Buonasera. Sono una ragazza di vent'anni e credo di avere grossi problemi a relazionarmi. Circa 3/4

25 risposte
Buonasera. Sono una ragazza di vent'anni e credo di avere grossi problemi a relazionarmi. Circa 3/4 anni fa iniziai ad isolarmi dai miei amici e conoscenti e ad evitare le interazioni sociali a causa dell'ansia e della bassa autostima. Apparentemente non avevo alcun motivo per cui allontanarmi da tutti, ma a causa delle mie paranoie iniziai a sentirmi a disagio, troppo "sfigata" rispetto ai miei coetanei. Così mi chiusi in casa. Circa 8 mesi fa ho conosciuto un ragazzo su Internet, ci frequentiamo e mi piace davvero, ma a causa dei miei problemi a relazionarmi non riesco a viverla con leggerezza, sono dipendente dalle sue azioni e tutta la mia felicità si basa sulle attenzioni che mi da, e tutto ciò è estenuante. Sono eccessivamente possessiva, cerco di non dimostrarglielo perché sono consapevole del fatto che siano solo paranoie; nonostante ciò sto malissimo e durante queste crisi di "astinenza da attenzioni" mi capita di pensare al suicidio o all'autolesionismo, di cui ho sofferto quando ero piccola, durante il periodo delle medie.
Sento la necessità di rivolgermi ad un professionista, vorrei un parere riguardo a ciò che mi sta succedendo e a come posso migliorare la situazione. Grazie e buona serata.
Gentilissima, tutti gli elementi che ci fornice in questo suo messaggio rendono assolutamente consigliato nel suo caso iniziare un percorso psicoterapeutico. Può cercare un terapeuta che operi nella sua zona direttamente qui sul portale di Mio Dottore o chiedere al suo medico di base di indirizzarla, magari verso un consultorio pubblico. A disposizione per eventuali dubbi o chiarimenti, un caro saluto, Marta Corradi.

