Salve, mi piacerebbe avere un parere. Ho riflettuto un po' sulla ragione del mio senso di sofferenz

23 risposte
Salve, mi piacerebbe avere un parere.
Ho riflettuto un po' sulla ragione del mio senso di sofferenza e penso di avere un problema con tutto ciò che riguarda il passato , specialmente quello che ho amato e in cui riuscivo ad essere me stesso ( luoghi, persone , situazioni ecc) e che adesso non sono più con me o comunque sono cambiate profondamente per strade diverse. Ogni volta che devo interagire con qualcosa di passato sento un senso di disgregazione di me stesso. A volte penso che se ce cambiamento non c'è davvero identità .. come fanno le altre persone a non voltarsi o a farlo senza rimanere pietrificate? Potreste darmi un vostro parere sulla mia situazione?
Grazie
Dott. Giacomo Carella
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Buongiorno, grazie per aver scritto. Da quello che ho capito il suo passato è stato molto importante per lei. Ci sono stati luoghi, persone e situazioni che l'hanno segnata nel profondo e che adesso non ci sono più. Pensa di aver accettato tutto questo, cioè il fatto che tutto inevitabilmente muta, oppure, una parte di lei rifiuta questo cambiamento? Non posso dirle se le altre persone rimangono o no pietrificate a voltarsi indietro; ma penso che trovare una risposta a questa domanda, forse, non le sarebbe d'aiuto. Potrebbe invece domandarsi "cos'è che mi spaventa così tanto del mio presente o del mio futuro, che sento la necessità di voltarmi a guardare quei bei giorni che furono?". Spero di averle dato degli spunti su cui riflettere. Rimango a disposizione.

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Dott. Gianpaolo Bocci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno,
il cambiamento è alla base dell'esistenza e anche della personalità, la quale è in continua evoluzione. Lei di oggi non è uguale a quello di ieri e seppur impercettibilemente è cambiato.
Lo stesso passato, a cui si può rimanere fortemente legati, si è creato con dei cambiamenti e senza di essi tutto quello non sarebbe stato così prezioso.
Cambiare vuol dire però anche mettere in conto e superare degli inevitabili 'lutti' per ciò che non è più, ma che può rimanere come base sicura sulla quale effettuare nuovi e ulteriori cambiamenti.

Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
'Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
'credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dr. Salvatore Ciro Conte
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve e grazie della sua condivisione, a volte è molto difficile comprendere ed accettare i cambiamenti che possono avvenire nel corso della vita, specialmente quando questi non dipendono dalla nostra volontà. Se la sofferenza che sta provando la preoccupa credo possa essere di aiuto il supporto di un professionista con cui capire come mai sta provando queste difficoltà. Potrebbe essere di supporto un percorso terapeutico centrato sull'accettazione, che possa aiutarla a comprendersi e capire come "essere se stesso" anche nel presente. Un cordiale saluto
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Rimango a disposizione nel caso in cui tu voglia approfondire questi aspetti con dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi. non credo che le persone restano indifferenti di fronte a tutto questo ma che in generale ognuno di noi si porta dentro le esperienze passate e cerca di trarle il positivo che c’è stato in queste ed utilizzarlo nel presente.Buon pomeriggio, per quanto riguarda il passato ti chiedo che cosa ti fa provare questo senso di disgregazione e ti provoca sofferenza, per quanto riguarda invece l’aspetto del cambiamento questo fa parte del normale corso della vita per cui cambiano le persone con cui interagiamo e costruiamo relazioni cambiano i luoghi e situazioni, non credo che le persone restano indifferenti di fronte a tutto questo ma che in generale ognuno di noi si porta dentro le esperienze passate e cerca di trarre il positivo che c’è stato in queste ed utilizzarlo nel presente.
Rimango a disposizione nel caso in cui tu voglio approfondire questi aspetti con i colloqui online.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, guardarsi indietro può essere sii doloroso ma sarebbe importante capire cosa profondamente non accetta di questa cosa? Cosa è intollerabile per lei?
Il passato ci insegna qualcosa su come affronteremo il nostro presente e guardiamo al nostro futuro.
Perchè il cambiamento non le piace, cosa accadrebbe se lei accettasse questo cambiamento?
