Buonasera, sono una ragazza di 29 anni e sto insieme al mio ragazzo da più di 3 anni. L'anno scor

24 risposte
Buonasera,

sono una ragazza di 29 anni e sto insieme al mio ragazzo da più di 3 anni. L'anno scorso mentre ci trovavamo in una situazione di relazione a distanza da sei mesi e poca intimità da più di un anno, mi sono lasciata prendere da un altro ragazzo. Avevo una forte attrazione per quest'ultimo e ho deciso di uscirci insieme. Siamo usciti un paio di volte e abbiamo solo parlato, poi ci siamo baciati, una volta e rimasto a dormire da me, ma solo baci perché non potevo accettare di oltrepassare la linea. L'ultima volta ho deciso di lasciarmi andare e sono stata a casa sua. Ci sono stati dei preliminari, abbiamo cominciato un rapporto ma che poi ho bloccato all'inizio e me ne sono andata a casa. Il tutto é durato all'incirca due mesi. Proprio in quel periodo il mio ragazzo ha trovato lavoro in Svizzera, era assente poiché preoccupato del grande cambiamento..... e io invece di stargli vicino lo tradivo..... Mi vergogno talmente tanto.... C'é da dire che anche prima di questo episodio mi facevo mille domande sulla nostra relazione e niente, ho smesso di pensare, sono scoppiata e ho fatto quello che ho fatto. Ho smesso di vedere il secondo ragazzo, il quale poi si è ritrasferito in Italia. All'inizio, a volte, mi mancava, ma sapevo fosse una cosa molto stupida, non lo conoscevo neanche così bene, ero solamente attratta di un'idea che mi ero costruita di lui, probabilmente in parte vera, in parte no. Dopo qualche mese di agonia, ho deciso che non potevo andare avanti così e che dovevo dire qualcosa al mio partner attuale. Personalmente faccio molta molta fatica a parlare, scoppio a piangere subito e ciò mi ha sempre frenato sin da piccola nell'esprimermi. Ho detto al mio ragazzo di aver baciato un'altra persona e sono scoppiata in lacrime. Lui non mi ha fatto troppe domande, mi ha detto di aver apprezzato la mia onestà e che un bacio poteva perdonarlo ma che mi avrebbe lasciato se ci fossi andata a letto. Mi ha chiesto se ero stata a casa dell'altra persona, e piena di vergogna ho detto di no. Quindi lui crede sia stato un bacio "a caso" una sera. Ci siamo fermati qui, non ne abbiamo più riparlato e per un anno mi sono dedicata di più a lui, cercando di dimenticare. Nell'ultimo periodo ho pensato che questa situazione di distanza (3ore di treno) dovesse finire e che ci dovessimo provare una volta per tutte nel stare insieme. Ho trovato un nuovo lavoro nella città del mio compagno e sto per licenziarmi dal lavoro attuale. Andava tutto bene e poi questo weekend crisi. Si parlava di andare a vivere insieme e cercare finalmente una casa per entrambi e lì i miei sensi di colpa sono tornati più forti che mai. Dovrei trasferirmi nella sua città ad Agosto... come posso chiedergli di trasferirsi ed iniziare una vita nuova insieme con questo peso? Allo stesso tempo ho una vergogna assurda a riaprire questo capitolo e non lo voglio ferire ulteriormente dopo un anno. Lui é una persona talmente buona e mi ama così tanto... Senza considerare la complessità che ho aggiunto al caso, trasferendomi lì per lui, annunciandolo al nuovo lavoro, alle famiglie, agli amici....
Mi sembra di aver rovinato tutto, per sempre. E mi sembra solo di prendere decisioni sbagliate, continuamente.... Ho bisogno di un aiuto, ma non riesco a parlarne tanta é la vergogna... non sono riuscita a spiegare l'intera storia neanche alla mia psicologa... Consigli?
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così delicata e complessa della tua storia.
Quello che stai vivendo è un profondo conflitto interiore, segnato da senso di colpa, vergogna, paura di perdere una persona che ami e la fatica a capire davvero cosa desideri e di cosa hai bisogno.

Il tradimento, soprattutto quando accade in un momento di fragilità o distanza nella coppia, non è sempre il segnale che una relazione è finita, ma può essere il sintomo di un malessere più profondo, che spesso ha radici lontane. La tua difficoltà ad aprirti, il blocco nell’esprimere emozioni e la sensazione di prendere sempre decisioni sbagliate meritano attenzione e comprensione, non giudizio.

Hai fatto una cosa molto importante: hai interrotto quella relazione parallela e hai cercato, nei limiti di ciò che ti sentivi in grado di dire, di essere onesta con il tuo compagno. Questo dimostra che sei consapevole delle tue azioni, che non le giustifichi, ma che stai cercando un modo per riparare e andare avanti.
Tuttavia, ciò che oggi ti pesa non è solo ciò che è accaduto, ma il fatto di non esserti sentita libera di raccontarlo tutto, e ora questo “non detto” rischia di pesare sul futuro che state costruendo insieme.

Forse non è tanto una questione di dire tutta la verità per “scaricarsi la coscienza”, quanto di capire perché è successo, cosa ti ha portato lì, cosa desideri davvero da questa relazione e se stai agendo per amore o per paura di perdere ciò che ormai è diventato il tuo punto di riferimento.

La vergogna è un’emozione potente, ma non deve impedirti di chiedere aiuto. È importante poter parlare liberamente di ciò che provi, senza sentirti giudicata, per riuscire a fare scelte più consapevoli, serene, autentiche.

