Salve, sono un uomo di 40 anni e mi sono da poco reso conto che alcuni miei comportamenti potrebbe

16 risposte
Salve,
sono un uomo di 40 anni e mi sono da poco reso conto che alcuni miei comportamenti potrebbero essere sintomi di un disturbo ossessivo-compulsivo o qualcosa di simile (ditemi voi). In ferie con la mia ragazza è stata una discussione continua e mi rendo conto che tutto partiva da miei malumori per suoi comportamenti che forse per molte persone non sarebbero stati affatto fastidiosi. Esempio di piccole cose che mi mettono a profondo disagio: se mi costringeva a cambiare i miei rituali prima di andare a dormire (soffro di insonnia e riesco a controllarla solo ripetendo sempre gli stessi rituali nell'ultima ora prima di dormire, per spegnermi gradualmente), se anche solo spostava il mio cuscino o altre cose mie, anche nel cucinare se voleva fare le cose in un modo diverso a quello a cui sono abituato, il fatto che mettesse quantità abnormi di sale nel cibo (io sono salutista a tavola, mentre lei è all'estremo opposto), il fatto che non badasse all'igiene del cibo (es. toccare uova appena deposte dalla gallina, e poi affettare il pane senza lavarsi le mani).
Alcune o molte delle mie "fisse" hanno una base oggettiva e razionale (es. con l'ultima che ho detto ci si può davvero prendere la salmonella), ma credo che il disagio che mi provocano queste situazioni sia eccessivo, tanto da farmi pensare che sarebbe meglio non andare a convivere e restare in casa per conto mio a vita.
Inoltre questo sta condizionando una scelta importante della mia vita (se stare con questa ragazza, con cui pure per altri versi ho un rapporto bellissimo - da considerare che con la mia ex con cui ho convissuto 14 anni non sentivo questo disagio, c'era equilibrio perfetto a livello di abitudini domestiche, anche se non funzionava più sul piano affettivo-erotico), e mi chiedo se sia giusto prendere una decisione sulla base di queste mie fisse. D'altra parte hanno un effetto reale, se le ignoro sto male.
Cosa potrei fare? C'è un qualche tipo di terapia che potrebbe aiutarmi, e se sì quale?
Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
La invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, immagino il disagio derivante da queste rigidità di pensiero e comportamento. Considerato il fastidio e il malessere provati, piuttosto che decidere immediatamente di sacrificare una relazione affettiva, le consiglio di consultare un professionista, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale, terapia gold standard in base alle evidenze scientifiche per questo tipo di problematica. Cordiali saluti.
Per sciogliere ogni dubbio è meglio chiedere una valutazione psico diagnostica al fine di capire se è presente un disturbo ossessivo compulsivo e in questo caso, di quale grado. Successivamente si imposterà un eventuale piano psico terapeutico. Può essere d'aiuto ascolta l'episodio dedicato alle ossessioni del Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Google e Spotify. E' un podcast rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia, troverà approfondimenti e strumenti di auto aiuto. Segua anche la pagina Facebook Le Stanze della Paura. Buona serata. Bruno Ramondetti
Buonasera, nel suo racconto ricco di esempi ci sono aspetti abitudinari e di rigidità di tipo ossessivo oltre ad una diversità con la sua fidanzata rispetto all'agire nella quotidianità. Può essere utile iniziare un percorso psicoterapeutico individuale cognitivo'-comportamentale per lavorare sul funzionamento ossessivo e nel contempo valutare se fare successivamente un percorso di coppia finalizzato alla mediazione e tolleranza per una futura serena convivenza. Cordialità. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentile utente, ciò che descrive potrebbe essere un disturbo ossessivo compulsivo ma una diagnosi va fatta partendo da molti più elementi. Credo che più che la diagnosi dovrebbe affrontare ciò che si cela dietro. Non è lasciando la sua ragazza e dedicandosi ai suoi rituali che risolverà quello che è un disagio quotidiano, da comprendere in sede opportuna con un professionista. Più che l'indirizzo, scelga uno o una psicoterapeuta con cui si sente a suo agio. Gli approcci sono tanti e non ce n'è uno migliore di un altro. Spesso è la relazione terapeutica che si crea, l'aspetto di cura più importante.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, i sintomi che lei descrive sono compresi nel DOC, ma questo non significa che lei lo abbia poichè sono in comorbilità con altre patologie. Per confermare o disconfermare una diagnosi può rivolgersi a uno psicoterapeuta e mediante i colloqui clinici e la somministrazione di Test specifici (fondamentali per meglio definire la diagnosi) può giungere a una maggiore chiarezza sulla diagnosi. La psicoterapia dispone di protocolli di trattamento specifici per ciascun disturbo. Quindi, la diagnosi determina poi la scelta del percorso terapeutico adatto e specifico. Resto disponibile per ulteriori chiarimenti. Saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Ritiene che “chiudersi in casa a vita” in compagnia dei suoi rituali sia la soluzione realmente più efficace? Faccia una cosa che non ha ancora e mai fatto: si rivolga ad una/o psicoterapeuta, che valuterà l’entità del suo DOC e l’eventuale presenza di altri disagi in comorbidita’ e, sulla base di tale valutazione, potrà impostare un piano terapeutico tagliato su misura per lei.