Esplorare insieme ad uno specialista cosa è accaduto e cosa le sta accadendo adesso potrebbe aiutarla a trovare le risposte che sta cercando.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, penso che abbia centrato il suo problema, che le genera malessere: non riuscire a guardare al passato nel giusto modo. Sarebbe utile parlarne con uno psicologo, proprio per indagare cosa non accetta, cosa la fa rimanere "pietrificato", così da analizzare la sua sofferenza e aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo, se questa esperienza persiste e le sembra continui a intralciare la sua vita odierna, prenda in considerazione almeno l’idea di una consultazione: in questo contesto avrebbe l’opportunità di raccontare meglio la sua situazione, i sentimenti e i pensieri che la accompagnano e valutare insieme allo specialista l’ipotesi di un lavoro psicoterapeutico che le consenta di ripristinare un senso di continuità. SG
Dott. Daniele Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Rimini
Buon giorno. Capisco bene la sensazione di aver perso un passato piacevole e sicuro e la nostalgia che questo provoca, ma mi colpisce che il ricordo di questo passato non genera in lei sensazioni piacevoli ma un "senso di disgregazione", che è una descrizione molto puntuale. Mi viene da chiedermi quanto questo passato influisca sulla sua visione di sé stesso nel presente. Credo che potrebbe esserle d'aiuto una chiacchierata con un professionista, se non altro per individuare le tematiche macro su cui fa più fatica e poterci lavorare.
A sua disposizione, Rinaldi.
Dr. Alfonso Panella
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Varese
Buongiorno. Il cambiamento è fisiologico nel corso di vita di una persona, in quanto inevitabilmente le circostanze e gli eventi che accadono non sono tutti sotto il nostro controllo e influenzano ciò che noi siamo e le nostre reazioni. È importante sviluppare nel tempo questo tipo di consapevolezza per essere in grado di essere resilienti anche di fronte a quei cambiamenti che ci provocano angosce o ansie: in questo modo si riesce a trarre il meglio dalle condizioni in cui ci troviamo a vivere.
Nel suo caso è difficile dare una risposta definitiva in questa sede e con così pochi dati a disposizione, ma rimane pacifico che potrebbe esserle utile indagare con un esperto la natura della sua sensazione di disgregazione quando si trova a ripensare al passato. Indagando il significato che ha per lei (ad esempio) lo scorrere del tempo e il cambiamento fisiologico dell’arco di vita, si potrebbe arrivare anche a fornirle gli strumenti adeguati per far fronte a quei periodi in cui le emozioni negative e le preoccupazioni prendono il sopravvento.
Mi rendo disponibile anche online se volesse iniziare un percorso di questo genere.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.
Dott.ssa Alessandra Notaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, grazie della sua domanda. Le domande ci portano ad interrogarci e a crescere. La sua è una domanda molto importante che riguarda appunto la crescita. Il cambiamento fa parte dell'ordine naturale delle cose. La nostra identità invece è un punto saldo che si arricchisce dei cambiamenti, a volte invece ne soffre. Da quanto scrive mi sembra di capire che la sua identità era fortemente legata alle "cose" del suo passato. Perdendo queste, sente di aver perso parti del Sè, come se stesse vivendo molti lutti. E' importante quindi recuperare queste parti perdute e farle sue per poter tornare alla vita e non sentirsi più pietrificato. Resto a sua disposizione per qualsiasi informazione. Cordialmente, dott.ssa Notaro
Dott.ssa Francesca Ape
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,

io la ringrazio moltissimo per questa sua domanda che ci pone davanti ad un argomento di massima importanza. L'integrazione del passato nel nostro presente.
Le domande che lei fa sono molto importanti.
Noi siamo il nostro passato, così come siamo il nostro presente e diventeremo il nostro futuro. Ciò che è importante fare è riuscire a riconoscere ciò che è stato e non vederlo come qualcosa a sé, ma come parte integrante di noi.
È importante fare questo per non vivere noi stessi come parti frammentate di un qualcosa.
Sarebbe proprio utile per lei affrontare un percorso psicologico così da riuscire a conoscere ogni sua sfaccettatura, senza rimanerne paralizzato.
Resto a sua disposizione per un confronto o per eventuali informazioni.
Un saluto,
Dott.ssa Ape
Dott.ssa Giovanna Volpe
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, per rispondere meglio alle sue domande, bisognerebbe approfondire quale sia la sua storia passata, che ha lasciato indietro. Soprattutto perché scrive che in quel passato si sentiva davvero se stesso.
