Salve, sono una persona affetta da disturbo borderline che lotta contro la rabbia. Le crisi di rabbi
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Salve, sono una persona affetta da disturbo borderline che lotta contro la rabbia. Le crisi di rabbia sono tremende, tendo a scaricare ogni frustrazione sul mio compagno, lui è molto provato da questa cosa e dopo le crisi di rabbia mi sento in colpa perché quando monta non riesco a non scaricare su di lui. So che sto facendo una cosa sbagliata ma quando vedo tutto nero non mi rendo conto di ciò che dico. Devo solo sfogarmi. Dopo la litigata penso, mi sento in colpa.
Sto seguendo un percorso terapeutico sia per il disturbo sia perché ho sviluppato una dipendenza psicologica dalla cannabis, che uso per non farmi venire le crisi. Quando non c'è l'ho sbotto, e questo mi rende ancora più triste perché mi rendo conto di farne un uso sbagliato da quello ricreativo. La mia psicologa ha accennato alla possibilità di mandarmi da uno psichiatra ma ho paura di prendere gli psicofarmaci perché sono molto giù.
C'è un modo per controllare gli attacchi di rabbia? Il disturbo mi crea numerosi problemi e non riesco a vivere tranquillamente
Sto seguendo un percorso terapeutico sia per il disturbo sia perché ho sviluppato una dipendenza psicologica dalla cannabis, che uso per non farmi venire le crisi. Quando non c'è l'ho sbotto, e questo mi rende ancora più triste perché mi rendo conto di farne un uso sbagliato da quello ricreativo. La mia psicologa ha accennato alla possibilità di mandarmi da uno psichiatra ma ho paura di prendere gli psicofarmaci perché sono molto giù.
C'è un modo per controllare gli attacchi di rabbia? Il disturbo mi crea numerosi problemi e non riesco a vivere tranquillamente
Gentile utente, posso capire la difficoltà che si trova a vivere, parli con la sua terapeuta rispetto alla paura di andare dallo psichiatra. Dia fiducia a se stessa e al percorso che state facendo assieme.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
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Buonasera, comprendo le sue difficoltà nella gestione della rabbia.I modi vanno trovati nel contesto terapeutico con l' aiuto della sua psicologa A volte i farmaci possono fornire un aiuto ,ma parli con la sua terapeuta dei suoi timori Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera, è difficile soprattutto nel panorama italiano poter accettare di dover andare da uno psichiatra, ma affinché il suo percorso funzioni è importante associare alla psicoterapia la terapia farmacologica. Detto questo porti tutte le sue paure e titubanze in seduta e le affronti con la sua terapeuta.
Un saluto Antonella Cecca
Un saluto Antonella Cecca
Salve, ritengo importante proseguire il lavoro con la psicologa e, soprattutto, cercare di capire insieme il significato di questa rabbia e come gestirla canalizzandola in comportamenti maggiormente funzionali.
