Salve dottore, io ho dei dubbi su ADHD Ho 46 anni ma ho sempre avuto il sospetto di averla da qua
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Salve dottore, io ho dei dubbi su ADHD
Ho 46 anni ma ho sempre avuto il sospetto di averla da quando ero adolescente. Per es non riesco a mantenere la concentrazione a lungo su qualcosa che non mi piace oppure che richiede molto impegno . Anche con lo studio per i concorsi non riesco a fare più di tot di ore. Mentre altro magari riescono a studiare tutto il giorno io non riesco più di sei ore interrompendo molto. Procrastino quando sono stanca e non ne ho voglia , anche se so che dovrei studiare rinvio . Poi è brutto perché so che devo farlo ma proprio non ho voglia di concentrarmi neanche mezz’ora a volte .
Poi non riesco a cucinare , non mi piace molto mi sembra di dover fare troppe cose per organizzare un pranzo e rinvio sempre, perché do che posso mangiare dai miei non essendo sposata.
Mi distraggo spesso , mi dimentico le cose che devo fare , tipo mi dicono “ ricordati di portare questo , di stendere il bucato , di pulire un mobile “ e io senza volerlo lo dimentico. Non so se per disinteresse nel farlo o per altre cause . Mi ricordo quando ero più giovane mi distraevo pure durante le conversazioni o quando ero in compagnia, avevo momenti in cui mi assentavo e interrompevo i discorsi per non dimenticarmi quello da dire. Ora lo faccio meno , probabilmente con l’età ho capito meglio come gestirlo. Poi mi viene una stanchezza brutta , quando sono stanca si vede proprio non riesco più a fare nulla devo interrompere qualsiasi attività. Vedo gli altri che addirittura guidano se sono stanchi , io non riuscirei mai. Mi sembra come se gli altri sopportassero o tollerassero molto di più la stanchezza tranne me. Se sono stanca non riesco proprio a portare a termine i compiti , avrei voglia solo di stendermi e riposare. Li porto a termine ma con i tempi miei , se mi dicessero “fai questo in tot tempo “ mi creerebbe il panico perché odio proprio lo stress di dover finire qualcosa in fretta con la forza.
Soffro anche di stress , infatti nonostante la patente mi mette in agitazione guidare da sola , devo essere in compagnia. Ho anche un carattere impulsivo , specialmente da giovane era più accentuato, poi con l’età riesco a gestirla meglio l’ impulsività. A volte mi capita di essere distratta anche a lavoro e avere delle sviste. A lavoro tendo a essere più impulsiva che a casa ..
Però poi riesco a fare altre cose, sono puntuale agli appuntamenti, organizzo bene le pulizie della casa, cioè se sono motivate riesco a cavarmela. Però queste cose mi arrecano sbalzi di umore , a volte mi viene tristezza pensando che potrei fare di più e meglio e la sera delle volte faccio fatica a dormire . Anzi ho dei giorni in cui mi sento più sveglia la sera che durante il giorno e quindi penso che magari i sintomi che ho sono dovuti ad altro. Se potessi fare di sera quello che si fa di giorno renderei meglio.
Precido che non mi sono fatta mai diagnosticare l’ ADHD, ho solo avuto il sospetto, perché ero sempre lì con la sensazione di non essere come gli altri. Anche se sono anche laureata e ho preso l’abilitazione della mia professione. Nella memoria a lungo termine non ho particolari problemi se i concetti sono immagazzinati bene. Sempre con i limiti della procrastinazione.
Grazie in anticipo per la risposta
Ho 46 anni ma ho sempre avuto il sospetto di averla da quando ero adolescente. Per es non riesco a mantenere la concentrazione a lungo su qualcosa che non mi piace oppure che richiede molto impegno . Anche con lo studio per i concorsi non riesco a fare più di tot di ore. Mentre altro magari riescono a studiare tutto il giorno io non riesco più di sei ore interrompendo molto. Procrastino quando sono stanca e non ne ho voglia , anche se so che dovrei studiare rinvio . Poi è brutto perché so che devo farlo ma proprio non ho voglia di concentrarmi neanche mezz’ora a volte .
Poi non riesco a cucinare , non mi piace molto mi sembra di dover fare troppe cose per organizzare un pranzo e rinvio sempre, perché do che posso mangiare dai miei non essendo sposata.
