Buonasera a tutti. Sono nel caos mentale e per questo scrivo in cerca di spunti di riflessione. Sto
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Buonasera a tutti. Sono nel caos mentale e per questo scrivo in cerca di spunti di riflessione. Sto con un bravo uomo da 8 anni, con il quale abbiamo costruito la casa dei nostri sogni e avviato progetti lavorativi importanti che vanno bene: apparentemente, quindi, la mia vita è perfetta.
Eppure, da un anno e mezzo ho avviato una relazione con un mio dipendente, di nazionalità straniera, che all'inizio ho cercato di respingere con tutta me stessa, attaccandomi con le unghie e con i denti alle promesse fatte al mio compagno, poi ho dovuto assecondare perché l'attrazione fisica era alle stelle e nei momenti in cui ci trovavamo da soli diventava una forza irresistibile da contrastare.
Nata, quindi, come un'attrazione meramente fisica, alla fine la cosa per me è diventata amore, al punto che sarei disposta a buttare tutta la mia vita all'aria per provare a dare una chance a questa cosa, pur essendo consapevole che sarebbe difficile avere una relazione con questa persona perchè le differenze culturali sono importanti. Purtroppo lui non vuole che io faccia quel che ho in mente (dice per non dare un dispiacere al mio compagno che, insieme a me, è il suo capo) e, per assecondare le richieste della famiglia e, al contempo, provare ad allontanarsi da me, ha deciso di andare al suo paese di origine e sposarsi (con una donna che conoscerà il giorno del matrimonio, come da usanza del suo paese).
Da quando me l'ha annunciato e, anzi, già da prima (da quando cioè gli ho detto che avrei voluto provare a stare con lui e lui mi ha respinta) abbiamo provato a stare lontani ma, nonostante i buoni propositi e gli sforzi, siamo ancora finiti a letto insieme e, anche durante le giornate di lavoro, le attenzioni l'uno per l'altra non sono calate. Qualche giorno fa, cercando una fotografia di lavoro sul suo cellulare, ho visto la fotografia delle partecipazioni di matrimonio che la sua famiglia gli ha mandato e sono crollata.
Gli ho dato dei giorni di vacanza per non vederlo e piangere tutto il giorno, poi gli ho chiesto di andare e non tornare. Lui non vuole, in quanto lavorare nella mia azienda rappresenta per lui una possibilità enorme, che non si presenterà nuovamente nella sua vita. Oggi ci siamo parlati, gli ho chiesto di non andare a sposarsi ma di provare a stare con me, mi ha risposto che, oltre al fatto che non vuole far star male il mio compagno, non può adesso annullare tutto. Nel dirmelo flirtava e io, pur sentendo parole amare, ero felice.
Come uscire da una cosa simile? Mi sento alla deriva.
Eppure, da un anno e mezzo ho avviato una relazione con un mio dipendente, di nazionalità straniera, che all'inizio ho cercato di respingere con tutta me stessa, attaccandomi con le unghie e con i denti alle promesse fatte al mio compagno, poi ho dovuto assecondare perché l'attrazione fisica era alle stelle e nei momenti in cui ci trovavamo da soli diventava una forza irresistibile da contrastare.
Nata, quindi, come un'attrazione meramente fisica, alla fine la cosa per me è diventata amore, al punto che sarei disposta a buttare tutta la mia vita all'aria per provare a dare una chance a questa cosa, pur essendo consapevole che sarebbe difficile avere una relazione con questa persona perchè le differenze culturali sono importanti. Purtroppo lui non vuole che io faccia quel che ho in mente (dice per non dare un dispiacere al mio compagno che, insieme a me, è il suo capo) e, per assecondare le richieste della famiglia e, al contempo, provare ad allontanarsi da me, ha deciso di andare al suo paese di origine e sposarsi (con una donna che conoscerà il giorno del matrimonio, come da usanza del suo paese).
Da quando me l'ha annunciato e, anzi, già da prima (da quando cioè gli ho detto che avrei voluto provare a stare con lui e lui mi ha respinta) abbiamo provato a stare lontani ma, nonostante i buoni propositi e gli sforzi, siamo ancora finiti a letto insieme e, anche durante le giornate di lavoro, le attenzioni l'uno per l'altra non sono calate. Qualche giorno fa, cercando una fotografia di lavoro sul suo cellulare, ho visto la fotografia delle partecipazioni di matrimonio che la sua famiglia gli ha mandato e sono crollata.
Gli ho dato dei giorni di vacanza per non vederlo e piangere tutto il giorno, poi gli ho chiesto di andare e non tornare. Lui non vuole, in quanto lavorare nella mia azienda rappresenta per lui una possibilità enorme, che non si presenterà nuovamente nella sua vita. Oggi ci siamo parlati, gli ho chiesto di non andare a sposarsi ma di provare a stare con me, mi ha risposto che, oltre al fatto che non vuole far star male il mio compagno, non può adesso annullare tutto. Nel dirmelo flirtava e io, pur sentendo parole amare, ero felice.
Come uscire da una cosa simile? Mi sento alla deriva.
Gentile,
quanta lucidità e quanta confusione insieme nelle sue parole, come se la mente vedesse chiaramente ciò che il cuore non riesce ancora a seguire.
Mi chiedo: sta cercando di capire come uscirne, o perché non riesce a farlo, nonostante tutto?
Forse la direzione non è “via da lui”, ma “più vicino a sé”.
Se vuole, possiamo cominciare da lì.
Mi contatti pure.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
quanta lucidità e quanta confusione insieme nelle sue parole, come se la mente vedesse chiaramente ciò che il cuore non riesce ancora a seguire.
Mi chiedo: sta cercando di capire come uscirne, o perché non riesce a farlo, nonostante tutto?
Forse la direzione non è “via da lui”, ma “più vicino a sé”.
Se vuole, possiamo cominciare da lì.
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Dr. Giorgio De Giorgi
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Buonasera cara, capisco il tuo smarrimento dato che ti trovi in una situazione complessa, dove le scelte che hai di fronte sono tutte dolorose. Ma proprio per questo è necessario fare chiarezza.
Partiamo da un punto fondamentale: quello che stai vivendo con questo uomo è un intreccio intenso e confuso tra attrazione fisica, trasgressione, dinamiche di potere e bisogni affettivi insoddisfatti che probabilmente esistevano già prima che lui entrasse nella tua vita. L'amore sano non ti fa sentire "alla deriva", non ti mette nella posizione di supplicare qualcuno di sceglierti mentre lui flirta con te e contemporaneamente organizza il suo matrimonio con un'altra persona.
Lui ti sta dicendo chiaramente chi è e cosa vuole: vuole mantenere il lavoro, vuole seguire le aspettative della sua famiglia, vuole sposarsi. E nel frattempo continua a tenerti emotivamente e fisicamente legata a lui. Questo non è rispetto, né verso di te né verso il tuo compagno, e nemmeno verso la donna che sposerà. È una gestione opportunistica della situazione che gli permette di avere tutto senza rinunciare a nulla, mentre tu sei quella che paga il prezzo più alto in termini emotivi.
Quando dici che saresti "disposta a buttare tutta la tua vita all'aria" per lui, fermati un attimo a riflettere. Che vita butteresti? Una casa costruita insieme, progetti lavorativi che funzionano, otto anni con un uomo che definisci "bravo". E per cosa? Per un uomo che non ti sceglie, che dice di non voler far star male il tuo compagno (mentre sta con te alle sue spalle) e che ti tiene in un limbo mentre organizza la propria vita altrove. Questo non è un grande amore romantico: è autosabotaggio.
C'è anche una questione etica e professionale che non può essere ignorata: lui è tuo dipendente. Questa relazione avviene in un contesto di asimmetria di potere che complica ulteriormente tutto. Lui stesso lo sa bene, tanto che non vuole lasciare l'azienda perché rappresenta "una possibilità enorme". Questo significa che la relazione lavorativa ed economica conta per lui più della relazione sentimentale con te, e questo dovrebbe dirti molto.
Il vero lavoro da fare qui non è capire come "uscire da questa cosa", ma comprendere PERCHE' ci sei entrata. Cosa mancava nella tua relazione con il tuo compagno? Quale parte di te si è sentita finalmente vista, desiderata, viva attraverso questa storia clandestina? Quali bisogni profondi stai cercando di soddisfare in questo modo così distruttivo? Queste sono le domande che meritano attenzione, non se lui andrà o meno a sposarsi.
