Buonasera..vorrei un parere su un comportamento da parte di.un uomo dopo tre anni dalla fine della r
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Buonasera..vorrei un parere su un comportamento da parte di.un uomo dopo tre anni dalla fine della relazione, terminata per volontà sua..Dopo tre anni di distanza, di non vederci, ci siamo incontrati per caso sul luogo di lavoro: io ero a parlare seduta con una mia collega e lui mi passa vicinissimo senza neanche dire un ciao per educazione ma facendo l'indifferente..mi chiedo perché non abbia cambiato strada avendo visto che c'ero io, dato che ha deciso di terminare la relazione? Poi un altro episodio: ci siamo trovati l'uno di fronte all'altro e mentre io sono rimasta immobile, lui mentre era intento ad aprire la porta con le chiavi, era girato verso di me a guardarmi e siamo rimasto a guardarci per qualche minuto senza dire niente, a distanza..vorrei capire il perché di questo suo comportamento ambiguo, infantile quasi dato che lui ha deciso di far finire tutto. Grazie Mille.
Da quanto descrive, il comportamento di quest’uomo sembra indicare una dinamica non del tutto risolta sul piano emotivo, nonostante i tre anni trascorsi dalla fine della relazione. L’episodio in cui le è passato accanto senza salutarla può essere interpretato come una strategia di evitamento, non necessariamente un atto di maleducazione, piuttosto un modo per preservare una distanza emotiva ed evitare un contatto che potrebbe riattivare ricordi o sensazioni indesiderate. In altri termini, un comportamento di autoprotezione.
Al contrario, il momento in cui si è soffermato a guardarla a lungo, pur senza rivolgerle la parola, evidenzia un atteggiamento opposto, una manifestazione di interesse, curiosità o bisogno di valutare, in qualche modo, come lei sia oggi. Questa alternanza tra distacco e contatto visivo prolungato suggerisce un conflitto interno, da un lato la volontà di mantenere il distacco, dall’altro l’incapacità di ignorare del tutto la sua presenza.
Tali segnali ambivalenti sono frequenti nelle relazioni concluse in cui permangono residui di coinvolgimento emotivo, orgoglio o irrisolti relazionali. In questo contesto, la questione rilevante non è tanto decifrare con precisione le sue motivazioni, quanto stabilire in che misura lei desideri, o meno, concedere spazio a questa presenza, anche solo sul piano simbolico.
Un caro saluto
Al contrario, il momento in cui si è soffermato a guardarla a lungo, pur senza rivolgerle la parola, evidenzia un atteggiamento opposto, una manifestazione di interesse, curiosità o bisogno di valutare, in qualche modo, come lei sia oggi. Questa alternanza tra distacco e contatto visivo prolungato suggerisce un conflitto interno, da un lato la volontà di mantenere il distacco, dall’altro l’incapacità di ignorare del tutto la sua presenza.
Tali segnali ambivalenti sono frequenti nelle relazioni concluse in cui permangono residui di coinvolgimento emotivo, orgoglio o irrisolti relazionali. In questo contesto, la questione rilevante non è tanto decifrare con precisione le sue motivazioni, quanto stabilire in che misura lei desideri, o meno, concedere spazio a questa presenza, anche solo sul piano simbolico.
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Buonasera, è comprensibile che dopo tanto tempo e in presenza di segnali ambigui ci si senta confusi e in cerca di un significato. Il comportamento che descrive, l'indifferenza ostentata seguita da uno sguardo prolungato e silenzioso, può effettivamente sembrare incoerente. Quando una relazione finisce, soprattutto per scelta unilaterale, può accadere che chi ha deciso di chiudere mantenga un atteggiamento rigido o evitante, spesso per proteggersi da emozioni non elaborate. Situazioni come questa riattivano vissuti emotivi profondi, e la mente cerca naturalmente di trovare un senso. La psicoterapia umanistica può essere utile per esplorare come questa esperienza ha riattivato parti di sé che hanno ancora bisogno di essere viste, comprese e magari trasformate. Se nota che questo episodio ha avuto un impatto emotivo forte su di lei, può essere importante prendersi cura di questa parte ferita, anche attraverso percorsi come l’EMDR o la mindfulness, per elaborare e lasciare andare ciò che non le appartiene più. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli.
Buonasera, le ragioni del suo comportamento possono essere molteplici e non penso sia utile fare ipotesi perchè si potrebbero creare pensieri che non portano da nessuna parte. Penso semplicemente possa essere importante interrogarsi su che effetto fa a noi questo suo comportamento e che cosa ci suscita. Possiamo solo cambiare o sapere con certezza chi siamo e cosa vogliamo, degli altri non abbiamo mai certezze assolute o verità. Dopo esserti ascoltata capirei se per lei è importante un confronto per chiudere effettivamente il capitolo oppure per avere qualche risposta in più.
Se lo ritenesse necessario sono a disposizione per un percorso.
Buona serata,
Dott.ssa Casumaro Giada
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Buona serata,
Dott.ssa Casumaro Giada
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno. La sua confusione e il suo desiderio di capire il perché di questi comportamenti è perfettamente comprensibile. Purtroppo si tratta di una situazione in cui molte persone si ritrovano alla fine di una relazione. Soprattutto se la rottura è stata voluta da una sola parte, gli incontri casuali possono essere carichi di emozioni e ambiguità.
Ma analizziamo il comportamento del suo ex partner. Quando vi siete incrociati la prima volta, la sua indifferenza potrebbe essere stata una strategia di difesa. Forse ha cercato di farle credere di aver completamente voltato pagina, o semplicemente non voleva affrontare la situazione e le emozioni che poteva scatenare in lui. Evitare il contatto visivo o un semplice saluto è un modo per non ammettere che la sua presenza lo turba ancora.
