Salve, scrivo qui in attesa di una visita psicologica la prossima settimana per raccontare la mia s

24 risposte
Salve,
scrivo qui in attesa di una visita psicologica la prossima settimana per raccontare la mia situazione/inquadrare cosa potrei avere (nonostante la distanza non lo permetta al 100%).
Sono un ragazzo di 24 anni, un mese fa sono finito in ospedale per un problema di probabile indigestione in codice giallo, a seguito di aver mangiato troppo velocemente un cibo freddo, problema che comunque è stato tranquillamente risolto in giornata. Successivamente a questa situazione, sono stato a casa alcuni giorni (cercando tutte le malattie del mondo dello stomaco dato che soffrivo ancora un po’ di meteorismo) per riposarmi e ristabilirmi mangiando però molto poco (ho preso troppo seriamente il mangiare in bianco) finendo per perdere circa 5-6 kg in 11-12 giorni. Non so se è per il cibo e i macronutrienti venuti a mancare o per il trauma dell’ospedale(seppur non lo consideri così esagerato) ma,subito dopo un attacco di panico circa 10 giorni dopo, ho sviluppato dei sintomi simili (ma non precisamente uguali) a quelli della derealizzazione, ho iniziato a percepire la realtà come diversa rispetto a prima dell’attacco di panico (non estranea, non come un automa e tutte le altre cose che si trovano cercando su internet, niente visioni o allucinazioni o altro) semplicemente mi sentivo un po’ più distaccato e nei miei pensieri e se mi focalizzavo sulla realtà (forse mi sono un po’ autosuggestionato cercando su internet dato che sono un soggetto di stampo ansioso) andavo a pensare che ci potesse essere qualcosa di diverso a livello percettivo facendomi prendere dall’ansia e dalla paura. 5 giorni dopo essere entrato in questa situazione per l’ansia e la paura ho iniziato pure a dormire male (situazione che man mano si sta risolvendo poiché ho iniziato con dei giorni in cui non chiudevo proprio occhio a avevo la testa piena di pensieri ed ansia per la situazione mentre ad oggi seppur con un 2-3 risvegli notturni sto riuscendo a dormire meglio).
Nonostante tutto ad oggi questa sensazione continua ad esserci, penso più alimentata dall’ansia che dalla derealizzazione in se, tanto che ci sono dei momenti (al risveglio, o quando sono fortemente distratto da qualcosa o qualcuno, o quando sono al telefono a vedere un video o altro) in cui mi sento normalissimo (dato che non alimento il pensiero).
Nella vita avrò avuto si e no 3-4 attacchi di panico in 24 anni e sono sempre riuscito a risolvere tutto e controllarmi da solo, sono una persona combattiva che in ogni settore della vita non si è mai arresa e questa volta invece mi sta venendo più difficile, forse per la somma di cose che ho vissuto nell’ultimo periodo che mi avrà prodotto grande stress misto al sonno che è venuto meno.
Fatemi sapere cosa ne pensate a riguardo, secondo voi è una fissazione/paranoia di natura ansiosa vedendo la sintomatologia ed il trascorso o è vera e propria derealizzazione? Prossima settimana in ogni caso come già detto avrò un consulto in presenza e magari inizierò una terapia per calmare evidenti stati ansiosi che magari hanno bisogno di essere gestiti. Grazie per il tempo speso per la lettura.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la ringrazio per aver raccontato queste sue dinamiche che le creano sofferenza. Come dice anche lei, da queste poche parole, è impossibile rispondere alle sue domande ma sicuramente se sperimenta i sintomi dell'attacco di panico, è importante intraprendere un percorso psicologico per capire quali sono le cause.
Le auguro il meglio!
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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Dott.ssa Annamaria Labanca
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
Intanto hai sicuramente fatto la scelta più giusta nel prenotare una visita psicologica in presenza, vedrai che nel narrarti di persona e nell’interazione con il professionista scelto, troverai certamente risposte utili a definire quello che in questo momento percepisci come un malessere , a dargli un senso e , quindi, risolverlo.
Mi colpisce il fatto che questa sensazione che chiami “di derealizzazione” sparisca in alcune specifiche circostanze… ecco, io partirei da lì, dalle ricorrenze e dalle eccezioni, dai momenti in cui è più presente e quelli in cui non lo è. Potrebbe essere utile notare questo aspetto e riportarlo in seduta per ragionarci insieme al/alla collega.

