Salve, mi servirebbe il parere di un buono psicologo. Da qualche anno soffro di sporadici attacchi d

25 risposte
Salve, mi servirebbe il parere di un buono psicologo. Da qualche anno soffro di sporadici attacchi d'ansia che sono cominciati con l'arrivo di alcuni problemi di salute, e purtroppo, seppure riesco a gestirli avvalendomi di grande forza mentale, molta positività e (mi piace pensare) intelligenza... sono peggiorati, penso a causa del peggioramento del mio stile di vita e dieta. Ho smesso di allenarmi da circa 4 anni, trascorro molto tempo in casa per via del mio lavoro e la mia dieta non è più variegata come una volta. So che il cibo che assumiamo può avere un forte impatto sui livelli d'ansia e depressione e che la dieta mediterranea in genere è molto consigliata dagli psicologi. Tuttavia vorrei fare degli esami per conoscere meglio le necessità del mio corpo: sapere cosa il mio organismo assorbe, o no, se ci sono carenze di vitamine, controllare la serotonina e gli ormoni. Quali valori, nello specifico, devo controllare per avere un quadro generale della situazione del mio organismo in correlazione all'ansia? Gradirei avere una risposta esaustiva, che sia d'aiuto. Grazie in anticipo
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
capisco il desiderio di “mettere nero su bianco” ciò che sente nel corpo, quando l’ansia aumenta, avere dati rassicura.
Mi chiedo: al di là degli esami, che cosa vorrebbe davvero chiarire su di sé per poter cambiare qualcosa, qui e ora, nella sua giornata?
Mi contatti pure, se interessato.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi

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Dott.ssa Ilaria Redivo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao carissima/o, grazie per aver condiviso la tua esperienza.
È già un segnale molto positivo che tu abbia consapevolezza di come il tuo stile di vita e la tua alimentazione possano influenzare l’ansia. Per quanto riguarda le analisi mediche, ti consiglio di valutare questi esami con il tuo medico di base o un nutrizionista, dal punto di vista psicologico e comportamentale sarebbe importante riprendere gradualmente l’attività fisica, anche 20 minuti al giorno di camminata possono fare la differenza sull’umore, come anche cercare una routine regolare di sonno, pasti e pause. Un percorso di sostegno associato può aiutarti a gestirla in modo più strutturato, se puoi interessarti io sono la Dott.ssa Ilaria Redivo e potrai trovare il mio profilo su Mio Dottore. Grazie un caro saluto
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina


Capisco molto bene la tua preoccupazione: quando si vivono periodi di ansia, è naturale cercare di capire se ci sia anche una componente fisica o biologica che possa influire sul nostro stato mentale. È vero che il benessere psicologico è fortemente connesso a quello corporeo — alimentazione, movimento, ormoni, qualità del sonno e routine quotidiana sono tutti fattori che possono modulare l’ansia.

Detto questo, è importante ricordare che uno psicologo non può prescrivere esami o interpretare referti medici: per questo tipo di approfondimento è sempre necessario rivolgersi al medico di base o a uno specialista (come un nutrizionista, endocrinologo o psichiatra). Saranno loro, dopo aver ascoltato la tua storia e valutato i sintomi, a consigliarti quali analisi siano più adatte per te.

Dal punto di vista psicologico, invece, quello che puoi già iniziare a fare è concentrarti sul riequilibrio del tuo stile di vita. La tua intuizione è corretta: sedentarietà, isolamento e alimentazione poco curata tendono a peggiorare l’ansia. Anche piccoli cambiamenti quotidiani — come riprendere a muoverti in modo regolare, curare la respirazione, esporsi alla luce naturale e variare la dieta con cibi freschi — possono avere effetti significativi sul tono dell’umore.

Se stai già gestendo gli attacchi d’ansia con forza mentale e consapevolezza, aggiungere qualche strategia psicologica mirata (mindfulness, tecniche di rilassamento, journaling o psicoterapia cognitivo-comportamentale) può aiutarti a consolidare i risultati e ridurre le ricadute.

