Salve, Volevo fare chiarezza su una situazione che mi appartiene da molto tempo. Sono una ragazza g

22 risposte
Salve,
Volevo fare chiarezza su una situazione che mi appartiene da molto tempo. Sono una ragazza giovane ed è da quando sono piccola che riscontro questa problematica. Non riesco in alcun modo ad aprirmi con le persone, anche le più fidate. Chiaramente, ci sono amici o familiari con cui ho un rapporto più stretto e con cui ho condiviso di più, ma non ho mai incontrato quella persona con cui io possa essere totalmente me stessa. Da sempre mi sento dire frasi tipo "ma tu non soffri mai?", "non ti ho mai vista piangere", "sembri sempre così tranquilla". Non riuscendo, quindi, ad esprimere i miei dolori (mentali, emotivi, ma anche fisici) con nessuno, ho molta difficoltà a creare rapporti stretti e duraturi, in quanto le persone mi vedono come un "robot" privo di emozioni e, fermandosi all'apparenza, si rivolgono a me solo quando hanno bisogno di qualcosa. Sono una persona molto perfezionista e forse questo è uno dei fattori che può riguardare questa dinamica, in quanto odio farmi vedere debole e non riesco a fidarmi di nessuno. Anche quando sto morendo dentro, mi chiudo in bagno, mi sciacquo la faccia per far sì che nessuno noti nulla, ed esco tranquilla come se andasse tutto bene. Sono consapevole che questo mi ostacola molto, dato che poi il risultato è che i miei problemi si accumulano tutti insieme (pianti anche prolungati o piccoli attacchi di panico improvvisi alternati a momenti di vuoto in cui non capisco più cosa provo) e devo gestirli da sola, ma è da quando ero ragazzina che faccio così, quasi come se fosse l'abitudine. Vorrei chiedervi gentilmente se ci sono consigli o piccoli comportamenti che potrei iniziare a mettere i atto per migliorare questa situazione, oltre che iniziare un percorso psicologico che naturalmente sarebbe la scelta migliore in questi casi. Vi ringrazio davvero per il lavoro che fate ogni giorno su questa piattaforma e scusate il disturbo.
Saluti.
Salve, deve essere difficile per lei non potersi concedere di aprirsi e condividere le sue fragilità. Provi a chiederei Dove lo ha imparato? E se Le è utile?
Un percorso di psicoterapia la aiuterebbe a comprendere meglio da cosa si protegge e costruire alternative rispetto a questa sua modalità di sopravvivenza.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa

