alterata dell’ambiente e di difficoltà di concentrazione può avere diverse origini ed il fatto che sembri attenuarsi quando si distrae è un elemento significativo su cui riflettere.

Da una prospettiva adleriana, il nostro stato emotivo e il nostro modo di percepire la realtà sono profondamente intrecciati al contesto di vita e alle dinamiche interiori. A volte, sintomi come quelli che descrive possono emergere in momenti in cui qualcosa dentro di noi sta cercando di comunicarci un disagio più profondo, magari legato a un cambiamento, ad un conflitto interiore o a una fase di transizione personale. L’attenzione che il suo pensiero focalizza sui sintomi potrebbe amplificarne la percezione, un meccanismo molto comune nei disturbi d’ansia e nei fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione.

Dal punto di vista neuroscientifico, è noto che l’interruzione improvvisa di un farmaco che agisce sulla neurochimica cerebrale può generare una serie di sintomi transitori, a volte anche protratti. Tuttavia, non è possibile stabilire con certezza se ciò che sta sperimentando sia legato esclusivamente alla sospensione temporanea o ad altri fattori, tra cui aspetti psicologici o biologici. Ogni sistema nervoso ha una sua specificità e il modo in cui si adatta a una sostanza (o alla sua temporanea mancanza) può variare.

Ciò che è certo è che ha già fatto un passo importante nel porre attenzione a ciò che sta accadendo dentro di lei. Un confronto con uno specialista, come uno psichiatra o uno psicoterapeuta, potrebbe aiutarla a comprendere meglio l’origine di questi sintomi e a individuare strategie più mirate per affrontarli. Nel frattempo, provi a esplorare strategie di regolazione attentiva, come tecniche di grounding o esercizi di consapevolezza corporea, che possono aiutare a ridurre la sensazione di disconnessione. L’attività fisica, la routine strutturata e il contatto con le proprie passioni sono alleati preziosi per riportare equilibrio alla percezione di sé e del mondo circostante.

Se dovesse sentire che questi sintomi stanno compromettendo in modo significativo la sua qualità di vita, non esiti a chiedere supporto a un professionista. A volte, un semplice confronto può fare una grande differenza nel ritrovare stabilità e serenità.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
Quello che descrivi potrebbe essere legato a vari fattori, tra cui gli effetti del farmaco, il suo interruparsi per qualche giorno e le reazioni psicologiche che ne sono derivate. Il Daparox (paroxetina) è un antidepressivo che agisce sul sistema nervoso centrale e può provocare effetti collaterali, soprattutto all'inizio del trattamento, con cambiamenti nel dosaggio o durante un'interruzione improvvisa.
Il fatto che tu abbia interrotto il farmaco per 4 giorni potrebbe aver causato una temporanea alterazione nel tuo equilibrio psicologico e fisico, e i sintomi che descrivi (disconnessione, difficoltà di concentrazione, alterazioni nella percezione della stanza e dei tuoi pensieri) potrebbero essere la conseguenza di un effetto di astinenza o di una temporanea difficoltà nel riprendersi dal farmaco. Non è raro che i sintomi migliorino quando ti distrai, mentre si ripresentano quando ti concentri su di essi, poiché la mente tende a focalizzarsi su ciò che la preoccupa maggiormente, innescando un circolo vizioso di ansia o auto-monitoraggio.
Il tempo che impiega il farmaco a ristabilire il suo pieno effetto dipende da vari fattori, tra cui la tua risposta individuale al trattamento. A volte, possono essere necessarie alcune settimane per ritrovare il livello di stabilità. Tuttavia, se i sintomi persistono o peggiorano, è importante parlarne con il tuo medico, soprattutto considerando che il trattamento antidepressivo va sempre monitorato con attenzione, e talvolta una valutazione psichiatrica più approfondita potrebbe essere utile per comprendere meglio la situazione.
Ti consiglio di continuare a monitorare come ti senti, ma di cercare il supporto di un professionista che ti possa aiutare a gestire i sintomi in modo più mirato, anche per esplorare eventuali strategie psicologiche che possano accompagnare il trattamento farmacologico.
Resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento o supporto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

