Salve, ho da poco concluso una relazione tossica con una ragazza, all'interno della quale mi sono ri

23 risposte
Salve, ho da poco concluso una relazione tossica con una ragazza, all'interno della quale mi sono ritrovato -a detta delle persone che mi sono accanto e della mia psicoterapeuta- ad essere manipolato.
Dopo aver analizzato mentalmente tutti i litigi, sono arrivato anch'io alla medesima conclusione, l'unica cosa che mi impedisce di andare avanti è l'impellenza che attualmente ho di avere chiara la dinamica attraverso cui questa ragazza ha compiuto quella che a posteriori sembra essere stata un'opera di annullamento della mia personalità.
In almeno un caso, esasperato dalle continue osservazioni contrare di lei, a cui cercavo di rispondere a tono, ebbi una reazione esplosiva urlando: "BASTAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!" talmente forte che mi girò la testa e la percezione delle cose attorno a me si rallentò, stavo guidando e cominciai ad essere seriamente spaventato perché mi resi conto che era una situazione pericolosa e se non mi fossi centrato nuovamente su me stesso avremmo rischiato un incidente (eravamo in macchina).

Mi zittii, e lei smise di piangere.

Guidai fino all'uscita dell'autostrada e lei era come sfinita e non parlava più, io mi sentivo colpevole, sentivo di essere responsabile per quello che era successo, accostai e cercai il dialogo ma lei era come in trance e non rispondeva alle mie domande, le chiedevo se stesse bene, se dovevo preoccuparmi ma lei non rispondeva e io ero in apprensione perché mi sembrava fosse svenuta, non parlava più.

Poi si riprese, non so se facesse finta, fatto sta che io mi sentivo responsabile e in colpa, soprattutto per il fatto di averle urlato, pensavo che fosse stato quell'urlo a renderla non più recettiva.

Comunque a questo episodio drammatico seguono altri -con esiti fortunatamente non più così spiacevoli- in cui io continuo a risponderle con quelle che lei definisce "brutte risposte"

E queste mie "brutte risposte" che altro non erano che delle risposte a tono, rappresentavano per lei motivo di sofferenza.

Ma cosa dovevo fare? Era il mio carattere!
Provavo a reprimerle ma ogni tanto uscivano.

E allora lei decide, perché a suo dire quelle mie brutte risposte le provocavano dolore e la facevano soffrire, che io avrei dovuto andare da uno psicologo per correggerle, perché a suo dire non erano normali, che io ad una affermazione che non mi piaceva non potevo rispondere contrattaccando.

"Le tue risposte mi fanno soffrire, se la tua ragazza soffre con queste risposte tu dovresti correggerle, altrimenti vuoi che io soffro"

" rispondi in modi brutti a causa di problematiche tue interne che devi risolvere, se una persona ti dice una cosa che non ti piace non devi prenderla sul personale e rispondere male a tua volta, devi correggere questa cosa"

Io comunque mi sentivo in colpa, mi sentivo il motivo della sofferenza di una persona che amavo, e siccome a livello logico quelle risposte non erano effettivamente il massimo della gentilezza, erano un po' sprezzanti, un po' da stronzo, pensai che se soffriva così tanto valesse la pena di correggerle per non farla soffrire.

Ma allo stesso tempo sentivo che mi si stava in qualche modo vietando di essere me stesso.

Ero in conflitto.

Alla fine però dalla psicologa ci andai, per correggere "i miei modacci" come lei li definiva, la amavo e non volevo perderla.