L'episodio in cui vi siete guardati senza dire una parola è ancora più significativo. Questo tipo di comportamento indica una profonda ambivalenza. La comunicazione non verbale tra di voi si stava avvalendo degli sguardi. Potrebbe significare che la fine della relazione non ha cancellato tutto, che ci sono ancora delle emozioni irrisolte. La sua decisione di lasciarla non significa che la situazione sia facile anche per lui.
Cosa può significare per lei
Si concentri su di sé e non si lasci ingannare da questi comportamenti. La sua decisione di terminare la relazione tre anni fa è stata chiara. Indipendentemente da quello che lui prova ora, se il suo atteggiamento non è diretto e onesto, è probabile che non abbia risolto le sue questioni interne e che non sia pronto a un confronto maturo. A volte, l'ambiguità è proprio ciò che una persona vuole creare: un modo per tenerla legata, anche solo emotivamente, senza assumersi nessuna responsabilità. Non c'è bisogno di un "perché", perché a volte un comportamento non ha una logica precisa, ma è solo il risultato di emozioni contrastanti che la persona non sa o non vuole gestire.
La cosa migliore che può fare per se stessa è non farsi più domande e andare avanti. Porsi degli obiettivi personali e focalizzarsi su sé stessa. L' ambiguità del suo ex, non è il suo problema da risolvere. La cosa che conta veramente è la sua serenità.
Ma analizziamo il comportamento del suo ex partner. Quando vi siete incrociati la prima volta, la sua indifferenza potrebbe essere stata una strategia di difesa. Forse ha cercato di farle credere di aver completamente voltato pagina, o semplicemente non voleva affrontare la situazione e le emozioni che poteva scatenare in lui. Evitare il contatto visivo o un semplice saluto è un modo per non ammettere che la sua presenza lo turba ancora.
L'episodio in cui vi siete guardati senza dire una parola è ancora più significativo. Questo tipo di comportamento indica una profonda ambivalenza. La comunicazione non verbale tra di voi si stava avvalendo degli sguardi. Potrebbe significare che la fine della relazione non ha cancellato tutto, che ci sono ancora delle emozioni irrisolte. La sua decisione di lasciarla non significa che la situazione sia facile anche per lui.
Cosa può significare per lei
Si concentri su di sé e non si lasci ingannare da questi comportamenti. La sua decisione di terminare la relazione tre anni fa è stata chiara. Indipendentemente da quello che lui prova ora, se il suo atteggiamento non è diretto e onesto, è probabile che non abbia risolto le sue questioni interne e che non sia pronto a un confronto maturo. A volte, l'ambiguità è proprio ciò che una persona vuole creare: un modo per tenerla legata, anche solo emotivamente, senza assumersi nessuna responsabilità. Non c'è bisogno di un "perché", perché a volte un comportamento non ha una logica precisa, ma è solo il risultato di emozioni contrastanti che la persona non sa o non vuole gestire.
La cosa migliore che può fare per se stessa è non farsi più domande e andare avanti. Porsi degli obiettivi personali e focalizzarsi su sé stessa. L' ambiguità del suo ex, non è il suo problema da risolvere. La cosa che conta veramente è la sua serenità.
Buonasera, comprendo il suo desiderio di voler dare un senso a questi comportamenti, soprattutto perché, anche a distanza di anni dalla fine di una relazione, alcuni gesti o atteggiamenti possono riaprire domande e sensazioni che si pensavano sopite. Quando un legame affettivo si interrompe, anche se la decisione è stata presa da una sola delle due parti, è raro che l’altro smetta completamente di avere un qualche impatto emotivo. Le interazioni successive, soprattutto se inattese, possono riportare alla mente ricordi, emozioni e persino tensioni irrisolte. Nel primo episodio che descrive, la sua percezione di indifferenza può averle trasmesso un senso di freddezza o distacco, ma questo comportamento potrebbe avere diverse spiegazioni. Alcune persone, trovandosi improvvisamente davanti a un ex partner, reagiscono evitando il contatto diretto per proteggersi da possibili emozioni scomode, oppure per mantenere una sorta di distanza emotiva che ritengono necessaria. Non sempre si tratta di mancanza di educazione, ma piuttosto di una strategia, più o meno consapevole, per non riaprire un capitolo che hanno deciso di chiudere. Nel secondo episodio, il contatto visivo prolungato senza parole può sembrare ambiguo, e in effetti lo è. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, questo può essere interpretato come un momento in cui l’altra persona è entrata in una sorta di conflitto interno: da un lato la volontà di mantenere la distanza, dall’altro una curiosità o un bisogno momentaneo di “riconoscere” la sua presenza. Lo sguardo prolungato può comunicare molte cose, ma non necessariamente un’intenzione precisa di riallacciare rapporti. A volte è una reazione spontanea che nasce dal trovarsi faccia a faccia con una persona che ha avuto un ruolo significativo nella propria vita, senza però avere le parole pronte per gestire la situazione. L’ambiguità che lei percepisce può derivare proprio da questa mancanza di coerenza tra il comportamento atteso da chi ha deciso di porre fine a una relazione e quello che accade nella realtà. Tuttavia, è importante sottolineare che il significato di questi gesti non può essere dedotto in modo univoco, perché sono frutto di pensieri e vissuti che appartengono solo a quella persona. Concentrarsi troppo nel tentativo di dare una spiegazione definitiva rischia di portarla a rimanere ancorata a un’interpretazione che non potrà mai avere una conferma certa. Può essere più utile, invece, osservare l’effetto che questi incontri hanno su di lei: che emozioni le suscitano, quali pensieri attivano e come influenzano il suo benessere. Spostare l’attenzione dal perché lui agisca in quel modo al come lei può tutelarsi e mantenere un equilibrio emotivo, le permetterà di non lasciare che gesti ambigui riaprano ferite passate o alimentino interpretazioni che restano ipotetiche. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, da queste poche informazioni è difficile comprendere la natura di questo comportamento. Sembrerebbe forse utile chiedersi come mai, a tre anni dalla fine della vostra relazione, tali episodi siano ancora fonte di "turbamento". Sarebbe utile esplorare tutto ciò in un percorso di sostegno psicologico, per indagare le emozioni connesse a tali episodi e comprendere meglio tale situazione. Se lo vorrà sono a sua disposizione anche online. Le auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Buongiorno cara, il comportamento che descrivi rivela una dinamica emotiva complessa e contraddittoria, tipica di chi mantiene un legame irrisolto con il passato pur avendo preso la decisione razionale di chiudere la relazione.
