Buonasera volevo un parere medico . Sono mamma di una bambina di 9 anni figlia unica . È sempre stat

27 risposte
Buonasera volevo un parere medico . Sono mamma di una bambina di 9 anni figlia unica . È sempre stata una bambina tranquilla, da circa un mese e mezzo sono stata male e lei ha iniziato ad avere delle paure, come se io l’abbandonassi . È capitato un paio di volte che all’uscita della scuola è stata presa da qualche componente della mia famiglia appunto perché sono stata male. Lei adesso vuole rassicurazioni del fatto che io non la lasci a scuola, all uscita piange se non mi vede lì davanti ad aspettarla. Non sono mai ritardata. Adorava uscire con le amiche adesso limita , e quando esce al rientro mi videochiama e se non rispondo subito scappa a casa . Gli ho detto che adesso sto bene e non deve preoccuparsi che non l’abbandonerò mai . Parlo con lei gli dico che è normale avere paura, la incito piano piano a fare di nuovo quello che faceva prima, cerco di ascoltarla e gli chiedo cosa la turba , mi dice che ha l’ansia che io la lasci . Gli dico che non succederà mai .. che è normale avere pensieri e di darsi delle risposte ogni volta che arriva un pensiero brutto con un pensiero bello , che la mamma non ti lascia mai a scuola e ci sarà sempre . Che devo fare ? Spero sia una fase e che vedendo che io adesso sto bene gli passa. Oppure è una fase di scoperta che ha capito che si inizia a distaccare da me ? Grazie per la risposta. Sono separata da 5 anni, non ha mai avuto problemi prima , adesso mi dice pure che ha paura se l’abbandono per il mio compagno , oppure mi chiede se io e lei litighiamo io la lasci . Gli ho detto che non succederà mai che lei viene sempre prima di tutto , anche il mio compagno glielo ha detto .
Gentile utente,
La situazione che descrive sembrerebbe essere legata a un aumento dell’ansia da separazione, probabilmente legata al periodo in cui è stata male. È possibile che sua figlia abbia percepito un cambiamento nella routine e nella sua presenza come "una minaccia" alla sicurezza che normalmente sente con lei.

Il fatto che cerchi rassicurazioni e abbia modificato alcuni comportamenti (come il bisogno di videochiamarla subito o la paura di essere lasciata) potrebbe suggerire che sta cercando di gestire un senso di incertezza e paura della separazione. È positivo che lei la incoraggi a riprendere gradualmente le sue attività e che normalizzi le sue emozioni senza sminuirle, questo la potrebbe fare sentire al sicuro e non "sbagliata".

Potrebbe essere utile aiutarla a sviluppare una maggiore tolleranza all’incertezza, ad esempio attraverso piccoli esercizi in cui si separa per brevi periodi e poi torna, rinforzando il messaggio che, anche se si allontanano, tutto va bene e lei è sempre presente per sua figlia.

Se la situazione dovesse persistere o intensificarsi, potrebbe essere utile un confronto con un professionista, che potrebbe aiutarla a esplorare meglio le cause dell’ansia di sua figlia e a fornirle strategie per affrontarla. Un supporto mirato potrebbe aiutarla a vivere il distacco in modo più sereno e a rafforzare il senso di sicurezza interiore.

Un caro saluto a lei e alla sua famiglia

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Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
GENTILE PAZIENTE,
potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista per un supporto alla genitorialità, in questa fase delicata. Lei nel suo racconto non menziona il padre della bimba che ha anche lui un peso. e un ruolo rispetto alle sue paure.
Con l’aiuto di uno specialista il genitore verrà guidato in una prima fase a far sì che ogni giorno il bambino esprima ai genitori la sua paura esasperandone le fantasie. I genitori devono limitarsi ad ascoltare i propri figli senza commentare al fine di smontare le paure.

Nella seconda fase, il genitore deve esporre gradualmente il bambino alla situazione minacciosa. Dovrà, quando si dovesse presentare la paura, far esprimere verbalmente al bambino ciò che teme possa succedere e le sue sensazioni peggiori.