Hai bisogno di un percorso individuale urgente per fare chiarezza dentro di te. Con il Voice Dialogue potremmo esplorare le tue parti in conflitto: quella che vuole sicurezza e stabilità, quella che cerca passione e trasgressione, quella che si sente intrappolata nella vita perfetta, quella che ha paura di perdere tutto. Capire quale voce sta guidando le tue scelte ti aiuterà a riprendere il controllo della tua vita.
Nel frattempo, devi prendere una decisione netta rispetto a questa relazione con il tuo dipendente: va interrotta definitivamente, sia per la tua salute emotiva sia per questioni professionali ed etiche. Se lui non se ne va, dovrai essere tu a stabilire confini chiari e invalicabili. Parallelamente, dovrai affrontare la tua relazione di coppia con onestà: decidere se investire nel recupero di quella relazione o chiuderla, ma non puoi continuare a vivere in questa doppiezza ( scusa se sono così dura, ma credo sia importante essere chiari).
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Partiamo da un punto fondamentale: quello che stai vivendo con questo uomo è un intreccio intenso e confuso tra attrazione fisica, trasgressione, dinamiche di potere e bisogni affettivi insoddisfatti che probabilmente esistevano già prima che lui entrasse nella tua vita. L'amore sano non ti fa sentire "alla deriva", non ti mette nella posizione di supplicare qualcuno di sceglierti mentre lui flirta con te e contemporaneamente organizza il suo matrimonio con un'altra persona.
Lui ti sta dicendo chiaramente chi è e cosa vuole: vuole mantenere il lavoro, vuole seguire le aspettative della sua famiglia, vuole sposarsi. E nel frattempo continua a tenerti emotivamente e fisicamente legata a lui. Questo non è rispetto, né verso di te né verso il tuo compagno, e nemmeno verso la donna che sposerà. È una gestione opportunistica della situazione che gli permette di avere tutto senza rinunciare a nulla, mentre tu sei quella che paga il prezzo più alto in termini emotivi.
Quando dici che saresti "disposta a buttare tutta la tua vita all'aria" per lui, fermati un attimo a riflettere. Che vita butteresti? Una casa costruita insieme, progetti lavorativi che funzionano, otto anni con un uomo che definisci "bravo". E per cosa? Per un uomo che non ti sceglie, che dice di non voler far star male il tuo compagno (mentre sta con te alle sue spalle) e che ti tiene in un limbo mentre organizza la propria vita altrove. Questo non è un grande amore romantico: è autosabotaggio.
C'è anche una questione etica e professionale che non può essere ignorata: lui è tuo dipendente. Questa relazione avviene in un contesto di asimmetria di potere che complica ulteriormente tutto. Lui stesso lo sa bene, tanto che non vuole lasciare l'azienda perché rappresenta "una possibilità enorme". Questo significa che la relazione lavorativa ed economica conta per lui più della relazione sentimentale con te, e questo dovrebbe dirti molto.
Il vero lavoro da fare qui non è capire come "uscire da questa cosa", ma comprendere PERCHE' ci sei entrata. Cosa mancava nella tua relazione con il tuo compagno? Quale parte di te si è sentita finalmente vista, desiderata, viva attraverso questa storia clandestina? Quali bisogni profondi stai cercando di soddisfare in questo modo così distruttivo? Queste sono le domande che meritano attenzione, non se lui andrà o meno a sposarsi.
Hai bisogno di un percorso individuale urgente per fare chiarezza dentro di te. Con il Voice Dialogue potremmo esplorare le tue parti in conflitto: quella che vuole sicurezza e stabilità, quella che cerca passione e trasgressione, quella che si sente intrappolata nella vita perfetta, quella che ha paura di perdere tutto. Capire quale voce sta guidando le tue scelte ti aiuterà a riprendere il controllo della tua vita.
Nel frattempo, devi prendere una decisione netta rispetto a questa relazione con il tuo dipendente: va interrotta definitivamente, sia per la tua salute emotiva sia per questioni professionali ed etiche. Se lui non se ne va, dovrai essere tu a stabilire confini chiari e invalicabili. Parallelamente, dovrai affrontare la tua relazione di coppia con onestà: decidere se investire nel recupero di quella relazione o chiuderla, ma non puoi continuare a vivere in questa doppiezza ( scusa se sono così dura, ma credo sia importante essere chiari).
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Gentile Anonimo,
quello che descrive è un momento di forte confusione emotiva, in cui desiderio, senso di colpa e bisogno di autenticità si intrecciano. A volte, relazioni come questa portano alla luce bisogni interiori non riconosciuti, più che un vero desiderio di cambiare vita.
Prima di prendere decisioni drastiche, può essere utile fermarsi e comprendere cosa questa esperienza le sta mostrando di Sè stessa e del suo rapporto attuale.
Un percorso psicologico insieme potrebbe offrirle uno spazio sicuro in cui potersi ascoltare con sincerità, distinguere tra impulso e bisogno autentico, e accompagnarla verso una direzione più consapevole e in sintonia con ciò che è e desidera oggi.
Un caro saluto
Giulia Masin
quello che descrive è un momento di forte confusione emotiva, in cui desiderio, senso di colpa e bisogno di autenticità si intrecciano. A volte, relazioni come questa portano alla luce bisogni interiori non riconosciuti, più che un vero desiderio di cambiare vita.
Prima di prendere decisioni drastiche, può essere utile fermarsi e comprendere cosa questa esperienza le sta mostrando di Sè stessa e del suo rapporto attuale.
Un percorso psicologico insieme potrebbe offrirle uno spazio sicuro in cui potersi ascoltare con sincerità, distinguere tra impulso e bisogno autentico, e accompagnarla verso una direzione più consapevole e in sintonia con ciò che è e desidera oggi.
Un caro saluto
Giulia Masin
Buonasera credo che nella situazione che lei ha raccontato occorra che si prenda un pò di tempo per cercare di fare chiarezza. La persona con la quale ha iniziato la storia pare non essere deciso ad iniziare una relazione seria ed "alla luce del sole", adducendo diverse motivazioni ma sopratutto accettando di sposare un'altra donna.
In tutta questa situazione il suo compagno non si è accorto di niente?
Si prenda del tempo per capire la vera natura dei sentimenti che prova per il suo compagno e quelli che prova per l'altro uomo, che forse pare essere più interessato al posto di lavoro, che ricambiare i sentimenti che lei pensa di provare.
In tutta questa situazione il suo compagno non si è accorto di niente?
Si prenda del tempo per capire la vera natura dei sentimenti che prova per il suo compagno e quelli che prova per l'altro uomo, che forse pare essere più interessato al posto di lavoro, che ricambiare i sentimenti che lei pensa di provare.
Buonasera, mi scuso in anticipo se non sarò estremamente utile ma credo che ci siano troppi fattori eventualmente da valutare e affrontare per dirle effettivamente cosa sta accadendo. Un lavoro profondo e di consapevolezza sarebbe di aiuto e potrebbe darle le risposte che cerca, d'altra parte c'è comunque da considerare anche l'altra persona e il suo volere. Rispettando la sua persona mi sento solo di porle qualche domanda a cui può provare a rispondere internamente in modo da avere leggermente più chiara la situazione. "Questa persona cosa le dà di diverso o di più del suo attuale compagno?"; "Cosa accadrebbe se lasciasse lui e iniziasse una relazione con l'altra persona? come cambierebbe a tutti gli effetti la sua vita lavorativa, privata, famigliare etc?"; "Quali bisogni sente soddisfatti con una e l'altra persona?"; "Sente monotonia nella vita e brivido nel nuovo? " "Chi è più vicino a lei a livello di valori? quali caratteristiche personologiche apprezza di più nell'una e nell'altra persona?"
Spero di averle dato qualche spunto senza pretendere che si possa risolvere in così poco. Rimango comunque a disposizione qualora volesse approfondire a colloquio la questione.
Dott.ssa Casumaro Giada
Spero di averle dato qualche spunto senza pretendere che si possa risolvere in così poco. Rimango comunque a disposizione qualora volesse approfondire a colloquio la questione.
