Salve, mi piacerebbe avere un parere. Ho riflettuto un po' sulla ragione del mio senso di sofferenz

18 risposte
Salve, mi piacerebbe avere un parere.
Ho riflettuto un po' sulla ragione del mio senso di sofferenza e penso di avere un problema con tutto ciò che riguarda il passato , specialmente quello che ho amato e in cui riuscivo ad essere me stesso ( luoghi, persone , situazioni ecc) e che adesso non sono più con me o comunque sono cambiate profondamente per strade diverse. Ogni volta che devo interagire con qualcosa di passato sento un senso di disgregazione di me stesso. A volte penso che se ce cambiamento non c'è davvero identità .. come fanno le altre persone a non voltarsi o a farlo senza rimanere pietrificate? Potreste darmi un vostro parere sulla mia situazione?
Grazie
Buongiorno, grazie per aver scritto. Da quello che ho capito il suo passato è stato molto importante per lei. Ci sono stati luoghi, persone e situazioni che l'hanno segnata nel profondo e che adesso non ci sono più. Pensa di aver accettato tutto questo, cioè il fatto che tutto inevitabilmente muta, oppure, una parte di lei rifiuta questo cambiamento? Non posso dirle se le altre persone rimangono o no pietrificate a voltarsi indietro; ma penso che trovare una risposta a questa domanda, forse, non le sarebbe d'aiuto. Potrebbe invece domandarsi "cos'è che mi spaventa così tanto del mio presente o del mio futuro, che sento la necessità di voltarmi a guardare quei bei giorni che furono?". Spero di averle dato degli spunti su cui riflettere. Rimango a disposizione.

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Buongiorno,
il cambiamento è alla base dell'esistenza e anche della personalità, la quale è in continua evoluzione. Lei di oggi non è uguale a quello di ieri e seppur impercettibilemente è cambiato.
Lo stesso passato, a cui si può rimanere fortemente legati, si è creato con dei cambiamenti e senza di essi tutto quello non sarebbe stato così prezioso.
Cambiare vuol dire però anche mettere in conto e superare degli inevitabili 'lutti' per ciò che non è più, ma che può rimanere come base sicura sulla quale effettuare nuovi e ulteriori cambiamenti.

Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
'Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
'credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Salve e grazie della sua condivisione, a volte è molto difficile comprendere ed accettare i cambiamenti che possono avvenire nel corso della vita, specialmente quando questi non dipendono dalla nostra volontà. Se la sofferenza che sta provando la preoccupa credo possa essere di aiuto il supporto di un professionista con cui capire come mai sta provando queste difficoltà. Potrebbe essere di supporto un percorso terapeutico centrato sull'accettazione, che possa aiutarla a comprendersi e capire come "essere se stesso" anche nel presente. Un cordiale saluto
Rimango a disposizione nel caso in cui tu voglia approfondire questi aspetti con dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi. non credo che le persone restano indifferenti di fronte a tutto questo ma che in generale ognuno di noi si porta dentro le esperienze passate e cerca di trarle il positivo che c’è stato in queste ed utilizzarlo nel presente.Buon pomeriggio, per quanto riguarda il passato ti chiedo che cosa ti fa provare questo senso di disgregazione e ti provoca sofferenza, per quanto riguarda invece l’aspetto del cambiamento questo fa parte del normale corso della vita per cui cambiano le persone con cui interagiamo e costruiamo relazioni cambiano i luoghi e situazioni, non credo che le persone restano indifferenti di fronte a tutto questo ma che in generale ognuno di noi si porta dentro le esperienze passate e cerca di trarre il positivo che c’è stato in queste ed utilizzarlo nel presente.
Rimango a disposizione nel caso in cui tu voglio approfondire questi aspetti con i colloqui online.
Gentile utente, guardarsi indietro può essere sii doloroso ma sarebbe importante capire cosa profondamente non accetta di questa cosa? Cosa è intollerabile per lei?
Il passato ci insegna qualcosa su come affronteremo il nostro presente e guardiamo al nostro futuro.
Perchè il cambiamento non le piace, cosa accadrebbe se lei accettasse questo cambiamento?
Esplorare insieme ad uno specialista cosa è accaduto e cosa le sta accadendo adesso potrebbe aiutarla a trovare le risposte che sta cercando.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, penso che abbia centrato il suo problema, che le genera malessere: non riuscire a guardare al passato nel giusto modo. Sarebbe utile parlarne con uno psicologo, proprio per indagare cosa non accetta, cosa la fa rimanere "pietrificato", così da analizzare la sua sofferenza e aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Gent.mo, se questa esperienza persiste e le sembra continui a intralciare la sua vita odierna, prenda in considerazione almeno l’idea di una consultazione: in questo contesto avrebbe l’opportunità di raccontare meglio la sua situazione, i sentimenti e i pensieri che la accompagnano e valutare insieme allo specialista l’ipotesi di un lavoro psicoterapeutico che le consenta di ripristinare un senso di continuità. SG
Buon giorno. Capisco bene la sensazione di aver perso un passato piacevole e sicuro e la nostalgia che questo provoca, ma mi colpisce che il ricordo di questo passato non genera in lei sensazioni piacevoli ma un "senso di disgregazione", che è una descrizione molto puntuale. Mi viene da chiedermi quanto questo passato influisca sulla sua visione di sé stesso nel presente. Credo che potrebbe esserle d'aiuto una chiacchierata con un professionista, se non altro per individuare le tematiche macro su cui fa più fatica e poterci lavorare.
A sua disposizione, Rinaldi.
Buongiorno. Il cambiamento è fisiologico nel corso di vita di una persona, in quanto inevitabilmente le circostanze e gli eventi che accadono non sono tutti sotto il nostro controllo e influenzano ciò che noi siamo e le nostre reazioni. È importante sviluppare nel tempo questo tipo di consapevolezza per essere in grado di essere resilienti anche di fronte a quei cambiamenti che ci provocano angosce o ansie: in questo modo si riesce a trarre il meglio dalle condizioni in cui ci troviamo a vivere.
Nel suo caso è difficile dare una risposta definitiva in questa sede e con così pochi dati a disposizione, ma rimane pacifico che potrebbe esserle utile indagare con un esperto la natura della sua sensazione di disgregazione quando si trova a ripensare al passato. Indagando il significato che ha per lei (ad esempio) lo scorrere del tempo e il cambiamento fisiologico dell’arco di vita, si potrebbe arrivare anche a fornirle gli strumenti adeguati per far fronte a quei periodi in cui le emozioni negative e le preoccupazioni prendono il sopravvento.
Mi rendo disponibile anche online se volesse iniziare un percorso di questo genere.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.
Buonasera, grazie della sua domanda. Le domande ci portano ad interrogarci e a crescere. La sua è una domanda molto importante che riguarda appunto la crescita. Il cambiamento fa parte dell'ordine naturale delle cose. La nostra identità invece è un punto saldo che si arricchisce dei cambiamenti, a volte invece ne soffre. Da quanto scrive mi sembra di capire che la sua identità era fortemente legata alle "cose" del suo passato. Perdendo queste, sente di aver perso parti del Sè, come se stesse vivendo molti lutti. E' importante quindi recuperare queste parti perdute e farle sue per poter tornare alla vita e non sentirsi più pietrificato. Resto a sua disposizione per qualsiasi informazione. Cordialmente, dott.ssa Notaro
Buongiorno,