In sintesi: fai bene a voler comprendere meglio il funzionamento del tuo corpo, ma per gli esami confrontati sempre con il medico. Lo psicologo può invece aiutarti a lavorare su ciò che, nella tua quotidianità, alimenta o mantiene l’ansia — e a costruire un equilibrio più stabile tra mente e corpo.

Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
per quanto riguarda il benessere psicologico potrebbe valutare un sostegno specialistico. L'approccio breve strategico lavora sia sulla sintomatologia che sulla percezione della persona, generalmente, senza dover intraprendere percorsi troppo lunghi.
Rispetto alle analisi potrebbe consultare il medico di famiglia, che la conosce, e può meglio suggerirLa.
Un saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco bene il suo desiderio di comprendere a fondo ciò che sta accadendo, e la sua attenzione nel cercare di unire mente e corpo è un segnale di consapevolezza importante. L’ansia, soprattutto quando compare in modo intermittente o si lega a momenti di stress fisico o psicologico, tende spesso a farci sentire in balia di qualcosa che non riusciamo a controllare del tutto. Cercare di capirne le cause anche da un punto di vista fisiologico è un modo per recuperare un senso di padronanza, ed è del tutto comprensibile che voglia approfondire. È vero che l’alimentazione e lo stile di vita hanno un impatto significativo sul benessere psicologico. La qualità del sonno, il livello di attività fisica, l’esposizione alla luce naturale e la varietà dei nutrienti che assumiamo influenzano la produzione di neurotrasmettitori, tra cui serotonina, dopamina e GABA, che sono coinvolti nella regolazione dell’umore e dell’ansia. Allo stesso modo, alcune carenze vitaminiche o minerali possono accentuare la sensazione di stanchezza, irritabilità o tensione. Detto questo, la cosa più utile è evitare di concentrarsi su singoli valori isolati e, piuttosto, affidarsi a un medico di base o a un nutrizionista che possa prescrivere un pannello di esami completo sulla base della sua storia clinica e delle sue abitudini. In genere si indagano i parametri metabolici e ormonali principali, insieme ad alcuni indicatori di carenze nutrizionali, ma la lettura di questi dati richiede sempre una visione integrata e personalizzata. Non esiste un “esame dell’ansia”, perché il corpo e la mente interagiscono su più livelli, e i risultati vanno interpretati nel contesto della vita quotidiana, del livello di stress e della qualità delle relazioni e delle abitudini. Dal punto di vista psicologico, può essere utile pensare a questa fase come a un’occasione per ristabilire un equilibrio complessivo. Riprendere gradualmente un’attività fisica moderata, curare l’alimentazione, ma anche dedicare tempo a momenti di rilassamento e consapevolezza, sono scelte che possono aiutare a ridurre la frequenza e l’intensità dell’ansia. Spesso, infatti, il benessere emotivo non deriva solo dall’assenza di sintomi, ma dal sentirsi nuovamente in contatto con il proprio corpo e con ciò che gli fa bene. Può essere altrettanto utile affiancare a questo percorso un lavoro psicologico che aiuti a riconoscere e gestire le situazioni che alimentano la tensione interna. Anche se l’ansia sembra avere una base fisica, spesso è la risposta a pensieri automatici e schemi di interpretazione che si attivano in modo quasi impercettibile ma costante. Imparare a osservarli e a modificarli, con gradualità, permette di interrompere quel circolo in cui corpo e mente si rinforzano a vicenda nella preoccupazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, mi spiace molto per il disagio che sta vivendo dal convivere con attacchi d’ansia e il timore che possano peggiorare nel tempo senza sapere cosa aspettarsi.
Anche quando la causa sembra fisica o legata allo stile di vita, è importante considerare sempre e comunque la dimensione psicologica: spesso il corpo esprime ciò che la mente fatica a elaborare o non vogliamo accettare consapevolmente.
Gli episodi di ansia possono diventare un segnale del bisogno di rallentare, ascoltarsi e ristabilire equilibrio interiore.
Le suggerirei di valutare la possibilità di iniziare un percorso psicologico mirato così da aiutarla a comprendere meglio le origini di questa tensione, sviluppare strumenti di gestione dello stress e potenziare la resilienza emotiva.
Con il giusto sostegno, è possibile trasformare l’ansia in un’occasione di crescita personale e consapevolezza di sé, migliorando la qualità di vita e il benessere mentale.
Un caro saluto, dott .Marziani
Quando l’ansia nasce da esperienze legate alla salute può essere molto difficile da gestire, soprattutto se nel tempo sono cambiate abitudini come alimentazione o attività fisica.
Hai fatto bene a pensare di approfondire: mente e corpo dialogano continuamente.

