Buonasera Gentili Dottori e Grazie sempre per la vostra disponibilità ed empatia....vorrei un parere
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Buonasera Gentili Dottori e Grazie sempre per la vostra disponibilità ed empatia....vorrei un parere su un comportamento da parte di.un mio ex dopo due anni dalla fine della relazione, terminata per volontà sua..a distanza di due anni di totale distanza, nessuna chiamata, nessun incontro, ci siamo rivisti per caso sul luogo di lavoro e c'e' stato un guardarsi tra di noi,degli sguardi ma nessuna parola, a parte l'altro giorno un "ciao" detto da lui con la testa abbassata, guardando verso il basso.. tra di noi ci sono solo sguardi fissi..anche quando sono distratta e lui passa, mi guarda..mi è stato fatto notare questo comportamento da una mia amica..io ho capito di provare ancora qualcosa per lui..quando l'ho rivisto tremavo, mi sentivo bloccata, in imbarazzo, poi ho un carattere timido, introverso...ho paura di avvicinarmi a lui e parlargli perché non vorrei si infastidisse..vorrei avere dei consigli da Voi. Grazie Mille.
Buonasera,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta delicatezza e sincerità ciò che stai vivendo. Le tue parole raccontano un momento carico di emozioni sottili — quelle che spesso non si dicono, ma che si sentono nel corpo: il tremore, l’imbarazzo, quel battito accelerato che accompagna la presenza dell’altro. Tutti segnali preziosi che ci parlano di una parte di te che si sta muovendo, che forse ha ancora bisogno di comprendere, di esprimere, o semplicemente di essere ascoltata.
Dal punto di vista **umanistico e bioenergetico**, ciò che accade nel corpo non è mai “solo fisico”: il tremore, lo sguardo, la chiusura o il respiro corto sono forme con cui la nostra energia interiore comunica. In questo incontro inaspettato con il tuo ex, sembra che il tuo corpo abbia “riconosciuto” qualcosa di antico, forse non ancora completamente elaborato. Non è un errore o una debolezza: è un modo in cui la tua parte più autentica cerca di dirti che c’è ancora una verità emotiva che merita attenzione.
Ti invito, con molta dolcezza, a non reprimere questi segnali, ma a osservarli con curiosità e rispetto. Può essere utile concederti uno spazio protetto per dare voce a ciò che senti — non tanto per capire “lui”, ma per comprendere meglio te stessa in questa nuova fase, dove il passato e il presente sembrano sfiorarsi di nuovo.
A volte, in un colloquio conoscitivo, si può iniziare proprio da qui: da questi sguardi che non si dimenticano, da quel tremore che racconta più di mille parole. È un’occasione per ascoltare il corpo, ritrovare il centro e permettere all’energia di fluire in modo più libero, senza più paura di ciò che emerge.
Se lo desideri, potremmo parlarne insieme in modo più personale, esplorando ciò che questo incontro ha risvegliato dentro di te e come trasformarlo in un passo di crescita.
Con calore e rispetto,
Dott.ssa Tonia Caturano
ti ringrazio per aver condiviso con tanta delicatezza e sincerità ciò che stai vivendo. Le tue parole raccontano un momento carico di emozioni sottili — quelle che spesso non si dicono, ma che si sentono nel corpo: il tremore, l’imbarazzo, quel battito accelerato che accompagna la presenza dell’altro. Tutti segnali preziosi che ci parlano di una parte di te che si sta muovendo, che forse ha ancora bisogno di comprendere, di esprimere, o semplicemente di essere ascoltata.
Dal punto di vista **umanistico e bioenergetico**, ciò che accade nel corpo non è mai “solo fisico”: il tremore, lo sguardo, la chiusura o il respiro corto sono forme con cui la nostra energia interiore comunica. In questo incontro inaspettato con il tuo ex, sembra che il tuo corpo abbia “riconosciuto” qualcosa di antico, forse non ancora completamente elaborato. Non è un errore o una debolezza: è un modo in cui la tua parte più autentica cerca di dirti che c’è ancora una verità emotiva che merita attenzione.
Ti invito, con molta dolcezza, a non reprimere questi segnali, ma a osservarli con curiosità e rispetto. Può essere utile concederti uno spazio protetto per dare voce a ciò che senti — non tanto per capire “lui”, ma per comprendere meglio te stessa in questa nuova fase, dove il passato e il presente sembrano sfiorarsi di nuovo.
A volte, in un colloquio conoscitivo, si può iniziare proprio da qui: da questi sguardi che non si dimenticano, da quel tremore che racconta più di mille parole. È un’occasione per ascoltare il corpo, ritrovare il centro e permettere all’energia di fluire in modo più libero, senza più paura di ciò che emerge.
