Salve, io domando aiuto perché sto male, purtroppo sto vivendo una situazione orrendo, non voglio di

20 risposte
Salve, io domando aiuto perché sto male, purtroppo sto vivendo una situazione orrendo, non voglio dire il mio nome per la mia privacy, io purtroppo sono un ragazzo di 26 anni che non ha mai avuto rapporti amorosi, inteso come relazione, anche se non sono vergine, amici non ne ho, ho chiesto aiuto alla psicoterapeuta spiegando della mia situazione, (anche del mio passato come vittima di bullismo dalle medie fino alle superiori, ancora ho i ricordi) ma invece di aiutarmi, mi ha comunicato che gli amici che ho avuto, che mi hanno trattato come un cane domestico e tutto il resto l'ho avuto perché gli altri forse non ci pensavano e mi ha chiesto domande personali del tipo se sono omosessuale, io mi sono arrabbiato dicendogli che non è vero, io sono eterosessuale al 100%. Questi sono alcuni esempi, poi c'e ne sono altri. Tra l'altro per puro caso ho scoperto che è amica di una ragazza che mi bullizzava quando eravamo a scuola e quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.già prima mi sono arrabbiato con lei per whatsapp per come mi parlava, ma lei mi dice non posso arrabbiarmi così se no è stalking e violenza interpersonale. Allora io ho cancellato e bloccato il suo numero. A me sembra che le donne psicologhe facciano del male ai maschi sfigati emarginati della società, come nei porno su internet. Non voglio dire il nome.
Dott.ssa Fabiana Cinque
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Marano di Napoli
Salve, leggendo la sua storia mi arrivano molti vuoti, molte mancanze nella sua vita e nella sua persona.
Sarebbe funzionale per lei rivolgersi ad un esperto, intraprendendo una nuova terapia. Potendo al suo interno lavorare sulla sua identità e sulla fiducia.
Ci pensi.

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Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

è sempre difficile poter giudicare dall'esterno quanto accaduto all'interno di una terapia. Ad ogni modo, nel caso volesse contattare un altro specialista, sarei disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto; ricevo anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Sara Fordellone
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Piedimonte San germano alta
Caro utente, immagino che quello che vive sia molto doloroso. Se in questa relazione con l'attuale terapeuta non si sente abbastanza accolto e a suo agio credo possa essere opportuno parlarne con lei, può essere un momento di confronto importante e anche di lavoro su di sè. Al di la di ciò, generalizzare e fare di tutta l'erba un fascio è sempre rischioso; esistono tanti terapeuti con cui ci si può sentire accolti e con cui si può fare un ottimo percorso.
E' importante che lei si occupi del suo disagio in un contesto accogliente e non giudicante.
Un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno, innanzitutto voglio dirti che il tuo dolore è reale e merita rispetto. Quello che hai raccontato trasmette molta sofferenza, legata sia a esperienze passate di bullismo, sia alla difficoltà di sentirti accolto e capito nel presente. È comprensibile che tu ti senta deluso, arrabbiato e sfiduciato dopo questa esperienza negativa con la professionista a cui ti eri affidato per ricevere aiuto.

Ci tengo a chiarire però che una singola esperienza negativa non rappresenta l’intera categoria degli psicologi o psicologhe. Come in ogni professione, ci sono approcci, sensibilità e stili relazionali diversi. Non sempre si trova subito il terapeuta giusto, ma questo non significa che non esista un aiuto valido e rispettoso per la tua situazione.

Le tue emozioni – la rabbia, la delusione, la sfiducia – sono comprensibili e legittime, ma è importante non generalizzare e non chiudersi alla possibilità di trovare un professionista che possa davvero aiutarti a elaborare queste ferite profonde, a ricostruire la tua autostima e a migliorare le tue relazioni sociali.

