Salve dottori sono un ragazzo che riflette molto anche su temi a carattere psicologico e spirituale

24 risposte
Salve dottori sono un ragazzo che riflette molto anche su temi a carattere psicologico e spirituale ,a volte pongo domande anche su dei siti di professionisti del settore e ricevo delle risposte molte volte combaciano con la mia idea mi chiedevo e se con il tempo quelle risposte che ho ricevuto chi la scritta cambia idea ? Mi spiego meglio se ad esempio chiedo come raggiungere la serenità parecchi mi dicono che ci sono vari modi e per esempio e se fra 10 anni esisterebbe solo un modo? E se per esempio un comportamento normale fra un po’ di tempo venisse ritenuto patologico e non più sano? Logicamente lo stesso comportamento
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,
la sua riflessione è molto profonda e tocca un punto fondamentale della psicologia: il sapere psicologico (così come quello spirituale) non è statico, ma si evolve nel tempo, proprio come cambia la società, la cultura e la scienza. Le risposte che riceve oggi, anche se competenti e ben fondate, possono essere rilette o riformulate in futuro alla luce di nuove conoscenze, ricerche o cambiamenti sociali. Questo non significa che ciò che viene detto oggi sia “sbagliato”, ma semplicemente che la comprensione umana si arricchisce e si affina continuamente.

Lo stesso vale per i comportamenti: ciò che in un’epoca è considerato “normale” può essere messo in discussione in futuro, o viceversa. La psicologia cerca di comprendere il benessere della persona nel contesto in cui vive, e questo contesto cambia nel tempo.

Per questo motivo è importante distinguere tra ciò che ha valore oggi per il suo benessere personale e ciò che potrebbe cambiare domani a livello teorico. Se una risposta che riceve ora la fa riflettere, l’aiuta, la fa sentire più sereno, ha già un valore prezioso nel presente.

Sarebbe comunque utile e consigliato, per approfondire meglio questi temi in modo personalizzato e mirato, rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Laura Bergamini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, grazie per aver condiviso le sue riflessioni.
Porsi domande è normale, tutti lo facciamo ed è giusto che venga fatto. Le risposte che riceve da altri possono essere varie, a volte concordi con quello che pensa altre volte no. Fa parte del processo, ognuno di noi ha una sua opinione che non per forza combacia con la nostra. Lo stesso vale per il tempo... è altresì normale che chiunque possa cambiare punto di vista o idea in base a diversi fattori che accadono nelle nostre vite.
Per quanto riguarda i comportamenti, potrebbe essere più complesso trovare una risposta. Tante volte siamo guidati dagli stereotipi che variano, di conseguenza può cambiare anche la visione di un comportamento.
Se può esserle utile approfondire gli argomenti e sente bisogno di un sostegno o un supporto non esiti a contattarmi.