Cordialmente, dott FDL
Cordialmente, dott FDL
Disturbo dell'intensitá emotiva ecco di cosa sta parlando. Esiste u percorso psicoeeducativo per gestire la propria emotività si chiama STEPPS
In alcuni casi e momenti il supporto farmacologico, può essere davvero importante per avere un aiuto nella regolazione delle emozioni. E' importante però che vada alle radici della organizzazione della sua personalità e della grave difficoltà di gestire la rabbia. Il farmaco integrare il percorso di psico terapia. Affronti le sue perplessità sia con chi si occupa di lei in psico terapia che con lo psichiatra. Non si concentri solo sugli effetti collaterali del farmaco. Consideri anche gli effetti collaterali del disturbo borderline. Buona serata. Bruno Ramondetti
Buongiorno, fa molto bene a seguire un percorso di psicoterapia. Parli con la collega in merito alla sua paura degli psicofarmaci, è molto importante. La cannabis si è i farmaci no? Perché la cannabis non la spaventa? Mi sembra che questa rabbia sia diventata invalidante stia compromettendo la sua serenità e quella della coppia. Il farmaco le darebbe una grande mano.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente di mio dottore,
ritengo sia opportuno seguire le indicazioni della sua psicoterapeuta, di accompagnare al percorso psicoterapico anche il trattamento farmacologico. L'integrazione tra le due cose può fornire ottimi risvolti sul piano terapeutico per il disturbo da cui dice di esser affetta. La farmacoterapia inoltre, le consentirebbe di ridimensionare gli impulsi di rabbia e di angoscia senza ricorrere all' utilizzo di droghe leggere che a lungo andare potrebbero comportare l'evolversi di una dipendenza vera e propria. Segua le indicazioni della collega, in fondo ha a cuore che lei stia meglio.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
ritengo sia opportuno seguire le indicazioni della sua psicoterapeuta, di accompagnare al percorso psicoterapico anche il trattamento farmacologico. L'integrazione tra le due cose può fornire ottimi risvolti sul piano terapeutico per il disturbo da cui dice di esser affetta. La farmacoterapia inoltre, le consentirebbe di ridimensionare gli impulsi di rabbia e di angoscia senza ricorrere all' utilizzo di droghe leggere che a lungo andare potrebbero comportare l'evolversi di una dipendenza vera e propria. Segua le indicazioni della collega, in fondo ha a cuore che lei stia meglio.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Di fatto sta già usando una sostanza psicoattiva come farmaco, e proprio questo utilizzo dovrebbe farla riflettere meglio sulla necessità del momento. Il suo benessere non può e non deve essere soggetto alla disponibilità imprevedibile di una sostanza illegale. Questo al di là di qualsiasi giudizio etico, potrebbe usarla come farmaco se le venisse prescritta legalmente. In questo modo lei rischia di sviluppare una crisi pantoclastica solo perchè non ce l'ha a disposizione. Il disturbo borderline è già impegnativo di per sè per aggiungere questa variabile. Questo per metterla in grado di utilizzare gli strumenti sviluppati all'interno del percorso psicoterapeutico.
Buon pomeriggio. Il mio suggerimento è quello di continuare ad impegnarsi nel suo lavoro terapeutico avendo la pazienza e la fiducia che possa individuare insieme al/lla suo/a terapeuta i modi e le strategie per gestire al meglio i suoi scoppi di rabbia, la dipendenza da cannabis ecc., Consideri attentamente i suggerimenti del suo terapeuta anche in relazione alla possibilità di integrare una valutazione psichiatrica e farmacologica al suo percorso, condividendo i suoi timori in tal senso e confrontandosi con lui/lei su ciò che pensa a proposito dei farmaci.
Infine, le suggerisco di condividere con lui/lei anche questo suo bisogno di confronto con altri colleghi in merito alle proprie difficoltà ed ai propri sentimenti, potrebbe essere un ulteriore elemento importante per il vostro lavoro. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Infine, le suggerisco di condividere con lui/lei anche questo suo bisogno di confronto con altri colleghi in merito alle proprie difficoltà ed ai propri sentimenti, potrebbe essere un ulteriore elemento importante per il vostro lavoro. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi nel dare fiducia al percorso che sta facendo.
Saluti
MT
Saluti
MT
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Da quanto tempo è seguita dalla sua psicologa? Perchè non ha fiducia quando le dà questi suggerimenti? Provi a parlarne quando è in seduta e cerchi di capire cosa la sta bloccando e cosa le impedisce di decidere di assumere psicofarmaci. Saluti. Dott.ssa Debora Manoni
Buongiorno, concordo con i colleghi. Porti questa paura alla sua psicologa, la terapia farmacologica darebbe una grande mano anche nella gestione delle crisi. Un caro saluto, Federica Curci
Buonasera, è già sulla strada giusta… si affidi alla sua psicologa e discuta con lei quanto ci scrive!
Un caro saluto
Dott.ssa Zena Ballico
Un caro saluto
Dott.ssa Zena Ballico
Buongiorno, ritengo importante continuare un percorso terapeutico di gestione della rabbia per comprendere la causa che la genera in modo da risolvere il problema. Per quanto riguarda la sua titubanza nel rivolgersi a uno psichiatra le consiglio di parlare con la terapeuta. Cordiali saluti, a disposizione Dott.ssa Francesca Ghislanzoni
Buonasera, grazie per aver condiviso con noi la sua situazione e i suoi dubbi.
