Salve, sono una ragazza di 23 anni e mio padre è deceduto dopo tre settimane di sala intensiva in cu

20 risposte
Salve, sono una ragazza di 23 anni e mio padre è deceduto dopo tre settimane di sala intensiva in cui era stato intubato ed è andato in coma farmacologico, non ci siamo mai salutati. Di base avevo già un rimorso, un senso di colpa, per non aver risposto alla sua ultima chiamata, ma non credevo potesse essere l'ultima...
Durante la degenza in sala intensiva sono entrata una sola volta ed è stato traumatico, una scena bruttissima che credo mi abbia staccata dalla realtà per qualche giorno perché sono passata dal piangere costantemente, elaborando così le emozioni brutte e negative, fino ad arrivare all'uscita della sala intensiva in cui mi sentivo svuotata, un vuoto dentro immenso. Ho iniziato ad ignorare la gravità della situazione perché ero fortemente convinta che sarebbe migliorato e che sarebbe uscito da lì dentro. Purtroppo non ce l'ha fatta ed io non capisco cosa mi stia accadendo, mi sento spaesata, mi sento circondata da questo silenzio assordante anche se poi concretamente casa non è silenziosa, sento di volermi ribellare all'idea di non rivedere mio padre mai più, ma è una ribellione inutile perché nessuno mi porterà indietro il mio papà.
Io non so cosa mi stia accadendo, non mi percepisco, non mi capisco, mi sento come un vaso in cui all'interno c'è un seme di fiore e tu lo sai, ma intorno manca il terreno per poter sbocciare. Ecco, mi sento abbandonata a me stessa ed ho paura di queste emozioni che non emergono
Dott.ssa Nunzia Madonna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Caserta
buongiorno. so di sembrare troppo diretta e me ne scuso se posso in qualche modo ferirla ma... non crede di chiedere troppo a se stessa?

immagino quanto possa essere doloroso quello che lei sta vivendo, l'elaborazione del lutto che ha vissuto prevede un tempo lungo ed un'elaborazione di diverse emozioni che al momento le sembrano accessibili. Si faccia aiutare, chieda un consulto psicologico con un esperto di elaborazione del lutto e /o di esperienze traumatiche. Le auguro di ritrovare la sua strada, un abbraccio Nunzia

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Dott.ssa Dafne Zikos
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Cara utente,
mi dispiace molto per la sua perdita. E' molto difficile elaborare un lutto così importante e richiede molto tempo. E' come dice lei "una sensazione si vuoto immenso" , perciò si dia il tempo necessario per affrontare questo momento così doloroso.
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione,
un saluto
Dott.ssa Dafne Zikos
Dott. Leonardo Provini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, purtroppo l'angoscia molto intensa può stimolare l'esperienza sensoriale che lei sta vivendo. Purtroppo, mi sembra che le esperienze che ha vissuto - il lutto di suo padre e le circostanze in cui è avvenuto - stiano lasciando un brutto strascico. Non so nemmeno in che rapporto lei stava con papà e questo potrebbe essere una complicazione ulteriore. Se le posso dare un consiglio non perda tempo e contatti un professionista che possa aiutarla a comprendere cosa sta passando e aiutarla a gestire questo momento e lutto doloroso al meglio. Resto a disposizione
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Mi dispiace profondamente per la tua perdita e per il dolore che stai attraversando. Il tutto, soprattutto quando avviene in modo così improvviso e traumatico, può generare una gamma complessa di emozioni, che vanno dal senso di colpa alla confusione, fino a una sensazione di vuoto interiore.

È normale che tu ti sente spaesata e che faccia fatica a comprendere cosa stai provando. Il lutto non segue un percorso lineare e ognuno lo vive in modo unico. La tua mente sta cercando di elaborare l'assenza di tuo padre e, nel farlo, può capitare di avvertire una sorta di distacco dalla realtà, una difficoltà a percepire e riconoscere le proprie emozioni.

Le immagini dolorose legate alla sua degenza possono aver lasciato un segno profondo, contribuendo a questa sensazione di "vuoto" e di silenzio assordante che descrivi. È come se dentro di te ci fosse un bisogno di esprimere il dolore, ma al tempo stesso una difficoltà a dargli voce. Questa ribellione contro la perdita è parte del processo di lutto: accettare l'irreversibilità della morte di una persona cara è estremamente difficile, e può richiedere tempo.