Dott.ssa Bergamini Laura
Psicologa clinica e forense
Psicodiagnosta
Salve, cosa la spinge a farsi queste domande in questo specifico periodo? Ha mai intrapreso un percorso di supporto psicologico come sostegno? Resto a sua disposizione.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso questa riflessione, che mostra un livello profondo di sensibilità e di interesse verso la comprensione del benessere psicologico e spirituale. Le sue domande toccano un aspetto molto importante e spesso poco considerato: il fatto che anche nel mondo della psicologia, come in ogni altro ambito umano, le conoscenze, le teorie e le prospettive evolvono nel tempo. È assolutamente comprensibile chiedersi se ciò che oggi viene considerato valido e rassicurante possa essere messo in discussione in futuro. In effetti, la psicologia non è una scienza statica: è in continua evoluzione, arricchita dalle ricerche, dall’esperienza clinica e dal cambiamento della società. I modelli teorici si aggiornano, nuove scoperte influenzano le pratiche terapeutiche, e talvolta anche il modo in cui si definisce ciò che è considerato “normale” o “patologico” può cambiare. Tuttavia, va sottolineato che il cambiamento in ambito psicologico non avviene in modo arbitrario, ma si basa sull’osservazione, sull’esperienza clinica e sulla ricerca scientifica. Quando un professionista risponde a una sua domanda oggi, lo fa sulla base delle conoscenze attuali e delle evidenze disponibili. E questo ha un valore molto concreto nel qui e ora. È un po’ come accade nella medicina: le raccomandazioni si aggiornano, ma ciò non toglie valore o utilità alle indicazioni date in un certo momento, perché erano le più affidabili in quel contesto. La serenità, che lei cita, è un concetto complesso, soggettivo e profondamente legato alla storia personale di ciascuno. È difficile che in futuro venga individuata “unica via” per raggiungerla, proprio perché ogni persona ha un proprio percorso, propri bisogni, valori e risorse. La psicologia cognitivo-comportamentale, in particolare, si fonda sull’idea che non esista un’unica verità assoluta valida per tutti, ma che ciascun individuo può lavorare per identificare i propri schemi di pensiero, i propri comportamenti disfunzionali e trovare strategie personali più utili ed efficaci. In quest’ottica, la flessibilità, l’adattamento e il contesto giocano un ruolo centrale. Capisco il suo timore che qualcosa considerato “normale” oggi possa essere giudicato domani come patologico. In realtà, in psicologia il concetto di normalità non è rigido o assoluto, ma si basa sul benessere soggettivo, sul funzionamento adattivo e sul rispetto del contesto culturale e relazionale. Se un comportamento non crea disagio né a chi lo manifesta né agli altri, difficilmente verrà considerato patologico, anche se i parametri possono leggermente variare nel tempo. Più che preoccuparsi del futuro, può essere utile chiedersi se oggi, nel suo presente, ciò che pensa, sente o fa le permette di vivere in modo coerente con i suoi valori e obiettivi. Infine, la sua riflessione solleva un punto fondamentale anche dal punto di vista cognitivo: la tendenza alla ricerca di certezze assolute, pur essendo comprensibile, può diventare fonte di ansia quando ci porta a dubitare continuamente delle nostre scelte o delle parole che riceviamo. La serenità spesso nasce non dalla certezza in sé, ma dalla capacità di tollerare l’incertezza con fiducia, di stare nel presente, dando valore a ciò che oggi ha senso, anche sapendo che domani potrebbe essere diverso. E questa è una competenza psicologica preziosa, che si può coltivare nel tempo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, la psicologia evolve come la società Tuttavia per esempio la serenità,, non ha un’unica via: resta fondamentale trovare quello che funziona per te, nel tuo contesto e nella tua fase di vita, oggi e domani.
Buongiorno! Dubito che ci sarà mai un solo modo per raggiungere la serenità. Anzi, sono convinta che, più andremo avanti, più le possibilità saranno numerose.
Per quanto riguarda la seconda tematica, invece, penso che sia probabile che un giorno comportamenti che oggi riteniamo "normali", un domani possano essere ritenuti in qualche modo "patologico". Mi viene in mente che, ad esempio, non moltissimo tempo fa era considerato normale picchiare i propri figli come metodo educativo. Oggi, grazie anche a numerosi studi in campo psicologico, sappiamo che questo può causare loro traumi e quindi vengono proposti metodi educativi decisamente diversi
Ciao , credo sia una cosa molto bella e formativa essere interessati a tanti ambiti.
Non conosco la tua età ma se ho ben capito la tua richiesta posso dirti che essendo soggetti in continua evoluzione ,viviamo o dovremmo vivere di cambiamenti.
Pertanto non esiste una risposta unica e sempre valida , ma esiste una risposta adatta ad ogni nostra fase di vita e/o problematica.
La più “giusta” o le più giuste sono quelle quindi più sane per la nostra fascia evolutiva.
Buone cose , dott.Marziani