Per questo sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, con cui affrontare questi sentimenti e lavorare sul tuo senso di colpa, sulla tua storia emotiva e sulla tua capacità di comunicare ciò che provi, prima di prendere decisioni importanti come la convivenza.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Amedeo Fonte
Psicologo, Psicologo clinico
Pescara
Salve,
lei si sta confrontando con un turbamento profondo che sembra non riguardare soltanto quanto accaduto in passato, ma soprattutto il modo in cui questo evento ha messo in moto qualcosa che da tempo forse già cercava di farsi sentire dentro di lei. Il senso di colpa che oggi la travolge, al punto da farle sentire che ogni scelta compiuta è stata un errore, sembra legarsi a un'istanza molto intima che chiede ascolto più che giudizio. Non è solo il fatto in sé, ma ciò che ha evocato in lei, ciò che ha fatto affiorare a livello emotivo e simbolico. Le capita di dirsi che ha sbagliato tutto, ma si è chiesta da dove nasce questa voce così dura che non la perdona? Di chi è questo sguardo che la osserva con così tanta severità? Non è raro che la vergogna abbia a che fare con una parte di noi che si sente smascherata, scoperta, come se ciò che abbiamo fatto parlasse troppo di chi siamo, mentre invece forse si è trattato anche di un tentativo confuso, doloroso di sentire qualcosa, di cercare un posto, un senso, una risposta a domande che ancora non avevano trovato parole. Il fatto che abbia pianto nel raccontare solo una parte della verità al suo compagno ci dice quanto questo vissuto resti incastrato in un nodo che non si lascia sciogliere facilmente. Ma perché proprio ora, nel momento in cui il futuro sembra prendere forma, questa verità torna a bussare? È come se qualcosa le stesse dicendo che non può costruire su una base che avverte instabile, anche se non lo sembra all’esterno. Eppure, anche l’idea di confessare tutto, come se ciò bastasse a liberarla, può rischiare di essere una risposta dettata più dall’angoscia che da un reale desiderio di comunicare qualcosa all’altro. Si chiede come può ricominciare con questo peso ma si potrebbe anche chiedere quale peso esattamente non la lascia andare. Sta seguendo un progetto di vita che ha l’apparenza di una direzione certa, eppure dentro si affaccia un’incertezza profonda. Le suggerirei, con tutta la delicatezza possibile, di non chiudere questa inquietudine troppo in fretta, e forse di permettersi, piano piano, di portare ciò che sente anche nello spazio terapeutico. Non serve riuscire a dire tutto subito, ma trovare un luogo dove questo "non riesco" possa iniziare a esistere, senza dover essere subito superato. C’è una domanda che ancora chiede spazio, ed è una domanda sul suo desiderio, sul senso che lei attribuisce a ciò che sta vivendo. Prima ancora di capire se parlarne o meno con il suo compagno, forse potrebbe chiedersi che cosa desidera davvero dire, e a chi. Potrebbe essere utile permettersi di tornare lì, dove ha iniziato a "smettere di pensare" come dice lei, non per giudicarsi ma per cercare di capire che cosa ha taciuto allora, a sé prima che agli altri. Spesso è proprio quando ci si sente smarriti che può cominciare un vero movimento. Lei afferma che sente il bisogno di aiuto, ed è già qualcosa di estremamente importante che lei riesca a riconoscerlo. Non deve avere fretta di spiegare tutto, ma può provare a non lasciare questa vergogna da sola.

