Salve sono una ragazza di 20 anni nella sua prima relazione seria (2 anni di fidanzamento) vi scrivo

20 risposte
Salve sono una ragazza di 20 anni nella sua prima relazione seria (2 anni di fidanzamento) vi scrivo perché sto attraversando un periodo di grandi dubbi che mi fanno stare molto male.
Premetto che ho sempre avuto una bassa autostima basta su ciò che gli altri pensavano e dicevano di me ,la mia autostima infatti si è alzata molto quando ho iniziato ad avere numerose attenzioni maschili.
Circa quattro anni fa, un ragazzo che mi piaceva esteticamente ha iniziato a provarci con me. Sapevo già, però, che non cercava una relazione seria, mentre io sì. Ho seguito il suo gioco nella speranza che potesse cambiare, ma con poche aspettative.
In quel periodo ho stretto di nuovo i rapporti con un vecchio conoscente, che poi è diventato il mio attuale ragazzo. Ho scoperto che era amico d’infanzia del ragazzo che mi piaceva e gli chiesi di capire cosa pensasse di me. La risposta fu una batosta: quel ragazzo pensava che io fossi stupida, imbarazzante, una poco di buono e che non avrebbe mai voluto una cosa seria con me.
Rimasi malissimo. Mi sentii umiliata e la mia autostima crollò. Ancora oggi, quando incontro persone nuove, ho la paura che possano pensare lo stesso di me.
Nei mesi successi ho stretto sempre di più i rapporti con il suo amico fino a quando non mi sono resa conto di essere innamorata di lui e ci siamo fidanzati.
Abbiamo una relazione bellissima che mi ha aiutata tantissimo a crescere,abbiamo una complicità unica,lui é innamoratissimo di me me lo dimostra ogni momento, rispetta i miei spazi non è una persona tossica,ed é molto buono e intelligente .Non ci sono mai stati litigi e incomprensioni importanti e anche se prematuramente abbiamo già dei piani per il nostro futuro insieme;finalemente sto avendo quella relazione seria che ho sempre cercato lui é tutto per me .
In questi due anni,peró, io ho continuato a farmi degli scenari mentali in cui c’era quel ragazzo che mi piaceva,in cui principalmente lui mi vedeva e credeva che io fossi bella e intelligente.Mi spiego meglio ,quando ero fidanzata da poco iniziai a pensare :”sai che il tuo amico é intelligente ed é una persona mille volte molte migliore di te quindi se sta con me é perché io non sono stupida come pensi”;quindi é nato tutto come un immagine di vanto con il mio ragazzo.
Un esempio di scenario che facevo più spesso era: io e il mio ragazzo davanti a un bar,io vestita benissimo,truccata,con i capelli acconciati quindi molto bella che canto con il mio ragazzo, felice con il mio partner e lui (spesso anche con i suoi amici) ci guarda,come degli osservatori costanti che però non interagiscono per nulla con me.
Non ho mai immaginato situazioni in cui io mi vedevo con lui e succedeva qualcosa di romantico,no anzi in questi film mentali c’era SEMPRE il mio ragazzo e i momenti più romantici e intimi sono sempre con il mio partner.
Dopo due anni questi film mentali ancora sono presenti ma sono diventati come dei momenti che mi alzano l’autostima, mi rendono sicura di me,mi caricano ma è come se fossero diventati ancora più simbolici perché in queste scene ora immagino la presenza di questo ragazzo ma non immagino la sua faccia(neanche la ricordo bene la faccia di quel ragazzo perché ormai non lo vedo da tempo ).
Al di fuori degli scenari mentali,nella realtà é la stessa cosa,ovvero se incontro gli amici o lui io voglio essere solo guardata nulla di più,non voglio averci conversazioni o non voglio comunque avvicinamenti da parte sua ,anzi quando capita che il mio ragazzo si mette a parlare con loro io mi sento molto a disagio e infatti faccio finta di stare a cellulare,inoltre ho avuto anche numerose occasioni per passare giornate intere con quel ragazzo che mi piaceva ,perché essendo grande amico del mio ragazzo spesso mi ha chiesto di passare ferragosto con lui e gli amici ,o giornate al mare ma io ho sempre rifiutato un po’ perché non mi sarei sentita per niente a mio agio e un po’ perché non mi andava .
