Salve. Vorrei capire cosa mi succede: il problema che mi addolora è che non soffro quando muore un m

19 risposte
Salve. Vorrei capire cosa mi succede: il problema che mi addolora è che non soffro quando muore un mio affetto. Vivo con empatia, presenza e supporto gli ultimi mesi di vita del mio caro, ma dopo la dipartita è come se tutto venisse cancellato. Mi fa sentire una brutta persona, come se non mi fosse mai importato di chi viene a mancare, ma sono certa certissima che non è così. Ma allora cosa è?
(Parlo in particolare del decesso di mio padre avvenuto 28 anni fa (io diciottenne) e quello della perdita della mia cagnolina 5 giorni fa. Stesse sensazioni)
Salve, mi spiace che lei viva questa situazione con disagio e sofferenza. Ritengo che possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi sia alla situazione che riporta sia agli eventi luttuosi che ha vissuto. A prescindere dalla reazione emotiva scaturita, credo che comunque siano state esperienze significative.
Cordialmente, dott. FDL

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Cara utente, il lutto è soggettivo, ma solitamente attraversa diverse fasi che permettono a chi resta di elaborare quanto accaduto e proseguire. Alcune persone attraverso il distacco emotivo si proteggono dal dolore della perdita. Potrebbe essere accaduto anche a lei. Naturalmente la mia è solo un'ipotesi, ha mai pensato di indagare il motivo di questa sua reazione al lutto intraprendendo un percorso di psicoterapia? Resto a disposizione. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Salve, sono d’accordo con la collega, il lutto é soggettivo. Comunque, se nota che il sintomo persiste, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a stare meglio.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, il lutto solitamente è momento particolare della propria vita che coinvolge molto dal punto di vista emotivo. Nulla è però così scontato. Lei sembra parlare di una sorta di "anestetizzazione" delle emozioni. Il suo vissuto ha sicuramente una motivazione che andrebbe indagata qualora le interessasse. Può anche essere un punto di partenza per un lavoro su se stessa. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Caro utente, sicuramente il suo è un meccanismo di difesa che mette sù per difendersi dal dolore. Il problema è che quel dolore non sparisce soltanto perchè non lo vogliamo più toccare. Rimane lì e si manifesta inaspettatamente sotto altre forme, che al momento non si sanno decifrare. Oppure, come diceva il grande Bowen, anche dopo molti, moltissimi anni dal lutto, si può presentare l'ONDA D'URTO EMOTIVA, un disturbo dirompente (di solito depressione) apparentemente immotivato.
Quindi il mio consiglio è sicuramente di farsi aiutare da un esperto a tirare fuori le sue emozioni in modo diretto.
Purtroppo non si può sfuggire dal dolore di un lutto importante, ma lo si accetta e si impara a convivere con quella ferita, che nel frattempo rimargina.
Un caro saluto.
Buongiorno, da come descrive l'esperienza mi sembra di cogliere un tentativo difensivo quando scrive "è come se venisse cancellato". Tuttavia questa è un'ipotesi. Qualora desiderasse comprende meglio le dinamiche di quanto le accade potrebbe essere utile il contesto psicologico. Un caro saluto
Gentile Utente, mi dispiace molto per il disagio che descrive. Ogni perdita ha un costo innegabile e la sua volontà di "capire" la sua reazione ne è già una prova. Sembra paradossale che Lei sia addolorata per il fatto di non provare dolore... mentre rileggo le sue parole, mi chiedo se lo ha trascritto come suo dato di fatto o se lo ha raccontato a sé stessa per convincersene. Può accadere che ciò che si prova a livello emotivo non corrisponda a ciò che si verifica su un piano cognitivo. E può accadere che il dolore legato alla morte di una persona amata sia talmente forte da volerlo cancellare, appunto. Non esiste un modo giusto o uno sbagliato per reagire, purché sia vissuto con consapevolezza. Per rispondere adeguatamente alla sua richiesta, potrebbe affidarsi ad un* psicolog* con cui esplorare i suoi vissuti in un luogo protetto, con cui permettersi di comprendere il suo funzionamento. Resto pertanto a sua disposizione, dott.ssa Valentina Cecchi
Salve il lutto é un evento difficile della nostra vita e va elaborato. Il lutto della sua cagnolina la riporta alla perdita di suo padre.Mi dispiace molto per il suo vissuto doloroso. Ne potrebbe parlare con un terapeuta.