I sintomi che descrive, come la sensazione di disconnessione, difficoltà di concentrazione e percezione alterata dell’ambiente, possono avere diverse cause. L'interruzione improvvisa del Daparox (paroxetina) per alcuni giorni potrebbe aver influito, poiché sospendere bruscamente un farmaco di questa categoria può provocare sintomi da sospensione, che in alcuni casi possono durare diverse settimane anche dopo la ripresa del trattamento.

Inoltre, la paroxetina, come tutti gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), può avere effetti collaterali che includono sintomi cognitivi e dissociativi, ma per valutare se ciò che sta sperimentando sia dovuto al farmaco, alla sua sospensione o a un altro fattore sottostante, sarebbe opportuno rivolgersi a uno specialista. Un medico psichiatra potrebbe aiutarla a comprendere meglio la situazione e valutare l’eventuale necessità di modifiche nel trattamento.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Chiara Perugini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
È difficile affermare con certezza che i sintomi da lei provati siano strettamente collegati all'uso del farmaco. Ció che mi sorprende é che i sintomi siano presenti solo da un mese mentre il farmaco lo prende da 12 anni. Mi chiedo maggiormente cosa stia accadendo nella sua vita negli ultimi tempi.
Dott. Sasha Mattia Criscuolo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, da ciò che scrive sembra che lavorare sulla capacità di orientare la propria attenzione e di capire come sfruttarla invece di subirne gli effetti potrebbe aiutarla molto. Prenda in considerazione la possibilità di seguire un percorso psicologico che l'aiuti ad acquisire gli strumenti utili a gestire i sintomi di cui scrive.
Buona giornata
Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Bollate
Buongiorno, la paroxetina che assume (dopradex) è un inibitore della ricaptazione della serotonina solitamente usato per ansia, depressione, attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress. Non specifica nel suo post la motivazione per cui la assume, dice tra l'altro che è stata prescritta dal medico di base e non dallo psichiatra. Ad ogni modo la sospensione e la brusca interruzione di questo farmaco è sconsigliata. Occorre procedere con una riduzione progressiva. Da quello che scrive sembra che invece abbia forse fatto un po da solo nella gestione delle dosi e questo sicuramente può portare a sintomi paradosso. I sintomi da sospensione possono essere capogiri, disturbi sensoriali, ansia, agitazione e anche confusione (come da lei riportato " disconnesso, vedo la mia stanza diversa e difficoltà a concentrarsi".
Rispetto al fatto che se pensa ad un sintomo lo percepisce, Nei limiti di un consulto online le confermo che può accadere perché la nostra attenzione si va selettivamente a concentrare su qualcosa a cui stiamo pensando e quindi ci sembra che il sintomo si ripresenti.
Si tratta di autosuggestione in qualche modo, a forza di pensare ad un sintomo o dolore questo alla fine si presenta davvero.
In Psicologia viene chiamata "profezia che si autorealizza" .
Suggerirei un sostegno psicologico oltre che farmacologico: solitamente l'approccio combinato ha maggiori possibilità di essere efficace.
Un caro saluto
Dott.ssa Valeria C.Paradiso
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive potrebbe essere legato a diversi fattori, tra cui la sospensione improvvisa del farmaco per alcuni giorni e la successiva ripresa. Interrompere bruscamente un trattamento con il Daparox, o con altri farmaci della stessa classe, può portare a sintomi di sospensione, che in alcuni casi possono persistere anche dopo la ripresa regolare dell'assunzione. Inoltre, la sensazione di disconnessione, la difficoltà di concentrazione e la percezione alterata dell’ambiente possono essere influenzate sia dalla componente farmacologica sia da aspetti psicologici, come l’ansia o la tendenza a monitorare costantemente i sintomi.