Dott. Amedeo Fonte
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
ne parli con la sua psicologa, saprà ascoltarla ed aiutarla senza giudizio. In ciò che racconta non c'é nulla di cui vergognarsi, le relazioni sentimentali a distanza, come lei stessa sa, sono molto più complesse e faticose di quanto ci si immagini ed, inoltre, portano in se molti aspetti contraddittori che alla lunga possono portare a crisi del rapporto o a momenti difficili: uno su tutti il tema della distanza fisica forzata da conciliare con bisogni e impulsi individuali e con il concetto incarnato nel corpo della rinuncia.
Saluti
Dott.ssa Annamaria Spiotta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Padova
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta apertura la sua storia. Mi sembra di capire che in questo momento il peso della responsabilità sia opprimente e che lei avverta un grande bisogno di fare chiarezza, non solo verso il suo compagno, ma anche verso se stessa.
Il peso che avverte, fatto di senso di colpa, vergogna e paura di rovinare tutto, è comprensibile. Credo però che allo stesso tempo rappresenti il segnale di un conflitto interno che merita ascolto, non giudizio. Spesso, situazioni come quella che ha vissuto non nascono da mancanze “banali” o da errori irreparabili, ma da un insieme di bisogni non espressi, domande non affrontate, emozioni che si accumulano. Ha vissuto un momento di grande distanza e incertezza, e probabilmente ha cercato un modo per sentirsi di nuovo “viva”. Questo aiuta a comprendere.
Il fatto che lei abbia scelto, anche se parzialmente, di essere onesta e che oggi lei voglia capire come gestire la situazione senza ferire, dice molto della sua consapevolezza e del desiderio di costruire qualcosa di autentico.
Forse non si tratta solo di “dire o non dire” tutto, ma di fermarsi e chiedersi cosa serve davvero per iniziare questo nuovo capitolo con serenità e cosa si sta cercando di riparare. A volte, condividere la verità serve a liberarci; altre volte, serve prima di tutto chiarirla dentro di noi.
Un percorso psicologico può aiutarla a sciogliere questo nodo con delicatezza, partendo proprio dal senso di vergogna che blocca.
Le auguro di trovare quel punto di calma da cui ripartire, per lei e per la vostra relazione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Annamaria Spiotta
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Le relazioni a distanza purtroppo non sono semplici da gestire...
La distanza in sé, i dubbi, le incertezze sul futuro della relazione, i bisogni non soddisfatti sono alcuni degli elementi che possono portare un partner (o anche entrambi) ad interessarsi ad altre persone. Le emozioni che prova sono naturali, ma è importante lavorare dentro di sé su ciò che è avvenuto, accettarlo e metabolizzarlo. Richiederà tempo sicuramente, ma mi sembra di capire che in Lei ci sia comunque tanta voglia di lavorarci su in primis per se stessa.
Per quanto concerne la difficoltà a raccontare apertamente l'intera storia alla Sua psicologa, è sicuramente importante, durante un percorso, sentirsi a proprio agio in quello spazio per raccontarsi. Da quanto conosce la dottoressa cui fa riferimento? Se la conosce da poco, si dia tempo: non è facile aprirsi completamente sin dall'inizio.
Per qualsiasi necessità, sono a Sua disposizione.
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno, la situazione va chiarita in profondità, soprattutto perché penso che ci siano dei tasselli anche da parte sua da sistemare. Non può lasciare irrisolta la sua parte più interiore che l'ha portata a tradire.
Sono disponibile ad aiutarla mediante consulenza online.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Chiara Tumminello
Psicologo, Psicoterapeuta
San Martino Buon Albergo
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Comprendo come lei si possa trovare in un dilemma penoso e che questo la metta in crisi. Può in questo momento porsi delle domande per comprendere cosa fare: quanto è importante per la vostra relazione rivelare questa informazione al suo compagno? Ha importanza per lei ciò che è avvenuto un anno fa con questo secondo ragazzo? Al di là di questo argomento, lei come si sente attualmente nella relazione col suo compagno? Le consiglio di parlarne anche con la collega che la segue, sono sicura che le potrà essere di aiuto. Queste domande possono non essere di facile risposta e un aiuto potrebbe essere necessario. Più che vedere ciò che è successo con questo secondo ragazzo come una cosa di cui vergognarsi provi a vederla come un evento che ha messo in luce un suo bisogno. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
Cara 29enne Si situazione in cui è necessario trovare il bando della matassa; il fatto che non sei riuscita a spiegarlo nemmeno alla tua psicologa anche questo è un aggiunta di cui fare chiarezza. La storia d'amore con il tipo mentre il tuo lui era lontano non mi sembra tanto storiella" è molto romantica e anche sentimentale; non sò quanto ti senta pronta per affrontare una convivenza con i pensieri e ricordi rivolti alla storia con l'altro.
non c'e dubbio che tu vuoi molto bene al tuo ragazzo ma il problema non è solo legato al tradimento ma alla tua resistenza a fare chiarezza sui tuoi sentimenti.
se riuscissi a fare ciò emergerebbe la vera persona che sei e quello che vuoi dalla tua vita; compreso la relazione che ti renderebbe "felice" e non quello che tu pensi sia giusto da vivere.
Continua ancora a scriverci magari in privato con una persona del team di cui ti fidi.
D.ssa Patrizia BUSCAINO
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio innanzitutto per la fiducia e il coraggio con cui ha condiviso un pezzo così delicato della sua storia. Ciò che emerge dalle sue parole è una forte sofferenza interiore, una tensione tra il desiderio di autenticità e la paura di ferire chi le è accanto. In questo conflitto si muove con molta responsabilità e con un evidente senso di colpa, che però rischia di trasformarsi in un peso insostenibile se non affrontato in modo costruttivo.

È importante riconoscere che l’esperienza che ha vissuto, pur dolorosa e fonte di vergogna, è espressione di un momento di crisi e confusione emotiva, e non definisce il suo valore come persona o partner. Nessuna relazione è immune da difficoltà, soprattutto quando si affrontano distanze fisiche e periodi di disconnessione emotiva. Il fatto che lei abbia scelto, pur tra mille paure, di raccontare una parte di quanto accaduto al suo compagno, è un segno della sua volontà di non costruire il rapporto su una menzogna totale. È un passaggio, anche se parziale, verso un confronto più onesto.

Tuttavia, mi sembra che il nodo non risieda solo nell’episodio in sé, ma nel modo in cui lo porta dentro di sé, nel senso di colpa e nella sensazione di aver compromesso tutto, anche il suo futuro. Quando il senso di colpa diventa schiacciante, rischia di trasformarsi in una prigione che le impedisce di vivere il presente e di prendere decisioni serene. In questo senso, forse non è tanto una questione di “dire tutta la verità” quanto di lavorare su come lei si sente rispetto a ciò che è accaduto, a ciò che desidera oggi, e a ciò che può costruire nella relazione.

Potrebbe essere utile, anche in terapia, affrontare progressivamente questo blocco nel raccontarsi, esplorando le origini della vergogna che sperimenta nel parlare di sé, senza la pressione immediata di “dover confessare tutto”. Non è insolito che la vergogna paralizzi, soprattutto quando si è cresciuti in contesti dove l’espressione emotiva veniva contenuta o giudicata. Eppure, il modo in cui si relaziona a questa parte di sé può cambiare, se sostenuta nel tempo in un ambiente sicuro e accogliente.