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Gentile utente, quando parla della necessità di rivolersi ad un professionista "sente" molto bene, la vulnerabilità emotiva che vive merita la sua attenzione e l'attenzione di un professionista che sappia accompagnarla nella ricerca di un equilibrio interno e relazionale che sappia di stabilità e serenità. La invito quindi caldamente a seguire quella necessità di aiuto di cui parla e rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Un caro saluto.
Gentile Signora, penso che il momento in cui ha preso consapevolezza di volersi fare sostenere, è un primo e fondamentale passo per poter parlare con qualcuno. Trovi qualcuno che le infonde fiducia e che sia capace professionalmente. Saluti.
Salve, avverto nella sua domanda la paura, che lei con i suoi comportamenti troppo possessi potrebbero allontanare il suo compagno. Cmq nonostante la sua giovane età lei ha fatto un'analisi molto attenta di tutto ciò che le sta succedendo. Inoltre ha la coscienza che ha bisogno di aiuto, quindi anche sul portale di miodottore.it può trovare una psicoterapeuta nella sua zona dove abita che l?aiuterà sicuramente a crescere e a capire xchè si comporta così con il suo ragazzo, in bocca al lupo per il suo lavoro psicologico e le invio cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
Buonasera! Da ciò che scrive si evince che è abbastanza consapevole delle difficoltà che vive e che, a quanto scrive, durano da anni con intensità più o meno differenti. I pensieri di suicidio o autolesionismo non sono cose da sottovalutare.Ciò che deve fare è contattare uno psicoterapeuta e affrontare i nodi di sofferenza che la tormentano, vedrà che il sorriso e la gioia di vivere torneranno.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente ,
La sua necessità di contattare un professionista può offrirle un modo per migliorare la sua situazione, lo dice lei stessa. Perciò le mando il mio incoraggiamento nel farlo quanto prima. I miei saluti. MF
Nella sua lettera si colgono sintomii di vario tipo che non vanno sottovalutati, ma attentamente valutati con l'aiuto di un professionista. I problemi relazionali con l'evitamento tendono a intensificarsi ed ad accrescere l'ansia, soprattutto nel suo rapporto sentimentale. Come giustamente percepisce, ha necessità di farsi aiutare per poter vivere serenamente e pienamente. Un caro saluto, dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve, come lei stessa ha capito vale la pena di rivolgersi ad un professionista e di intraprendere una psicoterapia che possa renderla più padrona della sua vita e meno “in balia” delle situazioni.
In bocca al lupo
Marta Calderaro
Gentilissima, il primo passo è stato fatto: è stata capace di ascoltarsi e di riconoscere dentro di sé il bisogno di chiedere aiuto. Per cui non lasci cadere la cosa, prenda in mano la situazione e agisca, contatti un terapeuta della sua zona oppure lo individui attraverso questo portale. All'interno del percorso potrà approfondire l'origine di questa sua scarsa autostima, la necessità di proteggersi attraverso l'isolamento e l'autoinfliggersi atti di autolesionismo.
A disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Arianna Sala
Psicologa Psicoterapeuta
Cernusco sul Naviglio
Gentile utente quello che le sta succedendo è probabilmente la manifestazione di un conflitto tra ciò che lei vorrebbe per essere felice e le difficoltà che sta incontrando per riuscire ad esserlo. Probabilmente ad oggi quelli che attiva sono copioni disfunzionali che la portano a vivere con paura le relazioni.
Con l’aiuto di un terapeuta potrebbe indagare sulla funzione che questi modelli hanno avuto magari in passato, forse in ambito familiare, cercando di trovarne dei nuovi più coerenti con quello che ad oggi lei vorrebbe essere.
In bocca al lupo
Dott.ssa Anna Tomaciello
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Vedrá che riuscirà a comprendere bene la sua situazione e ad aiutarla a gestire bene questi suo aspetti disfunzionali (disagio nelle relazioni, ansia eccessiva, disagio nel rimanere “sola con se stessa”, paura dell’abbandono).
Un buon percorso dovrebbe lavorare sulla sua autostima e comprendere bene i suoi “bisogni autentici”, da qui il superamento del “disagio emotivo” che vive con tanta sofferenza.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Ciao, mi sembra importante per la tua vita che tu stia facendo il passo di chiedere aiuto. questa ê una bellissima apertura relazionale ed é sufficiente per avvicinarti dal vivo e poter usufruire della relazione terapeutica di cui hai bisogno. resto a tua disposizione , un saluto Mara
Buongiorno,
mi sembra abbia accantonato vissuti come difficoltà a relazionarsi, isolamento, ansia, e scarsa autostima.
La relazione con la persona descritta è come se facesse emergere il sommerso, focalizzando su di lui bisogni di attenzione e di una aggressività latente che rivolge verso se stessa. Credo sia pertinente il suo intento di chiedere un aiuto psicologico.
Sono disponibile
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Buongiorno. Ha descritto perfettamente le sue difficoltà e questo mi sembra un buon trampolino di lancio per iniziare una terapia, grazie alla quale avrà modo di capire come sono nate e si sono sviluppate le problematiche che espone, ma soprattutto imparerà a gestirle nella maniera più opportuna. Trovi un terapeuta a cui rivolgersi e che saprà aiutarla nella maniera più opportuna.
buonasera, le consiglio di ricorrere ad un percorso psicoterapico che la aiuti. Ha 20 anni e dovrebbe stare in mezzo alla gente, divertirsi e vivere la leggerezza tipica della sua età. Questo suo malessere va affrontato. cerchi un supporto e vedrà che piano piano si metteranno a posto delle cose. non rischi di mettere a rischio la qualità della sua vita.
Buon lavoro