questi scenari non hanno mai interferito con la mia relazione perché ero molto consapevole che questo ragazzo non mi piaceva più,che se si fosse avvicinato lo avrei rifiutato all’istante poi ripeto ci stava sempre il mio ragazzo e anzi immaginandoci felici insieme si rafforzava ancora di più l’amore che provavo per lui e inoltre mi rendevo conto che effettivamente fossero una cosa che semplicemente mi rendeva più sicura e come se io avessi associato la mia sicurezza a questi scenari e per questo non riuscivo più a smettere di farli (cosa che effettivamente ora mi rendo conto che non sia sana ).
Il problema principale é nato nel momento in cui questo ragazzo si era fidanzato ,ed è come sé questa cosa mi aveva dato fastidio.Io credo che questo fastidio era legato principalmente al fatto che questi scenari non li potevo creare più,quindi non potevo avere più quella carica di fiducia, come sé anche lui provava la stessa felicità che provavo io nella relazione e quindi sicuramente a lui non interessava vedere cosa facevamo io e il mio ragazzo,non poteva osservare più la nostra relazione con una sorta di “invidia”.Inoltre stava con una ragazza che é oggettivamente più bella di me e da cui ho sempre cercato di prendere ispirazione anche nello stile,quindi e come se quella più bella non ero io ma aveva la ragazza che era migliore di me, una cosa che mi era venuta in mente é che magari mi dava fastidio perché penso “ perché lui con lei è diventato serio e con me no,perché ora é cambiato e con me non l’ha fatto”(ad oggi si sono lasciati ed effettivamente ho capito che non è mai cambiato).
Inizialmente presi alla leggera questo fastidio
fino a quando nella mia testa non è nato il pensiero e se non ami il tuo ragazzo e se non lo hai mai amato e ti è sempre piaciuto l’altro
i primi giorni con questi pensieri non riuscivo minimamente a capacitarmi di questa cosa ,cercavo e ricercavo su Internet cosa si provava nel momento in cui non si ama più una persona ,facevo dei test per capire se amavo ancora il mio partner e tutto mi portava a capire che lo amavo ancora.Non capivo per quale motivo io avessi questo pensiero quando fino a due giorni prima ero sicurissima dei miei sentimenti , e non fosse successo mai nulla che mi avesse potuto far dubitare di questo,mi ripetevo “io penso di non amarlo ma so che questa cosa non è vera ,non ci sarebbe nessun motivo per cui io non dovessi amarlo”.
Nel frattempo continuavo ad analizzare ogni singola cosa che sento e faccio.
Tutto questo mi porta anche ad un grande senso di colpa, mi sento una persona cattiva che lo sta prendendo in giro e che sta fingendo e sono stata molto male per questo,anche uscire con amici maschi ora mi pesa e mi crea ansia perché e come se avessi paura di mancargli di rispetto anche se sono consapevole che questa cosa non accadrà.
il pensiero di lasciarlo oltre a farmi stare male personalmente
( mi devasterebbe e per me è proprio impensabile non averlo più accanto ,non avere più una vita con lui ,cancellare tutti i progetti futuri e magari vederlo con un altra )
mi fa stare male anche per lui dato che già ha avuto numerose delusioni nella vita e farlo stare male mi farebbe soffrire tanto.
Questi pensieri a volte mi disturbano anche mentre dormo inizio a fare dei sogni in cui inizio a pormi domande,sono turbata o semplicemente sogno di non amarlo più e ovviamente mi sveglio angosciata ,inoltre quando mi sveglio arriva il pensiero di non amare il mio ragazzo.
Si alternano giornate in cui sto bene e sembra tutto come prima senza la minima presenza di pensieri a giornate in cui sono distrutta e tormentata da questi inoltre questi pensieri cambiano continuamente argomento:a volte mi fisso con l’idea che la nostra relazione é monotona, a volte mi fisso che non mi piace esteticamente,a volte mi fisso sul fatto che magari è dipendenza affettiva,a volte sull’idea che mi piace l’altro ragazzo(ora in particolare sono fissata su questa cosa )ecc…..