Se lo desideri, potremmo parlarne insieme in modo più personale, esplorando ciò che questo incontro ha risvegliato dentro di te e come trasformarlo in un passo di crescita.
Con calore e rispetto,
Dott.ssa Tonia Caturano
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Salve, è normale sentirsi in imbarazzo, soprattutto se la relazione è terminata per sua volontà e dopo un lungo periodo di silenzio. Gli sguardi reciproci possono indicare curiosità, nostalgia o semplicemente un modo di elaborare l’incontro, ma non sempre corrispondono a un reale desiderio di riprendere il legame. Può essere utile prendersi del tempo per ascoltare ciò che prova, accogliendo le emozioni senza giudizio, come si fa nella pratica della Mindfulness. Se sente il bisogno di comprendere meglio i propri vissuti e le dinamiche ancora attive, potrebbe essere utile un percorso con uno psicologo psicoterapeuta che lavori nell’area della psicoterapia umanistica o dell’analisi bioenergetica, così da poter integrare le sensazioni corporee e affettive che emergono quando lo incontra. Nel frattempo, se sente di voler parlare con lui, lo faccia con calma, senza forzare nulla, lasciando che le cose trovino il loro equilibrio naturale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Capisco bene la delicatezza della situazione che stai descrivendo, non posso darti consigli, ma posso offrirti un punto di vista psicologico per aiutarti ad interpretare ciò che accade e a capire come gestirlo.
Da quanto racconti, il tuo ex:
-ti guarda
-evita il contatto diretto o le parole (il "ciao" detto a testa bassa lo conferma).
Questo comportamento può significare tante cose, come ad esempio curiosità e nostalgia oppure evitamento per imbarazzo o ancora mancata chiusura emotiva.
Cosa succede dentro di te?
La tua reazione-tremare, sentirti la bocca bloccata, sentirti in imbarazzo-è assolutamente normale perché rivedere una persona con cui hai condiviso una parte della tua vita può risvegliare sensazioni antiche.
Concediti del tempo per osservare, non sentirti "costretta a fare qualcosa" e soprattutto guarda se il suo comportamento si ripete o se cambia. A volte dopo l'impatto iniziale, le emozioni si calmano e si riesce a comprendere cosa si prova davvero.
Da quanto racconti, il tuo ex:
-ti guarda
-evita il contatto diretto o le parole (il "ciao" detto a testa bassa lo conferma).
Questo comportamento può significare tante cose, come ad esempio curiosità e nostalgia oppure evitamento per imbarazzo o ancora mancata chiusura emotiva.
Cosa succede dentro di te?
La tua reazione-tremare, sentirti la bocca bloccata, sentirti in imbarazzo-è assolutamente normale perché rivedere una persona con cui hai condiviso una parte della tua vita può risvegliare sensazioni antiche.
Concediti del tempo per osservare, non sentirti "costretta a fare qualcosa" e soprattutto guarda se il suo comportamento si ripete o se cambia. A volte dopo l'impatto iniziale, le emozioni si calmano e si riesce a comprendere cosa si prova davvero.
Buonasera, grazie a lei per aver condiviso la sua esperienza con tanta delicatezza.
Quello che descrive — gli sguardi, il “ciao” accennato, l’atteggiamento un po’ sfuggente da parte del suo ex — può avere significati diversi, e non necessariamente indica un desiderio di riavvicinamento o, al contrario, di chiusura totale. A volte, dopo una separazione, rivedere una persona che è stata importante può riattivare emozioni e imbarazzo, anche quando la storia è finita per scelta propria. Guardare, abbassare lo sguardo, mostrarsi esitanti sono comportamenti molto umani in situazioni cariche di passato.
È significativo anche ciò che accade dentro di lei: il tremare, il bloccarsi, l’imbarazzo. Non sono segnali di debolezza, ma indizi di un’emozione ancora viva. Essere timida o introversa può rendere più difficile esporsi, soprattutto quando si teme di invadere lo spazio dell’altro o di essere fraintesa.
Il punto, ora, è chiedersi quale sia il suo bisogno: capire se tra voi c’è ancora qualcosa? Chiarire un saluto? Oppure, semplicemente, trovare un modo per sentirsi tranquilla quando lo incontra?
Se sente il desiderio di rompere questo gelo fatto di sguardi, può farlo in modo molto semplice e rispettoso, senza caricare il momento di aspettative: un “ciao” detto con calma, un sorriso breve, un gesto che comunichi apertura senza pretendere nulla. Non è invadenza: è un atto di educazione e autenticità. Da lì potrà osservare la sua eventuale risposta e regolarsi di conseguenza.
Se invece la paura è troppo forte, può essere utile dedicare un po’ di spazio a comprendere cosa rappresenti per lei questa persona oggi e quali emozioni la stiano trattenendo. A volte non è il passato a bloccare, ma il timore di rivivere sensazioni dolorose o di sentirsi rifiutati di nuovo.