Dottori, chiedo a voi delucidazioni. Vorrei capire se si è trattato di manipolazione. Potreste darmi un parere?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere stato difficile per lei affrontare questa situazione.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e per esplorare meglio altri dettagli al fine di rispondere in maniera esauriente alla sua domanda.
A parte questo, comunque credo che un consulto psicologico al fine di trovare strategie utili per cercare di trarre il meglio possibile dall'esperienza vissuta in modo da poterla utilizzare per vivere al meglio il presente ed il futuro.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Fabio Bruno
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Buonasera, sarebbe interessante capire come mai la sua ragazza la feriva così tanto che corde sue toccava... Credo che rispondere in malo modo dopo ennesime ferite sia fisiologico.. Le consiglierei di andare a parlare con uno psicoterapeuta per capire meglio nella dinamica con la sua ragazza cosa succedeva dentro di lei (paura, ansia, rabbia...). Cordiali saluti
Dr. Fabrizio Pace
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Asti
Gentile Utente,
in seguito a ciò che racconta, le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta con cui iniziare un percorso non tanto per correggere, quanto per comprendere a fondo e meglio quale possa essere il suo funzionamento e quali siano le dinamiche messe in atto con la sua fidanzata che hanno determinato certe reazioni.
Le auguro una buona serata.
Pace dr. Fabrizio
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che debba fare chiarezza su alcune dinamiche che si sono innescate bella relazione con la ragazza. Ha pensato a un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Si confronti con la psicologa che la segue. Tirare fuori le emozioni è sano. L"importante è la modalità, perché la modalità può scatenare il senso di colpa. La rabbia non va repressa, è un sentimento molto importante che va espressa nel modo giusto, va canalizzata per aiutare l'affermazione di sé. Se si reprime si rischia di trasformarla in violenza. Non è importante se si tratta di manipolazione o meno, continui il suo percorso per stimolare la fiducia in sé che le permetterà di non cadere più nel meccanismo della manipolazione. Distinti saluti
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, è impossibile dare una risposta ad una domanda che richiede una grande conoscenza di lei e delle sue dinamiche di coppia e relazionali Questo approfondimento deve farlo con la psicologa che la segue ,che le permetta di ritrovare sicurezza ed evitare di ricadere in queste dinamiche che alternano la rabbia a l incapacità di farsi valere.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Daniela Benedetto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera
E’ necessario comprendere le dinamiche di relazione e anche individuali ( cosa la infastidisce al punto di urlare? )
Una psicoterapia di coppia può affiancarsi ad un percorso individuale
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Caro utente, sarebbe molto riduttivo darle una risposta basata solo su un racconto. Una relazione è fatta di emozioni, di momenti positivi e negativi condivisi, di passione, di interessi comuni, di ricordi, di confronti e di tanto altro. Come mai sta andando alla ricerca di una risposta alla domanda: "Era manipolazione?" Secondo me è da qui che dovrebbe partire con la sua psicoterapeuta. Il percorso che sta facendo la aiuterà anche in questo.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Elisabetta Gagliardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Como
Buongiorno, mi spiace per questa grande sofferenza che esprime. La sua domanda è estremamente complessa e richiede una attenta analisi dei suoi stili relazionali. Le consiglio di sottoporre questa riflessione alla collega con cui sta lavorando. Un caro saluto e buon percorso. Elisabetta Gagliardi
Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

è comprensibile il malessere che sta vivendo, e l'esperienza della rottura della sua storia in questo momento assume gli stessi connotati della sofferenza proveniente da un lutto. La perdita di un qualcosa in cui realmente si credeva sino in fondo, un qualcosa che l'ha accompagnata in una fase della sua vita, al punto da lasciarla spiazzato, debole, fragile e con una grande paura di dover affrontare la vita da solo d'ora in avanti. E' arrivato il momento di occuparsi di se e magari in un momento cosi delicato uno spazio nel quale poter elaborare la sofferenza derivante da questo distacco così brusco può rappresentare la cosa migliore da fare. Un setting psicoterapeutico può rappresentare proprio questo, una cornice nella quale poter esser accolto, ascoltato e supportato cercando con il tempo di ripartire e andare avanti nella propria vita. Proprio come accade dopo un lutto. Continui la terapia ma non per giudicarsi e/o correggersi ma piuttosto per trovare gli strumenti attraverso i quali poter assumere una posizione diversa nelle prossime relazioni che non la porti a danneggiare la sua emotività