Mi distraggo spesso , mi dimentico le cose che devo fare , tipo mi dicono “ ricordati di portare questo , di stendere il bucato , di pulire un mobile “ e io senza volerlo lo dimentico. Non so se per disinteresse nel farlo o per altre cause . Mi ricordo quando ero più giovane mi distraevo pure durante le conversazioni o quando ero in compagnia, avevo momenti in cui mi assentavo e interrompevo i discorsi per non dimenticarmi quello da dire. Ora lo faccio meno , probabilmente con l’età ho capito meglio come gestirlo. Poi mi viene una stanchezza brutta , quando sono stanca si vede proprio non riesco più a fare nulla devo interrompere qualsiasi attività. Vedo gli altri che addirittura guidano se sono stanchi , io non riuscirei mai. Mi sembra come se gli altri sopportassero o tollerassero molto di più la stanchezza tranne me. Se sono stanca non riesco proprio a portare a termine i compiti , avrei voglia solo di stendermi e riposare. Li porto a termine ma con i tempi miei , se mi dicessero “fai questo in tot tempo “ mi creerebbe il panico perché odio proprio lo stress di dover finire qualcosa in fretta con la forza.
Soffro anche di stress , infatti nonostante la patente mi mette in agitazione guidare da sola , devo essere in compagnia. Ho anche un carattere impulsivo , specialmente da giovane era più accentuato, poi con l’età riesco a gestirla meglio l’ impulsività. A volte mi capita di essere distratta anche a lavoro e avere delle sviste. A lavoro tendo a essere più impulsiva che a casa ..
Però poi riesco a fare altre cose, sono puntuale agli appuntamenti, organizzo bene le pulizie della casa, cioè se sono motivate riesco a cavarmela. Però queste cose mi arrecano sbalzi di umore , a volte mi viene tristezza pensando che potrei fare di più e meglio e la sera delle volte faccio fatica a dormire . Anzi ho dei giorni in cui mi sento più sveglia la sera che durante il giorno e quindi penso che magari i sintomi che ho sono dovuti ad altro. Se potessi fare di sera quello che si fa di giorno renderei meglio.
Precido che non mi sono fatta mai diagnosticare l’ ADHD, ho solo avuto il sospetto, perché ero sempre lì con la sensazione di non essere come gli altri. Anche se sono anche laureata e ho preso l’abilitazione della mia professione. Nella memoria a lungo termine non ho particolari problemi se i concetti sono immagazzinati bene. Sempre con i limiti della procrastinazione.
Grazie in anticipo per la risposta
Gent. Utente, buongiorno e grazie per il suo messaggio.
Le difficoltà descritte connesse alla concentrazione, alla procrastinazione, alla gestione della fatica mentale e all’alternanza nei livelli di energia, possono effettivamente essere compatibili con un funzionamento di tipo ADHD anche se per una valutazione accurata è necessario distinguere questi elementi da quelli legati ad ansia stress o altre condizioni psicologiche.
La strada più indicata per chiarire il quadro è rivolgersi a uno specialista che si occupi di neuropsicologia o psichiatria dell’età adulta e che abbia esperienza specifica nel riconoscimento dell’ADHD in persone adulte.
Il percorso in genere prevede una valutazione clinica attraverso colloqui approfonditi, questionari standardizzati e talvolta test cognitivi o di attenzione per avere una visione completa del funzionamento personale e della sua storia evolutiva.
In caso di diagnosi è possibile poi accedere a un trattamento mirato che può includere interventi psicologici focalizzati su organizzazione attenzione regolazione emotiva e motivazione oppure valutazioni mediche per eventuale supporto farmacologico.
Anche in assenza di una diagnosi formale molte strategie utilizzate nella gestione dell’ADHD possono comunque essere efficaci e adattabili alla sua situazione.
È importante comprendere meglio il proprio funzionamento per potersi aiutare a ridurre la frustrazione e aumentare il senso di controllo nelle attività quotidiane e lavorative.
Può quindi iniziare cercando un centro specializzato nella valutazione dell’ADHD adulto nella sua zona oppure consultando l’albo di professionisti che si occupano di disturbi dell’attenzione in età adulta per intraprendere questo percorso in modo strutturato e competente. Cordialmente, AM
Le difficoltà descritte connesse alla concentrazione, alla procrastinazione, alla gestione della fatica mentale e all’alternanza nei livelli di energia, possono effettivamente essere compatibili con un funzionamento di tipo ADHD anche se per una valutazione accurata è necessario distinguere questi elementi da quelli legati ad ansia stress o altre condizioni psicologiche.
La strada più indicata per chiarire il quadro è rivolgersi a uno specialista che si occupi di neuropsicologia o psichiatria dell’età adulta e che abbia esperienza specifica nel riconoscimento dell’ADHD in persone adulte.
Il percorso in genere prevede una valutazione clinica attraverso colloqui approfonditi, questionari standardizzati e talvolta test cognitivi o di attenzione per avere una visione completa del funzionamento personale e della sua storia evolutiva.
In caso di diagnosi è possibile poi accedere a un trattamento mirato che può includere interventi psicologici focalizzati su organizzazione attenzione regolazione emotiva e motivazione oppure valutazioni mediche per eventuale supporto farmacologico.