Il fatto che quando si distrae i sintomi sembrino attenuarsi e che invece riaffiorino quando vi presta attenzione potrebbe indicare un meccanismo ansioso. Spesso, quando si è molto concentrati sul proprio stato fisico e mentale, si tende a percepire le sensazioni in modo amplificato, alimentando un circolo di preoccupazione e disagio.

Considerato che sta assumendo questo farmaco da molti anni senza un confronto con uno specialista, potrebbe essere utile valutare la situazione con uno psichiatra. Un professionista potrebbe aiutarla a comprendere se i sintomi siano un effetto della ripresa del farmaco, una manifestazione d’ansia o un segnale che il trattamento necessita di un aggiustamento. Rivolgersi a uno specialista potrebbe offrirle maggiore chiarezza e un percorso terapeutico più mirato, in modo da gestire al meglio il suo benessere psicologico.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Valentina Battisti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, l'ideale è che lei faccia una visita psichiatrica, lo psichiatra è lo specialista dell'organo cervello e conosce bene il funzionamento e l'effetto dei farmaci. Il "fai da te" in questi casi non è proprio consigliabile. I sintomi di derealizzazione che ha, potrebbero essere dovuti al farmaco, alla sospensione arbitraria del farmaco o essere legata a qualcosa di psicologico. Cordiali saluti
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un consulto da uno psichiatra, più competente del medico curante in ambito di psicofarmaci e un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, comprendo bene la sua preoccupazione e il disagio che sta vivendo in questo periodo. La sensazione di sentirsi "disconnesso", di percepire l’ambiente in modo diverso e di avere difficoltà di concentrazione può essere molto destabilizzante, soprattutto quando questi sintomi persistono nel tempo. Rispondendo alla sua domanda riguardo al farmaco, il Daparox è un antidepressivo che agisce sulla serotonina e, come tutti gli psicofarmaci, la sua sospensione improvvisa può causare effetti collaterali o sintomi da sospensione. Interromperlo bruscamente, anche solo per quattro giorni, può effettivamente aver influito sul suo stato attuale, causando un "effetto rimbalzo" o un’alterazione momentanea dell’equilibrio chimico nel cervello. Quando si riprende l’assunzione regolare dopo un’interruzione, possono volerci diverse settimane prima che il corpo e la mente si stabilizzino completamente. È quindi possibile che i sintomi che sta avvertendo siano legati a questo scompenso, ma non è l’unica possibilità. Dal momento che assume questo farmaco da 12 anni senza un monitoraggio psichiatrico, sarebbe importante valutare con un professionista se la sua attuale terapia è ancora adatta alle sue esigenze. La paroxetina, come ogni antidepressivo, può nel tempo perdere efficacia, e in alcuni casi potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose o un cambio di trattamento. Un medico psichiatra potrebbe aiutarla a capire se questi sintomi sono effetti collaterali persistenti, sintomi da sospensione, oppure segni di una sottostante condizione che richiederebbe un diverso approccio terapeutico. Un aspetto molto interessante che lei ha descritto è il fatto che quando si distrae dai sintomi, questi sembrano ridursi o scomparire, mentre quando ci pensa, tornano a farsi sentire. Questo è un fenomeno ben noto in psicologia e si collega al meccanismo dell’attenzione selettiva: più ci si concentra su un sintomo, più lo si percepisce in modo intenso. È un meccanismo simile a quello che accade quando, ad esempio, ci si focalizza sul battito cardiaco e all’improvviso sembra più accelerato o irregolare. Questo non significa che i suoi sintomi non siano reali, anzi, ma che la loro intensità potrebbe essere amplificata dal processo di attenzione e dall’ansia che ne deriva. