Salve sono una ragazza di 28 anni da un anno vivo con il mio compagno però sono frustrata perché non
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Salve sono una ragazza di 28 anni da un anno vivo con il mio compagno però sono frustrata perché non riesco a trovare lavoro e lavora solo lui, ora premetto che io comunque mi occupo della casa però essendo che il mio compagno e perfezionista e anche troppo se trova qualcosa fuori posto o se mi dimentico qualcosa, tipo un giorno e successo che e andato a lavoro e non ha pranzato la sera anche non ha cenato ma li ho mandato il messaggio se voleva che gli cucinassi qualcosa e ha detto no il problema e sorto dopo quando e tornato nella chat non avevo letto che gli avevano cambiato il turno e quindi mi sono messa a letto quando e tornato si e messo a cucinare il pranzo per domani, e ovviamente da lì e iniziata la litigata, ammetto che sono distratta e a volte in po imbranata sto cercando di migliorare anche per me stessa, non lo so forse il fatto che non sto trovando lavoro e non sto riuscendo a contribuire che mi sta facendo sbagliare tutto? Premetto che lui e un perfezionista e ogni cosa che trova fuori posto anche un piccolo granello di polvere e una lotta continua, mi ha specificato che da questi due mesi a questa parte lui non sta tornando a casa più sereno, e io mi sento come se fossi la colpevole come se non stessi facendo abbastanza anche se sto cercando di migliorare, mi ripete sempre non devo essere io la femmina di casa ecc questa e la mia prima convivenza ho vissuto sempre con mia mamma , lui dice in un anno non hai ancora imparato nulla? Mi chiedo se la sbagliata so io nonostante il mio impegno nelle cose , lui ovviamente mi dice che secondo lui non sono pronta a una convivenza.
Grazie a chi mi risponde
Grazie a chi mi risponde
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua situazione, che sicuramente non è semplice da vivere. È evidente quanto tu stia cercando di impegnarti, sia nella gestione della casa che nel rapporto con il tuo compagno, nonostante le difficoltà emotive che stai attraversando.
La frustrazione per la mancanza di lavoro è una componente molto significativa: non trovare un impiego può influenzare profondamente la propria autostima, il senso di utilità e la percezione del proprio ruolo all’interno di una relazione. È comprensibile che tutto questo possa generare ansia, senso di inadeguatezza e una maggiore sensibilità alle critiche.
In una coppia, la convivenza è sempre un processo di adattamento reciproco. Quando uno dei due partner è molto perfezionista e ha aspettative elevate, può accadere che l’altro si senta costantemente sotto esame. È importante ricordare che una relazione sana si basa su rispetto, comunicazione e supporto reciproco, non sul giudizio o sull’aspettativa della perfezione.
Hai già fatto un passo importante: riconoscere alcuni tuoi limiti, come la distrazione o l’inesperienza, e voler migliorare per te stessa. Questo è un segnale di crescita e consapevolezza. Tuttavia, è altrettanto importante che i tuoi sforzi vengano riconosciuti e accolti con empatia dal tuo partner, anziché diventare un motivo di continuo confronto.
Se ti senti spesso colpevolizzata o come se non fossi mai abbastanza, è fondamentale approfondire questi vissuti. Potrebbero esserci dinamiche relazionali che vanno comprese meglio, e che magari si ripetono nel tempo, anche a livello personale.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato approfondire queste tematiche rivolgendosi ad uno specialista, che possa offrirti uno spazio sicuro dove esplorare i tuoi vissuti, rafforzare la tua autostima e valutare con maggiore chiarezza il tipo di relazione che stai vivendo.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La frustrazione per la mancanza di lavoro è una componente molto significativa: non trovare un impiego può influenzare profondamente la propria autostima, il senso di utilità e la percezione del proprio ruolo all’interno di una relazione. È comprensibile che tutto questo possa generare ansia, senso di inadeguatezza e una maggiore sensibilità alle critiche.
In una coppia, la convivenza è sempre un processo di adattamento reciproco. Quando uno dei due partner è molto perfezionista e ha aspettative elevate, può accadere che l’altro si senta costantemente sotto esame. È importante ricordare che una relazione sana si basa su rispetto, comunicazione e supporto reciproco, non sul giudizio o sull’aspettativa della perfezione.
Hai già fatto un passo importante: riconoscere alcuni tuoi limiti, come la distrazione o l’inesperienza, e voler migliorare per te stessa. Questo è un segnale di crescita e consapevolezza. Tuttavia, è altrettanto importante che i tuoi sforzi vengano riconosciuti e accolti con empatia dal tuo partner, anziché diventare un motivo di continuo confronto.
Se ti senti spesso colpevolizzata o come se non fossi mai abbastanza, è fondamentale approfondire questi vissuti. Potrebbero esserci dinamiche relazionali che vanno comprese meglio, e che magari si ripetono nel tempo, anche a livello personale.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato approfondire queste tematiche rivolgendosi ad uno specialista, che possa offrirti uno spazio sicuro dove esplorare i tuoi vissuti, rafforzare la tua autostima e valutare con maggiore chiarezza il tipo di relazione che stai vivendo.
Dottoressa Silvia Parisi
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno Signora, comprendo il peso del suo vissuto: non avere un lavoro può essere molto frustrante, perché ci si potrebbe sentire in debito con l’altra persona che lavora, ritenendo i soldi l’aspetto più importante. Tuttavia, all’interno di una convivenza, vengono messe in gioco tante cose, non soltanto i soldi. Come lei stessa dice, si occupa della casa e dei pasti e questo è il suo contributo, per il momento. Questo contributo non va ritenuto meno importante rispetto a ciò che fa il suo compagno. Ogni persona fa ciò che può in quello specifico momento della sua vita e in base alle proprie competenze, personalità e interessi. Tra l’altro, la ricerca del perfezionismo non è mai utile, anzi, ci fa soltanto sentire di sbagliare e ci ostacola. In bocca al lupo per la ricerca del lavoro!
Carissima,
da quello che racconti, emerge una forte frustrazione personale unita a un senso di inadeguatezza che stai interiorizzando sempre di più. Questo può accadere facilmente quando ci troviamo in un momento di vulnerabilità, come quello che racconti: la mancanza di un lavoro, il sentirsi "a carico", il desiderio di dimostrare amore e impegno attraverso i gesti quotidiani… e contemporaneamente la sensazione che tutto questo non basti mai.
