Salve dottori, cercherò di essere il più concisa possibile. Da sei anni soffro di ansia e disturbo

20 risposte
Salve dottori, cercherò di essere il più concisa possibile.
Da sei anni soffro di ansia e disturbo di panico, ho 23 anni.
I sintomi più fastidiosi sono il terrore continuo e la derealizzazione.
Ora, ho preso per 4 anni la sertralina, ed ero diciamo stabile ma non sono mai stata bene al 100%, però stavo meglio.
Qualche mese fa sono tornata in ricaduta, ho cambiato farmaci, da due settimane sono arrivata a prendere 20mg di CIPRALEX ma sono solo peggiorata, nonostante l’ansiolitico per coprire, sto malissimo, come sei anni fa.
E il sintomo peggiore che mi fa soffrire tantissimo è appunto la derealizzazione.
Ho cominciato di nuovo psicoterapia, ma non mi trovo bene e non mi sento capita al 100%.
Vorrei capire cosa fare sia con l’ansia e il panico, invalidante, che con la derealizzazione e la depersonalizzazione soprattutto, perché vedo che molti la prendono sottogamba o neanche la conoscono, ed è orribile..
Da due settimane non riesco più ad uscire di casa, per questa sensazione di irrealtà che è aumentata.
Vi prego di aiutarmi..
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico dunque ritengo ottimo che lei abbia intrapreso una psicoterapia perché le sarà sicuramente utile per identificare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Alessandro Cazzato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, da remoto e nello specifico tramite messaggistica è assai complesso poterle dare una risposta soddisfacente che possa lenire la preoccupazione che prova. Quel che mi sento di dirle da una posizione dietro-monitor è di confrontarsi con il medico curante, psichiatra o neurologo che sia, e rivedere il trattamento proposto ipoteticamente di ridotta compliance. Per quel che concerne la relazione terapeutica la inviterei a condividere queste sue perplessità con il suo psicoterapeuta per poter significare insieme quel che sta succedendo, così da avere un panorama psichico più ampio e valutare se proseguire o orientarsi verso un altro professionista.

Un cordiale saluto

Dott. Alessandro Cazzato
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, data la situazione dei consiglio di intraprendere al più presto un percorso psicologico per elaborare il disagio che descrive.
Quando ha avuto i primi episodi di attacchi di panico?
Rimango a sua disposizione, anche in modalità online.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Lorella Mezzenga
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente,
la situazione che descrive è molto complessa e immagino che le crei un grande disagio che si trascina da molto tempo . Molto spesso ci si sente demoralizzati quando si hanno delle ricadute che mettono a rischio tutto il lavoro precedentemente svolto sia da un punto di vista farmacologico che psicoterapeutico. Sarebbe auspicabile che non perda di vista i successi ottenuti precedentemente anche se non al 100% come da lei descritto. Condivida con i suoi curanti le sue ansie, i suoi timori per non farsene carico solo lei. Condivida con loro le sue preoccupazioni e le sue perplessità in modo da non sentirsi non compresa. Cordiali saluti Dr.ssa Mezzenga Lorella
Dott.ssa Marina Ceruti
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo
Como
L'approccio integrato - psicofarmacologico e psicoterapeutico - nel suo caso, è opportuno.
Utile una accurata rivalutazione della farmacoterapia e, quando afferma che non si senta capita al 100% e che ha ripreso la psicoterapia, mi permetto un suggerimento: non interrompa il percorso psicoterapeutico. Interromperlo quando ci si SENTE meglio, ma non si STA meglio, la espone al rischio di una ricaduta. E' ampiamente nota l'importanza di concludere la psicoterapia solo dopo avere sospeso i farmaci, evidentemente, monitorati dallo psichiatra che li ha prescritti. Il lavoro più faticoso, ma anche quello risolutivo, è quello psicoterapeutico, purchè sia assiduo: la compliance è fondamentale.
Dott.ssa Rachele Ghirardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vigevano
Buonasera,
l'approccio combinato di farmaci e psicoterapia, credo sia stata la scelta migliore, ma se sente che qualcosa non va, come il "non sentirsi capita dal suo terapeuta", la cosa migliore da fare prima di tutto, è parlargliene direttamente, in seduta e poter affrontare la cosa. Quindi potrete valutare se proseguire oppure cambiare professionista.
Cordiali saluti
GR
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Buongiorno,
E' molto positivo che lei abbia deciso di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia. E' ormai universalmente noto che si ottengono risultati migliori rispetto alla sola terapia farmacologica. Tuttavia, ritengo sarebbe opportuno che chiarisca con il suo psicoterapeuta ciò che sente rispetto alla terapia, in modo da poterlo affrontare, regolandovi di conseguenza.
Cordialmente, EP
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non entro in merito ai farmaci perché è una questione di competenza del medico che li ha prescritti. In merito al problema che ci racconta la voglio rassicurare informandola che l'ansia e gli attacchi di panico si possono risolvere con terapie brevi e strategiche, argomenti di cui mi sono occupato per tutta la mia carriera. Esprima al suo psicologo le sue impressioni senza nessun timore. Non si demoralizzi e non si lasci andare perché con il giusto approccio il suo disagio si risolve tranquillamente. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima, mi dispiace molto per la sua situazione.
Ha fatto una valutazione psicodiagnostica per inquadrare meglio il disturbo e la psicoterapia più idonea?
Resto disponibile , Saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, sappiamo bene quanto sia dura fare spazio all'ansia nella vita quotidiana. Se lo mangia, e la mette in pausa, è comprensibile che lei senta di non farcela più. Tenga presente che i farmaci, in assenza di una psicoterapia, hanno un effetto molto limitato; ovvero, sembrano risolvere il problema, in realtà spostandolo solo, perché alla loro sospensione o assuefazione del corpo, l'ansia ritorna prepotentemente. E' importante che lei possa iniziare una psicoterapia, nella quale apprendere come gestire l'ansia (perché l'ansia è gestibile come tutte le emozioni) mentre cercherà di capire quali fattori della sua vita la generino e mantengano. Un caro augurio di buona fortuna
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, sei anni non sono pochi, aveva 17 anni da quando sta così? Sento che la situazione è più complessa di quella che ha potuto descrivere con questo messaggio. La terapia farmacologica non può che essere monitorata da un medico competente ma assolutamente non può mancare un lavoro di psicoterapia che associ relazione e fiducia. Forte e assolutamente non demordere! Sono a disposizione. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Dott.ssa Alessia Greco
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera , la capisco e mi dispiace per il disagio ed il malessere che prova . Anche se non si è sentita capita al 100%, come lei ci ha scritto , le suggerirei comunque di intraprendere un percorso psicologico per capire meglio che cosa le è successo sei anni quando le sono emersi i primi sintomi e cosa le è capitato ora . Attraverso un percorso può riuscire a gestire la sua ansia e la derealizzazione e capire le emozioni che ci sono dietro . Inoltre se è necessario può intraprendere contemporaneamente una terapia farmacologica , ben prescritta da un medico che collabora con lo psicoterapeuta. Le auguro una buona serata . Dott.ssa Alessia Greco
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

