Salve ho mio fratello ludopaico da anni. Hanno cercato di contattarlo tamit il Sert per convincerlo

20 risposte
Salve ho mio fratello ludopaico da anni. Hanno cercato di contattarlo tamit il Sert per convincerlo a sottoporsi a cure presso di loro, ma purtroppo lui non ne vole sapere. Come potremmo fare per risolvere il problema?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive e comprendo il disagio connesso. Mi spiace molto per la situazione di suo fratello perché lui in primis è la vittima della sua dipendenza Tuttavia è importante metterlo di fronte all'idea che lui abbia un problema che deve essere trattato onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente, per il benessere proprio e delle persone che gli stanno accanto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Luisa Nadalini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Verona
caro utente, non riferisce se suo fratello ha ancora affetti familiari attorno a sè o se è arrivato a perdere anche la sua famiglia (se l'aveva). Il tema sono i soldi. Ci sono varie procedure: i familiari contattano un centro accreditato e approfondiscono; si attiva un tutore familiare per l'incapacità di autogestirsi, si toglie o si vincola la disponibilità economica. Fondamentale è considerare il caso specifico e dunque contattare un centro che si occupa di pluridipendenze. A Verona, in Ospedale, suggerirei il centro di riferimento di Borgo Roma.
Dott.ssa Monica Mellone
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Arcore
Buongiorno, comprendo la difficoltà e la delicatezza della situazione. La ludopatia è una dipendenza che coinvolge non solo la persona in sé, ma anche i suoi familiari. Le suggerisco di parlare con suo fratello per portarlo a prendere consapevolezza di questo problema in modo che possa rivolgersi ad un centro specializzato nel trattamento della ludopatia. Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dottoressa Monica Mellone
Dott.ssa Serena Mottura
Psicologo, Psicoterapeuta
Cassano Magnago
Buongiorno trattare la ludopatia è piuttosto complesso, chi ne è affetto fa fatica ad essere consapevole di avere un problema. Da un punto di vista pratico sarebbe opportuno introdurre un tutore per amministrare il denaro. E come già indicato, la presa in carico presso il SerT. Dalle mie parti esiste anche un'associazione che si occupa di queste problematiche attivando anche gruppi e supportando le famiglie. Provi a verificare se esistono anche nella sua zona. Nella mia esperienza al SerT ho incontrato persone, affette da ludopatia, che faticavano a venire per l'utenza incontrata nella sala d'attesa. Al SerT arrivano utenti con diverse tipologie di dipendenza, ci sono persone che si sentono a disagio, specie se non hanno una dipendenza da sostanze.
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno, mi spiace per questa situazione.
Sarebbe opportuno intraprendere un percorso con l'aiuto di una rete e di tutta la famiglia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. Situazione complicata, tanto più che suo fratello non intende farsi aiutare. Se però desidera fare un tentativo, provi a contattare lei un servizio specialistico: potrebbero riceverla come familiare per capire almeno di cosa si tratta e valutare come eventualmente procedere. Rimane inteso che se suo fratello non intenderà farsi aiutare, si potrà fare ben poco. SG
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, mi dispiace molto per suo fratello. Io suppongo che andrebbe effettuato un percorso intanto di sostegno e accompagnamento al riconoscimento della difficoltà che suo fratello ha e indirizzarlo verso un Serd e questo attraverso qualche colloquio ed incontro. Se desiderate sono disponibile per effettuare qualche colloquio. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Simona Maida
Psicoterapeuta, Psicologo
Casorate Primo
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata. Purtroppo è molto complesso cercare di convincere una persona che non vuole essere aiutata e tante volte l'inizio di un percorso funzionale avviene solo se la persona è veramente convinta di ciò che sta facendo e del cambiamento che vuole intraprendere. Potrebbe provare lei con la famiglia a coinvolgere suo fratello in un percorso terapeutico in modo tale da fargli sentire il sostegno e il vostro aiuto nel percorso difficile che dovrà affrontare.
Resto a disposizione per ogni altra domanda.