Ciò che senti è comprensibile e non sei sola in questo percorso. Parlare di ciò che provi, condividere il tuo dolore con persone di fiducia o con chi ha vissuto esperienze simili, può essere un primo passo per iniziare a elaborare la perdita. Tuttavia, considerata l'intensità e la profondità del tuo vissuto emotivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire questi aspetti rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarti nell'elaborazione del lutto e aiutarti a ritrovare un equilibrio interiore.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Buonasera,
mi permetta innanzitutto di esprimere la mia profonda vicinanza per il dolore che sta vivendo. La perdita di una persona cara, specialmente in circostanze così difficili, può generare una tempesta di emozioni che, a volte, sembrano impossibili da comprendere o gestire. È importante riconoscere che ciò che descrive – il senso di colpa, il vuoto interiore, la sensazione di spaesamento – sono reazioni che molte persone sperimentano in situazioni di lutto, e non deve sentirsi sola nel vivere tutto ciò.
Il suo desiderio di ribellarsi all'idea della perdita e la difficoltà nel percepire se stessa in questo momento possono indicare quanto profondo sia il legame con suo padre e quanto complesso sia affrontare la realtà della separazione. Spesso, il nostro cuore e la nostra mente cercano di proteggersi dal dolore, e ciò può far sì che alcune emozioni sembrino bloccate o inaccessibili.
Si conceda il tempo e lo spazio per elaborare queste emozioni, senza forzarsi a comprenderle tutte immediatamente. Potrebbe scoprire che parlare con qualcuno di fiducia o con un professionista della salute mentale possa aiutarla a trovare un terreno su cui quel seme dentro di lei possa iniziare a germogliare. Non è necessario affrontare tutto da sola, e cercare sostegno non è segno di debolezza, ma di forza.
Sappia che il processo di elaborazione del lutto non segue regole fisse o tempistiche predeterminate, ed è del tutto normale attraversare alti e bassi. In questo viaggio, la compassione verso se stessa e l'accoglienza delle sue emozioni saranno alleati preziosi.
Le invio un pensiero di conforto e le auguro di trovare, a poco a poco, il suo modo per ritrovare quella connessione con il terreno che sente mancare. Non è abbandonata: si dia il tempo necessario per prendersi cura di sé.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Fiammetta Favalli
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, mi dispiace profondamente per la sua perdita. Quello che descrive è un dolore intenso e complesso, e il modo in cui lo sta vivendo è assolutamente comprensibile. Il lutto non segue una linea retta, e spesso può portare a momenti di incredulità, senso di colpa, spaesamento e persino distacco dalla realtà. Il suo bisogno di ribellarsi e la paura delle emozioni che sembrano non emergere sono parte di questo processo: a volte il dolore è così grande che la mente cerca di proteggerci, sospendendo le emozioni fino a quando siamo pronti ad affrontarle.
Sarebbe importante trovare uno spazio sicuro per elaborare quello che prova, magari con il supporto di qualcuno che possa accompagnarla in questo percorso, come un terapeuta. Il dolore non scompare improvvisamente, ma può trasformarsi con il tempo, trovando un posto dentro di lei che le permetta di portare avanti il legame con suo padre in un modo nuovo.
Un saluto
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Cara utente, la perdita di un genitore è un'esperienza profondamente dolorosa, e quello che stai vivendo è un processo di lutto assolutamente normale. Il lutto non è un percorso lineare, e non esiste un modo "giusto" di viverlo. Il "silenzio assordante" che percepisci è probabilmente un modo in cui il tuo corpo sta elaborando il trauma. La sensazione di irrealtà e di distacco è una risposta comune al dolore intenso. Prenditi cura di te stessa iniziando un percorso di psicoterapia per superare questo momento ed elaborare tutte le emozioni. Per qualsiasi informazione non esitare a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un affettuoso saluto, d.ssa Cristina Sinno
Dott. Lucio Aucello
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Modena
Buongiorno, quanto le è accaduto è stata un'esperienza a forte impatto emotivo e lo stato che sta provando in questi momenti è perfettamente comprensibile. Alla luce della sofferenza così pervasiva che riporta ritengo opportuno che lei la condivida con uno psicoterapeuta che possa consentirle una elaborazione di queste emozioni. Vi sono varie metodologie terapeutiche che potrebbero accompagnarla efficacemente in questa fase per cui abbia fiducia.
Dott.ssa Ornella Prete
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
ovviamente ha subito un trauma importante cosidetto T, ha necessità di farsi aiutare per poter integrare dentro di se quelle parti dissociate che cercano di non sentire troppo il dolore, ma che devono essere ascoltate e aiutate a tollerare la sofferenza ed affrontare la mancanza ovvero il lutto. Un percorso di psicoterapia EMDR la aiuterà sicuramente, quindi si affidi e si faccia aiutare. Chi vive ha il diritto di dover continuare a farlo nel miglior modo possibile, da una tragedia nascono sempre nuove consapevolezze che vanno riconosciute e raccolte.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, ti ringrazio per questa condivisione dolorosa e coraggiosa, mi permetto di darti del tu per la tua giovane età. Credo che tutte queste emozioni così faticose siano legittime e un po' inevitabili: lo spaesamento, la sofferenza, l'incredulità, la negazione e la confusione, il vuoto, sono tutte sensazioni durissime che possono seguire un lutto così importante come quello del papà. Il mio suggerimento è di non rimanere sola, di circondarti di tutte le persone a te care che possano sostenerti, e attivare tutte le risorse possibili: credo possa essere importante in questa fase così dolorosa e delicata attivare un percorso di sostegno che possa aiutarti nell'elaborazione di queste emozioni dolorose, compresa la paura di quelle sommerse, e che possa guidarti fuori da questa fase, permettendoti di conoscerti anche dentro al dolore e di stare con te stessa senza che il vuoto sia insostenibile. Se avessi bisogno di ulteriore supporto, o avessi ulteriori domande, mi trovi a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Giulia Simone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno,
mi dispiace per il suo lutto. Perdere qualcuno di amato, che ha dentro di noi uno spazio e una consistenza può portare a sentire un vuoto e un senso di smarrimento. Il senso di estraneità, lo staccarsi leggermente dalla realtà è un meccanismo di difesa da un dolore che riteniamo pericoloso e angosciante. Si conceda questo vuoto, si conceda pure il senso di estraneità, si conceda tutto questo, perché quel seme che sente di avere è la forza di un legame che la morte non può spezzare, è la promessa delle risorse che ha dentro di sé. Il lutto è fatto di fasi e va attraversato, alla fine troverà un nuovo modo di dialogare internamente con suo padre.
L'inevitabilità del dolore e la necessità di dargli spazio, ci insegna che viverlo fino in fondo è la premessa per superarlo. Se persistono alcuni stati d'animo, se persistono sentimenti di vuoto e si fa fatica ad affrontare i sentimenti legati alla perdita e in generale la quotidianità, può essere utile intraprendere un percorso di accompagnamento all'attraversamento del lutto.
Spero di esserle stata utile.
Un caro saluto,