La vita è fatta di continui cambiamenti e, se siamo in una situazione di equilibrio, la nostra identità rimane intatta. Se sentiamo forte disagio, probabilmente è necessario fare un lavoro su di sé, in modo da riuscire ad affrontare i cambiamenti.
Resto a disposizione, dottoressa Giovanna Volpe
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno,
il cambiamento fa parte della vita! E cambiare non significa non essere più se stessi... A volte si resta legati al passato per diverse ragioni, perchè il fututo spaventa, perchè crescere spaventa, perchè qualcosa blocca il nostro procedere in avanti... se questo fa soffrire si può pensare di lavorarci insieme ad un professionista.
Le auguro giorni sereni
Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Psicologo, Psicologo clinico
Alessandria
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua riflessione. Siamo in continua evoluzione, come esseri umani e nella nostra storia individuale. Questo vuol dire dover costantemente trovare risorse per adattarsi a nuove relazioni, al mondo esterno e a nuovi stati interiori. Capita infatti spesso di avere difficoltà a lasciare il passato nel passato. È difficile darle informazioni maggiori non conoscendo la sua storia ma certamente, dalle sue parole, si evince che qualcosa di importante, in positivo o in negativo, sia accaduto. Le suggerisco, qualora abbia piacere di lavorare su di sé e di vivere più serenamente la sua relazione con il passato, di intraprendere un percorso psicologico per analizzare più nel dettaglio lo stato di sofferenza da lei descritto. Resto a disposizione. Un caro saluto
Dott.ssa Giulia Voghera
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castiglione Torinese
Gentile utente, grazie per la sua domanda. Mi spiace per la situazione che sta vivendo, posso immaginare la sua difficoltà. Ha mai pensato di intraprendere un percorso psicologico? Penso che potrebbe aiutarla molto a far luce su questa sofferenza, a capire che cosa del suo passato l'ha segnata in modo così importante e a imparare a gestire questo disagio.
Resto a disposizione per un eventuale consulto e le auguro una buona serata,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Dott.ssa Annamaria Spiotta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Padova
Buongiorno, grazie per la condivisione. Quelle che ha esposto sono riflessioni importanti, che riguardano la propria storia individuale e quel dialogo tra presente, passato e futuro che contribuisce a determinare, istante per istante, la nostra identità, unica e irripetibile. A volte un'attenzione eccessiva rivolta verso il proprio passato, con vissuti di tristezza e nostalgia, può segnalare una fase di blocco esistenziale, o essere la manifestazione di un disagio più ampio che andrebbe opportunamente indagato. Quella verso il passato è una progettualità vuota, dal momento che non è possibile cambiarne le caratteristiche. Tuttavia, si può intervenire sul senso di tale sofferenza, sul presente e sulla progettualità futura affinché il dialogo tra queste dimensioni sia il più coerente possibile. Per quanto riguarda i cambiamenti, essi rappresentano una caratteristica imprescindibile dell'esistenza; possono comportare disorientamento, dubbi e senso di instabilità, ed è per questo che è importante imparare a gestirli trovando le risorse più adeguate. Le suggerisco di confrontarsi con un professionista per lavorare, se ne avverte la necessità, sul senso delle riflessioni che ha condiviso.
Resto a disposizione. Un saluto, Dott.ssa Annamaria Spiotta
Dott. Stefano Scaccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Ha ragione, chi guarda troppo a lungo dietro di sé si trasforma in una statua di sale. E nessun cambiamento è possibile in chi resta così saldamente legato a ciò che era. Vivere è accettare il fluire e la trasformazione quotidiana. In termini di elementi, serve aggiungere acqua ad un terreno troppo arido. E permettere al seme di aprirsi.
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve,
trovo le sue domande molto interessanti.
A parer mio proprio la' dove c'è "identità", c'è cambiamento, nel senso che se ho raggiunto una mia identità posso accettare ciò che mi circonda e di conseguenza il cambiamento.
Mi auguro di parlarne insieme.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott. Giovanni Paolo Mangano
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Gentilissimo,
la sua frase "A volte penso che se ce cambiamento non c'è davvero identità .. " è molto interessante!
