Buonasera, io ho questo problema da un pò di tempo, e fino ad ora mi sono sempre vergonata a parlarn

20 risposte
Buonasera, io ho questo problema da un pò di tempo, e fino ad ora mi sono sempre vergonata a parlarne. La mia mente, spesso, crea degli scenari così dal nulla che mi spaventano molto e che non sono possibili. Mi è capitato di aver paura che qualcuno fosse fuori dalla finestra a fissarmi (soprattutto la sera), oppure che la mia faccia si deformi guardandomi allo specchio ecc... Queste sono alcune delle cose che mi succedono più spesso. In più ho paura che succeda qualcosa di grave, a volte controllo anche che la persona vicino a me respiri quando dorme, soprattutto se ha avuto qualcosa che l'ha fatta stare male prima. Mi spavento, irrito facilmente e sono sempre sulla difesa, sopratutto quando parlo con una persona nello specifico. Con questa persona non riesco nemmeno più ad essere tranquilla a chiedere le cose e ad avere contatto fisico. Tutto questo è molto imbarazzante e confuso, probabilmente la prima parte di questo messaggio non è nulla di grave e sono per l'influenza di certe cose.
Mi date un parere? Grazie in anticipo
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
direi che lei signora ha una vivida fantasia che andrebbe un poco governata per non inquietarsi troppo ed anche approfondita per comprendere cos'altro il suo immaginario le sta suggerendo.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini

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Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Quello che descrivi – la tendenza a costruire scenari mentali ansiogeni, la paura improvvisa che qualcosa di terribile accada, la difficoltà a stare a proprio agio nel contatto relazionale – non è affatto banale né frutto di “influenze esterne”, come magari la tua parte razionale cerca di dirti per rassicurarti.

Questi fenomeni parlano una lingua antica: sono rappresentazioni simboliche della tua vigilanza interna costante, di un sistema nervoso iperattivato che, forse da tempo, vive in modalità “allarme”, come se il pericolo fosse sempre dietro l’angolo.

Ma è importante chiarire: non sei pazza, né sbagliata. Sei una persona che vive un’esperienza di ipercontrollo e paura che spesso ha le sue radici in vissuti relazionali non sicuri, forse mai pienamente compresi o integrati. È come se la tua mente, per proteggerti, stesse cercando di anticipare il pericolo… anche quando non c’è. E lo fa creando immagini, pensieri o percezioni disturbanti che ti mettono sulla difensiva, anche con chi ti è vicino.

Questi sintomi possono rientrare in una cornice clinica più ampia che include ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico complesso, o persino attaccamento disorganizzato – ma più che una diagnosi, ciò che conta è comprendere il significato relazionale ed emotivo di ciò che vivi.

Tutto questo, da solo, è difficile da decifrare. Ma dentro questo disagio c’è già una richiesta implicita: il bisogno di sicurezza, di un luogo in cui esplorare senza paura, di una relazione in cui non sentirsi sbagliati per ciò che si prova.

La buona notizia è che la psicoterapia può aiutare moltissimo a sciogliere questi nodi. Non solo perché offre uno spazio sicuro, ma perché ti permette di riscrivere queste esperienze in un linguaggio nuovo: non più sintomi da nascondere, ma messaggi da comprendere.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. è stata coraggiosa a condividersi qui per la prima volta: è il primo passo per cambiare, riconoscere di essere in difficoltà e chiedere aiuto. Quello che racconta mi sembra frutto di una problematica legata all'ansia: mi sembra di capire che provi ansia anticipatoria (qualcosa di brutto che può succedere in un futuro prossimo), e bisognerebbe capire che significato ha questo sintomo in relazione alla sua storia, alla sua fase di vita e ai suoi contesti relazionali. I sintomi che il nostro corpo o la nostra mente portano, se raccolti, ascoltati e interpretati, possono essere degli alleati che ci aiutano a capire cosa non va, e a prenderci cura di noi. Penso che sarebbe utile provare a dare un significato a quest'ansia e capire che cosa vuol dire, e che cosa le sta dicendo. Se avesse domande o volesse approfondire la questione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott. Ubaldo Balestriere
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Capisco quanto possa essere spaventoso e imbarazzante confrontarsi con pensieri e scenari che sembrano uscire dal nulla e che ti fanno sentire in allerta costante. È importante sapere che questi vissuti, anche se intensi, non significano che ci sia qualcosa di “sbagliato” in te: sono spesso espressioni di ansia o di tensioni emotive che la mente e il corpo cercano di elaborare.
I comportamenti che descrivi – come controllare che chi ti sta vicino stia bene, sentirti sulla difensiva o avere difficoltà a instaurare contatto – sono reazioni comprensibili a questa ansia e alla sensazione di pericolo percepito. Anche se ti sembrano esagerati o imbarazzanti, hanno un senso: il tuo organismo sta cercando di proteggerti da qualcosa che percepisce come minaccia.
Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a:
-capire meglio questi pensieri e paure;
-trovare strategie per gestire l’ansia e ridurre la vigilanza costante;
-ritrovare un senso di sicurezza e di contatto più sereno con gli altri.