io la ringrazio moltissimo per questa sua domanda che ci pone davanti ad un argomento di massima importanza. L'integrazione del passato nel nostro presente.
Le domande che lei fa sono molto importanti.
Noi siamo il nostro passato, così come siamo il nostro presente e diventeremo il nostro futuro. Ciò che è importante fare è riuscire a riconoscere ciò che è stato e non vederlo come qualcosa a sé, ma come parte integrante di noi.
È importante fare questo per non vivere noi stessi come parti frammentate di un qualcosa.
Sarebbe proprio utile per lei affrontare un percorso psicologico così da riuscire a conoscere ogni sua sfaccettatura, senza rimanerne paralizzato.
Resto a sua disposizione per un confronto o per eventuali informazioni.
Un saluto,
Dott.ssa Ape
Buongiorno, per rispondere meglio alle sue domande, bisognerebbe approfondire quale sia la sua storia passata, che ha lasciato indietro. Soprattutto perché scrive che in quel passato si sentiva davvero se stesso.
La vita è fatta di continui cambiamenti e, se siamo in una situazione di equilibrio, la nostra identità rimane intatta. Se sentiamo forte disagio, probabilmente è necessario fare un lavoro su di sé, in modo da riuscire ad affrontare i cambiamenti.
Resto a disposizione, dottoressa Giovanna Volpe
Buongiorno,
il cambiamento fa parte della vita! E cambiare non significa non essere più se stessi... A volte si resta legati al passato per diverse ragioni, perchè il fututo spaventa, perchè crescere spaventa, perchè qualcosa blocca il nostro procedere in avanti... se questo fa soffrire si può pensare di lavorarci insieme ad un professionista.
Le auguro giorni sereni
Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua riflessione. Siamo in continua evoluzione, come esseri umani e nella nostra storia individuale. Questo vuol dire dover costantemente trovare risorse per adattarsi a nuove relazioni, al mondo esterno e a nuovi stati interiori. Capita infatti spesso di avere difficoltà a lasciare il passato nel passato. È difficile darle informazioni maggiori non conoscendo la sua storia ma certamente, dalle sue parole, si evince che qualcosa di importante, in positivo o in negativo, sia accaduto. Le suggerisco, qualora abbia piacere di lavorare su di sé e di vivere più serenamente la sua relazione con il passato, di intraprendere un percorso psicologico per analizzare più nel dettaglio lo stato di sofferenza da lei descritto. Resto a disposizione. Un caro saluto
Gentile utente, grazie per la sua domanda. Mi spiace per la situazione che sta vivendo, posso immaginare la sua difficoltà. Ha mai pensato di intraprendere un percorso psicologico? Penso che potrebbe aiutarla molto a far luce su questa sofferenza, a capire che cosa del suo passato l'ha segnata in modo così importante e a imparare a gestire questo disagio.
Resto a disposizione per un eventuale consulto e le auguro una buona serata,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Buongiorno, grazie per la condivisione. Quelle che ha esposto sono riflessioni importanti, che riguardano la propria storia individuale e quel dialogo tra presente, passato e futuro che contribuisce a determinare, istante per istante, la nostra identità, unica e irripetibile. A volte un'attenzione eccessiva rivolta verso il proprio passato, con vissuti di tristezza e nostalgia, può segnalare una fase di blocco esistenziale, o essere la manifestazione di un disagio più ampio che andrebbe opportunamente indagato. Quella verso il passato è una progettualità vuota, dal momento che non è possibile cambiarne le caratteristiche. Tuttavia, si può intervenire sul senso di tale sofferenza, sul presente e sulla progettualità futura affinché il dialogo tra queste dimensioni sia il più coerente possibile. Per quanto riguarda i cambiamenti, essi rappresentano una caratteristica imprescindibile dell'esistenza; possono comportare disorientamento, dubbi e senso di instabilità, ed è per questo che è importante imparare a gestirli trovando le risorse più adeguate. Le suggerisco di confrontarsi con un professionista per lavorare, se ne avverte la necessità, sul senso delle riflessioni che ha condiviso.
Resto a disposizione. Un saluto, Dott.ssa Annamaria Spiotta
Ha ragione, chi guarda troppo a lungo dietro di sé si trasforma in una statua di sale. E nessun cambiamento è possibile in chi resta così saldamente legato a ciò che era. Vivere è accettare il fluire e la trasformazione quotidiana. In termini di elementi, serve aggiungere acqua ad un terreno troppo arido. E permettere al seme di aprirsi.

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