Buonasera sono un ragazzo di 19 anni,sono sempre stato sano e soddisfatto dalla vita ma ormai da un

22 risposte
Buonasera sono un ragazzo di 19 anni,sono sempre stato sano e soddisfatto dalla vita ma ormai da un anno e mezzo sono in uno stato depressivo:tutto comincia l'autunno 2016,quello che era preceduto era stato un periodo fantastico tuttavia poi cominciarono tutta una serie di pensieri negativi legati principalmente all'esistenza di dio, il senso Delle cose ma comunque in uno stato di profonda tristezza .In questo stato di malessere psicologico con problemi fisici di intestino irritabile e ernia iatale con conseguente reflusso e acidità arrivo fino all'estate senza altri problemi fisici ,un periodo migliore per la psiche ma non per il fisico,iniziano infatti dolori articolari in tutto il corpo e rigidità molto accentuata .sono andato dal mio medico di famiglia e gli raccontato tutto,lui si preoccupa più dell'acidità gastrica e dell'intestino irritabile che del mio stato psicologico passandolo come crisi adolescenziale normale.Dopo una gastroscopia completa si nota la presenza di un' ernia iatale è una forte gastrite e mi sono stati prescritti inibitori di pompa(fino a quel momento prendevo gaviscon o ranitidina).il peggio non era tanto la gastrite ma il dolore articolare che peggiorava andando in palestra che era una Delle mie più grandi gioie infatti qui avevo molti amici . Di conseguenza mollai la palestra e cominciai a correre per muovermi un poco.dopo l' estate lo stato che definisco depressivo è peggiorato e alla tristezza ora si era aggiunto un forte senso di irrealtà a tutta la vita oltre alla persistenza Delle domande sulle questioni ultime.il tempo passa e arriva Natale e qui comincio ad avere forti sbalzi di umore mai avuti così forti ho cominciato ad avere crisi di pianto,rabbia fortissima e peggio di tutto un senso di vuoto devastante .ho cominciato quindi un percorso con una psicologa ma che non è riuscita a capire il mio problema,continuo ad andarci e a spiegarle la situazione ma non vedo grandi passi in avanti anche perché secondo me si concentra troppo sul mio passato e non sulla salute ma questo è un mio pensiero.a gennaio di quest'anno comincio anche a sentirmi molto stanco anche se dormivo 9 ore infatti da 5 mesi non riesco ad avere un sonno ristoratore:mi sveglio più volte e di mattina quando mi alzo mi sento le gambe pesantissime come se avessi corso la maratona.il medico mi ha fatto fare esami per fattore reumatoide e altri kndici del sangue per malattie reumatiche.tali test risultamo negativi ma io ho voluto fare anche quelli del sangue r si notano piastrine e monociti legger.ente bassi .il medico mi ha detto di non preoccuparmi ma continuo a zentirmi uno straccio .oggi quindi ho un sonno pessimo articolazioni doloranti e tensione muscolare continua morale a terra né il mio medico né la psicologa sembrano capirmi,le emozioni sono fuori controllo sono perennemente stanco è arrabbiato della mia situazione,il peggio è che non riesco ad accettarla e non vedo nessuno che mi capisca a fondo.capisco sia inutile autocommiserarsi a questo punto ora pensavo di andare da un psichiatra in modo da avere un parere diverso e magari qualche farmaco per dormire o antidepressivo cosa pensate?
Salve.
Il medico sottovaluta i suoi sintomi psicologici e le sue emozioni, lo psicologo sottovaluta i suoi sintomi fisici e il suo presente. Mi sembra un punto di partenza utile per iniziare a pensare pienamente ad entrambe le situazioni. Io aspetterei a soffocare i sintomi con farmaci antidepressivi o ansiolitici. Lei vuole occuparsi di sé, prendersi cura di sé, non lo lasci fare ad un farmaco fintanto che è possibile evitarlo, ma trovi qualcuno che l'aiuti ad orientarsi all'interno di questa sua profonda e sana necessità.