In ogni caso, non c’è una “mossa giusta” universalmente valida: c’è quella che la fa sentire più serena e rispettosa di sé. E un piccolo passo, anche minimo, può bastare per sciogliere un nodo che dura da tempo.
Un caro saluto.
Quello che descrive — gli sguardi, il “ciao” accennato, l’atteggiamento un po’ sfuggente da parte del suo ex — può avere significati diversi, e non necessariamente indica un desiderio di riavvicinamento o, al contrario, di chiusura totale. A volte, dopo una separazione, rivedere una persona che è stata importante può riattivare emozioni e imbarazzo, anche quando la storia è finita per scelta propria. Guardare, abbassare lo sguardo, mostrarsi esitanti sono comportamenti molto umani in situazioni cariche di passato.
È significativo anche ciò che accade dentro di lei: il tremare, il bloccarsi, l’imbarazzo. Non sono segnali di debolezza, ma indizi di un’emozione ancora viva. Essere timida o introversa può rendere più difficile esporsi, soprattutto quando si teme di invadere lo spazio dell’altro o di essere fraintesa.
Il punto, ora, è chiedersi quale sia il suo bisogno: capire se tra voi c’è ancora qualcosa? Chiarire un saluto? Oppure, semplicemente, trovare un modo per sentirsi tranquilla quando lo incontra?
Se sente il desiderio di rompere questo gelo fatto di sguardi, può farlo in modo molto semplice e rispettoso, senza caricare il momento di aspettative: un “ciao” detto con calma, un sorriso breve, un gesto che comunichi apertura senza pretendere nulla. Non è invadenza: è un atto di educazione e autenticità. Da lì potrà osservare la sua eventuale risposta e regolarsi di conseguenza.
Se invece la paura è troppo forte, può essere utile dedicare un po’ di spazio a comprendere cosa rappresenti per lei questa persona oggi e quali emozioni la stiano trattenendo. A volte non è il passato a bloccare, ma il timore di rivivere sensazioni dolorose o di sentirsi rifiutati di nuovo.
In ogni caso, non c’è una “mossa giusta” universalmente valida: c’è quella che la fa sentire più serena e rispettosa di sé. E un piccolo passo, anche minimo, può bastare per sciogliere un nodo che dura da tempo.
Un caro saluto.
Buongiorno, dal suo racconto emerge come questo incontro casuale con il suo ex abbia riattivato emozioni e sensazioni che, forse, erano rimaste in parte sospese o non del tutto elaborate. Nelle relazioni significative, infatti, i legami emotivi possono mantenersi nel tempo anche in assenza di contatto, e la riapparizione dell’altro può riaprire vissuti affettivi profondi. Gli sguardi e i gesti che descrive sembrano portare con sé un intreccio di curiosità, nostalgia e forse anche di timore: emozioni che parlano della complessità del rapporto passato e di ciò che ancora vive dentro di lei. In un’ottica psicodinamica, può essere utile osservare ciò che accade dentro di sé — le sensazioni, i pensieri, i desideri e le paure che emergono — più che concentrarsi esclusivamente sul comportamento dell’altro. Se sente il bisogno di comprendere meglio questi vissuti e il loro significato, potrebbe essere utile uno spazio di ascolto personale, in cui poter dare voce a ciò che questo incontro ha riattivato. Questo la aiuterebbe non solo a chiarire i propri sentimenti, ma anche a ritrovare una posizione più serena e consapevole rispetto alla relazione passata. Saluti.
Buongiorno, il consiglio che chiede è ai margini della Psicologia, infatti lei involontariamente sconfina nella dottrina dei sentimenti, un perimetro da condividere con tante altre discipline, come la filosofia, la letteratura, l'epica. Ognuno dovrebbe imparare a convivere con una lezione che la vita riserva a chiunque, nel momento che decide di mettersi in gioco: Gli amori infelici non finiscono mai.... Questo non significa che più si ha amato più è destinati all'infelicità, la formula è enormemente più complessa ed ineffabile. La descrizione di ciò che la affligge rimanda a quello che Elio Vittorini in un bellissimo romanzo ("Conversazioni in Sicilia") definì "astratti furori", quelle sensazioni figlie di inappagate ed incompiute emozioni che ci tormentano ed al contempo ci seducono nella loro volontà di sottometterci alla volontà di vivere. Nessun uomo, signorina, evita di essere adulato (come nessuna donna ovviamente) e la paura è la peggiore nemica di questo piacere della vita. Oggi vi sono decine di modi, indiretti, per capire se vi sono ancora ceneri che ardono, sotto il carbone, non è necessario che le elenchi quali, mi permetto solo di suggerirle di usare quello più coerente con lei, per scoprire se le sue sensazioni sono condivise. Qualcuno definì i rimpianti meglio dei rimorsi, e quindi scelga di avanzare di un passo per capire se c'è una porta da varcare, invece di rimanere eternamente fuori dall'uscio sperando che si apra da solo. Dovesse non andare come spera, avrà la certezza di non essere stata immobile di fronte ad un dubbio che non la abbandonerebbe più. Buona giornata, buone riflessioni che le auguro di trasformare in azioni.