Dott.ssa Giulia Simone
Dott.ssa Viviana Catania
Psicologo, Psicoterapeuta
Trapani
Salve, in questo momento è normale sentirsi desensibilizzata, perchè ha bisogno di attraversare ed elaborare tutto ciò che vissuto ..nel momento in cui riuscirà ad elaborare solo allora potrà iniziare nuovamente a riattivare la dimensione emotiva
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dr. Andrea Luca Bossi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buongiorno signorina. Lei è entrata dentro un potente meccanismo di difesa della mente, che ci è stato regalato da millenni di perfezionamento della nostra evoluzione. E' un sistema prodigioso e e salvifico, ma talmente complesso che la persino la razionalità, il buon senso e la consapevolezza vengono esclusi, trattati come dei principianti dentro la centralina di controllo. Questa centralina immobilizza le emozioni affinché non emerga l'angoscia della perdita, senza tener conto che il "sistema" può farvi fronte ed affrontare il dolore che ne consegue fino a superarlo. E' precisamente quello che stava attraversando, inizialmente, quando riusciva a piangere per l'accaduto, le emozioni fluivano verso il miglioramento ed i pensieri ed i ricordi associati avevano "l'autorizzazione" di rivelarsi e procedere per il cammino di diventare ricordi. La "centralina" ha invece "supposto" che questo cammino non fosse sufficiente ed ha chiuso ogni rubinetto al fluire delle emozioni, censurandole. E' questo, lo stato di svuotamento che avverte. Si chiama Vantaggio Primario. Il cammino della riscoperta delle emozioni e dei ricordi è solo interrotto, imbavagliato, e può riprendere in molti modi, uno di questi è l'EMDR e non è il solo. C'è un cammino da fare, e può credermi che potrà essere più breve di quanto pensa, se ha davvero voglia di intraprenderlo. Il cammino inizia con la presa di coscienza del fatto che, se il dolore è parte della vita, questa parte non è la più importante, ne la più utile. Le auguro una buona giornata, e un buon cammino.
Dott. Simone Festa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Cara ragazza, il rimpianto porta con sé il desiderio impotente di porre rimedio, ma più del rimpianto io la invito a temere l'orgoglio, il quale la porta a distaccarsi dal suo dolore e così da sé stessa. Ora lei deve poter tornare alla terra, quella terra che manca all'interno del suo vaso. Tornare alla terra vuol dire riesumare l'emozione che lei provava quando ha scelto di non rispondere all'ultima chiamata che le ha fatto suo padre, ed estirparla. In questo modo le sarà possibile sentire realmente la mancanza di suo padre ed esprimere il dolore che prova per la sua assenza. Allora sentirà nuovamente la terra intorno a lei, e sentirà di poter crescere. Cominci da questo.
Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Simone Festa
Dr. Cristina Finocchiaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, la perdita di una persona importante di riferimento come il padre comporta un processo di lutto profondo. Già condividere la perdita con le persone vicine potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento, che le anticipo, potrebbe durare, normalmente, almeno un anno, perchè diverse sono le fasi che si attraversano per un lutto, ma è , ripeto, normale. Sono sommariamente queste cinque fasi: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. Diverso è il lutto patologico. Lei non ha specificato da quanto tempo ha perso suo padre. Si prenda cura del seme, le emozioni nella sua domanda ci sono, se pur contrastanti (ma ripeto normali per il momento), vanno meglio collocate, come pure il senso di colpa per non averlo raggiunto in tempo. Se continuerà a sentirsi a disagio, soprattutto nelle sensazioni di lontananza, dispercezione e abbandono per un tempo troppo lungo, potrebbe chiedere un aiuto professionale psicologico. Buon percorso
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Psicologo, Psicoterapeuta
Ladispoli
Buongiorno,
Il lutto è un processo complesso e il tempo che serve per attraversarlo è personale e imprevedibile. Non c’è un modo “giusto” di soffrire, né una tempistica precisa per tornare a sentirsi “interi”. I sensi di colpa sono parte di questo tipo di vissuto. E’ ancora troppo presto per dire che ci siano i segnali per una situazione patologica che richiede assistenza. Per ora, si conceda di stare vicino ai suoi cari, di cercare il calore delle amicizie e di coltivare, per quanto riesca, le piccole cose che le danno conforto. Resti attaccata alla vita, anche nei giorni in cui tutto sembra fermo. E se con il tempo questa sensazione di smarrimento e disconnessione dovesse persistere o diventare insostenibile, non esiti a cercare il supporto di uno specialista.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
inizio col porLe le mie condoglianze. Il lutto è un momento delicato in cui molte emozioni, sentimenti, sensazioni, ricordi, desideri ecc si mescolano, anche in maniera confusa e dirompente, a volte poco comprensibile.
Il dolore ha bisogno di un tempo, uno spazio in cui curare sia la mente "razionale" che il cuore "emotivo", elaborare alcune situazioni. Il dolore, come la febbre alta per il corpo, è la reazione naturale in questi primi momenti ed è utile, per quanto faticoso, concederselo. Può decidere se attorniarsi dei suoi cari o preferire momenti in Sua compagnia. Attraversare questo primo momento, evitando di combatterlo, nonostante la forza emotiva e il possibile senso di smarrimento, è il primo passo per ritrovare il terreno attorno a sé e scoprire altri fiori.