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Salve, descrive con grande precisione i suoi sintomi fisici e psichici...ma bisognerebbe contestualizzarli...cosa fa? come passa le sue giornate?la sua famiglia? che progetti di vita ha? cosa è successo nell estate del 2016 prima che iniziasse la grande tristezza? ...prosegua la psicoterapia e parli con la sua psicologa del fatto che non si sente compreso e dell'idea dei farmaci. Risulta molto difficile sulla base delle informazioni da lei fornite darLe dei consigli specifici, le auguro, intanto, di trovare la comprensione che richiede e la strada per la guarigione.
Cordialmente
Buonasera. Colgo nelle sue parole un forte stato di ansia, a tratti direi angoscia. E' vero che lei è molto lucido nella descrizione, ma questo non significa sapere gestire ciò che le sta accadendo. Vista la giovane età, io le suggerisco un consulto con un medico psichiatra. Questo a mio avviso aiuterebbe lei a togliersi un dubbio e, al contempo, potrebbe migliorare anche la qualità della relazione psicoterapeutica. Ne parli con la psicologa che l' ha in cura, senza alcun timore. I farmaci, se dati con criterio, sono un buon supporto al lavoro psicologico
Buonasera, capisco la sua preoccupazione e il suo desiderio di uscire prima possibile da questo stato di malessere. Da quello che scrive sembra che la problematica giri intorno alla difficoltà di mettere insieme l’aspetto fisico e quello psicologico. Se si prende cura del corpo sente che sta trascurando l’aspetto psicologico e se si prende cura dell’aspetto psicologico trascura quello fisico. È come se dovesse ritrovare l’unità psiche/corpo e questo può farlo continuando la psicoterapia che ha iniziato, condividendo con la sua terapeuta i dubbi e le ansie. Inoltre può rivolgersi ad uno psichiatra per avere anche un supporto farmacologico, naturalmente consultando prima la sua psicologa. Auguri
Salve, perché non parla anche con la sua psicologa dell'ipotesi di avere anche un supporto farmacologico accordato con uno psichiatra? Sarebbe poi importante per lei e per il suo percorso dire apertamente con la psicologa cosa prova e di come si sente non compreso fino in fondo. Sarebbe importante perché questa è una buona traccia su cui lavorare insieme, così come la condivisione del supporto psichiatrico può essere un buon modo per sentire che state lavorando insieme per permetterle a 360° di stare meglio. In bocca al lupo
Ciao! Scrivi di stare male da quando avevi più o meno diciassette anni che che tutto è cominciato a partire da una ricerca di senso. La ricerca di senso si è poi accompagnata ad una serie di sintomi importanti sia fisici che psicologici che ti hanno anche messo nelle condizioni di non poter continuare ad essere il ragazzo sano e soddisfatto di prima, tanto da dover rinunciare persino alla palestra ed al tuo giro di amici. Cosa intendi quando dici - senso di irrealtà-? Questo punto è delicato e da indagare, sicuramente.
Hai fatto bene ad intraprendere un percorcorso e tendenzialmente ti inviterei ad esplicitare i tuoi dubbi proprio alla psicologa che ti segue (lei stesa potrebbe consigliarti uno psichiatra di fiducia). E' importante ed urgente, comunque che tu sia chiaro con lei e lei con te; poi, se ancora una volta, non troverai risposta soddisfacente o ti sentirai incompreso potrai comunque cambiare professionista. In bocca al lupo.
Buonasera,
da ciò che lei descrive e scrive appare che i suoi sintomi fisici siano come separati da i vissuti e le emozioni che lei prova, tanto da non sentirsi compreso né dal suo medico né dal suo psicologo. In effetti tale separazione è soltanto "teorica", è necessario comprendere la persona nella sua complessità e totalità. I sintomi fisici come quelli psichici hanno una loro simbologia e significatività. Dei sintomi all'apparato digerente, in modo semplicistico possono richiamare a una difficoltà a elaborare in modo corretto gli avvenimenti, "ciò che ci nutre". Problematiche di dolori articolari richiamano una certa "rigidità". Sconsiglierei una terapia farmacologica che "azzera" i sintomi e suggererei un lavoro psicologico per prendere consapevolezza delle emozioni sottostanti, in modo da elaborane i contenuti.
Cordiali saluti
Gentile utente, comprendo l'urgenza di liberarsi dai sintomi, comprendo anche il suo sconforto nel non vedere risultati a breve termine. Io credo che un supporto farmacologico in questi casi può essere molto utile per affrontare al meglio questo difficile impasse. É importante però sapere che una terapia farmacologica può fornire un aiuto ma non é la soluzione. Nella sua vita é successo qualcosa che le ha impedito di andare avanti correttamente. Questo qualcosa che puó essere un avvenimento, una esperienza o semplicemente un pensiero di cui non é consapevole può aver generato un blocco. Il suo corpo, attraverso i sintomi manifesta la necessitá di porvi rimedio. Se ha costruito una buona alleanza terapeutica con la dottoressa che la ha in cura potrá parlarne tranquillamente con lei per cercare insieme una soluzione. Se invece non si é instaurato un rapporto di fiducia, stima reciproca e collaborazione forse é meglio che si rivolga ad un altro professionista. Nel rapporto tra psicologo e paziente remare nella stessa direzione é fondamentale per la buon riuscita della terapia. Cordialmente. N.A. Losignore.
Ciao, da quello che scrivi e scrivi molto bene con abbondanza di particolari, le problematiche fisiche e quelle psicologiche stanno peggiorando e mi sembra di capire che ancora non trovi una via d'uscita. Parlarne con il medico di base e con la psicologa che ti segue non ti ha fatto sentire compreso fino in fondo. Allora prova a riparlarne con loro ma credo che, se hai scritto qui, tu stia cercando altre soluzioni. Forse pensi che la terapia farmacologica possa essere una soluzione perchè non sai quale direzione prendere per stare meglio e ritrovare quel benessere profondo che giustamente stai cercando. Non saprei se è questa la strada giusta per te, ma ti consiglio di continuare a cercare una soluzione finchè non la troverai e con la convizione che in qualche modo ce la farai, perchè vedrai che sarà così. Probabilmente un anno e mezzo fa è successo qualcosa tra le tue relazioni più importanti e significative. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e ti saluto molto cordialmente
Caro ragazzo quella che racconti è una storia molto intensa, ricca di emozioni che si esplicano a volte su un piano psicologico a volte su un piano fisico. L’adolescenza e giovinezza sono epoche della vita di grande cambiamento e crescita, interiore e sociale. A volte può capitare che non si riesca a comprendere e riconoscere la forza delle spinte che premono dentro e che hanno bisogno di tante risposte. Penso che un/una psicoterapeuta esperta abbia la capacità di riconoscere questa tua “grande interiorità” e guidarti in un percorso di ricerca, che richiede pazienza e costanza da parte tua. Sei giovane ed è importante che tu prenda seriamente in considerazione la necessità di in percorso psicoterapico, che ti aiuti a esprimere il tuo potenziale...
Salve, troppe cose da gestire tutte insieme generano in lei forte preoccupazione e paura.
Ha chiesto aiuto a tutti (psicoterapeuta, medico di famiglia), manca lo psichiatra, e si sta sottoponendo ad accertamenti medici che, ogniqualvolta danno esito negativo, i suoi sintomi si spostano in altre parti del corpo.
Forse il suo disagio è quello di non sentirsi ascoltato. Sembra che nessuno dia importanza al suo star così male.
Sta cercando qualcuno che dia valore alle sue difficoltà ed ancora, sembra, non l'abbia trovato.

