Una domanda ma cosa si intende per disturbi resistenti alle terapie? Sono rari? Ma resistente alle t

20 risposte
Una domanda ma cosa si intende per disturbi resistenti alle terapie? Sono rari? Ma resistente alle terapie non è assolutamente sinonimo di incurabile e quindi senza possibilità di ritornare a stare bene mi hanno detto. Non capivo cosa era il concetto di resistente?
Dott. Alessandro Arone
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, il concetto di resistenza alle terapie farmacologiche è oggetto di più definizioni da parte di vari studiosi ed autori, ma in generale presuppone l'utilizzo di più psicofarmaci a dosi e per tempistiche adeguate. Non rappresentano la percentuale dei casi (ovvero, è più frequente che un disturbo risponda ad un qualche trattamento farmacologico più che ne sia resistente). In ogni caso, una resistenza alla terapia farmacologica non implica incurabilità.

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Dott.ssa Elin Miroddi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente,
I disturbi resistenti alle terapie non sono una condizione senza speranza, ma una sfida clinica che richiede un approccio più complesso e personalizzato. La resistenza al trattamento non significa affatto impossibilità di guarigione, bensì la necessità di esplorare strategie terapeutiche più articolate e profonde.
La moderna psicoterapia e la ricerca clinica hanno sviluppato numerosi approcci innovativi per affrontare questi disturbi. L'EMDR, ad esempio, ha dimostrato grande efficacia nell'elaborazione di traumi profondi che sembravano intrattabili con metodi tradizionali. Le terapie sistemico-relazionali consentono di leggere il disturbo non come un problema individuale, ma come l'espressione di dinamiche più complesse che coinvolgono la storia familiare e relazionale del paziente.
Fondamentale è comprendere che ogni disturbo ha una sua storia unica. Un percorso terapeutico efficace richiede un'attenta ricostruzione biografica, l'ascolto delle strategie di adattamento del paziente e la valorizzazione delle sue risorse nascoste. Spesso dietro un disturbo apparentemente resistente si nascondono meccanismi di protezione che hanno svolto un ruolo cruciale nella sopravvivenza psichica dell'individuo.
Le nuove frontiere della psicoterapia integrata consentono oggi di affiancare approcci diversi: farmacoterapia mirata, lavoro psicologico profondo, tecniche corporee, mindfulness. L'obiettivo non è più semplicemente eliminare i sintomi, ma accompagnare la persona in un percorso di ricostruzione del senso e della propria narrazione esistenziale.
La guarigione diventa così un processo di ri-significazione, dove il disturbo non è un nemico da combattere, ma un linguaggio da ascoltare e comprendere.
Se desidera approfondire questi aspetti, sono disponibile per un colloquio.
Dott.ssa Elin Miroddi
Dott.ssa Sara Tezza
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bergamo
Gentile utente,
La ringrazio per la sua domanda, che evidenzia un aspetto importante della gestione terapeutica. Quando si parla di “disturbi resistenti alle terapie”, si fa riferimento a situazioni in cui i trattamenti convenzionali non portano i risultati sperati, nonostante siano stati somministrati secondo le modalità e i tempi consigliati. Questo non significa, tuttavia, che il disturbo sia incurabile. Anzi, ci sono sempre opzioni terapeutiche alternative o aggiuntive che possono essere esplorate per migliorare la condizione del paziente.
I disturbi resistenti alle terapie possono essere più complessi da trattare, ma è importante sottolineare che “resistente” non implica l’impossibilità di recupero. Ogni caso è unico e spesso ci sono diverse strade da percorrere per giungere a un miglioramento significativo. Il nostro obiettivo è trovare la soluzione più adatta a ciascun paziente, con un approccio personalizzato.
Se desidera discuterne ulteriormente, sono a sua disposizione per approfondire insieme le opzioni terapeutiche più appropriate alla sua situazione.

Cordiali saluti,
Dottoressa Sara Tezza
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
I disturbi resistenti alle terapie si sono pubblicati a quelle condizioni psicologiche che, nonostante il trattamento con diverse tecniche e approcci terapeutici, non migliorano in modo significativo o rapido. Questi disturbi possono essere legati a una varietà di fattori, tra cui la gravità del disturbo, la presenza di altri problemi psicologici concomitanti o la difficoltà del paziente nel rispondere ai trattamenti tradizionali.

