Buona sera. Sono Natalia. Ho 44 anni. 9 anni fa ho avuto il distacco di placenta a 33 settimane. La

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Buona sera. Sono Natalia. Ho 44 anni. 9 anni fa ho avuto il distacco di placenta a 33 settimane. La mia quarta figlia nata con il Cesario di urgenza. È andata bene. Dopo due mese ho scoperto il tumore di pancreas. Sono stata operata e dinuovo andata bene (amartoma). 6 mesi dopo mancata la mia mamma. Un anno da dimenticare.... Durante questo periodo ho iniziato avere l attacchi di panico. Sempre più forti. Da l'inizio rifiutavo antidepressivi, ma dopo non riuscivo più a controllarli, andava fare la spesa e mi portavano via con l'ambulanza. Sono più o meno 3 anni che sto prendendo Daparox 20 mg. I attacchi sono spariti e dopo un'anno ho iniziato sospensione del farmaco sotto il controllo del medico. Molto lentamente. Appena sospeso tutto, arrivato.... Ho dinuovo ricominciato la cura. Ma nonostante di assunzioni regolare di farmaco, ogni tanto vengano i attacchi. Per un po di tempo stavo abbastanza bene, iniziato scalare dinuovo, ma sento leggeri giramenti di testa, il vuoto della memoria. Che di solito non sofro. Sono preoccupata... Riuscirò?
Non vorrei prendere Daparox per il resto della mia vita. Potete darmi un Consiglio?
P. S. Chiedo scusa per eventuali errori, sono russa di origine. Vivo in Italia da 15 anni.
Al momento le consiglio di riprendere il daparox almeno a 20 mg. Si può salire anche a 30, ma si faccia prima visitare. Esistono comumque anche tecniche di rilassamento e respirazioni facili da imparare per gestire questi attacchi. Quando si imparano queste tecniche poi si potrà pensare a sospendere terapia. Non prima. Saluti

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Salve Natalia. Guarire dagli attacchi di panico è possibile. Non hai mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia breve, da associare alla terapia farmacologica che stai facendo? La letteratura scientifica internazionale è d'accordo sulla maggior efficacia del trattamento abbinato. Parlane con lo specialista al quale ti sei affidata e soprattutto raccogli più informazioni possibili.
Buongiorno Natalia,mi spiace molto per quanto le è accaduto. Purtroppo molto spesso alla sospensione dei farmaci i sintomi tornano. Questo capita soprattutto perché non sono state affrontate le ragioni che hanno portato agli attacchi di panico, i meccanismi che lo scatenano, che li mantengono e soprattutto non hai appreso delle tecniche per poterli gestire e controllare. Ti consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo comportamentale, vedrai che riuscirai a trovare il modo di conoscerli e gestirli nel modo migliore. Se hai domande o curiosità scrivimi pure
Gentile Natalia,
ha fatto bene a chiedere consiglio. In effetti, da quel che ha scritto, non risulta che lei abbia mai intrapreso un percorso di psicoterapia in affiancamento a quello farmacologico.
Le consiglio di valutare uno specialista nella sua zona per valutare come funziona il suo problema, continuando la terapia farmacologica in accordo con il Medico curante o lo Psichiatra che la segue.
Potrà valutare, in accordo con gli specialisti, di sospendere la terapia o dismetterla del tutto nel momento in cui avrà stabili risultati con la Psicoterapia.
Nel caso di attacchi di panico, fermo restando la conferma della diagnosi, ci sono diversi approcci che in letteratura riportano percentuali di successo molto alte, tra cui la Terapia Breve Strategica e quella Cognitivo Comportamentale.
Dato il periodo, potrà inoltre trovare molti professionisti in grado di darle supporto anche attraverso modalità online, quindi a distanza.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e le faccio i migliori auguri.
Un cordiale saluto
Salve signora
ha avuto veramente un periodo difficile. Mi dispiace molto! occorre elaborare i vissuti di un periodo difficile e traumatico. Deve associare la cura farmacologica con una psicoterapia quindi rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Forza
Ciao Natalia! Riuscirai ne sono certa! C'è molta forza di volontà e voglia di cambiare, di migliorarsi. Potrebbe essere utile affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicoterapeutico. In questo modo riuscirai ad elaborare anche i vissuti psicologici sottostanti e trovare una nuova forma di benessere.