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Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Gentile utente, ciò di cui parla è una profonda difficoltà nel lasciarsi andare che, come lei stessa nota, le preclude la possibilità di instaurare relazioni profonde. Forse la sua è una comfort zone che le offre il vantaggio di apparire forte e quindi non giudicabile dagli altri; posto questo, probabilmente potrebbe essere utile imparare "l'arte" del lasciarsi andare e in questo il rilassamento potrebbe aiutarla moltissimo ad ascoltarsi maggiormente senza la necessità continua di mascherare i propri vissuti. Inoltre, potrebbe aiutare mettersi un po' alla prova: esprimere ciò che sente in modo graduale, un po' alla volta, un giorno un po', il giorno dopo un po' di più, scegliendo persone a lei vicine... come se si avvicinasse pian piano alla piena fiducia. Deve immaginare di correre una maratona: se vuole farlo si deve allenare un chilometro per volta, finché non ha sufficiente resistenza per riuscirci.
Naturalmente queste sono solo delle piccole strategie; il percorso psicologico potrebbe sicuramente aiutarla a sperimentare una relazione positiva in cui imparare a lasciarsi andare realmente. Restando a disposizione, le auguro un grandissimo in bocca al lupo!
Buona sera cara, grazie per aver scelto di condividere queste parole con noi, questo è sicuramente un piccolo passo per provare a fidarsi degli altri. Non mi sento di dare dei consigli precisi in merito, in quanto ciò che percepisco dalle parole scritte è sicuramente un grande bisogno di essere accolta ed ascoltata, in tutto ciò che sente, senza alcun giudizio. Quindi consigliare qualcosa di specifico sul piano comportamentale per me sarebbe come svalutare queste sue necessità. Ma una cosa posso sicuramente esprimerla e condividerla con lei: ovvero la possibilità di affidarsi ed iniziare un percorso psicologico. Percepisco dalle sue parole tanta voglia di esprimersi e conoscersi davvero, e come ha detto lei stessa un percorso sarebbe sicuramente la scelta migliore per porsi le domande più adatte e riuscire a comprendere anche da dove nasce questa difficoltà nel fidarsi degli altri, perchè ogni cosa in noi ha sempre un senso, un motivo di esserci per noi stessi. Osservare ed ottenere consapevolezza sono il primo passo per un percorso di piena conoscenza di sè e verso la possibilità di sentirsi liberi di scegliere di essere noi stessi anche con gli altri. Se lo vorrà, mi rendo disponibile per qualunque altro confronto, può contattarmi anche privatamente. Le auguro di trovare la strada per la fiducia, in sè e negli altri. Tanti cari saluti. Dott.ssa Monica Mattia Russo
Buongiorno, credo che Lei sia già in un percorso di cambiamento: è consapevole che il suo modo di porsi sempre apparentemente 'calmo e tranquillo' non le appartiene più, ma non sa come affrontare la sofferenza interiore. Per questo sono d'accordo che intraprendere un lavoro di psicoterapia potrebbe aiutarla a risalire ai motivi che le impediscono dal mostrarsi con le sfaccettature e la ricchezza del suo essere e a trovare la sua autenticità.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, saluti dott.ssa Gabriella Pringigallo
Buonasera e grazie per la condivisione, mi dispiace per la situazione che sta vivendo, mi rendo conto che ciascuno di noi ha una storia di vita difficilmente descrivibile in poche righe, e poiché ci sono elementi mancanti, non so se una risposta approssimativa Le possa essere utile in questo momento. Comunque Le consiglierei di darsi la possibilità di iniziare, eventualmente, un percorso di psicoterapia che possa aiutarla a comprendere le radici di questi suoi disturbi. Credo che come ogni emozione anche le sue paure vanno comprese e trasformata, più che frenate o allontanate. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Cara "giovane ragazza", il suo mondo emotivo è un tesoro inestimabile e apprezzo molto, se mi permette, il suo desiderio di esprimerlo, renderlo una risorsa per lei stessa e anche nel contatto con il mondo esterno.
Quindi il "piccolo comportamento" che chiede è un grande comportamento che lei sta già mettendo in atto: lo sforzo di dare un nome al suo mondo emotivo e di dargli il valore che effettivamente ha.
Poi, certo, come lei stessa constata, un percorso psicologico è una ulteriore grande risorsa. Per questo se può esserle utile, le propongo di incontrarci in un colloquio orientativo online.
Gentilissima buonasera, leggendo quanto da lei scritto mi chiedo quale sia il suo obiettivo: vorrebbe smettere di soffrire per questa situazione o vorrebbe imparare a mostrare la sua vulnerabilità? Qualunque sia la sua scelta la sua mente le metterà di fronte ostacoli che le renderanno difficile realizzarla: giudizi, valutazioni, obiezioni ecc. Ovviamente crederà a questi pensieri, li ha sempre considerati validi e si è sempre comportata coerentemente con essi. Cominci a guardarli in modo diverso, come qualcosa da considerare in maniera critica, provi a fare diversamente da ciò che le dicono. Quando questi "pensieri ostacolo" arrivano si domandi: questo pensiero mi avvicina o mi allontana dall'obiettivo? E valuti se seguirlo o meno. Provi, non sarà facile e se vuole io resto a sua disposizione per ulteriori confronti. Un caro saluto, dott.ssa Manuela Leonessa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