Quello che emerge sono due episodi che sembrano opposti ma in realtà rivelano la stessa ambivalenza interna. Il primo (passare vicinissimo facendo l'indifferente) è un comportamento che tradisce tutto tranne che indifferenza. Se fosse davvero indifferente, avrebbe agito normalmente. Invece, l'evitamento ostentato rivela che la tua presenza genera ancora una reazione emotiva significativa.
Il secondo episodio (lo sguardo prolungato senza parole ) è ancora più eloquente. Quel momento di sospensione, con lui girato verso di te mentre apriva la porta, suggerisce una parte di lui che cerca ancora un contatto, un riconoscimento, forse una conferma che anche tu provi qualcosa.
Questa ambivalenza spesso nasce da una scissione interna: la "parte razionale" che sa di aver fatto la scelta giusta chiudendo, e la "parte emotiva" che mantiene un legame affettivo irrisolto. È possibile che provi ancora attrazione o nostalgia, ma tema che riaprire un dialogo possa rimettere tutto in discussione.
Il comportamento può sembrare infantile perché riflette un'incapacità di integrare questi aspetti contraddittori in una posizione adulta e chiara.
Per elaborare e cercare di risolvere questa situazione io ti suggerisco un percorso che ti consenta di esplorare:
- Le tue aspettative e fantasie legate a questi incontri
- La differenza tra curiosità emotiva e reale interesse per un riavvicinamento
- Tecniche di mindfulness per gestire l'attivazione emotiva durante questi incontri
- Dialoghi interni per chiarire cosa rappresenta ancora questa persona per te
- Lavoro sui sogni che spesso elaborano queste dinamiche relazionali irrisolte
L'obiettivo è sviluppare una chiarezza interna che ti protegga da questi giochi ambigui.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Quello che emerge sono due episodi che sembrano opposti ma in realtà rivelano la stessa ambivalenza interna. Il primo (passare vicinissimo facendo l'indifferente) è un comportamento che tradisce tutto tranne che indifferenza. Se fosse davvero indifferente, avrebbe agito normalmente. Invece, l'evitamento ostentato rivela che la tua presenza genera ancora una reazione emotiva significativa.
Il secondo episodio (lo sguardo prolungato senza parole ) è ancora più eloquente. Quel momento di sospensione, con lui girato verso di te mentre apriva la porta, suggerisce una parte di lui che cerca ancora un contatto, un riconoscimento, forse una conferma che anche tu provi qualcosa.
Questa ambivalenza spesso nasce da una scissione interna: la "parte razionale" che sa di aver fatto la scelta giusta chiudendo, e la "parte emotiva" che mantiene un legame affettivo irrisolto. È possibile che provi ancora attrazione o nostalgia, ma tema che riaprire un dialogo possa rimettere tutto in discussione.
Il comportamento può sembrare infantile perché riflette un'incapacità di integrare questi aspetti contraddittori in una posizione adulta e chiara.
Per elaborare e cercare di risolvere questa situazione io ti suggerisco un percorso che ti consenta di esplorare:
- Le tue aspettative e fantasie legate a questi incontri
- La differenza tra curiosità emotiva e reale interesse per un riavvicinamento
- Tecniche di mindfulness per gestire l'attivazione emotiva durante questi incontri
- Dialoghi interni per chiarire cosa rappresenta ancora questa persona per te
- Lavoro sui sogni che spesso elaborano queste dinamiche relazionali irrisolte
L'obiettivo è sviluppare una chiarezza interna che ti protegga da questi giochi ambigui.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Rimasti immobili uno di fronte all'altra addirittura per qualche minuto, senza dire nulla, apre a me mille interrogativi.
Provo a dirle che il primo assioma della comunicazione dichiara che è impossibile non comunicare.
Provo a dirle che il primo assioma della comunicazione dichiara che è impossibile non comunicare.
Da come lo descrivi, il comportamento di quest’uomo sembra muoversi tra evitamento e curiosità.
Il primo episodio (passarti vicino senza salutarti) può indicare che, trovandosi improvvisamente davanti a te, abbia scelto la strategia più “protettiva” per sé: fare finta di niente, forse per non riaprire un contatto o per non gestire un’emozione imprevista. In certi casi l’indifferenza apparente serve a nascondere imbarazzo, disagio o perfino un po’ di turbamento.
Il secondo episodio (lo sguardo prolungato in silenzio) invece va nella direzione opposta: un segnale di attenzione, di valutazione, forse di nostalgia o di interesse. Lo sguardo, soprattutto se mantenuto per qualche minuto, non è casuale: può essere una forma di contatto non verbale, quasi a testare la tua reazione senza esporsi con le parole.
L’ambiguità nasce proprio da questo alternarsi: da un lato mantenere le distanze, dall’altro cercare una connessione visiva. Non è necessariamente un “gioco” consapevole: può essere semplicemente il riflesso di sentimenti non del tutto elaborati, o di un’incertezza su come comportarsi con te oggi.
