Salve ho mio fratello ludopaico da anni. Hanno cercato di contattarlo tamit il Sert per convincerlo

16 risposte
Salve ho mio fratello ludopaico da anni. Hanno cercato di contattarlo tamit il Sert per convincerlo a sottoporsi a cure presso di loro, ma purtroppo lui non ne vole sapere. Come potremmo fare per risolvere il problema?
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive e comprendo il disagio connesso. Mi spiace molto per la situazione di suo fratello perché lui in primis è la vittima della sua dipendenza Tuttavia è importante metterlo di fronte all'idea che lui abbia un problema che deve essere trattato onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente, per il benessere proprio e delle persone che gli stanno accanto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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caro utente, non riferisce se suo fratello ha ancora affetti familiari attorno a sè o se è arrivato a perdere anche la sua famiglia (se l'aveva). Il tema sono i soldi. Ci sono varie procedure: i familiari contattano un centro accreditato e approfondiscono; si attiva un tutore familiare per l'incapacità di autogestirsi, si toglie o si vincola la disponibilità economica. Fondamentale è considerare il caso specifico e dunque contattare un centro che si occupa di pluridipendenze. A Verona, in Ospedale, suggerirei il centro di riferimento di Borgo Roma.
Buongiorno, comprendo la difficoltà e la delicatezza della situazione. La ludopatia è una dipendenza che coinvolge non solo la persona in sé, ma anche i suoi familiari. Le suggerisco di parlare con suo fratello per portarlo a prendere consapevolezza di questo problema in modo che possa rivolgersi ad un centro specializzato nel trattamento della ludopatia. Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dottoressa Monica Mellone
Buongiorno trattare la ludopatia è piuttosto complesso, chi ne è affetto fa fatica ad essere consapevole di avere un problema. Da un punto di vista pratico sarebbe opportuno introdurre un tutore per amministrare il denaro. E come già indicato, la presa in carico presso il SerT. Dalle mie parti esiste anche un'associazione che si occupa di queste problematiche attivando anche gruppi e supportando le famiglie. Provi a verificare se esistono anche nella sua zona. Nella mia esperienza al SerT ho incontrato persone, affette da ludopatia, che faticavano a venire per l'utenza incontrata nella sala d'attesa. Al SerT arrivano utenti con diverse tipologie di dipendenza, ci sono persone che si sentono a disagio, specie se non hanno una dipendenza da sostanze.
Buongiorno, mi spiace per questa situazione.
Sarebbe opportuno intraprendere un percorso con l'aiuto di una rete e di tutta la famiglia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno. Situazione complicata, tanto più che suo fratello non intende farsi aiutare. Se però desidera fare un tentativo, provi a contattare lei un servizio specialistico: potrebbero riceverla come familiare per capire almeno di cosa si tratta e valutare come eventualmente procedere. Rimane inteso che se suo fratello non intenderà farsi aiutare, si potrà fare ben poco. SG
Buongiorno, mi dispiace molto per suo fratello. Io suppongo che andrebbe effettuato un percorso intanto di sostegno e accompagnamento al riconoscimento della difficoltà che suo fratello ha e indirizzarlo verso un Serd e questo attraverso qualche colloquio ed incontro. Se desiderate sono disponibile per effettuare qualche colloquio. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata. Purtroppo è molto complesso cercare di convincere una persona che non vuole essere aiutata e tante volte l'inizio di un percorso funzionale avviene solo se la persona è veramente convinta di ciò che sta facendo e del cambiamento che vuole intraprendere. Potrebbe provare lei con la famiglia a coinvolgere suo fratello in un percorso terapeutico in modo tale da fargli sentire il sostegno e il vostro aiuto nel percorso difficile che dovrà affrontare.
Resto a disposizione per ogni altra domanda.