Resto a disposizione per qualunque ulteriore domanda.

Un saluto,
Annamaria Labanca - psicologo a Roma
Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro ragazzo, mi è capitato di confrontarmi con persone con disturbo di ansia che raccontavano la stessa tua sensazione di derealizzazione. Si sentivano incomprese perché il loro disagio appariva irrazionale e non collegato ai reali pericoli di vita. Gli stati ansiosi hanno molteplici sfumature nel loro manifestarsi e possono essere collocati all'interno di un continuum che va dall'agitazione ad una vasta gamma di disturbi invalidanti (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie, ipocondria....). Le forme ansiose che hai sperimentato nel passato sono campanelli d'allarme che l'organismo attiva per comunicare il suo malessere. E' importante, dunque, imparare a riconoscere questi segnali attraverso l'ascolto profondo del sé. Affidarsi ad un professionista della salute mentale, così come tu hai fatto, è sicuramente il primo step di un cammino che ti condurrà verso l'obiettivo di imparare a gestire l'ansia giorno dopo giorno e senza scappatoie o compromessi. Percorso necessario per vivere la vita nel benessere, diritto imprescindibile di tutti i ragazzi che hanno la tua età. Ti saluto con affetto. Dott.ssa Chiara Lagi.
Dott.ssa Maria Luisa Di Costanzo
Psicologo, Terapeuta, Psicoterapeuta
Napoli
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Dott. Mauro Simonetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile Utente, quello che possiamo dirci per certo è che negli stati psicopatologici vi è una profonda insidia, ovvero che tutti noi abbiamo (in condizioni normali) una certa misura di sintomi. Per questo motivo il fatto che effettivamente ci riconosciamo in un certo numero di sintomi della condizione X non è necessariamente indice del fatto che sia X (o che si stia sviluppando X).
Perciò ha assolutamente senso che lei abbia speriementato qualcosa che può essere descritto, almeno in parte, come "derealizzazione" ma ciò non significa necessariamente che si sia trattato di ciò.
Trovo molto sensato e importante che abbia prenotato un colloquio, con il/la collega avrete modo di approfondire i sintomi e quindi poter definire meglio cosa le è successo e cosa le sta succedendo.
Capito ciò, in qualsiasi caso,valuterete insieme cosa si può fare per aiutarla nella gestione di cosa le sta accandendo.
Spero di essere stato utile, avesse altri dubbi o curiosità mi scriva pure in chat e risponderò.
Dottor Mauro Simonetti
Dott.ssa Sara Pascoli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Trieste
Buona sera gentile utente, la derealizzazione è un sintomo che spesso accompagna gli attacchi di panico, può causare molta angoscia ma non è grave. Un percorso psicoterapeutico con un'esperta/o in disturbi ansiosi e psicologia del trauma le sarà molto d'aiuto. Se ha una storia legata agli sarà attacchi di panico sarà importante ripercorrerla, per trovare il bandolo della matassa. Questi sintomi si possono risolvere. Anche l'evento dell'indigestione credo che abbia giocato un ruolo importante per lei visto che ha scatenato i sintomi.
Potrebbe esserle molto utile per esempio la metodologia EMDR.
Se volesse confrontarsi ulteriormente con me, mi può contattare anche on-line. Tanti auguri e buon percorso terapeutico.
Dott.ssa Giada Di Veroli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, Sembra che lei stia vivendo un periodo stressante e ansioso, con sintomi legati all'ansia come la percezione alterata della realtà e disturbi del sonno. È positivo che lei abbia pianificato un consulto con uno psicologo, poiché potrebbe aiutarla a gestire meglio questi stati ansiosi. Durante la visita, sarà importante esporre apertamente la sua situazione e i suoi sintomi. Non esiti a cercare aiuto professionale e a seguire il percorso terapeutico consigliato. Resti positiva e si prenda cura di sé stessa.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Chiara Biccheri
Psicologo clinico, Psicologo
Gubbio
Gentile utente, come proprio lei dice, sembra che le capiti molto spesso di sperimentare ansia; per questo motivo la sua decisione di intraprendere un percorso psicologico è molta buona, e denota la sua volontà di prendersi cura di sè e non tralasciare ciò che le accade dentro. I sintomi ansiosi, infatti, sono importantissimi segnali che ci dicono che è arrivato il momento di ascoltarsi per capire cosa vogliono dirci. Le informazioni sono purtroppo insufficienti per poter dire qualcosa di più in merito alla derealizzazione, la invito tuttavia a non focalizzarsi su eventuali autodiagnosi, le quali spesso non si rivelano corrette, ma soprattutto non risultano utili per la persona al fine di recuperare, perseguire o migliorare il proprio benessere. Ricordi che l'azione più importante e buona per lei l'ha già intrapresa chiedendo il supporto di un professionista!
Le auguro fiduciosamente un buon percorso!
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Psicologo, Psicoterapeuta
Pozzuoli
Ciao
Mi dispiace molto sentire che stai attraversando un periodo così difficile. È comprensibile che un’esperienza come quella in ospedale possa avere avuto un impatto emotivo su di te, soprattutto considerando i sintomi che hai descritto. E’ importante prendere sul serio i tuoi disturbi e cercare un supporto professionale per affrontare ciò che stai vivendo. E’ possibile che ci sia un legame tra il trauma dell’ospedale e sintomi che stai sperimentando, ma è fondamentale esplorare questo argomento con un professionista della salute mentale durante la tua visita psicologica. Un terapeuta sarà in grado di aiutarti a comprendere meglio ciò che stai attraversando e a sviluppare strategie per gestire l’ansia e altri sintomi che potresti incontrare. Ricorda che non sei solo, che ci sono risorse disponibili per aiutarti a sentirti meglio. Resta in contatto e non esitare a chiedere ulteriore supporto se ne hai bisogno.
Cordialmente dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, da ciò che scrive sembra che il continuo controllo del suo stato fisico alimenti l'ansia e solo quando si discosta da questi pensieri, riesce a stare bene. Difficile dire quindi se si tratti di derealizzazione, per la quale occorre una diagnosi accurata in sede professionale. Ritengo però che pensare al controllo dei suoi sintomi possa peggiorare la situazione creando un senso di impotenza difficile da gestire. I problemi legati all'ansia, così come ad altri disturbi, non possono essere arginati con la forza di volontà, ma come ha ben capito, prendendosene cura con una psicoterapia.
Le auguro il meglio dal suo percorso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