Saluti
Dott.ssa Maida Simona
Dott.ssa Sara Zandali
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Milano
Buongiorno, capisco la difficile situazione che sta vivendo. Il riconoscimento di tale disturbo da parte di suo fratello è, a parere mio, l'elemento centrale. Ma si possono comunque percorrere in parallelo altre strade: condivido, ad esempio, la proposta della collega di nominare un amministratore di sostegno, piuttosto che rivolgervi voi famigliari ad uno psicoterapeuta che vi possa dare un sostegno per affrontare questa situazione, aiutandovi, magari, a modificare alcune dinamiche relazionali andando così a perturbare il sistema in cui suo fratello sta vivendo. Un cordiale saluto. Dr.ssa Zandali
Dott. Gabriele Scortichini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Melegnano
Buongiorno, mi piacerebbe dare soluzioni convincenti. Purtroppo nelle dipendenze, è la motivazione della persona stessa la base del cambiamento
Dott.ssa Marika Fiori
Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Salve a lei, non deve essere facile chiedere aiuto per una persona così vicina a noi. Immagino le abbiate provate tutte ma senza successo. La cosa migliore sarebbe che suo fratello prenda consapevolezza del suo disturbo ma Immagino che ancora non sia arrivato a questo punto. Se non lo avete ancora fatto si potrebbe sensibilizzarlo al problema partecipando a dei gruppi o a degli incontri in ci si parla dell argomento. Qui nella mia provincia Forlì Cesena c'è un gruppo di specialisti molto bravo che lavora con la ludopatia. Se vuole posso darle i riferimenti.
A presto
Dottssa Marika Fiori
Dott.ssa Diana Baldassarre
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Salve, non è semplice affrontare questo tipo di problema, specie quando la persona non accetta nessun tipo di supporto, e questo è molto frequente quando si sviluppa una dipendenza. Tuttavia, sarebbe necessario motivare la persona ad intraprendere un percorso appropriato per il tipo di problematica che presenta. Magari, potreste voi familiari farvi aiutare in questo aspetto per comprendere le modalità giuste da adottare per motivarlo. Cordiali Saluti, Dott.ssa Baldassarre Diana
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile utente, capisco che la situazione è complessa. La prima azione da fare è quella di far prendere consapevolezza a suo fratello del problema, mettendolo di fronte alle conseguenze negative che il gioco sta avendo nella sua vita (debiti, risparmi inesistenti, instabilità emotiva, mancanza di interessi se non solo per il gioco ecc..). Purtroppo senza la consapevolezza del problema da parte del diretto interessato, è molto improbabile raggiungere un cambiamento nella condotta disfunzionale.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per ulteriori dubbi mi può contattare anche online.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Melania Filograna
Dott. Lorenzo Conforti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Brescia
Buongiorno. Quella che descrive è una situazione complessa seppur comune a molti famigliari di individui che soffrono di una condizione di dipendenza. In accordo con quanto già espresso con i colleghi, la invito a mettere di fronte suo fratello alle conseguenze sociali, economiche, relazionali derivanti da una condizione protratta di dipendenza. Toccherà poi a lui avvertire personalmente l'autentica motivazione che possa sostenere un movimento di presa in carico di sé. Spesso, per quanto apparentemente controintuitivo, l'insistenza protratta di famigliari e amici rispetto alla necessità di una presa in carico può rinforzare, in termini di deresponsabilizzazione, l'oppositività ed evitamento che in questa fase sembrano affaticare suo fratello rispetto all'avvio di un serio percorso di cura. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o domande. Un caro saluto, Lorenzo Conforti.
Buonasera, occupandomi di dipendenze, in linea teorica, considerando che non ho elementi sufficienti, posso dirle che le persone con dipendenza accettano un percorso nel momento in giungono, per quanto riguarda il modello di cambiamento, almeno allo stadio della contemplazione, ossia quando sentono una prima frattura interiore e iniziano a essere consapevoli del problema: cercare di convincerlo è pressoché cosa vana. Dato che mi occupo anche di familiari, le suggerisco di intraprendere un percorso personale per gestire lo stress e i forti vissuti emotivi che le dipendenze patologiche inevitabilmente comportano. Un percorso è anche utile per capire come gestire la comunicazione e quali comportamenti proattivi avere con il suo caro.
Buona vita
Dr.ssa Francesca Carubbi
Dott.ssa Pietronilla Nicita
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
Buon pomeriggio, nella situazione in cui la persona coinvolta si rifiuta di rivolgersi ad un centro specialistico per il trattamento delle dipendenze patologiche, occorre intervenire innanzitutto privando per un certo periodo la disponibilità economica, che dovrà essere gestita da un familiare o persona di fiducia, e in contemporanea iniziare un percorso di psicoterapia familiare, in modo tale da sentirsi sostenuto dai propri cari. Valutare anche un consulto psichiatrico per controllare eventuali disturbi del controllo degli impulsi.
un caro saluto
Dott.ssa Nicita Pietronilla
Dott.ssa Debora Di Paola
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi spiace per la situazione che descrive. E' fondamentale che suo fratello venga seguito da un centro specializzato per le dipendenze patologiche.