Mi sento di dirle "Si fidi della sua terapeuta", gli psicofarmaci fanno paura ma perché non ne abbiamo una visione realistica. Gli scoppi di rabbia potrà controllarli proprio grazie all'uso delle medicine, ovviamente sempre continuando la terapia psicologica. Gli studi dimostrano che gli effetti migliori per alcune diagnosi si ottengono proprio unendo le due terapie. Capisco che faccia paura, ma lei si è affidata alla sua terapeuta, può fidarsi. Lo sta facendo solo per il suo bene. Fissi un appuntamento con lo psichiatra, sarà lui a valutare se lei abbia davvero bisogno di farmaci, in che misura e per quanto tempo. Potrà sempre decidere di non assumerli se crede, ma provi almeno a fare il consulto e si chieda quali sarebbero gli effetti negativi e quali invece quelli positivi di questa situazione e, pesate le due cose sulla bilancia, decida cosa è meglio per lei.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Mi sento di dirle "Si fidi della sua terapeuta", gli psicofarmaci fanno paura ma perché non ne abbiamo una visione realistica. Gli scoppi di rabbia potrà controllarli proprio grazie all'uso delle medicine, ovviamente sempre continuando la terapia psicologica. Gli studi dimostrano che gli effetti migliori per alcune diagnosi si ottengono proprio unendo le due terapie. Capisco che faccia paura, ma lei si è affidata alla sua terapeuta, può fidarsi. Lo sta facendo solo per il suo bene. Fissi un appuntamento con lo psichiatra, sarà lui a valutare se lei abbia davvero bisogno di farmaci, in che misura e per quanto tempo. Potrà sempre decidere di non assumerli se crede, ma provi almeno a fare il consulto e si chieda quali sarebbero gli effetti negativi e quali invece quelli positivi di questa situazione e, pesate le due cose sulla bilancia, decida cosa è meglio per lei.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Gentile utente, grazie per questa importante condivisione.
Sono ben comprensibili il dolore e le difficoltà che sta affrontando. Ci sarebbero tanti elementi da valutare all'interno della sua situazione.
Innanzi tutto, rinnovo l'invito a continuare il suo percorso di psicoterapia con fiducia verso la Specialista che la segue. Si confronti con lei in merito ai suoi dubbi sull'eventuale farmacoterapia. Avrà magari modo di comprendere e superare le sue paure. Il farmaco può spaventare, ma in certe situazioni, può essere un valido supporto da associare al percorso su di sè.
Oltre a ciò, è certamente fondamentale per lei lavorare sull'acquisizione di una maggiore consapevolezza e una miglior gestione emotiva.
Non abbia fretta. Non pretenda cambiamenti repentini e non si giudichi per le sue attuali difficoltà. Esprima il suo senso di colpa alla sua terapeuta. Spero riceva l'aiuto necessario a liberarsi da questa sensazione, in modo da poter portare avanti il proprio percorso libera da questo pesante giudizio nei confronti di sè.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Per qualsiasi cosa, resto a disposizione.
Dott.ssa Erika Ragazzini
Sono ben comprensibili il dolore e le difficoltà che sta affrontando. Ci sarebbero tanti elementi da valutare all'interno della sua situazione.
Innanzi tutto, rinnovo l'invito a continuare il suo percorso di psicoterapia con fiducia verso la Specialista che la segue. Si confronti con lei in merito ai suoi dubbi sull'eventuale farmacoterapia. Avrà magari modo di comprendere e superare le sue paure. Il farmaco può spaventare, ma in certe situazioni, può essere un valido supporto da associare al percorso su di sè.
Oltre a ciò, è certamente fondamentale per lei lavorare sull'acquisizione di una maggiore consapevolezza e una miglior gestione emotiva.