Dal punto di vista medico, ti suggerisco di confrontarti con il tuo medico di base o con un nutrizionista per impostare degli esami che possano offrire una visione completa del tuo equilibrio psicofisico.
In generale possono essere utili esami come: emocromo completo, vitamina D e B12,
ferro e ferritina, magnesio, tiroide, cortisolo e parametri infiammatori.

I risultati sarebbero in più anche molto utili e preziosi da condividere in un secondo momento con il/a tuo/a eventuale psicologo/a per avere un contesto più chiaro e completo in cui leggere l'ansia e altri funzionamenti.

Parallelamente, in nome dell'influenza reciproca tra salute fisica e psichica potrebbe essere molto utile rintrodurre gradualmente abitudini sane e di amore e cura verso te stessa, per quanto le problematiche a cui ti riferisci lo permettano: attività fisica anche leggera ma regolare, una dieta varia e perlopiù equilibrata, un ritmo sonno-veglia stabile e momenti di pausa durante la giornata.

Grazie a te per aver condiviso il tuo vissuto, spero di essere stata d'aiuto.
Dott.ssa Beatrice Merolla
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, la sua è una domanda per certi versi un po' ibrida, fa riferimento ad un sentito di natura psicologica ma al contempo sembra interessare più l'area medica. Per quanto concerne gli esami a cui sottoporsi per un'indagine di natura organica può provare a fare riferimento al medico di base, che oltre ad avere un quadro più completo della sua salute fisica può anche prescriverle direttamente le ricette. Per ciò che invece riguarda la sfera psicologica, sicuramente l' attività fisica ed una sana e corretta alimentazione favoriscono e agevolano il mantenimento di un buon livello di benessere. Tuttavia non è solo quello che facciamo a giocare un ruolo ma anche il significato che attribuiamo a determinate attività o abitudini. Nello specifico, se seguire un'alimentazione inadeguata attiva in noi sensi di colpa o senso di inefficacia allora è molto probabile che sperimenteremo sentimenti negativi come ansia e stress. Spero di averla aiutata a fare chiarezza. Le auguro di stare bene. BM
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Gentile Utente, buongiorno.
Avere un occhio attento sulla propria salute e il proprio stato psico-fisico è sempre molto importante per noi tutti. Colgo la sua richiesta di approfondimenti e la ringrazio molto per aver descritto con chiarezza ciò che le interessa. Devo anticiparle che per quanto riguarda tutte le indagini mediche del caso, è prassi fare riferimento al proprio medico curante, il medico di medicina generale. Egli ha in suo possesso tutte le informazioni relative al suo stato fisico e sa darle tutte le indicazioni necessarie per un approfondimento mirato e focalizzato sulla sua specificità. Questo è sempre il primo passo. Per quanto attiene all'ansia, i meccanismi implicati sono molteplici, ma essendoci una richiesta di indagine relativa a carenza di vitamine, controllo di ormoni etc (come descrive nel suo messaggio), è importante procedere step-by-step rivolgendosi in forma prioritaria al suo medico di base.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Dott.ssa Elina Zarcone
Psicologo, Psicologo clinico
Agrigento
Salve, per quanto riguarda gli esamimedici dovrebbe rivolgersi al suo medico di base, che è competente in materia, Mentre per gli attacchi d'ansia, purtroppo la grande fora mentale a lungo andare diventa un palleativo, la cosa migliore da fare sarebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico, volto alla comprensione e allo scioglimento di questi sintomi, definiti da lei come attacchi d'ansia. A mio parere le autodiagnosi non sono il massimo, è sempre meglio rivolgersi a degli specialisti.