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, questo tipo di percezione alterata può essere legata a uno stato di ipervigilanza, in cui la mente, preoccupata dai sintomi, li monitora continuamente, mantenendoli in primo piano. In questi casi, strategie di gestione dell’ansia, tecniche di rilassamento e di grounding (ad esempio focalizzarsi sui cinque sensi per ritornare al "qui e ora") possono aiutare a ridurre la sensazione di disconnessione. Le consiglio di parlarne con un medico specialista, perché solo attraverso una valutazione più approfondita si può stabilire con certezza se questi sintomi siano effetti collaterali del farmaco, sintomi d’ansia o una combinazione di entrambi. Se questi sintomi persistono da un mese nonostante la ripresa regolare del farmaco, è un segnale che merita attenzione e approfondimento. Nel frattempo, può provare a osservare in quali situazioni i sintomi peggiorano o migliorano, annotare se ci sono momenti della giornata in cui si sente meglio e se determinate attività lo aiutano a sentirsi più connesso con la realtà. Tutte queste informazioni possono essere utili per il medico nel definire il quadro generale. So che affrontare questi sintomi può essere frustrante e faticoso, ma con il giusto supporto e le strategie adeguate è possibile ridurre il disagio e ritrovare un equilibrio. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno. Sarebbe il caso di fare una valutazione neuropsicologica e di prendere contatti con uno psichiatra che possa seguirla con maggiore professionalità. Prendere la paroxetina per 12 anni senza un vero obiettivo terapeutico non mi sembra una strategia efficace. Queste "disconnessioni" di cui parla potrebbero anche rientrare nel suo quadro psicologico.
Ovviamente, sarebbe molto utile una terapia psicologica.
Dott.ssa Gessica Turiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Buongiorno,
la inviterei a recarsi da uno psichiatra di fiducia che valuterà la terapia farmacologica più indicata per lei. Tenga presente che il daparox è un farmaco antidepressivo e, i medici di medicina generale, non posseggono una competenza psichiatrica. Dopo aver fatto questo passaggio, può rivolgersi a uno psicoterapeuta che la aiuterà a stabilizzare nel tempo gli effetti del farmaco. Auguri per la sua vita,
Dott.ssa G.T.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. In prima battuta le suggerirei di sottoporre la sua situazione con il farmaco ad uno psichiatra, in modo che possa seguirla in modo più mirato, per quello che riguarda dosaggio, somministrazione e gestione degli effetti collaterali. Lo psichiatra potrà anche aiutarla a capire se sia il caso di cominciare un percorso psicologico, che possa aiutarla a gestire questi sintomi anche e innanzitutto da un punto di vista psicologico. Se avesse bisogno di ulteriore supporto resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Sara Dassiè
Psicologo, Psicologo clinico
Codognè
Gentile utente, capisco quanto questi sintomi possano essere destabilizzanti e comprendo la sua preoccupazione. Da quello che descrive, la sensazione di "disconnessione" e la percezione alterata dell'ambiente potrebbero rientrare in un quadro di derealizzazione o depersonalizzazione, fenomeni spesso associati a stati d’ansia o a variazioni nell'assunzione di farmaci antidepressivi come il Daparox (paroxetina).