Non ha rovinato tutto. Sta cercando una via per essere più autentica con sé stessa e col suo partner, e questa è una forma importante di amore. Forse non esiste una scelta perfetta, ma esistono scelte che possono essere fatte con maggiore consapevolezza, rispetto per sé stessi e per l’altro. Provi a pensare non tanto a “espiare” un errore, quanto a costruire uno spazio in cui lei possa sentirsi vista, compresa e libera di essere quella che è, anche nelle sue fragilità. È da lì che una relazione matura può veramente evolversi.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Aurora Maria Calabretto
Psicologo, Psicologo clinico
Rovereto
Buonasera, ciò che hai scritto trasmette un forte senso di dolore e confusione. È davvero importante e coraggioso riuscire a raccontare tutto questo, anche solo per iscritto. Le emozioni di cui parli sono segnali di un sentimento forte nei confronti del tuo compagno e che ciò che hai fatto è in conflitto con la persona che desideri essere. Per questo posso capire che sia faticoso unire il desiderio di costruire una vita con il tuo compagno con il peso di ciò che è successo. Ma è comprensibile che in un momento di distanza e di difficoltà hai agito in questo modo, come meglio potevi con le risorse che avevi allora. Il fatto che tu stia pensando a tutto questo, che tu senta il bisogno di chiarezza, che tu voglia agire nel rispetto della relazione e della persona che ami, mostra quanto sei connessa a dei tuoi valori profondi. E questi valori possono diventare una bussola per i prossimi passi, anche se non saranno facili. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a fare spazio alle emozioni complesse che stai provando e ad accogliere quella parte di te che ritieni abbia sbagliato in passato per poterla comprendere. In questo modo potrai capire quale decisione prendere per il tuo futuro.
Ricevo online, un caro saluto. Dott.ssa Aurora Calabretto
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
la ringrazio per aver condiviso con tanta autenticità una parte così complessa e delicata della sua storia. Dalle sue parole emerge chiaramente un forte conflitto interiore, che testimonia quanto lei sia una persona sensibile, attenta ai legami e in grado di porsi interrogativi profondi su se stessa e sulle proprie scelte.
Vorrei rassicurarla su un punto centrale: il fatto che stia provando vergogna, confusione e senso di colpa non è segno di debolezza o inadeguatezza, ma di quanto lei stia cercando di essere coerente con i suoi valori affettivi.
Si considera la relazione affettiva non come un "oggetto" stabile da valutare in termini di giusto/sbagliato, ma come un sistema dinamico di significati personali, che evolve nel tempo in risposta ai bisogni, ai vissuti e alle trasformazioni individuali. L’episodio che lei racconta non va letto unicamente in termini di "tradimento", ma può essere compreso come un momento in cui, forse, lei ha cercato — in modo confuso e doloroso — di esplorare qualcosa che nella relazione attuale sentiva mancare: vicinanza emotiva, riconoscimento, desiderio, connessione.
Lei descrive una vergogna profonda, che le impedisce di parlare, anche in terapia. La vergogna può essere intesa come una risposta profondamente relazionale: ci vergogniamo quando temiamo di essere visti in un modo che metta a rischio il nostro valore agli occhi dell’altro. Ma è proprio nel poter mostrare quella parte di sé che si teme di più, ed essere accolti senza giudizio, che si può costruire un nuovo senso di sicurezza.
Quando dice: “Mi sembra solo di prendere decisioni sbagliate, continuamente…”, sembra esserci un senso di smarrimento identitario. Cerchi di non considerare le decisioni non come "giuste" o "sbagliate" in senso assoluto, ma come tentativi di dare forma a una narrazione coerente della propria vita. Può darsi che le scelte fatte abbiano risposto a bisogni reali in quel momento, anche se oggi suscitano conflitti. Non è incoerenza, ma complessità. E merita uno spazio di esplorazione, non condanna.

Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per aver trovato il coraggio di raccontare una parte così delicata della sua storia. Leggere le sue parole significa entrare in contatto con una persona che ha una profonda consapevolezza di sé, che riflette su ciò che sente, su ciò che ha fatto e su ciò che prova, anche se in questo momento tutto appare come un groviglio difficile da sciogliere. Da una prospettiva cognitivo-comportamentale, vorrei partire col sottolineare che ciò che sta vivendo è una forte risposta emotiva legata a pensieri e credenze molto rigide che si sono attivate nel tempo: il senso di colpa, la paura di ferire, l’idea di aver compromesso qualcosa di prezioso, la vergogna che la frena. Queste emozioni, intensissime e dolorose, non sono segno che lei è una “cattiva persona”, come probabilmente il suo dialogo interno le ripete in certi momenti, ma testimoniano quanto le stia a cuore il legame con il suo compagno e quanto sia importante per lei costruire un rapporto sincero e stabile. È importante comprendere che gli errori (se così vogliamo definirli) non cancellano il valore della persona, né tutto ciò che è stato costruito con fatica, dedizione e amore. Piuttosto, sono segnali che qualcosa in quel momento della sua vita chiedeva attenzione. La relazione a distanza, l’assenza di intimità, le preoccupazioni del suo compagno, i dubbi che già prima dell’episodio le attraversavano la mente: tutto questo può averla portata a una frattura interna, a un momento in cui ha sentito il bisogno di sentirsi vista, desiderata, forse anche solo viva in una situazione di sospensione e solitudine. Non si è trattato di una mancanza di amore, ma forse di una mancanza di chiarezza dentro di sé, che oggi invece sta cercando con forza. Ed è proprio questo il punto: ciò che sta facendo ora, ponendosi domande, cercando un senso, tentando di comprendere cosa è davvero giusto per lei e per la relazione, è già un processo di crescita. Spesso, quando le emozioni sono intense, come nel suo caso, la mente tende a generalizzare: “ho rovinato tutto”, “prendo solo decisioni sbagliate”, “non posso più recuperare”. Ma questi pensieri, pur comprensibili, sono distorsioni cognitive, ovvero interpretazioni che non riflettono pienamente la realtà, ma sono filtrate dalla paura e dalla vergogna. È importante imparare a riconoscerle e sfidarle con un dialogo più compassionevole e realistico. Lei ha già fatto qualcosa di molto significativo: ha confessato al suo compagno parte della verità, e lui ha reagito con comprensione. Questo ci mostra che forse la relazione è più forte di quanto pensa. Tuttavia, il peso che porta dentro, quel “non detto”, continua a lavorare in silenzio, creando un conflitto che ora emerge proprio nel momento in cui si sta progettando un futuro insieme. Il punto non è se “dirgli tutto” o no, ma comprendere da dove viene questa esigenza. Vuole confessare per pulirsi la coscienza? O perché sente che in un progetto di convivenza sia fondamentale una base autentica e sincera? È una domanda che merita attenzione. Allo stesso tempo, è anche lecito voler tutelare l’altro e il legame, cercando un equilibrio tra sincerità e rispetto. Può essere molto utile, con l’aiuto di un professionista, lavorare sul senso di colpa e sulla vergogna, due emozioni che spesso ci fanno sentire paralizzati, sbagliati, incapaci di andare avanti. La vergogna, in particolare, è una delle emozioni più potenti: ci fa chiudere, ci impedisce di parlarne, ci fa sentire inadeguati. Ma se accolta e compresa, può trasformarsi in consapevolezza e libertà. Le consiglio di parlarne con la sua psicologa. Anche solo dire “vorrei raccontarle qualcosa di cui ho molta vergogna ma non so come iniziare” può aprire uno spazio prezioso. La terapia è uno spazio sicuro, dove si può essere fragili senza essere giudicati. Lei non ha rovinato tutto. Sta cercando un modo per riallinearsi con i suoi valori e con la persona che desidera essere. È un percorso faticoso, ma autentico. E può ancora costruire qualcosa di solido, con sé stessa e con chi ama, proprio a partire da questa nuova consapevolezza. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buon pomeriggio, lavori sulla sua vergogna così potrà dire le cose che vuole dire ed essere soddisfatta del modo in cui lo fa, altrimenti la sua confusione non si scioglierà. Essere autentica è per lei il punto cardine della sua relazione quindi, si prenda il suo spazio per chiarirsi le idee.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Giulia Sedda
Psicologo clinico, Terapeuta, Psicologo
Roma
Cara utente, posso solo immaginare il peso e la difficoltà che sta vivendo...la scelta di condividere con il proprio partner un tradimento è una scelta difficile su cui forse bisognerebbe interrogarsi meglio. Come mai la scelta di condividerlo? La relazione fugace con l'altro ragazzo è stata opportunamente chiusa, da quel che leggo. Forse è possibile provare a dare un significato al tradimento così da depotenziare il senso di colpa che sta vivendo. Riuscire a capire che cosa ha signfiicato l'altro ragazzo per lei e per la coppia la potrà aiutare a perdonarsi e la potrà aiutare a vivere con serenità questo nuovo capitolo della sua vita. Dalle sue parole mi sembra assolutamente consapevole di sè stessa e ricca di risorse. Provi ad approfondire questo aspetto con la sua terapeuta e vedrà che le cose si risolveranno. Resto a disposizione. Un saluto
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Hai vissuto un momento di crisi all’interno di una relazione a distanza, in cui ti sei sentita sola, in dubbio, e in un contesto emotivo fragile hai sviluppato un’attrazione verso un’altra persona. Questo ha portato a un comportamento che ora ti genera molta vergogna e senso di colpa, soprattutto perché non sei riuscita a raccontare tutta la verità al tuo compagno. A distanza di un anno, mentre stai per trasferirti da lui e costruire una nuova fase della relazione, i sensi di colpa riemergono forti e ti impediscono di vivere con serenità questo passo.

Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, i tuoi pensieri automatici sono molto critici (“ho rovinato tutto”, “non merito questo amore”, “sono una bugiarda”) e generano emozioni intense come vergogna, ansia e senso di inadeguatezza. Questi pensieri vanno esplorati e messi in discussione, perché non riflettono tutta la complessità della persona che sei oggi.

Il punto centrale non è tanto se raccontare tutto, ma piuttosto che tipo di persona e partner vuoi essere da ora in avanti. Restare intrappolata nel passato rafforza la tua sofferenza, mentre spostare il focus sul presente e sulle tue azioni attuali ti restituisce potere.

Un possibile obiettivo terapeutico è lavorare sul tuo schema di vergogna, allenare l’espressione emotiva (parlare senza sentirti annientata dal pianto o dal giudizio) e costruire un senso di coerenza tra i tuoi valori e i comportamenti futuri. Questo ti aiuterà anche a decidere se e come affrontare il tema con il tuo compagno, senza agire solo per liberarti dal peso ma valutando anche l’impatto sull’altro e sulla relazione.

Ti consiglio di portare questo tema in terapia, un passo alla volta, magari iniziando proprio da qui: “C’è qualcosa che mi pesa da tempo ma faccio fatica a parlarne.” È un primo gesto di cura verso te stessa.