Ci sono stati dei giorni in cui non sentivo più nulla e non riuscivo a riconoscere il mio ragazzo come se lui fosse una sorta di estraneo lo sentivo distaccato e non riuscivo a ricordare la nostra relazione e tutti i momenti belli passati insieme e questa cosa mi ha disturbata.
Inoltre una cosa anche che mi spaventa é che questi pensieri a volte sono delle vere e proprie sensazioni di distacco,freddezza e di disinnamorato.
Ultimamente,come ho anticipato ,mi sto fissando particolarmente con il fatto che mi piacesse quell’altro ragazzo ,penso e se mi sono giustificata dicendo che fossero scenari mentali senza senso ma in realtà mi è continuato a piacere ,mi chiedo perché volevo essere guardata ,non è normale che io sono fidanzata e mi mi piace così tanto essere guardata da lui o da i suoi amici,non è normale che io in generale voglia questa approvazione maschile nonostante io sia fidanzata e mi vengono a mente all’improvviso in mente come flashback le cose che pensavo negli scenari o che facevo nella realtà per essere guardata da loro (come passare appositamente davanti a quel gruppo di ragazzi con il mio fidanzato )e sto malissimo.
in questo periodo di dubbi non so perché la mia mente si sta concentrando tantissimo su quello che mi piaceva,penso molto di più a lui anche se non voglio e questa cosa mi fa stare tantissimo male,una volta addirittura mentre facevo sesso con il mio ragazzo la mia mente mi ha portata a pensare a quel ragazzo ,come una sorta di voce che mi dicesse prova ad immaginare che c’è lui al posto del tuo ragazzo e allora io ho cercato di scacciare questo pensiero ma sono stata comunque male dopo.
Inoltre ora che quel ragazzo si è lasciato è come se la mia mente mi dice pensalo,vedi che si è lasciato.
Come ho detto anche all’inizio purtroppo ho sempre costruito l’autostima sull’approvazione degli altri e quindi ho sempre creduto che queste cose che facevo fossero solo un modo sano per piacermi,per sentirmi sempre bella in un modo che non ferisse il mio partner(infatti io non ho mai fatto nulla che potesse ferirlo come mettere dei like,accettare delle avance,scrivermi con altri ragazzi ,ma anche il semplice ricambiare il segui ad un ragazzo che consideravo bello ) ma ho paura di averlo ferito il triplo.
Sono consapevole che dovrei iniziare un percorso psicologico ma purtroppo ora non ho disponibilità economica,cercando su Internet mi sono ritrovata sempre con i sintomi di disturbo ossessivo compulsivo da relazione e di conseguenza ho sempre cercato di seguire i consigli su questo problema ,quindi comprendere che i pensieri non sono la realtà,accettarli e lasciarli scorrere senza dargli importanza ,non ricercare rassicurazioni (in cui fallisco perché appena succede qualcosa che mi fa stare male scrivo subito un messaggio a chat gpt per capire se sia normale o no ).
Il problema é che non riesco a far scorrere i pensieri che riguardano il fatto che mi piace l’altro ragazzo perché ho tanta paura che veramente mi piaccia perché non riesco a darmi una spiegazione logica a gli scenari e alla ricerca di essere vista da lui e non riesco ad accettare più quella che mi davo prima .
Vorrei capire: può succedere in una relazione che una persona crei scenari mentali o cerchi lo sguardo di un’altra persona frequentemente per sentirsi più sicura e aumentare l’autostima, pur essendo innamorata? Oppure questo indica un vero interesse verso l’altro? E il fatto che ora penso di più a quello che mi piaceva può essere un meccanismo della mente in ansia e in ricerca di conferme o perché effettivamente mi piace?
Ho bisogno di spiegazioni per accettare ciò che ho fatto senza dargli troppo peso.
Spero che qualcuno leggerà il messaggio nonostante sia molto lungo perdonatemi e grazie.
Dr. Fabio M. P. Tortorelli
Psichiatra, Psicoterapeuta
Roma
Gentilissima,