Dott.ssa Casumaro Giada
Carissima Utente. La situazione che descrive è davvero molto delicata ed emotivamente calda. Il primo aspetto su cui presterei attenzione è la 'vita perfetta' che ha costruito con il suo compagno. Immagino la soddisfazione nel fare insieme molti progetti ed essere riusciti a realizzarli. La seconda situazione invece descrive una vera e propria passione, un' attrazione molto importante. E' indispensabile identificare cosa accende questa passione, il significato profondo, i punti di forza e le esperienze del passato che richiama. Cosa la rende speciale nel rapporto con questo uomo? Cosa la fa sentire viva? Il fatto che lui voglia chiudere la relazione senza esplicitare il vissuto connesso e scegliendo di aderire a convinzioni morali piuttosto che al sentito rende ancora piu' arduo capire cosa sta accadendo realmente tra voi due. Il consiglio che le do è ovviamente prendersi cura di questa dimensione emozionale, per chiarire gli affetti sottostanti e cosa c'è di insoddisfacente nella relazione attuale con il suo compagno ufficiale. Diventa indispensabile lasciarsi sostenere per comprendere e rielaborare la decisione dell'uomo straniero che intende sposare un'altra donna, che ancora non conosce. Per superare la cosa è dunque importante accettare le proprie emozioni senza soffocare il dolore. Chiedere aiuto ad amici fidati e professionisti puo' aiutarla a trovare l'equilibrio. In bocca al lupo, Cordiali saluti
salve, forse in quel momento con il suo ragazzo di 8 anni non ha ricevuto il bisogno che aveva e così l'ha ricercato altrove, comunica il tuo bisogno grazie
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una situazione così complessa e dolorosa. Si percepisce chiaramente quanto lei stia vivendo un profondo conflitto interiore, dove da una parte ci sono la stabilità, la progettualità e l’affetto costruiti nel tempo con il suo compagno, e dall’altra un coinvolgimento emotivo e fisico intenso che l’ha travolta e che sembra difficile da gestire. Trovarsi tra due legami di questo tipo genera inevitabilmente confusione, senso di colpa, desiderio, paura di perdere e insieme bisogno di chiarezza. Quando parla di “caos mentale” descrive bene ciò che accade quando emozioni contrastanti cercano di convivere nello stesso spazio: il desiderio di seguire ciò che si sente autentico si scontra con il timore di ferire chi le è accanto e con la perdita di punti di riferimento costruiti nel tempo. In questi momenti la mente tende a oscillare, a cercare una via d’uscita immediata, ma spesso ciò che serve davvero non è decidere in fretta, bensì concedersi il tempo per comprendere che cosa rappresentino per lei queste due relazioni. Da come ne parla, la relazione extraconiugale ha acceso parti di sé che forse da tempo erano rimaste in ombra: la passione, la vitalità, il sentirsi vista e desiderata in un modo nuovo. Queste esperienze possono essere molto potenti, al punto da farle sembrare l’unica fonte possibile di autenticità. Tuttavia, proprio perché così intense, rischiano di oscurare la possibilità di capire cosa davvero sta cercando: se un nuovo amore o il bisogno di ritrovare qualcosa di sé. È importante permettersi di guardare alla situazione non solo come a un tradimento o a un errore, ma come a un segnale che qualcosa dentro di lei sta chiedendo attenzione. Comprendere questo non significa giustificare ciò che accade, ma darle la possibilità di leggere con più chiarezza le sue emozioni, di capire che cosa le manca, che cosa desidera, e quale tipo di vita sente più in linea con i propri valori. La scelta di interrompere i contatti con quest’uomo, seppur dolorosa, sembra un tentativo di proteggersi e di recuperare un po’ di spazio per sé. È comprensibile che ogni piccolo segnale da parte sua riaccenda speranze o emozioni forti: significa che il legame è stato reale e significativo. Ma è proprio in questa fase che diventa utile prendersi cura di sé in modo più consapevole, ritrovando equilibrio e lucidità, magari attraverso un percorso di riflessione personale o un sostegno psicologico che la aiuti a mettere ordine nei pensieri e nei sentimenti. Non esiste una risposta giusta o immediata a ciò che sta vivendo, ma c’è sempre la possibilità di comprendere meglio cosa le serve per sentirsi intera e coerente con sé stessa, senza lasciarsi definire solo da quello che è accaduto. La chiarezza arriverà passo dopo passo, nel momento in cui si darà il permesso di ascoltarsi davvero. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissima,
sento in quello che descrive un vissuto umano molto complesso, in cui convivono insieme amore, desiderio, senso di colpa e paura. Non è raro che, proprio quando la vita sembra “apparentemente perfetta”, emergano dentro di noi bisogni e parti che da tempo non trovavano spazio per esprimersi. A volte succede che proprio questi lati contrastanti emergano perchè abbiamo una stabilità alle spalle che ci dà una base di appoggio, quindi possiamo ascoltare queste difficoltà senza cadere nella disperazione. Infatti ha costruito con il suo compagno una vita solida e coerente con i propri valori e con ciò che è socialmente riconosciuto come “giusto”. D'altra parte, ha trovato in questa inaspettata relazione un canale di vitalità, di passione e di riconoscimento profondo, che forse per troppo tempo era rimasto inascoltato. È possibile che il conflitto che oggi sente nasca proprio da questa frattura interna: due parti di sé stanno cercando di esistere, ma non trovano ancora un modo armonico per convivere. È importante sottolineare che ciò che sta vivendo non la definisce come persona “sbagliata”. Al contrario, racconta di un movimento interno che chiede di essere ascoltato: un bisogno di autenticità, di libertà, forse anche di conferma di sé. La relazione con quest’uomo potrebbe aver avuto, oltre alla dimensione affettiva, anche un valore simbolico: ha fatto entrare in scena e dato voce a una parte di sé più spontanea, istintiva, meno vincolata ai doveri e alle aspettative. Allo stesso modo, il dolore che sente ora, quel senso di caos e di deriva, nasce anche dal confronto con la realtà: da una parte un legame che l’ha fatta sentire viva ma che non trova spazio concreto, dall’altra una relazione stabile che ora appare spenta o distante dal suo sentire. Questo doppio legame può generare una sorta di “paralisi emotiva”, in cui ogni scelta sembra far male a qualcuno, compresa sé stessa. In questo quadro, anche il comportamento dell’uomo di cui è innamorata contribuisce a mantenerla in una condizione di ambiguità e confusione: dice di non volere nulla, ma continua a cercarla; ha deciso di sposarsi, ma al tempo stesso mantiene con lei un legame fisico ed emotivo. Questi messaggi contraddittori alimentano la speranza e, insieme, il dolore. Per questo credo sia importante che sia lei, ora, a mettere confini chiari e coerenti, sia a parole che nei comportamenti. La aiuteranno a proteggersi e ritrovare una posizione interna stabile, che non dipenda dalle oscillazioni dell’altro. Il lavoro interiore non riguarda tanto la scelta fra l'una o l'altra persona, quanto la possibilità di integrare in sé il desiderio e la responsabilità, la libertà e la coerenza, senza che l’una escluda per forza l’altra. È un cammino di riconciliazione, non di colpa. Infine, il bisogno di “uscire da una cosa simile” è comprensibile, ma a volte non si esce immediatamente: si attraversa. E attraversare significa concedersi il tempo di sentire il dolore, di capire che funzione ha avuto tutto questo nella propria storia, e di imparare a riconoscere le proprie fragilità come parti vive e preziose, non come fallimenti. Ciò che sta vivendo, per quanto doloroso, può diventare un’occasione per conoscersi in profondità e per costruire o ricostruire relazioni future più autentiche, fondate su un desiderio consapevole e reciproco.
Un caro saluto.