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente,
descrive una situazione davvero complessa. Ma ci dice anche che è in terapia. Come mai non è convinto di quello che sta emergendo nella sua terapia?
Le consiglio di condividere questa domanda e i suoi dubbi con la collega che la segue.
Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Paola Tucci
Psicologo
Roma
Buongiorno,
Come già detto dai colleghi con il suo racconto senza conoscere le dinamiche risulta riduttivo darle una risposta.
Penso che prendirrsi del tempo per analizzare e elaborare possa essere l'unico consiglio. Si prenda uno spazio suo in un percorso psicologico che possa aiutarlo.
Resto a disposizione.
Cordialmente
Dott.ssa Paola Tucci
Dott.ssa Claudia Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta
Frascati
Buongiorno, certo difficile rispondere alla sua domanda, non è così facile capire se sia in atto una manipolazione. Quel che è certo è il suo sentire, lei afferma di sentire di non poter essere se stesso e questa non è mai una bella sensazione. Poi, andare incontro alle esigenze dell'altra fa parte delle relazioni, smussare gli spigoli, però senza rinunciare ad essere è sentirsi se stessi. Non ho ben capito se va ancora in terapia, se così fosse analizzi in quella sede la sua sensazione.
Un saluto
Claudia m
Dott. Gianluigi Teta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Qualiano
Salve, le relazioni mettono spesso in mostro il nostro meglio e a volte il nostro peggio.
Allontanarsi da una relazione che ci fa soffrire o che ci provoca dolore è il primo passo verso la presa di coscienza.
Ovviamente il fatto di "essere mandato" dalla psicologo da parte della tua ex non fa di te una persona sbagliata, ma sei quello che sta scoprendo il ventaglio delle possibilità a tua disposizione.
Purtroppo non so dire se era o meno una manipolazione, ma l'outcome ti ha portato a seguire una terapia che in ogni caso ti potrà aiutare a capire meglio te stesso, le tue relazioni e cosa cerchi nell'altro.
Saluti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, non è facile rispondere alla sua domanda e credo sia più corretto rivolgerla alla dottoressa che la segue sia perchè ha molti più elementi sulla sua ex; sia perchè è necessario analizzare i suoi modi di stare in relazione e di scegliere una donna. Mi chiedo anche come mai ripensi a quella situazione, a quale esigenza risponde il suo chiedersi se è stata o meno manipolazione? Questi aspetti in terapia sono utili al suo percorso di cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Carla Nesci
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Calabria
Buonasera gentile utente, ha sicuramente vissuto una situazione complessa che continua a provocarle una sofferenza. Da ciò che ha raccontato sembra che ha già avviato un percorso psicoterapeutico, mi chiedo allora cosa la spinge a rivolgersi ad altri professionisti in questo spazio. Parla dell'impellenza a capire certe dinamiche che lo hanno portato ad annullare la sua personalità. Credo che sia proprio importante che rivolga questa questione alla sua terapeuta, insieme potreste cercare di comprendere perché lei ha aderito a una possibile manipolazione della sua ex ragazza. Molto spesso si tende ad attribuire la colpa agli altri per come si comportano nei nostri confronti, non considerando che in realtà siamo noi stessi a dare il permesso a venire trattati in un certo modo. C'è sempre la possibilità di scegliere se rimanere in determinate dinamiche relazionali. Diventare consapevole di quello che è accaduto, sarà un ottimo incentivo per le sue relazioni future.
Un caro saluto
Dott.ssa Carla Nesci
Dr. Vittorio Penzo
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, grazie per avere condiviso questa tua situazione con noi. Sembra che tu abbia attraversato un'esperienza emotivamente intensa e complessa all'interno della tua relazione. La dinamica che hai descritto, in cui ti sei sentito responsabile della sofferenza della tua compagna e hai sentito il bisogno di modificare il tuo comportamento per non farla soffrire ulteriormente, potrebbe indicare un certo grado di manipolazione emotiva.
La manipolazione emotiva può manifestarsi in vari modi, inclusi tentativi di controllare o influenzare il comportamento e le emozioni dell'altro, spesso attraverso la colpa, il rimorso o la paura. Nel tuo caso, sembra che la tua ex compagna abbia cercato di farti sentire responsabile della sua sofferenza e ti abbia spinto a modificare il tuo comportamento per evitare ulteriori conflitti. Il fatto che tu abbia avvertito un conflitto interno riguardo alla necessità di essere te stesso e il desiderio di non far soffrire la tua compagna suggerisce che potresti essere stato soggetto a una manipolazione emotiva. È importante comprendere che nessuno ha il diritto di controllare o manipolare le tue emozioni e il tuo comportamento, e che è importante mantenere la tua autonomia e la tua autenticità all'interno di una relazione sana. Ti consiglio di continuare a parlare con la tua psicoterapeuta di queste esperienze e dei tuoi sentimenti al riguardo. Lavorare su questi temi può aiutarti a comprendere meglio la dinamica della tua relazione passata e a sviluppare strategie per affrontare eventuali situazioni simili in futuro. Ricorda che sei degno di amore e rispetto in una relazione e che meriti di essere accettato per chi sei veramente. Se ti trovi in una situazione in cui ti senti manipolato o controllato, non esitare a cercare supporto e a prendere decisioni che siano nel tuo miglior interesse emotivo e psicologico. Un saluto, Dr. Vittorio Penzo.
