Buonasera. Sono una donna di 30 anni e nell'ultimo anno ho avuto 2/3 episodi di "rabbia" esagerata(?

15 risposte
Buonasera. Sono una donna di 30 anni e nell'ultimo anno ho avuto 2/3 episodi di "rabbia" esagerata(?!). Non saprei come definirli, ma nelle discussioni con il mio partner ( relazione di 1 anno e mezzo) è capitato io perdessi completamente le staffe adottando degli atteggiamente autolesionisti (quali predermi a pugni o graffiarmi o tagliarmi con oggetti che mi circondano). In quelle situazioni mi viene una forte nausea ( oggi, l'ultimo accaduto, ho rimesso completamente il pranzo) e irrigidimento muscolare, e mi viene voglia di graffiarmi il viso o rompere qualsiasi cosa mi circondi. Avverto anche un senso di claustrofobia e ho difficoltà a restare dentro casa o in un ambiente chiuso. Si tratta di episodi, è successo 2 volte in un anno, ma ho paura che diventi un circolo vizioso. Il mio partner giustamente si spaventa e mi dice che non è normale, cosa che nel momento mi fa sentire ancora più arrabbiata. Questi attacchi si sono sviluppati sempre all'interno di una discussione. A partire da un litigio, mi monta la rabbia e va in crescendo per un paio di ore (circa 2). Ho sperimentato periodi di disagio psicologico e sono figlia di una madre che ha sofferto di burn out genitoriale per anni, poi trattata con psicoterapia e farmaci. Io non ho mai ricorso ad aiuto psicologico. Sono una persona solare e ben integrata, faccio diversi sport con passione e ho un lavoro fisso e ben retribuito. Insomma, ho una vita standard. Ho sempre sperimentato nella mia vita periodi di disagio psicologico (tendenza alla depressione e scarsissima autostima) ma ho imparato negli anni a gestirli. Questi attacchi invece mi destabilizzano, più per il mio partner che per me. Non vorrei investigare sulle cause ( so bene quali sono, ho visto tante volte mia madre comportarsi in maniera simile quando ero bambina) ma vorrei trovare delle tecniche per gestirle (magari anche solo con qualche ansiolitico).
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive. Ha fatto bene a rivolgersi a un portale di professionisti per chiedere supporto o informazioni. Credo che abbia descritto già molti particolari delle esplosioni di rabbia e che abbia anche collegato episodi di vita che possano essere stati l'origine di tale vulnerabilità. Credo che sia necessario un approfondimento per chiarire meglio le radici del problema, fare una giusta diagnosi per impostare un percorso ad hoc cucito sulle sue esigenze e peculiari caratteristiche. Quindi trovare il giusto trattamento e le giuste strategie per lavorare sui sintomi. Questo per migliorare il suo stato di benessere ma anche le sue relazioni. Il processo di valutazione serve a impostare la giusta terapia;) Resto a disposizione per info e consulenze, anche online. Cordiali Saluti. Dr.ssa ST

Salve forse è arrivato il momento di lavorare su questi temi. Per le questioni farmacologiche deve rivolgersi ad un medico di sua fiducia o preferibilmente ad uno psichiatra che solitamente hanno una maggiore conoscenza dei farmaci che posso avere effetto su questo tipo di situazioni. In ogni caso un approfondimento delle questioni psicologiche sembra utile. Pur rispettando il suo punto di vista sulle cause di questa sia situazione è doveroso farle presente che forse ci potrebbero essere anche altri elementi sui quali porre l'attenzione. Ora considerato che non sarà la prima volta che riflette su queste situazioni e su questi vissuti perché non iniziare a lavorarci. In ogni caso la decisione è solo sua e quindi spetta solo a lei decidere se rimanere in questa condizione o lavorare con un professionista per modificarla. In questo settore le scorciatoie di solito non sono molto produttive ma questo lei già lo sapeva. Un cordiale saluto
Buongiorno a lei e bentrovata. Comprendo la sua preoccupazione e il suo malessere. A volte, come lei stessa dice, conoscere le cause di qualcosa che ci accade e che ci fa soffrire non necessariamente è sufficiente per riuscire a modificare la situazione. Visto che poi lei è già in parte consapevole dell'origine del suo "problema", credo al momento più utile un percorso di psicoterapia che si concentri su ciò che le accade nel presente, proprio "qui e ora", quando succede l'evento scatenante (il litigio, nel suo caso): cosa pensa? Cosa prova? La rabbia che sente, dove si colloca a livello corporeo? Inoltre, dal momento che questa rabbia che emerge, la riversa anche verso se stessa (pugni, graffi, tagli, ecc.), credo possa aiutarla un approccio di terapia psico-corporea che le permetta di integrare tutti i livelli (pensiero, emozione e sensazione corporea). Qualora lo voglia, resto a disposizione per semplici chiarimenti, per aiutarla nella ricerca di un/una terapeuta o anche per una consulenza online. Un saluto e buona giornata. Francesca Giovannelli
Buonasera,
relativamente all'aspetto farmacologico, è utile rivolgersi al medico di fiducia o, preferibilmente, ad uno psichiatra.