Anche in assenza di una diagnosi formale molte strategie utilizzate nella gestione dell’ADHD possono comunque essere efficaci e adattabili alla sua situazione.
È importante comprendere meglio il proprio funzionamento per potersi aiutare a ridurre la frustrazione e aumentare il senso di controllo nelle attività quotidiane e lavorative.
Può quindi iniziare cercando un centro specializzato nella valutazione dell’ADHD adulto nella sua zona oppure consultando l’albo di professionisti che si occupano di disturbi dell’attenzione in età adulta per intraprendere questo percorso in modo strutturato e competente. Cordialmente, AM
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Gentile,
dalla sua descrizione emergono diversi aspetti che effettivamente possono richiamare alcune caratteristiche dell’ADHD (come difficoltà di concentrazione, procrastinazione, distrazioni frequenti, impulsività, stanchezza che incide sulla capacità di portare a termine i compiti). Allo stesso tempo, però, è importante ricordare che questi sintomi non sono esclusivi dell’ADHD: possono comparire anche in altre condizioni psicologiche, o essere legati a periodi di stress, stanchezza cronica, ansia o a tratti della personalità.
Il fatto che lei sia riuscita comunque a laurearsi e a portare avanti la sua professione mostra risorse importanti e capacità di organizzazione, anche se accompagnate da fatica e senso di frustrazione. Questo suggerisce che, pur avendo delle difficoltà, lei ha anche sviluppato delle strategie di compensazione nel tempo.
L’ADHD negli adulti è una condizione reale ma spesso sottovalutata o confusa con altri disturbi, motivo per cui una diagnosi non può basarsi solo sui sintomi raccontati, ma richiede una valutazione accurata e approfondita.
Per comprendere meglio la natura delle sue difficoltà e individuare gli strumenti più adatti per gestirle, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa fare un’analisi personalizzata della sua situazione.
Cordiali saluti,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
dalla sua descrizione emergono diversi aspetti che effettivamente possono richiamare alcune caratteristiche dell’ADHD (come difficoltà di concentrazione, procrastinazione, distrazioni frequenti, impulsività, stanchezza che incide sulla capacità di portare a termine i compiti). Allo stesso tempo, però, è importante ricordare che questi sintomi non sono esclusivi dell’ADHD: possono comparire anche in altre condizioni psicologiche, o essere legati a periodi di stress, stanchezza cronica, ansia o a tratti della personalità.
Il fatto che lei sia riuscita comunque a laurearsi e a portare avanti la sua professione mostra risorse importanti e capacità di organizzazione, anche se accompagnate da fatica e senso di frustrazione. Questo suggerisce che, pur avendo delle difficoltà, lei ha anche sviluppato delle strategie di compensazione nel tempo.
L’ADHD negli adulti è una condizione reale ma spesso sottovalutata o confusa con altri disturbi, motivo per cui una diagnosi non può basarsi solo sui sintomi raccontati, ma richiede una valutazione accurata e approfondita.
Per comprendere meglio la natura delle sue difficoltà e individuare gli strumenti più adatti per gestirle, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa fare un’analisi personalizzata della sua situazione.
Cordiali saluti,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile Utente, al di là della diagnosi precisa dell'ADHD, che implica una procedura di approfondimento specifica, la sua domanda mi ha invitato a riflettere sul fatto che alcuni studi neurologici dimostrano e confermano che ogni individuo nasce con un particolare repertorio genetico e con modalità che determinano il modo di percepire, capire e reagire al mondo. Il sistema nervoso centrale processa, legge le informazioni che provengono dalla realtà attraverso dei canali di lettura che sono dati in dotazione, il temperamento, e che presentano delle differenze tra un individuo e l'altro nel loro modo di funzionare. Tutto questo comprende la capacità di autoregolazione, cioè la gestione delle sensazioni fisiche e delle emozioni. Si può essere ipo o iper-reattivi agli stimoli. Quando si è iper-reattivi si ha in dotazione una spiccata sensibilità agli stimoli sensoriali, che vengono percepiti in modo avverso e molto intenso. Questo causa una grossa fatica quando si tratta di modulare la risposta ambientale e genera un forte stress. Possono, pertanto, verificarsi difficoltà di concentrazione, disinteresse e avversione verso alcune attività, stanchezza e tempi di esecuzione lenti. Il fatto di riuscire a stare maggiormente di sera potrebbe significare che, con la riduzione degli stimoli esterni, lei riesce maggiormente a focalizzarsi su alcune azioni. Anche isolarsi per difendersi dalla sensazione di invadenza sensoriale ed essere facilmente irritabili, in questi casi, è del tutto naturale. Nella direzione da lei descritta è importante imparare a leggere i propri processi interiori per sintonizzarsi in modo maggiormente empatico e funzionale con se stessa. Spero di esserle stata utile. Un caro saluto.