L’anno terribile in cui ha vissuto il distacco della placenta e la perdita di sua madre è stato sicuramente un anno di grande sofferenza e che meriterebbe uno spazio di ascolto e supporto. Per questo potrebbe essere di grande aiuto intraprendere un percorso psicoterapeutico in cui poter affrontare tutto il dolore provato e che possa integrare il trattamento farmacologico che sta seguendo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giulia Bigozzi
Gentile Utente, come le hanno già suggerito penso le possa essere d’aiuto affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia, che le permetterebbe di comprendere il perché si manifestino gli attacchi di panico, che lei ha già associato ad un periodo difficile della sua vita. Questo inoltre le permetterebbe anche di apprendere delle strategie di gestione dell’attacco di panico.
Un cordiale saluto
Salve Natalia, lei descrive delle vicende di vita difficili che l'hanno messa alla prova e non a caso in quel periodo ha sviluppato dei sintomi di angoscia. Il tempo passa, però, ma sembra che lei sia ancora li', come se niente fosse cambiato, l'angoscia resta senza lasciarla. Probabilmente avrebbe potuto affrontarla diversamente, anche parlandone, oltre che con un supporto farmacologico. Purtroppo i farmaci hanno il grande potere a volte di annullare i sintomi, ma non di far sparire le cause. Ed ecco che, quando si spospendono, si ritorna nello stesso stato di sofferenza. Forse quei passaggi che avrebbe dovuto fare allora dovrebbe affronrtarli adesso, per risolvere la questione, ritrovarsi, e poter andare avanti. La saluto, Marina Montuori
Buonasera Natalia, mi dispiace per il periodo difficile che ha vissuto. Il consiglio che le posso dare è quello di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia, in modo tale da garantire una migliore comprensione e gestione degli attacchi di panico. Purtroppo, la terapia farmacologica risolve temporaneamente solo il sintomo e, come è successo anche a lei, se si sospende il farmaco il sintomo prontamente tende a tornare. Allo stesso modo è difficile svolgere una psicoterapia se il sintomo è ancora attivo. Per questi motivi la soluzione generalmente consigliata è quella di combinare le due terapie e intraprendere quindi una psicoterapia con un adeguato supporto farmacologico.
Un saluto, dott.ssa Pretoriani
In buona sintesi le consiglio vivamente di affidarsi a un serio psicoterapeuta che sia anche una medico esperto in terapie naturali. L' aiuterà a risolvere le vere cause degli attacchi di panico e a liberarsi gradualmente dagli psicofarmaci. Sono disponibile per maggiori informazioni al telefono e le ricordo che la psicoterapia si può fare anche on line. Buona giornata.
A volte crediamo che ne abbiamo passate tante e per questo ci sentiamo fragili, senza porre attenzione ad un altro fattore: se le abbiamo superate, anche se con strascichi, è perché abbiamo le risorse per farlo già dentro di noi. Una terapia psicologica affiancata da una corretta assunzione del farmaco la aiuterà a riconoscere le sue risorse. Un abbraccio Dott.ssa Cinzia Borrello
Buonasera Natalia, certo ha vissuto diverse esperienze traumatiche una dopo l'altra tutte molto vicine, nell'arco di un solo anno. Questo potrebbe aver causato l'insorgere degli attacchi di panico. L'ansia è un sistema di allarme per noi esseri umani. Il sistema ci avverte che c'è un allarme in corso. Se guardo a ciò che ha vissuto: stava per perdere la sua bambina, poi ha rischiato la vita lei, in prima persona con la malattia e poi ha perso la sua mamma. Potrebbe essere questo l'allarme: le persone care sono morte o potrebbero morire, e anche io rischio di morire. (non si spaventi per le mie parole, sto provando a dare una lettura a ciò che ha scatenato l'allarme). I farmaci possono essere utili ma costituiscono una "stampella" cui appoggiarsi temporaneamente; da soli spesso non sono sufficienti se non si va ad esplorare ciò che ha causato i sintomi a livello psicologico, se non si individua la causa profonda dell'ansia. Per questo sarebbe utile affiancare ai farmaci, un percorso terapeutico per dare un significato all'ansia, a ciò che le succede, e ha ciò che ha vissuto. Avere un luogo dove sentirsi ascoltata, accolta, e accompagnata. Un luogo sicuro.
Colgo dalle sue parole un reale desiderio di star bene. Si dia questa possibilità!Spero di esserle stata anche solo un pò d'aiuto.
La saluto con affetto, Natalia, e resto a sua disposizione!