Se vuoi, possiamo lavorare insieme per esplorare questi vissuti in modo graduale e sicuro, imparando a ridurre il loro impatto sulla tua vita quotidiana.

Resto a disposizione per continuare a parlarne.

Un cordiale saluto,
Ubaldo Balestriere
Dott.ssa Irene Rocchetti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Caravaggio
Buongiorno, potrebbe essere utile in un percorso di psicoterapia andare a vedere in quali situazioni si verificano più frequentemente quegli episodi che la mettono in difficoltà: più spesso di quanto si tende a credere i contesti che viviamo ci aiutano a dare un significato a ciò che viviamo. Provare paura in alcune situazioni che ci destabilizzano è normale, ma non dobbiamo provare vergogna nel raccontarlo. Superare questa vergogna facendo un tentativo di consulenza psicologica tante volte è il primo passo per stare meglio. Dott.ssa Irene Rocchetti
Dott.ssa Jasmine Scioscia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno caro paziente anonimo,
la sua richiesta andrebbe vista meglio da qualcuno con cui fare un colloquio clinico , magari gli scenari che dice avvenire dal nulla ,o di avere paura che qualcuno fosse fuori dalla finestra sono la conseguenza di un trigger , o di qualcosa legato al trauma.
Il mio consiglio é di approfondire la situazione il prima possibile . Io mi occupo di traumi e se vuole avere qualche altra informazione sarò disponibile a dargliela.
Cordialmente
Dr. Jasmine Scioscia
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. I pensieri che descrive, anche se spaventosi e destabilizzanti, non significano necessariamente che ci sia qualcosa di “sbagliato” in lei: spesso la mente può generare scenari e immagini intrusivi che non hanno un reale fondamento, ma che possono suscitare emozioni intense come paura, ansia o allarme.

Le preoccupazioni costanti sulla sicurezza propria o degli altri, i controlli ripetuti (come verificare se una persona respira) e la difficoltà a vivere in modo sereno alcune relazioni possono essere segnali di una sofferenza psicologica che merita attenzione. È comprensibile che la situazione la faccia sentire imbarazzata e confusa, ma non è sola: molte persone sperimentano vissuti simili e parlarne è già un passo importante.