l'esperienza ospedaliera deve aver attivato in lei angosce molto forti che oggi la portano ad esser accompagnato spesso da ansia e panico. Dai disturbi d'ansia è possibile guarire attraverso l'ausilio integrato della psicoterapia e della farmacoterapia. Si legge che a breve inizierà il suo percorso di psicoterapia, non potrà far altro che aiutarla nel trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Iacopo Curzi
Psicologo, Psicologo clinico
Senigallia
Buongiorno e grazie per la condivisione.
Prima di tutto, voglio rassicurarti che la decisione di cercare aiuto professionale è un passo importante nella cura del proprio benessere. È comprensibile che ti senta preoccupato e confuso riguardo ai sintomi che stai sperimentando, ma è positivo che tu stia cercando di affrontarli e trovare delle soluzioni.
Dal tuo racconto, sembra che tu stia attraversando un periodo in cui ti senti sotto pressione. È comune che eventi traumatici o stressanti possano scatenare sintomi di ansia e panico, come quelli che hai descritto. La sensazione di derealizzazione che hai sperimentato potrebbe essere una manifestazione dell'ansia che stai vivendo. La derealizzazione è un sintomo in cui la persona percepisce il mondo esterno come irreale o distorto. Detto ciò è di fondamentale importanza che sia valutata da un professionista per determinare la causa sottostante.
È positivo che tu abbia già preso in considerazione l'inizio di una terapia per gestire i tuoi stati ansiosi. La terapia può essere estremamente utile nel fornire supporto, strategie di coping e trattamento per affrontare i tuoi sintomi. Il terapeuta sarà in grado di lavorare con te per comprendere meglio le tue esperienze, identificare i fattori scatenanti e sviluppare un piano di trattamento personalizzato.
Spero che il tuo consulto psicologico possa essere un passo positivo verso il recupero e il benessere.
Dott. Iacopo Curzi
Gentilissimo, mi dispiace moltissimo per il disagio che sta vivendo .Da quello che narra il problema di ansia che lo affligge è stato nuovamente portato a galla in seguito al suo mini ricovero in ospedale, ma andrebbero approfondite le cause sottostanti. Sono sicura che l'incontro con il professionista alla quale si è rivolto potrà giovarle in quanto il disturbo d'ansia va trattato con l'aiuto di uno psicoterapeuta che l'aiuti a risolvere nel breve tempo la sintomatologia con delle tecniche specifiche e lavorando su lungo periodo con l'obiettivo di esplorarne le cause. Le auguro il meglio, Dott.ssa Margherita Nobile
Dott.ssa Chiara Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Ardea
Gentile utente,
Mi dispiace molto leggere della fatica che sta accompagnando questo suo ultimo periodo. Di certo non si può fare diagnosi con queste poche informazioni, ma, da quello che dice, sembra che i suoi sintomi rientrino all’interno di un quadro ansioso. Con il percorso terapeutico che sta per intraprendere sono sicura che lei avrà modo di comprendere il senso di questi sintomi così da potersene prendere cura. Per qualunque dubbio non esiti a contattarmi. Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Costa
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Dalla tua descrizione, sembra che tu stia vivendo un periodo di ansia e preoccupazione che potrebbe essere scatenato da vari fattori, come il tuo soggetto ansioso di base, l'esperienza di ospedalizzazione e i cambiamenti nella tua alimentazione e sonno. La sensazione di distacco dalla realtà potrebbe essere una manifestazione dell'ansia piuttosto che una vera e propria derealizzazione. È positivo che tu stia cercando aiuto professionale e che avrai un consulto psicologico prossima settimana. Durante la terapia, potrai esplorare le tue preoccupazioni e imparare a gestire l'ansia in modo più efficace. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Maria Luisa Mazzeo
Psicologo, Psicologo clinico
Fidenza
Gentile utente, le sedute psicoterapiche le saranno di grande aiuto. In bocca al lupo
Dott.ssa Anastasia Giangrande
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e preoccupazioni, e mi dispiace molto per i vissuti negativi che da queste scaturiscono. Se dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso online, utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori modo ssa trovare una strada percorribile verso la serenità.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott.ssa Anastasia Giangrande.
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno, la derealizzazione è un sintomo che spesso accompagna gli attacchi di panico, può causare molta paura, ma non è particolarmente grave. Un percorso psicoterapeutico le sarà molto utile. Se ha una narrazione legata alla sintomatologia degli attacchi di panico sarà importante ripercorrerla. Ogni sintomo porta con se un messaggio. Anche l'evento dell'indigestione potrebbe aver influito. Resto a disposizione. Un caro saluto. Dr.ssa Versari Debora.
Dr. Raffaello Pinelli
Psicologo, Psicologo clinico
Reggello
Caro ragazzo,