Di solito bastano poche settimane per condurre il bambino a superare la sua paura. A disposizione,
saluti
Dott.ssa Francesca Di Costanzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, la ringrazio per aver scritto.
Tra i 9 e i 13 anni i bambini acquisiscono più consapevolezza rispetto al concetto della perdita, che inizia ad essere inteso come fenomeno universale non legato solo alla vecchiaia ma anche legato ad aventi improvvisi, alla malattia o alla separazione.
È possibile pertanto che in modo intermittente si presentino confusione, paure, tristezza, momenti di forte attaccamento o all’opposto di distacco. Pertanto c’è bisogno di elaborarlo attraverso un processo più introspettivo e raffinato, per integrarlo all’interno di un processo di cambiamento più ampio e per farlo può rivelarsi prezioso validare quei vissuti di tristezza o paura incoraggiando a parlarne, senza necessariamente convincere del contrario, per normalizzarle come emozioni e consentire di imparare a trovare delle strategie per superarle e renderle meno spaventose.
Con l’augurio che ciò possa essere di supporto, le porgo un cordiale saluto.
Dott.ssa Di Costanzo
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente, grazie di aver condiviso la sua situazione. Da quello che scrive, sua figlia si è spaventata molto in occasione del suo periodo di malattia e sta manifestando il suo malessere in una difficoltà nel distacco da lei. Per valutare bene la situazione mancano delle informazioni importanti che purtroppo, per la brevità del messaggio sulla piattaforma, non è possibile avere (come ha vissuto sua figlia la separazione con il papà, come era la situazione a casa mentre lei era malata, comportamenti scolastici, ecc.). In ogni caso lei risponda sempre alle domande che la bambina le pone, naturalmente con un linguaggio comprensibile alla sua età, anche laddove debba comunicare cose poco piacevoli. I bambini percepiscono tutto e se non gli viene spiegato ciò che succede si creano pensieri poco funzionali. Nel caso la situazione non migliori potreste pensare ad una terapia famigliare con la bambina al centro in modo tale da farle esprimere le emozioni in un ambiente esterno e protetto che la faccia sentire sicura. Spero di esserle stato d'aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Gentile mamma
in realtà, anche se non con una precisione matematica, tra i 7-8 anni nei bambini affiora la paura della morte e questo è fisiologico. Può essere quindi che i suoi malesseri abbiano coinciso con la raffigurazione e introiezione che stava già avvenendo all'interno di sua figlia, portando in qualche modo ad esasperare tale paura che lei ha sentito come più reale che immaginativa.
Continui nel suo lavoro di rassicurazioni, nel delicato tentativo di non scivolare in un cambiamento di abitudini per fornire queste rassicurazioni. Questo processo infatti è importante per sua figlia, fisiologico alla sua crescita anche psichica, e quindi in qualche modo va attraversato.
Per loro la morte significa separazione dalla figura di riferimento. Ci sarebbe quindi anche da indagare su come sia avvenuta la separazione con il padre, su come sono ora i rapporti tra di voi e con la piccola, per aver un quadro davvero completo
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Buonasera, grazie per aver condiviso la tua situazione. Mi sembra che tu stia facendo davvero del tuo meglio per rassicurare tua figlia e per affrontare questa fase difficile con molta attenzione e amore.

Il cambiamento di comportamento che descrivi, con paure di separazione e ansia, potrebbe essere legato a un evento stressante che ha vissuto, come il tuo malessere. Le bambine di 9 anni stanno attraversando una fase in cui iniziano a comprendere meglio concetti come la separazione e l’indipendenza, e, allo stesso tempo, sono anche più consapevoli di situazioni che potrebbero minacciare la sicurezza emotiva, come la malattia di un genitore. Anche se non ha mai mostrato preoccupazioni simili prima, il tuo periodo di malattia potrebbe aver scatenato una riflessione più profonda sulla sicurezza e la stabilità familiare, e questa consapevolezza può aver portato le sue paure e ansie a manifestarsi in modo più forte.

Il fatto che tua figlia abbia iniziato a preoccuparsi per l'idea che tu la possa "lasciare", anche per situazioni come le relazioni con il tuo compagno, potrebbe derivare dal bisogno di sentirsi rassicurata che, nonostante cambiamenti nella tua vita, lei rimarrà sempre al primo posto per te. La separazione da un genitore, anche se avvenuta tempo fa, può lasciare dei segni che possono emergere in momenti di vulnerabilità.

Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare:

Confermare la sua sicurezza e affetto in modo costante: Anche se hai già parlato con lei, continua a ripeterle che sei sempre lì per lei, che non la lascerai mai, e che il fatto che la tua vita stia cambiando (come avere una relazione con un compagno) non cambia l'amore che provi per lei. La rassicurazione costante, anche se sembra scontata, è importante.

Gestire le sue paure in modo pratico: Puoi aiutarla a gestire le sue emozioni attraverso tecniche di rilassamento o attività che favoriscano il senso di sicurezza. Ad esempio, insegnarle a riconoscere i suoi pensieri ansiosi e a sostituirli con pensieri più positivi o a fare delle pause di rilassamento quando si sente sopraffatta. Anche la respirazione profonda o tecniche come la visualizzazione di un posto sicuro possono aiutarla.

Riconoscere e validare le sue emozioni: A volte, nonostante le rassicurazioni, i bambini continuano a sentirsi insicuri, e in questi casi è importante non sminuire le sue paure, ma piuttosto farle capire che è normale avere paura a volte. La chiave è non solo rassicurarla, ma anche aiutarla a comprendere che le sue emozioni sono valide e che può parlarne liberamente con te.