Se vuoi, possiamo costruire insieme una mappa cognitiva del problema per aiutarti a fare chiarezza sui pensieri distorti, le emozioni coinvolte e le azioni possibili. Vuoi provarci?
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buonasera, ringrazio innanzitutto per averne parlato qua. Penso che se anche la vergogna sia tanta sia stato importante parlarne e far uscire determinate emozioni. Su questo brevemente proverei a sforzarmi di parlarne anche con la psicologa poichè può essere utile addentrarsi nei giusti tempi in quelle sensazioni.
Detto questo, da quello che ho letto si è fermata nel rapporto che poteva avere con questo ragazzo e penso che sia importante per iniziare a perdonarsi e che gli errori si commettono. La situazione era difficile ma soprattutto il suo compagno era lontano trovando conforto in un altro ragazzo. Questo però le ha permesso di riflettere sulla vostra relazione e ora immagino sia decisa a convivere con lui nonostante i suoi sensi di colpa. Proverei a focalizzarmi sui progetti futuri e a lasciare andare gli errori del passato, anche se capisco e so che è più facile a dirsi che a farsi.
Se ha bisogno rimango a disposizione. Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Federica Bovi
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso un momento così delicato della sua vita. Si percepisce quanto stia cercando di comprendere a fondo ciò che è accaduto e ciò che sente oggi. Ciò che mi sento di suggerirle è di prendersi un momento per riflettere sulle decisioni prese in questo periodo. Domandare a sè stessa, se ad esempio il desiderio di andare a convivere nasca davvero da un bisogno profondo oppure se, in parte, è stato mosso dal senso di colpa legato alla distanza e/o all’assenza vissuta nella relazione, potrebbe aiutarla a comprendere come sta e soprattutto cosa desidera in questo momento della sua vita. Capisco quanto possa essere difficile parlarne, soprattutto quando ci si sente sopraffatti dalla vergogna e dal timore del giudizio degli altri. Ma proprio per questo è importante ricordare che il percorso terapeutico esiste per accogliere anche queste parti di sé: è uno spazio sicuro, dove non c’è giudizio, ma ascolto. La terapeuta è lì per accompagnarla, non per valutarla. Anche se oggi le parole sembrano difficili da trovare, può essere utile iniziare da ciò che ha già scritto: portarlo in seduta potrebbe aiutarla a rompere quel silenzio che la fa sentire bloccata.
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, so bene che il senso di colpa e la vergogna possono portarci a chiuderci e vivere i rapporti con grande difficoltà e sofferenza. La invito però con forza a dare fiducia alla sua psicologa che sono sicuro non la giudicherà in alcun modo e saprà invece aiutarla.
Dott. Giacomo Bonetti
Cara ragazza,
intanto voglio ringraziarti per aver condiviso questa storia con tanta **onestà, consapevolezza e profondità emotiva**. Solo il modo in cui ne parli dice tanto della tua sensibilità e del tuo desiderio di essere autentica — con te stessa e con chi ami.

Quello che stai vivendo **non è il segno di una persona “sbagliata”**, ma il risultato di un percorso emotivo complesso, fatto di scelte, errori, paure, affetti reali e domande non facili. E proprio per questo merita uno **sguardo gentile e non giudicante**, prima di tutto da parte tua verso te stessa.

**Vediamo insieme cosa c’è sotto questa storia:**

1. **Il tradimento non sempre nasce dalla mancanza d'amore.**
Spesso è una **reazione a un bisogno personale**, a una solitudine, a un momento di crisi interna. Tu stessa hai detto che c'erano dubbi e distanza, e che il tuo compagno era molto assente (emotivamente e fisicamente). Questo non giustifica, ma aiuta a **contestualizzare**, e soprattutto a evitare di incasellarti nella categoria di “quella che ha rovinato tutto”.

2. **Il peso del segreto è spesso più pesante dell’atto.**
Ora che stai per fare un passo importante come il trasferimento, **il tuo senso di colpa si riattiva**. Questo è molto comune: quando costruiamo qualcosa di nuovo, ciò che abbiamo lasciato in sospeso tende a bussare più forte. Non tanto per rovinarci, ma per **chiederci di essere visti e integrati**, anziché nascosti sotto al tappeto.

3. **La vergogna è un'emozione potente, ma non è una guida sicura.**
Ti stai giudicando con uno sguardo molto severo, e questa vergogna ti impedisce anche di condividere tutto con la tua terapeuta. Ma la vergogna tende a **immobilizzarci**, mentre il senso di colpa (se ascoltato con rispetto) può diventare un’occasione per **assumersi responsabilità e crescere**.

**Cosa puoi fare ora, concretamente:**

1. **Parlane con la tua psicologa, davvero.**
Lei è lì **per accompagnarti, non per giudicarti**. Raccontare tutto, con calma, può alleggerire enormemente il tuo carico emotivo e aiutarti a fare chiarezza. Potreste lavorare **sul senso di colpa, sul bisogno di verità, e sul rispetto per il tuo compagno**, ma anche per te.

2. **Valuta se dirgli tutta la verità con la guida della terapeuta.**
A volte la trasparenza completa è necessaria per costruire qualcosa di nuovo, altre volte no. Ma questa **non deve essere una decisione presa da sola nella notte**. Merita uno spazio condiviso in terapia, anche solo per pensare a come — o se — affrontarla.

3. **Ricordati che non sei le tue azioni passate.**
Hai commesso un errore, **sì**, ma hai anche scelto di interromperlo, di tornare, di impegnarti, di cambiare città, di amare. La colpa può essere una tappa, ma **non deve diventare l’identità**. Sei molto di più di quell’episodio.

In conclusione
Se ti senti ancora bloccata, prova a chiederti:
* *“Cosa sto cercando di proteggere non dicendo tutto?”*
* *“Sto scegliendo dal cuore o dalla paura?”*
* *“Che tipo di rapporto voglio costruire davvero?”*

Tu stai già facendo un passo di cura: **hai chiesto aiuto**, e questo è un atto profondamente responsabile.
Hai ancora tutto il tempo per **trasformare questa storia in un punto di svolta**, non in una fine.