Il punto importante è che il suo comportamento dice di lui, non di te. Se per te il rapporto è concluso, puoi scegliere di non dare troppo peso a questi episodi, oppure di rispondere con un saluto cordiale e neutro la prossima volta, così da chiarire la tua posizione e chiudere eventuali spiragli di ambiguità.
Dott.ssa De Pretto
Il primo episodio (passarti vicino senza salutarti) può indicare che, trovandosi improvvisamente davanti a te, abbia scelto la strategia più “protettiva” per sé: fare finta di niente, forse per non riaprire un contatto o per non gestire un’emozione imprevista. In certi casi l’indifferenza apparente serve a nascondere imbarazzo, disagio o perfino un po’ di turbamento.
Il secondo episodio (lo sguardo prolungato in silenzio) invece va nella direzione opposta: un segnale di attenzione, di valutazione, forse di nostalgia o di interesse. Lo sguardo, soprattutto se mantenuto per qualche minuto, non è casuale: può essere una forma di contatto non verbale, quasi a testare la tua reazione senza esporsi con le parole.
L’ambiguità nasce proprio da questo alternarsi: da un lato mantenere le distanze, dall’altro cercare una connessione visiva. Non è necessariamente un “gioco” consapevole: può essere semplicemente il riflesso di sentimenti non del tutto elaborati, o di un’incertezza su come comportarsi con te oggi.
Il punto importante è che il suo comportamento dice di lui, non di te. Se per te il rapporto è concluso, puoi scegliere di non dare troppo peso a questi episodi, oppure di rispondere con un saluto cordiale e neutro la prossima volta, così da chiarire la tua posizione e chiudere eventuali spiragli di ambiguità.
Dott.ssa De Pretto
Gent.ma utente,
molte volte ci si rapporta con persone che non hanno lo stesso livello di intelligenza emotiva. Non è un giudizio di merito: l'intelligenza emotiva dipende da fattori educativi, culturali e dalle storie personali. Ci sono persone che sono meno capaci di altre di affrontare situazioni in cui emergono emozioni complesse o difficili da gestire e mettono in atto comportamenti di evitamento, di chiusura, oppure a volte di reazione eccessiva.
Non si può pretendere di cambiare queste caratteristiche in una persona da un momento all'altro, e spesso ogni tentativo di comprendere a pieno i comportamenti è inutile e fonte di distrazione.
Molto meglio è concentrarsi sulla propria reazione e sulla propria intelligenza emotiva, lasciando andare ciò che ci infastidisce negli altri e mantenendo coerenza e onestà verso i propri sentimenti, arrivando persino a provare empatia o compassione per le persone che non riescono a esprimere al meglio ciò che sentono o che pensano.
Perciò, il mio consiglio è di non affannarsi a capire un comportamento che le sembra strano o ambiguo, ma di proteggere sé stessa da quello che tale comportamento potrebbe causarle sul piano del benessere personale.
Se trova particolare difficoltà a gestire le sue emozioni e a contenere il disagio, può valutare una consulenza psicologica che la possa aiutare a superare questi pensieri poco adattivi e intrusivi sul suo ex partner.
Restando a disposizione, le auguro il meglio. Dott. Antonio Cortese
molte volte ci si rapporta con persone che non hanno lo stesso livello di intelligenza emotiva. Non è un giudizio di merito: l'intelligenza emotiva dipende da fattori educativi, culturali e dalle storie personali. Ci sono persone che sono meno capaci di altre di affrontare situazioni in cui emergono emozioni complesse o difficili da gestire e mettono in atto comportamenti di evitamento, di chiusura, oppure a volte di reazione eccessiva.
Non si può pretendere di cambiare queste caratteristiche in una persona da un momento all'altro, e spesso ogni tentativo di comprendere a pieno i comportamenti è inutile e fonte di distrazione.
Molto meglio è concentrarsi sulla propria reazione e sulla propria intelligenza emotiva, lasciando andare ciò che ci infastidisce negli altri e mantenendo coerenza e onestà verso i propri sentimenti, arrivando persino a provare empatia o compassione per le persone che non riescono a esprimere al meglio ciò che sentono o che pensano.
Perciò, il mio consiglio è di non affannarsi a capire un comportamento che le sembra strano o ambiguo, ma di proteggere sé stessa da quello che tale comportamento potrebbe causarle sul piano del benessere personale.
Se trova particolare difficoltà a gestire le sue emozioni e a contenere il disagio, può valutare una consulenza psicologica che la possa aiutare a superare questi pensieri poco adattivi e intrusivi sul suo ex partner.
Restando a disposizione, le auguro il meglio. Dott. Antonio Cortese
Buonasera,
capisco quanto questi incontri possano riaprire interrogativi e generare confusione, soprattutto dopo tanto tempo. Tuttavia, è importante ricordare che i comportamenti degli altri – anche se ambigui o apparentemente inspiegabili – non sempre offrono risposte utili o costruttive. Continuare a investire energie mentali su una persona che ha scelto di uscire dalla sua vita rischia solo di bloccarla nel passato. Le suggerisco, se sente che questi pensieri le pesano ancora, di considerare un percorso di supporto psicologico: potrebbe aiutarla a rimettere al centro se stessa e a rivolgere lo sguardo verso il futuro, dove ci sono nuove possibilità, relazioni e prospettive da costruire.
Un caro saluto. Dr. Giuseppe Mirabella
capisco quanto questi incontri possano riaprire interrogativi e generare confusione, soprattutto dopo tanto tempo. Tuttavia, è importante ricordare che i comportamenti degli altri – anche se ambigui o apparentemente inspiegabili – non sempre offrono risposte utili o costruttive. Continuare a investire energie mentali su una persona che ha scelto di uscire dalla sua vita rischia solo di bloccarla nel passato. Le suggerisco, se sente che questi pensieri le pesano ancora, di considerare un percorso di supporto psicologico: potrebbe aiutarla a rimettere al centro se stessa e a rivolgere lo sguardo verso il futuro, dove ci sono nuove possibilità, relazioni e prospettive da costruire.