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, nonostante l'attività fisica e l'alimentazione aiutino la regolazione degli stati d'ansia, se questo suo malessere è presente da qualche anno come scrive, la causa e la cura non sono unicamente riconducibili alla cessazione dell'attività fisica e al cambio di alimentazione. Vi sono fattori emotivi, psicologici, somatici che incidono sul suo stato di salute e di questo bisogna occuparsene in un percorso con uno psicologo. Sembra aver sviluppato grande ansia relativa al suo stato di salute, l'attacco di panico ne è la dimostrazione e sembra che la risposta a quest'ansia da parte sua sia il voler controllare tutti i suoi parametri vitali. Ma c'è molto di più dietro a questo suo meccanismo.
Le consiglio quindi di intraprendere un percorso con un professionista.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Roberta Portelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Botticino sera
Buongiorno, l'ansia si può presentare in reazione a problemi di salute ma anche in modo indipendente da questi. Riguardo agli accertamenti fisici è necessario che lei si rivolga a un medico, ma riguardo all'ansia è molto importante che lei possa rivolgersi a uno/una psicoterapeuta esperto, che possa effettuare un inquadramento psicodiagnostico completo con indicazioni terapeutiche e successiva psicoterapia. Un cordiale saluto,dott.ssa Portelli
Dott.ssa Eleonora Porrelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno e grazie per la condivisione. Per poter comprendere al meglio è necessario controllare il livello di cortisolo; elettroliti,glicemia e lipidogramma per capire le alterazioni dovute allo stress cronico.
Dott.ssa Eva Meuti
Psicologo, Psicologo clinico
Ardea
Buongiorno,
è molto positivo che lei stia affrontando la situazione con consapevolezza e attenzione al proprio equilibrio psicofisico. L’ansia può essere influenzata anche da fattori biologici e dallo stile di vita — sonno, attività fisica, alimentazione e livelli di stress incidono in modo significativo sul benessere mentale.
Per quanto riguarda gli esami medici, può essere utile parlarne con il proprio medico di base per eseguire alcuni controlli generali (emocromo, funzionalità tiroidea, vitamine D e B12, acido folico, ferro, glicemia, colesterolo, cortisolo). Questi parametri possono dare un quadro complessivo utile anche per escludere cause organiche che possono accentuare l’ansia o la stanchezza.
Dal punto di vista psicologico, può essere altrettanto importante ripristinare uno stile di vita attivo, anche con piccoli passi: movimento regolare, esposizione alla luce naturale, alimentazione equilibrata e momenti di rilassamento quotidiano.
Se gli episodi d’ansia persistono o aumentano, un percorso psicologico può aiutarla a individuare i fattori che li mantengono e a sviluppare strategie più efficaci per gestirli.
Un saluto
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,
capisco bene la sua preoccupazione e il desiderio di approfondire la situazione. Gli attacchi d’ansia possono essere influenzati da diversi fattori, tra cui stile di vita, alimentazione, sonno e attività fisica, ma anche da squilibri biologici o carenze nutrizionali. Per avere un quadro completo della sua situazione è consigliabile rivolgersi a uno specialista (medico di base o nutrizionista) che possa valutare gli esami più appropriati per lei.

In generale, per valutare possibili correlazioni tra organismo e ansia, possono essere utili esami che indaghino:

Carenze vitaminiche e minerali: vitamina D, vitamine del gruppo B (B12 e folati), ferro, magnesio, zinco

Funzione tiroidea: TSH, FT3, FT4

Equilibrio ormonale: cortisolo (soprattutto salivare o urinario per valutare il ritmo circadiano), eventuali altri ormoni su indicazione del medico

Esami generali: emocromo, glicemia, profilo lipidico

Eventuali altri test su serotonina o neurotrasmettitori possono essere valutati caso per caso, ma spesso non sono di routine e vanno discussi con uno specialista.

È importante ricordare che questi esami da soli non danno un quadro completo dell’ansia, che è multifattoriale. Approfondire con uno specialista le permetterà di avere indicazioni personalizzate e di impostare eventuali strategie nutrizionali, di stile di vita o psicologiche più efficaci.