grazie per aver condiviso con tanta chiarezza la tua esperienza. Posso capire quanto questa situazione stia pesando su di te, soprattutto considerando la concatenazione di eventi recenti che hai vissuto: l’episodio in ospedale, il calo di peso, l’attacco di panico e le conseguenze che ne sono seguite. È importante sapere che stai già facendo il passo giusto prenotando una visita psicologica, perché un confronto diretto con un professionista sarà fondamentale per approfondire la situazione e lavorare su ciò che stai vivendo.

1. La relazione tra ansia e percezione alterata
Da ciò che descrivi, molti dei sintomi che riporti – la sensazione di distacco dalla realtà, la difficoltà a rilassarti e a dormire, e la focalizzazione ansiosa sul tuo stato – possono essere collegati a una condizione di ansia acuta o a uno stato di stress prolungato. L’ansia, in particolari momenti di sovraccarico emotivo e fisico, può portare a sensazioni simili alla derealizzazione o depersonalizzazione. Si tratta di fenomeni temporanei che il cervello utilizza come meccanismo di difesa per proteggersi dallo stress eccessivo.

La buona notizia è che questi stati sono spesso reversibili e migliorano con un intervento mirato, soprattutto quando si agisce sulle cause sottostanti, come il controllo dell’ansia e del rimuginio mentale.