Favorire l’indipendenza passo dopo passo: Come hai fatto tu, incoraggia gradualmente tua figlia a riprendere le attività che le piacevano prima, ma senza forzare. Puoi iniziare a stabilire piccole routine che la facciano sentire più sicura, come stabilire orari fissi per le chiamate o lasciarla uscire con le amiche, ma assicurandoti che si senta sempre in controllo e che tu sia facilmente raggiungibile.

Parlare con un esperto: Se le sue paure e ansie continuano a peggiorare o a interferire con la sua vita quotidiana, potrebbe essere utile parlarne con uno psicologo infantile. Un professionista potrebbe aiutarvi a esplorare in modo più approfondito le sue emozioni e a trovare strategie per affrontarle.

Infine, è importante che continui a parlarne con lei, ascoltando le sue preoccupazioni e rispondendo con calma e pazienza. Probabilmente questa è solo una fase, ma può essere utile aiutarla a navigare attraverso le sue emozioni per fare in modo che si senta più sicura e serena nel tempo. Rassicurarla sul fatto che non stai cambiando il tuo amore per lei, ma che è possibile che tu abbia anche altre relazioni nella vita, potrebbe aiutarla a comprendere che è una parte naturale del crescere e che il suo posto nella tua vita è garantito.

Come ti sembra la situazione al momento? Senti che ci sono altre cose che ti preoccupano?
Buongiorno, le preoccupazioni che descrive sono comprensibili e potrebbero essere una risposta a un periodo di incertezze, come il suo recente stato di salute. È naturale che i bambini reagiscano in modo intenso a cambiamenti e situazioni che percepiscono come minacciose, come la paura di separarsi o di essere abbandonati.
Da quanto racconta, sembra che sua figlia stia attraversando una fase di ansia da separazione, che può manifestarsi in modo acuto in alcuni momenti di sviluppo, soprattutto quando ci sono eventi stressanti. Il suo impegno nel rassicurarla e nel parlare apertamente con lei è molto positivo, tuttavia, se questa fase dovesse continuare o intensificarsi, potrebbe essere utile approfondire la situazione con il supporto di un percorso psicoterapeutico.
Un incontro con una figura professionale potrebbe offrire uno spazio sicuro e protetto per esplorare più a fondo le dinamiche familiari e le emozioni di sua figlia, così da aiutarla a gestire meglio le sue ansie e permetterle di ritrovare il benessere.
Sarei felice di aiutarla ad affrontare questa fase e a trovare insieme le risorse più adatte per sua figlia. Se desidera, può contattarmi per fissare un primo appuntamento, in modo da poter approfondire meglio la situazione e definire insieme il percorso più indicato.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Marika Muscarella
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
salve gentile signora; comprendo la sua preoccupazione riguardo la sua bambina; io credo sia abbastanza normale vivere un distacco dalla madre e farlo notare con un comportamento diverso; ogni cosa segna a quell'età. quello che potrebbe cercare di fare lei è continuare a rassicurarla e continuare ad essere presente ; vedrà che piano piano la bambina si rasserenerà. per qualsiasi cosa e per eventuali approfondimenti puo' mettersi in contatto con mè tramite MioDOTTORE
D.ssa patrizia Buscaino
Dott.ssa Federica Palazzetti
Psicologo, Psicologo clinico
Vicenza
Buongiorno signora,
Da quello che racconta potrebbe essere che dopo la sua malattia in sua figlia si sia scatenata una sorta di paura di perderla e dunque lei si sente tranquilla quando sta fisicamente con lei, ha paura che allontanandosi da lei possa succedere qualcosa. Questa situazione potrebbe essere spiegata dal disturbo d’ansia di separazione, che si può scatenare in bambini che come sua figlia hanno provato un’esperienza di allontanamento, seppur minima e seppur per noi inspiegabile.