Rifletti se ti stai giudicando attraverso gli occhi del tuo compagno; a volte, quando ci sentiamo insicuri, iniziamo a usare come metro di misura le critiche che riceviamo, dimenticandoci di ciò che facciamo e di quanto stiamo davvero cercando di migliorare.
E cosa significa per te "essere pronta per una convivenza"? La convivenza non è una performance da superare, ma un processo, fatto anche di errori, adattamenti e, soprattutto, di rispetto reciproco.
Ricorda di avere il diritto di sentirti accolta anche nella tua imperfezione, Il fatto che tu sia “distratta” o “imbranata” non è una colpa: sono caratteristiche che si possono comprendere, accogliere e gestire con comunicazione.
Ti chiedere inoltre, se la relazione che state costruendo è un luogo sicuro o un campo di prova? Una relazione sana non si basa sul controllo o sulla perfezione, ma su fiducia, ascolto e condivisione delle fatiche. È giusto che lui abbia i suoi bisogni, ma è altrettanto importante che i tuoi vengano riconosciuti.
Tu non sei sbagliata: sei in un momento di passaggio, e ogni passaggio ha bisogno di tempo, pazienza e supporto — non solo da te, ma anche da chi ti sta accanto.
Rimango a disposizione su Roma ed online, un caro saluto!
da quello che racconti, emerge una forte frustrazione personale unita a un senso di inadeguatezza che stai interiorizzando sempre di più. Questo può accadere facilmente quando ci troviamo in un momento di vulnerabilità, come quello che racconti: la mancanza di un lavoro, il sentirsi "a carico", il desiderio di dimostrare amore e impegno attraverso i gesti quotidiani… e contemporaneamente la sensazione che tutto questo non basti mai.
Rifletti se ti stai giudicando attraverso gli occhi del tuo compagno; a volte, quando ci sentiamo insicuri, iniziamo a usare come metro di misura le critiche che riceviamo, dimenticandoci di ciò che facciamo e di quanto stiamo davvero cercando di migliorare.
E cosa significa per te "essere pronta per una convivenza"? La convivenza non è una performance da superare, ma un processo, fatto anche di errori, adattamenti e, soprattutto, di rispetto reciproco.
Ricorda di avere il diritto di sentirti accolta anche nella tua imperfezione, Il fatto che tu sia “distratta” o “imbranata” non è una colpa: sono caratteristiche che si possono comprendere, accogliere e gestire con comunicazione.
Ti chiedere inoltre, se la relazione che state costruendo è un luogo sicuro o un campo di prova? Una relazione sana non si basa sul controllo o sulla perfezione, ma su fiducia, ascolto e condivisione delle fatiche. È giusto che lui abbia i suoi bisogni, ma è altrettanto importante che i tuoi vengano riconosciuti.
Tu non sei sbagliata: sei in un momento di passaggio, e ogni passaggio ha bisogno di tempo, pazienza e supporto — non solo da te, ma anche da chi ti sta accanto.
Rimango a disposizione su Roma ed online, un caro saluto!
Salve e grazie per aver scritto, leggo che hai molti dubbi su te stessa e ti fai delle domande ma il punto è che, in una buona convivenza, le domande e le relative risposte vanno fatte e affrontate insieme ed il modo migliore di convivere va costruito in due altrimenti, se ognuno fa da sé, questo non permette alla coppia di crescere creando piuttosto distacco. Se qualsiasi cosa tu faccia non va bene per lui è un campanello d'allarme, così come il fatto che ti dica che tu non sei pronta per una convivenza. Altro tema importante, come tu stessa dici, è che anche tu possa avere un lavoro tutto tuo per realizzare la tua identità professionale e la tua capacità economica. Il tuo compagno ti aiuta nella ricerca di un impiego? Condividete qualcosa rispetto al tuo obiettivo? Anche questo può essere un valido termometro della salute della coppia. Grazie e in bocca al lupo!
Gentile Utente,
da quanto leggo Le consiglio un supporto psicologico per meglio approfondire ed eventualmente supportare la percezione che ha di se stessa.
In alternativa sono possibili percorsi di coppia che possono aiutare, ad es., negli aspetti comunicativi o di conflitto.
Spero comprenda che ogni relazione è unica per cui occorre conoscere meglio il quadro per poter calzare risposte più specifiche.
Un saluto
da quanto leggo Le consiglio un supporto psicologico per meglio approfondire ed eventualmente supportare la percezione che ha di se stessa.
In alternativa sono possibili percorsi di coppia che possono aiutare, ad es., negli aspetti comunicativi o di conflitto.
Spero comprenda che ogni relazione è unica per cui occorre conoscere meglio il quadro per poter calzare risposte più specifiche.
Un saluto
Gentilissima Utente,
molti sono gli aspetti che emergono dalle sue parole, e spesso è difficile, specialmente attraverso brevi messaggi, trovare le modalità più adatte per offrire un sostegno autentico e sentito. Mi dispiace sinceramente che si trovi a vivere un momento così carico di frustrazione e senso di impotenza.
La difficoltà nel trovare lavoro è comprensibile, soprattutto in un periodo storico complesso come quello attuale, in cui spesso le opportunità dipendono da fattori esterni non facilmente controllabili. Tuttavia, non perda la speranza: anche se ora può sembrare tutto fermo, le occasioni arrivano, spesso quando meno ce lo aspettiamo.
Frasi come “non sto facendo abbastanza”, “sono quella sbagliata” o “non sono pronta” sembrano riflettere dei pensieri negativi automatici. Si tratta di meccanismi mentali che si attivano in risposta a situazioni difficili e che possono generare ansia, sfiducia e una sensazione di inadeguatezza. Vale la pena chiedersi se questi pensieri siano davvero utili e se la portino verso ciò che per lei è veramente importante. A volte, osservarli con un po’ di distacco può aiutare a ridurne l’impatto.
Non è un giudizio, bensì un invito, a riflettere sugli effetti che il perfezionismo del suo partner può avere sul benessere personale e sulla relazione. Quando le critiche diventano frequenti o pesanti, potrebbe essere utile stabilire dei confini più chiari.