Buongiorno,
le caratteristiche che descrive potrebbero essere compatibili con l' Adhd, ma per esserne sicura dovrebbe svolgere una valutazione accurata che non si limiti solo ai sintomi descritti. Le consiglio di rivolgersi a un professionista specializzato in diagnosi di ADHD in età adulta.
le caratteristiche che descrive potrebbero essere compatibili con l' Adhd, ma per esserne sicura dovrebbe svolgere una valutazione accurata che non si limiti solo ai sintomi descritti. Le consiglio di rivolgersi a un professionista specializzato in diagnosi di ADHD in età adulta.
Salve, i segnali che descrive, difficoltà di concentrazione, procrastinazione, affaticamento mentale, impulsività e irregolarità nel ritmo sonno-veglia,possono effettivamente richiamare un profilo ADHD in età adulta, ma non è possibile confermarlo senza una valutazione specifica. Altre condizioni, come ansia, stress cronico o difficoltà di regolazione emotiva, possono generare sintomi simili. In questi casi, un percorso con un psicologo psicoterapeuta esperto in neurodivergenza può aiutarla a distinguere e comprendere meglio cosa le appartiene davvero. Approcci come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia umanistica o l’analisi bioenergetica possono offrire strumenti concreti per gestire la procrastinazione, l’iperattività mentale e il senso di inadeguatezza, restituendo equilibrio e chiarezza. Le consiglio di affidarsi a uno specialista per una valutazione approfondita: non per trovare un’etichetta, ma per conoscersi e funzionare meglio, nel rispetto della sua unicità. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Salve, dalle sue parole emerge chiaramente la fatica che fa a condursi nella sua giornata. Cercare una diagnosi in questi casi è comprensibile: avere un nome rassicura, offre l’idea di un contenimento e sembra rispondere alla insistente domanda su chi siamo. A volte è un ansiolitico naturale, ma il rischio è che quel nome diventi un’etichetta con una doppia valenza: “sono così perché ho l’ADHD”, da un lato apre a una legittimazione - non è colpa mia se funziono così - , dall’altro chiude a una possibilità di approfondimento e riorganizzazione delle proprie risorse - è inutile tentare di migliorare, tanto ho l’ADHD! -. Il fatto è che non siamo diagnosi ma persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno la piena responsabilità di quello che fanno e dicono.
Fatta questa premessa, i sintomi che descrive – la difficoltà a concentrarsi, la procrastinazione, la stanchezza, il senso di inadeguatezza – sono molto trasversali. Possono appartenere a quadri diversi: ansia, depressione, stress cronico, disturbi dell’attenzione. Non si possono ridurre a un nome soltanto. Le persone sono molto più complesse di così. Vale piuttosto la pena esplorarli insieme a un professionista, per dare loro collocazione nella sua storia e nel suo presente.
Lei ha studiato, si è laureata, si è abilitata, porta avanti compiti e mansioni. Dunque funziona, eppure dentro di sé convive con l’immagine di una persona che “non ce la fa”. È proprio in questo scarto che può aprirsi una finestra di dialogo con i sintomi che altro non sono che linguaggio della Psiche.
Abbia fiducia in un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a legittimare i suoi ritmi, i suoi interessi, a capire perché oggi la motivazione sembra mancare.
Auguri!
Antonella D'Orlando
Fatta questa premessa, i sintomi che descrive – la difficoltà a concentrarsi, la procrastinazione, la stanchezza, il senso di inadeguatezza – sono molto trasversali. Possono appartenere a quadri diversi: ansia, depressione, stress cronico, disturbi dell’attenzione. Non si possono ridurre a un nome soltanto. Le persone sono molto più complesse di così. Vale piuttosto la pena esplorarli insieme a un professionista, per dare loro collocazione nella sua storia e nel suo presente.
Lei ha studiato, si è laureata, si è abilitata, porta avanti compiti e mansioni. Dunque funziona, eppure dentro di sé convive con l’immagine di una persona che “non ce la fa”. È proprio in questo scarto che può aprirsi una finestra di dialogo con i sintomi che altro non sono che linguaggio della Psiche.
Abbia fiducia in un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a legittimare i suoi ritmi, i suoi interessi, a capire perché oggi la motivazione sembra mancare.
Auguri!