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Signore, La ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e apertura la Sua esperienza e le emozioni che ne derivano. È evidente che ha affrontato una relazione complessa e tensioni profonde, culminando in momenti di conflitto e confusione emotiva. La dinamica che Lei descrive, in cui si sente costretto a modificare parti di sé stesso per soddisfare le aspettative dell'altra persona, può sicuramente essere interpretata come manipolativa, soprattutto quando si usa la sofferenza dell'altro per esercitare controllo su come ci si esprime e agisce. È comprensibile provare colpa e responsabilità in situazioni di conflitto, specialmente quando ci si preoccupa per il benessere dell'altra persona. Tuttavia, è cruciale ricordare che ogni individuo ha diritto di esprimere i propri sentimenti e le proprie reazioni, senza paura di essere giudicato o corretta. La pressione che ha avvertito nel dover modificare il Suo modo di relazionarsi può aver creato una frattura profonda nel modo in cui si percepisce e si esprime, portando a conflitti interiori che possono risultare debilitanti. L'esperienza di sentirsi colpevole per una reazione umana, specie in situazioni di alta tensione, suggerisce la necessità di esplorare più a fondo questi sentimenti e considerare come le sue esperienze passate influenzino le Sue attuali relazioni.
Se desidera comprendere meglio queste dinamiche e trovare un modo per liberarsi dal peso di questa situazione, La invito a contattarmi.
Sarò qui per supportarLa nel suo percorso verso una maggiore chiarezza e serenità interiore.
Cordialmente, Dottoressa Laura Lanocita
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Dott. Federico Pasculli
Psicologo, Psicologo clinico
Gorgonzola
Caro paziente buon pomeriggio. Da ciò che è possibile constatare dal suo breve racconto, mi sento di dire che sicuramente nella vostra relazione era in atto una dinamica disfunzionale. Inoltre se lei sente di aver subito una manipolazione e una limitazione dell'espressione della sua personalità, questo suo vissuto dovrebbe essere ascoltato.
Secondo me la domanda che dovrebbe porsi è come mai è arrivato ad accumulare e accumulare fino a "esplodere" , oppure chiedersi il perchè rispondeva da "stronzo" e perchè (mi è parso di intravedere) ha verso di sè un senso di colpa eccessivo. Cosa ha permesso l'incastro tra una figura manipolatoria e la sua? Potrebbe portare queste domande alla sua psicoterapeuta.
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, in una relazione di coppia per forza di cose c'é una negoziazione rispetto al nostro volere come singolo individuo, in funzione di un "noi". Sarebbe utile comprendere se e per quali ragioni, ci sono state delle scelte fatte da entrambe nella coppia per arrivare nel punto attuale.
Per fare ciò, i pensieri e le emozioni sono gli indicatori che ci guidano in questa ricerca.
VB
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Buongiorno,
Posso comprendere il suo vissuto in questa esperienza difficile. Le relazioni tossiche spesso coinvolgono dinamiche di manipolazione emotiva, senso di colpa e perdita di identità. Da quello che descrive, il suo comportamento nella dinamica relazionale veniva costantemente messo in discussione, fino a farla sentire responsabile della sofferenza dell'altra persona. Questo è un meccanismo che associato ad altri fattori è frequente nelle relazioni manipolative, dove una persona cerca di controllare l'altra attraverso il senso di colpa e la richiesta di cambiamenti forzati.
Alcuni segnali di manipolazione includono, svalutazione della sua personalità: Se le viene detto che deve cambiare per evitare di far soffrire l'altro, senza considerare il suo benessere si tratta di una richiesta che sconfina
Colpevolizzazione costante: Se ogni sua reazione viene interpretata come un problema da correggere.
Gaslighting: Quando le viene fatto dubitare della validità delle sue emozioni, percezioni e della sua personalità.
"Adattarsi per amore" e allo stesso tempo sentirsi di perdere se stesso, dove la comunicazione non è rispettosa ma diventa una forma reciproca di sopraffazione potrebbero essere dei segnali di una dinamica tossica che va osservata in modo mirato con una discussione in ambiente adatto. Prenderne consapevolezza ed iniziare un percorso con la psicologa, è stato ed è utile a ricostruire la sua sicurezza e a capire meglio cosa sia accaduto. Valuterei il senso di "conflitto" che ha percepito con gli stati emotivi associati.
Nella dinamica relazionale non si è da soli per cui è importante lavorare su se stessi individualmente per imparare a stare bene in primis con i propri stati emotivi e a stabilire confini sani nelle relazioni. Ne parli ancora con la psicologa. Intanto le auguro di ritrovare il diritto di esprimere se stesso senza sentirsi in difetto. Ma di farlo in modo sereno.
Grazie davvero per la sua condivisione delicata e sensibile.
Dr.ssa Manuela Valentini
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
quello che descrive è un racconto estremamente chiaro di una dinamica relazionale disfunzionale e manipolativa, nella quale la sua ex compagna ha progressivamente spostato su di lei la responsabilità del suo malessere, fino a farle dubitare della legittimità delle sue stesse emozioni e reazioni.