Dott. Nardi Massimiliano
sento in quello che descrive un vissuto umano molto complesso, in cui convivono insieme amore, desiderio, senso di colpa e paura. Non è raro che, proprio quando la vita sembra “apparentemente perfetta”, emergano dentro di noi bisogni e parti che da tempo non trovavano spazio per esprimersi. A volte succede che proprio questi lati contrastanti emergano perchè abbiamo una stabilità alle spalle che ci dà una base di appoggio, quindi possiamo ascoltare queste difficoltà senza cadere nella disperazione. Infatti ha costruito con il suo compagno una vita solida e coerente con i propri valori e con ciò che è socialmente riconosciuto come “giusto”. D'altra parte, ha trovato in questa inaspettata relazione un canale di vitalità, di passione e di riconoscimento profondo, che forse per troppo tempo era rimasto inascoltato. È possibile che il conflitto che oggi sente nasca proprio da questa frattura interna: due parti di sé stanno cercando di esistere, ma non trovano ancora un modo armonico per convivere. È importante sottolineare che ciò che sta vivendo non la definisce come persona “sbagliata”. Al contrario, racconta di un movimento interno che chiede di essere ascoltato: un bisogno di autenticità, di libertà, forse anche di conferma di sé. La relazione con quest’uomo potrebbe aver avuto, oltre alla dimensione affettiva, anche un valore simbolico: ha fatto entrare in scena e dato voce a una parte di sé più spontanea, istintiva, meno vincolata ai doveri e alle aspettative. Allo stesso modo, il dolore che sente ora, quel senso di caos e di deriva, nasce anche dal confronto con la realtà: da una parte un legame che l’ha fatta sentire viva ma che non trova spazio concreto, dall’altra una relazione stabile che ora appare spenta o distante dal suo sentire. Questo doppio legame può generare una sorta di “paralisi emotiva”, in cui ogni scelta sembra far male a qualcuno, compresa sé stessa. In questo quadro, anche il comportamento dell’uomo di cui è innamorata contribuisce a mantenerla in una condizione di ambiguità e confusione: dice di non volere nulla, ma continua a cercarla; ha deciso di sposarsi, ma al tempo stesso mantiene con lei un legame fisico ed emotivo. Questi messaggi contraddittori alimentano la speranza e, insieme, il dolore. Per questo credo sia importante che sia lei, ora, a mettere confini chiari e coerenti, sia a parole che nei comportamenti. La aiuteranno a proteggersi e ritrovare una posizione interna stabile, che non dipenda dalle oscillazioni dell’altro. Il lavoro interiore non riguarda tanto la scelta fra l'una o l'altra persona, quanto la possibilità di integrare in sé il desiderio e la responsabilità, la libertà e la coerenza, senza che l’una escluda per forza l’altra. È un cammino di riconciliazione, non di colpa. Infine, il bisogno di “uscire da una cosa simile” è comprensibile, ma a volte non si esce immediatamente: si attraversa. E attraversare significa concedersi il tempo di sentire il dolore, di capire che funzione ha avuto tutto questo nella propria storia, e di imparare a riconoscere le proprie fragilità come parti vive e preziose, non come fallimenti. Ciò che sta vivendo, per quanto doloroso, può diventare un’occasione per conoscersi in profondità e per costruire o ricostruire relazioni future più autentiche, fondate su un desiderio consapevole e reciproco.
Un caro saluto.
Dott. Nardi Massimiliano
Gent.ma utente,
grazie per aver condiviso questi eventi della sua vita così intimi. Non è facile sopportare il peso del non poter dire, del non poter esprimere liberamente ciò che si sente e ciò che si pensa. Un peso che si traduce in sofferenza, insoddisfazione e frustrazione.
Non posso indicarle qual è la scelta migliore da fare, non sarebbe etico. Come spesso capita nei dilemmi esistenziali, non ci sono scelte giuste e, soprattutto, non ci sono scelte che non hanno conseguenze rilevanti nella propria vita e in quella degli altri.
Il consiglio è di mettersi nella condizione di decidere secondo i valori più profondi in cui lei crede: i valori identificano chi siamo e chi vogliamo essere nel mondo, come possiamo trovare felicità e soddisfazione migliorando la vita di chi è intorno a noi. I valori tengono anche conto dei bisogni personali e dei sentimenti, ma fissano dei limiti entro cui agire senza che l'interesse personale valichi i confini della libertà di pensiero e di azione delle altre persone. Qualsiasi decisione prenderà per gestire questa delicatissima situazione, dovrà rispettare quest'ordine valoriale, così da non portare a rimpianti successivi, a sensi di colpa, a perdita della coerenza interiore.
L'amore si manifesta nella vita delle persone in modi variegati e imprevedibili, spesso nei momenti più complessi. A volte, ci fa risorgere dalla disperazione, altre volte ci getta nel caos, ci destabilizza fino a mettere in discussione tutto, come nel suo caso. Ma l'amore è anche un sentimento che non deve rimanere sulla superficie delle sensazioni e del coinvolgimento emotivo, deve scavare dentro e costruire fondamenta concrete per alimentarlo anche in seguito, quando insieme si deve affrontare il vortice impetuoso degli eventi della vita.
E l'amore è anche una questione di tempismo: due persone che si trovano e si amano, ma si trovano su due traiettorie di vita completamente diverse, che hanno vissuto esperienze differenti o provengono da ambienti culturali lontani. Quelle traiettorie si avvicinano per un tempo che ci illude per periodi brevi, ma poi tornano ad allontanarsi inevitabilmente. A volte si riesce a cambiare una delle due traiettorie per farla coincidere all'altra, ma a che costo? con quali immenso sforzo? con quanti compromessi?
Si dice "al cuor non si comanda", è giusto ascoltarlo ma non è giusto esserne schiavi.
Le auguro di prendere la decisione migliore per la sua felicità.
Rimango a disposizione per gestire psicologicamente questa situazione. Dott. Antonio Cortese
grazie per aver condiviso questi eventi della sua vita così intimi. Non è facile sopportare il peso del non poter dire, del non poter esprimere liberamente ciò che si sente e ciò che si pensa. Un peso che si traduce in sofferenza, insoddisfazione e frustrazione.
Non posso indicarle qual è la scelta migliore da fare, non sarebbe etico. Come spesso capita nei dilemmi esistenziali, non ci sono scelte giuste e, soprattutto, non ci sono scelte che non hanno conseguenze rilevanti nella propria vita e in quella degli altri.
Il consiglio è di mettersi nella condizione di decidere secondo i valori più profondi in cui lei crede: i valori identificano chi siamo e chi vogliamo essere nel mondo, come possiamo trovare felicità e soddisfazione migliorando la vita di chi è intorno a noi. I valori tengono anche conto dei bisogni personali e dei sentimenti, ma fissano dei limiti entro cui agire senza che l'interesse personale valichi i confini della libertà di pensiero e di azione delle altre persone. Qualsiasi decisione prenderà per gestire questa delicatissima situazione, dovrà rispettare quest'ordine valoriale, così da non portare a rimpianti successivi, a sensi di colpa, a perdita della coerenza interiore.
L'amore si manifesta nella vita delle persone in modi variegati e imprevedibili, spesso nei momenti più complessi. A volte, ci fa risorgere dalla disperazione, altre volte ci getta nel caos, ci destabilizza fino a mettere in discussione tutto, come nel suo caso. Ma l'amore è anche un sentimento che non deve rimanere sulla superficie delle sensazioni e del coinvolgimento emotivo, deve scavare dentro e costruire fondamenta concrete per alimentarlo anche in seguito, quando insieme si deve affrontare il vortice impetuoso degli eventi della vita.
E l'amore è anche una questione di tempismo: due persone che si trovano e si amano, ma si trovano su due traiettorie di vita completamente diverse, che hanno vissuto esperienze differenti o provengono da ambienti culturali lontani. Quelle traiettorie si avvicinano per un tempo che ci illude per periodi brevi, ma poi tornano ad allontanarsi inevitabilmente. A volte si riesce a cambiare una delle due traiettorie per farla coincidere all'altra, ma a che costo? con quali immenso sforzo? con quanti compromessi?
Si dice "al cuor non si comanda", è giusto ascoltarlo ma non è giusto esserne schiavi.
Le auguro di prendere la decisione migliore per la sua felicità.
Rimango a disposizione per gestire psicologicamente questa situazione. Dott. Antonio Cortese
Gentile utente,
quello che descrive è un vissuto emotivo di grande intensità e complessità. La sua storia mostra quanto possa essere difficile conciliare la razionalità con il mondo dei sentimenti, quando le emozioni travolgono le certezze costruite nel tempo. Anche quando una relazione ufficiale appare “perfetta” — stabile, coerente, piena di obiettivi condivisi — può accadere che un incontro imprevisto riapra parti di sé che sembravano sopite: il desiderio, la vitalità, la passione, il bisogno di sentirsi visti e scelti.