Cordiali saluti,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Dott.ssa Angela Borgese
Psicologo, Psicologo clinico
Gravina di Catania
Buonasera. Capisco quello che mi racconti. Gli attacchi d’ansia che descrivi sembrano legati a un periodo in cui il tuo corpo ha cominciato a “dire qualcosa”, proprio quando le parole e la forza mentale non bastavano più.Dal punto di vista che adotto, l’ansia non è un nemico da combattere, ma un segnale da ascoltare.
È come se il corpo prendesse la parola quando la mente non riesce più a tenere tutto sotto controllo.
Quando dici di voler fare esami per capire cosa non va, ti stai muovendo nella direzione di dare un senso a questo disagio — ed è una ricerca legittima.
Ma sappi che nessun valore del sangue potrà dirti davvero perché l’ansia arriva, né cosa vuole da te. Sarebbe un'ottima cosa iniziare a parlare di quest'ansia , a metterla in parola, perché è proprio da lì che può cambiare il suo significato.
Piano piano, non sarà più qualcosa che ti assale, ma qualcosa che potrai riconoscere come parte della tua storia, come un segnale del tuo modo singolare di esistere.
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Capisco bene il suo desiderio di avere un quadro più chiaro della propria condizione psicofisica. È importante sapere che l’ansia, purtroppo, non sempre può essere gestita solo con forza mentale o atteggiamento positivo: non si tratta di una mancanza di volontà, ma del fatto che l’ansia ha origini complesse, che coinvolgono tanto la sfera psicologica quanto quella fisiologica.
Lo stile di vita che descrive - meno movimento, alimentazione meno equilibrata, molte ore in casa - può certamente influire sul benessere generale e rendere l’organismo più vulnerabile allo stress. Valutare alcuni parametri biologici può essere utile, ad esempio: i livelli di vitamina D, vitamina B12, folati, la funzionalità tiroidea, il ferro e il cortisolo. Questi elementi, se alterati, possono contribuire a sintomi simili all’ansia o amplificarne l’intensità. Tuttavia, le ricordo che alcuni valori, come ad esempio la serotonina nel sangue, non riflettono realmente ciò che avviene a livello cerebrale, quindi hanno un’utilità clinica limitata in questo contesto.
Al di là degli aspetti fisiologici, le suggerisco di esplorare che cosa scatena questi episodi d’ansia: ci sono situazioni ricorrenti? Contesti specifici? Pensieri che le creano particolare disagio? Capire quanto questi sintomi influenzano la sua vita quotidiana può essere un buon punto di partenza per un lavoro più mirato e consapevole.
Un approccio integrato, che consideri sia il corpo che la mente, può davvero fare la differenza.
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, mi scuso in anticipo se non sarò precisa come lei vorrebbe ma credo che l ansia non sia solo da ricondurre all'alimentazione o allo stile di vita. Ci sono fattori che la innescano e solo l'insieme di essi, compresa anche una predisposizione genetica può portare a questo stato. Tutto questo per dirle che se gestisce l alimentazione non ha la certezza che cambi il suo stato ansioso, anzi sarà ancora più confusa/o. Quello alimentare se lo sente necessario è giusto che lo sistemi ma lo affiancherei anche ad un percorso più efficace nella parte di gestione emotiva. Buon percorso!
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Buongiorno, non conosco la sua situazione, ma da ciò che riporta lei stesso sicuramente lo stile di vita e l'alimentazione hanno un'influenza sul suo benessere a 360 gradi. Per quanto riguarda gli esami clinici su i quali manifesta curiosità le consiglio di rivolgersi al suo medico curante se già non lo ha fatto, nel caso valutare consulenze personalizzate con professionisti qualificati su questi aspetti, ad esempio endocrinologo e nutrizionista. L'attività fisica sembra essere qualcosa d'importante per lei, magari all'aria aperta, sembra mancarle molto. Così come ritrovare una maggiore creatività e piacevolezza nel rendere nuovamente più ricca la sua alimentazione sembra essere un suo desiderio. Potrebbe essere interessante parlare di questi suoi desideri e bisogni, magari trovare un modo per integrarli nuovamente nelle sue abitudini, comprendere se c'è qualcosa che vive come ostacolo a tutto questo.