Non abbia fretta. Non pretenda cambiamenti repentini e non si giudichi per le sue attuali difficoltà. Esprima il suo senso di colpa alla sua terapeuta. Spero riceva l'aiuto necessario a liberarsi da questa sensazione, in modo da poter portare avanti il proprio percorso libera da questo pesante giudizio nei confronti di sè.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Per qualsiasi cosa, resto a disposizione.
Dott.ssa Erika Ragazzini
Buongiorno, credo che sia estremamente faticoso dovere stare sempre in allerta per controllare la sua rabbia, o dover utilizzare un rimedio per evitare di sbottare. Soffrendo di disturbo borderline concordo con la sua dottoressa nell'invio ad una visita psichiatrica. La sua vita potrebbe notevolmente giovarne. Se ha qualche remora nell'uso delle medicine, può parlarne con lo psichiatra e credo che possiate trovare soluzioni condivise.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
per quanto riguarda la possibilità di andare dallo psichiatra, dovrebbe affidarsi al suo terapeuta, non sapendo la storia non posso dirle diversamente.
Ma una cosa gliela posso dire, la rabbia ha un senso, lo sfogo e quel doloroso senso di svuotamento che lei prova dopo la "litigata", anche.
Mi auguro che lei riesca a parlarne in una sede opportuna di terapia.
Un caro saluto
Lavinia
per quanto riguarda la possibilità di andare dallo psichiatra, dovrebbe affidarsi al suo terapeuta, non sapendo la storia non posso dirle diversamente.
Ma una cosa gliela posso dire, la rabbia ha un senso, lo sfogo e quel doloroso senso di svuotamento che lei prova dopo la "litigata", anche.
Mi auguro che lei riesca a parlarne in una sede opportuna di terapia.
Un caro saluto
Lavinia
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Buongiorno e grazie per la sua condivisione.
La terapia farmacologica permette di gestire l'attivazione interna in maniera importante da un punto di vista cerebrale, permettendo di attuare ciò che si elabora nel percorso terapeutico, pertanto può essere molto utile per gestire la rabbia.
A presto
VB
La terapia farmacologica permette di gestire l'attivazione interna in maniera importante da un punto di vista cerebrale, permettendo di attuare ciò che si elabora nel percorso terapeutico, pertanto può essere molto utile per gestire la rabbia.
A presto
VB
Ciao, grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco quanto sia difficile gestire la rabbia, soprattutto quando sembra prendere il controllo e ti porta a dire o fare cose che poi ti fanno sentire in colpa. È un circolo che ti fa sentire intrappolata, ma il fatto che tu stia seguendo un percorso terapeutico e che tu sia consapevole di queste dinamiche è già un grande passo avanti. La rabbia, nel disturbo borderline, spesso nasce da un’emozione più profonda, come la paura di essere abbandonati, la frustrazione o il senso di vuoto. Quando tutto ti sembra nero, è come se una parte di te, quella più vulnerabile e spaventata, prendesse il sopravvento e cercasse di proteggersi in modo impulsivo, scaricando tutto sul tuo compagno. Poi, quando la rabbia passa, arriva il senso di colpa, perché in realtà sai che lui non merita di essere trattato così e che vorresti reagire in modo diverso.
La cannabis, che usi per cercare di calmarti, è diventata un’ancora di salvezza, ma come hai detto tu, è un uso sbagliato che alla fine ti fa sentire ancora più giù. È comprensibile che tu abbia paura degli psicofarmaci, soprattutto se ti senti già fragile, ma potrebbero essere un aiuto temporaneo per stabilizzare le tue emozioni e darti la possibilità di lavorare meglio sulla terapia. Non significa che li prenderai per sempre, ma potrebbero darti un po’ di respiro mentre continui a lavorare su te stessa.
Per quanto riguarda la rabbia, ci sono alcune cose che potresti provare a fare quando senti che sta montando. Prima di tutto, cerca di riconoscere i segnali fisici che ti avvisano che sta arrivando: magari il cuore batte più forte, senti calore o tensione. In quei momenti, prova a fare un respiro profondo e a contare fino a dieci, oppure esci dalla stanza per qualche minuto per calmarti. Puoi anche provare a scrivere quello che senti, invece di dirlo subito, così da dare uno sfogo alle emozioni senza ferire gli altri. Un altro esercizio utile è immaginare la rabbia come un’onda: arriva, cresce, ma poi passa. Se riesci a ricordare che è temporanea, potrebbe aiutarti a non agire d’impulso.