Ad esempio, quando il suo compagno dice "non devo essere io la femmina della casa", sembra fare riferimento a un modello tradizionale di ruoli che forse lei non condivide. In una relazione di coppia le responsabilità andrebbero condivise in modo equilibrato, tenendo conto delle capacità e delle disponibilità di ciascuno. Potrebbe esprimere, con calma e sincerità:
“Capisco il tuo bisogno di ordine, ma per me è importante che le osservazioni siano costruttive e non continue. Mi sento demotivata quando ogni cosa viene percepita come un errore.”
Infine, se sente come propria – e non imposta – l’esigenza di migliorare l’organizzazione quotidiana, potrebbe essere utile creare semplici elenchi di attività e ritagliarsi un momento ogni giorno per confrontarsi e pianificare insieme al suo compagno. Questo può aiutarvi a sentirvi più allineati e supportati.
Le auguro di ritrovare il proprio equilibrio, anche in questo momento per lei così difficile.
Un caro saluto
Dott.ssa Pirazzini Cinzia
molti sono gli aspetti che emergono dalle sue parole, e spesso è difficile, specialmente attraverso brevi messaggi, trovare le modalità più adatte per offrire un sostegno autentico e sentito. Mi dispiace sinceramente che si trovi a vivere un momento così carico di frustrazione e senso di impotenza.
La difficoltà nel trovare lavoro è comprensibile, soprattutto in un periodo storico complesso come quello attuale, in cui spesso le opportunità dipendono da fattori esterni non facilmente controllabili. Tuttavia, non perda la speranza: anche se ora può sembrare tutto fermo, le occasioni arrivano, spesso quando meno ce lo aspettiamo.
Frasi come “non sto facendo abbastanza”, “sono quella sbagliata” o “non sono pronta” sembrano riflettere dei pensieri negativi automatici. Si tratta di meccanismi mentali che si attivano in risposta a situazioni difficili e che possono generare ansia, sfiducia e una sensazione di inadeguatezza. Vale la pena chiedersi se questi pensieri siano davvero utili e se la portino verso ciò che per lei è veramente importante. A volte, osservarli con un po’ di distacco può aiutare a ridurne l’impatto.
Non è un giudizio, bensì un invito, a riflettere sugli effetti che il perfezionismo del suo partner può avere sul benessere personale e sulla relazione. Quando le critiche diventano frequenti o pesanti, potrebbe essere utile stabilire dei confini più chiari.
Ad esempio, quando il suo compagno dice "non devo essere io la femmina della casa", sembra fare riferimento a un modello tradizionale di ruoli che forse lei non condivide. In una relazione di coppia le responsabilità andrebbero condivise in modo equilibrato, tenendo conto delle capacità e delle disponibilità di ciascuno. Potrebbe esprimere, con calma e sincerità:
“Capisco il tuo bisogno di ordine, ma per me è importante che le osservazioni siano costruttive e non continue. Mi sento demotivata quando ogni cosa viene percepita come un errore.”
Infine, se sente come propria – e non imposta – l’esigenza di migliorare l’organizzazione quotidiana, potrebbe essere utile creare semplici elenchi di attività e ritagliarsi un momento ogni giorno per confrontarsi e pianificare insieme al suo compagno. Questo può aiutarvi a sentirvi più allineati e supportati.
Le auguro di ritrovare il proprio equilibrio, anche in questo momento per lei così difficile.
Un caro saluto
Dott.ssa Pirazzini Cinzia
Buongiorno,
Riterrei plausibile ipotizzare che si sia rafforzata in lei, a partire dall'occasione di nuova convivenza, una convinzione di base presumibilmente già esistente, di inadeguatezza personale.
Considerando come la figura del suo fidanzato non sembra esserle d'aiuto, nel momento attuale, riterrei utile un percorso suo personale (psicoterapia orientamento cbt sembrerebbe essere un'ottima indicazione), che la aiuti a sconfessare questa idea di base di sé, sulla base di esercizi di ristrutturazione cognitiva e, soprattutto, di investimenti personali che la vedano fare esperienze in prima persona, nel contesto fuori casa.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Rimango disponibile anche a consulenze online,
Dott.ssa Elisa Folliero
Riterrei plausibile ipotizzare che si sia rafforzata in lei, a partire dall'occasione di nuova convivenza, una convinzione di base presumibilmente già esistente, di inadeguatezza personale.
Considerando come la figura del suo fidanzato non sembra esserle d'aiuto, nel momento attuale, riterrei utile un percorso suo personale (psicoterapia orientamento cbt sembrerebbe essere un'ottima indicazione), che la aiuti a sconfessare questa idea di base di sé, sulla base di esercizi di ristrutturazione cognitiva e, soprattutto, di investimenti personali che la vedano fare esperienze in prima persona, nel contesto fuori casa.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Rimango disponibile anche a consulenze online,
Dott.ssa Elisa Folliero
Gentile Signora,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È evidente che sta attraversando un momento complesso, carico di emozioni contrastanti, dubbi e anche sensi di colpa. Il fatto che Lei stia cercando di comprendere la situazione e di migliorarsi è un segnale molto importante: significa che sta già facendo un lavoro su di sé, il che è positivo e fondamentale.
La convivenza, soprattutto se è la prima, è un passaggio significativo e talvolta difficoltoso. Implica la necessità di rivedere spazi, ruoli, aspettative e abitudini, sia personali che di coppia. È normale che emergeranno incomprensioni, e ciò non significa necessariamente che una delle due persone stia “sbagliando”, ma piuttosto che ci siano due visioni e modi di vivere differenti.
Da quanto scrive, sembra che la difficoltà nel trovare un lavoro stia influenzando il suo senso di autostima e la percezione del suo ruolo all’interno della relazione. Sentirsi come se non stesse contribuendo economicamente può essere doloroso, ma è importante ricordare che il valore di una persona non dipende solo dal contributo economico. Gestire la casa è comunque un contributo significativo e prezioso, e la sua attenzione a questo aspetto non è meno importante.
Riguardo al comportamento del suo compagno, è fondamentale fare una distinzione tra le esigenze legittime — come il bisogno di ordine e di perfezione — e il modo in cui queste vengono comunicate e gestite all’interno della relazione. Se si sente costantemente sotto pressione o giudicata, potrebbe essere utile riflettere se vi sia spazio in questa relazione per sentirsi accolta, sostenuta e apprezzata, anche nei momenti di difficoltà.
Un altro aspetto che ha sottolineato è il suo impegno nel migliorarsi, “anche per me stessa”. Questo è un punto molto importante. Il desiderio di crescere è certamente positivo, ma dovrebbe partire da un luogo di autocompassione e amore verso di sé, piuttosto che dalla paura di non essere “abbastanza” per qualcun altro.