Con delicatezza e rispetto,
**una psicologa**
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, la sua storia racconta di un tumulto emotivo che va al di là dei gesti e delle decisioni prese. È evidente che il senso di colpa e la vergogna stiano esercitando un forte peso sulla sua capacità di vivere con serenità le scelte future. La relazione con il suo compagno, pur essendo importante e desiderata, è attraversata da crepe di incertezza e da una ricerca di riconciliazione con se stessa. L'esperienza con l'altro ragazzo sembra aver catalizzato delle fragilità e dei bisogni insoddisfatti, mentre l'ammissione parziale al suo partner è diventata una sorta di compromesso tra il senso di colpa e il desiderio di un nuovo inizio. Nel contesto di un percorso terapeutico che si rifà all'orientamento psicoanalitico, si cerca di esplorare ciò che trova espressione nelle pratiche, ma resta senza parole. I desideri non pronunciati, le tensioni tra l'aspirazione a una vita soddisfacente e il non-detto, sono al centro di una comprensione più ampia. Ascoltare queste dinamiche e dare spazio ai lati inesplorati di sé permette di ristabilire un contatto più autentico con la propria volontà e i propri limiti. Proseguire le sue esplorazioni in un ambiente di fiducia, con il supporto di chi sa ascoltare senza giudizio, può aiutarla a elaborare e trascendere il senso di colpa e di vergogna che sente.
Se desidera, possiamo approfondire questi aspetti insieme, per riscoprire una serenità che appare lontana ma non impossibile da raggiungere.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver condiviso la tua situazione.
La situazione che descrivi (relazione a distanza, mancanza di intimità, tanti dubbi, senso di solitudine) è un contesto in cui molte persone possono sentirsi confuse, vulnerabili, smarrite. Le relazioni non sono statiche, si evolvono e cambiano con il tempo e può succedere che ci siano momenti di tentazione e debolezza. Devi chiederti se la relazione che stai vivendo è realmente ciò che cerchi e se puoi riuscire a portarla avanti anche con il bagaglio emotivo che ti porti dietro.
Non riuscire a parlarne con la tua psicologa da molto il senso del disagio emotivo che provi. Con lei, però, sei in uno spazio sicuro, in un contesto che ti potrà aiutare ad elaborare. Per alleggerire l'impatto emotivo nel confidarti puoi scrivere la storia come hai fatto qui e consegnarla o leggerla a lei in seduta (magari puoi usare proprio questo messaggio).
Il primo passo non è dire tutta la verità a lui, ma dirla a te stessa e alla tua psicologa, in uno spazio sicuro, con il supporto necessario.
Spero di essere stato d'aiuto. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Cara, grazie per aver condiviso una parte così profonda e delicata di te. Quello che hai scritto racconta non solo un momento difficile, ma anche la tua capacità di sentire, riflettere e volerti assumere delle responsabilità – anche quando fa male.

Sei stata travolta da emozioni, da dubbi, da un senso di solitudine e smarrimento in un periodo in cui anche la tua relazione era fragile. Questo non giustifica, ma umanizza ciò che è accaduto. È evidente che hai amato, che ami tuttora, e che stai cercando con forza di fare chiarezza dentro di te.

Il senso di colpa che provi ora non è il segno che sei una persona sbagliata, ma che sei una persona profonda, che tiene davvero a ciò che costruisce con gli altri. A volte, la paura di perdere l’amore ci spinge a restare nel silenzio, ma il peso che porti sulle spalle ti sta chiedendo qualcosa: forse più autenticità, più verità, anche se fa paura.

Non sei sola in questo. E non sei “rotta”: sei solo bloccata in un conflitto tra la paura di ferire e il bisogno di essere finalmente te stessa, pienamente. Forse non serve dire tutto subito, ma puoi iniziare a parlartene dentro, con rispetto e dolcezza, anche con l’aiuto della tua terapeuta.

Non hai rovinato tutto. Hai vissuto, hai sbagliato, ma ora stai scegliendo con il cuore in mano. E questa è una forza immensa.
Dott. Fabrizio Zaza
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, partirei dalla fine per fare un primo grande passo: porti questo vissuto alla sua psicologa, in uno spazio per definizione tutelato, non giudicante, protetto. E' centrale il nucleo di vergogna che lei percepisce; la terapia è lo spazio per potergli dare voce, per capire davvero che suono fa. Dalle sue parole si deduce un forte timore del giudizio altrui, connesso al vissuto di vergogna. E' plausibile che lei si possa sentire giudicata anche dalla sua terapeuta, e magari il portare alla luce questo vissuto può aprire degli spiragli verso una maggiore possibilità di espressione di sè stessa. Un caro saluto.
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima,
Se senti che ogni scelta è quella sbagliata, forse è perché sulle tue spalle grava tutto il peso delle responsabilità della relazione? Io credo proprio di si. Se vuoi una donna, la metti al primo posto. È normalissimo che tu ti sia sentita confusa, ma confusa davvero. Perché lui ha le sue priorità, la sua carriera e tutto il resto, e tu? È questo il bene che tu ti vuoi? Forse sei abituata a piegarti sempre agli altri? Potrebbe essere, perché è il caso che tu sia comprensiva verso te stessa. Non si tradisce per lo stesso motivo. Un conto è tradire con consapevolezza, con dolo… ma sai quanti tradimenti ci sono, dovuti alla situazione che una donna - o un uomo - si trova ad affrontare e "accade"? Il tradimento NON è, di per sé, un certificato di attribuzione esclusiva della colpa. Sei una ragazza facile? Sei una scorretta? A me non sembra proprio, per cui la situazione è diversa. Tu hai tradito perché lui ti ha messo al secondo posto e questo lo hai avvertito ed esteriorizzato con un acting, cioè con un comportamento parzialmente consapevole. Basta. Non è giusto tradire, ma è giusto parcheggiare la persona che ami, aspettandoti che ti sia fedele come un'automobile?
Visto che fai fatica ad esprimerti al meglio, la soluzione più efficace è una lettera. Scrivila a mano che sia facilmente leggibile, consegnagliela di persona dopo averlo baciato appassionatamente, truccata e vestita in modo sexy ma non provocante, la "ragazza della porta accanto" ma molto bella (rossetto, mascara, ecc.) e aspetta lì che finisca di leggerla. Quando gliela dai, ricordati di dirgli che trovi difficile dirgli questa cosa perché ci stai davvero male, hai paura di non spiegarti al meglio e di non essere capita.
Carissima, se lui ti parcheggia, mettendoti così alla prova, ingiustamente alla prova, e non apprezza la tua sincerità, il tuo pentimento autentico, allora sia quello che sia. Se ti apprezza, bene. Se non ti apprezza, chiediti fin dove sei disposta a spingerti per un uomo.