Non sono rari, ma la loro gestione richiede una valutazione attenta e un trattamento personalizzato. Resistente alle terapie non significa affatto che il disturbo sia incurabile, ma piuttosto che occorre adattare o cambiare il tipo di trattamento. Esistono molte opzioni terapeutiche, comprese quelle innovative, che potrebbero aiutare la persona a stare meglio, anche se i trattamenti tradizionali non hanno dato i risultati sperati.

Pertanto, se ti trovi di fronte a un disturbo che resistere alla terapia, è utile e consigliato rivolgersi a uno specialista per approfondire il caso ed esplorare le opzioni terapeutiche più adatte al tuo percorso di cura.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, un disturbo resistente alle terapie potrebbe essere un disturbo in cui il ritorno ad uno stato di benessere soggettivo per chi ne soffre è più complesso. Più il disturbo è complesso, radicato o comporto da diversi sintomi potrebbe essere più difficile per l'individiduo ritrovare il suo benessere. Questa non è per forza una condizione invalidante, l'individuo può anche imparare a convivere con alcuni sintomi. Arrivando a quella che è per lui/lei una vita degna di essere vissuta. Cordialmente dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Mariangela Carella
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Foligno
Buongiorno, il termine 'disturbi resistenti alle terapie' si riferisce a condizioni psicologiche o psichiatriche che non rispondono in modo adeguato ai trattamenti standard, come la psicoterapia o i farmaci, dopo un periodo di tempo adeguato. Tuttavia, resistente non significa incurabile! In questi casi, si possono adottare strategie alternative, come approcci terapeutici diversi, combinazioni di trattamenti o tecniche innovative, per trovare la soluzione più efficace per ogni persona. Ogni percorso è unico e, con il supporto adeguato, è sempre possibile migliorare il proprio benessere psicologico.
Dott.ssa Ginevra Pieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Firenze
Un disturbo resistente alle terapie si riferisce a una condizione che non risponde in modo adeguato ai trattamenti standard, sia farmacologici che psicoterapeutici. Questo non significa che sia incurabile, ma che richiede un approccio più personalizzato, intensivo o combinato per ottenere miglioramenti. Il termine resistente indica che un disturbo non migliora sufficientemente con le terapie comunemente efficaci per la maggior parte delle persone, esistono però molte strategie alternative, come ad esempio cambiare il tipo di trattamento, utilizzare approcci combinati, provare nuove terapie, fare interventi sullo stile di vita e sul supporto sociale.
Dipende dalla specificità del caso, se ha bisogno sono a disposizione.
Cordialmente,
Dott.ssa Pieri
Dott.ssa Gaia Parenti
Psicoterapeuta, Psicologo
Castelfiorentino
Intende alle terapie farmacologiche? O una resistenza in termini psicoterapeutici?
Sono due aspetti molto diversi e dipendenti anche dalla patologia che le è stata diagnosticata.
Dott. Giorgio Conti
Psicoterapeuta, Psicologo, Professional counselor
San Salvo
Caro utente, le rispondo da psicologo, non sapendo se parla di aspetti organici o psicologici. Ci sono delle condizioni che vengono definite empiricamente "resistenti al trattamento". Questo non significa che non sono trattabili, oppure che il supporto psicoterapeutico sia inutile, semplicemente non sortisce gli effetti previsti nel tempi canonici. Quello che le hanno detto è assolutamente corretto. C'è da fare una premessa: ogni psicoterapia solleva inevitabilmente delle resistenze al cambiamento. Cambiare qualcosa di sé ha un costo emotivo, costo che va nella direzione opposta del mantenimento del sintomo, che ha proprio la funzione di preservare un determinato e predefinito equilibrio personale. Può apparire paradossale: la presenza delle resistenze indica che il trattamento sta sortendo un primo effetto.
Ma a cosa "resiste" la persona? Alla possibilità di un contatto con la propria vita più ampio e pieno, ovvero alla possibilità di affrontare ogni tipo di esperienza che la vita può mettergli di fronte. Per cui se non ci si sente, consapevolmente o inconsapevolmente, pronti ad affrontare la grande variabilità e le sfide che la vita ci offre, ci si difende: ci si protegge. Questo ha il valore di non esporre l'individuo a sfide che sente come eccessive rispetto alle proprie capacità. Per questo motivo in ambito psicologico le resistenze devono sempre poter trovare una loro collocazione e devono poter essere rispettate, pur procedendo con la terapia.
La psicoterapia ad oggi è riuscita a far molto anche in presenza di diagnosi severe, che un tempo si reputavano, o canonicamente si reputerebbero, intrattabili. La psicoterapia non può lavorare a prescindere dalla vita della persona, per cui anche le condizioni di vita, le scelte personali e le contingenze esercitano un ruolo nel rendere un disturbo più o meno "resistente".
Spero di averle risposto.
Dott. Conti
Dr. Gianmarco Capasso
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bologna
Gentile utente,