Rispetto a questi "attacchi", sarebbe utile aprire una riflessione attraverso un percorso psicoterapeutico, che può certamente aiutarla nel mettere a fuoco anche altri aspetti di questa situazione, magari integrando la psicoterapia ad una terapia farmacologica, se lo ritiene necessario. Purtroppo, in questo campo, le scorciatoie raramente portano risultati sufficientemente buoni e duraturi.
Cordialmente, EP
Carissima,
sono molto dettagliate le sue descrizioni del coinvolgimento psico fisico ed emotivo che ha manifestato in queste due occasioni.
Le motivazioni che possono aver portato sua madre quando lei era piccola a manifestazioni in apparenza simili mi sembra che però non possano essere significativi per fare chiarezza anche sul suo caso perché lei non ha parlato di figli mentre parla di “burn out genitoriale” per la mamma.
Vista la sua grande capacità di analisi penso che un percorso che l’aiuti ancora di più a conoscere e comprendere l’adrenalina che in queste occasioni si produce, i suoi effetti (vomitare, scatti di rabbia,…) e magari studiare metodi per scaricarla (dice di essere una persona attiva e questo è un punto a suo favore!) potrebbe portare ad un cambiamento significativo che le darà più serenità e padronanza gestionale rispetto ad un ansiolitico che tampona momentaneamente la situazione magari creandole dipendenza e rafforzando il senso di precarietà ed imprevedibilità che pare spaventare più il suo partner che lei ma che sicuramente non la fa stare bene.
Se volesse procedere in questa direzione rimango a disposizione,
Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Bonazzi
Buongiorno, ho letto con molta attenzione quanto da lei descritto..... Comprendo il notevole disagio personale e di coppia, oltre la sua difficoltà a confrontarsi con il passato pesante e doloroso..... Ritengo necessaria una psicoterapia cognitivo comportamentale che possa farle acquisire un sufficiente controllo sulle emozioni, la riduzione Dell aggressività e l incremento delle abilità assertive.... Migliorando la propria autostima e la relazione con il partner.... Ci sono anche molte risorse personali su cui fare leva... Coraggio.... C'è sempre la possibilità del cambiamento, per vivere un maggior benessere psicologico... Lo psicoterapeuta valuterà l eventuale necessità di consulenza psichiatrica.... Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti. Cordiali saluti, Dr. Ssa M. M.
Salve,
La sua situazione è da prendere in carico al più presto, credo che questa sofferenza psicologica e fisica vada avanti da tempo.
Anche la rabbia è sintomo di un'escalation emotiva.
Cordiali saluti Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno e grazie per la condivisione, deve essere difficile attraversare quanto descrive, sia per cio' che concerne le conseguenze fisiche che emotive. Come lei ben dice, conoscere la matrice causale dei nostri disturbi non basta a gestirli, è necessaria una comprensione dettagliata delle emozioni e dei significati attivanti la rabbia. Sarebbe preziosa la ricostruzione della "storia" della sua rabbia, delle sue modalità espressive e la sua relazione a chi o che cosa. Perchè queste esplosioni si verificano proprio ora? Perchè in relazione al suo compagno?
Credo che la sua sofferenza meriti di essere efficacemente compresa, forse nella sua vita non si è già ritagliata rapide automedicazioni?