Purtroppo se nonostante le sue continue rassicurazioni e il suo esserci costante la bambina non riesce a rasserenarsi, le consiglio di consultare uno specialista dell’età evolutiva che possa aiutare sua figlia a rassicurarsi e a vivere più serenamente la sua età; anche lei può poi chiedere un consiglio su come comportarsi affinché la bambina si senta più sicura, anche quando non siete vicine fisicamente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Palazzetti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, capisco quanto possa essere difficile vedere sua figlia affrontare queste paure e quanto possa sentirsi preoccupata nel cercare di aiutarla a superarle. Da quello che descrive, sembra che la bambina abbia sviluppato una forma di ansia da separazione, probabilmente scatenata dal periodo in cui lei è stata male. I bambini, anche se non sempre lo esprimono chiaramente, percepiscono i cambiamenti e le situazioni di vulnerabilità dei genitori, e questo può generare in loro paure che prima non avevano. Sua figlia ha probabilmente vissuto la sua malattia come un evento destabilizzante, che ha messo in discussione la sicurezza che sentiva nel rapporto con lei. Il fatto che abbia dovuto affrontare alcuni momenti senza di lei, anche se con altri familiari di fiducia, può aver amplificato questa sensazione di incertezza, portandola a temere che possa accadere di nuovo. È positivo che lei le stia parlando con calma, rassicurandola sul fatto che non l’abbandonerà mai. Tuttavia, quando un bambino manifesta ansia in modo così evidente, il solo ripetere rassicurazioni potrebbe non essere sufficiente, perché l’ansia non si placa con la logica. Un approccio utile potrebbe essere quello di aiutarla a sviluppare maggiore sicurezza attraverso piccole esposizioni controllate alle situazioni che la spaventano. Se, ad esempio, il momento dell’uscita da scuola è particolarmente critico, potrebbe provare a stabilire un piccolo rituale che la aiuti a sentirsi più tranquilla, come un messaggio prima dell’uscita o un oggetto che le ricordi che la mamma è sempre vicina. Allo stesso tempo, sarebbe importante aiutarla a tollerare gradualmente il disagio: se ogni volta che si sente spaventata trova una risposta immediata (ad esempio chiamandola subito o correndo a casa), il cervello associa quel comportamento come l’unico modo per sentirsi al sicuro, e l’ansia rischia di mantenersi nel tempo. Potrebbe incoraggiarla a stare un po’ di più con le amiche, magari stabilendo un piccolo passo alla volta: prima un’ora, poi un po’ di più, senza farle sentire che deve risolvere subito la sua paura, ma piuttosto che può affrontarla con il tempo. Riguardo alla paura che lei possa “sostituirla” con il suo compagno, questo è un pensiero che molti bambini possono avere, soprattutto se hanno vissuto una separazione in passato. Anche se lei le ha già spiegato più volte che viene prima di tutto, potrebbe essere utile rafforzare il suo senso di appartenenza attraverso momenti esclusivi tra voi due, facendole sentire che il vostro legame non è in discussione. Potrebbe anche aiutarla a esprimere le sue paure attraverso il gioco o il disegno, che sono strumenti con cui i bambini spesso comunicano ciò che non riescono a dire a parole. Questa fase potrebbe essere legata al momento che avete vissuto e, con il tempo, potrebbe attenuarsi se viene gestita con gradualità e senza eccessive pressioni. Tuttavia, se l’ansia dovesse persistere o limitare sempre più le sue attività, potrebbe essere utile un supporto psicologico, anche breve, per aiutarla a sviluppare strumenti più efficaci per gestire queste paure. L’importante è trasmetterle il messaggio che la paura non deve impedirle di vivere le esperienze che prima la rendevano felice e che può imparare, poco alla volta, a sentirsi di nuovo al sicuro. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Approfondisca meglio questo aspetto affettivo e del rapporto con sua figlia e lo faccia in fretta. C'è qualcosa a livello inconscio che la turba parecchio. Potrebbero poi cronicizzarsi delle angosce di abbandono che faranno fatica nel tempo a risolversi nella bambina.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