il termine disturbo resistente alle terapie si riferisce a una condizione che, nonostante i trattamenti standard (farmacologici, psicoterapeutici o una combinazione di entrambi), non mostra un miglioramento significativo o non raggiunge una remissione soddisfacente. Questo può accadere per diversi motivi: fattori biologici, psicologici o ambientali che influenzano la risposta al trattamento, ma anche scelte terapeutiche non ancora ottimali per quello specifico caso.

È importante sottolineare che resistente non significa incurabile. Un disturbo resistente può richiedere un approccio terapeutico più personalizzato, magari con strategie diverse da quelle iniziali, come l’ottimizzazione della terapia, l’integrazione di nuovi interventi (ad esempio, tecniche di psicoterapia più mirate o trattamenti innovativi) o un monitoraggio più attento.

Non si tratta di una condizione necessariamente rara, ma varia a seconda del disturbo specifico. Ad esempio, si parla spesso di depressione resistente quando almeno due diversi farmaci antidepressivi, assunti correttamente e per un tempo adeguato, non portano a un miglioramento. Ma in questi casi esistono sempre possibilità di trattamento aggiuntive, e la ricerca continua a offrire nuove soluzioni.

Se ha dubbi su questo concetto in relazione a una sua esperienza personale, parlarne con uno specialista potrebbe aiutarla a chiarire meglio la situazione e le opzioni disponibili.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