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve è una riflessione interessante e tutt’altro che banale. In psicologia, come in ogni ambito umano, le teorie evolvono nel tempo, così come cambia il contesto sociale e culturale in cui certe idee prendono forma. Tuttavia, ciò non rende instabile o privo di valore ciò che viene detto oggi: le risposte che riceve sono valide in relazione alla conoscenza attuale, al contesto e alla sua esperienza soggettiva.
Il raggiungimento della serenità, ad esempio, non dipende da una formula unica, ma da un percorso personale, fatto di consapevolezza, confronto e crescita. Se in futuro ci saranno nuovi approcci o visioni, non è un problema: non si tratta di trovare “l’unico modo giusto”, ma di ciò che funziona per lei, nel suo tempo. Anche rispetto ai comportamenti considerati “sani” o “patologici”, la psicologia non si basa su giudizi rigidi, ma su ciò che è funzionale al benessere della persona. Un comportamento è problematico se genera sofferenza o limita la vita di chi lo agisce, non in base a una moda culturale. Continuare a porsi domande come fa lei è un ottimo segnale di curiosità e apertura, non un ostacolo: è proprio questo tipo di pensiero critico che mantiene vivo e utile il dialogo psicologico. Le suggerisco di praticare la mindfulness utilizzandola come strumento per incrementare i livelli di consapevolezza.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Buon pomeriggio, ho letto con attenzione il suo racconto e desidero innanzitutto riconoscere il coraggio con cui ha espresso chiaramente i suoi dubbi riguardo gli argomenti richiesti. La sua capacità di osservare e porsi domande tocca il cuore della riflessione psicologica e filosofica: la stabilità delle risposte nel tempo. Quindi: bella domanda! Il fatto che lei si interroghi sulla validità delle risposte ricevute nel tempo, e su come esse possano evolvere, dimostra una profonda capacità critica. In ambito psicologico, le risposte, non sono mai assolute o immutabili. La psicologia, come ogni disciplina scientifica e umanistica, si fonda sull’evoluzione del pensiero, sull’osservazione e sull’adattamento continuo. Guai se non fosse così: significherebbe ignorare la complessità dell’essere umano e la trasformazione della società in continuo divenire. Le risposte che ha ricevuto anche se in sintonia con il suo pensiero, non perdono valore se un giorno venissero riformulate in funzione di nuove conoscenze. Al contrario, ciò dimostra che il sapere è vivo, e che ogni professionista, come ogni individuo, cresce nel tempo. Cambiare idea non significa contraddirsi, ma integrare nuove prospettive. La serenità è un’esperienza soggettiva, influenzata da fattori culturali, biologici, relazionali e spirituali. Anche se la scienza dovesse individuare un metodo particolarmente efficace, la pluralità delle vie rimarrebbe una ricchezza. E' improbabile che un giorno esista “un solo modo” per raggiungerla. Infine, il timore che un comportamento oggi considerato normale possa diventare patologico è legittimo. La psicologia si interroga costantemente su cosa sia tipico e atipico e su come il contesto influenzi questa definizione. Tuttavia, ciò che guida la valutazione clinica non è solo la norma sociale, ma il grado di sofferenza e di compromissione del funzionamento personale. Queste riflessioni assumono un valore dinamico e si auspica verso un equilibrio tra salute e benessere. Le auguro una buona giornata, Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti. Spero che la mia risposta le sia utile. Un saluto, Dr,ssa Manuela Valentini
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve, è naturale interrogarsi sul cambiamento delle conoscenze e delle opinioni nel tempo. La vita, come anche la psicologia, è in continuo divenire e ciò che oggi consideriamo vero o sano può evolvere. Questo però non rende inutili le risposte o i percorsi attuali, perché servono a guidarti nel presente. Piuttosto che cercare certezze assolute, può essere utile sviluppare una flessibilità mentale che ti permetta di adattarti ai cambiamenti mantenendo il focus su ciò che ti fa stare bene ora. La serenità spesso nasce dall’accettare l’incertezza e dal coltivare una relazione positiva con te stesso nel presente, indipendentemente dalle opinioni future. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Salve, penso che lei stia ponendo una domanda importante: che tipo di fiducia possiamo avere nei metodi che oggi vengono ritenuti efficaci , se le idee ed i modelli di interpretazione – anche quelle degli esperti – possono cambiare nel tempo? E ancora: ciò che oggi è considerato normale o “patologico”, potrebbe un giorno non esserlo più?
Spesso abbiamo bisogno di cercare stabilità in un mondo in continuo cambiamento, che può creare ansia e disorientamento: il concetto di normalità, in effetti, è legato al contesto storico, sociale e culturale, ma ci sono anche alcuni elementi profondamente umani – come il bisogno di legami e relazioni, il senso di identità, l'autenticità – che attraversano il tempo e le culture. Quello che la psicologia può aiutare a fare, non è tanto il ricercare una risposta unica e assoluta, ma sostenere la capacità di cercare, riflettere e restare in contatto con sé stessi, anche quando le certezze esterne vacillano.
Se desidera, possiamo approfondire insieme queste riflessioni, magari cercando di capire che significato hanno per lei in questo momento della sua vita.
Un caro saluto, Daniele Rossetti
Ciao,