La sua angoscia per i dubbi sulla relazione, l’autostima fragile e i pensieri intrusivi su un altro ragazzo, nonostante l’amore per il suo partner, è profondamente comprensibile, specie a 20 anni nella sua prima relazione seria.

La bassa autostima, costruita sull’approvazione altrui, può alimentare scenari mentali in cui cerca conferme esterne (ad esempio essere vista come “bella e intelligente”), senza indicare un reale interesse romantico per l’altro.

Questi pensieri, spesso simbolici, sono comuni nel disturbo ossessivo-compulsivo da relazione, che amplifica dubbi e sensi di colpa e sono frequenti nell'ansia relazionale.

Il fastidio per la relazione dell’altro ragazzo e i flashback riflettono ruminazioni ossessive, non disinnamoramento, e il distacco occasionale può derivare dall’ansia.

Lasciare scorrere i pensieri senza analizzarli è corretto.

Le consiglio di consultare uno specialista in psichiatria per una prima valutazione, anche per comprendere se può giovare di una terapia farmacologica e/o essere indirizzata presso un percorso di psicoterapia, il quale sembrerebbe comunque essere appropriato nel suo caso per apprendere tecniche di gestione dell'ansia.

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Dott. Alessandro D'Addazio
Psicologo, Psicologo clinico
San Benedetto del Tronto
Buongiorno e grazie mille per aver condiviso questo vissuto così sofferto, non dev'essere stato facile. È normale ricercare spiegazioni e voler comprendere, ma il modo migliore è proprio quello di iniziare un percorso individuale di psicoterapia, che possa dare un senso a ciò che sta vivendo in questo momento, anche alla luce di tutta la sua storia di vita.
A fronte dei problemi di disponibilità economica che ha esposto, le segnalo l'esistenza del bonus psicologo, che viene erogato su base ISEE.
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Salve. Ho una domanda per lei. Cosa fa nella vita?
Dott.ssa Maria Grazia Antinori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Quando si scrive un lunghissimo messaggio per raccontare di sè e della propria storia,
vuol dire che chi scrive ha bisogno di raccontarsi, di dare ordine ai suoi pensieri,
Una sorta di flusso di coscienza dove l'aspetto più importante è esprimersi, leggere quello che si è scritto per osservarlo e in un certo senso, comprenderlo.
Incontrare una persona può essere un'esperienza di crescita, uscire dal pensiero circolare e ridondante e dare spazio a quello che ancora non si conosce.
La psicoterapia è uno strumento potente che può aprire prospettive per ora non immaginabili.
Dott Maria Grazia Antinori, Roma
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara,

grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo. Dalla tua lunga e dettagliata descrizione emerge un forte livello di introspezione e la consapevolezza che ciò che ti accade ha radici profonde nella tua storia personale e nel modo in cui hai costruito l’autostima.

Quello che racconti è molto comune: spesso capita di avere “scenari mentali” o di cercare inconsciamente lo sguardo e l’approvazione degli altri, anche quando si è innamorati e felici nella propria relazione. Questo non significa necessariamente provare un reale interesse verso un’altra persona, ma può indicare un bisogno di conferma e di rafforzamento della propria immagine di sé. Nel tuo caso, sembra che tali fantasie siano diventate un modo per sentirti più sicura e valorizzata, soprattutto considerando la fragilità della tua autostima e le ferite legate al passato.

Il fatto che tu viva con angoscia questi pensieri, che li analizzi in continuazione e che tu senta sensi di colpa, è un segnale importante: non tanto di un “tradimento emotivo”, quanto piuttosto della presenza di un circolo ossessivo, dove l’ansia alimenta i dubbi e i dubbi alimentano ancora più ansia. È comprensibile quindi che tu abbia paura di non amare il tuo ragazzo, ma dalle tue parole traspare chiaramente quanto lui sia importante per te e quanto la vostra relazione ti faccia stare bene.

Il pensare a un’altra persona, o il bisogno di essere guardata, non significa per forza che ci sia un reale sentimento verso quell’individuo. Spesso si tratta di meccanismi psicologici che hanno a che fare con la ricerca di sicurezza interiore più che con i sentimenti reali. Quando la mente è in ansia, tende a fissarsi su pensieri intrusivi e catastrofici, facendoli sembrare più veri di quanto non siano.

Quello che descrivi ricorda molto i meccanismi del disturbo ossessivo da relazione (ROCD), dove l’amore non viene realmente meno, ma l’ansia e i dubbi prendono il sopravvento, minando la serenità della persona. Naturalmente, non si tratta di fare una diagnosi, ma di notare che il funzionamento che descrivi assomiglia a questo tipo di dinamica.

È importante sottolineare che non sei “sbagliata” o “cattiva” per ciò che provi o pensi: le tue fantasie e i tuoi dubbi non definiscono i tuoi sentimenti, e non cancellano tutto quello che costruisci giorno per giorno con il tuo partner.

Sarebbe molto utile, però, che tu potessi lavorare su questi aspetti insieme a uno specialista: un percorso psicologico potrebbe aiutarti a rafforzare l’autostima, a gestire i pensieri ossessivi e a ritrovare maggiore serenità dentro di te e nella tua relazione.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA – PSICOTERAPEUTA – SESSUOLOGA
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
cara utente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Quello che racconti sembra avere radici molto più profonde del semplice "interesse per un’altra persona": parli di autostima, approvazione, senso di colpa, bisogno di conferme, immagini mentali che hanno più a che fare con come ti vedi e ti senti guardata, che non con un reale desiderio verso qualcun altro. Spesso, quando si è cresciuti con l’idea che il proprio valore dipenda dallo sguardo esterno, si possono attivare dinamiche interiori molto complesse – soprattutto nelle relazioni affettive. Tutta questa confusione può essere affrontata e compresa meglio all'interno di uno spazio di ascolto protetto, dove non si tratta di giudicare ciò che provi ma di dare senso, lentamente, a ciò che vivi. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarti proprio in questo: non a trovare risposte "giuste", ma a costruire un modo più autentico di stare con te stessa e con l’altro. Capisco le difficoltà economiche, possiamo parlarne. Sono disponibile anche per terapie online e ho aderito al programma del bonus psicologo. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Salve paziente anonima
La sua lunga email lascia pensare a un bisogno dire infntile di essere riconosciuta da un partner maschile che comunque in prima battuta l'ha criticata
Propabilmente sono scattati in lei sentimenti di rivalsa che mostrano appunto bisogno profondo di accettazione e riconoscimento
( sono meccanismi che ci abitano e assomigliano tutto)
È importante riconoscerli per distinguere un rapporto vero ( come potrebbe essere quello con il ragazzo con cui sta bene) da una fantasia platonica nata dalla necessità di rivalsa ( non piace a nessuno sentirsi giudicati)
La terapia Psicologica può aiutare a leggere nel profondo tali dinamiche che in autoanalisi si amplificano e generano malessere
Significa che un terapeuta no internet sa decifrare cosa abita nel suo inconscio e la sa guidare verso un evoluzione del Sé più maturo e equilibrato
Cosi riesce a farsi solo del male
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