Queste esperienze non nascono per distruggere ciò che abbiamo costruito, ma spesso per segnalarci che dentro di noi qualcosa chiede ascolto. Tuttavia, quando la passione si intreccia con dinamiche lavorative, ruoli di responsabilità e sentimenti di colpa, il rischio è quello di restare imprigionati in un legame che, più che nutrire, consuma. La confusione che sente, il bisogno di chiudere ma allo stesso tempo l’impossibilità di farlo, sono segnali di un legame ambivalente, in cui emozione e dolore convivono.
In questo momento non è importante giudicare se ciò che prova sia “giusto” o “sbagliato”, ma capire cosa questa storia le sta comunicando di sé: quali bisogni, quali mancanze, quali aspetti del suo mondo interiore sta portando alla luce. Solo riconoscendo questo significato sarà possibile trovare una via d’uscita che non sia una fuga, ma una scelta consapevole e rispettosa di sé stessa.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a elaborare questo intreccio di emozioni, desiderio, senso di colpa e perdita, accompagnandola nel comprendere come trasformare il dolore in consapevolezza. A volte, le crisi più dolorose diventano occasioni di profonda crescita personale.
Resto a disposizione se desidera un sostegno in questo momento di grande confusione e vulnerabilità.
Un caro saluto,
Dott. Giuseppe Veneziano – Psicologo
quello che descrive è un vissuto emotivo di grande intensità e complessità. La sua storia mostra quanto possa essere difficile conciliare la razionalità con il mondo dei sentimenti, quando le emozioni travolgono le certezze costruite nel tempo. Anche quando una relazione ufficiale appare “perfetta” — stabile, coerente, piena di obiettivi condivisi — può accadere che un incontro imprevisto riapra parti di sé che sembravano sopite: il desiderio, la vitalità, la passione, il bisogno di sentirsi visti e scelti.
Queste esperienze non nascono per distruggere ciò che abbiamo costruito, ma spesso per segnalarci che dentro di noi qualcosa chiede ascolto. Tuttavia, quando la passione si intreccia con dinamiche lavorative, ruoli di responsabilità e sentimenti di colpa, il rischio è quello di restare imprigionati in un legame che, più che nutrire, consuma. La confusione che sente, il bisogno di chiudere ma allo stesso tempo l’impossibilità di farlo, sono segnali di un legame ambivalente, in cui emozione e dolore convivono.
In questo momento non è importante giudicare se ciò che prova sia “giusto” o “sbagliato”, ma capire cosa questa storia le sta comunicando di sé: quali bisogni, quali mancanze, quali aspetti del suo mondo interiore sta portando alla luce. Solo riconoscendo questo significato sarà possibile trovare una via d’uscita che non sia una fuga, ma una scelta consapevole e rispettosa di sé stessa.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a elaborare questo intreccio di emozioni, desiderio, senso di colpa e perdita, accompagnandola nel comprendere come trasformare il dolore in consapevolezza. A volte, le crisi più dolorose diventano occasioni di profonda crescita personale.
Resto a disposizione se desidera un sostegno in questo momento di grande confusione e vulnerabilità.
Un caro saluto,
Dott. Giuseppe Veneziano – Psicologo
Ciao,
la tua testimonianza è molto intensa e tocca un nodo profondo: quando ciò che viviamo dentro non corrisponde più all’immagine di “vita perfetta” che abbiamo costruito fuori. A volte l’amore o il desiderio arrivano come forze che ci sorprendono e mettono in crisi le certezze su cui avevamo fondato la nostra identità e le nostre scelte.
Ciò che descrivi sembra un conflitto tra la parte di te che vuole coerenza, stabilità e responsabilità, e quella che invece sente passione, vitalità e bisogno di autenticità. Entrambe sono vere, e cercare di zittirne una genera proprio quel senso di caos che racconti.
Non si tratta di “scegliere” in modo razionale, ma di comprendere che cosa rappresenta per te questa esperienza: cosa ti ha fatto scoprire di te stessa, di ciò che desideri, di ciò che forse mancava nella tua relazione o nel tuo modo di vivere.
A volte, prima ancora di decidere con chi stare, serve ritrovare un senso di contatto con se stessi, per non agire solo spinti dal dolore o dalla paura di perdere.
Un percorso psicologico può aiutarti a fare chiarezza, a riconoscere i tuoi bisogni reali e a capire come affrontare questa fase con rispetto per te e per gli altri coinvolti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa
la tua testimonianza è molto intensa e tocca un nodo profondo: quando ciò che viviamo dentro non corrisponde più all’immagine di “vita perfetta” che abbiamo costruito fuori. A volte l’amore o il desiderio arrivano come forze che ci sorprendono e mettono in crisi le certezze su cui avevamo fondato la nostra identità e le nostre scelte.
Ciò che descrivi sembra un conflitto tra la parte di te che vuole coerenza, stabilità e responsabilità, e quella che invece sente passione, vitalità e bisogno di autenticità. Entrambe sono vere, e cercare di zittirne una genera proprio quel senso di caos che racconti.
Non si tratta di “scegliere” in modo razionale, ma di comprendere che cosa rappresenta per te questa esperienza: cosa ti ha fatto scoprire di te stessa, di ciò che desideri, di ciò che forse mancava nella tua relazione o nel tuo modo di vivere.
A volte, prima ancora di decidere con chi stare, serve ritrovare un senso di contatto con se stessi, per non agire solo spinti dal dolore o dalla paura di perdere.
Un percorso psicologico può aiutarti a fare chiarezza, a riconoscere i tuoi bisogni reali e a capire come affrontare questa fase con rispetto per te e per gli altri coinvolti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa
Quello che stai vivendo è una situazione emotivamente complessa e molto intensa, dove convivono passioni, sensi di colpa, desideri contrastanti e bisogni profondi che faticano a trovare una direzione chiara. Non è raro che, anche in relazioni “apparentemente perfette”, emergano attrazioni o legami che scuotono le fondamenta di ciò che si è costruito: non perché manchi qualcosa di concreto, ma perché una parte più intima, spesso rimasta silenziosa, comincia a chiedere ascolto.
Nel tuo racconto si percepisce quanto questa relazione abbia acceso qualcosa di vitale in te — una forza, un desiderio, un senso di pienezza che forse da tempo non provavi. Allo stesso tempo, questa esperienza ha anche messo in luce quanto sia fragile l’equilibrio tra ciò che senti e ciò che sai essere giusto, tra ciò che desideri e ciò che rischieresti di perdere. Il dolore che provi ora non è solo per la sua scelta di sposarsi, ma anche per il senso di impotenza e la perdita di controllo su una storia che, pur nata in modo travolgente, non puoi più dirigere.
In questi momenti, la tentazione di “capire cosa fare” subito è fortissima, ma il passo più utile, ora, è fermarti a comprendere *cosa rappresenta per te questa relazione*: cosa ha risvegliato, cosa ti mancava, cosa ti ha fatto scoprire di te stessa. Solo da lì potrai capire se il desiderio di cambiare vita nasce da un bisogno reale di autenticità o da una ferita, da una mancanza o da una spinta momentanea.
Lui, dal canto suo, sembra diviso tra l’attrazione e la necessità di rispettare i confini culturali, morali e pratici della sua vita: non è disposto a scegliere, e questo ti lascia in una posizione di sospensione che logora. Per quanto possa essere doloroso, accettare che questa persona non è disponibile a costruire un futuro con te è il primo passo per iniziare a liberarti da un legame che oggi ti tiene prigioniera più del tuo stesso compagno.
Non si tratta di “dimenticare” o “andare avanti” in fretta, ma di riappropriarti della tua vita, dei tuoi bisogni e del tuo diritto di scegliere la serenità — non quella apparente, ma quella che nasce da una consapevolezza profonda di te stessa. Potrebbe esserti molto utile un percorso psicologico personale, non per “toglierti” il sentimento, ma per aiutarti a leggerlo, a comprendere il suo senso nella tua storia e a capire cosa vuoi davvero costruire, a prescindere da lui e da chiunque altro.
Nel tuo racconto si percepisce quanto questa relazione abbia acceso qualcosa di vitale in te — una forza, un desiderio, un senso di pienezza che forse da tempo non provavi. Allo stesso tempo, questa esperienza ha anche messo in luce quanto sia fragile l’equilibrio tra ciò che senti e ciò che sai essere giusto, tra ciò che desideri e ciò che rischieresti di perdere. Il dolore che provi ora non è solo per la sua scelta di sposarsi, ma anche per il senso di impotenza e la perdita di controllo su una storia che, pur nata in modo travolgente, non puoi più dirigere.