Saluti
Dott.ssa Maida Simona
Buongiorno, capisco la difficile situazione che sta vivendo. Il riconoscimento di tale disturbo da parte di suo fratello è, a parere mio, l'elemento centrale. Ma si possono comunque percorrere in parallelo altre strade: condivido, ad esempio, la proposta della collega di nominare un amministratore di sostegno, piuttosto che rivolgervi voi famigliari ad uno psicoterapeuta che vi possa dare un sostegno per affrontare questa situazione, aiutandovi, magari, a modificare alcune dinamiche relazionali andando così a perturbare il sistema in cui suo fratello sta vivendo. Un cordiale saluto. Dr.ssa Zandali
Buongiorno, mi piacerebbe dare soluzioni convincenti. Purtroppo nelle dipendenze, è la motivazione della persona stessa la base del cambiamento
Salve a lei, non deve essere facile chiedere aiuto per una persona così vicina a noi. Immagino le abbiate provate tutte ma senza successo. La cosa migliore sarebbe che suo fratello prenda consapevolezza del suo disturbo ma Immagino che ancora non sia arrivato a questo punto. Se non lo avete ancora fatto si potrebbe sensibilizzarlo al problema partecipando a dei gruppi o a degli incontri in ci si parla dell argomento. Qui nella mia provincia Forlì Cesena c'è un gruppo di specialisti molto bravo che lavora con la ludopatia. Se vuole posso darle i riferimenti.
A presto
Dottssa Marika Fiori
Salve, non è semplice affrontare questo tipo di problema, specie quando la persona non accetta nessun tipo di supporto, e questo è molto frequente quando si sviluppa una dipendenza. Tuttavia, sarebbe necessario motivare la persona ad intraprendere un percorso appropriato per il tipo di problematica che presenta. Magari, potreste voi familiari farvi aiutare in questo aspetto per comprendere le modalità giuste da adottare per motivarlo. Cordiali Saluti, Dott.ssa Baldassarre Diana
Gentile utente, capisco che la situazione è complessa. La prima azione da fare è quella di far prendere consapevolezza a suo fratello del problema, mettendolo di fronte alle conseguenze negative che il gioco sta avendo nella sua vita (debiti, risparmi inesistenti, instabilità emotiva, mancanza di interessi se non solo per il gioco ecc..). Purtroppo senza la consapevolezza del problema da parte del diretto interessato, è molto improbabile raggiungere un cambiamento nella condotta disfunzionale.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per ulteriori dubbi mi può contattare anche online.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Melania Filograna
Buongiorno. Quella che descrive è una situazione complessa seppur comune a molti famigliari di individui che soffrono di una condizione di dipendenza. In accordo con quanto già espresso con i colleghi, la invito a mettere di fronte suo fratello alle conseguenze sociali, economiche, relazionali derivanti da una condizione protratta di dipendenza. Toccherà poi a lui avvertire personalmente l'autentica motivazione che possa sostenere un movimento di presa in carico di sé. Spesso, per quanto apparentemente controintuitivo, l'insistenza protratta di famigliari e amici rispetto alla necessità di una presa in carico può rinforzare, in termini di deresponsabilizzazione, l'oppositività ed evitamento che in questa fase sembrano affaticare suo fratello rispetto all'avvio di un serio percorso di cura. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o domande. Un caro saluto, Lorenzo Conforti.
Buonasera, occupandomi di dipendenze, in linea teorica, considerando che non ho elementi sufficienti, posso dirle che le persone con dipendenza accettano un percorso nel momento in giungono, per quanto riguarda il modello di cambiamento, almeno allo stadio della contemplazione, ossia quando sentono una prima frattura interiore e iniziano a essere consapevoli del problema: cercare di convincerlo è pressoché cosa vana. Dato che mi occupo anche di familiari, le suggerisco di intraprendere un percorso personale per gestire lo stress e i forti vissuti emotivi che le dipendenze patologiche inevitabilmente comportano. Un percorso è anche utile per capire come gestire la comunicazione e quali comportamenti proattivi avere con il suo caro.
Buona vita
Dr.ssa Francesca Carubbi
Buon pomeriggio, nella situazione in cui la persona coinvolta si rifiuta di rivolgersi ad un centro specialistico per il trattamento delle dipendenze patologiche, occorre intervenire innanzitutto privando per un certo periodo la disponibilità economica, che dovrà essere gestita da un familiare o persona di fiducia, e in contemporanea iniziare un percorso di psicoterapia familiare, in modo tale da sentirsi sostenuto dai propri cari. Valutare anche un consulto psichiatrico per controllare eventuali disturbi del controllo degli impulsi.
un caro saluto
Dott.ssa Nicita Pietronilla

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