i suoi dubbi e le sue fantasie andrebbero meglio esplorate in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, potrebbe aiutarla con il tempo a trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Si comprende la sofferenza e la confusione. Generalmente si insegna come utilizzare i pensieri, dimenticando però che siamo noi stessi i produttori dei nostri pensieri. Si tende a credere che le soluzioni ai problemi generati dai pensieri possano arrivare da altre riflessioni, costruendo ipotesi e convinzioni spesso prive di esperienza diretta. Queste non sono mai definitive, ma più spesso aprono ulteriori conflitti. In questo modo si tenta di spegnere i pensieri con altri pensieri, come se dei pompieri cercassero di domare un incendio con la benzina.

Non vi è nulla di negativo nei pensieri, nella cultura o nell’arte, finché non sostituiscono l’esperienza reale e personale con teorie astratte. La lettera della giovane ne offre un esempio concreto: emergono pensieri intrusivi, scenari immaginari e un vissuto di colpa radicato in una bassa autostima, costruita sullo sguardo e sul giudizio altrui. Le sue costruzioni mentali si moltiplicano, producendo altre teorie su teorie; la colpa nasce anch’essa da pensieri auto-prodotti, dal sentirsi inferiore agli altri e dal credere che tutti la giudichino, senza accorgersi che il giudizio più duro arriva da sé stessa, persino mentre scrive.

La definizione che dà di sé come soggetto insufficiente deforma anche la percezione della sua relazione, alimentando dubbi su cosa sia reale e cosa non lo sia. La storia familiare non è nota, ma appare evidente una dipendenza dal giudizio maschile come fonte di valore. Da qui l’uso di scenari mentali artificiosi che sostituiscono la capacità naturale di riconoscere chi si è (senza giudicarsi). In questo modo non sa se ama o meno, perché resta imprigionata nei pensieri e non nell’esperienza affettiva immediata.

La continua permanenza nella testa genera oscillazioni tra sicurezza e crolli improvvisi. Ma non si tratta di deliri o convinzioni assolute: come mostrano Freud e, più tardi, Lacan, l’ossessivo resta sospeso in un dubbio senza tregua, incapace di scegliere perché teme sempre di sbagliare. È il meccanismo dell’“asino di Buridano”: la paralisi di chi vorrebbe entrambe le opzioni e non riesce a buttarsi nell’esperienza accettando il rischio dell’ignoto.

In questa confusione, credendo di non essere in grado di comprendere da sé, cerca figure esterne che si sostituiscano al proprio giudizio interno. Winnicott spiega che, in assenza di un ambiente sufficientemente buono, il soggetto si rifugia in strutture rigide, mentre Kernberg ricorda come l’ossessività diventi un modo per difendersi da angosce più profonde di perdita e abbandono.

Un punto trascurato ma decisivo è il corpo. La ragazza stessa accenna all’insonnia: segno che la mente iperattiva non lascia spazio al corpo per riposare e rigenerarsi. Quando la presenza non è rilassata, “salta”: la tensione interiore impedisce di vivere il momento. La pratica del rilassamento naturale e del sonno profondo non è un lusso, ma un elemento essenziale dell’equilibrio psichico. Senza questo terreno fisiologico e psichico, ogni lavoro sul pensiero resta incompleto.