Comprendo il tuo vissuto e ti ringrazio per averlo condiviso con noi.
Ci scrivi “odio farmi vedere debole e non riesco a fidarmi di nessuno”. Se non odiassi sentirti debole riusciresti a fidarti di qualcuno? E cosa nello specifico ti fa sentire debole e non ti permette di fidarti di nessuno?
Talvolta il nostro essere umani, fallibili, talvolta fragili, può essere scambiato per debolezza e farci sentire a disagio, mettendo in secondo piano tutte le cose che dimostrano il contrario, mettendo in secondo piano noi stesse, evitando il dialogo, il “perché sento questo?”
Molto ciò di cui si ha bisogno lo si sa, bisogna solo ascoltarsi.
Sono qui se ti andasse di approfondire questi vissuti.
Cari saluti, dr.ssa Rita Desiderio
Gentile utente, comprendo quanto sia difficile per lei vivere con questa costante sensazione di non riuscire ad aprirsi con gli altri e di essere percepita come distante o inaccessibile. È positivo che abbia preso coscienza di questa dinamica e che sia aperta a cercare soluzioni per migliorare la situazione. Iniziare un percorso psicologico potrebbe essere un passo importante per esplorare più a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e le dinamiche relazionali che influenzano il suo modo di interagire con gli altri. Nel frattempo, potrebbe provare a confidarsi con una persona di fiducia su piccoli pensieri o emozioni, gradualmente aumentando la confidenza nel condividere parti più profonde di sé stessa. Sono piccoli passi, ma possono portare a cambiamenti significativi nel tempo. Resto a disposizione per eventuali dubbi o approfondimenti. Un saluto. Dott.ssa Pasqualina Annoso.
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Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
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La tua situazione sembra essere molto complessa e dolorosa e ti ringrazio per aver condiviso le tue emozioni con noi. La difficoltà nel mostrare i propri bisogni e sentimenti agli altri può essere legata a molteplici fattori, come il timore del giudizio, la paura della vulnerabilità e la mancanza di fiducia negli altri.
Un approccio sistemico relazionale potrebbe aiutarti a esplorare le dinamiche relazionali che ti portano a chiuderti emotivamente. Potresti iniziare a lavorare sulla consapevolezza delle tue emozioni e dei tuoi bisogni, cercando di capire cosa ti impedisce di esprimerli agli altri.
Un'altra strategia potrebbe essere quella di iniziare a praticare l'auto-compassione e ad accettare te stessa con le tue vulnerabilità. Lavorare sulla fiducia in te stessa e negli altri potrebbe essere un passo importante verso una maggiore apertura emotiva.
Infine, è importante sottolineare l'importanza di iniziare un percorso psicologico con uno specialista che possa aiutarti a esplorare più a fondo queste tematiche e a trovare strategie personalizzate per affrontarle. Non esitare a chiedere supporto e sostegno professionale per affrontare i tuoi problemi e iniziare un percorso di crescita personale. Spero che queste indicazioni possano esserti d'aiuto e ti auguro il meglio per il tuo cammino verso il benessere emotivo. Buona fortuna. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
Carissima, grazie per la condivisione.
Comprendo il disagio e la difficoltà che sta vivendo.
Probabilmente quando incontrerà la persona con cui essere sé stessa le verrà naturale aprirsi, però sicuramente può fare dei piccoli passettini alla volta per “cambiare rotta” e legittimarsi e concedersi di condividere i suoi problemi e le sue fatiche con altri.
Mostrare le proprie vulnerabilità espone molto, ci vuole molta forza sia quando si tiene dentro, sia quando si tira fuori e non è scontato affidare i propri vissuti ed esporli al prossimo.
Se ha legami più stretti di altri, potrebbe iniziare con il riferire alcune cose “meno profonde” di sé, ad esempio, se dovesse discutere con qualcuno per l’ultimo pacco di farina al supermercato, oppure se dovesse avere una difficoltà tecnologica di piccola entità o un mal di testa, lo potrebbe raccontare, condividendo quindi alcune fatiche o problemi “più lievi”, abituandosi all’idea di non essere sempre la ragazza che sta bene, così che “nessuno noti nulla”.
Come ha ben descritto, archiviando i problemi e non affrontandoli, rimangono lì ad accumularsi, è vero, saranno fuori dalla sua vista ma pur sempre presenti.
Si permetta di essere notata da persone selezionate e degne della sua fiducia, probabilmente non le verrà spontaneo farlo da subito e a volte ci riuscirà, a volte no, ci vorrà il suo tempo, tenga presente che già un passo lo ha fatto, ha condiviso con noi e si è esposta. Credo sia stata molto coraggiosa!
Provi anche a riflettere su un punto: cosa teme e cosa la spaventa dell’aprirsi?
Le auguro il meglio ma soprattutto, le auguro di riuscire a riporre nuovamente la sua fiducia negli altri! Un caro saluto
Ciao capire di avere difficoltà a esprimere le proprie emozioni e desiderare di cambiare è già un passo importante. Che ne pensi di iniziare a condividere piccole preoccupazioni o pensieri con persone di fiducia, probabilmente potrai sentirti più a tuo agio nel discutere argomenti più profondi.