Proprio per questo sarebbe utile e consigliato, per approfondire e affrontare in modo serio e rispettoso la tua situazione, rivolgersi ad uno specialista qualificato con cui tu possa sentirti al sicuro e compreso.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno gentile utente,
nella vita di ciascuno di noi, possono capitare periodi anche lunghi, in cui sentire che, le cose non procedono con successo e soddisfazione, interrogandosi per trovare una possibile soluzione. Se lei si sente incompreso se non addirittura intimorito il suggerimento che posso darle è di non demordere e contrattare un modo diverso di collaborare, se possibile, oppure trovarsi metodi psicologici più consoni, scevri dal giudizio che sente a se rivolto. Il bullismo è una vera piaga sociale che deve essere fronteggiato correttamente, magari con l'ausilio di figure professionali che la possano supportare in questo.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Dott.ssa Giuliana Marranzini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Taranto
buongiorno, grazie per la tua condivisione. Mi dispiace molto che tu stia vivendo questa situazione. Se, come obiettivo hai trovare la persona per iniziare una relazione, continua verso il tuo obiettivo. Mi dispiace anche della tua esperienza con la psicologa, ma puoi rivolgerti ad un altro professionista per cercare possibili soluzioni a quelli che sono i tuoi bisogni insoddisfatti, sia per quanto riguarda le relazioni interpersonali amorose che amicali. un caro saluto.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Tristezza, solitudine, rabbia mi hanno pervaso nel leggere le sue poche e sentite righe. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, provo a dare un piccolo contributo di pensiero. Ho avuto la sensazione che la dimensione relazionale sia sempre stata tanto desiderata quanto temuta (il bullismo, la mancanza di rapporti emotivamente significativi, la relazione terapeutica vissuta come sadica e abusante). Sembra che l’incontro con l’altro nasconda il pericolo di un agguato, di una pericolosa e distruttiva aggressione, costringendola a difendersi per sopravvivere. Chissà che questo non si sia tradotto in una rinuncia alla genuinità, in una disperata impossibilità di sentirsi visto, accettato e amato per quello che è. Per crescere psicologicamente abbiamo bisogno di relazioni mature, con tutti i rischi e le fatiche che esse comportano. Spero che un giorno possa trovare il tempo e la motivazione per fidarsi e affidarsi ad una seconda mente con cui ri-pensare le esperienze più significative, i pensieri più dolorosi, le emozioni più forti. È molto giovane e merita di vivere una vita piena e serena. In bocca al lupo
Dott.ssa Roberta Ristagno
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Foligno
Buonasera. Mi spiace per il vissuto che lei descrive in merito alla sua esperienza: vorrei farla riflettere sul fatto che le domande personali che lei si è sentito fare sono la parte fondamentale nel lavoro con uno psicoterapeuta, cosi come lo è l'analisi delle emozioni. Può forse considerare che questo potrebbe non essere il momento giusto, per lei, per approfondire certe tematiche o potrebbe essere che, con un altro professionista (magari un professionista uomo, se pensa di potersi fidare di più), lei si possa sentire in una condizione vissuta in modo più affine a lei. In bocca al lupo per il suo futuro!
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Credo che possa accadere di incontrare persone con le quali non nasce un feeling. Può sempre cambiare psicoterapeuta.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Mi spiace del problema avuto con la collega le consiglio di riprovarci e ricominciare un percorso terapeutico dove poter approfondire le dinamiche di cui ha parlato nel suo racconto. Il mio approccio consiste in una prima videocall della durata di 10-15 minuti a cui far seguire un percorso psicologico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dott.ssa Maria Pinto
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Martina Franca
Buonasera, volevo dirle che non è solo nel suo disagio. Molti giovani sono in situazioni simili alla sua, per motivi anche del tutto differenti e personali. Il bullismo lascia delle tracce e a volte diventa difficile fidarsi degli altri e sviluppare amicizie. Può capitare di non trovarsi bene con un terapeuta e la cosa più semplice è trovarne un altro. Prosegua la sua ricerca e soprattutto cerchi di concedere fiducia alla persona che trova. Lei è giovane e ha diritto a trovare la strada giusta per alleviare il suo dolore.
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, che appare molto sofferta e carica di delusione. È evidente quanto stia attraversando un periodo difficile, segnato da solitudine, ferite relazionali del passato e una grande frustrazione per il modo in cui è stato trattato, anche da chi avrebbe dovuto offrirle aiuto. È comprensibile che si sia sentito non compreso, giudicato o addirittura svalutato, e che questo abbia generato rabbia e sfiducia, specialmente se sono state poste domande che ha vissuto come invasive o inappropriate.
In un percorso terapeutico è fondamentale sentirsi accolti e al sicuro. Se ciò non accade, è legittimo interrompere e cercare un'altra figura professionale. Un'esperienza negativa può lasciare ferite profonde, ma non tutti i terapeuti sono uguali: esistono professionisti seri e rispettosi, capaci di ascoltare senza giudicare, pronti a lavorare insieme a lei con sensibilità e cura.
Il dolore che racconta merita spazio e ascolto. Se in futuro dovesse sentire il desiderio o il bisogno di esplorare quanto sta vivendo in un contesto protetto e rispettoso, rimango a disposizione per accoglierlo e aiutarlo a ritrovare fiducia e direzione.
un caro saluto
Dott.ssa Valentina Sciubba
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Lei domanda aiuto, cambi psicologa. Se non si è trovato con quella da cui andava probabilmente è utile cambiare anche l'indirizzo terapeutico, cioè la teoria e le tecniche che caratterizzano l'operato dello psicoterapeuta. Analogamente a come si fa con i medici, se un medico non guarisce in genere se ne consultano altri. Quanto agli errori degli psicologi, sono possibili, come in tutte le professioni sanitarie.
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, mi dispiace per la sua situazione. Magari l'intento della sua terapeuta era esplorare più a fondo la sua intimità e sessualità. Come mai ha sviluppato questo pensiero sulle donne? Se in questo momento non ripone fiducia nel genere femminile, le consiglio vivamente di rivolgersi ad un terapeuta maschio cosi da poter esplorare e comprendere le motivazioni sottostanti.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Federica Bellò
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Grazie per aver scritto, davvero. Quello che stai vivendo è molto doloroso e merita ascolto e rispetto. Nessuno dovrebbe sentirsi trattato con leggerezza, giudizio o superficialità, specialmente quando trova il coraggio di chiedere aiuto.
Essere stati vittima di bullismo, sentirsi soli, non aver avuto relazioni affettive… tutto questo lascia ferite profonde, e se ti sei sentito frainteso o addirittura ferito da una psicoterapeuta, è normale provare rabbia, sfiducia e frustrazione.
Chiedere se si è omosessuali può far parte di un’indagine clinica, ma il modo in cui viene fatta una domanda è fondamentale. Se ti sei sentito attaccato o invalidato, hai tutto il diritto di proteggerti. E il fatto che abbia legami con chi ti ha fatto del male in passato rende tutto più difficile e insopportabile, te ne do pienamente atto. Magari avere una persona che lavori in modo oggettivo e accogliente potrebbe aiutarti nel tuo percorso di sostegno psicologico e rinascita personale.