le domande che ti stai ponendo toccano temi complessi, che riguardano l’evoluzione della psicologia, della cultura e della visione dell’essere umano.

È vero: le conoscenze, le prospettive e anche i criteri con cui valutiamo ciò che è sano o disfunzionale possono cambiare nel tempo. Questo accade perché la scienza psicologica, come quella medica, è in continua evoluzione, così come cambiano le esigenze e i contesti sociali.

Ma c'è una cosa che resta costante: l’importanza dell’ascolto di sé e del proprio benessere, nel “qui e ora”. Le tue riflessioni mostrano una grande apertura mentale e un desiderio di comprensione che meriterebbe uno spazio di confronto più ampio.

Se ti va di approfondire questi temi in un colloquio, anche solo per dare forma a questi pensieri e trovare una chiave personale per il tuo benessere, sentiti libero di scrivermi in privato.

Un caro saluto,
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buon pomeriggio, la domanda che ti poni è molto interessante, ma credo - proprio per via della sua complessità - di non riuscire a darti una risposta pienamente esaustiva. Se parliamo di domande o tematiche di interesse scientifico, allora credo che sia importante considerare che la scienza è in continuo divenire e che pertanto, pensando una domanda posta oggi e alla stessa fra dieci anni, è probabile che ci siano delle differenze dettate dalla crescente conoscenza scientifica data dalla ricerca. Se invece si tratta di opinioni personali senza una base scientifica, il discorso cambia: un'opinione potrebbe rimanere la stessa per sempre o mutare continuamente, dal momento che l'essere umano è un essere pensante e pertanto ha la capacità anche di mutare le proprie idee o pensieri. Concludo con una domanda che spero possa esserti da stimolo: come mai ti affascina questo tema? Credo che questo interesse dica di te molte cose interessanti. Se lo vorrai, sono disponibile per poterne parlare più approfonditamente attraverso una consulenza online. Ti auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott.ssa Renata Maratea
Psicologo, Psicologo clinico
Portici
Ciao! Domanda interessantissima. Le soluzioni, le risposte non sono mai giuste o sbagliate in generale, ma dipendono da tantissimi fattori e possono essere utili, funzionali o non utili e disfunzionali a seconda dalla persona che le utilizza, dal contesto storico sociale, dalla cultura, dal tempo...ecc. Purtroppo non esistono risposte sempre positive per noi, il segreto è non bloccarsi su un certo tipo di risposta, ma chiedersi sempre: "Va ancora bene per me?".
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Quello che sta toccando è un tema molto importante: la conoscenza — sia psicologica che spirituale — non è statica, ma evolve nel tempo.

Le risposte che riceve oggi da un professionista si basano sulle conoscenze scientifiche, cliniche e culturali disponibili in questo momento. Nel tempo, la ricerca può portare nuove scoperte, la società può cambiare prospettiva, e ciò che oggi viene considerato “normale” o “funzionale” potrebbe essere visto diversamente in futuro (e viceversa).

Questo accade in tanti ambiti:

In psicologia, alcuni disturbi sono stati ridefiniti o eliminati dalle classificazioni ufficiali proprio perché la scienza ha compreso meglio la loro natura.

Nella spiritualità, pratiche o visioni che in un’epoca sembravano centrali possono essere reinterpretate o integrate con nuove letture.

Anche sul piano culturale, norme e valori mutano, e questo influenza ciò che viene percepito come sano o patologico.

Per questo è importante non vedere le risposte come “verità assolute e immutabili”, ma come punti di riferimento validi per il presente, basati sulle migliori informazioni disponibili ora. In più, la serenità — come tanti obiettivi interiori — non dipende da un unico “metodo definitivo”, ma spesso da un insieme di fattori che ognuno adatta a sé.