In questi momenti, la tentazione di “capire cosa fare” subito è fortissima, ma il passo più utile, ora, è fermarti a comprendere *cosa rappresenta per te questa relazione*: cosa ha risvegliato, cosa ti mancava, cosa ti ha fatto scoprire di te stessa. Solo da lì potrai capire se il desiderio di cambiare vita nasce da un bisogno reale di autenticità o da una ferita, da una mancanza o da una spinta momentanea.
Lui, dal canto suo, sembra diviso tra l’attrazione e la necessità di rispettare i confini culturali, morali e pratici della sua vita: non è disposto a scegliere, e questo ti lascia in una posizione di sospensione che logora. Per quanto possa essere doloroso, accettare che questa persona non è disponibile a costruire un futuro con te è il primo passo per iniziare a liberarti da un legame che oggi ti tiene prigioniera più del tuo stesso compagno.
Non si tratta di “dimenticare” o “andare avanti” in fretta, ma di riappropriarti della tua vita, dei tuoi bisogni e del tuo diritto di scegliere la serenità — non quella apparente, ma quella che nasce da una consapevolezza profonda di te stessa. Potrebbe esserti molto utile un percorso psicologico personale, non per “toglierti” il sentimento, ma per aiutarti a leggerlo, a comprendere il suo senso nella tua storia e a capire cosa vuoi davvero costruire, a prescindere da lui e da chiunque altro.
Buongiorno. Questa è una situazione molto complessa è delicata. Mi sentirei di dirle che è necessario che lei pensi al suo benessere. Se sente di non amare più il suo compagno glielo dica esplicitamente perché ne ha tutto il diritto dal momento che lo descrive come un brav'uomo. In secondo luogo c'è una domanda di cui lei saprà sicuramente la risposta ed è questa: "Lei ama sé stessa?" Se la risposta è affermativa si domandi il perché continua a farsi del male. Lei merita il male o il bene? Dentro di sé conosce la risposta. In caso sente anche solo un minimo di amor proprio si allontanerà dalla persona che oggi dice di amare e si concentrerà su sé stessa, sulle sue passioni, sulla sua professione. Il cambiamento radicale fa tanta paura ma serve per andare avanti, per la guarigione interiore che richiede moltissimo tempo ma ne varrà la pena. Lei deve pensare che VALE ed è una persona che MERITA il MEGLIO dalla vita. L'aiuto che potrei darle è un sostegno psicologico. Lei ha bisogno di seguire un cammino STEP BY STEP per riprendersi ed io potrei aiutarla a trovare delle risorse che lei stessa possiede e fornirle gli strumenti per aiutarla a sentirsi meglio ed andare avanti. Se ha bisogno mi scriva così fissiamo un appuntamento conoscitivo. Rimango a sua disposizione e la saluto cordialmente.
Dottoressa Angela Atlante
Dottoressa Angela Atlante
Gentile.le utente, l’unica cosa che probabilmente potrebbe aiutarla in questo momento è provare a lavorare il tutto in terapia e tentare di capire cosa è successo a lei e alla sua vita, quali sono i meccanismi che la abitano e quali motivazioni l’hanno spinta in un verso o nell’altro. Se non si capisce dove si trova e cosa vuole davvero non saprà dove andare con il rischio di continuare a sentirsi in balia degli eventi.
Buonasera,
la ringrazio sinceramente per aver condiviso con tanta apertura e autenticità il suo vissuto — non è semplice esporsi su temi così delicati e intimi, e questo già dimostra una grande consapevolezza e bisogno di comprendersi a fondo.
Le sue parole restituiscono con chiarezza quanto stia vivendo un momento di forte confusione, dolore e conflitto interiore. Da un lato c’è la costruzione di una vita stabile, di una relazione di lunga durata e di progetti condivisi; dall’altro, un legame intenso, passionale, nato quasi per caso ma diventato per lei fonte di emozioni profonde e difficili da gestire. La sofferenza che prova è assolutamente comprensibile: si trova divisa tra due parti di sé, entrambe autentiche ma in contrasto.
È importante riconoscere, come già lei ha intuito, che al di là della complessità del rapporto con questa persona — che ha chiaramente espresso di non voler costruire con lei una relazione stabile — ciò che merita attenzione in questo momento è la relazione che ha da otto anni con il suo compagno.
Quando una persona si trova a vivere, per un periodo così lungo, una relazione parallela, spesso questo è un segnale che qualcosa, nel rapporto principale, ha smesso di nutrire, di risuonare, di far sentire vivi. Non si tratta necessariamente di colpe o mancanze, ma di un bisogno di rimettere a fuoco il proprio desiderio, i propri valori, e la qualità del legame che si vuole vivere oggi.
La decisione del suo amante di sposarsi e di non voler dare un seguito alla vostra storia è sicuramente dolorosa — e il suo dolore è legittimo. È normale provare smarrimento quando un sentimento, in cui si è investito tanto, non trova uno sbocco condiviso. Tuttavia, in questo momento, può essere utile accettare anche il limite che l’altro le ha posto: rispettare la sua scelta e, al contempo, rispettare il suo stesso vissuto emotivo, permettendosi di elaborare la perdita e di capire cosa rappresentava davvero per lei questo legame.
Le lascio alcune domande su cui riflettere:
– Nella relazione con il suo compagno, oggi, si sente ancora vista, desiderata, compresa?
– In che modo si sente appagata, e in cosa invece percepisce un vuoto?
– Questa relazione extraconiugale, per quanto intensa, è davvero amore — o è possibile che sia stata una risposta a un bisogno di sentirsi viva, scelta, desiderata?
– Come definirebbe lei l’amore, e cosa desidera realmente da un legame?
Spesso, l’attrazione fisica e la chimica che si crea con una persona possono attivare nel cervello un insieme di sensazioni potentissime — simili a una dipendenza da una sostanza — che confondono il confine tra desiderio e amore. Non significa che il sentimento non sia autentico, ma che va osservato con uno sguardo più ampio, tenendo conto del contesto, dei bisogni emotivi che soddisfa e di quelli che lascia inascoltati.
In questo momento, il lavoro più prezioso che può fare per sé è fermarsi, ascoltarsi e comprendere cosa desidera davvero, al di là di entrambi gli uomini coinvolti. Cosa la renderebbe serena, intera, coerente con sé stessa?
Se sente di aver bisogno di uno spazio di confronto più profondo, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a esplorare queste dinamiche emotive e relazionali con maggiore chiarezza e gentilezza verso sé stessa.
la ringrazio sinceramente per aver condiviso con tanta apertura e autenticità il suo vissuto — non è semplice esporsi su temi così delicati e intimi, e questo già dimostra una grande consapevolezza e bisogno di comprendersi a fondo.
Le sue parole restituiscono con chiarezza quanto stia vivendo un momento di forte confusione, dolore e conflitto interiore. Da un lato c’è la costruzione di una vita stabile, di una relazione di lunga durata e di progetti condivisi; dall’altro, un legame intenso, passionale, nato quasi per caso ma diventato per lei fonte di emozioni profonde e difficili da gestire. La sofferenza che prova è assolutamente comprensibile: si trova divisa tra due parti di sé, entrambe autentiche ma in contrasto.
È importante riconoscere, come già lei ha intuito, che al di là della complessità del rapporto con questa persona — che ha chiaramente espresso di non voler costruire con lei una relazione stabile — ciò che merita attenzione in questo momento è la relazione che ha da otto anni con il suo compagno.
Quando una persona si trova a vivere, per un periodo così lungo, una relazione parallela, spesso questo è un segnale che qualcosa, nel rapporto principale, ha smesso di nutrire, di risuonare, di far sentire vivi. Non si tratta necessariamente di colpe o mancanze, ma di un bisogno di rimettere a fuoco il proprio desiderio, i propri valori, e la qualità del legame che si vuole vivere oggi.
La decisione del suo amante di sposarsi e di non voler dare un seguito alla vostra storia è sicuramente dolorosa — e il suo dolore è legittimo. È normale provare smarrimento quando un sentimento, in cui si è investito tanto, non trova uno sbocco condiviso. Tuttavia, in questo momento, può essere utile accettare anche il limite che l’altro le ha posto: rispettare la sua scelta e, al contempo, rispettare il suo stesso vissuto emotivo, permettendosi di elaborare la perdita e di capire cosa rappresentava davvero per lei questo legame.