Detto questo, ti invito a non generalizzare: ci sono psicologi, uomini e donne, che lavorano con empatia, serietà e rispetto. Il dolore che provi è reale, ma non è senza speranza. Forse quella persona non era la professionista adatta a te — capita — ma questo non vuol dire che non esista qualcuno in grado di aiutarti davvero.
Tu non sei uno “sfigato”. Sei una persona ferita, che ha bisogno di cura. E meriti quella cura.
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, comprendo quanto possa essere stato difficile trovare le parole per esprimere il suo vissuto in una situazione così dolorosa e complessa. Il fatto che abbia avuto il coraggio di scriverne qui è già un segnale importante del suo desiderio di comprendersi meglio e di prendersi cura di sé.

La sofferenza che descrive può essere vista come il risultato di un intreccio profondo tra esperienze relazionali passate (come il bullismo) e i significati che, nel tempo, lei ha dovuto costruire per sopravvivere psicologicamente a queste esperienze. Quando una persona viene ripetutamente esclusa, umiliata o trattata come inferiore, è naturale che inizi a sviluppare delle rappresentazioni di sé come non meritevole, sbagliato, inadatto. Questi significati, che si formano spesso precocemente e in modo implicito, possono poi condizionare profondamente il modo in cui ci si percepisce, ci si relaziona con gli altri e si vive la propria identità.

Il suo vissuto di solitudine, il senso di emarginazione e l'esperienza di essere trattato "come un cane domestico", come lei stesso scrive, sono testimonianze di quanto abbia potuto interiorizzare un'immagine di sé che ha sofferto a lungo nel cercare un riconoscimento autentico. Questo può far sì che anche i tentativi di aiuto da parte degli altri – in questo caso la sua terapeuta – vengano percepiti come distorti, giudicanti o addirittura minacciosi, soprattutto se non vi è stata da parte sua una sufficiente sensazione di sicurezza, rispetto e alleanza terapeutica.

Vorrei dirle con chiarezza e rispetto che ha tutto il diritto di aspettarsi da un percorso psicoterapeutico un clima di ascolto empatico, non giudicante e orientato alla comprensione profonda del suo vissuto. Se questo non è stato possibile con la terapeuta a cui si era rivolto, non significa che la psicoterapia non possa essere per lei un valido strumento, ma solo che quel particolare incontro non ha funzionato. In psicoterapia, la relazione è parte integrante del processo di cura, e quando questa relazione si interrompe o diventa fonte di ulteriore sofferenza, è importante riconoscerlo senza colpevolizzarsi.
Dott.ssa Annalisa Calabrese
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Messina
Salve,
mi dispiace molto leggere quanto sta vivendo, e comprendo il senso di frustrazione, solitudine e rabbia che emerge dal suo racconto. Sta attraversando una fase complessa, segnata da esperienze dolorose del passato e da un bisogno profondo di essere ascoltato e compreso. È già significativo che abbia avuto il coraggio di chiedere aiuto: è un passo importante, anche se purtroppo non sempre il primo tentativo si rivela quello giusto.