2. Differenza tra derealizzazione e focalizzazione ansiosa
Ciò che descrivi sembra effettivamente più legato a una "focalizzazione ansiosa" che a una vera e propria derealizzazione. Ecco alcune differenze utili per orientarti:

Derealizzazione vera e propria: È caratterizzata da una sensazione costante di distacco dalla realtà, che appare "irreale" o "strana" indipendentemente dall’attività che si sta svolgendo.

Ansia e focalizzazione mentale: La sensazione di distacco o cambiamento percettivo è intermittente e tende a diminuire quando sei distratto, concentrato su attività piacevoli o meno preoccupato.
Dal tuo racconto, sembra che i tuoi sintomi siano molto influenzati dal tuo livello di attenzione e dai pensieri ansiosi che alimentano la sensazione di distacco. Il fatto che nei momenti di distrazione ti senta meglio è un buon segno, perché indica che questa condizione è potenzialmente modificabile con il giusto approccio.

3. Il ruolo dello stress e della privazione di sonno
Lo stress accumulato e le difficoltà di sonno che hai vissuto possono aver amplificato i sintomi. Quando il corpo e la mente sono sottoposti a uno stress prolungato, possono emergere sensazioni di disagio fisico ed emotivo, come quelle che hai descritto. Inoltre, la privazione del sonno può influire negativamente sulla regolazione emotiva e sulla capacità di gestire l’ansia, creando un circolo vizioso.

4. Come affrontare questa situazione nell’attesa della visita
Mentre aspetti il consulto con lo psicologo, ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a gestire i sintomi:

Riconosci l’ansia senza alimentarla
Quando ti trovi a percepire questa sensazione di distacco, prova a dirti:
"Sto vivendo un momento di ansia, ma non è pericoloso. È solo temporaneo e passerà."
Questo approccio aiuta a ridurre il rimuginio e a non alimentare la paura.

Tecniche di rilassamento e respiro consapevole
Pratica esercizi di respirazione lenta per calmare il sistema nervoso. Un esempio semplice è il respiro 4-4-6:

Inspira contando fino a 4.
Trattieni il respiro per 4 secondi.
Espira lentamente contando fino a 6.
Ripeti per 5 minuti, concentrandoti solo sul respiro.
Limitare la ricerca di informazioni online
Cercare continuamente spiegazioni sui sintomi potrebbe aumentare la tua ansia, alimentando preoccupazioni e pensieri ossessivi. Cerca di ridurre il tempo dedicato a questo tipo di ricerche e focalizzati su attività che ti rilassano o ti distraggono.

Ritmi regolari per sonno e alimentazione
Cerca di ripristinare una routine regolare, con orari stabili per il sonno e i pasti. Un’alimentazione equilibrata e un buon riposo sono essenziali per il recupero psicofisico.

Per concludere quanto detto credo che la tua determinazione e il fatto che tu abbia già fissato una visita psicologica sono segnali importanti di forza e consapevolezza. Con il supporto di un professionista, sarà possibile comprendere meglio la natura dei tuoi sintomi e lavorare su strumenti e strategie per affrontarli.

Nel frattempo, non dimenticare di essere gentile con te stesso e di dare al tuo corpo e alla tua mente il tempo necessario per recuperare.