In altre parole, il fatto che le prospettive possano cambiare non significa che ciò che sta facendo ora sia inutile: se oggi un consiglio funziona per Lei, e La aiuta a stare meglio, ha già valore, anche se tra dieci anni la teoria si aggiornerà.
Se vuole affrontare questo o altri argomenti filosofici o spirituali nel corso di un colloquio con un professionista, mi trova a sua disposizione
Dott.ssa Stefania Conti
Dott.ssa Giulia Saso
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Roma
Gentile utente,
trovo che il tema che solleva sia molto interessante. Il rapporto tra malattia mentale, storia e cultura è centrale nella storia della psichiatria, della psicologia e dell'antropologia.
La percezione di alcune diagnosi (che, nell'ambito della salute mentale più che mai, è bene ricordare che sono convenzioni, frutto di un accordo professionale e scientifico) è profondamente mutata nel tempo: l'omosessualità, per esempio, era considerata un disturbo mentale fino al 1973; molte forme di "nevrosi", così come descritte da Freud, oggi non esistono più come diagnosi formali. Viceversa, altre condizioni - come i disturbi dell'alimentazione, i disturbi da trauma complesso (ovvero l’idea che traumi emotivi prolungati possano avere effetti psicopatologici duraturi), o quelli legati allo sviluppo infantile - sono oggetto di interesse da tempi molto più recenti.
Tutto questo ci porta a riflettere su quanto il contesto culturale e storico sia effettivamente in grado di influenzare il giudizio su cosa sia patologico oppure no.
Eppure, allo stesso tempo, esistono alcuni parametri di salute mentale riconosciuti come relativamente universali, ossia meno sensibili alle variazioni culturali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ad esempio, fa riferimento alla capacità della persona di adattarsi al proprio ambiente, alla qualità delle sue relazioni interpersonali, al grado di sofferenza soggettiva sperimentata e alla possibilità di svolgere attività significative, come lavorare, comunicare e prendersi cura di sé.
Freud, a sua volta, osservava che ciò che distingue la mente "sana" da quella “patologica” non è la qualità dei pensieri o delle emozioni, ma la loro quantità, ovvero il grado in cui interferiscono con la nostra vita quotidiana.
Questo per rispondere su un piano teorico-informativo alle sue domande.

Eppure, mi è inevitabile concludere ponendone alcune a lei:
da dove nasce questo timore “relativistico”, per cui qualcosa che oggi è in un modo, domani potrebbe essere in un altro?
Il concetto di “serenità” che porta come esempio è complesso e si nutre di molte linfe vitali. Come si relaziona all’idea che in futuro possa esistere un solo modo per raggiungerla? La tranquillizza o, al contrario, la inquieta?

Le risposte a queste domande possono restare interiori, oppure, se lo ritiene utile, possiamo esplorarle insieme. In entrambi i casi, potrebbero essere un’occasione preziosa per avvicinarsi a una comprensione più profonda di sé.
Dott.ssa Lucia Boniotti
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Caro utente,
la tua domanda è interessante e apre a riflessioni. I cambiamenti, ad esempio in ambito sociale, avvengono gradualmente e rappresentano i naturali passaggi evolutivi che l'uomo compie, influenzati inevitabilmente dai diversi contesti, cultura, religione, etc. L'omosessualità fino a non troppi anni fa era considerata un disturbo mentale; oggi, è riconosciuta come una sana e normale espressione della sessualità umana. La conoscenza non è un punto di arrivo, ma un viaggio, un processo.
Un caro saluto,
dott.ssa Lucia Boniotti
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che ti chiedi è molto profondo e tocca un punto reale: la psicologia, come tutte le scienze che riguardano l’essere umano, non è una verità immutabile ma una disciplina che si evolve. Ciò che oggi viene considerato sano o normale, in futuro potrebbe essere visto diversamente, e viceversa. Vale lo stesso per le teorie e per i modi di raggiungere la serenità: ogni epoca porta con sé nuove ricerche, nuove sensibilità, nuove interpretazioni.

Questo non significa però che le risposte che hai ricevuto siano “sbagliate”: sono valide per il contesto attuale, per la conoscenza che oggi abbiamo e per il tuo momento di vita. La serenità non dipende da un’unica regola universale, ma dal trovare un equilibrio personale con ciò che si conosce e si vive nel presente. Se un domani cambieranno le prospettive, anche tu potrai integrare nuove idee, senza che questo cancelli il valore di quello che hai fatto prima.