Chiudendo, si può dire che imparare a osservare i pensieri come eventi transitori, senza identificarvisi, apre lo spazio a un contatto più vero con sé stessa e con la sua relazione. Non significa annullare i dubbi, ma imparare a lasciarli scorrere senza trasformarli in prigioni interiori.
Dott.ssa Emanuela Solli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Frosinone
Ti sei raccontata con una profondità e una lucidità che meritano rispetto. Anche se stai vivendo tutto questo con dolore e confusione, è chiaro quanto tu stia cercando di capire, di tenere insieme i pezzi, di non perdere ciò che per te ha valore. E questa è già una forma di amore, non solo verso il tuo partner, ma anche verso te stessa.

Il bisogno di essere guardata, riconosciuta, approvata, può radicarsi in esperienze passate in cui il valore personale era legato allo sguardo degli altri. Quando l’autostima si è formata così, non è strano che in certi momenti riaffiorino fantasie o pensieri che servono a rassicurarti. Non parlano necessariamente di un desiderio verso un’altra persona, ma di un bisogno tuo di sentirti vista, valida, desiderabile. È un modo che la mente usa per reggere l’insicurezza. E se quelle immagini si sono appoggiate su un volto del passato, è perché quel volto ha rappresentato – in un momento specifico – una ferita e insieme un riferimento.

Creare scenari mentali non è indice di disamore. Molte persone, anche in relazioni stabili, attraversano momenti in cui si rifugiano in immagini che le aiutano a sentirsi forti o speciali. La differenza la fa il significato che si attribuisce a questi scenari. Tu non li hai mai vissuti come un tradimento, e questo dice molto su quanto tu sia consapevole dei tuoi confini. Il fatto che in questi “film mentali” tuo ragazzo ci sia sempre, e sia parte attiva e amata, rafforza ancora di più questa consapevolezza.

Il pensiero ossessivo che ora ti tormenta – “e se mi piaceva davvero?” – è tipico dei momenti in cui l’ansia si aggancia a un dubbio e lo trasforma in un’ossessione. Il bisogno di spiegarti tutto, di trovare una risposta logica definitiva, è proprio il meccanismo che alimenta la spirale. E quando dici “ma questo pensiero non riesco a farlo scorrere”, stai descrivendo esattamente ciò che accade nei momenti in cui la mente si incastra nella ricerca continua di conferme.

Il DOC da relazione può assumere molte forme. La tua sembra avere come base un profondo bisogno di autenticità e una paura di ferire l’altro o di scoprirti “sbagliata”. Ma il pensiero non è un’azione. E sentirsi attratta dallo sguardo o dalla conferma esterna non è una colpa. È un frammento di te che chiede accoglienza, non condanna.

Hai anche descritto momenti in cui ti senti estraniata dalla relazione, distaccata, come se non riconoscessi più nemmeno ciò che provi. Questi vissuti sono comuni quando si è molto in ansia: la mente si difende scollegandosi, e in quei momenti tutto sembra irreale, sbiadito, svuotato. Non significano che non ami più il tuo ragazzo, ma che il sistema emotivo è in stato di allerta da troppo tempo. E quando c’è ipercontrollo, è difficile sentire con chiarezza.

Quindi sì, può succedere di costruire scenari o cercare sguardi esterni anche in una relazione solida. E no, questo non è la prova che ti piaccia un’altra persona. È più probabile che sia un modo per proteggerti da un’insicurezza antica che ora, nel silenzio e nella stabilità di una relazione sana, sta finalmente venendo a galla.

Accettare ciò che hai vissuto non significa approvarlo o giustificarlo, ma permetterti di guardarlo senza giudizio. Ogni parte che hai descritto – anche quella che oggi ti spaventa – può trovare un senso se letta con cura. E se oggi non hai la possibilità di iniziare un percorso terapeutico, puoi almeno iniziare a trattarti come faresti con qualcuno che ami: con pazienza, con ascolto, con comprensione.

Se vuoi, questo può essere uno spazio in cui tornare a farlo, un passo alla volta. Anche ora. Anche così. Con me.
Dott.ssa Francesca Torretta
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Busto Arsizio
Capisco quanto questi pensieri la stiano facendo soffrire e quanto sia difficile distinguere se parlano davvero di ciò che prova o piuttosto delle sue insicurezze. Mi chiedo: quanto sente che questi dubbi nascano da un reale interesse per l’altro ragazzo e quanto, invece, dal bisogno di sentirsi vista e confermata? Quanto il senso di colpa che prova è proporzionato ai fatti, e quanto è legato a una durezza che ha verso se stessa?