Per poter comprendere meglio la natura di questi pensieri e delle reazioni che li accompagnano, e soprattutto per trovare strumenti efficaci per gestirli, è consigliato rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla in un percorso di chiarimento e supporto.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
se la sensazione è di "pericolo" o disagio posso immaginare che sia meno paziente e si senta "sulla difesa".
Dato quanto scrive Le consiglio un confronto professionale per entrambi gli aspetti che riporta; perchè possano avere uno spazio di approfondimento e capire come possa sentirsi meglio.
Saluti
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologo, Psicoterapeuta
Mantova
Buonasera,
innanzitutto ti ringrazio per aver trovato il coraggio di condividere ciò che stai vivendo: non è semplice parlare di queste esperienze, soprattutto quando possono sembrare imbarazzanti o difficili da spiegare.
Quello che descrivi – pensieri improvvisi e spaventosi, timori legati alla sicurezza propria o delle persone care, sensazioni di tensione e difficoltà nelle relazioni – può risultare molto faticoso da gestire nella quotidianità. È importante sottolineare che non sei sola in questo: molte persone vivono esperienze simili, anche se tendono a non parlarne.
Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a comprendere meglio il significato di questi vissuti, ridurne l’intensità e imparare a gestire con maggiore serenità le paure e l’ansia che si attivano in te. Tecniche di rilassamento e ipnosi, che utilizzo nel mio lavoro, possono essere di grande sostegno per ritrovare calma e sicurezza.
Ti incoraggio a considerare la possibilità di un primo colloquio: parlarne in uno spazio protetto e non giudicante è spesso il primo passo per ritrovare benessere e leggerezza.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicoterapeuta – Tecniche di rilassamento e ipnosi
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, i pensieri che riferisce, come la paura che ci sia qualcuno fuori dalla finestra o la percezione che il suo volto si deformi, possono essere esperienze legate a uno stato di ansia molto elevato o a episodi di derealizzazione o depersonalizzazione, che si verificano più spesso di quanto si pensi, soprattutto in situazioni di forte stress emotivo. Anche il bisogno di controllare la respirazione di una persona cara, la facilità all'irritazione e la continua ipervigilanza, possono essere segnali legati a un vissuto di paura e iper-controllo, spesso presenti in chi ha sperimentato traumi relazionali o un ambiente poco sicuro. In alcuni casi, come potrebbe approfondire con uno psicologo psicoterapeuta, questi segnali rientrano in quadri legati a forme di ansia generalizzata, fobie specifiche o disturbi da stress. L’esperienza del disagio con quella persona specifica che menziona, incluso il fastidio per il contatto fisico o la difficoltà a comunicare, andrebbe esplorata in modo più ampio: a volte, in psicoterapia umanistica o con l’EMDR, emerge che certe relazioni attivano memorie emotive non risolte, o paure profonde di esposizione, giudizio o rifiuto. Ciò che lei vive non è “strano”, ma il modo con cui la sua mente e il suo corpo cercano di proteggersi da qualcosa che probabilmente, in passato, ha generato molta insicurezza. Le consiglio di intraprendere un percorso con uno psicologo psicoterapeuta che possa aiutarla a dare un senso a tutto questo, senza vergogna e con uno spazio sicuro in cui tornare a sentirsi padrona di sé. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dr. Gianmarco Capasso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente,

la ringrazio per aver condiviso con sincerità e coraggio ciò che sta vivendo: non è semplice esporsi su temi così personali, soprattutto quando ci si sente spaventati o in imbarazzo.

Dal modo in cui descrive le sue esperienze, emerge la presenza di pensieri e immagini improvvisi che, seppur non corrispondenti alla realtà, hanno per lei un forte impatto emotivo e finiscono per condizionare la sua tranquillità quotidiana. Nel modello cognitivo-costruttivista questi fenomeni vengono letti come parte del modo in cui ciascuno di noi costruisce significato a partire dalle proprie esperienze e dalle emozioni ad esse collegate. Non è tanto il “contenuto” dei pensieri a essere centrale, quanto il significato che lei attribuisce ad essi e la relazione che instaura con queste immagini o paure.

Può essere utile iniziare a osservare come questi pensieri nascano e si trasformino dentro di lei, distinguendo tra ciò che la mente le propone e ciò che effettivamente accade nella realtà. Allo stesso tempo, riconoscere l’emozione (paura, ansia, irritabilità) come un segnale di un bisogno interno – per esempio sicurezza, protezione o chiarezza – può aiutarla a guardare a questi vissuti con maggiore comprensione e meno giudizio.

Le suggerirei di non affrontare questo percorso da sola: uno spazio psicologico di confronto, protetto e accogliente, potrebbe offrirle strumenti pratici per gestire meglio questi vissuti, comprendere i significati che vi attribuisce e favorire un maggior senso di benessere nelle relazioni e nella vita quotidiana.