Ci sono alcuni segnali molto tipici della manipolazione affettiva che emergono dal suo racconto:

Spostamento costante della colpa.
Ogni volta che lei esprimeva un’emozione o un dissenso, l’altro rispondeva facendola sentire colpevole del proprio stato d’animo (“mi fai soffrire”, “devi correggere te stesso per non farmi stare male”). È una strategia inconsapevole ma potente: chi subisce comincia a sentirsi sempre “sbagliato” e a vivere nella paura di ferire l’altro.

Gaslighting e invalidazione.
Le sue reazioni — per quanto forti — sono state isolate dal contesto e usate per metterla in dubbio rispetto alla propria percezione (“hai un problema”, “non sei normale”, “devi andare in terapia”). Questo è un modo per minare progressivamente la fiducia nella propria lettura della realtà, costringendo a rivedersi attraverso la lente del giudizio dell’altro.

Controllo attraverso il senso di colpa.
La richiesta di cambiare, non come crescita reciproca ma come condizione per non far soffrire l’altro, è una forma sottile di controllo emotivo. Lei è arrivato a negare parti autentiche di sé per mantenere la relazione.

Cicli di crisi e riavvicinamento.
L’episodio in auto — con la sua esplosione e il suo successivo senso di colpa — mostra quanto queste dinamiche portino all’esasperazione: tensione accumulata, scoppio, silenzio dell’altro, colpa e riavvicinamento. È un ciclo molto tipico delle relazioni tossiche.

Il punto cruciale è che la manipolazione non avviene sempre per malizia consapevole: spesso è il risultato di fragilità, paura di perdere il controllo o bisogno di conferma. Tuttavia, gli effetti su chi la subisce sono profondamente invalidanti: senso di colpa costante, perdita di identità, confusione tra ciò che è giusto o sbagliato.

Ora che ne è uscito, il passo più importante non è solo capire “come lei lo ha fatto”, ma riconoscere come e perché lei, pur lucido, ha iniziato a dubitare di sé. È su questo che la terapia potrà lavorare: ricostruire fiducia nella propria voce, riscoprire la legittimità di dire “no”, imparare a distinguere una relazione fondata sulla reciprocità da una basata sull’adattamento e sulla paura di deludere.

In sintesi: sì, quanto ha vissuto presenta i tratti di una relazione manipolativa. Ma la buona notizia è che ora lo vede con lucidità, e questa è la condizione fondamentale per non ripetere più quel modello e tornare ad essere pienamente sé stesso.

Dott.ssa Sara Petroni

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