Gentile utente,
Grazie per aver condiviso questa sua preoccupazione. Immagino il bisogno e il desiderio di prendersi cura di sé e di trovare una soluzione duratura ai suoi attacchi d'ansia.
Mi chiedo, leggendola:
Qual è la "storia" del rapporto tra lei e l'ansia? Quando è iniziato questo rapporto?
Come ha imparato a "gestire" i suoi attacchi d'ansia? Quali sono le "strategie" che ha utilizzato finora?
Cosa significa per lei "prendersi cura di sé"? Quali sono le azioni, i pensieri, i comportamenti che la fanno sentire in armonia con il suo corpo e con la sua mente?
Come mai ha smesso di allenarsi e ha modificato la sua dieta? Quali sono stati gli eventi, le circostanze, che hanno portato a questo cambiamento?
Se potesse "riscrivere" la "storia" del suo benessere, come la immaginerebbe? Quali elementi vorrebbe che fossero presenti?
Inoltre, le consiglio vivamente di consultare un medico di base o un nutrizionista che possano fornirle una valutazione accurata e consigli specifici in base alle sue esigenze individuali.
Un saluto
Dott.ssa Marta Vicario
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta chiarezza e profondità. È evidente che possiede una notevole capacità di introspezione e una forte motivazione nel voler comprendere ciò che sta accadendo dentro di sé. Riconoscere e dare un nome a ciò che si prova è già un passo molto importante nel processo di cura.
Da come descrive la situazione, sembra che gli episodi d’ansia siano comparsi in un momento di vulnerabilità, legato a difficoltà di salute, e che nel tempo abbiano trovato nuove modalità di espressione, forse anche in relazione ai cambiamenti del suo stile di vita. L’ansia può essere letta come un segnale, una forma di comunicazione di parti più profonde di sé che cercano ascolto e riconoscimento. Spesso il sintomo, pur generando disagio, svolge anche una funzione: ci mette in contatto con bisogni o tensioni interne che non hanno ancora trovato spazio o parole.
È molto positivo che stia pensando di prendersi cura anche dell’aspetto corporeo, poiché mente e corpo sono strettamente connessi e si influenzano reciprocamente. Alcuni parametri biologici possono incidere sul tono dell’umore e sui livelli di ansia. Tuttavia, ci tengo a sottolineare che la scelta e la prescrizione di eventuali esami vanno sempre concordate con il medico di base o con uno specialista, che potrà indicare in modo appropriato quali accertamenti eseguire in base alla sua storia clinica e alle sue esigenze. In alcuni casi, il medico potrà valutare anche un controllo del profilo ormonale. Questi dati possono offrire un quadro utile del funzionamento generale dell’organismo, ma è bene tener presente che non sempre un’alterazione biologica è la causa diretta dell’ansia: spesso il corpo risente anche degli stati emotivi e delle tensioni psichiche.
Dal punto di vista psicologico, sarebbe importante poter esplorare con calma il significato che l’ansia ha per lei, che cosa sta cercando di comunicare e come si inserisce nella sua storia personale e nelle sue relazioni. In questo approccio non si tratta di combattere o eliminare il sintomo, ma di comprenderlo, accoglierlo e dargli un senso all’interno del proprio percorso di vita. L’obiettivo è permettere al sé di ritrovare coerenza, vitalità e continuità, anche attraverso un ascolto rispettoso e non giudicante.
Credo quindi che il percorso più utile per lei possa essere duplice: da un lato, un approfondimento medico e nutrizionale per conoscere meglio le esigenze del suo corpo; dall’altro, uno spazio psicologico dove poter riflettere e dare parola all’esperienza che sta vivendo. In questo modo corpo e mente possono tornare a dialogare, e la cura diventa un processo integrato, in cui ogni parte di sé trova riconoscimento e valore.
Buongiorno — grazie della domanda attenta.
Gli attacchi d’ansia possono essere influenzati anche da fattori medici e nutrizionali: per questo è ragionevole fare alcuni esami di screening per escludere carenze o condizioni metaboliche che possono peggiorare ansia e stanchezza.