Un cordiale saluto.
Dott.ssa Martina Mari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cremona
Buonasera caro utente, innanzitutto grazie per aver condiviso queste sensazioni. Comprendo quanto possa essere difficile e confuso convivere con pensieri e paure che sembrano irrazionali ma che generano reale disagio. Le immagini intrusive, la paura che accada qualcosa di grave, l’ipercontrollo e la difficoltà nei rapporti possono essere segnali di uno stato di ansia elevato, o anche di esperienze legate a vissuti di stress o insicurezza profonda. Non c’è nulla di cui vergognarsi: ciò che descrive merita ascolto e attenzione, non giudizio.
Le suggerirei di considerare un percorso con un professionista, che possa aiutarla a esplorare questi vissuti in uno spazio sicuro e accogliente. Riconoscere ciò che sente è già un primo passo molto importante. Rimango a disposizione. Dott.ssa Martina Mari.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, se questi pensieri e fantasie persistono e continuano ad essere di intralcio provocandole sentimenti di paura o angosce, prenda in considerazione l’idea di una consultazione così da poter meglio valutare in cosa consistono queste esperienze e ipotizzare un eventuale lavoro psicoterapeutico. SG
Dott.ssa Benedetta Venturini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buonasera, capisco quanto questi vissuti possano essere spaventosi e confusi. Quello che descrive potrebbe collegarsi a pensieri intrusivi e a reazioni di allarme che possono generare molta ansia, anche se spesso non corrispondono a reali pericoli. Nella terapia cognitivo-comportamentale si lavora anche su questi meccanismi, imparando a riconoscere i pensieri automatici, metterli in discussione e ridurre i comportamenti di controllo e ipervigilanza. Non è un segno di debolezza, e parlarne è già un passo importante. In terapia è importante partire da una raccolta approfondita della sua storia di vita, del sintomo e una buona comprensione del suo funzionamento psicologico. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a gestire meglio queste paure e a ritrovare equilibrio. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Buonasera,
prima di tutto voglio dirti che hai fatto un gesto di grande valore nel decidere di scrivere queste parole, superando la vergogna e il timore di essere fraintesa. Quello che descrivi non è “niente”, e non va banalizzato. È un vissuto reale, che porta con sé paura, confusione e probabilmente anche un senso di solitudine. E merita di essere accolto e ascoltato con attenzione.
A volte, quando l’ansia è molto presente dentro di noi, può assumere forme che ci spaventano e ci destabilizzano. Può portarci a immaginare scenari minacciosi, anche se sappiamo razionalmente che non sono reali. Può farci sentire ipervigili, come se fossimo sempre “sotto attacco”, anche nelle relazioni più intime, al punto da perdere il senso di sicurezza, la naturalezza e la fiducia.

Controllare se qualcuno respira, avere timore per il proprio aspetto allo specchio, evitare il contatto fisico, sentirsi irritabili e sempre sulla difensiva… sono tutti segnali di un’ansia che sta cercando spazio, che forse da tempo chiede di essere vista e compresa più in profondità. Non c’è nulla di “sbagliato” in te. C’è, piuttosto, qualcosa che ha bisogno di essere accolto con delicatezza. Mi occupo da tempo di disturbi d’ansia e difficoltà legate alla regolazione emotiva, e so quanto possa essere difficile parlarne, soprattutto quando si ha la sensazione che “non abbia senso”. Ma un senso c’è, sempre. E se un giorno sentissi il bisogno di esplorare questo senso in uno spazio protetto e privo di giudizio, sarebbe un onore poterti accompagnare in quel percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Tonia Caturano


Dott.ssa Silvia Bellini
Psicoterapeuta, Psicologo
Entratico

Ti ringrazio per aver scritto e per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo. So che non è facile raccontare esperienze che possono sembrare strane, imbarazzanti o difficili da spiegare, e proprio per questo il tuo gesto merita rispetto e attenzione.

Dalle tue parole emerge un vissuto fatto di pensieri improvvisi e scenari che ti spaventano molto: la paura che ci sia qualcuno fuori dalla finestra, che il tuo volto possa cambiare allo specchio, la necessità di controllare che chi ami stia bene. Queste sensazioni possono sembrare incontrollabili, ma parlano di una mente che, sotto ansia o tensione, tende a creare immagini e pensieri che appaiono reali, pur non essendolo. Questo genera inevitabilmente paura e la sensazione di vivere in costante allerta.