le consiglio vivamente di continuare il percorso psicoterapico cominciato con il collega, insieme alla farmacoterapia. Entrambe le cose possono risolvere con successo la problematica da cui è affetta. Nella speranza con queste poche righe di avere orientato i suoi dubbi in merito

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Livia Cacialli
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Salve, mi arriva forte il suo senso di disagio e fatica. Come consigliato da altri colleghi, la inviterei a parlare con il suo terapeuta rimandandogli le sensazioni a noi descritte. La relazione terapeutica è un ottimo strumento!!
Porti il suo malcontento, e cosa vorrebbe cosi che il collega possa al meglio confrontarsi con lei.
Le auguro una buona giornata! Resto a disposizione per qualsiasi cosa
Dott.ssa Noemi Carrieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Firenze
Carissima,
la derealizzazione è solitamente un meccanismo di difesa che il nostro cervello mette in atto quando certi contenuti cognitivi (pensieri, emozioni) sono troppo intensi o difficili da elaborare. Spesso la derealizzazione è legata ad ansia o a stati emotivi particolari. Nel suo caso le suggerirei di approfondire meglio le situazioni in cui probabilmente è così attivata, per capire meglio qual è lo stato mentale da cui (automaticamente) cerca di difendersi.
Le mando un caro saluto,
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Dott.ssa Federica Di Censi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,

capisco il momento delicato e difficile che sta vivendo, le consiglierei di esporre tutti i suoi dubbi al suo terapeuta e allo psichiatra che le ha somministrato la cura farmacologica, entrambe le terapie devono andare di pari passo ed è opportuno che i due colleghi comunichino per monitorare l'andamento sia della terapia farmacologica, sia della psicoterapia, per lavorare in sinergia sugli stessi obiettivi.

Spero di esserle stata utile.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, comprendo la sua sofferenza ma il solo approccio farmacologico non è sufficiente. Deve trovare una o uno psicoterapeuta con cui si trova a suo agio. Affrontare tutto ciò da sola, oltre che frustrante, non fa che peggiorare la sua sintomatologia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Imma Cerciello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Salve,
grazie per il suo racconto. Prima di tutto dovrebbe parlare con il suo terapeuta raccontando ciò che prova anche rispetto alla vostra relazione terapeutica che è alla base del percorso. Lei scrive di avere avuto una ricaduta un mese fa quindi bisognerebbe capire cosa è successo e cosa ha smosso dentro di lei. Ciò che chiama derealizzazione potrebbe essere una "fuga" da qualcosa che le provoca sofferenza e dolore. Tutti questi aspetti andrebbero analizzati in un percorso psicoterapico in sintonia con il suo psichiatra (credo sia lo psichiatra a prescriverle i farmaci). Per una risposta più esauriente avrei bisogno di più informazioni.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Imma Cerciello
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Mi dispiace che tu stia vivendo un momento difficile. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono sintomi comuni in disturbi di ansia e panico e possono essere molto invalidanti. Cambiare farmaco, come da sertralina a cipralex, può richiedere tempo e a volte i sintomi peggiorano prima di migliorare. Se i sintomi persistono, consulta il tuo medico per valutare altre opzioni. La psicoterapia, come la terapia cognitivo-comportamentale, è spesso utile per affrontare l’ansia e la derealizzazione. Cerca un terapeuta con cui ti senta a tuo agio e esplora anche tecniche di rilassamento come la mindfulness o la respirazione. Non sei sola, e ci sono risorse per aiutarti.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, è evidente quanto la sua sofferenza sia intensa, soprattutto per la derealizzazione e l'ansia. È importante che il trattamento venga adattato alle sue esigenze, visto che i farmaci e la psicoterapia che sta seguendo non le hanno dato i risultati sperati. Le tecniche come la Mindfulness o l'EMDR potrebbero aiutarla a gestire meglio il disturbo. Le consiglio di tornare a confrontarsi con uno psichiatra per un eventuale aggiustamento farmacologico, poiché i cambiamenti recenti nei farmaci potrebbero necessitare di più tempo per stabilizzarsi. Se non si trova bene con la psicoterapia, potrebbe essere utile cercare un altro professionista con cui sentirsi più compresa.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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