Buongiorno, è comprensibile che questa sensazione le generi disagio e sofferenza. Tuttavia il lutto è un'esperienza molto soggettiva, che non sottende a un comun denominatore. Sulla reazione ad una perdita incide molto la personalità del soggetto, il legame con chi è venuto a mancare, il significato che viene attribuito alla perdita specifica e più in generale alla morte ecc. Molte variabili influenzano la risposta al lutto! Inoltre, come esplicitato da qualche collega, esistono dei Meccanismi di Difesa che entrano in gioco per "proteggere" l'individuo da un'emozione troppo negativa, compresa l'elaborazione del lutto. Può darsi infatti, che si crei una sorta di scudo protettivo che non permetta di entrare in contatto con la perdita, come se questa non fosse mai avvenuta. Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per poter affrontare queste tematiche in modo approfondito e calato nella sua storia personale. Un caro saluto,
Dott.ssa Alessia Fumagalli
Salve. Quando il dolore è insopportabile, si può vivere ciò che descrive. È una difesa contro il dolore. Se volesse affrontare il problema e concedersi di vivere il dolore rispetto alle perdite di chi le è caro, può valutare la possibilità di un percorso psicoterapeutico che possa sostenerla. Distinti saluti
Buongiorno gentile utente,
la fa soffrire il fatto di non soffrire come lei pensa che dovrebbe soffrire. Una parte di lei la giudica per questo, le dice che dovrebbe soffrire, che è la cosa "giusta" da fare e che se non lo fa questo significa che non le importa nulla di chi non c'è più e che è una brutta persona.
Però se lei vive con empatia, presenza e supporto gli ultimi tempi del suo caro evidentemente le importa... E non è nemmeno vero che "tutto viene cancellato" perchè dopo 28 anni dalla perdita di suo padre lei è qui a ricordarlo e a scriverne...
Forse lei si difende dal provare dolore, però lei prova dei sentimenti affettuosi nei confronti di chi non c'è più (nel suo messaggio, oltre a ricordare suo padre, scrive "la mia cagnolina", con tono affettuoso e protettivo). Forse si sente provata dagli "ultimi mesi di vita del suo caro", il che fa pensare ad una malattia, lunga e con sofferenza. Forse qualcuno vicino a lei la critica per il suo modo di vivere la morte.
Ma si renda conto che non c'è una reazione "giusta" e una "sbagliata". Ognuno ha la propria. "Dopo la dipartita è come se tutto venisse cancellato". Tutto cosa? Non il ricordo, perchè è qui a scriverne... E nemmeno l'affetto, che traspare dalle sue parole. La mia sensazione è che lei si senta in colpa ad andare avanti con la sua vita quando l'altro non c'è più. Però io credo, al contrario, che questo sia un modo di onorare la memoria di chi non c'è più.
Un cordiale saluto.
Gentile utente, la perdita di suo padre è avvenuta quando lei era molto giovane. La difficoltà ad esprimere ed elaborare le proprie emozioni, e quindi ad elaborare correttamente il lutto può averla spinta a "cancellare" come lei scrive o meglio negare l'accaduto a causa del trauma dovuto alla perdita. Ciò che esprime nel suo messaggio può essere colto come un segnale positivo di un bisogno di riprendere in mano questi aspetti della sua vita. Cordiali Saluti Dott.ssa Tiziana Bisegna
Gentile utente, la nostra mente è per così dire "armata" di alcune difese che servono a proteggerci dal dolore. E' possibile che il suo apparente "non soffrire" per la perdita di qualcuno che le è caro sia la manifestazione di una di queste difese in atto, con lo scopo di permetterle di continuare la sua vita. Questo non fa assolutamente di lei una brutta persona, e il suo disagio manifesta probabilmente la necessità di elaborare questi vissuti piuttosto che "cancellarli" difensivamente. Per questo potrebbe avvalersi di un supporto professionale, se lo desidera.

Dott.ssa Jessica Maranza
Buongiorno Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buongiorno, intraprendendo un percorso psicologico potrebbe lavorare sulla colpa che avverte e le fa sentire questa discrepanza tra “sentirsi una brutta persona” e “sapere che non è così”. Resto a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Distinti saluti
Salve.
Immagino quanto possa essere spiacevole vivere il ricordo di persone che ha amato con questa sensazione di anaffettività.
Non credo però che in fondo al suo cuore non esista una sfumatura emotiva rispetto a questi eventi o ai ricordi legati a queste persone.
Credo invece che stando in contatto con il ricordo dei cari che ha perso potrebbe con lentezza accorgersi che delle sensazioni e delle emozioni emergono. Piacevoli e spiacevoli.
Le auguro di cuore che riesca a trovare uno spazio in cui concedersi di stare in contatto coi suoi ricordi e colorarli di tinte emotive.
Un caro saluto
lorenzo
Salve,
comprendo ciò che dice. Credo che la sua sia una reazione difensiva al dolore, che mette in atto inconsciamente. Forse perchè per lei è difficilmente tollerabile una perdita. Se vuole potremmo approfondirla meglio insieme.
Un cordiale slauto
Dott.ssa Di Giovanni
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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