L'interruzione improvvisa del farmaco per 4 giorni potrebbe aver influito sui sintomi che sta avvertendo. La paroxetina ha un'emivita breve, il che significa che l’organismo può avvertire cambiamenti significativi nel giro di pochi giorni in caso di sospensione improvvisa, con sintomi come quelli che descrive. Inoltre, la ripresa del farmaco potrebbe aver richiesto tempo per ristabilizzare il suo equilibrio neurochimico.

Il fatto che i sintomi sembrino diminuire quando è distratto suggerisce che l'ansia possa avere un ruolo importante nel loro mantenimento. Spesso, più si presta attenzione a un sintomo, più questo viene amplificato dalla mente.

Tuttavia, dato che assume il farmaco da molti anni senza supervisione specialistica, io le CONSIGLIO VIVAMENTE un consulto con uno psichiatra. Lo specialista potrebbe valutare se questi sintomi siano legati al farmaco, a una fase di adattamento dopo l’interruzione, o a un sottostante stato ansioso che potrebbe necessitare di un diverso approccio terapeutico.

Se sente che questi sintomi stanno influenzando la sua qualità di vita, può essere utile anche un supporto psicologico per gestire l’ansia e comprendere meglio le dinamiche che contribuiscono a queste sensazioni.

Resto a disposizione,
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Dott.ssa Martina Cremanti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Gentile utente,
alla luce di quanto racconta, le suggerirei una visita con uno psichiatra, che in quanto specialista le saprà dare tutte le indicazioni necessarie sulla terapia farmacologica. Potrebbe essere utile comprendere se, in questo momento di vita, quel farmaco è ancora adatto, se proseguire e con quali modalità. Ad ogni modo, se si scegliesse di sospendere la terapia, il farmaco va sempre scalato gradualmente.
Un saluto
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Gentile utente se finora non e' mai andato da uno psichiatra o neurologo ,ora e' il momento di farlo. Scegliendo uno specialista, magari con l'aiuto del suo medico curante ,lei puo' avere molti benefici sui suoi disturbi. Lasci stare i pregiudizi sui medici della salute mentale e si concentri sui suoi disturbi ,che possono essere adeguatamente curati.
Resto a disposizione per qualsiasi aiuto o chiarimento e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Dott.ssa Priscilla Carli
Psicologo, Psicologo clinico
Guidonia Montecelio
Gentilissimo, le consiglio di rivolgersi prima possibile ad uno psichiatra: saprà darle tutte le informazioni riguardo agli effetti collaterali del farmaco che assume o se la comparsa dei sintomi può dipendere dall'interruzione del farmaco. Inoltre, non è consigliato assumere farmaci di questo tipo sotto prescrizione del medico di base, è necessario che lei si rechi da uno psichiatra con il quale possa valutare, eventualmente, anche la possibilità di cambiare o modificare il trattamento che assume ormai, invariato, da 12 anni. Solitamente, un trattamento farmacologico ha bisogno di monitoraggio. Spero che possa stare meglio al più presto. Saluti, Dott.ssa Carli Priscilla
Dr. Giovanni Battista Giancarli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentilissimo,
quelli che descrive potrebbero essere sintomi dissociativi. Le consiglio di rivolgersi innanzi tutto ad uno psichiatra per l'aspetto farmacologico, e poi ad uno psicoterapeuta per quanto riguarda gli aspetti emotivi e cognitivi che potrebbero essere connessi al problema.
Un cordiale saluto
Dott. Giovanni Battista Giancarli
Dott.ssa Caterina Falessi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, il suo problema potrebbe essere affrontato attraverso un percorso psicologico, se lo desidera sono disponibile e la invito a prenotare una visita. Un caro saluto, dott.ssa Falessi
Salve, la sensazione di disagio che avverte, sicuramente può essere dovuta agli effetti collaterali del farmaco in questione.
I sintomi da sospensione solitamente scompaiono entro due settimane, ma talvolta, in alcuni pz potrebbero persistere per un periodo più lungo (2-3 mesi).
Poichè non ha mai fatto una visita con uno psichiatra, le suggerisco di farla, per avere maggiori informazioni al riguardo.
Un caro saluto!
Dott.ssa Nicole Crivaro
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
buongiorno, è probabile che ci sia un effetto da sospensione ma in questi casi è importante che ci sia una valutazione di uno psichiatra che conosca bene il suo caso e sappia fare le dovute valutazioni sia della farmacoterapia in atto, sia della sintomatologia che riporta.
Sicuramente il continuo monitoraggio dei sintomi la porta ad un aumento della sintomatologia ansiosa, e mantiene alcuni sintomi. sarà necessario un approfondimento!
buon proseguimento!
Dott. Iacopo Curzi
Psicologo, Psicologo clinico
Senigallia
Buongiorno,
dopo un’interruzione il Daparox può dare sintomi come quelli che descrive, spesso amplificati dall’ansia. Però, se dopo un mese persistono, la cosa migliore è parlarne direttamente con il medico che la segue: potrà capire se serve un aggiustamento o solo tempo.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.