Per quanto riguarda il rapporto con la terapeuta che ha consultato, mi preme sottolineare che ogni percorso psicologico è unico, e che a volte può accadere che non si instauri la giusta sintonia tra paziente e professionista. Questo non significa che lei non sia aiutabile, né che la professionista non sia valida, ma piuttosto che in questo caso specifico la relazione terapeutica non ha funzionato come avrebbe dovuto. Anche noi psicoterapeuti, pur lavorando con le migliori intenzioni, possiamo non essere le persone giuste per tutti. È lecito e sano riconoscerlo.

Il suo vissuto di bullismo, il senso di esclusione sociale e la difficoltà nelle relazioni meritano attenzione, cura e un contesto dove possa sentirsi accolto senza giudizio. La rabbia che prova è comprensibile e non va repressa, ma trasformata in un'occasione per capire più a fondo cosa ha bisogno di essere ascoltato dentro di sé. Un aspetto importante, che potrebbe essere utile affrontare in un futuro percorso, riguarda proprio il vissuto di sentirsi giudicato, non capito o “fuori posto” con gli altri. Queste sensazioni, se rimangono sole, possono alimentare rabbia o sfiducia. Ma se accolte in uno spazio terapeutico sicuro, possono diventare una chiave per ritrovare valore personale e possibilità di relazione.

La invito sinceramente a non arrendersi. Esistono professionisti – donne e uomini – in grado di accoglierla per aiutarla a fare chiarezza dentro di sé e lavorare sulle ferite che porta con sé. Non è “sbagliato” lei. È sbagliato ciò che ha subito. Ma può lavorarci, e cambiare molto.
Resto a disposizione, se vuole.
Un Cordiale Saluto.
Dott.ssa Annalisa Calabrese

Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), 14 giugno 2025

Le parole che hai scelto mi ricordano quelle di - Paint It, Black dei Rolling Stones — raccontano senza veli quel che accade quando il dolore si fa così forte da volerlo tingere su ogni cosa. Quando il mondo interno diventa nero e si ha quasi bisogno che anche il mondo esterno lo diventi, per sentirsi almeno compresi. È un grido potente, quello della canzone. Ma anche pericoloso: perché quando ci si convince che tutto è nero, è facile dimenticare che quella vernice l’abbiamo in mano noi. Dalle tue parole traspare qualcosa di più profondo della rabbia: un bisogno disperato di essere ascoltato senza essere interpretato, curato senza essere manipolato, amato senza essere compatito. La tua esperienza con la terapeuta — se le cose sono andate davvero come racconti — ti ha lasciato non solo deluso, ma tradito. E questo può amplificare ogni senso d’ingiustizia che ti porti dietro da tempo, fin dall’epoca del bullismo. Non sottovalutiamo questo. Ma proprio per questo è importante distinguere. Non tutte le terapeute sono uguali. Non tutte le esperienze sono una conferma del passato. La tua rabbia è legittima, ma è anche una croce: se non viene trasformata in forza, ti tiene incatenato.
Scrivi che ti sembra che le donne psicologhe facciano del male ai maschi fragili, “come nei porno su internet”: è una frase crudele, ma dice qualcosa di vero — non nel fatto, ma nel dolore da cui nasce. Dice che ti sei sentito sottomesso, manipolato, deriso. Ma adesso devi decidere: vuoi restare incastrato nella parte di chi è stato umiliato o vuoi cominciare a guarire? Non sei sbagliato. Non sei rotto. Sei arrabbiato, deluso, ferito. Ma sei ancora vivo. E c’è una vita intera che ti aspetta — se decidi di smettere di voler dipingere tutto di nero e cominci, almeno un pezzetto per volta, a cercare la tua porta vera. Quella che non ha bisogno di essere né rossa né nera, ma solo tua. Se vuoi, possiamo iniziare da lì. Anche online. Anche senza nomi. Io ci sono.
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Buonasera. Capisco la rabbia specialmente quando sentiamo di non essere ascoltati. Ora sta seguendo una psicoterapia per elaborare questi ricordi? Grazie per la condivisione.

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