Infine, parla con il tuo compagno di quello che stai vivendo. Non per giustificare le tue reazioni, ma per fargli capire che stai lavorando su te stessa e che hai bisogno del suo supporto. Lui è provato, ma se capisce che stai facendo del tuo meglio per cambiare, potrebbe essere più paziente e comprensivo. Ricorda che non sei definita dalla tua rabbia o dal disturbo: sei una persona che sta lottando per migliorare, e questo è già un segno di grande forza. Continua a lavorare con la tua psicologa e, se serve, apriti alla possibilità di un supporto psichiatrico. Non sei sola in questo percorso, e con il tempo e gli strumenti giusti, puoi imparare a vivere più serenamente.
La cannabis, che usi per cercare di calmarti, è diventata un’ancora di salvezza, ma come hai detto tu, è un uso sbagliato che alla fine ti fa sentire ancora più giù. È comprensibile che tu abbia paura degli psicofarmaci, soprattutto se ti senti già fragile, ma potrebbero essere un aiuto temporaneo per stabilizzare le tue emozioni e darti la possibilità di lavorare meglio sulla terapia. Non significa che li prenderai per sempre, ma potrebbero darti un po’ di respiro mentre continui a lavorare su te stessa.
Per quanto riguarda la rabbia, ci sono alcune cose che potresti provare a fare quando senti che sta montando. Prima di tutto, cerca di riconoscere i segnali fisici che ti avvisano che sta arrivando: magari il cuore batte più forte, senti calore o tensione. In quei momenti, prova a fare un respiro profondo e a contare fino a dieci, oppure esci dalla stanza per qualche minuto per calmarti. Puoi anche provare a scrivere quello che senti, invece di dirlo subito, così da dare uno sfogo alle emozioni senza ferire gli altri. Un altro esercizio utile è immaginare la rabbia come un’onda: arriva, cresce, ma poi passa. Se riesci a ricordare che è temporanea, potrebbe aiutarti a non agire d’impulso.
Infine, parla con il tuo compagno di quello che stai vivendo. Non per giustificare le tue reazioni, ma per fargli capire che stai lavorando su te stessa e che hai bisogno del suo supporto. Lui è provato, ma se capisce che stai facendo del tuo meglio per cambiare, potrebbe essere più paziente e comprensivo. Ricorda che non sei definita dalla tua rabbia o dal disturbo: sei una persona che sta lottando per migliorare, e questo è già un segno di grande forza. Continua a lavorare con la tua psicologa e, se serve, apriti alla possibilità di un supporto psichiatrico. Non sei sola in questo percorso, e con il tempo e gli strumenti giusti, puoi imparare a vivere più serenamente.
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso questo suo momento di vita molto delicato. Comprendo l’angoscia e la frustrazione che possono derivare dalla difficoltà di gestire la rabbia che si alterna al senso di colpa. Le consiglierei di valutare la possibilità di vedere uno psichiatra. In questo momento l’uso di un farmaco potrebbe esserle d’aiuto. In realtà la terapia farmacologica integrata con quella psicoterapica è molto efficace. Per gestire la rabbia le posso consigliare le tecniche di rilassamento ( Training autogeno e rilassamento muscolare progressivo).Le auguro in bocca al lupo per tutto.
Dott.ssa Mariapaola Anania
Dott.ssa Mariapaola Anania
Gentile utente,
dalle sue parole emerge una grande lucidità: lei vede con chiarezza il ciclo che la intrappola — tensione, rabbia, scarica sul partner, senso di colpa, uso della cannabis per calmarsi — e il desiderio sincero di interromperlo. Questa consapevolezza è già il primo passo concreto verso il cambiamento.