Il tremore, il blocco, la difficoltà a parlare ci rimandano a un vissuto emotivo che, in quei momenti, appare molto intenso ma, e al contempo, si manifesta la sensazione di blocco, ossia il freezing (quando il corpo, per difesa estrema si immobilizza). L’incontro quindi tocca qualcosa di profondo. Mi chiedo se questa reazione la caratterizzi anche in altre circostanze, e in quali, o se invece riguardi questa relazione nello specifico. In questo caso, mi domando cosa rappresenti per lei quest’uomo, se la sua presenza sia in grado di riattivare un’emozione tanto forte, davanti alla quale lei si immobilizza, come congelandosi, e non sente di poter agire, né avvicinandosi con calma né allontanandosi o proteggendosi.
Naturalmente sono domande che richiedono uno spazio più ampio e protetto per essere poste, e un tempo calmo per poterne ascoltare ed elaborare le risposte.
Mi colpisce anche la sua esigenza di chiedere un parere in questa sede (anche se sono felice che l’abbia fatto)… come se si sentisse bloccata nell’ascoltare ciò che prova, o nel capire quale sia il passo giusto per lei. In terapia potrebbe esplorare questi interrogativi e anche imparare, attraverso il corpo, a regolare questi stati emotivi così intensi.
Spero di essere stata utile. Un saluto, dott.ssa Bossi
Salve,
sembrerebbe che lei abbia già le idee chiare rispetto a cosa desidererebbe fare.
Il dubbio forse è quello di temere il rischio di una risposta negativa, ma d'altra parte non è prevedibile.
Quello che può fare è ascoltare se stessa, chiedersi cosa c'è in gioco, sentimenti legati a qualcosa di irrisolto del passato o qualcosa che potrebbe ancora avere senso tra voi, per lei. E inoltre, cosa sente più importante adesso, evitare il rischio che non vada, o starci nell'ipotesi che potrebbe non essere ricambiata.
sembrerebbe che lei abbia già le idee chiare rispetto a cosa desidererebbe fare.
Il dubbio forse è quello di temere il rischio di una risposta negativa, ma d'altra parte non è prevedibile.
Quello che può fare è ascoltare se stessa, chiedersi cosa c'è in gioco, sentimenti legati a qualcosa di irrisolto del passato o qualcosa che potrebbe ancora avere senso tra voi, per lei. E inoltre, cosa sente più importante adesso, evitare il rischio che non vada, o starci nell'ipotesi che potrebbe non essere ricambiata.
Cara utente,
la scena che racconti sembra muoversi più nel registro dell’emozione che in quello dei fatti. È come se l’incontro, dopo due anni di silenzio, avesse attivato qualcosa che non riguarda solo il presente ma anche la traccia emotiva che quella relazione ha lasciato dentro di te. Il tremore, il blocco, l’imbarazzo non sembrano parlare tanto di lui quanto di quella parte interna rimasta sospesa, come se l’interruzione della storia non avesse chiuso completamente il movimento affettivo che avevi nei suoi confronti.
Anche il suo modo di guardarti, di salutarti senza alzare lo sguardo, potrebbe appartenere a una gamma molto ampia di possibilità: un imbarazzo suo, un residuo di coinvolgimento, una difficoltà ad avvicinarsi, oppure semplicemente il peso emotivo di un incontro inatteso. Niente di tutto questo può essere dato per certo, ma può essere visto come il segnale di un legame che, per entrambi, non è del tutto neutro.
La tua timidezza e la paura di infastidirlo sembrano avere una radice più profonda: è come se una parte di te temesse non tanto il suo rifiuto concreto quanto la possibilità di riattivare una ferita che stavi cercando di proteggere. Quando si prova ancora qualcosa per qualcuno che ci ha lasciati, spesso si crea una tensione tra il desiderio di avvicinarsi e il bisogno di difendersi. Non parliamo di scelte razionali, ma di movimenti emotivi che cercano un equilibrio.
In questo momento forse non serve pensare a cosa dovresti fare, ma a cosa sta accadendo dentro di te quando lui compare nel tuo campo visivo. Quale parte si apre e quale parte si ritrae. Quale desiderio emerge e quale timore lo trattiene. A volte la confusione che si crea davanti a un ex non nasce dal presente, ma dal modo in cui quella storia è stata interrotta e da ciò che non ha trovato ancora un posto definito dentro di noi.