Antonella D'Orlando
Gentile signora credo sia giunta l'ora di fare una diagnosi rispetto ai sintomi CNR elenca che fanno propendere per un disturbo ADHD ma averne la certezza credo la farebbe vivere con meno dubbi e ansie
Anche lo stress può accentuare tutti i sintomi
La diagnosi differenziale aiuta soprattutto per definire il trattamento
Numerose tecniche possono aiutare
Si faccia coraggio chieda aiuto ci sono numerosi centri per adulti
Dott lorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott
Anche lo stress può accentuare tutti i sintomi
La diagnosi differenziale aiuta soprattutto per definire il trattamento
Numerose tecniche possono aiutare
Si faccia coraggio chieda aiuto ci sono numerosi centri per adulti
Dott lorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott
Carissima,
potrebbe trattarsi di ADHD, ma credo sia più utile parlare di altre cose che concorrono al tuo malessere e che balzano subito agli occhi. Ti sei laureata e abilitata: mi colpisce il fatto che non specifichi in quale materia. Se uno ama davvero ciò che ha studiato tende a raccontarlo; tu invece sorvoli. La materia l’hai scelta tu? Oppure è stata una decisione incerta tra più possibilità?
Riconosci difficoltà di concentrazione, soprattutto per compiti spiacevoli o prolungati. Denunci procrastinazione cronica, stanchezza intensa con crolli energetici, difficoltà a gestire stress e scadenze, impulsività (più evidente in gioventù, oggi più controllata), ansia (alla guida, al lavoro). Eppure sottolinei puntualità, organizzazione domestica, memoria a lungo termine, successi accademici.
Credo che qui non ci sia tanto una patologia da diagnosticare, ma piuttosto un’autonomia personale incompiuta. Avverti un forte vissuto di inadeguatezza: non riuscire a rendere quanto gli altri, sentirti limitata dalla stanchezza, oscillare tra umore basso e tristezza. Non hai bisogno di un’etichetta clinica, ma di cominciare a vivere come soggetto autonomo, senza restare legata a una famiglia che ancora ti sostiene nei bisogni primari.
L’abitudine a paragonarti agli altri richiama modalità giovanili: una donna adulta è quella che è, senza bisogno di idealizzare figure “migliori”. Mi pare che non ci siano rapporti sentimentali significativi e che tu resti ancora molto legata ai tuoi genitori, anche per aspetti pratici come i pasti. L’autopercezione negativa può essere uno schermo di protezione contro la piena assunzione di responsabilità sulla tua vita, che inevitabilmente comporta ansia, depressione e frustrazione.
Ma come potrebbe essere altrimenti? La vita è un viaggio nell’ignoto che va vissuto fino in fondo. Ti consiglio una terapia centrata sul recupero delle tue capacità già evidenti e sul lavoro sugli stati d’umore che ti accompagnano.
potrebbe trattarsi di ADHD, ma credo sia più utile parlare di altre cose che concorrono al tuo malessere e che balzano subito agli occhi. Ti sei laureata e abilitata: mi colpisce il fatto che non specifichi in quale materia. Se uno ama davvero ciò che ha studiato tende a raccontarlo; tu invece sorvoli. La materia l’hai scelta tu? Oppure è stata una decisione incerta tra più possibilità?
Riconosci difficoltà di concentrazione, soprattutto per compiti spiacevoli o prolungati. Denunci procrastinazione cronica, stanchezza intensa con crolli energetici, difficoltà a gestire stress e scadenze, impulsività (più evidente in gioventù, oggi più controllata), ansia (alla guida, al lavoro). Eppure sottolinei puntualità, organizzazione domestica, memoria a lungo termine, successi accademici.
Credo che qui non ci sia tanto una patologia da diagnosticare, ma piuttosto un’autonomia personale incompiuta. Avverti un forte vissuto di inadeguatezza: non riuscire a rendere quanto gli altri, sentirti limitata dalla stanchezza, oscillare tra umore basso e tristezza. Non hai bisogno di un’etichetta clinica, ma di cominciare a vivere come soggetto autonomo, senza restare legata a una famiglia che ancora ti sostiene nei bisogni primari.
L’abitudine a paragonarti agli altri richiama modalità giovanili: una donna adulta è quella che è, senza bisogno di idealizzare figure “migliori”. Mi pare che non ci siano rapporti sentimentali significativi e che tu resti ancora molto legata ai tuoi genitori, anche per aspetti pratici come i pasti. L’autopercezione negativa può essere uno schermo di protezione contro la piena assunzione di responsabilità sulla tua vita, che inevitabilmente comporta ansia, depressione e frustrazione.
Ma come potrebbe essere altrimenti? La vita è un viaggio nell’ignoto che va vissuto fino in fondo. Ti consiglio una terapia centrata sul recupero delle tue capacità già evidenti e sul lavoro sugli stati d’umore che ti accompagnano.
La ringrazio per aver raccontato in modo così chiaro e sincero la sua esperienza. Dalle sue parole emerge bene il peso di questi dubbi e la fatica quotidiana che sente nel dover fare i conti con concentrazione, procrastinazione e stanchezza. È comprensibile che, leggendo di ADHD, si sia ritrovata in alcune descrizioni.