Un saluto
Salve Fra le tante cose che ha scritto Le chiedo di farsi alcune domande non tanto sulle patologie che dice di avere virgola ma sul fatto che una professionista del settore, la psicologa che la sta seguendo, sia concentrando l'attenzione su tutt'altro. Pensa sia casuale? Pensa sia una modalità fuori luogo per gestire le difficoltà che presenta? Di fatto lavorare su l'infanzia sulle esperienze pregresse aiuta a capire come mai una persona focalizzi l'ansia sul proprio corpo in maniera così importante come fa lei
Salve, lei parla di "emozioni fuori controllo" in un periodo della sua vita in cui le trasformazioni e i cambiamenti, sia fisici che psichici, sono intensi e repentini. Sembrerebbe che il suo corpo sia diventato via d'espressione di tali tensioni. Condivida con la collega le sue perplessità e l'idea di un consulto psichiatrico. Saluti, Giuditta Sestu
Gentile ragazzo,
Tanto il corpo quanto la mente in questo momento richiedono la sua attenzione, ma potrebbe scoprire che non parlino di problemi diversi. Dalle sue parole, traspare una buona capacità di auto osservazione, che l'ha aiutata a non sottovalutare il problema, sia nelle componenti fisiche che psicologiche. Proprio sul piano psicologico sente che la psicologa che la segue non sta riuscendo a centrare davvero il suo problema, ovvero che cos'è che nello specifico non sta riuscendo a fare? Ha pensato di portare le riflessioni che ci ha proposto e questa sua insoddisfazione all'interno della relazione tra voi?
Un caro saluto
Gentile, I vissuti che riporti sono di grande sensibilità e problematicità al tempo stesso. dare una risposta globale a ciò che scrivi, che di fatto è una crisi emotiva, fisica e spirituale, sarebbe riduttivo. Quello che attiene al dato tecnico su cui è necessario oggi dare una risposta considerata la tua domanda è innanzitutto che il farmaco forse ancora non è da considerare, sia per la giovane età sia per ciò che descrivi poiché bloccherebbe molto la tua sensibilità emotiva, che in realtà va integrata non repressa. Ti consiglio di parlare di questa frustrazione della terapia proprio con la tua psicologa e così anche del fatto che non ti senti compreso. Inoltre prima di considerare davvero il farmaco, puoi sempre considerare di cambiare professionista psicoterapeuta, anche questa potrebbe essere una strada da percorrere. Un approccio creativo e spirituale che potrebbe fare al caso tuo è quello della psicoterapia della Gestalt. Saluti.
Salve, ha fatto una descrizione lucida del suo malessere sia fisico che nel suo stato prettamente mentale. Comprendo anche la sua stanchezza nel non sentirsi compreso in particolar modo dal suo psicoterapeuta. Nonostante tutto le consiglierei altri tentativi prima di ricorrere alla prescrizione di un medicinale da parte di uno psichiatra; Sicuramente il fattore scatenante c’e stato probabilmente nell’estate del 2016. Provi a parlare con il suo terapeuta e gli manifesti che non si sente compreso. Potrebbe considerare un cambio di approccio. Dott. Errico Gabriella