Un caro saluto. Dr. Giuseppe Mirabella
Buonasera,
comprendo il disagio che prova di fronte a questo comportamento. Quando una relazione termina, ognuno elabora la separazione in modo diverso. Alcuni, per proteggersi o per difficoltà emotive, adottano atteggiamenti di distacco o di apparente indifferenza, che però non sempre corrispondono al loro reale stato d’animo. Il suo ex probabilmente adotta questi comportamenti per gestire l’imbarazzo o le emozioni legate alla fine della relazione, anche se possono sembrare infantili o ambigui. Ciò che conta ora non è tanto capire le sue motivazioni (che appartengono a lui), quanto tutelare il suo benessere emotivo. Si chieda: quanto spazio desidero dare ancora a questa persona nella mia vita? Che effetto ha su di me incontrarlo? Se percepisce che questo la fa soffrire o la confonde, potrebbe essere utile lavorare sul chiudere davvero questa fase, ponendo limiti chiari dentro di sé, senza cercare spiegazioni che forse non arriveranno.
Se invece sente ancora che c'è qualcosa di irrisolto in lei, un percorso personale di sostegno psicologico potrebbe aiutarla ad elaborare pienamente la separazione e a ritrovare serenità.
Un caro saluto
Dott.ssa Napodano Carmela
comprendo il disagio che prova di fronte a questo comportamento. Quando una relazione termina, ognuno elabora la separazione in modo diverso. Alcuni, per proteggersi o per difficoltà emotive, adottano atteggiamenti di distacco o di apparente indifferenza, che però non sempre corrispondono al loro reale stato d’animo. Il suo ex probabilmente adotta questi comportamenti per gestire l’imbarazzo o le emozioni legate alla fine della relazione, anche se possono sembrare infantili o ambigui. Ciò che conta ora non è tanto capire le sue motivazioni (che appartengono a lui), quanto tutelare il suo benessere emotivo. Si chieda: quanto spazio desidero dare ancora a questa persona nella mia vita? Che effetto ha su di me incontrarlo? Se percepisce che questo la fa soffrire o la confonde, potrebbe essere utile lavorare sul chiudere davvero questa fase, ponendo limiti chiari dentro di sé, senza cercare spiegazioni che forse non arriveranno.
Se invece sente ancora che c'è qualcosa di irrisolto in lei, un percorso personale di sostegno psicologico potrebbe aiutarla ad elaborare pienamente la separazione e a ritrovare serenità.
Un caro saluto
Dott.ssa Napodano Carmela
Buongiorno gentile Utente, quello che lei descrive porta con sé un vissuto di confusione e la sensazione che, a distanza di tre anni dalla fine della relazione, ci siano ancora dei comportamenti difficili da interpretare. È comprensibile che episodi come questi, seppur apparentemente banali, possano riattivare domande e dubbi, soprattutto se il distacco non è stato del tutto elaborato sul piano emotivo.
Dal punto di vista psicologico, l’indifferenza apparente (come passare vicino senza salutare) e lo sguardo protratto senza parole possono essere due facce della stessa difficoltà: da un lato cercare di mantenere distanza e “controllo”, dall’altro non riuscire a negare completamente l’impatto emotivo della sua presenza. Spesso chi ha interrotto una relazione tende a proteggersi dietro atteggiamenti di freddezza o di evitamento, ma questo non significa necessariamente che non provi nulla: può significare che non sa come gestire quel contatto, che teme di riaprire dinamiche già chiuse o che non vuole dare segnali che potrebbero essere interpretati come un riavvicinamento.
Il suo sguardo prolungato, invece, potrebbe essere la traccia di un’emozione rimasta silente, non espressa con le parole ma presente a livello relazionale. Non necessariamente è “amore” o “voglia di tornare insieme”: più probabilmente si tratta di un misto di curiosità, nostalgia e difficoltà a collocarla oggi nella sua vita.
Il punto, però, non sta tanto nel cercare di decifrare ogni gesto dell’altro (che resta comunque opaco e legato al suo mondo interno) quanto nel chiedersi che effetto ha su di lei. Se questi comportamenti la turbano, la fanno sentire di nuovo sospesa o le riaprono ferite, può essere utile riconoscere che non è tenuta a trovare una spiegazione definitiva alle azioni di lui. Piuttosto, può interrogarsi su cosa è rimasto aperto dentro di sé e su come dare priorità al proprio benessere emotivo, senza che i comportamenti di un ex partner continuino ad avere potere sul suo equilibrio.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dal punto di vista psicologico, l’indifferenza apparente (come passare vicino senza salutare) e lo sguardo protratto senza parole possono essere due facce della stessa difficoltà: da un lato cercare di mantenere distanza e “controllo”, dall’altro non riuscire a negare completamente l’impatto emotivo della sua presenza. Spesso chi ha interrotto una relazione tende a proteggersi dietro atteggiamenti di freddezza o di evitamento, ma questo non significa necessariamente che non provi nulla: può significare che non sa come gestire quel contatto, che teme di riaprire dinamiche già chiuse o che non vuole dare segnali che potrebbero essere interpretati come un riavvicinamento.
Il suo sguardo prolungato, invece, potrebbe essere la traccia di un’emozione rimasta silente, non espressa con le parole ma presente a livello relazionale. Non necessariamente è “amore” o “voglia di tornare insieme”: più probabilmente si tratta di un misto di curiosità, nostalgia e difficoltà a collocarla oggi nella sua vita.