Scrivere i tuoi pensieri e sentimenti può essere un modo utile per elaborarli e potrebbe facilitare la loro condivisione con gli altri.
Attività come l'arte, la musica o la scrittura possono offrire un altro modo per esprimere le tue emozioni in modo non verbale.

Considera di parlare con un terapeuta, che può offrire strumenti e strategie specifiche per superare queste sfide.

E' importante darsi anche il tempo di affrontare un percorso di terapia.

Un caro saluto
Cara ragazza,
Ti faccio i complimenti per la consapevolezza che hai sulle tue difficoltà. Non è da tutti comprendere gli aspetti su cui sarebbe utile lavorare. Detto questo una buona consapevolezza è già un ottimo inizio per avviare un percorso psicologico che dia a questa consapevolezza la possibilità di iniziare a fare qualcosa di concreto avviare un cabiamento. Parli delle tue emozioni come fossero qualcosa da tenere a freno, come qualcosa da nascondere agli altri perchè probabilmente in primis sei tu stessa ad averne paura. Conoscerle meglio, capire come si manifestano nel corpo e nella mente potrebbe aiutarti pian piano a passare dalla tua modalità di lotta contro di queste ad una modalità di accettazione. Se tu non ti concedi di vivere le emozioni che provi sarà difficile passare allo step successivo ovvero quello di mostrarle liberamente anche agli altri.
Se volessi approfondire ti offro un primo colloquio gratuito online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Gentile ragazza, la ringrazio per il suo racconto. Comprendo la sua difficoltà ad aprirsi all'altro e a fidarsi, ma mi viene da chiederle, dove lo ha imparato? I significati che diamo sono sempre il frutto di ciò che viviamo, ma è necessario comprenderne il senso, per poter poi decidere consapevolmente di darsi un'opportunità. Mi sento di dirle questo in quanto il volersi mostrare sempre forte e indistruttibile, come Atlante che reggeva tutto il mondo sulle spalle, è protettivo da un lato, ma disfunzionale dall'altro, ma il suo chiedere consiglio per risolvere ciò, o pensare ad un percorso terapeutico, è da considerarsi sicuramente una risorsa che lei ha, per poter comprendere come la fragilità non va negata ma si possono avere degli strumenti per imparare a gestirla. Resto a disposizione e la abbraccio.
Dott.ssa Monica Renna
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con noi questa sua difficoltà, è un passo molto importante: riconoscerla, comprendere come ci fa sentire e prenderne consapevolezza è sicuramente un buon modo per iniziare ad affrontare il suo vissuto.
Riconosco dalle sue parole il bisogno di esprimersi, di far emergere le sue emozioni. Probabilmente il vissuto che la ha accompagnata fino ad oggi non le appartiene più e sente il bisogno di evolvere ed emergere. Questo distacco può avvenire e ciò che può essere utile è imparare a farlo in modo graduale. Per questo motivo le suggerirei di pensare di intraprendere un percorso psicologico per comprendere l'origine di tale difficoltà ed imparare, attraverso la terapia, come affidarsi e mostrare le proprie fragilità possa rivelarsi importantissimo per il suo benessere.
La invito intanto a riflettere su un particolare: "ma tu non soffri mai?", "non ti ho mai vista piangere", "sembri sempre così tranquilla". Talvolta, l'apparenza inganna, soprattutto quando questa serve a tutela della nostra sofferenza. Le suggerirei dunque, con la persona con la quale ha più confidenza, di provare a rispondere a queste domande con la verità che riesce, in quel momento, a far emergere: se il nostro linguaggio non verbale è bloccato (e la rimando sempre al setting della terapia per comprenderne le ragioni) proviamo a dargli una mano.
Sentirsi riconosciuti dagli altri, soprattutto dalle persone per noi più intime, è di fondamentale importanza poiché siamo tutti fragili e per questo tutti necessitiamo di essere visti, accolti e compresi. Come sarebbe e come si sentirebbe se non fosse più da sola?
Cordiali saluti, Dott. ssa Martina Veracini
Gentile ragazza,

la ringrazio per aver condiviso i suoi pensieri ed emozioni con tanta onestà e apertura. È evidente che sta vivendo una situazione complessa che comporta sfide significative, ma il suo desiderio di esplorare questi aspetti di sé è un segno molto positivo di resilienza e consapevolezza.

Prima di tutto, è importante riconoscere che il modo in cui gestisce le sue emozioni e le sue relazioni è stato, fino a questo momento, un meccanismo di difesa che l'ha aiutata a sentirsi al sicuro. Tuttavia, come ha giustamente osservato, questo può anche limitarla, impedendole di formare connessioni più profonde e significative con gli altri.

Iniziare un percorso psicologico è sicuramente una decisione saggia. Un professionista può offrirle uno spazio sicuro e di supporto dove esplorare le sue emozioni e i suoi schemi comportamentali senza giudizio.

Intanto, le scrivo di seguito alcuni piccoli consigli pratici che potrebbero aiutarla:

Riconosco le mie emozioni: Potrebbe essere utile iniziare a tenere un diario delle emozioni. Scrivere come si sente durante il giorno può aiutarla a diventare più consapevole delle sue emozioni e a riconoscerle meglio. Questo può essere un primo passo per poi sentirsi più a proprio agio nel condividerle con gli altri.