Provo a risponderle dicendole che l'identità è qualcosa che si struttura nell'arco della nostra vita. Non nasciamo con un'identità, ma la costruiamo nel corso del tempo; diverse sono le esperienze che facciamo, quelle che ci segnano e dalle quali, talvolta, è difficile separarsene.
Come gli altri riescano a non voltarsi o a farlo senza restere impietriti, non ci è dato saperlo: ognuno trova il proprio modo di fare i conti con il passato. Ciò che conta è che lei sappia di avere lo stesso diritto di potersi voltare senza restare intrappolato nel suo passato, imparando a scorgere, invece, quello che ha davanti (con rispetto e senza togliere importanza a ciò che lascia dietro), sulla base di una identità, fortunamanete, in continuo divenire.
Si conceda questo sacrosanto diritto. La vita va vissuta, non subìta.
Saluti.
Gentile Paziente,
la sua testimonianza e richiesta di parere mi fa venire in mente un libro dello psicoterapeuta Irvin Yalom, dal titolo "Fissando il sole". Nel libro l'autore racconta le sue riflessioni, anche nell'incontro clinico con i pazienti, legate al tema della morte. L'esperienza della morte è paragonata a quella di fissare il sole, non si può farlo per troppo tempo, salvo rimanerne accecati. I vissuti relativi alla sua relazione con il passato raccontano uno spazio intimo di cui ciascuno di noi può fare esperienza. Pensare di potersi occupare dei vissuti di cui racconta qui, chiedendo un aiuto professionale, potrebbe essere un modo per dare spazio di ascolto e risposta alle sue domande e a tutte la ricchezza che lei mostra, nel suo porsi domande così profonde. Le mando i miei migliori auspici. Dott.ssa Adriana Dell'Arte
Dott.ssa Sveva Nonni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile Utente, quello che descrivi è un vissuto molto profondo: sembra che il passato, soprattutto quello in cui ti sei sentito autentico, rappresenti per te un punto di riferimento identitario così forte da rendere difficile accettare i cambiamenti. Quando quelle situazioni o persone non ci sono più, può nascere un senso di smarrimento, quasi come se una parte di te si disgregasse.
È normale provare dolore nel confrontarsi con ciò che è cambiato o andato perduto, ma questo non significa che la tua identità venga meno. Al contrario, l’identità è un processo che cresce anche attraverso il cambiamento. Le parti di te che hai vissuto nel passato non sono perse: possono essere integrate, portate nel presente, trasformate.
Parlare di questi vissuti in terapia, se già non lo stai facendo, potrebbe aiutarti a trovare un senso più solido di continuità dentro di te, e capire meglio come affrontare questo lutto verso luoghi, persone passate e soprattutto il lutto di un'idea di te forse non più così attuale.
Ti sei mai chiesto cosa quelle esperienze passate dicevano davvero di te e di cosa oggi potresti ancora custodirne? Quali sono gli aspetti che più ti mancano? Quando è nata questa sensazione di "disgregazione"? Ci sono aspetti di un te futuro su cui riesci a fantasticare invece?
Io ti consiglierei di:
-Scrivere, disegnare, usare il corpo: esprimere in forma creativa questi vissuti può aiutare a “dare corpo” al dolore e trasformarlo in un ponte verso il presente.
- Potresti provare a dialogare con quelle parti di te che si sono sentite più autentiche nel passato: cosa volevano? Di cosa avevano bisogno? E oggi, esiste un modo diverso per onorarle, senza restare immobili nel tempo?
Un caro saluto, spero tu riesca a trovare maggiore serenità presto.
Dott.ssa Daisy Di Cello
Psicologo, Psicologo clinico
Bolzano
Salve,
la ringrazio per aver condiviso una riflessione così profonda.
Ciò che descrive è qualcosa che molte persone sperimentano: il cambiamento può toccare parti molto intime di noi, soprattutto quando riguarda ciò che amavamo e in cui ci riconoscevamo.
A volte, quando tutto muta intorno a noi, possiamo percepire come se anche la nostra identità vacillasse , ma in realtà, il cambiamento non cancella chi siamo, piuttosto ci invita a ritrovare noi stessi in forme nuove.
Trovare un modo per stare in contatto con il proprio passato senza esserne imprigionati è un percorso che può aiutare molto a ritrovare continuità e serenità.

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