Dott.ssa FrancescaCaputo
Buonasera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere assieme a lei un percorso di terapia. Buona serata, Dott.ssa Beatrice Planas
Salve Natalia. Purtroppo la sua storia è molto dolorosa. Ha avuto tanti eventi che ha dovuto affrontare. Il mio consiglio è, oltre alla terapia farmacologica, intraprendere anche un percorso di psicoterapia in modo da metabolizzare i dolori passati e in modo da avere strumenti per gestire gli attacchi di panico. Resto a disposizione per qualsiasi richiesta di chiarimento. Saluti.
Gentilissima Natalia sicuramente il susseguirsi ravvicinato di eventi traumatici ha procurato un'enorme ferita che và curata e fasciata. La cura farmacologica è importante ma a mio avviso dovrebbe affiancare anche un percorso psicoterapeutico che l'aiuti a rialzarsi e a riprendere la corsa. Si ritagli del "tempo" per lei, per il suo dolore, per il suo bisogno. Sarà un tempo speso bene e che a suo tempo porterà frutto.
Le auguro una pronta ripresa e ovviamente rimango a sua disposizione!!
Buonasera Natalia, Le consiglio al più presto di iniziare una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Per gli attacchi di panico è altamente risolutiva.
dott Tealdi
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Gentile utente, come i colleghi le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia che la possa guidare nella risoluzione del problema. Le auguro di trovare sollievo al più presto.
Buonasera signora, la sua è una situazione davvero spiacevole, pertanto le potrei consigliare di accompagnare al percorso farmaceutico seguita dal suo medico una terapia di breve/media durata di psicoterapia che la aiuterà sicuramente a sentirsi meglio e a vivere con più serenità, passo dopo passo, la sua quotidianità.
Buongiorno Natalia, rifletta sulla possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia per elaborare l'importante carico emotivo accumulato in questi anni. Resto a disposizione per domande e consulenze, anche online. Saluti, Dott.ssa Giancarli
Salve Natalia.
È comprensibile la sua difficoltà e il suo dolore che ha bisogno di venire fuori. Sembra una donna molto tenace, ma evidentemente in questo momento è importante che si prenda cura di sé in tutti i modi possibili. Le posso consigliare di affiancare alla cura farmacologica una psicoterapia, che possa permetterle di affrontare le sue difficoltà e ritrovare nuova forza. Un saluto e un augurio di ripresa!
Dott.ssa Valeria Pisanó
Buongiorno Natalia, ho letto attentamente quanto ha scritto. Riporto una sua frase "Un anno da dimenticare", mi chiedo se sia possibile dimenticare e cancellare un anno intenso come il suo.
A volte, la vita ci mette di fronte a eventi che sembrano più grandi di noi e, voltandoci indietro, non ci è chiaro come siamo riusciti a uscirne.
È possibile che se una parte di lei sta andando avanti, un'altra parte di lei è "incastrata" nel periodo di vita descritto. Data l'entità degli eventi vissuti, le consiglio di affiancare un percorso psicologico affinché possa elaborare le emozioni e i pensieri connessi al periodo antecedente la sintomatologia descritta. Ho il timore che investendo le sue forze nel tentativo di "dimenticare" quell'anno "indimenticabile", possa esaurire le sue risorse senza raggiungere l'obiettivo. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Buonasera Natalia, quella che lei ha raccontato è una storia intensa di tanti eventi traumatici in successione. Naturalmente fa bene a scalare la terapia farmacologica con il supporto del suo medico ma a questo potrebbe associare un percorso psicoterapeutico, magari con un professionista formato nell'EMDR che lavora specificamente sui traumi. I farmaci aiutano molto a controllare i sintomi ma non agiscono sulle cause del malessere, pertanto se non si lavora su di esse si corre il rischio di ripetere ad oltranza la sequenza da lei descritta, è importante invece coadiuvare la diminuzione e l'interruzione del farmaco con un supporto psicoterapeutico.
Cordiali Saluti dottoressa Michela Campioli
Buongiorno Natalia.
Da quello che leggo lei ha vissuto un susseguirsi di eventi dolorosi, di perdita e di grosso spavento, in poche parole tanti traumi tutti insieme.
Il farmaco l'ha aiutata certamente a gestire il momento considerando che da mamma di quattro figli è stato necessario per lei andare avanti.
Le consiglio di confrontarsi con lo specialista che le ha prescritto il farmaco e, allo stesso tempo, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per poter elaborare il suo vissuto traumatico.
Le faccio i miei migliori auguri.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Carmen Rizzuti

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