Avvicinarsi o meno non è una decisione da prendere sulla base di ciò che lui mostra esteriormente, ma di ciò che tu senti di poter reggere emotivamente in questo momento. L’importante è che tu non ti forzi in una direzione per paura di perderlo né ti blocchi per paura di soffrire. Qualsiasi passo tu decida, può nascere dalla possibilità di ascoltarti con delicatezza, senza fretta e senza giudizio.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
la scena che racconti sembra muoversi più nel registro dell’emozione che in quello dei fatti. È come se l’incontro, dopo due anni di silenzio, avesse attivato qualcosa che non riguarda solo il presente ma anche la traccia emotiva che quella relazione ha lasciato dentro di te. Il tremore, il blocco, l’imbarazzo non sembrano parlare tanto di lui quanto di quella parte interna rimasta sospesa, come se l’interruzione della storia non avesse chiuso completamente il movimento affettivo che avevi nei suoi confronti.
Anche il suo modo di guardarti, di salutarti senza alzare lo sguardo, potrebbe appartenere a una gamma molto ampia di possibilità: un imbarazzo suo, un residuo di coinvolgimento, una difficoltà ad avvicinarsi, oppure semplicemente il peso emotivo di un incontro inatteso. Niente di tutto questo può essere dato per certo, ma può essere visto come il segnale di un legame che, per entrambi, non è del tutto neutro.
La tua timidezza e la paura di infastidirlo sembrano avere una radice più profonda: è come se una parte di te temesse non tanto il suo rifiuto concreto quanto la possibilità di riattivare una ferita che stavi cercando di proteggere. Quando si prova ancora qualcosa per qualcuno che ci ha lasciati, spesso si crea una tensione tra il desiderio di avvicinarsi e il bisogno di difendersi. Non parliamo di scelte razionali, ma di movimenti emotivi che cercano un equilibrio.
In questo momento forse non serve pensare a cosa dovresti fare, ma a cosa sta accadendo dentro di te quando lui compare nel tuo campo visivo. Quale parte si apre e quale parte si ritrae. Quale desiderio emerge e quale timore lo trattiene. A volte la confusione che si crea davanti a un ex non nasce dal presente, ma dal modo in cui quella storia è stata interrotta e da ciò che non ha trovato ancora un posto definito dentro di noi.
Avvicinarsi o meno non è una decisione da prendere sulla base di ciò che lui mostra esteriormente, ma di ciò che tu senti di poter reggere emotivamente in questo momento. L’importante è che tu non ti forzi in una direzione per paura di perderlo né ti blocchi per paura di soffrire. Qualsiasi passo tu decida, può nascere dalla possibilità di ascoltarti con delicatezza, senza fretta e senza giudizio.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
Gentile Amica, non vi è dubbio che tu sia ancora attratta dal tuo ex. Il tuo tremore e imbarazzo in sua presenza ne sono la prova. Occorre tuttavia domandarsi perché tu sia ancora così potentemente attratta da quest’uomo, che ti ha lasciata ormai due anni fa e lo ha fatto – tu sottolinei – con decisione unilaterale e senza ripensamenti. Come mai dopo tanto tempo il tuo pensiero corre ancora a questa persona? E vorrei domandarti inoltre: come è possibile che sul luogo di lavoro (siete colleghi, immagino) ci si incontri “per caso”? Temi che lui possa infastidirsi, se gli parli ancora; per cui nei confronti di quest’uomo, che si è preso da solo (tu dici) la responsabilità della rottura della relazione, vivi ancora una sorta di soggezione, il che ci dà indizi importanti intorno al tipo di rapporto che avevate, rapporto che non si direbbe esser stato improntato all’equilibrio paritario fra i due membri della coppia. Non mi sento di darti dei consigli di natura pratica, su come comportarti in concreto per tentare di conquistare nuovamente il tuo ex. Piuttosto, ti inviterei a guardare dentro te stessa, con l’ausilio di uno psicologo o psicoterapeuta, il senso di un così tenace attaccamento che persiste ancora dopo tanto tempo. Prova a esplorare il significato di quella che definisci timidezza o introversione: probabilmente, dietro queste due parole si cela qualche inibizione nel rapporto con l’altro, specie del sesso opposto… Se vorrai intraprendere un percorso, sono disponibile! Un grosso in bocca al lupo, Antonio Di Mauro, psicologo e psicoterapeuta a Milano e online
Buonasera — grazie per la domanda, descrivi una situazione molto comune e capisco il disagio che ti provoca.