Le consiglio di parlarne con il suo medico di famiglia per far prescrivere gli esami e, se lo desidera, si può associare un percorso psicologico per lavorare su altri ambiti della sua vita non rilevabile tramite esami medici.
Cordiali saluti,
Dr. Michele Mezzino
Buongiorno, la sua domanda riguarda ambiti di pertinenza medica, non psicologica. Uno psicologo non può prescrivere né interpretare esami clinici. Il compito dello psicologo consiste invece nell’effettuare valutazioni tramite colloqui, test psicologici e interviste semi-strutturate, e, se necessario, formulare una diagnosi, fornendo supporto e strategie per la gestione di sintomi come ansia e stress. Per gli esami clinici la invito quindi a rivolgersi al suo medico di fiducia; per la gestione dell’ansia e del benessere psicologico, può invece rivolgersi a uno psicologo. La piattaforma può aiutarla nell'eventuale ricerca.
Cordialmente,
dott.ssa Taravella
Dr. Federico Albertini
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Treviglio
Gentile paziente, non sempre gli stati d’ansia hanno una correlazione diretta con valori legati a vitamine, serotonina e/o ormoni. Il mio consiglio è di farsi prescrivere dal medico di base alcuni esami del sangue, in modo da verificare i principali indicatori biologici, e contestualmente approfondire, con un collega psicologo, eventuali correlazioni di altra natura, come ad esempio problematiche di salute o fattori psicologici. Mi pare di comprendere, da quanto ha scritto, che possa esserci una connessione tra gli attacchi d’ansia (andrebbe approfondito se si tratti effettivamente di attacchi di panico) e l’insorgenza di alcuni problemi di salute. Sicuramente lo stile di vita e l’alimentazione contribuiscono in modo significativo al benessere complessivo di corpo e mente.
Dott. Giuseppe Maria Veneziano
Psicologo clinico, Psicologo
Messina
Gentile utente,
la sua riflessione è molto lucida e mostra una consapevolezza importante: mente e corpo sono profondamente interconnessi, e il benessere psicologico non può prescindere da quello fisico. Gli attacchi d’ansia, soprattutto se insorti in concomitanza con problemi di salute o cambiamenti nello stile di vita, possono essere influenzati da diversi fattori organici, tra cui il livello di energia, l’alimentazione e la qualità del sonno.
È corretto pensare che un’alimentazione povera o monotona, unita alla sedentarietà, possa incidere sul tono dell’umore e sull’equilibrio emotivo. Tuttavia, prima di trarre conclusioni o affidarsi solo a modifiche dietetiche, è utile eseguire alcuni esami di base per avere un quadro più chiaro della situazione. In genere, si consiglia di verificare: emocromo completo, glicemia, funzionalità tiroidea (TSH, FT3, FT4), ferro e ferritina, vitamina D, vitamina B12 e folati, magnesio e zinco. Questi parametri forniscono informazioni sul metabolismo, sui livelli energetici e sulla possibile presenza di carenze che possono accentuare l’ansia o la stanchezza mentale.
Per quanto riguarda la serotonina, va precisato che non esistono esami del sangue in grado di fornire una misura affidabile dei suoi livelli cerebrali, poiché la serotonina periferica non riflette quella coinvolta nei processi emotivi. Molto più utile è invece un lavoro psicologico che integri la comprensione dei sintomi corporei con le dimensioni emotive e cognitive che li accompagnano.
In ogni caso, la scelta di voler conoscere meglio il proprio corpo è un segnale positivo: significa voler affrontare il problema in modo consapevole e completo. Le suggerisco di parlarne con il suo medico di base, che potrà indicarle quali esami siano più adatti al suo caso specifico, e, parallelamente, di valutare un percorso psicologico che la aiuti a gestire l’ansia non solo sul piano fisico, ma anche su quello emotivo e relazionale.
Resto a disposizione se desidera approfondire la relazione tra ansia, stile di vita e salute psicofisica.

Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe M. Veneziano – Psicologo Clinico

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