Enrica Tavella
Buongiorno. Ha ragione a ritenere di poter aver bisogno di un professionista, e ci sono gli elementi per fare un buon lavoro. Le esperienze relazionali passate vanno verosimilmente significate con un senso più identitario del granitico "problemi relazionali", che dice poco di Lei e non apre possibilità d'azione (anzi, diviene "regola" immodificabile che decide delle sorti delle Sue relazioni ancor prima che avvengano). Inoltre sarÀ opportuno mettere a tema le modalità di mantenere il senso di stabilità personale su un'Alterità significativa senza il cui feedback Lei fatica a sentirsi, e ricerca pertanto modalità alternative (es, attivazione corporea) o viceversa ritiene di non riuscire ad esistere (tematiche di fine). Tramite i colloqui psicoterapeutici potrà riprogettarsi nel futuro con identitarietà, tornando protagonista della Sua storia. In bocca al lupo, Cordialità. DMP
l'evitamento delle relazioni sembrerebbe nascere quasi come tentativo di proteggere sé stessa.. in realtà rischia di proteggere un dolore che però ha bisogno di venir fuori un pochino alla volta così da potersi liberare di questi pensieri di autolesionismo. Scelga il suo terapeuta e inizi un percorso... Ritroverà la fiducia verso gli altri e la stima verso sè stessa. Ha già tanti elementi di consapevolezza, li usi per farne emergere altri con chi può aiutarla! Cari Saluti
dott. ssa Wanda Donisi
Buongiorno, come riconosce da sè, ha bisogno di un confronto con un professionista che possa aiutarla a comprendere le sue ansie e il suo eccessivo bisogno di attenzioni e di controllo sul suo ragazzo, in modo da poter vivere più serenamente la sua relazione.
Rosanna De Pace
Gentilissima,
è già un’ottima cosa l’aver riconosciuto il bisogno di rivolgersi ad un professionista, e non è poco.
Un percorso individuale potrà a mio avviso esserle utile per indagare le origini relazionali delle sue insicurezze e del senso di inadeguatezza che, a quanto dice, sta condizionando negativamente la sua relazione, per questo le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta di stampo sistemico e relazionale.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un caro saluto,

Dott.ssa Elisa Paterlini
Penso dovrebbe assolutamente rivolgersi ad una psicologa/o psicoterapeuta. Problemi come il suo hanno in genere origine e radici nell'infanzia e nell'adolescenza, ma sono risolvibili.
Anche con qualche colloquio terapeutico lei potrebbe sentirsi più sicura e non avrebbe bisogno di essere molto possessiva o eccessivamente dipendente dalle attenzioni del ragazzo, cosa che oltretutto espone continuamente il rapporto a momenti di crisi. Inoltre una terapia riuscita le permetterebbe di vivere la sua vita al pieno delle sue potenzialità, evitando le ripercussioni negative del suo attuale stato psicologico, soprattutto nella vita sociale.
Gentile Signorina, il fatto di riconoscere di avere un disagio e pensare di poter essere aiutata, vuole dire che è già a buon punto per poterlo risolvere veramente, quindi si informi per poter trovare uno specialista con cui intraprendere questa avventura che la porterà a stare dall'altra parte della barricata che si è costruita e le permetterà di vivere al meglio la sua vita. le faccio i miei più caldi Auguri. Enrico Piccinini
Gentile Utente,
Da quello che scrive mostra un'ottima capacità di auto-osservazione, di definizione del problema e di porsi obiettivi. Sono risorse importanti che meritano di essere valorizzate in modo tale da rendere la sua consapevolezza uno "strumento" che la aiuti anche a regolare le emozioni che prova e non a "subirle" come semplice spettatrice. Lei ha molto chiari gli ingredienti, ha solo bisogno di una ricetta e di istruzioni per il dosaggio. Porti tutto ciò in un percorso terapeutico, in modo tale da non vivere nuovamente un binomio (o me o gli altri) che nell'intento di proteggerla continua ad aumentare le distanze con ciò che desidera davvero. Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera, utilizzi questa sua lucidità per concretizzare la richiesta di aiuto.
Abbia fiducia , una via d’uscita da questa angoscia che sente è possibile.
Forza!
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Gentile utente, è molto evidente la sua difficoltà emotiva e sociale. Le sue paure sono cresciute in quel ritiro di cui parla. La persona che ha incontrato è diventata probabilmente una figura su cui ha basato troppo attaccamento, troppa ricerca di sicurezze. E questo la rende possessiva e vulnerabile. Sarebbe più costruttivo trovare dentro se stessa nuove certezze, maggiore auto affettività. Il confronto sincero con un professionista dell'aiuto può davvero motivarla a diventare una persona più risolta, una persona capace di superare quelle esperienze traumatiche in cui è stata coinvolta nella delicata fase di crescita, del suo passato. Tanti auguri a lei!
E necessario per lei iniziare una seria psicoterapia che sia un "laboratorio" accogliente e fecondo di ricerca e consapevolizzazione delle sue dinamiche interiori e profonde che hanno determinato il suo stato di malessere. Diffidi delle psicoterapie brevi e superficiali e non faccia uso di psicofarmaci se non per brevissimo tempo e solo se strettamente necessari. Cordiali saluti.

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