Da quello che racconti, quegli sguardi e il saluto timido possono avere diverse spiegazioni: curiosità, imbarazzo, rimorso, attrazione non risolta o semplice abitudine dovuta alla vicinanza sul lavoro. Anche tu descrivi emozioni molto chiare — tremore, blocco, vergogna — che sono reazioni normali quando un sentimento è ancora presente, specialmente se hai un temperamento timido/introverso.
Qualche consiglio pratico:
Prima di tutto valuta cosa vuoi davvero: ricercare chiarimenti, tenere le distanze o semplicemente sentirti più a tuo agio quando lo incontri.
Se vuoi un chiarimento, scegli un momento neutro e breve: evita la postazione di lavoro o momenti affollati. Mantieni l’approccio semplice e non accusatorio (esempi: “Ciao, ho notato che ultimamente ci guardiamo spesso; vorrei capire se per te è un problema” / “Ciao, come stai? Se ti va possiamo parlarne un attimo” / “Ciao — ti va di prenderci un caffè una volta, così chiariamo qualcosa?”).)
Se temi di metterti in imbarazzo, parti con piccoli passi: saluto con un sorriso, una frase cortese, e osserva la sua risposta. Questo può darti informazioni senza esporsi troppo.
Proteggi i tuoi confini emotivi: se i suoi segnali sono ambigui e ti fanno soffrire, è lecito limitare i contatti o chiedere chiarimenti chiari.
Lavora sull’ansia anticipatoria con tecniche semplici (respirazione diaframmatica, preparare mentalmente cosa dire) e sulla ruminazione cambiando attenzione su attività piacevoli.
Se la relazione passata ha lasciato ferite importanti o se questo vissuto peggiora il tuo funzionamento (insonnia, umore molto basso, evitamento), è importante parlarne con uno specialista.
In conclusione, quanto ti sta succedendo merita attenzione e può essere gestito con piccoli passi concreti; tuttavia è consigliabile approfondire con uno specialista per chiarire i tuoi sentimenti e scegliere la strategia più sicura per te.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Da quello che racconti, quegli sguardi e il saluto timido possono avere diverse spiegazioni: curiosità, imbarazzo, rimorso, attrazione non risolta o semplice abitudine dovuta alla vicinanza sul lavoro. Anche tu descrivi emozioni molto chiare — tremore, blocco, vergogna — che sono reazioni normali quando un sentimento è ancora presente, specialmente se hai un temperamento timido/introverso.
Qualche consiglio pratico:
Prima di tutto valuta cosa vuoi davvero: ricercare chiarimenti, tenere le distanze o semplicemente sentirti più a tuo agio quando lo incontri.
Se vuoi un chiarimento, scegli un momento neutro e breve: evita la postazione di lavoro o momenti affollati. Mantieni l’approccio semplice e non accusatorio (esempi: “Ciao, ho notato che ultimamente ci guardiamo spesso; vorrei capire se per te è un problema” / “Ciao, come stai? Se ti va possiamo parlarne un attimo” / “Ciao — ti va di prenderci un caffè una volta, così chiariamo qualcosa?”).)
Se temi di metterti in imbarazzo, parti con piccoli passi: saluto con un sorriso, una frase cortese, e osserva la sua risposta. Questo può darti informazioni senza esporsi troppo.
Proteggi i tuoi confini emotivi: se i suoi segnali sono ambigui e ti fanno soffrire, è lecito limitare i contatti o chiedere chiarimenti chiari.
Lavora sull’ansia anticipatoria con tecniche semplici (respirazione diaframmatica, preparare mentalmente cosa dire) e sulla ruminazione cambiando attenzione su attività piacevoli.
Se la relazione passata ha lasciato ferite importanti o se questo vissuto peggiora il tuo funzionamento (insonnia, umore molto basso, evitamento), è importante parlarne con uno specialista.
In conclusione, quanto ti sta succedendo merita attenzione e può essere gestito con piccoli passi concreti; tuttavia è consigliabile approfondire con uno specialista per chiarire i tuoi sentimenti e scegliere la strategia più sicura per te.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, leggendo le sue righe non mi sorge altra possibilità se non parlarci e ricontattarlo in qualche modo. Mi pare di capire dai segnali corporei che lei descrive questo interesse ci sia anche da parte sua. Se alei sta a cuore faccia il primo passo. Se sente difficoltà nell'intraprendere questa iniziativa ci possiamo sentire per un consulto anche online. Buona Giornata! Dario Martelli
Buongiorno,
credo che da quel che scrive sia più importante implementare le cose che sa per diventare più capace di risolvere problemi di questa natura, anziché limitarsi a richiedere un consiglio che poi, spesso non si segue.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
credo che da quel che scrive sia più importante implementare le cose che sa per diventare più capace di risolvere problemi di questa natura, anziché limitarsi a richiedere un consiglio che poi, spesso non si segue.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Salve e grazie per aver scritto! Da come descrivi il tuo ed il suo comportamento sembra che la conclusione della vostra relazione non sia stata sufficientemente elaborata da parte di entrambi. C'è una forte attivazione fisica da parte tua che testimonia proprio questo, mentre da parte del tuo ex ciò è testimoniato dal suo comportamento visivo. Un discorso a sé, invece, riguarda il fatto che tu pensi "di infastidire". Perché? Da dove nasce questo pensiero (o sensazione)? Un consiglio che posso darti (oltre a quello di consultarti con un professionista) è di parlargli, non necessariamente e subito di argomenti profondi, impegnativi, intimi ma accostarti alla comunicazione in modo graduale e superficiale per sentire come stai tu nel riaprire una comunicazione con lui. Ti ringrazio e ti auguro il meglio.