Ci sono in effetti elementi che ricordano tratti tipici del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (per esempio difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti poco motivanti, tendenza a procrastinare, impulsività), ma ci sono anche aspetti che sembrano legati allo stress, all’umore o al modo in cui il suo corpo gestisce la stanchezza e i ritmi della giornata. Non è raro che queste manifestazioni si intreccino, rendendo difficile capire da soli da cosa dipendano.
L’ADHD in età adulta può presentarsi in forme diverse rispetto all’infanzia: non sempre si manifesta con iperattività evidente, ma più spesso con distrazioni, difficoltà organizzative e fatica a regolare l’energia. Allo stesso tempo, la capacità che lei descrive di portare a termine alcuni compiti quando c’è motivazione, e l’aver conseguito studi e abilitazione, mostrano anche molte risorse personali che probabilmente l’hanno aiutata a compensare.
Il consiglio più utile, se sente che questi aspetti continuano a limitarla e a generarle ansia o tristezza, è quello di rivolgersi a uno specialista (psichiatra o psicologo clinico con esperienza in ADHD adulti) per una valutazione approfondita. Solo attraverso colloqui e test specifici si può chiarire se si tratta di ADHD o se i sintomi sono più legati a stress, ansia o ad altri fattori.
Le voglio lasciare una rassicurazione: il fatto che lei si ponga queste domande e abbia trovato strategie per gestirsi nel tempo è già un segno di consapevolezza e forza. Con il supporto giusto potrà capire meglio la radice delle sue difficoltà e trovare strumenti pratici per alleggerire il peso che oggi sente.
Ci sono in effetti elementi che ricordano tratti tipici del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (per esempio difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti poco motivanti, tendenza a procrastinare, impulsività), ma ci sono anche aspetti che sembrano legati allo stress, all’umore o al modo in cui il suo corpo gestisce la stanchezza e i ritmi della giornata. Non è raro che queste manifestazioni si intreccino, rendendo difficile capire da soli da cosa dipendano.
L’ADHD in età adulta può presentarsi in forme diverse rispetto all’infanzia: non sempre si manifesta con iperattività evidente, ma più spesso con distrazioni, difficoltà organizzative e fatica a regolare l’energia. Allo stesso tempo, la capacità che lei descrive di portare a termine alcuni compiti quando c’è motivazione, e l’aver conseguito studi e abilitazione, mostrano anche molte risorse personali che probabilmente l’hanno aiutata a compensare.
Il consiglio più utile, se sente che questi aspetti continuano a limitarla e a generarle ansia o tristezza, è quello di rivolgersi a uno specialista (psichiatra o psicologo clinico con esperienza in ADHD adulti) per una valutazione approfondita. Solo attraverso colloqui e test specifici si può chiarire se si tratta di ADHD o se i sintomi sono più legati a stress, ansia o ad altri fattori.
Le voglio lasciare una rassicurazione: il fatto che lei si ponga queste domande e abbia trovato strategie per gestirsi nel tempo è già un segno di consapevolezza e forza. Con il supporto giusto potrà capire meglio la radice delle sue difficoltà e trovare strumenti pratici per alleggerire il peso che oggi sente.
Buon pomeriggio, dalla descrizione su esposta parrebbero coesistere diversi elementi a favore del disturbo da lei indicato ma occore essere molto prudenti perchè alcuni tratti come farsi sopraffare dalla stanchezza, non riuscire a portare a termini alcuni compiti mentre su altri si sente in grado di raggiungere i propri obiettivi, non rispecchiano in pieno il quadro clinico. Se ai suoi 46 anni questo dubbio la assale credo che il suo bisogno non debba essere negato; è possibile effettuare una diagnostica specifica per il deficit di attenzione con o senza iperattività da un professionista Neuropsicologo che sia formato sulla diagnostica per adulti ( di solito il disturbo viene diagnosticato da bambini),. Se ritiene importante fare questo passo per sè non aspetti e una volta compreso se si tratta o meno del ADHD potrà avere dallo stesso professionista indicazione per un programma neurocognitivo da seguire comprese strategie compensative.
Capisco bene quanto possa essere faticoso convivere con queste difficoltà e con i dubbi che porta con sé. Da ciò che racconta emergono aspetti che possono far pensare all’ADHD, ma anche elementi che potrebbero avere altre spiegazioni. Proprio per questo, il passo più utile potrebbe essere quello di rivolgersi a un/una neuropsichiatra che, attraverso test specifici e un colloquio approfondito, possa aiutarla a chiarire meglio la situazione.