Gentile Utente, sono dell’idea che non esista un approccio migliore o più efficace dell’altro di default: è la relazione che cura, ed è in una relazione terapeutica sana che può cercare di comprendere, in questo caso, l'origine di alcuni pensieri che, di primo acchito, possono apparire rigidi e quale è il loro "ruolo".
Buona giornata, Luisa
Gentile utente, immagino che la situazione che sta vivendo non la faccia stare sereno, lo capisco. Seppur ha descritto bene il suo disagio e quello che la preoccupa, non si può definire se si tratti di DOC oppure no. Sicuramente iniziare un percorso psicoterapeutico le darà delle risposte accurate tramite colloqui e questionari ad hoc. Quando si avverte un disagio nella propria vita probabilmente è il segnale che necessito di un aiuto da parte di un professionista.
Personalmente ho un approccio terapeutico cognitivo-comportamentale (elettivo per i disturbi d'ansia e per il DOC). E' un approccio mediamente breve, con delle strategie ben precise che agiscono su emozioni, pensieri e comportamenti.
Spero di averle dato degli spunti di riflessione.
Per ulteriori dubbi mi può contattare anche online, sarà mia premura risponderle.
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera, comprendo il suo disagio, alcuni atteggiamenti che descrive possono essere ricondotti ad un disturbo ossessivo-compulsivo ma credo anche che sia opportuno e utile approfondirli in colloquio con un professionista. Come detto dai colleghi, concordo che ogni approccio possa essere funzionale, l’importante è che stabilisca una relazione di fiducia con il terapeuta.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Russo
Buongiorno, servirebbero ulteriori informazioni per poter esprimere un parere o fornire un consiglio.
Tuttavia sarebbe utile un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche quale ruolo abbiano i suoi disturbi all'interno della sua famiglia di origine.
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buongiorno,
del suo racconto mi colpisce per prima cosa la difficoltà e la fatica che intravvedo nel non poter vivere senza i rituali descritti.
E per rispondere in modo diretto alla sua domanda, credo che interrompere un rapporto a cui tiene, per quelle che chiama le sue "fisse" o per mancanza di comunicazione e possibilità accordarsi (che sono alla base della costruzione di una vera intimità in cui si comunica almeno alla persona amata le proprie fragilità, pensieri e punti di vista), senza tentare di comprendere più profondamente ciò che sente sarebbe un vero peccato.
un caro saluto
Dott.ssa Villa
Buon pomeriggio,
più che concentrarsi su una possibile psicodiagnosi, potrebbe esserle utile cercare di comprendere quali sono le motivazioni profonde che si celano dietro questi rituali, in modo da poterne comprendere l'origine in modo da poter migliorare progressivamente la situazione.
Un percorso psicoterapeutico può esserle certamente d'aiuto; più che l'approccio giusto, è importante scegliere il terapeuta che lei sente giusto per lei, in modo da poter instaurare una buona relazione terapeutica, utile volano per il cambiamento.
Cordialmente, EP
La psicoterapia, qualunque sia l'approccio, senz'altro La aiuterebbe molto. Al di là delle diagnosi, che, esattamente come l'orientamento dello specialista, non deve essere una Sua preoccupazione, vale la pena prendersi del tempo per sè. Uno spazio tutto Suo, dove mettere ordine dentro di sè. La soluzione non può e non deve essere quella di rinunciare a una vita di coppia, nella maniera più assoluta. I Suoi rituali Le servono per avere l'illusione di avere tutto sotto controllo, ma avrà già capito da solo che questo obiettivo è al di sopra delle nostre possibilità e come tale non fa altro che generare frustrazione. Da cosa La tengono lontano tutti questi movimenti? Se si fermasse un attimo e si astenesse dal compierli, con grande sforzo lo so bene, dove andrebbero i Suoi pensieri? Da cosa si sta proteggendo? Questi e altri interrogativi potranno aiutarLa, più che a capirne l'origine, a ridurli fino a farli scomparire. Interessante il fatto che ha convissuto 14 anni e questo problema non si è mai verificato. Potrebbe essere un punto di partenza per un lavoro naturalmente più ampio e approfondito. Io sono a disposizione, anche online.
Salve, mi dispiace molto per il periodo difficile che sta attraversando, le consiglierei di consultare uno psicologo. Intraprendere un percorso le assicuro che la può aiutare a gestire queste problematiche, ma anche a conoscersi, rispettarsi ed amarsi. Resto a disposizione Dott.ssa Alessia Malandrino
Gentile utente di mio dottore,
sarebbe opportuno iniziasse un percorso di psicoterapia al fine di poter meglio approfondire le funzioni relazionali dei suoi sintomi. Non è importante l' orientamento del terapista quanto piuttosto la volontà ad impegnarsi nel mettersi in discussione, aprendosi alla possibilità di fare un lavoro che vada nel profondo.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara

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