In fondo la crescita sta proprio qui: non nel cercare una verità fissa per sempre, ma nell’avere la flessibilità di adattarsi, prendere ciò che funziona e lasciar andare ciò che non serve più. Quello che conta non è avere una risposta assoluta valida per tutta la vita, ma imparare a stare in ascolto di te stesso e a usare le conoscenze disponibili in quel momento per vivere in modo sereno e in equilibrio.

Dott.ssa De Pretto
Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Comprendo i suoi dubbi.
Quello che le posso dire è che le risposte che lei trova online indubbiamente siano influenzate dal contesto e dal momento che si sta vivendo. La possibilità che cambino ovviamente c'è, al tempo stesso quello che mi sento di dirle non è tanto focalizzarsi sulla necessità di trovare una risposta assoluta e invariata quanto comprendere da dove nasca il suo bisogno di sapere ciò. Mi spiego meglio, le chiedo di provare a comprendere che cosa ci sta dietro a questa sua necessità?
Grazie
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentilissimo, buon pomeriggio.
La sua riflessione ha molto senso.
La psicologia, così come ogni ambito che si occupa dell’essere umano, è in costante evoluzione. Ciò che oggi è considerato utile, sano o ‘normale’, può cambiare nel tempo, proprio perché cambia il modo in cui comprendiamo noi stessi, la società e la mente. Non è un segno di incoerenza, ma di crescita.
Anche i professionisti che oggi rispondono alle vostre domande con convinzione, magari tra dieci anni avranno acquisito nuovi strumenti, nuove esperienze, e guarderanno le cose in modo diverso. Questo tuttavia non rende meno valide le loro risposte di oggi, semplicemente, riflettono ciò che si sa e si sente oggi.
Nel suo esempio, se oggi ci sono diversi modi per raggiungere la serenità, è perché la serenità non è un’unica cima da scalare con un solo sentiero. È un’esperienza soggettiva, ed è giusto che ci siano molte vie. Se un giorno dovessimo scoprire che esiste un solo modo, significherà che avremo raggiunto una nuova comprensione dell’animo umano, ma nel frattempo il nostro compito è camminare con gli strumenti che abbiamo ora.
Anche l’idea che un comportamento normale oggi possa essere visto domani come patologico è un segno della fluidità dei concetti umani. Ma non deve spaventarci: ciò che conta è vivere il presente in modo consapevole, interrogandoci, come sta facendo lei, con onestà e profondità.
La verità non è sempre assoluta.
Se vuole parlarne ancora, mi contatti pure.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Giulia Piccinini
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, da professionista della salute mentale posso dirle che la ricerca della felicità è più un tema spirituale che della salute in senso stretto. In medicina così come in psicologia della salute si parla di "benessere". Per benessere si intende uno "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale" e non solo l'assenza di malattie o infermità. Questa definizione, è dell'OMS (1948) ed evidenzia la natura positiva e multidimensionale della salute. Spero di avere risposto alla sua domanda, se vuole capire di più su di lei e sul raggiungimento del benessere inteso nelle dimensioni che le ho citato può contattarmi per una consulenza psicologica.
Cordialmente,
Dott.ssa Giulia Piccinini
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
il suo pensiero scritto mi risulta molto astratto, potrebbe essere più concreto, magari con un esempio? Inoltre come mai si pone questa domanda mi sentirei di chiederle.

Mi contatti pure se interessato a ricevere una consulenza.

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la sua riflessione è molto interessante, perché tocca un aspetto fondamentale della conoscenza psicologica: la possibilità che nel tempo le idee, le teorie e persino le definizioni di “normalità” evolvano. La psicologia, infatti, non è una verità assoluta, ma una scienza che si adatta ai cambiamenti culturali, sociali e di pensiero.

Tuttavia, ciò che resta stabile è l’attenzione alla persona: l’obiettivo non è stabilire regole universali, ma comprendere cosa permette a ciascuno di vivere in modo più equilibrato, autentico e soddisfacente. Anche se in futuro alcune teorie cambieranno, il valore dell’esperienza soggettiva e la ricerca di serenità personale resteranno centrali.

In altre parole, più che cercare una “risposta definitiva”, può essere utile imparare a conoscere sé stesso e a sviluppare strumenti interiori per orientarsi nei cambiamenti. La verità più solida, nel tempo, è quella che si costruisce dentro di sé.

Dott.ssa Sara Petroni

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