In ogni caso, a prescindere dalla diagnosi, intraprendere un percorso di psicoterapia può essere molto prezioso: le permetterebbe di lavorare su concentrazione, procrastinazione, gestione della stanchezza e sugli stati emotivi che queste difficoltà inevitabilmente generano. Con il tempo è possibile costruire strategie più efficaci e alleggerire quel senso di fatica e frustrazione che descrive.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
In ogni caso, a prescindere dalla diagnosi, intraprendere un percorso di psicoterapia può essere molto prezioso: le permetterebbe di lavorare su concentrazione, procrastinazione, gestione della stanchezza e sugli stati emotivi che queste difficoltà inevitabilmente generano. Con il tempo è possibile costruire strategie più efficaci e alleggerire quel senso di fatica e frustrazione che descrive.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Buonasera gentile utente,
la sua domanda e legittima, potremmo fare una valutazione clinica avvalendoci di un test psicometrico standardizzato, aggiungo che esistono centri specializzati in ADHD valutazione e trattamento che potrebbe reperire online,
cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Specialista TBS
la sua domanda e legittima, potremmo fare una valutazione clinica avvalendoci di un test psicometrico standardizzato, aggiungo che esistono centri specializzati in ADHD valutazione e trattamento che potrebbe reperire online,
cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Specialista TBS
Buonasera, penso che prima di pensare di avere ADHD si dovrebbero fare dei test per con professionisti competenti. Cmq lei racconta di comportamenti che mette in atto, che potrebbero dipendere da uno stato depressivo che le impedisce di essere pronta ed efficiente. E' chiaro che questo suo essere lenta e procrastinare comportamenti che le potrebbe creare un danno come non studiare in tempo quando deve fare un esame. Le consiglio di fare colloqui con uno psicoterapeuta x indagare il perchè succede tutto questo e da quali avvenimenti avvenuti nel suo passato che la portano a mettere in atto tali comportamenti, la saluto dott. Eugenia Cardilli.
Gentile utente,
il modo in cui descrive la sua esperienza quotidiana mette bene in luce quanto sia stato per lei impegnativo convivere con queste difficoltà. È importante sottolineare che l’ADHD in età adulta può manifestarsi in modi diversi e che la diagnosi richiede una valutazione accurata con strumenti specifici: non basta riconoscersi in alcuni tratti.
Un aspetto che può aiutarla, al di là delle etichette diagnostiche, è osservare come lei si organizza nelle attività e nei momenti di maggiore stanchezza. Per esempio, spezzare i compiti in piccole parti o usare timer brevi (tecnica del “poco e spesso”) permette di ridurre la sensazione di sovraccarico. A volte può essere utile pensare alla concentrazione come a una “muscolatura”: più che forza continua, serve imparare a dosare le energie.
Le lascio una domanda per riflettere: quali sono i momenti in cui, nonostante tutto, riesce a mantenere la concentrazione con più facilità? Cosa cambia in quelle situazioni? Da lì potrebbe nascere una chiave per gestire meglio anche le altre aree.
il modo in cui descrive la sua esperienza quotidiana mette bene in luce quanto sia stato per lei impegnativo convivere con queste difficoltà. È importante sottolineare che l’ADHD in età adulta può manifestarsi in modi diversi e che la diagnosi richiede una valutazione accurata con strumenti specifici: non basta riconoscersi in alcuni tratti.
Un aspetto che può aiutarla, al di là delle etichette diagnostiche, è osservare come lei si organizza nelle attività e nei momenti di maggiore stanchezza. Per esempio, spezzare i compiti in piccole parti o usare timer brevi (tecnica del “poco e spesso”) permette di ridurre la sensazione di sovraccarico. A volte può essere utile pensare alla concentrazione come a una “muscolatura”: più che forza continua, serve imparare a dosare le energie.
Le lascio una domanda per riflettere: quali sono i momenti in cui, nonostante tutto, riesce a mantenere la concentrazione con più facilità? Cosa cambia in quelle situazioni? Da lì potrebbe nascere una chiave per gestire meglio anche le altre aree.
Buonasera, credo che lei abbia trovato il suo modo di gestire i compiti da portare a termine e questo è già un buon traguardo. Se ha dubbi circa la possibilità che si tratti di ADHD, dovrebbe contattare un professionista che si occupa di diagnosi per adulti. Cerchi nel portale di mio dottore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
si apra alla possibilità di sottoporsi ad una valutazione diagnostica di uno specialista, potrebbe così inquadrare la problematica da cui è accompagnata e potersene prendere cura.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
si apra alla possibilità di sottoporsi ad una valutazione diagnostica di uno specialista, potrebbe così inquadrare la problematica da cui è accompagnata e potersene prendere cura.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, può effettuare dei test con un professionista per accertarsi della presenza o meno di ADHD. Non escludo data la sua descrizione che lei possa presentare altre problematiche da affrontare, potrebbe presentare sia sintomi dissociativi, che legati all'umore e questi possono avere radici nella sua storia. Certo è fondamentale vedere un professionista per una valutazione completa.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Buonasera se ritiene può fare un percorso diagnostico per individuare se abbia o meno la ADHD o se la sua sintomatologia sia dovuta ad altre cause. Può rivolgersi anche al sistema sanitario pubblico, presso il centro di salute mentale del suo territorio, al quale deve chiedere le modalità di accesso perchè variano da regione a regione. Altrimenti cerchi centri privati accreditati sul suo territorio. Si tratta di compilare alcuni test psicologici e faare alcuni colloqui diagnostici, al termine del quale avrà una valutazione che nell'eventualità dovesse fare dei corsi o esami può assere considerata
Buonasera, i sintomi da lei descritti possono essere compatibili con un quadro ADHD. Sembra essere presente sia la componente di disattenzione che di impulsività. Inoltre, l'oscillazione del tono dell'umore con tendenza ad esperire maggiormente tristezza è una caratteristica più tipica delle donne che degli uomini. La motivazione da lei descritta che la spinge a compensare le difficoltà è proprio ciò che aiuta maggiormente le persone con ADHD poichè è il motore principale su cui far leva in un percorso di sostegno che, tuttavia, parte sempre prima con l'accertamento diagnostico, utile a verificare la necessità o meno di una terapia farmacologica.