Le lascio alcune domande su cui riflettere:
– Nella relazione con il suo compagno, oggi, si sente ancora vista, desiderata, compresa?
– In che modo si sente appagata, e in cosa invece percepisce un vuoto?
– Questa relazione extraconiugale, per quanto intensa, è davvero amore — o è possibile che sia stata una risposta a un bisogno di sentirsi viva, scelta, desiderata?
– Come definirebbe lei l’amore, e cosa desidera realmente da un legame?
Spesso, l’attrazione fisica e la chimica che si crea con una persona possono attivare nel cervello un insieme di sensazioni potentissime — simili a una dipendenza da una sostanza — che confondono il confine tra desiderio e amore. Non significa che il sentimento non sia autentico, ma che va osservato con uno sguardo più ampio, tenendo conto del contesto, dei bisogni emotivi che soddisfa e di quelli che lascia inascoltati.
In questo momento, il lavoro più prezioso che può fare per sé è fermarsi, ascoltarsi e comprendere cosa desidera davvero, al di là di entrambi gli uomini coinvolti. Cosa la renderebbe serena, intera, coerente con sé stessa?
Se sente di aver bisogno di uno spazio di confronto più profondo, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a esplorare queste dinamiche emotive e relazionali con maggiore chiarezza e gentilezza verso sé stessa.
Buonasera,
la situazione che descrive è molto complessa e coinvolge dinamiche emotive, etiche e relazionali particolarmente delicate. È comprensibile sentirsi confusi e sopraffatti quando il cuore e la razionalità sembrano andare in direzioni opposte. In casi come questo, cercare di affrontare tutto da soli può risultare estremamente faticoso e rischioso, anche emotivamente.
Per questo motivo, è altamente consigliabile approfondire la questione con uno specialista in ambito psicologico o psicoterapeutico, che possa aiutarla a fare chiarezza sui propri sentimenti, valutare le possibili scelte e comprendere le conseguenze delle diverse strade che si potrebbero intraprendere. Un percorso di supporto professionale può essere utile anche per gestire l’ansia e il senso di colpa che spesso accompagnano situazioni così conflittuali.
Prendersi cura di sé e riflettere con una guida esperta è un passo importante per ritrovare equilibrio e serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrive è molto complessa e coinvolge dinamiche emotive, etiche e relazionali particolarmente delicate. È comprensibile sentirsi confusi e sopraffatti quando il cuore e la razionalità sembrano andare in direzioni opposte. In casi come questo, cercare di affrontare tutto da soli può risultare estremamente faticoso e rischioso, anche emotivamente.
Per questo motivo, è altamente consigliabile approfondire la questione con uno specialista in ambito psicologico o psicoterapeutico, che possa aiutarla a fare chiarezza sui propri sentimenti, valutare le possibili scelte e comprendere le conseguenze delle diverse strade che si potrebbero intraprendere. Un percorso di supporto professionale può essere utile anche per gestire l’ansia e il senso di colpa che spesso accompagnano situazioni così conflittuali.
Prendersi cura di sé e riflettere con una guida esperta è un passo importante per ritrovare equilibrio e serenità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
gentile sigra mi sembra che lei stia vivendo in uno stato di confusione sentimentale che meriterebbe una grande attenzione. A partire da una indagine sullo stato del suo rapporto con il compagno di 8 anni per capire cosa avete condiviso al di là di aspetti economici e lavorativi. Inoltre l attrazione fisica che la lega al suo collaboratore e altresì dipendente lo tiene in scacco, e lo costringe ad una scelta non libera di un suo progetto esistenziale. Questa sua attrazione per lui non tiene conto anche della sua cultura di appartenenza e condiziona pesantemente le sue scelte lavorative. Dovrebbe approfondire la qualità dei suoi sentimenti per entrambi gli uomini con cui condivide sfere diverse di appartenenza. E cercare di uscire da questo cappio soffocante che le impedisce di vivere una relazione meno appropriativa.
Carissima, mi sembra di leggere tra le tue parole una grande difficoltà a lasciar andare. forse è il momento giusto per affrontare un percorso di supporto psicologico che possa aiutarti a capire che strada vuoi prendere per trovare il tuo benessere. prova a pensarci. cordialità
Buongiorno, la sua sofferenza è profonda e tangibile, mi dispiace e le esprimo la mia vicinanza; credo sia opportuno rivolgersi ad un professionista ed avviare una consulenza psicologica finalizzata all'avvio di un percorso di psicoterapia; potrebbe aiutarla a mettere ordine nella sua vita e comprendere quali corde interne abbia toccato per lei questa vicenda. Resto a disposizione per qualsiasi necessità, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse necessario. Cordiali saluti. Dottor Massimo Montanaro
Buongiorno,
capisco il suo disagio: quando emerge un episodio di gelosia, anche in una relazione equilibrata, può lasciare confusione e amarezza.
Più che chiedersi chi abbia “ragione”, può essere utile parlarne con calma, spiegando il proprio punto di vista e ascoltando quello dell’altro.
A volte, chiarire questi momenti aiuta a rafforzare la fiducia e la comprensione reciproca.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
capisco il suo disagio: quando emerge un episodio di gelosia, anche in una relazione equilibrata, può lasciare confusione e amarezza.
Più che chiedersi chi abbia “ragione”, può essere utile parlarne con calma, spiegando il proprio punto di vista e ascoltando quello dell’altro.
A volte, chiarire questi momenti aiuta a rafforzare la fiducia e la comprensione reciproca.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Gentilissima,
Comprendo quanto la situazione che descrive possa essere complessa da gestire. Il suo vissuto del "sentirsi alla deriva" è una metafora che ritengo colga con precisione gli aspetti relazionali ed emotivi messi in gioco. Emerge chiaramente un forte conflitto, non solo tra diverse parti di sé, ma anche con una realtà esterna che percepisce come spiacevole e frustrante.
Proviamo a riepilogare gli elementi chiave della sua situazione, per come li ho compresi.
Lei descrive una vita "apparentemente perfetta" che è stata messa in crisi da un incontro e dalla conseguente infatuazione. Questo nuovo vissuto meriterebbe un approfondimento, per comprendere quali "leve" interiori abbia toccato (Ad esempio, sarebbe utile esplorare come fosse realmente la sua relazione coniugale prima di questo incontro: era davvero "perfetta" o erano già presenti delle incrinature o delle insoddisfazioni latenti?)
L'avvicinamento a questa persona ha innescato sensazioni che inizialmente ha identificato come una forte pulsione sessuale ed erotica, ma che col tempo si sono rivelate essere qualcosa di più profondo, con forti risvolti emotivi. Come lei stessa sottolinea, è arrivata al punto da essere "disposta a buttare tutta la mia vita all'aria per provare a dare una chance a questa cosa". La prospettiva di mettere in discussione parti importanti della propria vita (relazionale e lavorativa) per seguire questo desiderio ha naturalmente avviato una profonda rinegoziazione interna. Tuttavia, dopo questa rinegoziazione interna e questo intenso crescendo emotivo e affettivo, è sopraggiunta la disillusione: l'altra persona, pur apparendo attratta, ha preferito non rischiare.
Ora si trova in una posizione difficile: è quasi come se fosse rimasta "sola" con questa scelta. Ha ipoteticamente messo in discussione tutto (il suo rapporto attuale, gli equilibri lavorativi e personali) per qualcuno che, alla fine, non ha fatto lo stesso. Si trova quindi a gestire due fronti complessi: da un lato, un sentimento intenso per una relazione che non è mai sbocciata e che probabilmente non potrà farlo; dall'altro, una relazione coniugale che, dentro di sé, aveva forse già iniziato a lasciare andare dopo (o forse anche prima) l’avvicinamento con questo dipendente.
A complicare ulteriormente il tutto, c'è la necessità di continuare a collaborare con questa persona. Questo la costringe a "guardare" quotidianamente la ferita ancora aperta, rendendo il superamento del vissuto ancora più arduo.
Arriviamo quindi alla domanda concreta: Cosa fare? Come uscire da questa situazione?
Ritengo che un percorso psicologico possa offrirle un giovamento concreto. L'obiettivo non sarebbe tanto analizzare ciò che è accaduto all'esterno, quanto piuttosto fare chiarezza su ciò che questa situazione ha smosso dentro di lei.