Il punto, però, non sta tanto nel cercare di decifrare ogni gesto dell’altro (che resta comunque opaco e legato al suo mondo interno) quanto nel chiedersi che effetto ha su di lei. Se questi comportamenti la turbano, la fanno sentire di nuovo sospesa o le riaprono ferite, può essere utile riconoscere che non è tenuta a trovare una spiegazione definitiva alle azioni di lui. Piuttosto, può interrogarsi su cosa è rimasto aperto dentro di sé e su come dare priorità al proprio benessere emotivo, senza che i comportamenti di un ex partner continuino ad avere potere sul suo equilibrio.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buonasera signora, chiedersi il motivo del comportamento altrui apre un varco che conduce ad innumerevoli ipotesi che non potranno essere verificate e sicuramente impiegano del tempo prezioso che può essere meglio utilizzato; è possibile procedere alla ricerca di risposte su domande che riguardano noi stessi, è sicuramente più efficace porre l'attenzione su se stessi per comprendere cosa si cela dietro ciò che si sente nel momento in cui accadono certi avvenimenti.
Gentile utente, buonasera.
Per quanto possa averle dato fastidio che, in entrambi gli episodi, una persona che lei conosceva non le abbia rivolto neanche un saluto, è anche da tenere in considerazione come la relazione sia finita da ben tre anni.
Quest'uomo di cui parla, soprattutto se non avete avuto contatti dopo la rottura, è quantomai plausibile che sia andato avanti con la sua vita, e, per quanto possa essere duro accettarlo, che lei non sia più al centro dei sui pensieri.
Quindi, piuttosto che concentrarsi sul perchè non abbia cambiato strada o non le abbia rivolto parola (che potrebbe essere per un numero svariato di motivazioni che non possiamo sapere), le consiglierei di domandarsi come mai una persona che non fa più parte della sua vita occupi un posto così centrale nei suoi pensieri a distanza di tre anni.
Accettare la separazione e la fine delle relazioni non è affatto cosa semplice, ancora di meno accettare che persone per noi significative, alle quali ci sentiamo legate, abbiano preso decisioni diverse da quelle che avremmo desiderato.
Le posso quindi solo consigliare un percorso psicologico, dove possa esplorare tutti questi aspetti con un professionista che la sappia ascoltare e aiutare a rielaborare i vari aspetti connessi a questa vicenda.
Le auguro buon proseguimento, e di ritrovare al più presto la serenità, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Per quanto possa averle dato fastidio che, in entrambi gli episodi, una persona che lei conosceva non le abbia rivolto neanche un saluto, è anche da tenere in considerazione come la relazione sia finita da ben tre anni.
Quest'uomo di cui parla, soprattutto se non avete avuto contatti dopo la rottura, è quantomai plausibile che sia andato avanti con la sua vita, e, per quanto possa essere duro accettarlo, che lei non sia più al centro dei sui pensieri.
Quindi, piuttosto che concentrarsi sul perchè non abbia cambiato strada o non le abbia rivolto parola (che potrebbe essere per un numero svariato di motivazioni che non possiamo sapere), le consiglierei di domandarsi come mai una persona che non fa più parte della sua vita occupi un posto così centrale nei suoi pensieri a distanza di tre anni.
Accettare la separazione e la fine delle relazioni non è affatto cosa semplice, ancora di meno accettare che persone per noi significative, alle quali ci sentiamo legate, abbiano preso decisioni diverse da quelle che avremmo desiderato.
Le posso quindi solo consigliare un percorso psicologico, dove possa esplorare tutti questi aspetti con un professionista che la sappia ascoltare e aiutare a rielaborare i vari aspetti connessi a questa vicenda.
Le auguro buon proseguimento, e di ritrovare al più presto la serenità, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Buonasera. Nessuno può darle una risposta sul comportamento di terzi.
Probabilmente solo lui potrebbe darle una risposta valida e che rispecchi fedelmente il suo sentire. Per il resto se ne potrebbero dare solo ipotesi interpretative che risentono della soggettività di chi le formula.
Invece, quello che mi incuriosisce è perché sia importante avere una spiegazione del comportamento del suo ex. A volte non si tratta tanto di sapere il perché dei comportamenti altrui, ma approfondire Come essi risuonano in noi. A partire dalla sua lettura del non essere stata salutata o guardata senza un intento relazionale a seguire, esplorare quali vissuti emotivi accompagnano questi pensieri.
Rimango a sua disposizione se vuole approfondire insieme in colloquio.
Un caro saluto, Dottoressa Martina orzi
Probabilmente solo lui potrebbe darle una risposta valida e che rispecchi fedelmente il suo sentire. Per il resto se ne potrebbero dare solo ipotesi interpretative che risentono della soggettività di chi le formula.
Invece, quello che mi incuriosisce è perché sia importante avere una spiegazione del comportamento del suo ex. A volte non si tratta tanto di sapere il perché dei comportamenti altrui, ma approfondire Come essi risuonano in noi. A partire dalla sua lettura del non essere stata salutata o guardata senza un intento relazionale a seguire, esplorare quali vissuti emotivi accompagnano questi pensieri.
Rimango a sua disposizione se vuole approfondire insieme in colloquio.
Un caro saluto, Dottoressa Martina orzi
Da quanto descrivi, il comportamento di quest’uomo può avere diverse spiegazioni, e molte di esse non necessariamente riguardano te direttamente, ma piuttosto il suo modo di gestire emozioni e confini.
Il primo episodio, in cui ti passa vicino senza salutare, può riflettere indifferenza apparente o evitamento: ha deciso di interrompere la relazione e probabilmente cerca di confermare a se stesso questa scelta, mostrando distacco per non riaprire dinamiche passate. Il fatto che non abbia cambiato strada potrebbe essere casuale o semplicemente perché non voleva impegnarsi in un evitamento attivo; passare vicino senza interagire gli permette di confermare il suo “controllo” sulla situazione senza impegnarsi emotivamente.