Un caro saluto,
Dr. Raffaello Pinelli

Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Da quello che descrive, sembra che stia vivendo una situazione legata principalmente all'ansia, che può manifestarsi con sintomi simili a quelli della derealizzazione. La derealizzazione in sé è una sensazione di distacco dalla realtà, ma non è tanto una perdita di contatto con la realtà quanto una percezione alterata, che può essere fortemente influenzata da uno stato di ansia o stress. Nel suo caso, sembra che l'ansia e il panico abbiano alimentato questi sintomi, soprattutto quando si concentra sulla percezione della realtà.
Il fatto che si senta meglio in momenti di distrazione, come quando è al telefono o impegnato in qualcosa, è un buon segno. Questo suggerisce che quando non alimenta i pensieri ansiosi, la sua percezione ritorna a essere più "normale". Inoltre, la difficoltà nel dormire e l'irrequietezza mentale che ha sperimentato sono anch'essi sintomi comuni di ansia, soprattutto dopo un periodo di stress intenso o di una situazione fisicamente impegnativa, come quella che ha vissuto con il problema di stomaco e la perdita di peso. Non sembra che si tratti di una vera e propria derealizzazione cronica, ma piuttosto di una reazione ansiosa, che può manifestarsi in questo modo quando il corpo e la mente sono stressati. È positivo che stia già pianificando una visita psicologica per approfondire la situazione e gestire meglio gli stati ansiosi. Il supporto psicologico, in particolare attraverso tecniche di gestione dell'ansia, potrebbe aiutarla a ridurre i sintomi e a recuperare un equilibrio emotivo più stabile. In ogni caso, il consulto che avrà la prossima settimana sarà utile per chiarire ulteriormente la situazione. Non esiti a chiedere supporto su come gestire meglio l'ansia, specialmente se i sintomi persistono o diventano più difficili da affrontare. Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Caro,
grazie per aver condiviso così chiaramente quello che stai vivendo. È evidente che sei una persona riflessiva, che si ascolta, e che sta cercando di dare un senso a un momento difficile. E questo è un primo, grande passo.
Quello che racconti ha tutte le caratteristiche di un periodo di forte stress psico-fisico, in cui si sono sommati diversi elementi: il malessere fisico iniziale, la perdita di peso rapida, l’ansia legata alla salute, la mancanza di sonno e l’attacco di panico. Tutti questi fattori, messi insieme, possono portare a vivere sensazioni nuove e destabilizzanti, come quel lieve distacco dalla realtà che descrivi.
Non sembra una derealizzazione “pura” nel senso clinico del termine, ma piuttosto una risposta ansiosa e difensiva a ciò che hai attraversato. E il fatto che tu riesca a tornare a sentirti bene quando sei distratto, coinvolto o semplicemente più rilassato, ne è una conferma. Quando l’ansia cala, anche la percezione della realtà torna a farsi familiare.
Questo però non significa che quello che provi sia “nella tua testa” o che tu debba farcela da solo. Hai già fatto un gesto importante: ti sei messo in ascolto, hai cercato un confronto e stai per iniziare un percorso. E questo ti fa onore.
A volte anche i più combattivi hanno bisogno di una pausa, di un sostegno, di uno spazio sicuro dove poter dire: “Adesso non ce la faccio da solo”. Non è una sconfitta, è un atto di grande consapevolezza.
La terapia potrà aiutarti a rimettere insieme tutti questi pezzi e a ritrovare un equilibrio più stabile, non solo nei momenti di calma, ma anche dentro le difficoltà. Non sei “rotto”, stai solo vivendo una fase intensa in cui il tuo corpo e la tua mente stanno cercando di proteggerti, a modo loro. E si può lavorare su questo, passo dopo passo.