Le crisi di rabbia che descrive non nascono da cattiveria o mancanza di autocontrollo, ma da un sistema emotivo che si attiva in modo estremamente intenso, tipico di chi vive una forte vulnerabilità interiore. In quei momenti il cervello “spegne” le funzioni razionali per difendersi da un dolore percepito come insopportabile, e ogni piccola frustrazione diventa una minaccia.
Alcune strategie che può iniziare a sperimentare:
– interrompere l’escalation appena sente salire la tensione, anche uscendo momentaneamente dalla stanza o interrompendo la conversazione: il distacco fisico è spesso l’unico modo per evitare di travolgere l’altro;
– focalizzarsi sul corpo, non sulla mente: respirazione lenta, contare i secondi del respiro, camminare, stringere un oggetto o bagnarsi le mani con acqua fredda possono aiutare a scaricare l’attivazione;
– tenere un diario delle emozioni, per riconoscere i segnali precoci della rabbia e le situazioni che la scatenano, così da anticiparla;
– lavorare sulla dipendenza dalla cannabis con la terapeuta, cercando metodi alternativi di autoregolazione emotiva: lo sforzo che sta facendo per affrontare anche questo è molto importante.
Per quanto riguarda la proposta della psicologa di un consulto psichiatrico, non è necessariamente un passo verso l’uso immediato di farmaci: può essere semplicemente una valutazione integrativa, per capire se un eventuale supporto farmacologico temporaneo possa aiutarla a stabilizzare l’umore e a lavorare meglio in terapia. I farmaci, se prescritti in modo mirato, non annullano la persona, ma possono ridurre l’intensità delle crisi permettendo di gestirle con più lucidità.
Continui a comunicare apertamente con la sua terapeuta, esprimendo anche la paura legata ai farmaci: affrontarla insieme potrà aiutarla a decidere con serenità. La forza e la consapevolezza che dimostra oggi sono già la base per un miglioramento reale.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
dalle sue parole emerge una grande lucidità: lei vede con chiarezza il ciclo che la intrappola — tensione, rabbia, scarica sul partner, senso di colpa, uso della cannabis per calmarsi — e il desiderio sincero di interromperlo. Questa consapevolezza è già il primo passo concreto verso il cambiamento.
Le crisi di rabbia che descrive non nascono da cattiveria o mancanza di autocontrollo, ma da un sistema emotivo che si attiva in modo estremamente intenso, tipico di chi vive una forte vulnerabilità interiore. In quei momenti il cervello “spegne” le funzioni razionali per difendersi da un dolore percepito come insopportabile, e ogni piccola frustrazione diventa una minaccia.
Alcune strategie che può iniziare a sperimentare:
– interrompere l’escalation appena sente salire la tensione, anche uscendo momentaneamente dalla stanza o interrompendo la conversazione: il distacco fisico è spesso l’unico modo per evitare di travolgere l’altro;
– focalizzarsi sul corpo, non sulla mente: respirazione lenta, contare i secondi del respiro, camminare, stringere un oggetto o bagnarsi le mani con acqua fredda possono aiutare a scaricare l’attivazione;
– tenere un diario delle emozioni, per riconoscere i segnali precoci della rabbia e le situazioni che la scatenano, così da anticiparla;
– lavorare sulla dipendenza dalla cannabis con la terapeuta, cercando metodi alternativi di autoregolazione emotiva: lo sforzo che sta facendo per affrontare anche questo è molto importante.
Per quanto riguarda la proposta della psicologa di un consulto psichiatrico, non è necessariamente un passo verso l’uso immediato di farmaci: può essere semplicemente una valutazione integrativa, per capire se un eventuale supporto farmacologico temporaneo possa aiutarla a stabilizzare l’umore e a lavorare meglio in terapia. I farmaci, se prescritti in modo mirato, non annullano la persona, ma possono ridurre l’intensità delle crisi permettendo di gestirle con più lucidità.
Continui a comunicare apertamente con la sua terapeuta, esprimendo anche la paura legata ai farmaci: affrontarla insieme potrà aiutarla a decidere con serenità. La forza e la consapevolezza che dimostra oggi sono già la base per un miglioramento reale.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
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