Il secondo episodio, in cui vi siete guardati a lungo senza parlare, sembra più un momento di curiosità o rievocazione emotiva. Anche dopo anni, alcune emozioni e memorie legate alla relazione possono emergere inconsciamente: lo sguardo può essere un modo per valutare sentimenti rimasti o semplicemente per riconoscere la tua presenza senza dover interagire. Non è detto che ci sia intenzione di riavvicinarsi; può essere un comportamento più riflessivo o addirittura infantile, come dici tu, perché non gestisce pienamente la coerenza tra ciò che ha deciso e ciò che sente istintivamente.
In sintesi, questi atteggiamenti ambigui non significano necessariamente un “ripensamento” o intenzione di riaprire la relazione, ma piuttosto modi differenti di gestire residui emotivi o memorie della relazione passata, che possono apparire infantili o contraddittori. Il punto chiave è mantenere confini chiari per te stessa, osservando senza attribuire significati troppo invasivi ai suoi comportamenti, perché l’unico controllo che hai è su come reagisci tu a queste situazioni.
Il primo episodio, in cui ti passa vicino senza salutare, può riflettere indifferenza apparente o evitamento: ha deciso di interrompere la relazione e probabilmente cerca di confermare a se stesso questa scelta, mostrando distacco per non riaprire dinamiche passate. Il fatto che non abbia cambiato strada potrebbe essere casuale o semplicemente perché non voleva impegnarsi in un evitamento attivo; passare vicino senza interagire gli permette di confermare il suo “controllo” sulla situazione senza impegnarsi emotivamente.
Il secondo episodio, in cui vi siete guardati a lungo senza parlare, sembra più un momento di curiosità o rievocazione emotiva. Anche dopo anni, alcune emozioni e memorie legate alla relazione possono emergere inconsciamente: lo sguardo può essere un modo per valutare sentimenti rimasti o semplicemente per riconoscere la tua presenza senza dover interagire. Non è detto che ci sia intenzione di riavvicinarsi; può essere un comportamento più riflessivo o addirittura infantile, come dici tu, perché non gestisce pienamente la coerenza tra ciò che ha deciso e ciò che sente istintivamente.
In sintesi, questi atteggiamenti ambigui non significano necessariamente un “ripensamento” o intenzione di riaprire la relazione, ma piuttosto modi differenti di gestire residui emotivi o memorie della relazione passata, che possono apparire infantili o contraddittori. Il punto chiave è mantenere confini chiari per te stessa, osservando senza attribuire significati troppo invasivi ai suoi comportamenti, perché l’unico controllo che hai è su come reagisci tu a queste situazioni.
La ringrazio per aver condiviso questo vissuto. Comprendo quanto possa essere disorientante ritrovarsi, dopo anni, di fronte a un comportamento che appare ambiguo, soprattutto da parte di una persona che ha scelto di interrompere la relazione. In assenza di un confronto diretto, è difficile attribuire con certezza un significato ai suoi gesti. Tuttavia, ciò che conta ora è l’effetto che questa esperienza ha avuto su di lei, e come può influire sul suo presente. Se ha lasciato confusione, fastidio o emozioni non del tutto elaborate, potrebbe essere utile prendersi uno spazio per rifletterci con maggiore profondità.
Gentile Utente,
comprendo la confusione e le emozioni che possono nascere quando, dopo anni dalla fine di una relazione, ci si ritrova improvvisamente di fronte all’ex partner. I comportamenti dell’altro possono avere molteplici spiegazioni, ma il “perché” delle sue azioni non è qualcosa su cui lei può avere controllo o risposta certa.
Ciò che può essere davvero utile, invece, è portare l’attenzione sul suo vissuto, come si è sentita in quei momenti, quali pensieri le hanno suscitato e che significato hanno per lei oggi, a distanza di tempo. Concentrarsi sul proprio benessere, più che sull’interpretazione dei comportamenti dell’altro, può aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni attuali e a ritrovare maggiore tranquillità rispetto a quel capitolo della sua vita.
Se avverte che questi episodi continuano a riaprire ferite o a generare sofferenza, può essere prezioso affrontarli in uno spazio di ascolto.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Michela Garritano
comprendo la confusione e le emozioni che possono nascere quando, dopo anni dalla fine di una relazione, ci si ritrova improvvisamente di fronte all’ex partner. I comportamenti dell’altro possono avere molteplici spiegazioni, ma il “perché” delle sue azioni non è qualcosa su cui lei può avere controllo o risposta certa.
Ciò che può essere davvero utile, invece, è portare l’attenzione sul suo vissuto, come si è sentita in quei momenti, quali pensieri le hanno suscitato e che significato hanno per lei oggi, a distanza di tempo. Concentrarsi sul proprio benessere, più che sull’interpretazione dei comportamenti dell’altro, può aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni attuali e a ritrovare maggiore tranquillità rispetto a quel capitolo della sua vita.
Se avverte che questi episodi continuano a riaprire ferite o a generare sofferenza, può essere prezioso affrontarli in uno spazio di ascolto.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Michela Garritano
Gentile paziente, comprendo bene la confusione che ti hanno lasciato questi episodi. Dopo una rottura, soprattutto se è stata l’altra persona a decidere, ci si aspetterebbe coerenza e chiarezza nei comportamenti. In realtà, quello che descrivi sembra più legato a un misto di imbarazzo, difficoltà a gestire l’incontro e forse ancora un certo grado di coinvolgimento emotivo non del tutto elaborato.
Il fatto che ti sia passato vicino senza salutarti può essere un modo per proteggersi, per non esporsi o per evitare un contatto che non sa come gestire. D’altra parte, il momento in cui vi siete guardati a lungo segnala che l’indifferenza non è reale: se fosse stato davvero “chiuso” dentro di sé, probabilmente avrebbe evitato di incrociare lo sguardo.