Infine, desidero dirle con sincerità che non è “sbagliata”. Sta attraversando una fase di transizione, e le difficoltà che ne derivano sono naturali. A volte, confrontarsi con un professionista in uno spazio individuale potrebbe aiutarla a ritrovare maggiore chiarezza su chi è, su cosa desidera e su come affrontare le sue relazioni in modo sano.
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È evidente che sta attraversando un momento complesso, carico di emozioni contrastanti, dubbi e anche sensi di colpa. Il fatto che Lei stia cercando di comprendere la situazione e di migliorarsi è un segnale molto importante: significa che sta già facendo un lavoro su di sé, il che è positivo e fondamentale.
La convivenza, soprattutto se è la prima, è un passaggio significativo e talvolta difficoltoso. Implica la necessità di rivedere spazi, ruoli, aspettative e abitudini, sia personali che di coppia. È normale che emergeranno incomprensioni, e ciò non significa necessariamente che una delle due persone stia “sbagliando”, ma piuttosto che ci siano due visioni e modi di vivere differenti.
Da quanto scrive, sembra che la difficoltà nel trovare un lavoro stia influenzando il suo senso di autostima e la percezione del suo ruolo all’interno della relazione. Sentirsi come se non stesse contribuendo economicamente può essere doloroso, ma è importante ricordare che il valore di una persona non dipende solo dal contributo economico. Gestire la casa è comunque un contributo significativo e prezioso, e la sua attenzione a questo aspetto non è meno importante.
Riguardo al comportamento del suo compagno, è fondamentale fare una distinzione tra le esigenze legittime — come il bisogno di ordine e di perfezione — e il modo in cui queste vengono comunicate e gestite all’interno della relazione. Se si sente costantemente sotto pressione o giudicata, potrebbe essere utile riflettere se vi sia spazio in questa relazione per sentirsi accolta, sostenuta e apprezzata, anche nei momenti di difficoltà.
Un altro aspetto che ha sottolineato è il suo impegno nel migliorarsi, “anche per me stessa”. Questo è un punto molto importante. Il desiderio di crescere è certamente positivo, ma dovrebbe partire da un luogo di autocompassione e amore verso di sé, piuttosto che dalla paura di non essere “abbastanza” per qualcun altro.
Infine, desidero dirle con sincerità che non è “sbagliata”. Sta attraversando una fase di transizione, e le difficoltà che ne derivano sono naturali. A volte, confrontarsi con un professionista in uno spazio individuale potrebbe aiutarla a ritrovare maggiore chiarezza su chi è, su cosa desidera e su come affrontare le sue relazioni in modo sano.
Cara, ho l'impressione che il fatto di non lavorare e la sua frustrazione la facciano sentire e fanno sì che si metta in una posizione un po' sminuita rispetto al suo ragazzo, un po' come se gli dovesse qualcosa? Questo potrebbe farle sentire il fatto di occuparsi della casa con un peso in più, peso dato dal fatto che è una cosa che fa non per libera scelta perché è casa sua, ma come un dovere nei confronti del suo ragazzo. Sentirsi in obbligo e non liberi non è piacevole. Potrebbe provare a concordare con il suo ragazzo le cose che è disposta a fare per la gestione della casa (quali e in che tempi) e degli spazi in cui invece fa delle cose solo per se stessa e questo fino a che non abbia trovato un lavoro. Le convivenze sono sempre un banco di prova in cui si va avanti trovando accordi e aggiustamenti reciproci in modo che i bisogni di ognuno possano trovare spazio "sotto lo stesso tetto". Un caro saluto
Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che stai vivendo. Spieghi molto bene il punto di vista del tuo compagno, ma non emerge chiaramente il tuo. Lui è un perfezionista, lui non è più sereno quando torna a casa, lui ti dice che in un anno di convivenza non hai imparato nulla, secondo lui non sei pronta per la convivenza... ma tu invece? Cosa pensi di te stessa? Dove sei tu in tutto questo? Cosa provi tu? Di cosa hai bisogno? quali sono le tue paure? i tuoi pensieri?
Quando ci concentriamo solo sull'altro, quando il nostro benessere dipende dalle sue azioni o dalle sue emozioni, rischiamo di perdere il contatto con la parte più importante di noi stessi: il nostro valore.
Ti propongo di iniziare, insieme a riportare uno sguardo su di te. Per ricordarti di te.
Perchè se tu stai bene, se impari a essere il tuo centro, ogni relazione diventerà più sana, equilibrata e vera.
Parti da te.
Mi rendo disponibile per un primo colloquio conoscitivo anche online.
Cordialmente
Helena Afflitto
Quando ci concentriamo solo sull'altro, quando il nostro benessere dipende dalle sue azioni o dalle sue emozioni, rischiamo di perdere il contatto con la parte più importante di noi stessi: il nostro valore.
Ti propongo di iniziare, insieme a riportare uno sguardo su di te. Per ricordarti di te.
Perchè se tu stai bene, se impari a essere il tuo centro, ogni relazione diventerà più sana, equilibrata e vera.
Parti da te.
Mi rendo disponibile per un primo colloquio conoscitivo anche online.
Cordialmente
Helena Afflitto
Gentilissima,
Capita spesso, soprattutto alla prima convivenza, di sentirsi smarriti tra il proprio senso di valore e quello che l’altro si aspetta. Ma quando ci si sente “la colpevole”, si sta ascoltando davvero ciò che si desidera costruire… o solo ciò che si pensa di dover correggere? Che significato sta assumendo per lei, in questo momento, il “fare le cose bene”?
Sarebbe interessante approfondire le sue rappresentazioni, mi tengo disponibile.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Capita spesso, soprattutto alla prima convivenza, di sentirsi smarriti tra il proprio senso di valore e quello che l’altro si aspetta. Ma quando ci si sente “la colpevole”, si sta ascoltando davvero ciò che si desidera costruire… o solo ciò che si pensa di dover correggere? Che significato sta assumendo per lei, in questo momento, il “fare le cose bene”?