È importante che tu sappia che non sei solo in questo: molte persone sperimentano pensieri intrusivi o paure che sembrano assurde, ma ciò non significa che siano “strani” o “sbagliati”. Il fatto che tu ne stia parlando è già un segnale di forza e di desiderio di comprendere meglio cosa ti succede.

Ho colto anche quanto queste paure influiscano sulle tue relazioni, al punto da rendere difficile vivere con serenità il contatto con una persona significativa per te. Questo è un aspetto importante, perché ci ricorda che le emozioni che provi non restano “solo dentro di te”, ma si intrecciano con i tuoi rapporti e con il bisogno di sentirti al sicuro con gli altri.

Il mio invito è a considerare queste esperienze come segnali che meritano ascolto, piuttosto che come difetti da nascondere. Un percorso di psicoterapia potrebbe offrirti uno spazio protetto in cui portare questi vissuti senza paura di giudizio, e trovare modi concreti per affrontarli.

Prendersi cura di sé significa anche dare voce a ciò che fa paura. Il tuo messaggio è già il primo passo in questa direzione.

Con vicinanza, Silvia Dott.ssa Bellini
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bruino
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Posso immaginare quanto questi pensieri improvvisi e spaventosi possano creare confusione, imbarazzo e tensione. È importante sapere che ciò che descrivi non significa che ci sia qualcosa di “sbagliato” in te: spesso la mente crea scenari che ci spaventano, anche se nella realtà non sono possibili.
Parlare di questi vissuti è già un passo importante. Un percorso terapeutico potrà offrirti uno spazio sicuro per esplorare questi pensieri, ridurre l’ansia e imparare a sentirti più tranquilla e libera, anche nelle relazioni e nelle situazioni quotidiane.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Dott.ssa Melissa Angelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Torino
Buongiorno, grazie per aver condiviso in maniera così aperta e sincera la sua esperienza. Da quanto descrive, sembra che stia vivendo episodi di ansia intensa e pensieri intrusivi che emergono spontaneamente nella mente e che le causano paura o disagio. È comprensibile che questi pensieri possano generare comportamenti di controllo o ipervigilanza verso se stessa o verso gli altri, come il controllare se qualcuno respira o il sentirsi sempre sulla difensiva. Anche la difficoltà a rilassarsi o a mantenere contatto con una persona specifica rientra spesso in questo quadro: l’ansia può “bloccare” il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
La strategia migliore e più efficace, in questi casi, è rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta per imparare a gestire i pensieri intrusivi e ridurre le paure. Il collega potrebbe proporle una valutazione da un medico per escludere cause fisiche o per considerare un supporto farmacologico se l’ansia è molto intensa. Un caro saluto
Dott.ssa Giovanna Ferrentino
Psicologo, Psicoterapeuta
Bracigliano
Ciao, grazie per aver condiviso qualcosa di così delicato. Quello che descrivi può essere molto spaventoso e faticoso da gestire, ma non è motivo di vergogna: la mente, soprattutto nei momenti di ansia o stress, può creare scenari che sembrano reali pur non essendolo. Questo non significa “essere strani” o “avere qualcosa che non va”, ma che probabilmente stai attraversando un periodo in cui le tue paure hanno trovato un modo intenso di esprimersi. Il fatto che tu te ne renda conto e che ti ponga delle domande è un segnale di consapevolezza e forza. Se queste paure ti fanno stare male o influenzano le tue relazioni, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarti a comprendere meglio ciò che accade e a trovare strumenti per stare più serena. Non sei sola in questo, e meriti sostegno, ricorda che non sei sbagliata per quello che provi: i tuoi vissuti meritano ascolto e comprensione.
Dott.ssa Michela Testa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cardito
Mi sembra una persona molto spaventata, con la costante sensazione di pericolo, probabilmente un pericolo che non è propriamente esterno ma proviene da fonti più interne. Mi rendo conto che questa sensazione la angoscia e la preoccupa, non deve essere facile convivere in costante allerta, proprio per questo sarebbe importante approfondire circa le cause della sua sofferenza, per poter trovare un pò di sollievo. Le consiglio un approccio che indaghi i vissuti più profondi e le faccia capire meglio cosa la angoscia così tanto.

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