Saluti.
Saluti.
Ciao,
grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua esperienza. Ciò che racconti mostra sia le difficoltà che affronti quotidianamente sia la tua grande consapevolezza e le risorse che già possiedi: la capacità di organizzarti, la puntualità, la determinazione nello studio e nel lavoro, e la capacità di osservare i tuoi ritmi e limiti.
In Biotransenergetica consideriamo il legame profondo tra corpo, mente ed emozioni. Sintomi come difficoltà di concentrazione, procrastinazione, stanchezza marcata, sbalzi d’umore o impulsività possono essere compresi e gestiti meglio osservando come il tuo corpo risponde allo stress, alla fatica e ai carichi emotivi. Lavorare su consapevolezza corporea, gestione dell’energia, respirazione e presenza emotiva può aiutare a trasformare momenti di blocco o distrazione in spunti di azione e chiarezza, permettendo di rispettare i tuoi ritmi naturali senza giudicarti.
È normale sentirsi diversi dagli altri e avere la sensazione di non riuscire a fare tutto come gli altri: ciò non toglie valore alle tue capacità e ai risultati che hai già raggiunto. Un percorso mirato e personalizzato può aiutarti a scoprire strategie pratiche per affrontare la stanchezza, la procrastinazione e l’impulsività, riducendo stress e ansia e migliorando il benessere complessivo.
Se hai piacere, possiamo fare un colloquio conoscitivo gratuito, senza impegno, per esplorare insieme come lavorare concretamente su queste difficoltà e valorizzare le tue risorse, trovando modi efficaci per gestire attenzione, energia e motivazione nella vita quotidiana.
Ricorda: anche piccoli cambiamenti fatti con consapevolezza possono portare a risultati significativi, e il fatto che tu stia riflettendo su questi temi è già un passo importante verso un maggior benessere.
Cordiali saluti
Ubaldo Balestriere
grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua esperienza. Ciò che racconti mostra sia le difficoltà che affronti quotidianamente sia la tua grande consapevolezza e le risorse che già possiedi: la capacità di organizzarti, la puntualità, la determinazione nello studio e nel lavoro, e la capacità di osservare i tuoi ritmi e limiti.
In Biotransenergetica consideriamo il legame profondo tra corpo, mente ed emozioni. Sintomi come difficoltà di concentrazione, procrastinazione, stanchezza marcata, sbalzi d’umore o impulsività possono essere compresi e gestiti meglio osservando come il tuo corpo risponde allo stress, alla fatica e ai carichi emotivi. Lavorare su consapevolezza corporea, gestione dell’energia, respirazione e presenza emotiva può aiutare a trasformare momenti di blocco o distrazione in spunti di azione e chiarezza, permettendo di rispettare i tuoi ritmi naturali senza giudicarti.
È normale sentirsi diversi dagli altri e avere la sensazione di non riuscire a fare tutto come gli altri: ciò non toglie valore alle tue capacità e ai risultati che hai già raggiunto. Un percorso mirato e personalizzato può aiutarti a scoprire strategie pratiche per affrontare la stanchezza, la procrastinazione e l’impulsività, riducendo stress e ansia e migliorando il benessere complessivo.
Se hai piacere, possiamo fare un colloquio conoscitivo gratuito, senza impegno, per esplorare insieme come lavorare concretamente su queste difficoltà e valorizzare le tue risorse, trovando modi efficaci per gestire attenzione, energia e motivazione nella vita quotidiana.
Ricorda: anche piccoli cambiamenti fatti con consapevolezza possono portare a risultati significativi, e il fatto che tu stia riflettendo su questi temi è già un passo importante verso un maggior benessere.
Cordiali saluti
Ubaldo Balestriere
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