Sarebbe interessante approfondire le sue rappresentazioni, mi tengo disponibile.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Gent.ma, cosa c'è di sbagliato nell' impegnarsi per apprendere cose nuove? Si dia del tempo per imparare a fare bene le faccende domestiche così come si ha bisogno di tempo per imparare un lavoro nuovo quando si viene assunti, è la medesima cosa! La domanda che vorrei porle è un'altra, ci tiene così tanto a fare le cose bene per se stessa o perché ci tiene il suo compagno? Perché imparare cose che rendano soddisfatti gli altri e non noi stessi equivale a non impararle affatto! Mi spiego meglio, sta vivendo un periodo che definisce frustrante perché non trova lavoro, il che da come lo ha descritto non la fa stare serena, allora ne parli con il suo compagno spiegandogli che sta facendo del suo meglio ma che le continue richieste di perfezionismo non la aiutano. Questa pressione nel dover essere tutto perfetto la fa sentire sempre sotto esame e questo influisce sulla sua serenità. Essere femmine o maschi al giorno d'oggi non dovrebbe significare nulla nell'ambito domestico, capisco che ci si possa dividere i compiti, e poiché lui sta lavorando fuori casa, magari lei si sente in dovere di svolgere maggiormente i compiti domestici mentre è disoccupata, ma non è necessario che ciò che fa venga poi controllato e giudicato. Spero di averle dato uno spunto per migliorare ciò che la turba, se avesse bisogno di parlare con qualcuno, il supporto psicologico è efficace proprio in questi periodi di vita così stressanti. In bocca al lupo per la ricerca di lavoro.
Buongiorno, capisco quello che stai scrivendo e capisco anche che questo ti possa arrecare del disagio e che tu lo voglia affrontare. Insieme possiamo trovare una serenità quotidiana, andando alla ricerca dei significati, dei perchè alcune cose ci smuovo e ci fanno soffrire mentre altre no. possiamo insieme imparare delle strategie concrete che possono aiutare a vedere le cose da un altro punto di vista e capire come migliorare la situazione. Contattami per fissare un incontro e insieme capiremo come posso esserti utile. Dott.ssa Alessandra Corti
Salve, la situazione che sta vivendo sembra essere molto difficile e le sue parole trasmettono un forte senso di frustrazione, insicurezza e confusione, comprensibili dati i vari fattori che sta affrontando. Vedo che sta cercando di fare del suo meglio in una situazione che comporta una serie di sfide, come la ricerca di un lavoro, il confronto con le aspettative del suo compagno e la convivenza, che è un cambiamento molto significativo. È importante riconoscere il suo impegno nel migliorare, sia a livello personale che nella relazione, e il fatto che ne stia parlando è già un passo positivo verso la comprensione e la soluzione. Viviamo in un periodo in cui l'autosufficienza economica e la capacità di contribuire finanziariamente possono diventare aspetti molto stressanti, soprattutto quando ci si sente in una posizione di non poter soddisfare queste aspettative. La ricerca di un lavoro, soprattutto in un contesto come quello attuale, può essere lunga e frustrante, e il non riuscire a trovare una soluzione immediata può accentuare il senso di colpa e di inadeguatezza. Purtroppo, spesso questa difficoltà nell'avere una posizione professionale si riflette anche sul nostro modo di relazionarci con gli altri, in particolare con il partner. Può essere che, in questo momento, la sua insoddisfazione per la mancanza di un lavoro stia influenzando la sua autopercezione, portandola a sentirsi meno capace o meno valida in altri ambiti, come quello della gestione della casa o della relazione. Inoltre, il fatto che il suo compagno sia un perfezionista rende la situazione ancora più difficile. Le persone con una forte tendenza al perfezionismo tendono ad avere aspettative molto alte, non solo verso se stesse, ma anche verso gli altri. Questo può creare una pressione notevole, soprattutto quando le aspettative non vengono soddisfatte, anche per motivi che possono sembrare minori (come un piccolo errore nella gestione della casa). Quando queste aspettative non vengono rispettate, il perfezionista può sentirsi frustrato, e questo può facilmente portare a conflitti. È possibile che il suo compagno non si renda conto dell'effetto che le sue parole e il suo comportamento possono avere su di lei, specialmente quando lei si sforza comunque di fare del suo meglio. L'idea che lei possa sentirsi "la colpevole" e che possa non essere "pronta per la convivenza" è un pensiero che potrebbe essere legato sia alla pressione che si autoimponi per riuscire a fare tutto perfettamente, sia al modo in cui il suo compagno esprime il suo malcontento. Non è raro che i perfezionisti esprimano il loro disagio in maniera critica, senza renderne pienamente conto. Lei ha menzionato di sentirsi "imbranata" e di voler migliorare. Questo è un atteggiamento molto positivo, ma le consiglio di non essere troppo severa con sé stessa. La convivenza, così come ogni altra forma di relazione, è un processo che richiede tempo, pazienza e comprensione da entrambe le parti. Non si impara tutto subito, e non è necessario essere "perfetti" in ogni momento. Una cosa che potrebbe aiutarla in questa situazione è cercare di comunicare apertamente con il suo compagno riguardo ai suoi sentimenti. Potrebbe essere utile parlare con lui delle sue preoccupazioni, senza paura di mostrare la vulnerabilità che sente, come la frustrazione per non aver trovato un lavoro o la sensazione di essere giudicata per piccoli errori. È importante che lui comprenda quanto la situazione la stia influenzando, non solo a livello pratico, ma anche emotivo. Potrebbe anche essere utile esplorare insieme come entrambi vedono la convivenza e cercare di trovare un terreno comune, dove entrambi possiate sentirvi soddisfatti e apprezzati per il contributo che ciascuno porta. Infine, le consiglio di non ignorare il suo desiderio di migliorare. È chiaro che lei sta cercando di fare del suo meglio. Può essere utile chiedersi cosa può fare per sentirsi più soddisfatta e serena in questo periodo. A volte, piccoli cambiamenti o accorgimenti pratici possono fare una grande differenza nel ridurre la frustrazione e nel migliorare la comunicazione all'interno della coppia. Inoltre, dare valore alle proprie emozioni, anche quelle legate al senso di colpa, senza però lasciarle dominare la situazione, è un passo importante. Restando consapevole di queste dinamiche e affrontandole con pazienza, è possibile superare questo momento difficile. Mi auguro che con il tempo e un dialogo costruttivo possiate trovare una soluzione che vi permetta di vivere questa convivenza in modo più sereno. Restiamo a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, mi dispiace per la situazione che sta vivendo perchè immagino si impegni ma questo non viene apprezzato dal suo compagno avendo una tendenza perfezionista.