Un grande in bocca al lupo per il tuo percorso. Ti auguro di ritrovare presto quella serenità che meriti.
Raffaella.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Ho letto con attenzione quanto ha raccontato e colgo, prima di tutto, la sua grande capacità di osservazione e di riflessione su ciò che sta vivendo. Mi sembra che, nonostante la preoccupazione e il disagio, Lei stia affrontando questa situazione con molta lucidità e determinazione, qualità che possono diventare risorse preziose nel percorso di comprensione e gestione di ciò che sta provando. Quello che descrive rientra molto spesso nei quadri di risposta ansiosa a un evento percepito come stressante o traumatico. È importante considerare che un’esperienza in pronto soccorso, pur se a posteriori risolta senza gravi conseguenze, può avere un forte impatto emotivo, specialmente se seguita da un periodo di isolamento, preoccupazioni legate alla salute e restrizioni alimentari significative. A tutto questo si è aggiunto un attacco di panico, che ha probabilmente amplificato l’attenzione verso le sensazioni corporee e le percezioni, generando quella che chiamiamo ipervigilanza. Quando viviamo stati di forte attivazione ansiosa, il nostro cervello fatica a filtrare gli stimoli e a mantenerli nella cornice di “normalità” abituale. Questo può produrre sensazioni di straniamento o di lieve distacco, simili a quelle che descrive. Si tratta di una risposta transitoria e non pericolosa, anche se molto sgradevole, che spesso si autoalimenta proprio perché la mente, spaventata, continua a monitorare se stessa, incrementando così la sensazione di irrealtà. In altre parole, più si cerca di controllare queste percezioni, più si rischia di mantenerle attive. È frequente osservare che nei momenti in cui la mente è impegnata in qualcosa di assorbente o piacevole, come un video o una conversazione, la sensazione scompare o si attenua notevolmente: questo è un segnale chiaro che la fonte principale di mantenimento del sintomo è l’ansia e l’attenzione costante che le viene dedicata. Aggiungerei anche che la carenza di sonno e la perdita di peso in tempi rapidi possono contribuire a rendere la mente più sensibile a queste alterazioni percettive. Il cervello, infatti, quando è affaticato e in allerta, può interpretare gli stimoli in modo distorto. Non a caso Lei nota di stare meglio quando il sonno migliora: un riposo adeguato è una parte fondamentale del recupero. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile iniziare a lavorare su come interrompere questo circolo vizioso. Un percorso psicoterapeutico Le permetterà di comprendere meglio come funzionano l’ansia e le reazioni corporee, di individuare i pensieri che alimentano la paura e di sviluppare strategie pratiche per affrontarli. Spesso non è tanto la derealizzazione in sé il “problema”, quanto la preoccupazione che essa diventi qualcosa di pericoloso o irreversibile: sapere che non lo è, e che si tratta di un effetto collaterale dell’ansia, può già dare un certo sollievo. Mi sento quindi di rassicurarla: dai dettagli che racconta, non emerge nulla che faccia pensare a un disturbo percettivo grave o a un quadro psicotico. Si tratta con buona probabilità di una forma di risposta ansiosa, che può essere affrontata e risolta con un lavoro mirato. Ha già fatto un passo importante prenotando un colloquio di persona: sarà un’occasione preziosa per mettere a fuoco la situazione, trovare un piano di intervento e ricevere il supporto di cui ha bisogno in questa fase. Fino ad allora, cerchi di concedersi spazi di distrazione, momenti di riposo e, se possibile, di evitare di cercare spiegazioni o diagnosi su internet, perché questo rischia di alimentare ulteriormente le paure. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
salve,
quello che descrive è un quadro molto coerente con una reazione ansiosa acuta, in cui l’attacco di panico ha agito come fattore scatenante di sintomi di derealizzazione momentanea o percezioni alterate della realtà. È importante notare che i sintomi che riferisce—distacco leggero dai pensieri, sensazione di percepire la realtà in modo un po’ diverso, momenti in cui si sente normale—sono tipici di episodi di derealizzazione legati all’ansia, soprattutto in persone con una storia di ansia ma senza diagnosi di disturbi dissociativi o neurologici.

La perdita di peso rapida e la riduzione dell’apporto calorico possono aver amplificato la risposta del sistema nervoso, aumentando la sensibilità corporea e la vigilanza mentale. Anche il sonno disturbato ha un ruolo significativo: privazione di sonno e pensieri ricorrenti aumentano la probabilità che la mente interpreti le percezioni quotidiane come “diverse” o estranee. Il fatto che riesca a sentirsi normale in alcuni momenti indica chiaramente che il fenomeno non è costante e non rappresenta un distacco grave o patologico, ma un’iperattivazione del sistema ansioso che amplifica la percezione di distacco.

Questo significa che non è necessario interpretare la sensazione come una malattia neurologica o psichiatrica grave, ma come una reazione transitoria, seppur fastidiosa, a un periodo di stress combinato a sonno ridotto e attenzione amplificata alle sensazioni corporee e cognitive. La strategia più efficace, come ha già previsto, è affrontare l’ansia in modo mirato: tecniche di regolazione emotiva, strategie di grounding, ripristino di routine regolari per sonno e alimentazione, e un percorso psicologico che possa aiutarla a modulare l’attenzione sulle sensazioni senza alimentare preoccupazioni.

Se lo desidera, posso aiutarLa a creare un programma concreto di gestione giornaliera dei sintomi di derealizzazione e ansia, con esercizi pratici per ridurre l’iperfocalizzazione, migliorare il sonno e recuperare senso di presenza e controllo.
Saluti, resto a disposizione.

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