Buonasera, non è chiara la domanda. Vuole sapere se ci sono possibilità di ricominciare una relazione o, al contrario, non sa come convivere con questa presenza visto che prova ancora qualcosa?
Buongiorno,
se vuole darsi una seconda possibilità cerchi di comprendere le ragioni di questo riavvicinamento da parte di lui. Provi a parlargli e capire se vi sono le condizioni per poter cominciare nuovamente a frequentarsi; in questi due anni lui avrebbe potuto rivedere le sue posizioni. Ne vale della sua serenità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
se vuole darsi una seconda possibilità cerchi di comprendere le ragioni di questo riavvicinamento da parte di lui. Provi a parlargli e capire se vi sono le condizioni per poter cominciare nuovamente a frequentarsi; in questi due anni lui avrebbe potuto rivedere le sue posizioni. Ne vale della sua serenità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, capisco che lo sguardo del suo ex l'emoziona e forse è ancora coinvolta. Lei scrive che lui la guarda ma non parla la guarda soltanto. Forse se fosse interessato in maniera seria si avvicinerebbe. Dovrà decidere lei se esporsi, però potrebbe anche incorrere in un rifiuto, potrebbe essere un rischio, così non ci penserebbe più. La saluto, dott. Eugenia Cardilli.
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. È comprensibile che rivedere il suo ex dopo molto tempo, soprattutto se ci sono ancora emozioni irrisolte, possa averla fatta sentire agitata, confusa o in imbarazzo. Le reazioni che descrive — tremore, blocco, paura di come possa interpretare un suo avvicinamento — sono comuni quando si riattivano sentimenti o ricordi legati a una relazione significativa.
Rispetto al comportamento del suo ex, è difficile trarre conclusioni basandosi solo sugli sguardi o su piccoli gesti: possono significare molte cose diverse, e non necessariamente qualcosa di preciso sul piano emotivo. Ciò che però è importante è come lei si sente in questa situazione e cosa desidera davvero.
Potrebbe essere utile chiedersi:
Che cosa mi aspetto da un eventuale contatto?
Che cosa temo possa accadere?
Che effetto avrebbe su di me, in positivo o in negativo, un riavvicinamento?
A volte un primo passo semplice — un saluto un po’ più chiaro, un sorriso, un “come stai?” — permette di capire se c’è spazio per un dialogo senza forzare nulla. Allo stesso tempo, è importante che qualunque gesto lei faccia sia coerente con il rispetto di sé e dei propri confini, senza mettersi in situazioni che la facciano stare male.
Se sente che questa situazione le genera confusione o riattiva emozioni che vorrebbe esplorare con più calma, può contattarmi: sarei lieta di aiutarla a fare chiarezza sui suoi bisogni, sulle sue paure e su come muoversi in modo che sia tutelante per lei.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Chiara Pucci - Psicologa e Psicoterapeuta CBT
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. È comprensibile che rivedere il suo ex dopo molto tempo, soprattutto se ci sono ancora emozioni irrisolte, possa averla fatta sentire agitata, confusa o in imbarazzo. Le reazioni che descrive — tremore, blocco, paura di come possa interpretare un suo avvicinamento — sono comuni quando si riattivano sentimenti o ricordi legati a una relazione significativa.
Rispetto al comportamento del suo ex, è difficile trarre conclusioni basandosi solo sugli sguardi o su piccoli gesti: possono significare molte cose diverse, e non necessariamente qualcosa di preciso sul piano emotivo. Ciò che però è importante è come lei si sente in questa situazione e cosa desidera davvero.
Potrebbe essere utile chiedersi:
Che cosa mi aspetto da un eventuale contatto?
Che cosa temo possa accadere?
Che effetto avrebbe su di me, in positivo o in negativo, un riavvicinamento?