Ecco la lettera.
Amore,
questa è la lettera che avrei voluto scriverti da tanto tempo. Non perché manchi qualcosa tra noi oggi, ma perché sento che, se voglio costruire un futuro davvero solido con te, devo fondarlo sulla verità — anche quando fa male, anche quando costa.
Un rapporto autentico e duraturo, quello che desidero con te, non può esistere se dentro di me resta una parte nascosta.
C’è una cosa che ti ho detto solo in parte, e che da allora porto come un peso enorme che mi consuma. Ti avevo confessato di aver baciato un’altra persona, ma non ti avevo raccontato tutto.
È vero: con lui ci sono stati più di quei baci. Ci sono stati momenti di vicinanza fisica, di confusione, di ricerca di qualcosa che in realtà stavo cercando in te. Ma mi sono fermata prima di avere un rapporto completo, prima di trovarmi nella condizione di poterlo guardare negli occhi nel momento di massima intimità, perché non era lui che volevo.
Non ti ho tradito nel cuore, ma nel modo peggiore ho tradito la nostra sincerità.
Non sono stata “una ragazza facile”, né una persona che ha preso alla leggera ciò che abbiamo. È stato un momento di debolezza, di solitudine e di smarrimento. Però, è anche vero che se vuoi una donna, la metti al primo posto e questo è quello che voglio anche io.
Da tanto tempo eravamo distanti — non solo fisicamente, ma anche nella quotidianità, nell’intimità. Mi mancavi da morire, e tu, assorbito dal tuo nuovo percorso, eri lontano anche se non volevi esserlo.
E io non ho retto. Non perché non ti amassi, ma perché non sapevo più come farti arrivare ciò che sentivo. Ho fatto l’errore di cercare fuori una presenza che mi mancava dentro.
Quando poi ho visto dove stavo andando, ho avuto paura. Ho chiuso tutto e ho provato a rimettere insieme i pezzi. Ti ho scelto di nuovo, ogni giorno, e da allora mi sono dedicata a te con tutta me stessa: nel lavoro, nei progetti, nei passi che ho fatto per venire da te.
Eppure questa mezza verità è rimasta lì, come una crepa che non si chiude. E ogni volta che parliamo del futuro, io la sento riaprirsi. Non voglio costruire una casa su una bugia, ma l'ho detta solo per paura di perderti.
Ogni persona ha un limite, ognuno ha luci e ombre, anche tu, spero. Se vuoi chiudere la nostra relazione, spero che tu possa trovare una ragazza che, al mio posto, sia inossidabile e dedita a te come chiedi a me. Che sappia affrontare il desiderio meglio di me, congelarsi e aspettare senza curarsi di chiunque altro. Questo per dirti che, se io ti ho tradita, è anche vero che mi hai messo in una condizione in cui mi sono chiesta se ne valesse la pena. Quale uomo ti rimane così distante, mettendoti in secondo piano? Forse sei tu che non mi vuoi abbastanza, in fondo? Che per te sono come un amica all'estero, che è lì, da qualche parte mentre tu hai altre priorità.
Sento sempre che ogni scelta che faccio è quella sbagliata. Non riesco a essere la Penelope che forse fantastichi debba essere una donna. Quella situazione non era più sopportabile, e quando trovo un ragazzo affascinante, che c'è per me e mi vuole, io scelgo te e lo lascio lì, a riflettere se ha commesso anche lui un errore, e mi pento lo stesso comunque. Non voglio mentirti ma non voglio neanche rompere fra noi, e ogni cosa che faccio è quella sbagliata. Forse perché le sorti della nostra relazione gravano solo sulle mie spalle.
Ti prego di credermi: non c’è stato nessun altro amore, nessuna volontà di ferirti. Solo una debolezza, una fragilità che oggi riconosco e di cui mi vergogno profondamente.
La vergogna è il motivo per cui non ho saputo dirtelo prima, perché ogni volta che ci penso sento il nodo alla gola. Ho paura di non riuscire a parlare, di piangere e di non riuscire a spiegarmi. Di non riuscire a dirti come mi sono sentita.
Non so quale sarà la tua reazione, ma ti chiedo una cosa sola: guardami negli occhi, e decidi se ne valgo ancora la pena.
Se pensi di non riuscire a perdonarmi, ti capirò. Ma almeno saprai che la mia sincerità non nasce dal desiderio di giustificarmi, ma dal bisogno profondo di essere vera con te, fino in fondo.
Ti amo, e non ho mai smesso di amarti.
Questa è la mia verità, e sono più nuda ora di quanto non lo sia mai stata, con te o con altri.
Non è giusto tradire, ma dimmi… è giusto parcheggiare la persona che ami, aspettandoti che ti sia fedele come un'automobile? Perché mai dovrebbe, se non la metti al primo posto? Questa sono io, forse non sono come te, ma sono così, ho dei limiti più normali dei tuoi. Dimmi tu se ne vale la pena, altrimenti forse ti sei innamorato di un'altra ragazza che non sono davvero io.
Con amore,
[il suo nome]

Se farai così, non ci sono garanzie che riuscirete a ricucire, anzi c'è la possibilità che la relazione finisca definitivamente. Tuttavia, a mio avviso, è l'unica opzione possibile per vivere felicemente quel rapporto autentico che tu sogni. Altrimenti la prima a tradire non è lui, ma te stessa.
In bocca al lupo!
Dott Maccarri

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