Le paure ei timori che sua figlia sta vivendo sembrano legati a una situazione di stress emotivo, probabilmente provocata dalla sua malattia e dalla temporanea assenza. La separazione dai genitori o il cambiamento nella routine, anche se temporaneo, può indurre ansia nei bambini, soprattutto se si sentono insicuri riguardo alla stabilità e alla continuità affettiva. La sua preoccupazione riguardo all'abbandono può essere una risposta naturale a questa percezione di fragilità, ma ciò non significa che sia destinata a durare a lungo. È positivo che lei stia cercando di rassicurarla e di affrontare la situazione con empatia, spiegando alla bambina che le sue paure non sono fondate.

Continuare a rassicurarla con parole di conforto e dare spazio ai suoi sentimenti è sicuramente importante, ma se la situazione persiste e la bambina sembra lottare con questi timori, potrebbe essere utile e consigliato per un approccio più mirato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente, la situazione che descrive riguarda un cambiamento significativo nel comportamento della sua bambina, che sta affrontando paure legate all’abbandono e alla separazione. Questo tipo di reazione può essere associato a un periodo di stress emotivo e a una fase evolutiva delicata, come quella che sta attraversando sua figlia. I bambini di 9 anni, in particolare, possono sviluppare ansie legate alla sicurezza e alla stabilità delle loro relazioni, specialmente in momenti di cambiamento o difficoltà familiari. Le rassicurazioni che ha fornito alla sua bambina sono molto importanti e necessarie. Continuare ad essere presente, ascoltarla, e parlare con lei delle sue emozioni sono aspetti fondamentali per aiutarla a superare questa fase. Tuttavia, se questa situazione dovesse persistere o diventare troppo intensa, potrebbe essere utile considerare un percorso di supporto psicologico per lei, dove potrà affrontare e gestire le sue paure in un contesto sicuro e guidato. Un percorso psicologico personalizzato potrebbe aiutare sua figlia a comprendere meglio e a regolare le proprie emozioni, mentre la sua famiglia potrebbe beneficiare di supporto nella gestione di questi cambiamenti. Inoltre, potrebbe essere utile coinvolgere anche la scuola, per garantire un ambiente protetto e rassicurante anche fuori casa. Rimango a disposizione per qualunque chiarimento. Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Chiara Arapi
Psicologo, Psicologo clinico
Teramo
Cara mamma,
capisco la sua preoccupazione e il desiderio di rassicurare sua figlia. Da ciò che descrive, sembra che il malessere che ha vissuto abbia attivato in lei un’ansia da separazione, che si manifesta con il timore di essere abbandonata e il bisogno di controllo sulla sua presenza e disponibilità.
I bambini, soprattutto in età scolare, hanno bisogno di certezze e stabilità. Quando vivono un’esperienza che li spaventa, come il fatto che lei sia stata male e che ci siano stati dei cambiamenti nella routine possono sviluppare paure che prima non avevano. È positivo che lei le stia parlando, ascoltando le sue emozioni e cercando di darle sicurezza. Tuttavia, rassicurarla costantemente dicendole che non la abbandonerà mai, se da un lato può tranquillizzarla sul momento, dall’altro potrebbe involontariamente rinforzare il bisogno di continue conferme.
Piuttosto che focalizzarsi solo sul rassicurarla, potrebbe aiutarla a sviluppare fiducia nella sua capacità di affrontare le sue paure. Ad esempio, può riconoscere le sue emozioni con frasi come: “Capisco che quando non mi vedi subito all’uscita ti viene paura, è normale sentirsi così quando qualcosa cambia. Ma sai che alla fine ci sono sempre stata e sempre ci sarò.” Inoltre, può aiutarla gradualmente a tollerare brevi momenti di distanza, magari concordando piccole sfide (come rimanere un po’ più a lungo con un’amica senza videochiamarla subito).
È anche importante informarla sempre in anticipo di eventuali cambiamenti nella routine, in modo che non viva situazioni inaspettate come una perdita di controllo. Se sa prima chi la verrà a prendere o se ci saranno variazioni nei programmi, avrà più tempo per prepararsi emotivamente. La sorpresa deve essere piacevole, non legata a un’assenza o a un’insicurezza.
Il fatto che sua figlia esprima anche il timore che possa essere “sostituita” dal suo compagno può indicare un bisogno di rassicurazione non solo a parole, ma anche nei gesti quotidiani. Avere momenti esclusivi tra voi due può aiutarla a sentire che il vostro rapporto è solido indipendentemente dalle circostanze.
Se queste paure dovessero persistere o intensificarsi, potrebbe essere utile un supporto psicologico per aiutarla a gestire l’ansia da separazione e ritrovare maggiore serenità.

Un caro saluto
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, lei mi sembra una madre molto attenta e premurosa. La sua preoccupazione e come si sta occupando del malessere di sua figlia denota la sua premura. Sua figlia ha esperito per la prima volta la paura della perdita, l'incertezza, l'imprevisto. Credo che lei possa farsi aiutare però in questo momenti di fatica di sua figlia. Un percorso psicologico con una terapeuta specializzata nell'età evolutiva potrebbe aiutare lei e sua figlia a comunicare questo malessere che è nato in sua figlia. Non deve fare tutto da sola. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Silvia Masia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, dalle sue parole sembra che la bambina sia terrorizzata all'idea dell'abbandono. Sicuramente la sua malattia deve aver influito, ma se ci riflette pensa che ci possano essere state altre situazioni che possano aver aggravato il suo timore di essere abbandonata dalla mamma? Dopo la separazione e l'ingresso del suo compagno nelle vostre vite, ci sono stati cambiamenti nel nuovo nucleo familiare (lei, figlia, compagno), che possono aver fatto sentire la bambina minacciata di abbandono? Provi a riflettere anche su questi aspetti e a valutare il supporto di un professionista. Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Filippi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
San Donato Milanese
Buongiorno,
è normale che i bambini inizino a sviluppare delle paure sopratutto dopo eventi che possono innescarle come la sua malattia. Non c'è niente di cui preoccuparsi ma suggerirei di contattare uno specialista psicologo per permettere alla sua bambini di fare un percorso e lavorare sulle sue paure affinchè non diventino montagne insormontabili con il tempo.