Volevo chiederle eventualmente di riflettere se lui riuscirebbe a tenere la casa in ordine lavorando tutto il giorno. Immagino che se lui vivesse da solo dovrebbe arrangiarsi mentre avere te in casa dovrebbe essere un valore aggiunto. Penso che dovreste semplicemente trovare il vostro equilibrio e la convivenza come ogni relazione è fatta di compromessi (ci si viene incontro perchè ognuno ha le sue abitudini).
Magari potreste parlarne e decidere come fare le cose al meglio ma trovando dei punti di incontro per entrambi. Del resto penso che c'è il tuo bisogno di trovare un lavoro seguilo e quando lo troverai troverete altri compromessi in modo da far coincidere tutto.
Se avete o hai bisogno rimango a disposizione per dei colloqui.
Buona giornata,
Dott.ssa Casumaro Giada
Volevo chiederle eventualmente di riflettere se lui riuscirebbe a tenere la casa in ordine lavorando tutto il giorno. Immagino che se lui vivesse da solo dovrebbe arrangiarsi mentre avere te in casa dovrebbe essere un valore aggiunto. Penso che dovreste semplicemente trovare il vostro equilibrio e la convivenza come ogni relazione è fatta di compromessi (ci si viene incontro perchè ognuno ha le sue abitudini).
Magari potreste parlarne e decidere come fare le cose al meglio ma trovando dei punti di incontro per entrambi. Del resto penso che c'è il tuo bisogno di trovare un lavoro seguilo e quando lo troverai troverete altri compromessi in modo da far coincidere tutto.
Se avete o hai bisogno rimango a disposizione per dei colloqui.
Buona giornata,
Dott.ssa Casumaro Giada
Capisco quanto ti senti sotto pressione. Non sei sbagliata, stai solo attraversando un momento difficile. La tua insicurezza non è debolezza, ma una risposta naturale alla frustrazione e al senso di giudizio. Meriti ascolto, rispetto e spazio per crescere, senza paura. Qualora avessi necessità di esprimere le tue emozioni in un ascolto sicuro, rimango a disposizione.
Ciao, le relazioni sono sempre un incontro e un equilibrio tra due persone che si dividono in modo flessibile onori e oneri, da quello che descrivi mi sembra che il vostro rapporto di coppia sia un pò rigido, con difficoltà ad ascoltare le esigenze reciproche.
Gentile Paziente Anonimo,
grazie per aver raccontato una parte così intima e complessa di lei stessa, dalle sue parole emerge quanto stia cercando di dare il meglio, nonostante le difficoltà, e quanto questa situazione la faccia sentire inadeguata e in colpa. In un momento di transizione come la ricerca di un equilibrio nella convivenza, tutto può apparire senz'altro più faticoso. Tuttavia, questo spazio non consente di approfondire davvero ciò che lei sta vivendo, né sarebbe rispettoso darle risposte semplificate su questioni così profonde come delle dinamiche relazionali con il suo compagno. Le dinamiche di coppia toccano aspetti profondi della nostra storia personale - nonchè delle nostre insicurezze e dei nostri bisogni - e proprio per questo meritano uno spazio adeguato per essere comprese davvero. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo, perchè un percorso possa aiutarla a fare chiarezza su quello che prova e a ritrovare un senso di equilibrio, dentro e fuori la relazione.
Cordialmente,
Dr.ssa Martina Podda
grazie per aver raccontato una parte così intima e complessa di lei stessa, dalle sue parole emerge quanto stia cercando di dare il meglio, nonostante le difficoltà, e quanto questa situazione la faccia sentire inadeguata e in colpa. In un momento di transizione come la ricerca di un equilibrio nella convivenza, tutto può apparire senz'altro più faticoso. Tuttavia, questo spazio non consente di approfondire davvero ciò che lei sta vivendo, né sarebbe rispettoso darle risposte semplificate su questioni così profonde come delle dinamiche relazionali con il suo compagno. Le dinamiche di coppia toccano aspetti profondi della nostra storia personale - nonchè delle nostre insicurezze e dei nostri bisogni - e proprio per questo meritano uno spazio adeguato per essere comprese davvero. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo, perchè un percorso possa aiutarla a fare chiarezza su quello che prova e a ritrovare un senso di equilibrio, dentro e fuori la relazione.
Cordialmente,
Dr.ssa Martina Podda
Capisco quanto possa essere faticoso vivere questa situazione, soprattutto se è la tua prima convivenza e stai attraversando un momento in cui già ti senti in difficoltà con la ricerca di lavoro. Non trovare un’occupazione può influire molto sull’autostima e farti sentire come se non stessi contribuendo abbastanza, ma questo non dovrebbe diventare un peso che porti da sola. Lui sembra avere aspettative molto alte su come dovrebbe essere gestita la casa, e forse parte di questa pressione nasce proprio da un’idea di “equilibrio” che non è ancora stato costruito insieme. Spesso, quando uno dei due partner è molto perfezionista, può diventare difficile sentirsi all’altezza, anche se ci si sta impegnando davvero.
Se da due mesi a questa parte lui dice di non sentirsi più sereno a casa, può essere utile fermarvi e chiedervi insieme che cosa è cambiato davvero in questo periodo, se le sue aspettative erano chiare fin dall’inizio o se sono aumentate nel tempo, e se il modo in cui ti fa notare le cose ti aiuta a crescere o ti fa solo sentire più insicura. Può essere utile anche chiederti cosa accadrà quando inizierai a lavorare: se già ora ti senti sotto pressione, come potrai gestire la casa con un lavoro a tempo pieno? È possibile che le sue aspettative cambieranno, oppure resteranno le stesse, e allora potrebbe diventare ancora più difficile trovare un equilibrio.
Una relazione sana non si basa sulla perfezione, ma sulla possibilità di sentirsi accolti anche nei propri limiti e nelle proprie difficoltà, e di crescere insieme. Parlargli in un momento tranquillo può essere un primo passo per condividere i tuoi vissuti, dirgli che ti stai impegnando, che riconosci i tuoi punti deboli, ma che hai bisogno anche di sentire fiducia e comprensione. La casa dovrebbe essere un luogo dove entrambi potete sentirvi sereni, e non sotto esame continuo.
