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Esperienze

Sono la Dott.ssa Marta Vicario, sono una Psicologa Clinica iscritta all'Albo degli Psicologi della Regione Lazio, laureata in Psicologia Clinica presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza", attualmente in formazione presso l'Isipsè, scuola di Psicoterapia in Psicologia Psicoanalitica del Sè e Psicoanalisi Relazionale.

Il mio lavoro si rivolge a chi sta attraversando un momento difficile o ha bisogno di un sostegno per affrontare cambiamenti, o semplicemente desidera conoscersi meglio. Il mio approccio si fonda sull'ascolto autentico e sulla costruzione di una relazione terapeutica sicura e non giudicante, in cui la persona possa ritrovare il proprio centro.

Mi occupo di supporto psicologico per adulti e giovani adulti, con particolare attenzione a problematiche legate a ansia, stress, difficoltà relazionali, elaborazione del lutto e dipendenze (affettive, comportamentali o da sostanze).

Altro Su di me

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica
  • Psicologia clinica-dinamica

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  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Studio Privato dott.ssa Marta Vicario

Via Ardea 27, Roma

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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico

    50 €

  • Colloquio psicologico clinico

    50 €

  • Consulenza online


  • Consulenza psicologica

    50 €

  • Studio clinico

    50 €

6 recensioni

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  • L

    Professionista empatica e competente, mi sono sentita ascoltata e capita sin dal primo incontro. Grazie al suo supporto sto facendo grandi passi avanti. La consiglio davvero

     • Studio Privato dott.ssa Marta Vicario colloquio psicologico  • 

  • L

    Ho trovato in questa psicologa una professionalità rara: empatica, attenta e capace di farmi sentire sempre compresa. Grazie al suo supporto sto facendo grandi passi nel mio percorso personale. La consiglio davvero a chi cerca un aiuto competente e umano.

     • Studio Privato dott.ssa Marta Vicario colloquio psicologico  • 

  • P

    Marta è una professionista straordinaria. Mi ha colpito molto la sua grande capacità di ascolto e di mettersi davvero in relazione con il paziente. È sensibile, empatica e allo stesso tempo molto professionale. Grazie al suo modo di fare mi sono sentita capita e accolta sin dal primo incontro. La consiglio con tutto il cuore.

     • Studio Privato dott.ssa Marta Vicario colloquio psicologico individuale  • 

  • G

    Dottoressa bravissima, accogliente e molto preparata. Mi sono trovata bene dal primo incontro e mi ha aiutata tanto in un momento difficile

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  • M

    Marta è una professionista attenta e preparata, capace di farmi sentire sempre amio agio grazie alla sua empatia e gentilezza. Ogni incontro con lei mi trasmette serenità e fiducia. La consiglio davvero a chi desidera intraprendere un percorso psicologico che porta a una crescita reale e a risultati concreti.

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  • F

    La dottoressa Vicario è una professionista attenta, empatica e mai giudicante: con lei mi sono sentita ascoltata e accompagnata in un percorso profondo e autentico.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve mi chiamo Sara ho 38 anni e fidanzata da 11.....
Il mio compagno 44 anni mi ama molto e io amo infinitamente lui ma e tipo bloccato sull andare a vivere insieme .....dice che ha paura di non avere più i suoi spazi ....ho provato in tutti i modi di rassicuralo ma nulla..... secondo lei che devo fare?

Salve Sara,
La situazione che descrive sembra essere un incontro tra due bisogni profondi: da un lato, il suo desiderio di condivisione, di continuità e di conferma del legame; dall’altro, la necessità del suo compagno di mantenere uno spazio personale che custodisca la propria identità. Quando una persona teme di “perdere i propri spazi”, spesso non si tratta soltanto di una questione pratica, ma di qualcosa che tocca il proprio equilibrio interiore: la paura che la vicinanza troppo intensa possa far smarrire una parte di sé o limitare la libertà personale.
Il suo compagno, probabilmente, non teme Lei in quanto persona, ma la sensazione di potersi “perdere” dentro la relazione. In questo senso, la sua resistenza non è necessariamente un rifiuto dell’amore, ma un modo per proteggere una parte più vulnerabile di sé che teme di essere invasa o assorbita. Allo stesso tempo, il suo desiderio di convivenza sembra esprimere un bisogno di sicurezza affettiva, di rendere concreto e pienamente condiviso ciò che già esiste tra voi. Quando questo desiderio non trova risposta, può riattivare in Lei sentimenti di esclusione o di non pieno riconoscimento.
Forse, più che convincerlo o semplicemente attendere, potrebbe essere utile trasformare questo blocco in un’occasione di dialogo autentico: non discutere sul “vivere insieme” come fatto pratico, ma esplorare insieme che cosa ciascuno dei due sente di poter perdere o guadagnare nella vicinanza. Potrebbe chiedere e chiedersi non tanto “perché non vuole convivere?”, ma “che cosa rappresenta per Lei l’idea di condividere ogni giorno?”, “che cosa teme di perdere nei suoi spazi?”.
Non esiste una risposta certa, ma forse una direzione possibile: continuare a costruire uno spazio di comprensione reciproca, dove anche la paura possa avere voce, e dove la distanza, anziché dividere, diventi un modo temporaneo di proteggere ciò che di più prezioso entrambi state cercando di custodire: l’amore, ma anche il senso di sé.

Dott.ssa Marta Vicario

Salve mi chiamo Sara ho 38 anni e sono fidanzata da 11 anni con il mio compagno di 44 anni .....
Abbiamo preso casa ma ogni volta che arriva il momento di trasferirmi diventa nervoso agitato e mette in dubbio tutto .....
Poi quando gli dico che va bene aspettare torna dolcissimo e presente come sempre ...noi ci amiamo davvero tantissimo ma la mia domanda e?se non si convincerà come potrebbe funzionare?sono io a dovermi trasferire......ma non ci lasceremo mai xké il nostro rapporto e troppo fortissimo......come potremmo fare?grazie mille

Ciao Sara, ciò che state vivendo non è semplicemente il “suo problema”, ma una dinamica che create insieme, una sorta di danza emotiva in cui il passo del trasferimento attiva tensioni interne in entrambi. Il fatto che lui diventi nervoso quando si avvicina il momento di andare a vivere insieme può indicare una forte ambivalenza: da una parte desidera profondamente la relazione, dall’altra il cambiamento lo mette in contatto con paure inconsce legate alla responsabilità, alla perdita di spazi personali o all’idea che la convivenza trasformi il legame in modi che non riesce a controllare. Quando tu arretri per non farlo soffrire, lui si tranquillizza e torna affettuoso, e questo crea un equilibrio protettivo ma anche bloccante: ognuno di voi, senza volerlo, contribuisce a mantenere una distanza “sicura”. La questione non si risolve convincendo lui né sacrificando te, ma portando alla luce il significato emotivo che questo passo ha per entrambi. Servirebbe uno spazio di dialogo sincero in cui possiate dirvi cosa rappresenta davvero la convivenza: cosa teme lui, cosa senti tu quando si ritrae, di cosa ha bisogno ognuno per non sentirsi minacciato dal cambiamento. Quando la coppia riesce a nominare insieme l’ambivalenza, spesso il blocco si scioglie perché non è più un peso silenzioso ma un vissuto condiviso. Il vostro amore non basta da solo a superare questo passaggio, ma può diventare la base sicura da cui affrontarlo insieme; e se serve, un percorso di coppia a orientamento relazionale può aiutarvi a trasformare questo stallo in un’occasione di crescita.

Dott.ssa Marta Vicario
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