Se dovesse avere necessità rimango a disposizione,
Cordialmente
Dott.ssa Filippi
Dott.ssa Franca Sebastiana Goddi
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mazzano Romano
Salve, ciò che descrive è un'ansia da separazione che con molta probabilità, come ha già fatto notare lei, sua figlia collega al periodo in cui è stata male.
Si può affermare che può essere considerato un processo comune in quasi tutti i bambini e che tende a diminuire gradualmente nel momento in cui sviluppano il senso di autonomia e le capacità cognitive per poter capire che le assenze dei genitori non sono abbandoni; le rassicurazioni sono fondamentali soprattutto nel momento in cui la bambina prevede che ci sarà una separazione.
Spero di essere stata d'aiuto, buona giornata!
Dott.ssa Alice Garnero
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Gentile Signora, grazie per aver condiviso questa domanda e aver mostrato un'attenzione particolare nei confronti di sua figlia.
Sua figlia sta mostrando una paura importante, forse a causa del fatto che Lei è stata male ha sperimentato la paura di rimanere sola. Si tratta di una dinamica di attaccamento, se viene meno a livello fisico o emotivo il naturale legame con la mamma, il bambino, così come i cuccioli, si sente in pericolo. La sua modalità di rassicurazione mi sembra un ottimo rimando a sua figlia, se questo non bastasse e continuasse a mostrare paure e sintomi ansiosi, potrebbe valutare una consulenza con un/una terapeuta che possa dare degli strumenti a lei e a sua figlia per affrontare questo momento difficile.
Rimango a disposizione se scegliesse di prendersi uno spazio sicuro con sua figlia dove prendersi cura di queste emozioni difficili.
A presto,
Dott.ssa Alice Garnero
Dott.ssa Valentina Maisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Castellanza
Buon pomeriggio. Da quel che mi sembra di comprendere, il fatto che lei sia stata male può aver attivato in sua figlia il timore di perderla e rimanere sola. Ciò che lei sta già facendo è importante, far sentire sua figlia accolta, al sicuro, l'aiuterà certamente a tranquillizzarsi. IL tempo vuole la sua parte, la bambina ha necessità di elaborare nella sua mente che ora le cose sono diverse da quando lei è stata male e per fare questo occorre del tempo. Ha scritto che siete separati, sua figlia come ha vissuto la separazione e come vive la relazione col papà? Lo sente vicino o può in qualche modo aver pensato di essere stata "abbandonata" e dunque, il pensiero che anche mamma potesse "lasciarla" ha riattivato in lei la paura di sperimentare nuovamente una perdita?
E' solo uno spunto di riflessione, chiaramente non conoscendo la situazione potrebbe essere una riflessione non in linea con la vostra storia. La mente fa giri immensi, quella dei bambini ancor di più, talvolta le spiegazioni che i piccoli si danno (spesso senza nemmeno rendersi conto) non corrispondono poi a quello che è effettivamente successo ma loro se le portano dentro e su quei pensieri costruiscono schemi di pensieri, emozioni che li guidano nel loro percorso di crescita.
Buonasera, grazie per aver condiviso la tua preoccupazione. La situazione che descrivi è comprensibile, soprattutto considerando che la tua bambina ha vissuto una condizione di ansia legata alla tua malattia e alla paura dell’abbandono, che potrebbe aver intensificato un senso di insicurezza e fragilità emotiva.

### **Fase normale dello sviluppo?**
Il comportamento di tua figlia potrebbe essere una risposta emotiva alla tua malattia, che ha rappresentato un momento di vulnerabilità percepita nella sua vita. I bambini a volte reagiscono a eventi stressanti (come un problema di salute o una separazione) con paure legate all’abbandono o con ansia da separazione, anche se prima non avevano mai mostrato questi sintomi. Questo tipo di comportamento non è raro e può essere considerato una fase passeggera. La paura di essere "abbandonati" in situazioni di separazione (ad esempio a scuola) può essere una reazione alla sensazione di instabilità che ha vissuto a causa della tua malattia.

Inoltre, l’idea di non vederti immediatamente dopo la scuola, o di non ricevere risposte rapide a videochiamate, può generare in lei un senso di ansia legato alla paura che tu non ci sia più per lei.

### **Comportamenti ansiosi e rassicurazioni**
Hai già fatto bene a rassicurarla dicendole che non la lascerai mai, che ci sei sempre per lei e che la sua paura è una reazione normale. Continuare a rassicurarla con parole e gesti di affetto è un buon modo per aiutarla, ma è anche importante accompagnarla in un processo graduale di superamento di questa ansia, senza forzarla ma permettendole di affrontare lentamente le sue paure.

Puoi continuare a darle rassicurazioni, ma è utile anche incoraggiarla, con pazienza e calma, a riprendere piano piano le sue attività precedenti (ad esempio uscire con le amiche) senza mostrare un’eccessiva reazione a ogni suo tentativo di separarsi da te. La coerenza e la stabilità delle tue risposte saranno molto importanti per aiutarla a superare questa fase.

### **L’importanza della comunicazione**
Il fatto che tua figlia esprima apertamente le sue paure è positivo, poiché ti dà l’opportunità di ascoltarla e rassicurarla. A volte può essere utile chiedere a tua figlia di descrivere le sue paure e di esplorarle insieme, anche con piccoli giochi o attività che le permettano di sentirsi più sicura. Spiegare che è normale sentirsi un po’ spaventati a volte e che tutti attraversano momenti di ansia può aiutarla a normalizzare la sua esperienza.