Rimango a disposizione per ogni eventuale domanda o richiesta.
Cordiali saluti.
Buonasera, la gestione della rabbia è molto difficile da gestire, spesso spaventa e terrorizza chi la prova e mette in estrema difficoltà chi la subisce" in un certo senso. E' un disagio importante. Come i colleghi che già le hanno consigliato, se non lo ha fatto contatti quanto prima uno specialista, che possa aiutarla in questa fase della sua vita, molto delicata.
La saluto cordialmente
Gentilissima,
le consiglio di rivolgersi a un professionista che possa, anche attraverso la somministrazione di test, farle una diagnosi corretta. Le sue esplosioni di rabbia con comportamenti autolesionistici potrebbero anche essere segnali di un disturbo che se correttamente diagnosticato diventerebbe tranquillamente gestibile con il supporto di professionisti adatti.
Le auguro di risolvere al più presto. Resto a disposizione.
Dott.ssa Ilaria La Mura psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
Salve, immagino sia davvero difficile per lei far fronte a delle reazioni emotive che le sembrano estranee e sconosciute in quanto dichiara di non averle mai sperimentate prima. Mi sembra che da parte sua ci sia consapevolezza circa l'insorgenza delle sue difficoltà a cui segue un'accurata descrizione delle stesse nonchè una buona capacità di collegare il tutto al suo trascorso di vita. Le esperienze del passato a volte scalfiscono più di quanto non possa sembrare e, nonostante lei abbia dimostrato di avere molte risorse nel corso degli anni per farvi fronte, probabilmente adesso potrebbe esserle utile rivolgersi ad un professionista a cui affidarsi per rileggere le dinamiche familiari approfondendo i vissuti emotivi di allora fino ad arrivare a meglio comprendere l'emotività attuale. Le auguro di trovare la strada per dare significato al suo malessere ed elaborarlo. ADM
Buongiorno, immagino la sofferenza e la preoccupazione sua e dei suoi familiari. Credo sia importante poter non solo ricercare le cause ma anche trovare strategie utili a fermare ciò che viene definita "escalation emotiva" in modo da poter affrontare le situazioni di rabbia in modo più utile per lei, e che non la facciano arrivare a sentire una emotività cosi forte, poco controllabile e poco rispettosa di lei poichè la porta a farsi del male e a lasciare cicatrici sul suo corpo.
Sicuramente serve molta forza per poter decidere di affrontare questo problema, che necessariamente consiste in un percorso psicoterapico, soprattutto se ha già visto episodi simili in famiglia.
Spero riesca a darsi la possibilità di stare meglio.
Buongiorno, è una situazione senz'altro faticosa e di grande sofferenza per il suo compagno e per lei; una situazione che non l'ha privata di risorse e che l'ha vede "solare" "ben integrata" "..." . Sebbene questi episodi si verifichino un paio di volte all'anno è importante prendersene cura. Esplorare il tema, che sicuramente come dice lei si riconduce all'esperienza con sua madre, è fondamentale per intraprendere sia un percorso di terapia personale sia per l'utilizzo di strategie di gestione di ciò che appare più evidente come la rabbia ma, soprattutto, per comprendere e superare il senso di claustrofobia e di nausea che lei riporta. Rimango a disposizione. Un caro saluto. Maria dr. Zaupa
Mi dispiace sentire che sta affrontando situazioni così difficili. È importante che prenda in considerazione seriamente il ricorso a un aiuto professionale per gestire questi episodi. Un professionista della salute mentale può aiutarla ad esplorare le radici di questi attacchi di rabbia e fornirle tecniche concrete per gestirli.
Comprendo la sua esigenza di trovare un sollievo immediato, è fondamentale affrontare la causa sottostante per prevenire futuri episodi. Gli ansiolitici potrebbero essere considerati come un aiuto temporaneo, ma non affrontano la radice del problema.
La sua consapevolezza della situazione è un primo passo importante. Cerchi il supporto di un professionista per sviluppare strategie di gestione dello stress, tecniche di rilassamento e lavorare sulla tua autostima. Questo non solo potrebbe migliorare la sua qualità di vita, ma anche rafforzare la sua relazione con il partner.
Ricordi che cercare aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo coraggioso verso il benessere.

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