A volte un primo passo semplice — un saluto un po’ più chiaro, un sorriso, un “come stai?” — permette di capire se c’è spazio per un dialogo senza forzare nulla. Allo stesso tempo, è importante che qualunque gesto lei faccia sia coerente con il rispetto di sé e dei propri confini, senza mettersi in situazioni che la facciano stare male.
Se sente che questa situazione le genera confusione o riattiva emozioni che vorrebbe esplorare con più calma, può contattarmi: sarei lieta di aiutarla a fare chiarezza sui suoi bisogni, sulle sue paure e su come muoversi in modo che sia tutelante per lei.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Chiara Pucci - Psicologa e Psicoterapeuta CBT
Cara ragazza, le sofferenze d'amore sono dolcissime ma anche impossibili.
Non sappiamo i dettagli della tua storia e perchè vi siete lasciati, ma in amore si deve rischiare e non cedere alla paura, altrimenti non si ottiene niente.
Bisogna uscire dalla zona di comfort e vivere.
Chiediti solo quale sia il tuo sentimento e agisci di conseguenza.
Verrà anche il momento di gestire le emozioni e i sentimenti, ma non ora.
Un caro saluto.
Non sappiamo i dettagli della tua storia e perchè vi siete lasciati, ma in amore si deve rischiare e non cedere alla paura, altrimenti non si ottiene niente.
Bisogna uscire dalla zona di comfort e vivere.
Chiediti solo quale sia il tuo sentimento e agisci di conseguenza.
Verrà anche il momento di gestire le emozioni e i sentimenti, ma non ora.
Un caro saluto.
Gentile Signora,
dal suo racconto emerge quanto, questo incontro inatteso, abbia riattivato in lei emozioni e sensazioni corporee come il tremore, il sentirsi bloccata, l’imbarazzo. Tali reazioni non sono solo “sentimenti individuali”, ma sembrano piuttosto segnali che parlano della storia della relazione, dei legami che sono rimasti sospesi e del modo in cui il vostro sistema di coppia si era organizzato prima della separazione.
Gli scambi che descrive — sguardi frequenti, un “ciao” pronunciato con la testa bassa, l’evitamento di parole — rappresentano forme di comunicazione non verbale.
Tale comportamento spesso esprime ciò che verbalmente non si riesce a dire: curiosità, imbarazzo, nostalgia, timore di invadere lo spazio dell’altro o timore di riaprire una ferita.
È possibile che anche per lui l’incontro abbia riattivato emozioni o ricordi, ma tale significato potrebbe essere molteplice: rispetto della distanza, incertezza, senso di colpa, oppure semplice educazione. Per questo, senza una conversazione esplicita, sarebbe rischioso attribuire una sola interpretazione.
Prima di pensare a un passo concreto verso di lui, potrebbe forse essere utile chiedersi:
• Che cosa si è riattivato in me rivedendolo?
• Sto cercando una chiarezza? Una possibilità? Una chiusura?
• Che cosa desidero davvero da un contatto con lui, al di là della paura di disturbare?
Chiedersi questo aiuta a capire da che luogo emotivo partire. Inoltre, il fatto che lei tremasse e si sentisse bloccata testimonia quanto questa relazione possa avere lasciato una traccia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Martina Bellomare
dal suo racconto emerge quanto, questo incontro inatteso, abbia riattivato in lei emozioni e sensazioni corporee come il tremore, il sentirsi bloccata, l’imbarazzo. Tali reazioni non sono solo “sentimenti individuali”, ma sembrano piuttosto segnali che parlano della storia della relazione, dei legami che sono rimasti sospesi e del modo in cui il vostro sistema di coppia si era organizzato prima della separazione.
Gli scambi che descrive — sguardi frequenti, un “ciao” pronunciato con la testa bassa, l’evitamento di parole — rappresentano forme di comunicazione non verbale.
Tale comportamento spesso esprime ciò che verbalmente non si riesce a dire: curiosità, imbarazzo, nostalgia, timore di invadere lo spazio dell’altro o timore di riaprire una ferita.
È possibile che anche per lui l’incontro abbia riattivato emozioni o ricordi, ma tale significato potrebbe essere molteplice: rispetto della distanza, incertezza, senso di colpa, oppure semplice educazione. Per questo, senza una conversazione esplicita, sarebbe rischioso attribuire una sola interpretazione.
Prima di pensare a un passo concreto verso di lui, potrebbe forse essere utile chiedersi:
• Che cosa si è riattivato in me rivedendolo?
• Sto cercando una chiarezza? Una possibilità? Una chiusura?
• Che cosa desidero davvero da un contatto con lui, al di là della paura di disturbare?
Chiedersi questo aiuta a capire da che luogo emotivo partire. Inoltre, il fatto che lei tremasse e si sentisse bloccata testimonia quanto questa relazione possa avere lasciato una traccia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Martina Bellomare
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