Saluti.
Dott.ssa Ester Piras
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Ghilarza
Buongiorno, la ludopatia potrebbe nascondere un disagio più profondo. Le consiglio di contattare uno specialista o un centro specializzato che le diano indicazioni su come agire. È necessario bloccare la sua disponibilità economica e aiutarlo a prendere consapevolezza del problema e delle sue conseguenze su più livelli: personale, familiare, lavorativo ecc...
Resto a disposizione,
dottoressa E. Piras
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Mi dispiace sentire della difficoltà che stai vivendo con tuo fratello. La ludopatia, o dipendenza dal gioco d’azzardo, è un problema serio che può compromettere gravemente la vita di una persona, e il fatto che tuo fratello non voglia sottoporsi a cure complica ulteriormente la situazione.

Ecco alcuni passi che potresti considerare:
1. Supporto psicoterapeutico e psichiatrico: La ludopatia spesso è trattata tramite terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta la persona a cambiare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al gioco. Un altro tipo di intervento efficace è la terapia familiare, che può anche coinvolgere i familiari nel trattamento. Se tuo fratello non è disposto a cercare aiuto autonomamente, potrebbe essere utile che tu ti rivolga a un professionista per capire come agire. Un terapeuta potrebbe suggerire il miglior approccio per comunicare con lui e aiutarlo a rendersi conto del danno che sta causando a sé stesso e agli altri.
2. Intervento di tipo motivazionale: La tecnica della “motivational interviewing” (intervista motivazionale) è spesso utilizzata per aiutare le persone che non sono pronte a cambiare. Questo approccio si concentra sull’ascolto attivo, senza giudizio, e sul rafforzamento della motivazione intrinseca a fare un cambiamento.
3. Proporre aiuto con empatia: Invece di insistere sul fatto che debba andare a un centro come il Sert, potrebbe essere utile avvicinarsi a lui in modo non accusatorio. Mostra preoccupazione per il suo benessere e offrigli il tuo supporto nel fare il primo passo. Spesso chi è dipendente da gioco d’azzardo si sente isolato e vergognoso, quindi avvicinarsi con comprensione e senza giudizio potrebbe aprire un dialogo.
4. Gruppi di supporto: A volte, le persone sono più disposte a ricevere aiuto quando vedono che non sono sole nella loro lotta. Gruppi come Giocatori Anonimi (analoghi agli Alcolisti Anonimi) sono un’opzione molto valida. Questi gruppi possono offrire sostegno in un ambiente anonimo, dove le persone che vivono la stessa dipendenza possono condividere le proprie esperienze. Potresti suggerire a tuo fratello di partecipare senza insistere troppo.
5. Interventi legali: Se la situazione è particolarmente grave e se tuo fratello non è in grado di gestire la sua dipendenza (per esempio, se sta entrando in situazioni finanziarie pericolose), potrebbero esserci delle possibilità legali per intervenire, come il supporto per una protezione patrimoniale. Tuttavia, questo tipo di intervento dovrebbe essere usato come ultima risorsa, poiché potrebbe danneggiare ulteriormente il rapporto familiare.
6. Sostegno familiare e consulenza: Se tuo fratello non è pronto a intraprendere un percorso di cura, potrebbe essere utile per te (e per la tua famiglia) cercare sostegno psicologico per capire come affrontare la situazione e come gestire il vostro coinvolgimento nella sua vita. Un terapeuta familiare potrebbe aiutare tutti voi a gestire lo stress, la rabbia e la frustrazione derivanti dalla situazione.

In sintesi, è importante cercare di avvicinarsi a tuo fratello con empatia e senza forzarlo. Le persone con dipendenza possono essere resistenti al cambiamento, ma è fondamentale che tu e la tua famiglia continuiate a cercare di offrire supporto, senza perdere di vista la necessità di intervenire anche con professionisti, qualora fosse necessario.
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, posso sapere da quale città scrive ? Vuole che ci sentiamo per una consulenza telefonica ? trova i dettagli sul mio profilo. Saluti

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