Domande come queste possono diventare un punto di partenza in un percorso psicoterapeutico, dove potrebbe comprendere meglio l’origine di questi pensieri e trovare modi più sereni per affrontarli.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, iò che descrive ha caratteristiche molto simili a quelle del disturbo ossessivo-compulsivo da relazione (ROCD), un tema che ricorre spesso nei contesti di legame affettivo, specie nelle personalità con una struttura ansiosa e con una storia di autostima fragile, come lei ha raccontato. Non si tratta di non amare o di essere attratta realmente da un’altra persona, ma piuttosto di una lotta interiore continua con il bisogno di controllo, perfezione e rassicurazione. Questi pensieri, per quanto disturbanti, non sono indicatori certi della realtà, ma frutto di un'ansia molto radicata legata al timore di non essere "abbastanza" o di sbagliare. Gli scenari mentali di cui parla possono avere una funzione compensatoria. Quando l'autostima dipende dallo sguardo degli altri, può accadere di attivare immagini che ci vedono ammirati o approvati da chi in passato ci ha ferito. Questo non è un segnale che prova sentimenti reali per quella persona, ma un modo della mente per “riparare” la ferita che le è stata inflitta. In psicoterapia umanistica e anche attraverso l’EMDR, questo tipo di schema viene affrontato proprio lavorando sul legame tra autostima, vissuti di rifiuto e il bisogno di essere visti. Il fatto che nei suoi “film mentali” lei non abbia mai immaginato nulla di intimo con l’altra persona, ma anzi abbia sempre incluso il suo fidanzato, è molto significativo. Il focus non è sull’altro, ma su come si sente lei quando viene vista, su quella sicurezza che forse ancora non riesce a trovare da sola.
Anche le oscillazioni emotive che riporta, con giorni in cui si sente distaccata o teme di non amare più il suo compagno, sono spesso legate a momenti di sovraccarico emotivo. La mente ansiosa tende a “spostare” l’attenzione su pensieri ripetitivi quando non riesce a reggere l’incertezza. In questi casi, strumenti come la Mindfulness possono aiutare ad osservare i pensieri senza identificarvisi, riducendone l’impatto emotivo.
Il suo senso di colpa, infine, sembra più collegato a standard altissimi che si impone, piuttosto che a un reale tradimento emotivo. Lei è chiaramente molto innamorata, coinvolta, presente nella relazione. Sentirsi in colpa per pensieri involontari o per avere bisogno di sentirsi attraente è profondamente umano, e non rende meno autentico l’amore che prova.
Le suggerisco, appena le sarà possibile, di rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, anche valutando servizi pubblici o universitari che offrono percorsi a costi contenuti. Lavorare su questi pensieri con uno sguardo esterno e non giudicante le permetterà di fare chiarezza, sciogliere i nodi legati all’autostima e ritrovare serenità. Nel frattempo, tenga presente questo: avere pensieri non significa volerli, né significa che definiscano ciò che è o ciò che prova. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, più cerca di scacciare un pensiero, più lo rende forte. L'obiettivo non è controllare ma capire. Certamente sarebbe necessario un percorso per valutare cosa c'è dietro ai personaggi che popolano la sua mente e andare all'origine di ciò che ha creato questa parvenza e questi dubbi. Per rispondere alle domande : sì, spesso le persone cercano conferme per alimentare momentaneamente la propria autostima e non necessariamente ciò implica un vero interesse. L'interesse è per la persona così come è e non per ciò che dà.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Capisco quanto questi pensieri la stiano facendo soffrire. Da ciò che mi racconta emerge un forte bisogno di conferme, che sembra intrecciarsi con la sua autostima e con la paura di non amare “abbastanza”. Questo non significa necessariamente provare un reale interesse per altre persone, ma spesso è il bisogno di sentirsi visti e rassicurati a prendere quella forma.
Lavorare su questi aspetti potrebbe aiutarla a vivere la relazione con maggiore serenità. Se lo desidera, possiamo approfondire insieme in un colloquio. Vuole fissare un appuntamento?
Dott.ssa Barbara Trisciuoglio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Cara, non preoccuparti se la tua domanda è tanto lunga, l'ho letta con attenzione e interesse, perchè riesci a comunicare bene la tua preoccupazione rispetto a questi pensieri che occupano molto spazio nella tua vita e che corrono il rischio, effettivamente, di rovinare la tua relazione. Questi pensieri sono veramente molto intrusivi e vanno compresi con attenzione proprio per evitare che portino alla fine della tua relazione o all'aumento dei sensi di colpa. Credo che tu debba fare un percorso anche solo di consulenza psicologica per comprendere bene perchè sei così insicura rispetto al tuo aspetto fisico e all'idea che tu possa piacere o che qualcuno si possa innamorare di te. Occorrerebbe approfondire qualcosa degli anni precedenti, le tue relazioni familiari per comprendere se qualcosa possa aver contribuito a diminuire ingiustamente la tua autostima. E' bello che il tuo attuale fidanzato ti stia facendo sentire amata e che la tua autostima stia crescendo, ma sarebbe preferibile che gradualmente la tua autostima migliorasse da sola e che tu cominciassi ad amarti per quella che sei, senza pensare a quanto possa essere bella la attuale fidanzata del ragazzo che ti piaceva prima del tuo ex. Inoltre, le relazioni umane sono davvero complesse, non nascono unicamente per attrazione fisica e bellezza, ma anche per attitudini e bisogni inconsci, quindi l'intesa tra loro due può avere ben altre motivazioni che non quelle della bellezza della ragazza. Spero che tu possa approfondire queste questioni al fine di risolverle quanto prima. In bocca al lupo!
Dott.ssa Rosella M.B. Mastropietro
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buon pomeriggio,
Ti fai molte domande ma dare una risposta sarebbe superficiale. Pertanto se vuoi ci possiamo incontrare in studio oppure online.
Dott.ssa Rosella Mastropietro
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Gentile paziente,
le sue domande sull'amore e l'amare sono decisamente interessanti, per cui, varrebbe la pena prendersi uno spazio adeguato per ascoltarle, ascoltarsi, capire, sentire, comprendere e acquisire, cosi facendo, maggior conspaevolezza. Ovviamente grazie alla guida esperta di chi ha reso tali temi oggetto di studio e riflessione sistematica.
Se vuole contattarmi possiamo dare inizio ad un percorso che le permetta di prendersi sul serio e alleggerire la mente ed il cuore, senza banalizzare quanto sta vivendo, ha vissuto e potrà vivere.
Un cordiale saluto
dott.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Comprendo la profonda angoscia e il senso di colpa che stai provando, e riconosco la lucidità con cui hai descritto questo circolo vizioso di dubbi e pensieri che si autoalimentano.