Non sei sbagliata solo perché sei in un momento di passaggio e stai ancora imparando. La convivenza è un percorso fatto di aggiustamenti continui, e non una prova da superare perfettamente fin dall’inizio. Il fatto che tu ti stia mettendo in discussione e stia cercando di migliorare è già un grande segnale di crescita e maturità, e anche questo merita di essere riconosciuto. Se senti che la situazione diventa troppo difficile da gestire da sola o se entrambi avete bisogno di ulteriore supporto, come un supporto psicologico o una terapia di coppia, potrebbe essere un passo positivo per aiutarvi a trovare un equilibrio. Sono qui, se hai bisogno di parlarne o se posso esserti di aiuto in qualche modo. Un caro saluto
Se da due mesi a questa parte lui dice di non sentirsi più sereno a casa, può essere utile fermarvi e chiedervi insieme che cosa è cambiato davvero in questo periodo, se le sue aspettative erano chiare fin dall’inizio o se sono aumentate nel tempo, e se il modo in cui ti fa notare le cose ti aiuta a crescere o ti fa solo sentire più insicura. Può essere utile anche chiederti cosa accadrà quando inizierai a lavorare: se già ora ti senti sotto pressione, come potrai gestire la casa con un lavoro a tempo pieno? È possibile che le sue aspettative cambieranno, oppure resteranno le stesse, e allora potrebbe diventare ancora più difficile trovare un equilibrio.
Una relazione sana non si basa sulla perfezione, ma sulla possibilità di sentirsi accolti anche nei propri limiti e nelle proprie difficoltà, e di crescere insieme. Parlargli in un momento tranquillo può essere un primo passo per condividere i tuoi vissuti, dirgli che ti stai impegnando, che riconosci i tuoi punti deboli, ma che hai bisogno anche di sentire fiducia e comprensione. La casa dovrebbe essere un luogo dove entrambi potete sentirvi sereni, e non sotto esame continuo.
Non sei sbagliata solo perché sei in un momento di passaggio e stai ancora imparando. La convivenza è un percorso fatto di aggiustamenti continui, e non una prova da superare perfettamente fin dall’inizio. Il fatto che tu ti stia mettendo in discussione e stia cercando di migliorare è già un grande segnale di crescita e maturità, e anche questo merita di essere riconosciuto. Se senti che la situazione diventa troppo difficile da gestire da sola o se entrambi avete bisogno di ulteriore supporto, come un supporto psicologico o una terapia di coppia, potrebbe essere un passo positivo per aiutarvi a trovare un equilibrio. Sono qui, se hai bisogno di parlarne o se posso esserti di aiuto in qualche modo. Un caro saluto
Buonasera,
capisco come il momento che sta attraversando sia molto complesso e pieno di cambiamenti: la convivenza da una parte e la realizzazione personale dall'altra.
L'andare via di casa e avviare una convivenza sicuramente rappresenta un cambiamento importante e il vivere insieme spesso richiede una riorganizzazione della relazione. La situazione che ha descritto coinvolge anche il suo compagno, per cui potrebbe essere importante, soprattutto in una prima fase, coinvolgere anche lui in un percorso psicologico. Un percorso di coppia spesso può essere di aiuto nel comprendere come riorganizzare un rapporto a seguito di cambiamenti importanti e può evitare quello di cui parlava lei: la ricerca del colpevole. La situazione lavorativa di cui parla può avere delle conseguenze su quello che sta vivendo, ma sarebbe utile affrontare anche la ricaduta di tale aspetto nella dinamica di coppia. Un percorso psicologico, dunque, vi aiuterebbe ad evitare la ricerca del colpevole da una parte e i sensi di colpa dall'altra.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, anche mediante una consulenza psicologica online.
Dott.ssa Anna Faragò
capisco come il momento che sta attraversando sia molto complesso e pieno di cambiamenti: la convivenza da una parte e la realizzazione personale dall'altra.
L'andare via di casa e avviare una convivenza sicuramente rappresenta un cambiamento importante e il vivere insieme spesso richiede una riorganizzazione della relazione. La situazione che ha descritto coinvolge anche il suo compagno, per cui potrebbe essere importante, soprattutto in una prima fase, coinvolgere anche lui in un percorso psicologico. Un percorso di coppia spesso può essere di aiuto nel comprendere come riorganizzare un rapporto a seguito di cambiamenti importanti e può evitare quello di cui parlava lei: la ricerca del colpevole. La situazione lavorativa di cui parla può avere delle conseguenze su quello che sta vivendo, ma sarebbe utile affrontare anche la ricaduta di tale aspetto nella dinamica di coppia. Un percorso psicologico, dunque, vi aiuterebbe ad evitare la ricerca del colpevole da una parte e i sensi di colpa dall'altra.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, anche mediante una consulenza psicologica online.
Dott.ssa Anna Faragò
La ringrazio per aver condiviso apertamente il suo vissuto. Le sue parole esprimono con chiarezza un momento di considerevole rilevanza emotiva, in cui si intrecciano sentimenti di frustrazione, inadeguatezza e il desiderio sincero di fare del proprio meglio.
Comprendo quanto possa essere difficile convivere con la sensazione di non riuscire a rispondere alle aspettative dell’altro, soprattutto quando ci si trova già in una fase di vulnerabilità legata, ad esempio, alla mancanza di un’occupazione lavorativa e del conseguente senso di indipendenza personale. È del tutto naturale che in situazioni come questa si possa iniziare a mettere in discussione sé stessi e a chiedersi se si stia "sbagliando qualcosa".
Ci tengo a dirle con fermezza che sentirsi in difficoltà non significa essere sbagliati. La convivenza, soprattutto quando rappresenta una prima esperienza, comporta inevitabilmente delle sfide: non si nasce pronti, si impara nel tempo, attraverso il confronto, gli errori e anche i momenti di dissenso. Il valore dell’impegno che sta mettendo, il desiderio di migliorarsi e la consapevolezza che dimostra nel rileggere criticamente quanto accade sono aspetti estremamente significativi.
Spesso, quando ci si sente sotto pressione o giudicati, si tende a interiorizzare un’idea di sé distante da quella reale, come se ogni mancanza fosse una conferma della propria inadeguatezza. In realtà, ciò che emerge dalle sue parole è che sta affrontando una fase di vita complessa con responsabilità e consapevolezza, anche se con comprensibile fatica.