Salve,
credo che, dato che si sta già facendo seguire da uno psicologo, sia il caso di riferire al collega quanto scritto qui ed in particolare della sua difficoltà a raggiungere dei risultati, in modo da lavorarci. Successivamente parli con il collega della sua volontà di iniziare anche una terapia farmacologica, da associare a quella psicologica, in modo da effettuare una consulenza psichiatrica.
Saluti.
Buongiorno. Sono d'accordo con i colleghi sull'importanza di condividere con lo specialista che la segue la possibilità di un appoggio farmacologico. Ripensi bene al vostro rapporto e rifletta sui risultati ottenuti.

Cordialità

Massimiliano Trossello
Salve, essendo la situazione abbastanza complicata credo che sia importante per lei intraprendere un percorso di psicoterapia, per trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, entrambe le questione fisiche ed emotive sono importanti e meritano di essere seguite da professionisti. Provi a rivolgersi ad un terapista, oltre che alla sua psicologa, per approfondire di più la questione.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentilissimo, mi spiace per la situazione in cui si trova e per il disagio che sperimenta. Ritengo possa essere utile consultare uno psichiatra per valutare una terapia di contenimento dei sintomi più limitanti, in modo che lei riprenda il più possibile le attività che svolgeva prima e che le davano molta soddisfazione. Insieme a questo, ritengo sia utile per lei avere un confronto con la psicologa che la sta seguendo in modo da capire se possa essere più opportuno iniziare un percorso psicoterapeutico al fine di comprendere meglio i processi che stanno alla base delle sue difficoltà, come e quando sono iniziate, come si collegano alla sua storia di vita e come utilizzare le sue risorse personali per trovare un modo, buono per lei, di gestire l'attuale disagio. Per ogni ulteriore dubbio, resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Antonella Giardiello

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