Rispetto alla psicoterapia, ci si riferisce al termine resistenza per indicare un particolare atteggiamento del paziente, che si esprime nella seduta con una certa disposizione mentale ed emotiva a rifiutare l'osservazione e la riflessione profonda e accurata. Tutti i pazienti sono potenzialmente trattabili e possono migliorare la propria qualità della vita, ma questo può accadere solo se si instaura una forte alleanza terapeutica tra terapista e paziente per l'appunto.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Claudia Baglioni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Montevarchi
I disturbi resistenti alle terapie sono condizioni che non rispondono adeguatamente ai trattamenti standard, siano essi farmacologici o psicoterapeutici. Questo non significa che siano incurabili, ma che richiedono approcci diversi o più personalizzati. La "resistenza" non è un blocco definitivo alla guarigione, ma piuttosto un segnale che la strategia adottata finora non è stata efficace e va ripensata.
Alcuni orientamenti psicoterapeutici, come la terapia breve strategica, considerano la resistenza non come un ostacolo, ma come un elemento fondamentale del processo di cambiamento. In questa prospettiva, ogni caratteristica della persona – comprese quelle che sembrano impedire il miglioramento – può diventare una leva di trasformazione. Il terapeuta lavora con le resistenze, non contro di esse, utilizzandole per sbloccare nuove possibilità di cambiamento e costruire soluzioni efficaci.
Se desidera, sono disponibile a fornire ulteriori informazioni e a valutare insieme un eventuale percorso per il suo benessere.
Dott. Febbraro Jacopo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Ciao, in questo senso forse per resistenza si intende la difficoltà della persona a riuscire ad accedere in modo più profondo a sè, con il conseguente risultato di non riuscire a farlo durante il proprio spazio e tempo psicologico. Non ha nulla a che fare con l'impossibilità di stare bene, forse un pò di più con il non sentirsi pronto per un lavoro del genere comunque importante e faticoso, in termini almeno di coinvolgimento emotivo. Potrebbe essere importante altresì comprendere cosa c'è dietro questa resistenza!
Dott.ssa Nunzia D'Anna
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Resistente vuol dire "che resiste" alla terapia. Come ha già spiegato lei non parliamo di incurabile, ma "difficile da trattare". A seconda dei casi (non so a quale diagnosi lei faccia riferimento) perché magari quella determinata struttura di personalità fa fatica a fidarsi oppure perché i sintomi sono troppo cronicizzati o ancora a causa del vantaggio secondario dei sintomi.
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
La domanda è molto generica. Se si tratta di farmaci vuol dire che ad una persona x potrebbe non fare effetto il farmaco y o tutta quella categoria farmacologica, ad esempio gli antidepressivi. Dal punto di vista psicoterapeutico si parla invece di resistenze al cambiamento quando il paziente nonostante sappia ed abbia capito cosa fare e perchè tende a non farlo perchè non riesce o non vuole. Ulteriore aspetto è quello di alcuni disturbi che di per sè sono più difficili da trattare di altri e quindi sono più "resistenti". Esempi non esaustivi potrebbero essere forme gravi di disturbo ossessivo, grave depressione, gravi disturbi di personalità, ecc...
Dott.ssa Emanuela La Marca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Caserta
In psicoterapia, con "disturbi resistenti alle terapie" si fa riferimento a situazioni in cui il paziente non risponde efficacemente ai trattamenti psicoterapeutici. Ad esempio, può succedere che, nonostante un percorso psicoterapico strutturato e adeguato, i sintomi del disturbo non si riducano come ci si aspetterebbe, o che il progresso sia molto più lento rispetto ad altri pazienti con problematiche simili. Però, come giustamente osservi, "resistente alle terapie" non significa "incurabile", ma piuttosto che il paziente possa incontrare delle difficoltà significative nel rispondere al trattamento iniziale. Molti pazienti che iniziano con difficoltà a rispondere al trattamento psicoterapico, con il tempo e il giusto supporto, possono comunque migliorare notevolmente. La resistenza può anche essere un segno di un processo terapeutico profondo, che richiede più tempo o un approccio diverso per essere affrontato.
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Gentile paziente,
la resistenza alla terapia è frequente e si intendono comportamenti, cognizioni o emozioni manifestati dal paziente e che rappresentano un ostacolo ai cambiamenti. Nello specifico, il ventaglio di resistenze è ampio tanto quanto quello delle persone che ricorrono alla terapia.
La terapia breve strategica ha individuato 4 tipi di resistenze e altrettante strategie per affrontarle.

Un caro saluto
A disposizione
Dr. Germi Sabrina
Dott.ssa Francesca Di Costanzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve la ringrazio per aver scritto.
In psicoterapia una resistenza generalmente ha a che fare con un’ambivalenza rispetto al desiderio di cambiare per mantenere lo status quo o non affrontare dei contenuti troppo dolorosi e ci sarà bisogno di una buona alleanza terapeutica per elaborare ciò che ostacola il processo trasformativo. Nel caso della farmacoresistenza invece si intende che c’è un’assenza di risposta ad almeno due farmaci di due classi diversi e in tal caso per ottimizzare la cura lo specialista valuta se aumentare i dosaggi o combinare più farmaci compatibili che rispondono a più condizioni cliniche.
Sperando che possa essere stato di aiuto, le porgo un cordiale saluto
Dott.ssa Di Costanzo
Dott.ssa Martina Simeone
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, un disturbo resistente alle terapie è una condizione che non risponde in modo adeguato ai trattamenti standard. Tuttavia, resistente non significa incurabile; in questi casi sarà necessario adottare un approccio terapeutico meno standardizzato e più personalizzato sulle specifiche condizioni del paziente.
Dott. Emiliano Cotugno
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Velletri
Salve, per rispondere esaustivamente bisognerebbe andare più nel dettaglio rispetto alla sua situazione ovvero rispetto al motivo della terapia. Resistente alle terapia potrebbe significare tante cose. innanzitutto bisognerebbe capire il perchè di queste resistenze: mancanza di alleanza terapeutica? Emozioni bloccanti sottostanti alle resistenze? Assenza di obiettivi chiari? Tecniche non appropriate?
Spesso una delle emozioni che creano maggiori resistenze è quella della paura del cambiamento: paura del possibile cambiamento della propria condizione che è l'unica che conosciamo per sopravvivere.
Spero di averle risposto almeno parzialmente.
Dott. Emiliano Cotugno

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