Qualora sentisse che sensi di colpa, altri vissuti o le forti intensità emotive si mantengano nel tempo può contattare un professionista per un supporto.
Un saluto
Dott.ssa Laura Leone
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, il lutto è già di per se un evento traumatico, che richiede un processo psicologico, indicato con il nome di elaborazione del lutto, che normalmente dura all'incirca due anni, salvo non ci siano sensi di colpa, rimorsi verso la persona scomparsa, che ostacolano questo processo psicologico.
Nel suo caso emerge un senso di sgomento, incredulità e vuoto, per un evento al quale non era preparata e che soprattutto non si aspettava, evolvesse in questo modo.
Diventa difficile elaborare le emozioni negative, il senso di colpa e l'evento traumatico che ha vissuto da sola.
Avrebbe bisogno di un percorso psicoterapeutico, che la aiuti a superare questo evento estremamente doloroso e a ritrovare la voglia di vivere.
cordiali saluti.
Laura Leone
Dr. Annalisa De Filippo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Gentilissima, credo possa esserle utile dedicarsi uno spazio per elaborare la dolorosa perdita del suo papà. I lutti sono un momento difficile della propria vita ma è possibile affrontarli e superarli. Accenna al "non ci siamo mai salutati": valuti, quando se la sente, la possibilità di scrivergli una lettera e di portarla al cimitero; può essere un gesto che può darle un po' di sollievo.
Un caro saluto
Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta

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