Piccoli passi: Potrebbe iniziare a condividere piccole cose con le persone a lei più vicine, anche se potrebbe sembrarle difficile. Questo non significa che debba subito parlare dei suoi dolori più profondi, ma anche condividere piccole preoccupazioni quotidiane può essere un buon inizio.

Mindfulness: Pratiche come la mindfulness possono aiutarla a centrarsi sul presente e a connettersi meglio con i suoi sentimenti. Questo potrebbe renderla più confortevole nell'accogliere le sue emozioni anziché nasconderle.

Autocompassione: Sviluppare un atteggiamento amorevole verso se stessa è fondamentale. Essere gentile con se stessi nei momenti di dolore o di difficoltà è un passo cruciale per costruire una relazione sana con le proprie emozioni.

Ricordi, il cambiamento richiede tempo e pazienza. È normale sentirsi a volte scoraggiati, ma ogni piccolo passo che fa è un progresso verso una maggiore comprensione di sé stessa e verso relazioni più ricche e soddisfacenti. Continui a prendersi cura di sé.

Un caro saluto e auguri per il suo percorso di crescita personale.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per essersi aperta nel condividere questo stato di sofferenza sicuramente non facile da sostenere. Per aiutarla non posso fare a meno di parlare di attaccamento, la teoria dell'attaccamento è trasversale ad ogni approccio psicoterapeutico, fin da piccoli in base alle risposte dei nostri caregiver (solitamente i genitori) impariamo a rappresentare noi stessi, gli altri e come entrare in relazione garantendoci la sopravvivenza. Nel suo caso potrebbe essersi sviluppata una modalità di attaccamento evitante e quindi una predisposizione a sopprimere e nascondere senza dare spazio all'interno delle relazioni al suo lato emotivo. Le consiglierei di rivolgersi ad un terapeuta ad indirizzo integrato relazionale, poiché potrà aiutarla nel lavorare con tecniche comportamentali nel gestire i vari sintomi che riporta ottenendo un primo beneficio, e una volta stabilizzata potrà essere accompagnata in un percorso che l'aiuti a raggiungere una maggiore consapevolezza delle dinamiche interiori più profonde che la ostacolano nel relazionarsi, sviluppando nuove strategie relazionali senza dover risentire di un'attivazione emotiva difficile da sostenere.
Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino

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Gent.ma, comprendo questa sua sofferenza non facile da sostenere. ecco perché come si è accorta anche lei, le consiglio un'approfondimento personale con se stessa attraverso una consulenza psicologica. Cosi da comprendere il suo passato, capire come gestire il suo presente diventando più consapevoli e funzionali per proiettarsi verso un nuovo futuro che l'aspetta.

A disposizione
Dott. Maurizio Di Benedetto
Salve,

La sua consapevolezza degli schemi comportamentali e delle difficoltà che affronta nell'aprire la sua sfera emotiva è un passo importante verso il cambiamento. È comprensibile che il suo perfezionismo e la paura di essere giudicata come debole la abbiano portato a nascondere le emozioni e a creare una barriera tra lei e gli altri.

Il primo passo per superare questa situazione potrebbe essere quello di iniziare a praticare l'accettazione di sé stessa e delle sue emozioni. Riconoscere e accettare le vulnerabilità non la rende debole, ma la rende umana. Potrebbe provare a praticare la gentilezza verso se stessa, imparando a trattarsi con la stessa compassione che riserverebbe a un amico in difficoltà.

È importante anche lavorare sulla fiducia nelle persone intorno a lei. Cerchi di identificare le persone di cui si fida di più e inizi ad aprirsi gradualmente con loro. Potrebbe iniziare condividendo piccoli pensieri o sentimenti e aumentare progressivamente la sue vulnerabilità man mano che si sente più a suo agio.

La comunicazione è fondamentale in qualsiasi relazione. Cerchi di comunicare in modo aperto e onesto con le persone intorno a lei, esprimendo i bisogni e le preoccupazioni. Spesso, le persone che la circondano potrebbero non essere consapevoli delle sue difficoltà finché non le condivide con loro.

Infine, consideri seriamente l'idea di intraprendere un percorso psicologico il quale può aiutarla a esplorare più approfonditamente le cause dei suoi schemi comportamentali, fornendo strumenti e supporto per affrontare le emozioni in modo più sano e costruttivo.

Ricordi che il cambiamento richiede tempo e pazienza, quindi sii gentile con lei stessa lungo questo percorso. E' sulla buona strada per fare progressi e trovare un equilibrio emotivo più soddisfacente.

Saluti, Dott.ssa Camilla Persico

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