Non è detto che il suo comportamento indichi ancora sentimenti, ma sicuramente mostra che per lui non sei una persona neutra. Quando ci sono emozioni non elaborate, alcuni scelgono di fare finta di nulla, altri si lasciano sfuggire gesti ambigui come quelli che hai notato tu.
La cosa più importante però è spostare l’attenzione da lui a te: non puoi controllare i suoi atteggiamenti né interpretarli del tutto, ma puoi chiederti cosa desideri tu da questi incontri e quanto spazio sei disposta a lasciare nella tua vita a comportamenti che rischiano di riaprire ferite.
Un caro saluto.
Gentile Signora,
capisco bene la confusione che può nascere da atteggiamenti come quelli che descrive: dopo una separazione, soprattutto se dolorosa, anche piccoli gesti possono riattivare interrogativi e lasciare un senso di ambiguità. È importante ricordare che i comportamenti del suo ex partner rispecchiano la sua modalità personale di gestire l’incontro, non un giudizio su di lei. Ciò che conta ora è come questi episodi la fanno sentire e quale significato hanno per la sua vita presente. Può essere utile esplorare queste emozioni in uno spazio di sostegno psicologico, così da rielaborare meglio la relazione passata e liberare nuove energie per sé.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Susanna Minaldi
capisco bene la confusione che può nascere da atteggiamenti come quelli che descrive: dopo una separazione, soprattutto se dolorosa, anche piccoli gesti possono riattivare interrogativi e lasciare un senso di ambiguità. È importante ricordare che i comportamenti del suo ex partner rispecchiano la sua modalità personale di gestire l’incontro, non un giudizio su di lei. Ciò che conta ora è come questi episodi la fanno sentire e quale significato hanno per la sua vita presente. Può essere utile esplorare queste emozioni in uno spazio di sostegno psicologico, così da rielaborare meglio la relazione passata e liberare nuove energie per sé.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Susanna Minaldi
Buonasera. Grazie per aver condiviso questo episodio: è una domanda densa di vissuto e di risonanze emotive, e richiede un ascolto attento e rispettoso.
In una situazione come questa, credo sia importante non trarre conclusioni sul comportamento dell’altro, ma piuttosto soffermarsi su ciò che suscita in chi osserva e vive questi momenti.
La domanda centrale, più che sul "perché lui si comporta così", potrebbe spostarsi su cosa questo comportamento riattiva in chi osserva. Come viene vissuto questo incontro? Quali emozioni evoca?
Forse il punto di partenza può essere proprio questo: provare a comprendere perché sentiamo il bisogno di dare una risposta a questa domanda e che cosa significa, per noi, sapere cosa pensa o prova oggi l’altro.
Un saluto
In una situazione come questa, credo sia importante non trarre conclusioni sul comportamento dell’altro, ma piuttosto soffermarsi su ciò che suscita in chi osserva e vive questi momenti.
La domanda centrale, più che sul "perché lui si comporta così", potrebbe spostarsi su cosa questo comportamento riattiva in chi osserva. Come viene vissuto questo incontro? Quali emozioni evoca?
Forse il punto di partenza può essere proprio questo: provare a comprendere perché sentiamo il bisogno di dare una risposta a questa domanda e che cosa significa, per noi, sapere cosa pensa o prova oggi l’altro.
Un saluto
Buongiorno. Comprendo il suo disorientamento: dopo tanto tempo e una separazione avvenuta per sua decisione, incontrarlo e notare questo comportamento ambiguo può riattivare interrogativi e sensazioni non risolte.
Il suo atteggiamento – passare vicino fingendo indifferenza, ma poi sostare nello sguardo – è effettivamente contraddittorio. Spesso, in questi casi, non si tratta tanto di un desiderio di riavvicinamento quanto di una difficoltà nel gestire l’emozione legata all’incontro.
Dopo una rottura, anche chi ha scelto di chiudere può provare imbarazzo, curiosità o un impulso a “controllare” come l’altro reagisce, pur senza voler davvero ristabilire un contatto. Lo sguardo prolungato può esprimere un misto di nostalgia, sorpresa o bisogno di confermare che qualcosa di quel legame esiste ancora, almeno a livello emotivo.
Il suo comportamento può apparire infantile perché riflette una gestione poco matura dell’emozione: invece di salutare in modo civile o mantenere le distanze con coerenza, alterna evitamento e attenzione.
La cosa importante, però, è spostare il focus su di lei: cosa le ha smosso quell’incontro? Cosa significa per lei che lui si comporti così? Spesso è in queste risposte personali che si trova il vero passo avanti, più che nel capire del tutto le intenzioni dell’altro.
Il suo atteggiamento – passare vicino fingendo indifferenza, ma poi sostare nello sguardo – è effettivamente contraddittorio. Spesso, in questi casi, non si tratta tanto di un desiderio di riavvicinamento quanto di una difficoltà nel gestire l’emozione legata all’incontro.
Dopo una rottura, anche chi ha scelto di chiudere può provare imbarazzo, curiosità o un impulso a “controllare” come l’altro reagisce, pur senza voler davvero ristabilire un contatto. Lo sguardo prolungato può esprimere un misto di nostalgia, sorpresa o bisogno di confermare che qualcosa di quel legame esiste ancora, almeno a livello emotivo.
Il suo comportamento può apparire infantile perché riflette una gestione poco matura dell’emozione: invece di salutare in modo civile o mantenere le distanze con coerenza, alterna evitamento e attenzione.
La cosa importante, però, è spostare il focus su di lei: cosa le ha smosso quell’incontro? Cosa significa per lei che lui si comporti così? Spesso è in queste risposte personali che si trova il vero passo avanti, più che nel capire del tutto le intenzioni dell’altro.
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