Piuttosto che continuare a cercare una spiegazione che razionalizzi ogni tuo pensiero, proviamo a guardare il problema da una prospettiva diversa.

Se, per assurdo, l'unico modo per uscire da questa ossessione fosse smettere di cercare le risposte e le rassicurazioni che desideri, cosa faresti di concreto, da subito, per dimostrare a te stessa che puoi vivere la tua relazione senza bisogno di queste spiegazioni?

RImango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Ciao, grazie per aver condiviso così apertamente ciò che stai vivendo. Quello che descrivi – scenari mentali, ricerca di approvazione, pensieri su un’altra persona pur essendo innamorata – è abbastanza comune, soprattutto quando l’autostima è stata legata alle opinioni altrui. La mente, in momenti di ansia o insicurezza, può generare immagini e pensieri come “allenamento” per sentirsi più sicura, senza che questo significhi un vero interesse verso un’altra persona.

Un primo passo utile può essere osservare questi pensieri senza giudicarli, riconoscendo che sono esperienze della mente e non della realtà. Tecniche di mindfulness o semplici esercizi di consapevolezza possono aiutarti a lasciarli scorrere senza che diventino un peso eccessivo.

Inoltre, riflettere su cosa ti fa sentire davvero sicura e valorizzata nella tua relazione – momenti concreti con il tuo partner, progetti condivisi, dialogo e affetto reciproco – può aiutarti a distinguere tra ciò che è fantasia mentale e ciò che è reale. Anche solo scrivere i tuoi pensieri e confrontarli con la realtà può essere un primo esercizio di chiarezza.

Infine, se la possibilità economica lo permetterà, un percorso psicologico strutturato può essere molto utile per esplorare questi schemi e rafforzare la fiducia in te stessa, in modo da vivere la relazione con più serenità e sicurezza.
Dott. Fabio di Guglielmo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Gentilissima, lei si trova in un passaggio delicato: vivere un amore sincero e, insieme, confrontarsi con pensieri che sembrano minarlo. Queste immagini non parlano tanto di un altro uomo, quanto del bisogno di sentirsi riconosciuta e sicura di sé. È come quando si cammina in un bosco fitto; il sentiero c’è, ma le ombre possono confondere la direzione. La verità dei suoi sentimenti non si misura dai pensieri intrusivi, bensì dalla continuità di gesti, scelte e affetto che lei coltiva ogni giorno. Imparare a radicare l’autostima dentro di sé è un viaggio che richiede tempo, ma già la consapevolezza che mostra è un passo prezioso. Ciò che ora la spaventa può diventare la porta di un futuro più autentico e libero. Un caro saluto, Dott. Fabio Di Guglielmo

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