### **Riflessione sulla separazione e sul ruolo della figura genitoriale**
Il fatto che tua figlia esprima anche paure legate al tuo compagno potrebbe essere legato alla preoccupazione che un altro adulto "prenda il tuo posto", ma è importante che continui a rassicurarla sul fatto che non perderà mai il tuo amore e che lei rimarrà sempre al primo posto nella tua vita. Essere chiari sul fatto che la relazione con il tuo compagno non cambia il tuo ruolo di madre è importante.

### **Consigli pratici**
1. **Pazienza e gradualità**: Come hai detto, incoraggiala a fare le cose che faceva prima, ma senza forzarla. Ad esempio, puoi suggerirle di uscire con le amiche per un tempo breve e aumentarlo gradualmente.
2. **Routine rassicurante**: Mantieni una routine prevedibile e stabile, che la faccia sentire al sicuro. Se sa cosa aspettarsi e quando, potrebbe ridurre l’ansia.
3. **Rinforzo positivo**: Ogni volta che si comporta in modo positivo (per esempio, se esce e poi torna tranquillamente), congratulati con lei per i piccoli passi che sta facendo. Questo rinforzo positivo aiuterà a costruire gradualmente la sua sicurezza.
4. **Tecniche di rilassamento**: Introduci insieme a lei attività che possano aiutare a ridurre l’ansia, come esercizi di respirazione o pratiche rilassanti che potete fare insieme, in modo che possa sentirsi più tranquilla.
5. **Parlare di emozioni**: Continui a parlarle delle sue emozioni, spiegandole che è normale avere paura ma che la paura può essere gestita e affrontata. Aiutala a identificare pensieri positivi che possano contrastare quelli ansiosi.

### **Se la situazione persiste o peggiora**
Se dopo un periodo di tempo le sue paure non diminuiscono o diventano più intense, potrebbe essere utile valutare un supporto psicologico per lei. Un percorso con uno psicologo infantile potrebbe aiutarla a esplorare le sue emozioni in modo più profondo e a imparare strategie di coping più efficaci per gestire l’ansia e la paura dell’abbandono.

### **Conclusione**
In sintesi, quello che sta vivendo tua figlia sembra essere una reazione emotiva legata alla tua malattia, ma anche un naturale processo di crescita, in cui il distacco dalla figura materna può far emergere insicurezze. Con il tempo, le rassicurazioni e il supporto emotivo che le stai dando, le sue paure potrebbero diminuire, ma sii pronta a cercare aiuto professionale se la situazione non migliora o se le sue ansie diventano più difficili da gestire. La tua pazienza, il tuo ascolto e il supporto costante sono fondamentali per aiutarla a superare questo periodo.
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno La sua preoccupazione è comprensibile, così come il desiderio di rassicurare sua figlia. Da ciò che ci racconta, sembra che la bambina stia vivendo un momento di ansia da separazione, probabilmente scatenato dal timore di perderla dopo il periodo in cui è stata male. È normale che, crescendo, i bambini inizino a sviluppare consapevolezza della possibilità di separazione dai genitori, ma il modo in cui questo si manifesta può variare in base alle esperienze vissute.
Le sta già offrendo molto supporto emotivo con il dialogo e le rassicurazioni, ma se l’ansia persiste e limita le attività quotidiane di sua figlia (come uscire con le amiche o stare serena a scuola), potrebbe essere utile un confronto con uno psicologo dell’infanzia. Un professionista potrà aiutarla a comprendere meglio le sue paure e a fornire strumenti adeguati per affrontarle, evitando che diventino più radicate nel tempo. Un caro saluto.
Dott.ssa Speranza Stavale
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, quello che descrive è una paura normalissima per una bambina verso la figura principale di attaccamento che è lei. La vicenda del suo malessere potrebbe aver attivato in sua figlia una paura latente che abbiamo tutti noi, grandi e piccoli, quella dell'abbandono. Ad un età in cui si dipende ancora dalle figure genitoriali è naturale che sua figlia mostri adesso una paura e ansia all'idea che possa succederle qualcosa di brutto che la porti via da lei. Può essere una fase transitoria se riesce a rassicurare sua figlia tutte le volte che ne ha bisogno per riparare il legame di attaccamento e accogliere le sue paure e i suoi timori. Rassicurarla con il corpo e non solo a parole che lei c'è e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se ha bisogno di un supporto resto a disposizione. A presto.
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
cara utente, da quello che racconta sembrerebbe che sua figlia viva una angoscia di separazione non comune in quella fascia di età. Ciò non significa che sia necessariamente un sintomo problematico, ma di certo rappresenta un segnale di una sofferenza della bambina.
Mi colpisce che lei lo associ ad un suo periodo di malattia, per questo andrebbe approfondito cosa è avvenuto in quel mese e come le comunicazioni esplicite ed implicite sono circolate in famiglia e cosa potrebbe essere arrivato a sua figlia. Inoltre, è importante comprendere come si comporti a scuola durante l'orario didattico con compagni e maestre, così come con le amiche, che giochi faccia e cosa guardi, di cosa parli, insomma per poter rispondere alla sua domanda è necessario capire più approfonditamente lo stato della bambina.
Seppur le sue rassicurazioni sono importanti, mi sembra che lei confermi che da sole non sono sufficienti a rassicurare sua figlia.
Le consiglierei di fare qualche colloquio di sostegno genitoriale con un/una specialista psicoterapeuta per poter essere aiutata ad esplorare meglio con sua figlia il tema e trovare delle strategie per rassicurarla; qualora non fossero sufficienti, con la stessa specialista potrà valutare se necessario fare altri interventi di diverso tipo.
Saluti
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, da quello che racconta, sua figlia sta attraversando un momento di forte insicurezza legato alla paura della separazione da lei. Questo tipo di ansia può emergere in seguito a eventi che, nella percezione di un bambino, mettono a rischio la stabilità della propria figura di riferimento, in questo caso lei. Il fatto che sia stata male e che per un periodo non sia stata sempre presente nelle sue routine quotidiane potrebbe aver scatenato questa paura dell’abbandono.