Se lo desidera, potremmo approfondire insieme questi aspetti in un percorso di ascolto e sostegno psicologico, che le permetta di ritrovare uno spazio personale in cui dare voce a ciò che sente, ritrovare fiducia in se stessa e comprendere profondamente i suoi bisogni e limiti, senza necessariamente incorrere nella colpevolizzazione. Resto a disposizione qualora sentisse il bisogno di un confronto più approfondito.
Un cordiale saluto
Comprendo quanto possa essere difficile convivere con la sensazione di non riuscire a rispondere alle aspettative dell’altro, soprattutto quando ci si trova già in una fase di vulnerabilità legata, ad esempio, alla mancanza di un’occupazione lavorativa e del conseguente senso di indipendenza personale. È del tutto naturale che in situazioni come questa si possa iniziare a mettere in discussione sé stessi e a chiedersi se si stia "sbagliando qualcosa".
Ci tengo a dirle con fermezza che sentirsi in difficoltà non significa essere sbagliati. La convivenza, soprattutto quando rappresenta una prima esperienza, comporta inevitabilmente delle sfide: non si nasce pronti, si impara nel tempo, attraverso il confronto, gli errori e anche i momenti di dissenso. Il valore dell’impegno che sta mettendo, il desiderio di migliorarsi e la consapevolezza che dimostra nel rileggere criticamente quanto accade sono aspetti estremamente significativi.
Spesso, quando ci si sente sotto pressione o giudicati, si tende a interiorizzare un’idea di sé distante da quella reale, come se ogni mancanza fosse una conferma della propria inadeguatezza. In realtà, ciò che emerge dalle sue parole è che sta affrontando una fase di vita complessa con responsabilità e consapevolezza, anche se con comprensibile fatica.
Se lo desidera, potremmo approfondire insieme questi aspetti in un percorso di ascolto e sostegno psicologico, che le permetta di ritrovare uno spazio personale in cui dare voce a ciò che sente, ritrovare fiducia in se stessa e comprendere profondamente i suoi bisogni e limiti, senza necessariamente incorrere nella colpevolizzazione. Resto a disposizione qualora sentisse il bisogno di un confronto più approfondito.
Un cordiale saluto
Quando ci si sente frustrati, spesso si inizia a pensare che ogni errore, ogni dimenticanza, ogni parola non detta sia una prova di inadeguatezza. Ma ciò che stai vivendo forse non ha a che fare solo con l’essere “disattenta” o “non pronta”, quanto piuttosto con un contesto che ti fa sentire costantemente sotto esame. Quando il perfezionismo dell’altro si traduce in continue critiche, quando ogni piccolo errore viene amplificato, il rischio è che anche tu inizi a vedere te stessa solo attraverso ciò che “non va”. Ed è un circolo che fa male: più ti senti in difetto, più ti sforzi di fare meglio… ma senza mai sentirti davvero abbastanza. Il fatto che tu stia cercando lavoro e allo stesso tempo ti occupi della casa non è poco. Ma se tutto questo non viene riconosciuto, se ogni tuo sforzo viene annullato da parole dure, da giudizi o da aspettative sempre più alte, allora il problema non è solo “quanto ancora devi migliorare”, ma quanto questa relazione è davvero alla pari. Perché una relazione sana si costruisce nel rispetto reciproco, e non nel controllo, nella colpa o nel sentirsi costantemente sotto pressione.
La convivenza è un incontro tra due mondi, non un esame da superare. Se ti stai facendo così tante domande, forse il punto non è capire se sei tu quella sbagliata, ma iniziare a chiederti cosa desideri per te, che tipo di relazione ti fa stare bene e cosa senti di meritare.
Stai già mettendo impegno, ma forse ora è il momento di spostare anche un po’ di amore e cura su di te. Perché una relazione può crescere solo se cresce anche il rispetto. E da lì, ripartire.
Abbi cura di te!!!!!
Raffaella.
La convivenza è un incontro tra due mondi, non un esame da superare. Se ti stai facendo così tante domande, forse il punto non è capire se sei tu quella sbagliata, ma iniziare a chiederti cosa desideri per te, che tipo di relazione ti fa stare bene e cosa senti di meritare.
Stai già mettendo impegno, ma forse ora è il momento di spostare anche un po’ di amore e cura su di te. Perché una relazione può crescere solo se cresce anche il rispetto. E da lì, ripartire.
Abbi cura di te!!!!!
Raffaella.
Buon pomeriggio,
grazie davvero per aver condiviso qualcosa di così personale. Quello che descrivi non è affatto banale: vivere la prima convivenza, non riuscire a trovare lavoro e sentire continuamente la pressione di “dover essere all’altezza” può diventare molto pesante per chiunque. È normale sentirsi frustrata o inadeguata in una situazione così.
A volte, quando ci troviamo in relazioni dove c’è tanta tensione, perfezionismo e aspettative molto alte, diventa difficile distinguere cosa dipende da noi e cosa invece non è colpa nostra. on sei sbagliata: stai attraversando una fase delicata, e meriti uno spazio in cui poter capire davvero come stai, cosa desideri e di cosa hai bisogno per stare meglio.
Per questo un percorso psicologico potrebbe esserti davvero utile. Non perché tu abbia “qualcosa che non va”, ma perché potrebbe diventare uno spazio sicuro dove poter ritrovare ordine in questa situazione, riflettere sul senso di colpa e su cosa è possibile fare.
Resto a disposizione, anche in modalità online, se dovessi essere interessata.
Saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
grazie davvero per aver condiviso qualcosa di così personale. Quello che descrivi non è affatto banale: vivere la prima convivenza, non riuscire a trovare lavoro e sentire continuamente la pressione di “dover essere all’altezza” può diventare molto pesante per chiunque. È normale sentirsi frustrata o inadeguata in una situazione così.
A volte, quando ci troviamo in relazioni dove c’è tanta tensione, perfezionismo e aspettative molto alte, diventa difficile distinguere cosa dipende da noi e cosa invece non è colpa nostra. on sei sbagliata: stai attraversando una fase delicata, e meriti uno spazio in cui poter capire davvero come stai, cosa desideri e di cosa hai bisogno per stare meglio.
Per questo un percorso psicologico potrebbe esserti davvero utile. Non perché tu abbia “qualcosa che non va”, ma perché potrebbe diventare uno spazio sicuro dove poter ritrovare ordine in questa situazione, riflettere sul senso di colpa e su cosa è possibile fare.
Resto a disposizione, anche in modalità online, se dovessi essere interessata.
Saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
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