Una volta raggiunta una consapevolezza più profonda e nitida delle componenti emotive e relazionali in gioco, potrà "negoziare" con sé stessa una soluzione. Questa potrebbe tradursi in un'accettazione consapevole della situazione, permettendole di proseguire nel suo percorso di vita, oppure in una totale rinegoziazione di quegli equilibri che questa vicenda ha messo fortemente in crisi.
Quello che posso dirle con certezza è che non esiste una risposta "giusta" o una soluzione immediata per questo tipo di vissuto. Affrontare tutto questo con un professionista potrà però aiutarla (riprendendo la sua metafora) a ritrovare una rotta, a dare significato al suo senso di smarrimento e a comprendere in che direzione vuole davvero andare.
Comprendo quanto la situazione che descrive possa essere complessa da gestire. Il suo vissuto del "sentirsi alla deriva" è una metafora che ritengo colga con precisione gli aspetti relazionali ed emotivi messi in gioco. Emerge chiaramente un forte conflitto, non solo tra diverse parti di sé, ma anche con una realtà esterna che percepisce come spiacevole e frustrante.
Proviamo a riepilogare gli elementi chiave della sua situazione, per come li ho compresi.
Lei descrive una vita "apparentemente perfetta" che è stata messa in crisi da un incontro e dalla conseguente infatuazione. Questo nuovo vissuto meriterebbe un approfondimento, per comprendere quali "leve" interiori abbia toccato (Ad esempio, sarebbe utile esplorare come fosse realmente la sua relazione coniugale prima di questo incontro: era davvero "perfetta" o erano già presenti delle incrinature o delle insoddisfazioni latenti?)
L'avvicinamento a questa persona ha innescato sensazioni che inizialmente ha identificato come una forte pulsione sessuale ed erotica, ma che col tempo si sono rivelate essere qualcosa di più profondo, con forti risvolti emotivi. Come lei stessa sottolinea, è arrivata al punto da essere "disposta a buttare tutta la mia vita all'aria per provare a dare una chance a questa cosa". La prospettiva di mettere in discussione parti importanti della propria vita (relazionale e lavorativa) per seguire questo desiderio ha naturalmente avviato una profonda rinegoziazione interna. Tuttavia, dopo questa rinegoziazione interna e questo intenso crescendo emotivo e affettivo, è sopraggiunta la disillusione: l'altra persona, pur apparendo attratta, ha preferito non rischiare.
Ora si trova in una posizione difficile: è quasi come se fosse rimasta "sola" con questa scelta. Ha ipoteticamente messo in discussione tutto (il suo rapporto attuale, gli equilibri lavorativi e personali) per qualcuno che, alla fine, non ha fatto lo stesso. Si trova quindi a gestire due fronti complessi: da un lato, un sentimento intenso per una relazione che non è mai sbocciata e che probabilmente non potrà farlo; dall'altro, una relazione coniugale che, dentro di sé, aveva forse già iniziato a lasciare andare dopo (o forse anche prima) l’avvicinamento con questo dipendente.
A complicare ulteriormente il tutto, c'è la necessità di continuare a collaborare con questa persona. Questo la costringe a "guardare" quotidianamente la ferita ancora aperta, rendendo il superamento del vissuto ancora più arduo.
Arriviamo quindi alla domanda concreta: Cosa fare? Come uscire da questa situazione?
Ritengo che un percorso psicologico possa offrirle un giovamento concreto. L'obiettivo non sarebbe tanto analizzare ciò che è accaduto all'esterno, quanto piuttosto fare chiarezza su ciò che questa situazione ha smosso dentro di lei.
Una volta raggiunta una consapevolezza più profonda e nitida delle componenti emotive e relazionali in gioco, potrà "negoziare" con sé stessa una soluzione. Questa potrebbe tradursi in un'accettazione consapevole della situazione, permettendole di proseguire nel suo percorso di vita, oppure in una totale rinegoziazione di quegli equilibri che questa vicenda ha messo fortemente in crisi.
Quello che posso dirle con certezza è che non esiste una risposta "giusta" o una soluzione immediata per questo tipo di vissuto. Affrontare tutto questo con un professionista potrà però aiutarla (riprendendo la sua metafora) a ritrovare una rotta, a dare significato al suo senso di smarrimento e a comprendere in che direzione vuole davvero andare.
Buonasera, grazie per aver condiviso una parte così intima della sua vita. Da ciò che racconta emerge una rete molto complessa di legami, desideri e responsabilità che oggi sembra aver perso equilibrio. Da una parte c’è la relazione stabile, costruita nel tempo, con basi solide e progetti condivisi; dall’altra, un incontro che ha riattivato qualcosa di vitale, intenso, difficilmente contenibile. Quando accade, è come se corpo e mente parlassero due linguaggi diversi: il primo segue l’istinto e il desiderio, il secondo cerca di restare coerente con la propria storia e con le promesse fatte.
Potremmo ipotizzare che lei si trovi al centro di due sistemi che si scontrano: quello “ufficiale”, fondato sull’impegno e sulla progettualità, e quello “ombra”, in cui si condensano passione, trasgressione e bisogno di sentirsi viva e vista in un modo nuovo. In questi casi non si tratta semplicemente di scegliere “con chi stare”, ma di comprendere quale parte di sé si è accesa in questa relazione parallela — cosa le ha permesso di sentire, e cosa invece si è assopito nella sua vita attuale.
L’altro uomo, a sua volta, sembra intrappolato tra vincoli culturali e un conflitto di lealtà (verso la famiglia, la sua cultura, ma anche verso lei e il suo compagno). È come se la sua ambiguità la tenesse legata: la respinge sul piano razionale, ma la mantiene viva sul piano emotivo. È come un doppio legame continuo, dove ogni parola genera insieme speranza e dolore.
Un punto di partenza potrebbe essere non quello di “decidere” o “troncare”, ma quello di riconoscere il senso profondo di ciò che sta vivendo: che bisogno le sta segnalando questa passione, quale parte di sé le chiede ascolto. Solo da lì potrà muoversi non più nel caos o nella colpa, ma nella consapevolezza.
Forse, più che “lasciare qualcuno”, si tratta di ritrovare se stessa in mezzo a due mondi che oggi si contendono la sua identità affettiva.
Potrebbe inoltre interrogarsi in merito alle dinamiche presenti nella sua relazione più storica quando ha iniziato ad accendersi questa seconda relazione.
Potremmo ipotizzare che lei si trovi al centro di due sistemi che si scontrano: quello “ufficiale”, fondato sull’impegno e sulla progettualità, e quello “ombra”, in cui si condensano passione, trasgressione e bisogno di sentirsi viva e vista in un modo nuovo. In questi casi non si tratta semplicemente di scegliere “con chi stare”, ma di comprendere quale parte di sé si è accesa in questa relazione parallela — cosa le ha permesso di sentire, e cosa invece si è assopito nella sua vita attuale.
L’altro uomo, a sua volta, sembra intrappolato tra vincoli culturali e un conflitto di lealtà (verso la famiglia, la sua cultura, ma anche verso lei e il suo compagno). È come se la sua ambiguità la tenesse legata: la respinge sul piano razionale, ma la mantiene viva sul piano emotivo. È come un doppio legame continuo, dove ogni parola genera insieme speranza e dolore.
Un punto di partenza potrebbe essere non quello di “decidere” o “troncare”, ma quello di riconoscere il senso profondo di ciò che sta vivendo: che bisogno le sta segnalando questa passione, quale parte di sé le chiede ascolto. Solo da lì potrà muoversi non più nel caos o nella colpa, ma nella consapevolezza.
Forse, più che “lasciare qualcuno”, si tratta di ritrovare se stessa in mezzo a due mondi che oggi si contendono la sua identità affettiva.
Potrebbe inoltre interrogarsi in merito alle dinamiche presenti nella sua relazione più storica quando ha iniziato ad accendersi questa seconda relazione.
Buongiorno, la situazione sembra molto complicata e intricata, per questo è impossibile rispondere alla sua domanda in maniera netta. In effetti non credo che nessun "suggerimento" potrebbe davvero aiutarla ed essere efficace. Credo che potrebbe giovane di un lavoro psicologico che la aiuti a fare un po' di ordine e chiarezza anche rispetto a cosa vede in quest'uomo e perché si senta così incastrata in una situazione dalla quale mi sembra non veda vie di uscita. Cordialmente, Dott.ssa Bonomi
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