Lei sta già facendo molte cose giuste: la rassicura, le dà spazio per esprimere le sue emozioni e le fornisce strumenti per affrontarle. Tuttavia, è importante considerare che, per quanto le parole di rassicurazione siano utili, ciò che aiuta maggiormente sua figlia è l’esperienza concreta di continuità e stabilità. Con il tempo, se lei continuerà a esserci con costanza e a mantenere le sue abitudini senza ulteriori interruzioni, è probabile che queste paure si attenuino da sole.

L'ansia da separazione in età scolare può essere una fase, soprattutto in momenti di cambiamento o stress. Tuttavia, il fatto che sua figlia abbia esteso questa paura anche al rapporto con il suo compagno e alla possibilità di essere “lasciata” in altri contesti suggerisce che potrebbe avere bisogno di un po’ più di supporto per elaborare queste insicurezze. Potrebbe aiutarla a dare un nome preciso alle sue emozioni, spiegandole che è normale provare paura quando succede qualcosa che ci spaventa, ma che la paura non significa che accadrà davvero quello che teme.

Un altro aspetto che potrebbe rassicurarla è creare piccole "prove" di distacco positivo, iniziando con situazioni che per lei sono più gestibili. Ad esempio, se ha paura di uscire con le amiche, potrebbe accompagnarla e poi allontanarsi per brevi periodi, così che lei possa sperimentare il fatto che si separano, ma poi si ritrovano sempre.

Se con il passare del tempo questa ansia non dovesse attenuarsi o se dovesse aumentare al punto da limitare significativamente le sue attività quotidiane, potrebbe essere utile un supporto psicologico, anche breve, per aiutarla a elaborare meglio queste emozioni e trovare strategie più efficaci per gestirle.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Raffaella Del Vasto
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Angri
Gentile utente, comprendo la preoccupazione per sua figlia e la sensazione di non sapere bene come aiutarla dinanzi alla paura che lei possa abbandonarla o che le possa succedere qualcosa. Certamente, è possibile che l'episodio in cui è stata male possa aver attivato preoccupazioni in sua figlia, che sembra esprimerle bene una richiesta di vicinanza e rassicurazione. Il fatto che lei accolga queste preoccupazioni e provi a dare spazio alle sue emozioni può essere un primo passo per rassicurarla. Tuttavia, potrebbe essere utile un percorso di terapia familiare in cui affrontare insieme il disagio che sua figlia sta vivendo, capirne la radice più profonda e aiutarla a stare meglio.
Un Caro saluto.
Dott.ssa Raffaella Del Vasto.
I cambiamenti fanno parte della vita, ma alcuni sono più difficoltosi da accettare e capire rispetto ad altri e questo è ancora più veritiero se fa parte del mondo di una bambina di 9 anni. La vicinanza che le fa sentire da madre, da quello che emerge dal suo scritto, è già un grande passo per "sentire" sua figlia. Ripercorrere il vissuto del suo essere stata male, facendole sentire come è stata lei e provando a capire le emozioni e i vissuti di quel momento provati anche da sua figlia potrebbe essere un ulteriore passo da provare a fare insieme. Alle volte è solo quando ci si ferma che riemerge tutto quello che magari fino a quel momento è stato taciuto; ma fermarsi e tornare indietro per poi capire quello che ci succede oggi è fondamentale per ascoltarsi, capirsi e andare avanti.

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